E' mattina presto. Sono le sette e trenta circa. Mia sorella è appena arrivata a lavoro. Ospedale vattelappesca.
Prima di timbrare il cartellino ed entrare nei laboratori che cominciano a lavorare prestissimo mia sorella va al bar per fare colazione, tra profumo di caffè e odore di cornetti un profluvio di ciao Silvia la accoglie nella sala gremita di colleghi e medici.
Uno degli avventori del bar non lavora lì. E' forse un paziente. Sta facendo colazione con peroncino e tramezzino e a sentire ripetere il nome di mia sorella , incuriosito dal coro di saluti, si gira e la chiama per nome. Silvia? Chi è Silvia. ? La voglio salutare anche io.
Poi quando vede che è bona, perchè mia sorella a differenza mia, è bona, già le si avvicina e la saluta e mira ai suoi generosi seni, con lo sguardo, ci mancherebbe.
Lui è Franco Califano.
L'incontro è avvenuto davvero un paio di anni fa o giù di lì.
Una delle cose che mi ha sempre sorpreso di Franco è lo scarto tra la sua attitudine greve, fosse anche solo nel ruvido della voce, e l'eleganza dei testi che ha scritto nell'arco della sua carriera per le più grandi cantanti italiane.
Con Mina ha fatto un album intero di parole su musiche di Carlo Pes.
L'album è Amanti di valore, l'anno è il 1973.
Un album di perle, a cominciare dalla title track.
I sogni di un semplice mi ha sempre fatto piangere, proprio come la protagonista della canzone, solo che piangevo in camera mia non nel campo in cui ridevamo.
Come potete apprezzare non si tratta solo di canzoni d'amore romantico ma di stati d'animo tangibili, dove il dolore lo tocchi col cuore e con le mani.
Oppure di canzoni ironiche come la solita storia d'amore .
Mi reputo fortunato ad avere avuto la possibilità di ascoltare questo tipo di musica quando avevo 16 anni. Mi hanno permesso di immaginarmi in stati d'animo che all'epoca ancora non avevo conosciuto. Un lusso inimmaginabile per un ragazzino di 16 anni. E poi c'è chi le chiama ancora canzonette.
Ma la canzone dell'album cui ero più legato allora è Il poeta che non pensa mai tramite la quale parlavo ad Andrea il mio primo grande amore che dopo 3 anni di amore (e sesso) pensò bene di darmi una ridimensionata dicendomi che la nostra storia per lui era stata solo un'amplificazione della masturbazione... e che mi lascerà cambiando sezione (eravamo nella stessa classe...) che vi propongo nella splendida versione live da Milleluci.
Naturalmente Califano non è solo Mina. Anzi vi stupirà forse scoprire quante canzoni sono sue.
31 marzo 2013
30 marzo 2013
Ciao Enzo!
Così se n'è andato anche Enzo Jannacci uno di quegli autori sprecati per un paese come l'Italia nel quale, pure, ebbe molto successo con un brano solo apparentemente disimpegnato come vengo anch'io (no, tu no).
Il lato B del 45 giri di quel grande successo è uan canzone che timido bambino ascoltavo con curiosità per un testo per me allora un po' criptico ma che capivo importante.
La canzone è Giovanni telegrafista.
Solo oggi scopro che il testo è la versione italiana di una poesia brasiliana di Cassiano Ricardo
"João o telegrafista"
João telegrafista.
Nunca mais que isso,
estaçãozinha pobre
havia mais árvores pássaros
que pessoas.
Só tinha coração urgente.
Embora sem nenhuma
promoção.
A bater a bater sua única
tecla.
Elíptico, como todo
telegrafista.
Cortando flores preposições
para encurtar palavras,
para ser breve na necessidade.
Conheceu Dalva uma Dalva
não alva sequer matutina
mas jambo, morena.
Que um dia fugiu — único
dia em que foi matutina —
para ir morar cidade grande
cheia luzes jóias.
História viva, urgente.
Ah, inutilidade alfabeto Morse
nas mãos João telegrafista
procurar procurar Dalva
todo mundo servido telégrafo.
Ah, quando envelhece,
como é dolorosa urgência!
João telegrafista
nunca mais que isso, urgente.
