11 gennaio 2007

attenzione rischio SPOILER
si parla della trama del film THE PRESTIGE, se non lo avete ancora visto NON leggete il post....




Un film che confronta due geni della prestidigitazione, del trucco, dell'effetto speciale, entrambi pronti a sacrificare la propria vita, uno dei due dividendo l'identità con quella di un gemello (lo si score solo alla fine del film) meglio di un sosia per numeri di dislocamento spaziale, l'altro che, grazie a una macchina inventata da Tesla(chi era costui?)\David Bowie (l'unico buon motivo per andare a vedere il film...), che duplica le persone (oltre ai gatti e ai cappelli) sacrifica se stesso uccidendo ogni sera per annegamento la copia (nella vasca famosa di Houdini) o l'originale perché la macchina non si limita a dulicare ma (per effetto probabilistico della fisica quantistica, questo lo dico io non il film...) disloca a volte l'originale in un altro punto del teatro a volte la copia per cui non si sa mai quale dei due andrà a morire affogato nella vasca...

Insomma un'ideuzza che nemmeno a Star Trek sarebbe sembrata degna di sviluppo e che Chris Nolan affronta in un film noioso, farraginoso, smoderatamente pletorico. sviluppasenza la minima fantasia cinematografica.
Anzi quando la diegesi del film dovrebbe sostenere l'idea della duplicazione ( nel film la si intuisce benissimo ma da buon americano Nolan che considera il pubblico una massa di deficienti deve alla fine mostrarti non i cadaveri dei tanti morti affogati, ma una serie infinita di vasche con dentro ad ognuna un cadavere..., per farti capire che ogni sera si ripeteva l'omicidio. Non era più semplice rovesciare l'acqua col cadavere?!?!?!) con un impianto visivo da perfetto trucco cinematografico (quando uno dei protagonisti ricorre al sosia per l'effetto di dislocamento spaziale ed ovviamente il sosia è sempre lo stesso attore, Nolan ricorre al trucco di montaggio di usare un campo controcampo facendo vedere di spalle un sosia dell'attore!!!!) maldestro tentativo di metalinguaggio pasticciato e approssimativo, mentre c'era magari bisogno di un effetto visivo, di un trucco da vero prestidigitatore e far vedere sulla scena lo stesso attore sdoppiato (come fa star Trek TNG 15 anni fa).
Insomma un disastro un film da dimenticare e un regista da ridimensionare...
Se già Batman Forever era satto deludentissimo questo The Prestige segna la fine delle speranze per Chris Nolan propmettente regista... Memento deve essere stato l'eccezione i film successivi la sua aurea mediocritas...

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Mah... ora sto piangendo... la sola cosa che mi viene da dire ora è che in effetti il trucco c'è (quando uno dei protagonisti ricorre al sosia per l'effetto di dislocamento spaziale ed ovviamente il sosia è sempre lo stesso attore, Nolan NON ricorre SOLAMENTE al trucco di montaggio di usare un campo controcampo facendo vedere di spalle un sosia dell'attore, ma anche al montaggio di un altro sè digitale... strano che tu non l'abbia notato, lo fa sia con Bale che con Jackman - esempio, la scena del dito).
Per il resto posso dire che per la scena finale delle vasche hai ragione, mettendola lì tipo "ora ti shocko e poi così finisce il film ed esci shockato" ha fatto male i conti, in effetti lo avevano capito tutti (almeno al di qua dell'Atlantico, almeno dentro l'Adriano).
E come finale, posso dire che ora continuerò a piangere.

Alessandro Paesano ha detto...

Appunto.
Quando il cinema analogico può sopperire alla bisogna Nolan invece di adottare quegli effetti speciali, gli stessi adoperati da Méliès (che praticava una sorta di iperdislocamento nei suoi film) più o meno in quegli anni, impiega il digitale in maniera però del tutto invisibile (perché il solo effetto ottico sarebbe bastato per ottenere la stessa immagine, pensa a quanto ha fatto Cronemberg in "Gemelli") mentre nell'unica scena in cui il cinema analogico, gli effetti speciali ottici, non può bastare quando, cioè l'attore deve camminare intorno al sosia interpretato da se stesso Nolan si limita a sviluppare la scena in un banale campo controcampo col sosia profilmico di spalle, limitandosi a un timido piano d'insieme in cui riprende entrambi frontalmente in digitale, senza strabiliarci nel mostrarci Hugh Jackman che gira intorno al suo sosia da lui steso interpretato (come fa Brent Spiner\Data in TNG)...
Manca a Nolan del tutto una fantasia visiva all'altezza delle fantasmagorie di cui ci vuol parlare, per tacere della sua totale ignoranza sulla cultura visiva dell'ottocento (vera culla del cinema) o, ma questo è un altro discorso ancora, l'ambientazione sociale se non quella olografica della casa fatiscente della futura signora Borden.
Al di là dei dettagli sugli effetti speciali quel che manca al film è un immaginario visivo moderno, contemporaneo, che sappia rileggere e restituire l'immaginario visivo dell'epoca in una maniera omologa a quanto fa Buz Lurmann in Moulin Rouge. (Bada bene ho detto omologa non analoga).
Nolan non ne è capace così come gioca con gli stilemi di Batman in maniera piatta, banale e televisiva.
Perchè come a tutti quelli della sua generazione a Nolan manca la consapevolezza che senza la storia un film non vola, ma rimane circoscritto all'hic et nunc dell'immediato presente (e di questo film giù fra sei mesi non parlerà più nessuno) e che, insomma, si parla del passato per meglio capire il presente e non viceversa, come The prestige che parla di una condizione universale senza fare distinzioni tra lo ieri del tempo del film e l'oggi in cui è fatto e nel quale si rivolge al suo pubblico.
Temi universali interessanti (chi è più immorale Borden che divide una vita col gemello, o Angier che uccide le sue copie per esigenze di palcoscenico?) e non banali, ma che si basano su una concezione ottocentesca e positivistica dell'energia elettrica come deus ex machina per una spiegazione impossibile (la duplicazione degli esseri umani) non per argomentare una posizione etica ma solo per sorprendere lo spettatore. Insomma quel che importa a Nolan non è l'epoca in cui ambienta la storia non è la sinergia tra dispositivo cinematografico contemporaneo digitale e la nascita del cinema dalle fantasmagorie dell'epoca ... Gli interessa solo raccontare una storia allestendo una macchina narrativa, ribadisco, pletorica che partorisce il proverbiale topolino...
Io ho pianto per la moglie di Angier non certo per la morte di lui né tanto meno di quel pallone gonfiato di Borden. Ma questo non è così importante...

Anonimo ha detto...

Caro Ale,
hai ragione quando dici che il film è la classica montagna che partorisce il topolino, ma questo è un difetto comune a molte (non tutte)pellicole odierne: nell'ansia di "stupire" si dimenticano il motivo per cui è stato scritto il soggetto, cosicchè ci troviamo con una grande premessa ed un "prestige" inesistente.E poi non riesco a capire alcune sviste della sceneggiatura: come facevano a con tutti quei cadaveri senza che nessuno si prendesse la briga di indagare cosa succedeva in quel teatro? I pompieri, poi,a teatro, dov'erano?Per quanto riguarda poi l'ambientazione tardo-vittoriana,non si discosta molto dagli stilemi odierni del perfetto presepe fine'800, sporco ed "oscuro" quanto basta.

Alessandro Paesano ha detto...

...Ovviamente il film di Cronemberg si chiama "Inseparabili" e non "Gemelli" sic!....

bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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