20 giugno 2008

Caternia Petruzzi? NO, grazie!!!

Stamane il ministro dell'Istruzione Università e Ricerca (che qualcuno si ostina a chiamare della pubblica istruzione, mentre il ministro in carica vuole proseguire nell'equivalenza tra scuola pubblica e privata anche con aiuti economici, in barba alla Costituzione, vedi il mio post Il governo italiano) ha sospeso Caterina Petruzzi, la coordinatrice della selezione delle prove di maturità, classico capro espiatorio.
Su Repubblica di oggi in un'intervista a lei rilasciata (degna più di un giornale di gossip che di un quotidiano d'informazione...) Caterina Petruzzi cerca di difendersi da almeno uno degli errori (sapete che ieri ci sono stati svarioni sia nella prova di greco che in quella d'inglese...) quello sulla poesia di Montale, con queste considerazioni:
Ma quale errore (...) La lirica di Montale, originariamente, era ispirata al ballerino russo che aveva colpito il poeta per le sue movenze femminee. Nell'ultima versione di "Ossi di Seppia" Montale ha tolto tutte le dediche e ha esaltato il ruolo salvifico dell'amore assoluto di cui è capace solo una donna. L'uomo non è il maschio, ma l'essere umano".

Glissiamo, per il momento, sulla nota filologica dell'espunzione della dedica, le considerazione che Petruzzi fa partono da considerazioni sue personali che sono discutibili e, cosa più importante, non sono di Montale.

"aveva colpito il poeta per le sue movenze femminee" o semplicemente per le sue movenze armoniose?
"ha esaltato il ruolo salvifico dell'amore assoluto di cui è capace solo una donna."

Ma come, dedica la poesia a un uomo e poi l'amore salvifico lo può solo provare una donna? La madre-madonna che prova amore assoluto...

Ma qui siamo la delirio puro!

Cerchiamo di verificare queste affermazioni.

Intanto ecco la poesia


a K.

Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un'acqua limpida
scorta per avventura tra le petraie d'un greto,
esiguo specchio in cui guardi un'ellera i suoi corimbi;
e su tutto l'abbraccio d'un bianco cielo quieto.

Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,
se dal tuo volto s'esprime libera un'anima ingenua,
o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano.

Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
sommerge i crucci estrosi in un'ondata di calma,
e che il tuo aspetto s'insinua nella mia memoria grigia
schietto come la cima d'una giovinetta palma...


(Eugenio Montale, Ossi di seppia)


A me pare che quel o lontano e quel o vero non lascino dubbi che si sta riferendo a un uomo e che la donna che ci ha visto Petruzzi fanno parte solo del suo occhiale culturale e non della poesia di Montale...

Ma ecco come si presentava la traccia nel compito d'esame...

TIPOLOGIA A - ANALISI DEL TESTO

Eugenio MONTALE, Ripenso il tuo sorriso, (da Ossi di seppia, 1925)

Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un’acqua limpida
scorta per avventura(1) tra le petraie d’un greto,
esiguo specchio in cui guardi un’ellera(2) i suoi corimbi(3);
e su tutto l’abbraccio d’un bianco cielo quieto.
Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,
se dal tuo volto s’esprime libera un’anima ingenua(4),
o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano(5).
Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
sommerge i crucci estrosi(6) in un’ondata di calma,
e che il tuo aspetto s’insinua nella mia memoria grigia
schietto come la cima d’una giovinetta palma.

(1) avventura: caso
(2) ellera: edera
(3) corimbi: infiorescenze a grappolo
(4) ingenua: non toccata dal male del mondo
(5) talismano: amuleto, portafortuna
(6) estrosi: inquieti

Eugenio Montale (Genova, 1896 – Milano, 1981) da autodidatta (interruppe studi tecnici per motivi di salute), approfondì i suoi interessi letterari, entrando inizialmente in contatto con ambienti intellettuali genovesi e torinesi. Nel 1925 aderì al Manifesto degli intellettuali antifascisti promosso da Benedetto Croce. Nel 1927 si trasferì a Firenze, ove lavorò prima presso una casa editrice e poi presso il Gabinetto Scientifico Letterario Viesseux. Nel dopoguerra si stabilì a Milano, dove collaborò al “Corriere della Sera” come critico letterario e al “Corriere dell’Informazione” come critico musicale. Le sue varie raccolte sono apparse tra il 1925 (Ossi di seppia) e il 1977 (Quaderno di quattro anni). Nel 1975 ricevette il Premio Nobel per la letteratura. La sua produzione in versi, dopo l’iniziale influenza dell’Ermetismo, si è svolta secondo linee autonome.

1. Comprensione del testo

Dopo una prima lettura riassumi brevemente il contenuto informativo della lirica in esame.

2. Analisi del testo

2.1. Nella prima strofa il poeta esprime, in una serie di immagini simboliche, da una parte la sua visione della realtà e dall’altra il ruolo salvifico e consolatorio svolto dalla figura femminile. Individua tali immagini e commentale.

2.2. Nel verso 2 ricorre l’allitterazione della “r”. Quale aspetto della realtà sottolinea simbolicamente la ripetizione di tale suono?

2.3. Il ricordo della donna è condensato nel suo viso e nel sorriso, nel quale si manifesta, “libera”, la sua “anima” (v. 6). Prova a spiegare in che senso il portare con sé la sofferenza per il male del mondo può essere, come dice il poeta, “un talismano” (v. 8) per un’anima e come questa condizione possa essere altrettanto serena che quella di un’anima “ingenua” non toccata dal male (v. 6).

2.4. Nella ultima strofa ricorrono espressioni relative sia alla condizione interiore del poeta, sia alla “pensata effigie” (v. 9) della donna. Le prime sono riconducibili al motivo dell’inquietudine, le seconde a quello della calma. Commenta qualche espressione, a tuo parere, più significativa relativa a entrambi i motivi e in particolare il paragone presente nell’ultimo verso.

2.5. Analizza la struttura metrica (tipi di versi, accenti e ritmo, eventuali rime o assonanze o consonanze), le scelte lessicali (i vocaboli sono tipici del linguaggio comune o di quello letterario o di entrambi i tipi?) e la struttura sintattica del testo e spiega quale rapporto si può cogliere tra le scelte stilistiche e il tema rappresentato.

3. Interpretazione complessiva e approfondimenti

Sviluppa con osservazioni originali, anche con riferimento ad altri testi dello stesso poeta e/o a opere letterarie e artistiche di varie epoche, il tema del ruolo salvifico e consolatorio della figura femminile. In alternativa inquadra la lirica e l’opera di Montale nel contesto storico-letterario del tempo. (fonte Magazine Exite)


Ecco ora sbaglierò sicuramente e chiunque ne sappia più di me potrà correggermi ma nei versi
non saprei dire, o lontano,
se dal tuo volto s’esprime libera un’anima ingenua,
o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano.
non c'è una domanda e due possibili risposte?
Se cioè il ballerino con le sue danze sia un ingenuo che danza perché ignaro dei mali del mondo (che non significa non toccato...) e quindi ottiene il suo effetto consolatorio involontariamente, oppure sia uno tra i tanti che soffrono (e quindi conosce i mali del mondo, ne è consapevole) e che proprio in virtù del suo soffrire la sua danza leggiadria diventa un talismano ?

Chi mi sa rispondere?


Petruzzi comunque è in età pensionabile che lasci il posto a chi ha idee meno clericali sul ruolo salvifico della donna...

Nessun commento:

bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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