sabato....
arriviamo (io e Silvio ) alla Festa alle 8.30 (il ptimo film è alle 9) ma non riusciamo a bere un caffè perchè i tre bar presneti all'audiotrium aprono non prima delle 9... Entriamo al teatro studio con Silvioche dice sommesso "Koma", o forse sono io, non ricordopiù.
La sala è smeivuota, sileziosissima, la senazione di koma è comune a quasi tutti gli astanti. Poi, improvviso, sfacciato e invidiosamente pieno di energia, irrompe nell asla aun gagliardo vociare sono i giovani, ragazzi e ragazze delle scuole superiori, che il sindaco ha voluto mandare al cinema.
Io mi meraviglio, perchè tutte le proiezioni, non essendo passate per l'ufficio che concede il visto di censura (eeeeh ma chi l'ha dettoche il fasscismo è caduto?) sono automaticamente vietate ai minori di 18 anni (tranne la sezione dedicata ai ragazzi "Alice nella città" ma il film che stiamo per vedere fa parte della sezione Extra). "Che siano tuttimaggioreni?", mi chiedo, anzi, mi giroe chuiedo loro, ma dalle facce sebrano avere 16-17 anni non di più. Infatti mi confermano, sono minorenni, puntualizzano, accompagniati dai professori ("Loro sono maggorenni"...). "Ma..., come funziona?" Mi chiede un ragazzo biondo, seduto proprio dietro di me. "Come funziona COSA? gli chiedo a mia volta. "Stamane, il film che stiamo per vedere è doppiato?" Gli speigo che no, è un film in cinese con sottotili italiani. Lo dice ai suoi compagmi e, con mia sorpesa, non si preoccupano troppo di stare per vedere un film in lingua.
Il film in questione Wo Ruhuasiyu de Erzi è un film a tematica omosessuale. Io temo il peggio. Invece i ragazzi (e le ragazze) si sorbsicono un film lentissimo, con pochi dialoghi, nudità imbarazzanti (perchè strane, tutti dormono nudi, il protagonista e i suoi amici... sarà un costume cinese? Mah...) sorattuto glutei (ma ci sono anche un paio di frontali...) senza lamentarsi, e, soprattutto, senza parlare (solo un paio di ragazzi commentano le scene più omoerotiche ma senza cativeria omofoba, con commenti insolenti come solo gli adolescenti sanno fare).
Il film è inconsistente e segue il solito clichè il ragazzo "pesudoetero" se ne va (è il padre del protagonista gay a dirglielom e lui, lo pseudoetero non se o fa ripetere una seconda volta), mentre il gay "sensibile" rimane solo a passeggiare sul tetto dell'abitazione...
Alla fine della proiezione vorrei avere il tempo e il modo per far ragionare i ragazzi su quel che hanno visto, sui modi e i contenuti di un film che non aggiunge nulla sull'omosessualità nè in Italia (in Europa) nè in Cina.
Decido discrivere una lettera a Veltroni per consigliarlo di ingaggiare dei formatori culturali (esperti di linguaggio cinematografico) per dare un senso a queste mattinate altrimenti per i ragazzi è solamente un "evviva il cinema!!! Nun famo latino" ma magari per Veltroni va bene così...
Invece dopo il film volo in biglietteria a fare la fila per i biglietti del giorno dopo e spedisco Silvio a vedere il documentario che io ho visto ieri, The unforseen che lui trova lento e quindi dorme (come d'altronde abbiamo fatto durante il film cinese...).
Io dovrei vedere Black Like Me che invece non è arrbato dalgi States (e non arriverà, ne esuiste solo una copia in 16mm in tutto il paese e non la dano certo a noi) e, al suo posto c'è... TAH DAH!!! Un principe chiamato Totò nel quale molti attori omaggiano il grante Totò (e Lucio Dalla canta, in un pesimo playback, due canzoni del principe), ma è incentrato tutto sulla vita privata e poco, molto poco su quella dell'attore Tiotò (qualche aneddoto raccontato dalla figlia, che continuna a sbagliare pronomi e riferirsi alla madre al maschile, "gli ho detto" chissà... un francesismo...). Il solito gossip di questa italia contemporanea insomma...
E poi io e Silvio torniamo a casa non prima di aver fatto un tour nel padiglione della TDK dove due signorine (bellissime ma che ne sanno di storia della tecnologia quanto io ne so di calcio) ci spiegano (sic!) lo sviluppo dei supporti dal nastro magnetico al blue ray... mostrandoci una limitata ma interessante collezione di tecnologia vintage anni 79 80 e 90 mostrandoci poi le differenze di nitidezza tra dvd standard e blure ray...
Poi ci regalano una busta, una penna e un keychain (Silvio è raggiante...).
Niente più film perchè stasera andiamo alle festa a sorpesa di Sabrina e Rosa (che non vedo da gennaio...).
Ed ecco bello e sistemato il sabato...
22 ottobre 2007
Bollettino ufficiale sulle mie
(dis)avventure alla festa del cinema n° 2
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5 commenti:
Non è chiaro se l'omaggio a Totò è stato una replica o se parli di quello in "prima visione" con gli ospiti, nel secondo caso allora abbiamo avuto modo di incontrarci.
Quanto agli studenti forse l'idea è che un corpo docente comprenda personale in grado di parlare di cinema se non a livello specialistico sicuramente con una competenza che sia superiore a quella di allievi "comuni" di un terzo/quarto superiore.
Di nuovo... il messaggio ultimo è mio.
Herm
Ancora una domanda... Cos'è un keychain?
Herm
La proiezione del film documentario su Totò era l'anteprima stampa... non so se c'eri.
Un keychain è un portachiavi (in inglese...)
In quanto all'idea che gli insegnati siano in grado di preparare i ragazzi alla visione e di discuterne dopo ho i miei dubbi sia sulle loro competenze che (soprattutto) sulla loro voglia di farlo. Comunque non si può demandare alla volontà di un singolo insegnante quel che invece è a carico della festa che magari poteva pagare un professionista qualificato visto che ha incassato 8 milioni di euro di sponsor...
Non so se sia la stessa proiezione, forse no.
Un portachiave, mi piace imparare cose nuove :-)
Si quello che dici sulla festa e le possibilità di migliorarla anche in questo modo, ma per non demandare alla volontà del singolo docente bisognerebbe cambiare la scuola in maniera seria, non contare sugli organizzatori della festa del cinema.
O no?
Mah!!!
Herm
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