Por suas mãos passou mundo,
mundo que o fez urgente,
elíptico, apressado, cifrado.
Passou preço do café.
Passou amor Eduardo
VIII, hoje duque Windsor.
Passou calma ingleses sob
chuva de fogo. Passou
sensação primeira bomba
voadora.
Passaram gafanhotos chineses,
flores catástrofes.
Mas, entre todas as coisas,
passou notícia casamento Dalva
com outro.
João telegrafista
o de coração urgente
não disse palavra, apenas
três andorinhas pretas
(sem a mais mínima intenção simbólica)
pousaram sobre
seu soluço telegráfico.
Um soluço sem endereço — Dalva —
e urgente.
Non è l'unica frequentazione brasiliana di Jannacci.
Jannacci ha inciso nel 77 una magnifica versione di 'A costruçao' di Chico Barque De Hollanda
Non la prima nè l'unica, ne ricordo, en passant altre due, distanti nel tempo.
una di Anna Identici del 1970
e una di Ornella Vanoni del 1975
dal testo diverso ,più pulito e meno straziante, di quello che Enzo (assieme a Sergio Bardotti) restituisce nella sua versione.
...come saprete Mina ha inciso nel 77 un album di canzoni di Enzo, Mina quasi Jannacci dove quel quasi non potrebbe essere più adatto per il cambio di prospettiva di classe e politica che con le sue interpretazioni raffinate Mina dà soprattutto di alcune canzoni come Vincenzina e la fabbrica (leggetevi le belle parole di critica che Gianfranco Manfredi le dedica nel suo Mina Milva Vsnoni e altre storie della Latoside).
Scelgo allora un inedito Ecco tutto qui (allora) scritto ad hoc per il disco
che Enzo inciderà solamente due ani dopo nel 79.
Confrontate le due versioni e poi ditemi se Manfredi non ha ragione...
.
Il lato B del 45 giri di quel grande successo è uan canzone che timido bambino ascoltavo con curiosità per un testo per me allora un po' criptico ma che capivo importante.
La canzone è Giovanni telegrafista.
Solo oggi scopro che il testo è la versione italiana di una poesia brasiliana di Cassiano Ricardo
"João o telegrafista"
João telegrafista.
Nunca mais que isso,
estaçãozinha pobre
havia mais árvores pássaros
que pessoas.
Só tinha coração urgente.
Embora sem nenhuma
promoção.
A bater a bater sua única
tecla.
Elíptico, como todo
telegrafista.
Cortando flores preposições
para encurtar palavras,
para ser breve na necessidade.
Conheceu Dalva uma Dalva
não alva sequer matutina
mas jambo, morena.
Que um dia fugiu — único
dia em que foi matutina —
para ir morar cidade grande
cheia luzes jóias.
História viva, urgente.
Ah, inutilidade alfabeto Morse
nas mãos João telegrafista
procurar procurar Dalva
todo mundo servido telégrafo.
Ah, quando envelhece,
como é dolorosa urgência!
João telegrafista
nunca mais que isso, urgente.
Por suas mãos passou mundo,
mundo que o fez urgente,
elíptico, apressado, cifrado.
Passou preço do café.
Passou amor Eduardo
VIII, hoje duque Windsor.
Passou calma ingleses sob
chuva de fogo. Passou
sensação primeira bomba
voadora.
Passaram gafanhotos chineses,
flores catástrofes.
Mas, entre todas as coisas,
passou notícia casamento Dalva
com outro.
João telegrafista
o de coração urgente
não disse palavra, apenas
três andorinhas pretas
(sem a mais mínima intenção simbólica)
pousaram sobre
seu soluço telegráfico.
Um soluço sem endereço — Dalva —
e urgente.
Non è l'unica frequentazione brasiliana di Jannacci.
Jannacci ha inciso nel 77 una magnifica versione di 'A costruçao' di Chico Barque De Hollanda
Non la prima nè l'unica, ne ricordo, en passant altre due, distanti nel tempo.
una di Anna Identici del 1970
e una di Ornella Vanoni del 1975
dal testo diverso ,più pulito e meno straziante, di quello che Enzo (assieme a Sergio Bardotti) restituisce nella sua versione.
