21 marzo 2008

e anche Arthur C. Clarke se ne è andato...

alla veneranda età di 90 anni...
Per me Clarke è stato, per anni, "solo" l'autore di 2001, un autore misterioso, la cui versione narrativa del capolavoro cinematografico di Kubrick perdeva alcune letture "polisemiche" in favore di un determinismo che molti lettori avranno anche apprezzato, tranne il sottoscritto (nel romanzo è detto chiaramente che è stato il monolito a impartire telepaticamente le conoscenze al primate che poi ha "scoperto" l'impiego di un osso animale come utensile, mentre nel film di Kubrick la presenza del monolito è un simbolo di raggiunta intelligenza, altra lettura, un osservatore che testimonia con la sua presenza dei primati dalla loro condizione animalesca... Insomma una vera delusione che nemmeno conclusi di leggere e che relegai tra i pochi romanzi di fantascienza che avevo allora nella mia biblioteca (stiamo parlando dei primi anni 80...).

Poi per anni l'oblio, rafforzato dalla mia cocciuta convinzione che la fantascienza sia apprezzabile solo quanto è cinematografica (o televisiva) e poco quando è solo scritta. Ci vorranno Alfred Van Vogt (grazie ad Armando Gnisci, quando studiavo letterature comparate all'università) e in tempi più recenti Robert J. Sawyer per farmi ricredere e diventare un appassionato consumatore di novel fantascientifiche.

L'incontro con Clarke è avvenuto per caso, grazie a un breve ma magnifico romanzo che si chiama, guarda caso, Incotro con Rama.

Dopo tutto io non sono un lettore provetto di romanzi, moltomeglio i saggi(che divoro avidamente...). Le dissertazioni, nonostante io sia famoso per i miei incisi..., mi annoiano, l'apparato affabulatorio dei romanzi mi affascina solo quando la scrittura si fa assente, quando non fa pesare se stessa, insomma temo proprio di essere uno spettatore di film che cerca nel racconto per immagini tutto quello che potrebbe trovare nei romanzi...

Incontro con Rama è una sceneggiatura. La capacità di Clarke di descrivere senza annoiare è sorprendete. Quella di avvincere con un racconto che si rivela nel suo dipanarsi abile oltre la perfezione. Insomma se inizi a leggere Rama smetti solo quando lo hai finito.


Nel mio incontro con Clarke sono stato fortunato ho provato la stessa intensa emozione che ha provato il capitano Norton appena entrato nell'interno cavo della grande astronave-città.

Da almeno 8 anni si vocifera di un possibile film tratto da Rama, il film è annunciato per il 2009 (come nel 2001 era annunciato per il 2004...). Certo a vedere dalle possibilità (Anche tecnologiche di questo piccolo corto pluripremiato c'è da sperare che il film si faccia per davvero...


Intanto Clarke non c'è più...

Aprite le finestre ...è primaveraaaa!


Franca Raimondi, canzone vincitrice del festival di Sanremo del 1956.

