3 luglio 2007

Piero...


















Alla fine ci sono andato alla mostra di Arezzo su Piero della Francesca .


Antemponendola a quella su Cezanne a Firenze, ho visitato la città aretina (che non mi è piaciuta molto, ma dei miei gusti chi se ne frega...)...



Ho trovato gli abitanti disponibili (la ragazza alla cassa per la visita agli affreschi della "leggenda della croce" alla cappella Bacci),










simpatici (la ragazza che ci ha serviti al ristorante )

e gentili (la ragazza alla cassa del bookshop della mostra che mi ha sugerito di cercare il libro su Piero in un'altra libreria, invece di intestardrmi a comperare lì la versione in inglese, visto che quella italiana era esaurita...), il cibo fantastico,


alcune chiese meravigliose



(soprattutto quelle di San Francesco, il duomo e la Pieve di S. Maria) ...



...ma la mostra non mi è piaciuta.



A inziare dal catalogo (Skira) con delle riproduzioni dai colori discutibili e piuttosto inutile, come l'allestimento.


Intanto la descrizione delle opere è fatta (nell'audioguida) con il solito bla bla idiota dei critici d'arte (la matericità dei colori, la luce che crea lo spazio...) e non c'è società, storia, cultura e ideologia dell'epoca (come invece c'è stato, per esempio, alla mostra su Leon Battista Alberti a Firenze, che ho visto l'anno scorso).


Per sopperire alla scarsità delle opere di Piero (molte delle quali affreschi o dipinte su pale di legno intrasportabili) erano presenti in mostra opere di altri pittori, ma il parallelo che ne doveva emergere (come nella mostra dui roma su Durer) era priva di sistematicità e di apparati critici (si parla dei pittori del 300 e 400 di mezza toscana e se non ne conoaci importanza, stile e rivoluzionairetà della loro opera sei fregato...).


Insomma oltre all'emozione di vedere la cappella Bacci finalmente restaurata dal vivo (dove sono stato ripreso da una cattolica ...militante)


tornato dalla mostra, su Piero non ne so in più nemmeno una virgola rispetto a quello che ne sapevo prima (e non ne che ne sappia poi molto...).


Fossi uno dei (re)censori della CNVF potrei tranquillamente classificare la mostra con la dicitura "inutile, grossolanità".


Speriamo possa dire meglio della mostra su Cezanne (o di quella su Vermeer a Modena, se riuscirò ad andarci...)

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bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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