27 maggio 2008

Frocio? Sì, grazie!




17 luglio 2006.
La quinta sezione penale della Suprema Corte presieduta da Bruno Foscarini, nella sentenza 24.513, ha ravvisato

nel termine frocio un chiaro intento di derisione e di scherno, espresso in forma graffiante1

e dunque ci sono gli estremi di reato.

Alla sentenza molti froci (ehm) hanno esultato (Grillini in testa2). Inutile dire che non hanno capito niente.

La sentenza della Corte non ravvisa in chi usa la parola "frocio" come insulto una forma di omofobia o di non rispetto per le minoranze ma un insulto tout court. L'ingiuria, secondo i giudici dell'Alta Corte, non sta nel pensare che essere froci sia una cosa negativa di cui vergognarsi, ma sta nella parola: se ti do del frocio ti sto offendendo davvero.

Dare del ladro, o del mafioso è un'offesa, perché essere ladri e mafiosi è di per sé qualcosa di negativo.

Ma dare del frocio no.
Se mi danno del frocio mi giro verso chi crede di insultarmi e gli rispondo: "Sì, sono frocio e sono fiero di esserlo!".

Chi si incazza se gli danno del frocio è lui il vero omofobo, tanto quanto chi crede di insultarlo con quella parola.

Ma questo Grillini non l'ha capito (e come potrebbe... E' solo un frocio!)

Il reato che si compie, quando per insultare qualcuno gli sì dà del frocio (oppure della puttana a una donna), non sta nella volontà di insultare ma nell'aver scelto per insultare quella parola e non un'altra.

Non così per la corte di Cassazione.

La stessa corte però (un'altra sezione) aveva stabilito nel dicembre del 2005 che l'espressione "sporco negro" non è indice di razzismo, ma solo di ingiuria3 (per poi ripensarci4 l'anno successivo affermando il contrario).

Oggi leggo di Paolo , un ragazzo di Palermo accoltellato dal padre perché, essendo frocio, lo disonora e capisco che nel nostro paese c'è ancora bisogno di tanti gay pride perché è opinione comune, sia tra i cittadini che tra i magistrati, che essere froci è una cosa infamante.

Ecco cosa è che disturba del pride! che si va in giro a testa alta a dire:

Noi siamo froci e lesbiche e siamo fieri di esserlo

(i trans per me rientrano nella problematica etero, ma questo è un altro
discorso).

Dà fastidio ma ce n'è invece un drammatico bisogno.

Lo dimostra un'altra sentenza, quella del 30 novembre 2004 del Tribunale penale di Roma che ha condannato l'editore Fabio Croce per aver alluso a una relazione omosessuale tra il popolare attore Nino Castelnuovo e Giovanni Battista Montini (Papa Paolo VI). Secondo la sentenza tale affermazione costituirebbe grave offesa, peraltro causa di perdita di lavoro per l'infamia che provoca nell'ambiente di lavoro stesso5.

C'è ancora tanto lavoro da fare...

1 fonte La Repubblica
2 fonte Centro di ascolto
3 fonte sito Peace Link
4 fonte sito Studio Cataldi
5 fonte sito Cinzia Ricci

(rivisto il 28/5/08)

26 maggio 2008

La sonda Phoenix è atterrata

Una immagine giunta dalla sonda

Lanciata il 4 agosto del 2007 la sonda Phoenix è atterrata nei pressi del polo nord del pianete Marte. E' la prima sonda che attera sulla superficie del pianeta rosso senza l'ausilio di airbag dai tempi del Viking 2 (1976).



Phoenix andrà alla ricerca di tracce di forme di vita unicellulari che si pensa possano esistere od essere esistite nel ghiaccio, sotto la superficie del pianeta.
Phoenix si chiama così perché, come la mitologica fenice, è rinata dopo la cancellazione dalla missione Mars Polar Lander del 1999, fallita a causa della perdita della sonda durante l'atterraggio.

Non sono previste altre sonde verso Marte per il prossimo futuro.

Intanto godiamoci le prime immagini mandate dalla sonda.




16 Maggio 2008. IN questa foto si vede la bandiera americana e un mini dvd sulla Phoenix a 3 piedi dalla superficie marziana. Il mini dvd contiene un messaggio ai futuri esploratori del pianeta, storie di fantascienza ispirate dal pianeta rosso e il nome di più di 250 mila abitanti del pianeta Terra. (foto della NASA/JPL-Caltech/University of Arizona)

Intanto, come sempre quando l'uomo esce dal proprio pianeta ecco apparso su internet un video "misterioso"...

Errata Corrige

Doveva capitare anche a me prima o poi.
Il post del 22 maggio u.s. contiene una poesia, attribuita a Bertold Brecht.

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti,
e io non dissi niente, perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare.

Bertold Brecht- Berlino, 1932.


Ma non si tratta esattamente di una poesia.
E non è di Bertold Brecht.

Avevo controllato su internet e mi doveva insospettire che solamente i siti blog riportassero della poesia. Poi un anonimo ha scritto in fondo a quel post sei sicuro che sia una poesia e che sia di Brecht.
E un altro controllo 8sepre con le stesse parole di ricerca, almeno così credo...) ha subito svelato l'arcano.

Dunque:
1) la poesia non è di Brecht ma del pastore tedesco Martin Niemöller che fu prima sostenitore e poi avverso oppositore al regime nazista.

2) ci sono diverse versioni di questa poesia a lui attribuita.

Quella scolpita all'ingresso del >The New England Holocaust Memorial di Boston recita così:




Trad. lett:
Prima vennero per i comunisti
e non protestai perché non ero comunista
Poi vennero per gli ebrei
e io non protestai perché non ero ebreo
Poi vennero per i sindacalisti
e io non protestai perché non ero un sindacalista
Poi vennero per i Cattolici
e io non protestai perché ero un Protestante
Poi vennero per me
e a quel tempo non era rimasto nessuno per protestare


Tuttavia le parole precise rimangono controverse
Altre categorie e altri ordini in cui vengono enunciate sono rintracciabili nella rete (come quella citata dal mio blog).

Certo la diversa paternità non cambia di una virgola il senso di denuncia della poesia però la dice lunga sulla retorica di chi si accoda, sottoscritto compreso, ai conformismi della blogosfera.

Chiedo scusa per questo svarione.
Anche se sono in buona compagnia



Liberazione del 23 maggio riporta la stessa poesia, in prima pagina, in taglio basso.

Mal comune, fessi in due.
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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