Franca Raimondi nasce a monopoli(ba) il 08/07/1932. Consegue la maturità linguistica e nel frattempo studia canto lirico e moderno. Si mette in luce vincendo un concorso radiofonico nel 1953
1954 : Vince il primo festival Nazionale organizzato dalla rivista "Sorrisi e canzoni" dal nome "ugole d'oro"
1955 : La rai in tandem con la Fonit Cetra indice una selezione di giovani artisti da inviare alla successiva edizione del festival di sanremo;Franca vi partecipa e riesce ad entrare nella rosa dei finalisti su 7000 concorrenti.
1956 : Partecipa al festival di Sanremo che vince con la canzone "Aprite le finestre" .Alla manifestazione Franca interpreta anche "il trenino del destino","Lucia e Tobia" in coppia con Gianni Mazzocchi,"Sogni d'or" con Clara Vincenzi e "La colpa fu" con Ugo Molinari.Il successo è tale che nello stesso anno prende parte alla trasmissione televisiva "le canzoni della fortuna"
1957 : L'artista partecipa al festival internazionale di Nizza.Inoltre viene messa sotto contratto dalla Rai per cantare alla radio con l'orchestra diretta da Gian Stellari
1958 : Franca partecipa a "Canzonissima" e successivamente al festival di bari.Inoltre effettua una lunga tourneè in Canada e negli stati Uniti dove acquista una grande popolarità
1959 : Franca partecipa alla trasmissione radiofonica "Solo contro tutti" condotta da Mario Riva.Inoltre prende parte alla gara canora radiofonica "Il traguardo degli assi" condotta da Corrado con l'orchestra diretta da Cinico Angelini come gregaria di Alberto rabagliati,insieme al duo Fasano
1960 : Franca partecipa al Festival di Napoli presentando il brano "Canzone all'antica" in coppia con Mario Trevi che accede alla finale.
1961 : Franca partecipa al festival di Zurigo dove presenta il brano "Mostra le tue vie"
1962 : L'artista continua la sua carriera cantando sino al principio degli anni ottanta.
Muore nel 1988.
2004 : Il comune di Monopoli a cui ha dato tanto lustro in vita,le intitola il primo concorso canoro aperto a sole donne
Dalla voce melodica ma ben ritmata,Franca ha senz'altro una voce fresca e moderna per il tempo.Ha sempre portato avanti la sua carriera, privilegiando però i suoi impegni familiari.
(fonte la voce delle donne

La primavera è astronomicamente sancita dall'equinozio che è una delle due intersezioni dell'eclittica (l'orbita apparente del sole nella volta celeste, con l'equatore celeste). A seconda degli anni cade il 20 o il 21 del mese di Marzo. Quest'anno è stata il 20.



Nella lista che segue i termini equinozio di Marzo e Settembre riguardano le celebrazioni legate al mese (e quindi indipendenti dall’emisfero), i termini primavera e autunno riguarda quelle feste che dipendono dalla stagione (e dunque dall’emisfero).

* Sham El Nessim era un antica festività egiziana le cui tracce risalgono a circa 4700 anni fa. Resta una delle feste pubbliche Egiziane, cade il lunedi e coincide con l'equinozio di primavera.

* I calcoli per il giorno di Pasqua nella chiesa Cristiana (la prima domenica dopo la prima luna piena contemporanea o successiva all'equinozio di Marzo), usa la sua definizione specifica dell'equinozio - che capita sempre il 21 Marzo. Il giorno di pasqua può capitare al più presto il 22 Marzo.

* L'equinozio di Marzo segna il primo giorno dell'anno per una varietà di calendari, inclusi il Calendario Iraniano, il Calendario Bha'ì. Il festival Persiano (Iraniano) del Nowruz vine celebrato in questo girno. Nell'antica mitologia Persina, Jamshid, il re mitico della persia, ascese al trono in questo giorno e ogni anno quest'evento viene commemorato con feste per due settimane. Queste feste rievocano la storia della creazione e l'antica cosmologia del popolo Iraniano e Persiano. E' un giorno di festa anche per l'Azebaijan, l'Afgnanistan, l'India, la Turchia, Zanzibar, l'Albania e diversi paesi dell'Asia Centrale, è festa anche per i Kurdi. E' inoltre una festività Zoroastrina, è anche un giorno sacro per i seguaci della Fede Bahà'ì e per i musulmani Ismaili Nizari comunemente chiamati come gli Aga Khanis.

* L'equinozio di settembre segna il primo giorno del Mehr o della Bilancia nel calendario Iraniano. E' una delle festività iraniane chiamate Jashne Mihragan, o il festival della condivisione dell'amore nello Zorastresimo.

* Durante l'equinozio di primavera si celebra il Sabbat Wiccan di Ostara (o Eostar) mentre durante l'equinozio di autunno si celebra il Sabbat Wiccan di Mabon.

