Caro Alessandro,
mi scuso del ritardo involontario con cui rispondo alla sua lettera. Ci tengo comunque a precisare che io non difendo le idee di Ferrara contro le quali mi sono espressa ripetutamente sia con miei articoli sia con miei interventi dovunque mi sia stato possibile, ma difendo il diritto di chiunque ad esprimerle e sostenerle . E’ un puro artificio logico il suo, quando stabilisce una equivalenza tra la posizione di Ferrara e quella di coloro che sostengono la legittimità/opportunità dei campi di sterminio (contro gli ebrei, o gli omosessuali o gli zingari o gli avversari politici). Sono convinta che anche nella polemica sia necessario conquistare e mantenere il senso della misura. E se Ferrara non lo fa , se egli non conosce il senso della misura e il rispetto dell’avversario, questo non legittima me a fare altrettanto. Nessuno in democrazia può impedire a Ferrara (o al Papa…) di esprimere la sua opposizione all’aborto. Ma nessuno, nemmeno Ferrara, può indicarmi come un’assassina, come una seguace dell’eugenetica di impronta nazista, se io difendo il diritto delle donne di decidere se accettare o no la nascita di un figlio che risulti affetto da gravissime malformazioni.
Molto cordialmente.
Miriam Mafai
Ancora non Le ho risposto...
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