...come saprete Mina ha inciso nel 77 un album di canzoni di Enzo, Mina quasi Jannacci dove quel quasi non potrebbe essere più adatto per il cambio di prospettiva di classe e politica che con le sue interpretazioni raffinate Mina dà soprattutto di alcune canzoni come Vincenzina e la fabbrica (leggetevi le belle parole di critica che Gianfranco Manfredi le dedica nel suo Mina Milva Vsnoni e altre storie della Latoside).
Scelgo allora un inedito Ecco tutto qui (allora) scritto ad hoc per il disco
che Enzo inciderà solamente due ani dopo nel 79.
Confrontate le due versioni e poi ditemi se Manfredi non ha ragione...
.
17 marzo 2013
C'è del marcio in Ungheria: e l'Europa sta a guardare!
L’ Orszaghàz la
casa della Patria, vale a dire il parlamento, in assenza
dell’opposizione socialista che per protesta ha abbandonato l’aula (l'unica cosa che a quanto pare i socialisti sanno fare in europa da almeno 100 anni in qua), ha
approvato con 265 sì, 11 no e 33 astensioni, la riforma della costituzione fermamente voluta dal capo del partito nazionalista-socialista Fidesz, l’antieuropeista Primo Ministro Viktor Orban.
Una costituzione che sopprime garanzie e libertà in uno stato che ormai viola per legge i diritti umani.
Esautorata la Corte Costituzionale, che da oggi potrà giudicare le modifiche alla Costituzione solo dal punto di vista procedurale senza poterne sindacare i contenuti cancellando quel sistema di garanzie alla base di qualunque democrazia parlamentare, lo stesso che avrebbe voluto fare in Italia Silvio Berlusconi.
I giudici supremi nelle loro sentenze non potranno riferirsi a sentenze sul Diritto costituzionale ed europeo emesse prima dell'entrata in vigore della nuova Costituzione
La libertà di espressione e di opinione e anche la libertà di stampa potrà essere limitata qualora venisse messa in pericolo una non meglio precisata “dignità della nazione”.
Dignità della nazione evocata per rendere reato penale dormire per strada: peggio per tutti i e le senzatetto.
Per zittire ogni forma di dissenso, vera linfa della democrazia, televisioni e radio private non potranno più ospitare dibattiti elettorali.
Per risolvere la migrazione intellettuale da ora in poi, con buona pace dell’Unione Europea e della libera circolazione dentro i suoi confini, i laureati e diplomati che hanno goduto dei sussidi di stato a meno che non restituiscano i soldi ricevuti non possono abbandonare il paese per almeno dieci anni dopo la fine degli studi.
Per rispettare l'idea che il mondo cattolico di tutto il mondo ha della famiglia la nuova costituzione riconosce come famiglia solo quella sposata e formata da un uomo e una donna e sposata. Quindi non solo no alle famiglie omogenitoriali o alle coppie dello stesso sesso: una donna separata o divorziata non ha diritto ad assistenza e sussidi di Stato.
A chi si meraviglia che il Fidesz, il partito di questo porco fascista, faccia ancora parte del gruppo parlamentare europeo del PPE dovrebbe ricordarsi che questa è la vera essenza del nazismo cattolico di ogni paese.
Il cattolicesimo è il vero cancro della democrazia e dovrebbe essre spazzato via dalla faccia della terra.
D'altronde chi mangia il corpo e beve il sangue del figlio del proprio dio non è né pacifista né abbraccia l'amore ma dimostra un'indole sadica e non in pieno possesso di tutte le facoltà mentali.
Infine il vecchio Partito Comunista è ora definito una “organizzazione criminale” e retroattivamente criminali sono tutti coloro che ne furono membri (vale a dire una larga fetta della popolazione ungherese ultracinquantenne e, ovviamente, dei dirigenti del partito socialista che, come in altri paesi del vecchio blocco orientale, di quello comunista è diretto discendente); meglio che ci pensino due volte gli oppositori, da ora in poi, prima di alzare la testa: un breve processo e potrebbero ritrovarsi, per i “crimini” del passato, senza stipendio o pensione.
A proposito un processo che può essere istruito altrove per decisione governativa visto che la nuova costituzione rende facilmente trasferibile qualunque processo in corso.
E l’Europa, nobel per la pace 2012, che fa?