* In Giappone il giorno del Equinozio di primavera (Marzo) (春分の日 Shunbun no hi) è una festa nazionale ufficiale che si trascorre visitando le tombe di famiglia e nella celebrazione di riunioni di famiglia. In modo simile a Settembre c'è un Giorno dell'Equinozio d'Autunno (秋分の日 Shūbun no hi).

* Il primo giorno dell'anno per i Tamil e i Bengali segue lo zodiaco Hindu e sono celebrati rispetto al equinozio di primavera siderale (14 aprile). Quello Tamil viene festeggiato nello stato dell'India del Sud del Tamil Nadu, l'altro viene festeggiato in Bangladesh e nello stato dell'India dell'Est del Bengala Ovest.

* Il giorno del Pianeta Terra venne celebrato inizialmente il 21 marzo 1970, giorno dell'equinozio. Viene adesso celebrato in diversi paesi il 22 Aprile.

* In molti paesi arabi il Giorno della Madre viene celebrato nell'equinozio di marzo.

* L'equinozio di Settembre era il Primo giorno dell'anno nel Calendario Repubblicano Francese, che venne usato dal 1793 al 1805. La Prima Repubblica Francese venne proclamata e la monarchia francese abolita il 21 Settembre 1792 rendendo il giorno successivo (giorno dell'equinozio) il primo giorno dell'Era Repubblicana in francia. L'inizio di ogni anno si doveva basare su calcoli astronomici (ovvero seguento il vero corso del sole e non la media degli altri calendari).

* Il festival del raccolto nel Regno Unito si celebra la Domenica della luna piena più vicina all'equinozio di Settembre.

* Il Festival di Mezz'autunno si celebra il 15' giorno dell'8' mese lunare ed è una festa ufficiale in molti paesi dell'est asiatico. Dato che il calendario lunare non è in sincrono con il calendario Gregoriano questa data può cadere un giorno qualsiasi tra metà settembre ed inizio ottobre.

* La Giornata Mondiale della Narrazione è una celebrazione globale dell'arte orale della narrazione, viene celebrata ogni anno durante l'equinozio di primavera nell'emisfero nord, il primo giorno dell'equinozio di autunno nell'emisfero sud.
(da Wikipedia)

20 marzo 2008

...allora non sono solo! N° 2

Un altro articolo di Rossanda che riporto senza ulteriori commenti casomai lo aveste perso.

