Ieri ho avuto la sfrontatezza di vedere sette film, miracoli degli orari che si sono incastrati bene e precisione dell'organizzazione ce ha fatto partire tutte le proiezioni puntualmente, tranne l'ultima, quella delle 22 e 30 che è iniziata con 20 minuti di ritardo (divenuti poi 30 perchè in sala c'erano regista e cast). Il ritardo era dovuto alla presenza in sala, anche alla proiezione delle 20, del regista, e del successivo dibattito col pubblico, per cui ritardo giustificato.
Pensare che c'è chi, praticando uno sport molto italiota, critica la macchina del Festival, arrivando a consolarsi con la prospettiva (voce? Diceria?) che pretende che questa quinta edizione sia l'ultima. Lo ha detto una mia vecchia conoscenza che non vedevo da tempo immemore, insistendo quando le ho risposto che i gossip non mi piacciono, lo ha detto una giornalista.
Perché, in Italia ci sono giornalisti?
Alla mia amica non piace l'organizzazione del festival, e alle sue lamentele si aggiunge un attempato signore suo amico, il quale, mi speiga, per vedere i film con lei, pur potendo avere l'accredito stampa, ci ha rinunciato per poter vedere i film con la nostra amica in comune. di che si lamentano i due? Della fila da fare alle proiezioni, quelle della mattina che sono delle anticipate stampa, alle quali gli accrediti culturali entrano alla fine, dopo che i possessori di accrediti stampa sono entrati. L'amico della mia amica, che è anche simpatico, commenta, en passant, i possessori dell'accredito stampa, lui che scrive da 40 anni, surclassato dai ragazzini che scrivono su internet. Anche a me, devo dire, certe checchine giovanissime che non conosco nulla del cinema precedente la loro nascita e si atteggiano a critici cinematografici, fanno girare i cosiddetti, ma non perché sono ragazzini. In ogni caso due snob non fanno una ragione...
Accuso amica e amico di praticare lo sport italico di non rispettare le regole perchè ognuno di noi crede a differenza di tutti gli altri, di avere buone ragioni per esserne dispensati. Se la proiezione è stampa tu che hai l'accredito culturale non puoi lamentarti che ti facciamo attendere dando la precedenza a chi quella proiezione è stata dedicata ma comunque facendoti entrare... Ti stanno facendo una cortesia, potrebbero benissimo dire i culturale alle anticipate stampa no. Che è quello che avrei deciso di fare io dopo che l'amico della mia amica , mi racconta, è andato a lamentarsi in direzione, che i ragazzini si fumano la sigaretta prima di entrare e lui comunque deve aspettare prima che loro entrino. Fossi stato io al posto del direttore gli avrei risposto: Bene lei non entra in nessun caso. Problema risolto.
Non importa quanto umiliante sia vedere dei 20enni passare prima di te che vai per i 70... Che poi ti facciano entrare a proiezione iniziata, quando in sala c' il buio, per quanto antipatico, io penso ancora grazie che mi hai fatto entrare visto che quella proiezione è solamente per la stampa.
Non mi posso lamentare per un diritto che non ho e per una cortesia che mi fanno: i culturali entrano anche alle proiezioni stampa solo se c'è posto. Se tutti aspettano fino all'ultimo per entrare in sala facendo entrare te culturale a film iniziato non è certo colpa dell'organizzazione (ricordate è da lì che siamo partiti...) ma di noi italiani che non sappiamo rispettarci l'un l'altro...
Cosa può fare l'organizzazione del festival? Un corso di educazione accelerato?!
E chi educa l'amico della mia amica?
D'altronde la mia amica, quella che si lamenta dell'organizzazione e che dice che questa di Roma non funziona ma quella di Venezia sì (!?!?!?!?!?!?!) parte da un punto di vista ancora più personale. Qualcuno in sala le ha impedito di mangiare il panino. E quel qualcuno per questo o stronzo e prepotente. (per amore della verità faccio presnete che il suo amico l'ha criticata per questo ma era solo epr dire, lei ha esagerato ma io no...).
