12 dicembre 2015
La disinformazione data da espresso online sul visto di censura (visa d'exploitation) del film La Vie d'Adèle.
La notizia è questa:
Il visto di censura (visa d'exploitation numéro 131739 ) del film La Vie d'Adèle, Palma d'oro a Cannes nel 2013, che lo vietava ai minori di 12 anni (in Francia i divieti sono a 12 16 e 18 anni), in seguito a una denuncia dell'associazione cattolica integralista Promouvoir è stato annullato dalla Corte Amministrativa D'appello perché il film presenta "plusieurs la protezione dei llscènes de sexe présentées de façon réaliste, en gros plan" che sono "de nature à heurter la sensibilité du jeune public".
La corte ha imposto alla ministra della Cultura Fleure Pellerin una revisione del visto entro due mesi, durante i quali il visto è sospeso. La ministra è già ricorsa al Consiglio di Stato.
Intanto, privo di visto, non può essere distribuito in dvd, né online, né essere proiettato in sala, in qualche rassegna visto che il film è uscito al cinema nel 2013 e non è più in distribuzione regolare in sala.
La vera notizia non è tanto la revisione del visto ma la sua temporanea sospensione che ne impedisce di fatto la visione in tutta la Francia.
In casi precedenti di revisione del visto infatti il visto non è stato sospeso ma solo momentaneamente alzato al divieto massimo (i 18 anni di età) in attesa della sua revisione.
Stavolta invece il visto è stato sospeso e dunque il film non può esser visto e basta.
La fonte per questa notizia, quella vera, l'ho presa da francetvinfo
L'espresso online titola invece così la notizia così:
'Troppo sesso, proteggiamo i minori': così 'La vita di Adele' viene bandito dalle sale.
Come se il film debba ancora uscire in sala o sia in sala e sia stato ritirato.
Falso il film essendo uscito due anni fa!
Il film non è stato bandito visto che in Francia non esiste la censura totale* è solo momentaneamente non disponibile perché il visto esistente in attesa di sua revisione è stato annullato e non si è scelto di darne uno sostitutivo in attesa di quello nuovo ma è stato semplicemente sospeso.
Questa è la gravità della decisione del tribunale amministrativo.
Dunque un titolo più preciso, più aderente ai fatti sarebbe stato
'Troppo sesso, proteggiamo i minori': così 'La vita di Adele' viene sospeso dalla distribuzione.
Ma dato l'argomento trattato dal film (una storia d'amore fra due ragazze) la stampa sinistra ma non più di sinistra cavalca l'onda dell'allarmismo omofobico e insinua che il motivo per cui il film è stato bandito è perché si parla di amore tra due ragazze.
In realtà il film presenta delle lunghissime scene di sesso ai limiti della non simulazione in cui le due attrici sono impegnate in evidenti "69" dove il viso dell'una è vicinissimo al pube dell'altra.
Delle scene freddissime tutt'altro che erotiche quasi mediche nella loro impassibilità sia erotica che emotiva.
Al di là del mio giudizio personale e dunque discutibile, delle scene di sesso molto esplicite (e lunghissime minuti e minuti di sesso) per le quali il film doveva essere sicuramente vietato ai minori di 16 anni e non di 12.
Perché la storia d'amore raccontata nel film è inesistente (il film nonostante le sue tre ore nulla ci dice dei sentimenti delle due ragazze che si lasciano così come si sono messe insieme senza che il film ci mostri una spiegazione una) e da questo film le ragazze imparano che le lesbiche se la leccano e si sditalinano un po' il corrispettivo dei film sui ragazzi (come quello di Pivetti) secondo i quali i ragazzi gay se lo mettono nel culo, mentre nel mondo reale, grazie a dea, il sesso è mooooolto più vario e vitale di così.
Allora va bene la petizione di principio e sicuramente la sospensione è un sopruso ma qui non stiamo parlando dei danni subiti dal popolo francese che non possono assistere a un film vitale sull'amore tra donne un film tra l'altro che è uscito due anni fa e che dunque finora chi voleva vederlo lo ha visto, acquistato, downlodato da internet e quant'altro, ma un danno commerciale perché il film nei prossimi due mesi non è più in vendita o a noleggio. Un film che comunque rimarrà in streaming e a disposizione su tutti i siti dove può essere visto o scaricato senza pagarne le royalties e questo la dice lnga sull'importanza della pirateria che può sopperire alla visibilità di un film laddove uno stato censuri...
Ma per l'espresso il film è bandito dalle sale...
La stampa italiana disinforma anche te. Dille di smettere
*la legge francese sul visto di censura per le immagini animate prevede che il visto può essere rifiutato per "motivi inerenti la protezione dell'infanzia o della gioventù o il rispetto della dignità umana" . Si tratta di una motivazione di carattere speciale e non riguarda dunque le classiche ragioni di ordine pubblico, pubblica sicurezza, ecc motivi per i quali non si puà rifiutare il visto di censura.
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