Faccio zapping, in questi giorni di canicola, di serie tv consumate, come il cocomero, a kili, e mi capita di assistere a qualche pubblicità, vera anima del Paese.
Lip Color, un detersivo che permette di lavare capi di diverso colore insieme evitando che un capo, stingendo, possa macchiare un capo di colore diverso. E la donna che fa da testimonial dice che con il tempo libero che Lip color le regala può fare una "torta in più".
Un altro spot publicizza un corso in edicola per far consocere il mondo della cucina alle bambine in erba, con tanto di annessi utensili-giocattolo, che possono così cimentarsi in torte e ricette varie, diventando piccole cuoche, "proprio come la mamma".
Terzo spot, di una caratura maggiore dei primi due, soprattuto per lo sforzo produttivo.
La nuova Rex elettrolux, modello vattellapesca (date un'occhiata al sito, ne vale la pena), permette di programmare manualmente la durata effettiva dell'intero ciclo di lavaggio. Così la donna può gestire lei il proprio tempo prezioso, per dedicarsi ad altro: alla riunione manageriale, alle passeggiate col cane, al pranzo aziendale, alla guida dell'automobile (che per un secondo sembra il soggetto della pubblicità).
Gli eventi attorno alla donna accelerano o rallentano in funzione di una migliore gestione del tempo (corre più veloce del cane, la cui corsa è rallentata, la riunone di lavoro finisce in un attimo così come l'interruzione stradale per lavori in corso e la fila alla mensa).
Pubblicità molto diverse tra di loro che nascondono la stessa ideologia, la stessa visione del mondo (e pensare che c'è qualcuno che pensa che i film siano dei film e basta, figuriamoci le pubblicità, vero Daniela?).
Le prime due, di stampo classico, sono sfacciatamente sessiste.
Le dispense di cucina con tanto di mini-utensili (di colore femminile) sono pensate per le bambine... poco importa se la società vede sempre più single, anche uomini, che magari vivono insieme per dividere l'affitto: i bambini non vanno educati alle faccende della cucina. Cucinare è percepito (e proposto) come un'attività donnesca, per rispolverare un desueto aggettivo dell'epoca fascista, e infatti ancora oggi molti ragazzi non sanno cucinare (come il mio amico Marco che usa cibi precotti, e porta ancora i panni da lavare alla madre, perchè, come mi ha ingenuamente confessato, "tanto a lei fa piacere...").
Io devo ringraziare mia madre che mi ha permesso di cucinarmi da solo (perchè mi scocciava che lei dovesse prepararmi il pranzo la mattina visto che rientravo prima io da scuola che lei dall'ufficio, per cui ero io, o mia sorella, a prepararle il pranzo dovo che noi avevamo pranzato).
Anche lavare i panni è percepito come lavoro donnesco; i lavori di casa sono percepiti di esclusivo appannaggio femminile a tal punto che una donna pare non poter far altro se, nella pubblicità della Mira Lanza (oggi di proprietà della Reckitt Benckiser Italia Spa che pure millanta un impegno ambientale e scoiale, vedi qui) il tempo guadagnato viene impiegato per fare "una torta in più". Per una casalinga non esiste tempo libero, se si ha del tempo in più si continua a fare la casalinga (leggere un libro, uscire con le amiche, telefonare alla madre, vedersi con l'amante, fare shopping, portare a spasso il cane, vedere un film, ascoltare un po' di musica, RIPOSARE, masturbarsi.. no, eh?) .
Mai più Lip dunque che ha accettato (o richiesto) uno spot così sessista, così anni cinquanta.
Poco male, non ho mai comprato Lip continuerò a non farlo.
Beh, direte, lo spot della Rex è più moderno. Lì la donna non è confinata in casa a fare torte, lavora, fa la manager, porta a spasso il cane.
Sì è vero.
Ma è sempre lei pensare alla lavatrice!!!
Certo, potrebbe essere una donna single perchè nello spot non la vediamo nè in compagnia di un marito nè dei figli.
Però sarebbe stato davvero intelligente fare due versioni dello spot una con una donna e l'altra con un uomo...
Ma avrebbe funzionato ugualmente?
Pensate che tutti avrebbero capito la pubblicità con un uomo?
No.
Perchè nell'immaginario collettivo, ancora nel 2007, l'uomo non sa usare la lavatrice (ricordate la pubblicità di un paio di anni fa nella quale nonostante il modello semplificato di lavatrice, senza l'ausilio del cane che la accendeva, il ragazzone della pubblicità non era capace di farla funzionare ?). E' un luogo comune che però ha purtroppo ancora un riscontro nella realtà.