Pubblicato su manifesto del 17 marzo

La Chiesa al suo posto
Rossana Rossanda

Che campagna elettorale! Poche idee, bassezze, graffi, scuse, perfino Vespa si annoia. Nel Popolo della Liberta gli slogan di sempre sono pieni di disprezzo per l'avversario. Berlusconi aggiunge una prudente allusione ai tempi difficili che verranno - recessione, euro troppo alto, petrolio alle stelle - per cui (ma non lo dice) si stringerà la cinghia. Invece Veltroni gioca la carte delle buone maniere anche se ieri gli è sfuggito un «chi vince comanda», a prova che della democrazia hanno la stessa idea.
Lui però non mette in guardia dalle imminenti vacche magre: macché pericoli provenienti dall'esterno, sono state la sinistra e i centro-sinistra a sbagliare tutto, facendosi legare le mani dalla nefasta ideologia che contrapponeva padroni e operai, proprietari e spossessati, beni privati e beni pubblici. Usciamo da questa paralizzante menzogna! Lo pensa anche Galli della Loggia. Passate le redini in mani più giovani e refrattarie alle fantasie sociali l'Italia rifiorirà.
Bankitalia e l'Ocse informano che abbiamo in Italia i salari più bassi dell'Europa, neanche la Grecia, ma solo Bertinotti raccoglie. Gli altri tacciono perché la Banca Centrale Europea comanda: guai ad alzarli, i salari, sarebbe l'inflazione. I salariati non hanno da fare che una cura dimagrante in attesa di tempi migliori.
Eppure all'aeroporto mi hanno avvicinato due giovani, due facce pulite: Questo Veltroni, quale speranza per noi! E lei che ne pensa? Rispondo ridendo: Il peggio possibile. Sorpresa. Li guardo, due ragazzi cui il leader rinnovatore, le playstation e la tv assicurano che viviamo in un mondo senza conflitti, eccezion fatta per l'amore, la mafia e il terrorismo islamico. Che strada in salita li attende per rimediare alla devastazione di quel minimo di critica dell'economia e di spessore democratico cui eravamo arrivati. SEGUE A PAGINA 2
Non penso agli estremisti, ma a uno come Caffè, uno come Bobbio, miti persone serie, anch'esse consegnate da Silvio e Walter alle pattumiere della storia.
Non stupisce che nella generale piattezza tornino a brillare le religioni con i loro lampi lontani, ma la vicina tentazione di una nuova egemonia. Non tutte, intendiamoci, da noi si agita la chiesa cattolica apostolica romana, cujus regio ejus religio. Ratzinger parla dallo schermo ogni due giorni più la domenica, negli altri predicano i cardinali Bertone e Bagnasco. Degli altri culti approda in tv solo il Dalai Lama, ma perché perseguitato dalla Cina. Non ci arrivano le sue parole. Non la sapienza dell'ebraismo, non quella dei protestanti: la comunità ebraica italiana si fa sentire solo in politica, i secondi sono avvezzi a essere ignorati.
Silvio e Walter e Casini omaggiano più di ogni altro il Sacro soglio, ma con il ritorno del sacro hanno frascheggiato tutti. Politici e filosofi, maschi e femmine pensanti. Adesso che se ne vedono le conseguenze, più interventismo che spiritualità, proporrei alla sinistra di mettere fra le tre o quattro priorità un bel ritorno al laicismo.
Eh sì. Si finisca di traccheggiare con «laicità sì, laicismo no». E' una distinzione inventata da poco, che in parole povere vuol dire: la Chiesa ingoi la separazione dallo stato nei termini costituzionali, purché applicata «con juicio» e con i consueti strappi sottobanco, tipo esenzione dalle tasse e accomodamenti con la scuola privata . Ma ad essa lo stato deve riconoscere la competenza sulla sfera morale e del costume. Il bieco laicismo la nega, una laicità come si deve è tenuta invece a riconoscere l'autorità del papa su questo terreno.
Io penso che questa autorità non vada riconosciuta affatto. Prima di tutto, come si può parlare di etica, di scelte morali, là dove non esiste libertà di coscienza? Mi ha sorpreso che uno dei nostri amici più colti, Massimo Cacciari, abbia definito Karol Woytila come la più alta autorità «morale» dei suoi tempi. Si può parlare di fede, ed è vero che l'esperienza di fede può raggiungere grandi altezze, affascinanti, tragiche. Si può ammettere che sono spesso legati a una «rivelazione» gli squarci sapienziali che intemporalmente ci parlano. Ma fede e sapienzialità implicano una obbedienza che mette duri limiti al sapere critico e ai suoi strumenti, senza i quali non si darebbero né la modernità né un pensiero scientifico e tanto meno politico. Tanto più che a imporre limiti e veti sono le chiese, strutture del tutto terrestri e facilmente prevaricanti. Non hanno persuaso per secoli che il potere terreno fosse la mera proiezione della gerarchia teologica? Non a caso la rivoluzione francese è dovuta passare attraverso l'uccisione del re, autorità che si forgiava su quella celeste e ne era consacrata.