Assolutamente nulla. Con la scusa che le istituzioni comunitarie possono poco continuano con le proteste ufficiali che finora non hanno impedito questo scempio dei diritti umani.
I due inetti che rpesdieono le massime cariche di un cosniglio d'eurpoa inutile e mangiasoldi José Manuel Durao Barroso, presidente della Commissione europea, e Thorbjorn Jagland, il segretario generale del Consiglio d'Europa, affermando che le modifiche alla costituzione ungherese sollevano preoccupazioni.
Eppure nonostante queste proteste blande e ridicole Gergely Gulyas, uno dei "colonnelli" del Fidesz ha dichiarato che Nonostante il chiasso internazionale e interno è naturale che la maggioranza di governo usi il mandato ricevuto con elezioni democratiche.
Una risposta molto simile a quelle di Silvio Berlusconi spacciando l'idea di democrazia costituzionale per dittatura della maggioranza.
Stesso populismo di chi è incapace di affrontare i problemi dell’economia e offre così alla popolazione un bersaglio contro cui sfogare il proprio rancore (che infatti ha dato al Fidesz il 52% dei voti).
Una economia che sta crollando. Un euro che vale 330 fiorini. Non ce ne sono voluti mai così tanti...
articoli consultati per scrivere questo post (le bestemmie che ho dovuto cancellare... non ne avete idea...)
La repubblica
Ungheria, passa la Costituzione di Orban. Democrazia a rischio, protesta la Ue
Il sole 24ore
L'Ungheria di Orban vara la riforma della Costituzione. Stop al dialogo con l'Unione Europea
Agoravox.it
Approvata la costituzione di Orbàn: un lutto per l’Ungheria e per l’Europa
Una costituzione che sopprime garanzie e libertà in uno stato che ormai viola per legge i diritti umani.
Esautorata la Corte Costituzionale, che da oggi potrà giudicare le modifiche alla Costituzione solo dal punto di vista procedurale senza poterne sindacare i contenuti cancellando quel sistema di garanzie alla base di qualunque democrazia parlamentare, lo stesso che avrebbe voluto fare in Italia Silvio Berlusconi.
I giudici supremi nelle loro sentenze non potranno riferirsi a sentenze sul Diritto costituzionale ed europeo emesse prima dell'entrata in vigore della nuova Costituzione
La libertà di espressione e di opinione e anche la libertà di stampa potrà essere limitata qualora venisse messa in pericolo una non meglio precisata “dignità della nazione”.
Dignità della nazione evocata per rendere reato penale dormire per strada: peggio per tutti i e le senzatetto.
Per zittire ogni forma di dissenso, vera linfa della democrazia, televisioni e radio private non potranno più ospitare dibattiti elettorali.
Per risolvere la migrazione intellettuale da ora in poi, con buona pace dell’Unione Europea e della libera circolazione dentro i suoi confini, i laureati e diplomati che hanno goduto dei sussidi di stato a meno che non restituiscano i soldi ricevuti non possono abbandonare il paese per almeno dieci anni dopo la fine degli studi.
A chi si meraviglia che il Fidesz, il partito di questo porco fascista, faccia ancora parte del gruppo parlamentare europeo del PPE dovrebbe ricordarsi che questa è la vera essenza del nazismo cattolico di ogni paese.
Il cattolicesimo è il vero cancro della democrazia e dovrebbe essre spazzato via dalla faccia della terra.
D'altronde chi mangia il corpo e beve il sangue del figlio del proprio dio non è né pacifista né abbraccia l'amore ma dimostra un'indole sadica e non in pieno possesso di tutte le facoltà mentali.
Infine il vecchio Partito Comunista è ora definito una “organizzazione criminale” e retroattivamente criminali sono tutti coloro che ne furono membri (vale a dire una larga fetta della popolazione ungherese ultracinquantenne e, ovviamente, dei dirigenti del partito socialista che, come in altri paesi del vecchio blocco orientale, di quello comunista è diretto discendente); meglio che ci pensino due volte gli oppositori, da ora in poi, prima di alzare la testa: un breve processo e potrebbero ritrovarsi, per i “crimini” del passato, senza stipendio o pensione.
A proposito un processo che può essere istruito altrove per decisione governativa visto che la nuova costituzione rende facilmente trasferibile qualunque processo in corso.