Stronzo chi sta lavorando o burina la mia amica che entra attene nell'atrio, non già in sala, ma nell'atrio, mangiando il panino che può benissimo finire di mangiare fuori? Come le ho fatto notare se tutti mangiassimo nell'atrio quello diventerebbe un porcile: un tizio che si è portato del cibo in sala (lo faccio anche io, panini fatti in casa) ha lasciato la busta che conteneva dei tramezzini comprati al bar sul sedile accanto al suo.
Io mi riporto sempre indietro avanzi e bustine naturalmente...
Non sono bravo io è un porco il tizio che ha lasciato il sacchetto di carta.
Io invece noto, riconosco e ringrazio l'efficienza e la professionalità di chi ci fa accedere in sala, ce ne fa uscire, le pulisce, le mette in sicurezza ed efficienza (il motivo per cui ti fanno uscire e poi rientrare anche se il prossimo film inizia nella stessa sala 30 minuti dopo...) e non mi sento diverso, con diritti in più perchè ho un accredito. Quelli stanno lì a lavorare io sto qui a vedere film (anche io lavoro ma se permettete quelli puliscono la sala io vedo un film...).
ITALIANI DI MERDA
(...)
Incontro un'altra amica, colta, intelligente, sensibile, compagna, bella. Eppure ieri, in un commento a uno dei film si è rivelata molto femmina. Scusate, l'aggettivo merita una spiegazione non arrivate subito a conclusioni affrettate.
Il film è Les petits mouchoirs del quale ho parlato nel post precedente. Commentavamo lo spessore dei personaggi femminili. Io dicevo come, fosse stato un film italiano, quei personaggi non avrebbero avuto spessore, mentre in realtà qui, pur rimanendo secondari rispetto quelli maschili, acquistano peso man mano che il film procede.
La mia amica concorda ma poi aggiunge che le due mogli erano petulanti. Oppressive. Sic!
Il padrone della casa di vacanza, quello che ha ricevuto la dichiarazione d'amore dal suo migliore amico, si lamenta con tutti i sottoposti per ogni dettaglio insignificante (l'erba non tagliata, le faine che disturbano il sonno, per le quali ha sfondato a colpi d'ascia una parete di legno), di ogni ritardo dei suoi amici che invece di alzarsi all'alba dormono fino a tardi, un gran rompiscatole che tutti sopportano benevolmente perché lo conoscono, si conoscono, sono amici di vecchia data. Quando grida con una incazzatura da adulto contro il figlio di una coppia di amici (lo stesso ragazzino che ha chiesto cosa significa pedé, la moglie, trattandolo da ragazzino cresciuto qual è lo porta in camera e mentre gli grida contro gli dice guardami negli occhi mentre ti rimprovero. Petulante? Oppressiva? Non piuttosto una donna che ha a che fare con un marito-figlio? La seconda moglie petulante e oppressiva, per la mia amica, è proprio quella dell'innamorato del suo migliore amico la quale scoperta la bisessualità repressa del marito invece di rientrare a Parigi con i figlioletto lo raggiunge in camera e lo abbraccia da dietro come a dirgli: io sono qui.
Anche io vorrei una moglie cosi ...petulante!
Per la mia amica queste donne sono materne e non mogli, perché non fanno sesso coi mariti.
Della prima coppia non lo sappiamo, il film non ci mostra che lo fanno, ma nemmeno il contrario. Della seconda coppia il problema c'è ma non perchè la moglie non vuole, anzi la vediamo di notte giocare ad un videogioco porno (notare la raffinatezza della sceneggiatura, la donna vede delle animazioni al pc non immagini reali) ma perchè il marito si è accorto che una parte del suo orientamento sessuale che ha finora ignorato ora emerge in tutta la sua dirompenza e la trascura.
Insomma appena appena le donne escono dal ruolo codificato di moglie che, credo, sia quello di scopare coi loro mariti e far loro da serve, e diventano appunto donne, cioè esseri senzienti con una mente autonoma, ecco che anche una donna intelligente come la mia amica rimane, in quanto femmina, vittima dello stesso cliché perchè, credo è più facile essere la donna di un uomo che una persona autonoma.
Siamo insomma ancora ben intrisi di merda italiota e più ci agitiamo più ce ne lordiamo.
Delle sabbie mobili di merda...
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