Dalla secolarizzazione la chiesa cattolica apostolica romana non si è mai rimessa. Spento Giovanni XXIII è stato tutto un lento rimuovere quel che ad essa concedeva il Vaticano II. Con Ratzinger la rimozione è diventata precipitosa. Specie in Italia non deflette dal riguadagnare terreno. E' ridicola l'argomentazione che si fa perché il Vaticano ha la sua sede nel nostro paese. In realtà qui ha sede la classe politica borghese più cedevole d'Europa. Il Vaticano neppure tenta in Francia una incursione sulle leggi del 1905 (che sarebbero di utile lettura ai nostri politici) e Zapatero ha messo un alt secco al tentativo di intervenire sulle elezioni in Spagna. Da noi i governi ritirano le leggi appena i vescovi vi mettono il becco.
La vicenda dei rapporti italiani fra stato e chiesa è fin paradossale. Il fascismo ha fatto il Concordato nel modo più cinico: nelle scuole elementari si cominciava con una preghiera ma poi si propinava in tutte le salse una paganissima romanità. Dopo il 1945, il Concordato sarebbe stato abolito se il miscrendente Togliatti non avesse scelto di lasciarlo in piedi per timore di una guerra di religione che isolasse i comunisti, e fu un errore, la guerra ci fu lo stesso, i comunisti furono scomunicati. Sarebbe stato il cattolico De Gasperi ad arginare le velleità integraliste di Gedda, cosa che Pio XII non gli perdonò. Sempre paradossalmente fu Craxi, primo ministro socialista, a confermare e rimaneggiare il Concordato, mentre il credente e praticante Scalfaro fu l'ultimo presidente della repubblica a non inchinarsi al santo soglio. Poi c'è stato il diluvio. Alla morte di Karol Woytila, un capo di stato dietro l'altro finirono in ginocchio, mentre i leader dei partiti di sinistra scoprivano di essere andati a scuola dai salesiani. L'Opus Dei usciva con fragore alla luce dalla clandestinità e la signora Binetti transitava direttamente al Partito democratico.
Ecco dunque una bandiera da raccogliere da parte di una sinistra che voglia restare una cosa seria. Raccogliere bandiere lasciate cadere da qualcun altro ha un suono un po' sinistro, ma afferrare quelle sventolate della chiesa cinguettando con i vescovi è una patente regressione. Fino al ridicolo. Come definire altrimenti la decisione del comune di Roma di non celebrare unioni se non eterosessuali perché il Sacro Soglio è collocato sul suo territorio? Come lasciare che i vescovi mettano il veto a una legge del parlamento sottoposta a referendum senza invitare il Vaticano a restare al suo posto? Come assistere senza aprir bocca ai ripetuti tentativi di questo o quel primate di resuscitare il Non Expedit? Se è un affare interno della Chiesa affossare passo a passo il Vaticano II, umiliando una grande speranza dei credenti, sarà bene un affare interno dello stato legiferare senza interferenze sulla famiglia, sulla sessualità, sulla riproduzione, sul diritto di morire con dignità. Da questi terreni che ineriscono alla più intima libertà anche lo stato dovrebbe ritrarre il piede, rispettando le scelte della persona, e prima di tutto quella delle donne, da sempre ossessione e bersaglio d'una chiesa tutta maschile. Una grande mutazione sta venendo da esse e ne esce mutata anche la concezione della vita e della morte - uno stato moderno, attento, prudente segue questa evoluzione non lascia alla Chiesa di emettere una fatwa alla settimana. Certo, bisogna che abbia un'idea di che cosa sia un'etica pubblica, quella che matura discutendone in libertà e responsabilità, alle soglie del terzo millennio. Ma di questo i leader del «paese normale» non hanno cura.
Loro hanno i «valori». Meno stato più mercato per i beni, meno repubblica più Vaticano. I «valori» di Berlusconi, quelli di Veltroni, quelli di Casini, quelli di Emma Mercegaglia, quelli del cardinal Bagnasco. Se ne fa un gran parlare. Un «valore» accompagna ogni vassallata, ogni porcheria. Se mi si permette (e anche se non mi si permette), molti di noi ne hanno abbastanza. Inciampiamo a ogni passo in valori di latta, mentre si torna a guardare con più disprezzo che un secolo fa alla vita e alla libertà di chi lavora nel frenetico accendersi e spegnersi di migliaia di imprese senza regole. Assimilati ormai ai poveri, cui si deve al più un briciolo di compassione.
Se non è declino morale questo, travestito da affidamento ai principi della Borsa, della Confindustria e di oltretevere, la ragione non ha più corso.



bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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