E l’Europa, nobel per la pace 2012, che fa?
Assolutamente nulla. Con la scusa che le istituzioni comunitarie possono poco continuano con le proteste ufficiali che finora non hanno impedito questo scempio dei diritti umani.
I due inetti che rpesdieono le massime cariche di un cosniglio d'eurpoa inutile e mangiasoldi José Manuel Durao Barroso, presidente della Commissione europea, e Thorbjorn Jagland, il segretario generale del Consiglio d'Europa, affermando che le modifiche alla costituzione ungherese sollevano preoccupazioni.
Eppure nonostante queste proteste blande e ridicole Gergely Gulyas, uno dei "colonnelli" del Fidesz ha dichiarato che Nonostante il chiasso internazionale e interno è naturale che la maggioranza di governo usi il mandato ricevuto con elezioni democratiche.
Una risposta molto simile a quelle di Silvio Berlusconi spacciando l'idea di democrazia costituzionale per dittatura della maggioranza.
Stesso populismo di chi è incapace di affrontare i problemi dell’economia e offre così alla popolazione un bersaglio contro cui sfogare il proprio rancore (che infatti ha dato al Fidesz il 52% dei voti).
Una economia che sta crollando. Un euro che vale 330 fiorini. Non ce ne sono voluti mai così tanti...
articoli consultati per scrivere questo post (le bestemmie che ho dovuto cancellare... non ne avete idea...)
La repubblica
Ungheria, passa la Costituzione di Orban. Democrazia a rischio, protesta la Ue
Il sole 24ore
L'Ungheria di Orban vara la riforma della Costituzione. Stop al dialogo con l'Unione Europea
Agoravox.it
Approvata la costituzione di Orbàn: un lutto per l’Ungheria e per l’Europa
Iscriviti a:
Post (Atom)
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente
Etichette
altri blog
(41)
arte
(32)
astronomia
(1)
bollettino ufficiale sullo stato del mio umore
(58)
capitalismo
(1)
celentano
(1)
chez moi
(1)
chez Tam
(3)
chez Tam (sans Tam)
(1)
chiesa
(4)
cinema
(138)
classismo
(1)
co
(1)
comunicazioni di servizio
(26)
controinformazione
(7)
cultura
(76)
diario
(92)
dieta
(3)
diritti
(1)
dischi di Mina
(1)
ecologia
(30)
elezioni
(6)
eventi
(78)
femminile dei nomi
(1)
femminismo
(1)
festival del film di roma 2009
(3)
festival di cinema
(1)
festival internazionale del fil di Roma 2010
(4)
festival internazionale del film di Roma 2009
(9)
Festival internazionale del film di Roma 2011
(10)
festival internazionale del film di Roma 2012
(2)
festival internazionale del film di Roma 2013
(1)
Fiction Fest 2009
(2)
Fiction Fest 2010
(2)
Fiction Fest 2011
(1)
Fiction Fest 2012
(1)
Ficton Fest 2012
(2)
fiilm
(2)
film
(1)
foto
(5)
giornalismo
(1)
informazione
(135)
internet
(1)
kate bush
(1)
La tigre di Cremona
(1)
letture
(4)
libri
(12)
lingua
(1)
maschilismo
(18)
mina
(2)
Mina Cassiopea
(1)
mina da 1 a 50
(97)
Mina Fan club
(1)
Mina Mazzini
(1)
Mina Orione
(1)
misoginia
(5)
musica
(246)
neofascismo
(56)
netiquette
(6)
omofobia
(6)
parigi chez moi
(1)
patriarcato
(2)
politica
(318)
politiche del corpo
(202)
pregiudizi
(1)
pubblicità
(29)
radio
(3)
razzismo
(3)
referendum 2011
(1)
ricordi
(21)
ricorrenze
(54)
sanremo
(3)
sanremo 2010
(2)
scienza
(60)
scuola
(43)
sessismo
(60)
sessismo nella lingua italiana
(1)
Sony
(1)
spot
(3)
star trek
(1)
storia
(126)
teatro
(36)
tecnologia
(7)
traduzioni
(1)
transfobia
(1)
tv
(82)
video
(183)
Warner
(1)
X-factor
(1)
X-factor 5
(2)