19 agosto 2013

Piras, Isinbayeva e l'eterno maschilismo degli italiani.

La vicenda è nota.

Yelena Isinbayeva capitano dell’esercito russo per meriti sportivi, donna capace di firmare 28 primati del mondo in carriera, ex ginnasta di Volgograd che ha l’oro mondiale nel 2005 (con record) e nel 2007 e quello olimpico nel 2004 ad Atene e nel 2008 a Pechino, durante la conferenza stampa dopo la vittoria dell'Oro ai mondiali di Atletica nel salto con Asta dichiara:

"Maybe we are different than European people and people from different lands. We have our law which everyone has to respect. When we go to different countries, we try to follow their rules," said the vastly experienced athlete who regularly speaks English to journalists.
"We consider ourselves, like normal, standard people, we just live boys with women, girls with boys... it comes from the history."*

Uno scudo di proteste si è levato contro le sue discriminanti affermazioni che l'ha indotta a ritrattare dicendo di essere stata fraintesa

Tra le proteste italiane, tanto perché noi dobbiamo sempre distinguerci in peggio, c'è stata quella di Gialuigi Piras  presidente  del forum sardo del Partito Democratico sui diritti umani e consigliere comunale di Jerzu, che sul suo profilo facebook arriva a scrivere:

Isinbayeva, per me possono anche prenderti e stuprarti in piazza. Poi magari domani ci ripenso. Magari mi fraintendono.

In seguito al putiferio che questo post a dir poco infame ha scatenato Piras ha rassegnato le dimissioni da tutti i suoi incarichi istituzionali:

Presidenza del Forum Regionale sui Diritti civili del Partito Democratico della sardegna e dalla Direzione Regionale;
Consiglio comunale di Jerzu;
coordinamento regionale di Anci giovane
coordinatore provinciale di Prossima Italia, associazione impegnata da sempre con grande determinazione nelle battaglie in difesa dei diritti civili.

Sul suo profilo Facebook Piras si è difeso spiegando che la sua frase non era un augurio ma un paradosso.
Cara Isinbayeva, le cose che hai detto sono talmente gravi che è inutile dire a posteriori di essere stata fraintesa; poiché è come se io augurassi a te lo stupro salvo poi dire di essere stato frainteso.
Ben strano paradosso visto che lo stupro è un atto violento e criminale ben concreto.

Piras parla la lingua del violento, del maschilista la stessa lingua di chi crede di offendere una donna dandole della mignotta, una lingua che minimizza l'aspetto concreto dello stupro e pretende di usarne solo la parte simbolica, come paradosso.  

Molti sono intervenuti in difesa di Piras, spesso maschi, tra i quali anche Dario Accolla che sul suo blog scrive:
Piras è solo stato la vittima eccellente di quel processo “culturale” per cui una donna, in quanto tale, non va mai criticata (perché la critica equivale all’aggressione), in nome magari di ideologie che per esistere (ancora) hanno bisogno di essere più vere della realtà.
Blogger perspicace e fine Accolla stavolta tradisce il maschilismo e la misogina di default dai quali, in quanto maschio cresciuto ed educato in una cultura maschilista e misogina come quella italiana, non è immune nemmeno lui e manca completamente la questione centrale.

Il discorso di Piras qualunque siano le intenzioni è un discorso violento fatto di violenza sdoganando lo stupro come atto contro una donna.

Naturalmente lo stupro non può essere usato come arma critica nemmeno nella costruzione di una frase per assurdo (a proposito la giusta dicitura della retorica è per assurdo il paradosso non c'entra un bel niente...)

Ogni stupro, ipotetico, per contrappasso, per assurdo, per provocazione, anche solo supposto, evocato, immaginato o sognato è un delitto contro le donne, contro l'umanità.

Anche quando lo si usa in una frase per assurdo per far capire alla propria interlocutrice che le sue dichiarazioni sono gravi.

Ma anche se le dichiarazioni di Isinbayeva inneggiavano allo stupro, il che è tutto da dimostrare, non è che uno stupro ne sconta un altro.

Le leggi liberticide di Putin non prevedono lo stupro, né lo autorizzano.

Né queste leggi hanno dato adito a qualcosa che prima non avveniva. Più in generale delle leggi liberticide che vietano la propaganda gay in pubblico (e anche andare in giro mano nella mano è considerata tale) non forniscono alcuna moral suasion a evitare comportamenti violenti contro le persone lgbt e tra queste forme di violenza anche lo stupro.

Dunque accusare Isinbayeva di istigare con il proprio endorsment alle leggi anti gay di inneggiare allo stupro è capzioso e frutto di un contorto ragionamento mentre quel per me possono stuprarti rimane come pesante e concreta possibilità che è a dir poco criminale.

Se Piras (e Accolla) pensano che lo stupro possa essere considerato uno strumento di critica dimostrano appieno la mostruosa natura contro misogina e maschilista del loro pensare.


Lo stupro è un crimine e non può essere usato nel frasario di chi vuole criticare o denunciare un comportamento liberticida antidemocratico e omofobico.

E che Accolla ne faccia una questione di politicamente corretto (cioè di forma) e non colga invece la sostanza criminosa del gesto di Piras la dice lunga sui maschi italioti di qualunque orientamento politico (e sessuale).

Dirò di più.

Se dovessi scegliere tra lo stupro di una donna e una legge che vieta la propaganda omosessuale io sceglierei sempre la legge e mai lo stupro.

La nonchalanche con cui Accolla arriva a dire che la frase di Piras non ha nulla di violento ma gli attacchi alla sua persona quelli sì, lasciano intendere quanto la solidarietà tra maschi contro le donne trovi smepre imprevedibili e inconsuete alleanze.

Anche tra le fila di chi lotta (o crede di farlo a questo punto) per i diritti civili di tutti e di tutte.

Per Piras e Accolla per le donne evidentemente un po' di meno.




*Forse noi siamo diversi rispetto alle persone europee e alle persone di diversi paesi. Noi abbiamo le nostre proprie leggi che ognuno e ognuna deve rispettare. Quando andiamo in paesi diversi, cerchiamo di seguire le loro regole " "Ci consideriamo normali, persone normali, che vivono ragazzi con le donne, le ragazze con i ragazzi ... E' una cosa che proviene dalla storia. (traduzione mia)

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quello che si è anche se si è
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