26 aprile 2008

Quando c'era Ingrid Bergman...



...anche mamma era viva e la sua presenza (di Ingrid, non di mamma...) per me significava cinema, professionalità, expertise nel recitare. Ingrid era stata la compagna di Rossellini, la madre di Isabella (per tacer degli altri...), aveva recitato in Angoscia, in Notorius, in Sotto il capricorno e Io ti salverò. Tutti film che mia madre subiva con irrefrenabile trasporto trasmettendomi non già per via genetica ma per via empatica il fascino di donne forti malgrado loro stesse l'immagine che mamma doveva avere di sé, giovane e maldestra separata, che ha cresciuto due figli da sola nei politicizzati anni settanta, tra le prime usufruire della legge sul divorzio ufficializzando una separazione di fatto avvenuta già dal 1969, quando, mamma incinta di mia sorella, papà tentò il suicidio per la prima volta (ci riuscirà solo molto più tardi, nel 1984...), un uso discreto della legge: mamma non divorziò mai, rimanendo ufficialmente separata (sembra il titolo di un album di Loredana.

Per me, negli anni, Ingrid rimase Anna Kalman, la protagonista di Indiscreto nella quale mi identificavo io, una donna volitiva libera anticonformista e per rappresentare la complessità dei mie stati d'animo non bastava nessun personaggio maschile, tutti inamidati in un ruolo certo e determinato, io figlio di quel dubbio che indicava non già la mancanza di certezze ma l'onestà intellettuale di chi sa di non poter pretendere che il mondo assuma un solo significato...
Poi quando Ingrid morì, nel 1982, in seguito a un devastante cancro al seno, Gian Luigi Rondi le dedicò un ciclo nel quale scopri perle per me sconosciute (La vendetta della signora, Le piace Brahms?.

Poi, all'università, arrivò la sua consacrazione per aver lavorato con Rossellini (ricordo il fascino di sentire la sua voce vera per la prima volta nel noiosissimo ma indimenticabile Stromboli terra di dio.


Delle tre attrici che abitano il mio Olimpo delle attrici Ingrid convive con Katarine Hepburn e Bette Davis, ma solo con Ingrid mi sento in confidenza, mi pare di conoscerla davvero (anche se ci sono tante cose che ancora ignoro, come per esempio la sua storia con Robert Capa...), me la raffiguro come una zia dei tempi andati che ci veniva a trovare di tanto in tanto. Una zia che rivedo sempre anche quando faccio lezione a scuola (uso molti suoi film come esempi per i miei studenti) e non mi pare solo di riconoscerla ma di conoscerla.


già non più giovanissima mentre la bellezza giovanile trascolorava in una maturità austera, da regina

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Si riconosce chi si conosce.
Saluti
Herm

Alessandro Paesano ha detto...

Ciao Herm. La mia era una citazione (maldestra) de Quaderni di Serafino Gubbio operatore, quando Serafino, parlando delle sensazioni che prova l'attrice Nestorof a guardare se stessa ingigantita là sul grande schermo dice: Resta ella stessa sbalordita e quasi atterrita delle apparizioni della propria immagine su lo schermo, così alterata e scomposta. Vede lì una, che è lei, ma che ella non conosce. Vorrebbe non riconoscersi in quella; ma almeno conoscerla.

bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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