6 agosto 2008

x Files I Want to Believe - note a margine

A dieci anni dal primo film, uscito durante l'estate, tra la quinta e la sesta stagione, e sei anni dopo l'ultimo, conclusivo (deludentissimo) episodio della nona stagione, torna X Files con un film che, nelle intenzioni del suo autore-regista Chris Carter, dovrebbe "terrorizzare il pubblico".
La storia narrata dal film è poco più di un pretesto per far vedere cosa succede a Mulder e Scully 6 anni dopo la conclusione della serie tv. Troviamo Scully dottore-chirurgo di un ospedale cattolico e Mulder "nascosto" in una casa costruita nel nulla.
La scomparsa di un agente dell'FBI (la quale, rapita da due sconosciuti, invece di mettere mano alla pistola d'ordinanza cerca di difendersi con un utensile preso dal garage del suo appartamento...) induce l'agente in capo alle indagini di contattare Dana affinché contatti Fox... Un sensitivo ha portato al ritrovamento di un braccio di un uomo a 15 km dall'appartamento dell'agente scomparso e l'FBI vuole Mulder per assicurarsi della credibilità del veggente.
Il sensitivo è padre Joseph un prete spretato pedofilo e dunque omosessuale.
Queste informazioni ci vengono date una di seguito all'altra, come non ci fossero spiegazioni da dare. Padre Joseph è stato condannato per pedofilia e vive in un centro di autorieducazione con il suo compagno.
Come a dire che tutti i pedofili sono gay.
Il che è un pregiudizio pesante, omofobo e fascista.
Di più Scully lo accusa di aver infilzato i suoi chierichetti dando, di nuovo, per scontato, che quello dei pedofili sia esclusivamente sesso genitale...
In ospedale, Scully ha in cura un bambino affetto da una malattia incurabile ma lei si ostina a cercare una cura (su internet... sic!) incoraggiata anche dall'esortazione di padre Joseph ("Non si arrenda mai..."). Il suo accanimento terapeutico viene mal visto dai dirigenti amministrativi dell'ospedale (un prete con tanto di toga e clargyman) che la esorta a non imporre al bambino inutili sofferenze e a lasciarlo morire in pace (secondo la logica che vuole che sia dio, in ultima analisi, a stabilire chi vive e chi muore...).
Se aggiungiamo che l'ospedale descritto nel film non è quello bianco, pulito, immacolato ed efficiente,di Grey's Anatomy o E.R., ma scuro, di legno, vetusto, polveroso, con arredi vecchi, così come il laboratorio medico dei cattivi del film, che operano in condizioni igieniche inesistenti... ne emerge un quadro davvero angosciante.

X files ci aveva abituato ad un alto standard scientifico (anche se con approssimazioni grossolane dovute ai ritmi narrativi, le analisi genetiche venivano effettuate in poche ore...) che rende, ancora oggi, risibili tutti gli anatomo-patologi dei telefilm successivi (che effettuano autopsie o analisi su crani e altre parti del corpo senza mascherine o precauzioni di sorta...) che nel nuovo film si sfalda in una organicità dell'essere umano e del suo superorganico che inquieta, toglie il respiro. La fede nella scienza presnete nella serie tv, seppure messa sempre in discussione dal suo contraltare paranormale (che però non significava che non ci fosse scienza alcuna ma che la scienza ufficiale andasse riformata) lascia ora posto a un dubbio a-sistematico, a un sospetto che si insinua non nella storia ma nel modo di raccontarla (per cui internet è il nuovo deus ex machina, Scully scopre lì cura e terapia per il suo giovane paziente, come anche il medico dei cattivi...) dove l'unica cosa che si salva è il rapporto tra Scully e Mulder ma per qualcosa che è stato prima non per qualcosa che succede loro nel presente...

Un film che è, forse suo malgrado ma forse no, specchio di questi tempi bui, reazionari, fatiscenti, amorali (la vita umana da un lato non conta nulla dall'altro si cerca di conservare l'essenza delle persone al di là del loro stesso corpo, non vi dico di più per non anticiparvi troppo della trama...), e dove l'assenza di dio (dio di cui si parla molto nel film e non sempre in termini positivi) non è mai indice di un malessere morale, la denuncia di un vuoto esistenziale, ma un altro effetto oggettivo della decomposizione di quel superorganico, ultimo sintomo di una umanità malata e prossima alla morte ma ancora non rassegnata a un fato inevitabile o a una volontà divina cinica e cieca (Scully continua la sua terapia invasiva e dolorosa sul suo piccolo paziente ma il film si conclude senza sapere se gli effetti sono positivi o no...).
Non mi meraviglia che il film non abbia fatto un soldo negli States. Dà troppo da pensare e sapete bene che il ministro della cultura americano è un discendente di Goebbels...
Riparleremo del film dopola sua uscita nelle sale, prevista per il 5 settembre p.v.
Sempre che voi lurkers abbiate la bontà di farvi vivi/e...

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bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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