L'altro giorno mentre facevo la fila al supermercato osservavo una coppia in fila alla cassa davanti a me: lui non molto bello, lei nememno, ma meno peggio i lui, lei sul metro e sessanta scarsi, lui abbondatemente sopra il metro e ottanta. Mentre mi chiedevo come mai si fossero scelti, data la notevole differenza d'altezza, e pensavo ai miti ma rassicuranti orizzonti della vita di coppia, lui, poco prima del loro turno alla cassa, si allontana per prendere non so che cosa.
Lei gli urla"ho dimenticato il detersivo per la lavatrice". Lui ovviamente torna senza, giustificandosi "non so quale marca prendi". Quest'uomo non ha mai fatto attenzione alla marca del detersivo, nè è in grado di scegliere lui un detersivo piuttosto che un altro, magari con criteri diversi da quelli della moglie, ma seguendone uno; è stato cresciuto senza dover mai preoccuparsi della scelta del detersivo (del bucato itself) perchè alcune donne, sua madre prima, sua moglie dopo, ci hanno pensato loro per lui. Moglie che sicuramente lavorerà come lui ma alla quale sono ancora demandati i lavori donneschi della casa...
Per pareggiare i conti, poco dopo che mamma morì, io avevo 25 anni mia sorella 20, mia sorella, incapace di fare una lavatrice (fino ad allora le avevamo sempre fatte io o mamma, d'altronde a me la lavatrice piace fin da piccolo, da bambino ne ho avuto in regalo anche piccoli modelli giocattolo, purtroppo non funzionanti..), per risparmiare tempo, assieme alle mie maglie e ai suoi vestiti, pensò bene di mettere anche lo straccio per i pavimenti, ovviamente sporco...
Sì avete letto bene...
Evidentemente il luogo comune ha dei limiti nel descrivere cosa accade in realtà, per fortuna!, ma poco importa.
Finchè continua ad avere un senso, finché quel che dà per scontato è riconsociuto da tutti senza bisogno di ulteriori spiegazioni, finchè, insomma, non sarà possibile uno spot per lavatrici dove è (anche) l'uomo a risparmiare tempo nel fare il bucato con la nuova rex modello taltedeitali, l'Italia sarà sempre sull'orlo dell'abisso, un abisso targato anni 50.
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1 commento:
Caro Ale,
questo mi fa pensare ad uno spot di qualche anno fa di un gelato (non mi ricordo più la marca) in cui vi erano due situazioni, una al maschile ed una al femminile.
1)MASCHILE: ci sono tre uomini in un caffè. Mangiano il gelato reclamizzato. sentono un rumore ritmico; tutti e tre entrano in sintonia l'uno con l'altro e su quel rumore incominciano a fare una batteria con la bocca e le mani, poi a canticchiare, sempre più forte.Una signora seduta al tavolo li guarda fra il perplesso e il disgustato, ma non dice niente.Gli uomini non la guardano neanche, sono sempre più eccitati musicalmente, finchè esplodono in un MYYY SHARONA!!!.Poi si guardano l'un l'altro, spaventati ma tutto sommato felici per l'attimo fuggente.
2)FEMMINILE: ci sono tre donne in un garage.Di sera. Mangiano il gelato reclamizzato dentro al garage, quindi in uno spazio non pubblico. Una di loro accende lo stereo dell'auto. Le tre donne si mettono a ballare nel garage col gelato in mano. Si apre la porta, ed entra un uomo (il marito di una delle tre?). Le tre donne SI FERMANO, e la radio VIENE SPENTA.L'uomo le guarda come farebbe un secondino che sbircia i detenuti nella cella.Richiude la porta. Le tre donne riaccendono lo stereo dell'auto e riprendono a ballare.
Cosa vuol dire questo? Nelle due versioni abbiamo lo spot "maschile", tutto libertà dalle convenzioni;gli uomini non si sognano nemmeno di vedere se il loro canto libero dà fastidio a qualcuno/a: sono AUTORIZZATI a farlo, e tanto basta. Le donne nello stesso spot, invece, non solo si devono chiudere in un garage puzzolente per potersi esprimere in modo carbonaro, ma si interrompono quando l'uomo le guarda. Non sono autorizzate. Ora: questo è il modo in cui la publicità italiana vede uomini e donne, oppure in qualche modo è uno spaccato della società italiana?
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