8 gennaio 2012

Lettera aperta a Jacopo Fo a proposito del suo post su Il Fatto quotidiano dal titolo La scuola uccide di noia!

 Caro Jacopo,
ho letto quanto scrivi nel tuo blog a proposito delle scuole italiane e mi dispiace dirlo che si vede che hai lasciato gli studi troppo presto.
Quello che dici infatti è il frutto di una semplificazione disarmante piegata al liberismo più bieco e fascista e mi dispiace debba dirti questo per il nome che porti.


Ti chiedi se serva sapere il teorema di Pitagora o cosa pensava Platone per realizzare una applicazione per gli smartphone. E ti rispondi che serve ma dai la ragione sbagliata. Dici infatti che la cosiddetta cultura generale è essenziale perché è ripensando a quello che è successo negli ultimi 10mila anni che posso trarre spunti e indicazioni per capire che cosa potrebbe succedere domani.
No Jacopo, conoscere Pitagora e Platone (ma anche l'italiano e l'inglese, la storia dell'arte e la fisica, la chimica e la storia, tutte materie insegnate nei nostri licei) SERVE PER CAPIRE IL MONDO NEL QUALE VIVIAMO E INTERAGIAMO.  Un mondo sempre più complesso che ci illudiamo sia semplice da capire e da viverci proponendo soluzioni semplici come fai tu che sono risibili perché senza alcun fondamento.
Studiare le materie che si studiano nelle nostre scuole superiori non ha una spendibilità pratica, come credi tu che parli di impresa e di lavoro. Non si studia per il lavoro, si studia per la cultura (che è molto di più che sapere quando è nato Dante...) Se la conoscenza e la cultura che si apprendono a scuola dovessero servire solo a preparare al lavoro, all'impresa, ciò alla visione capitalistica del mondo che tu hai e che ci fornisci come soluzione senza nemmeno presentarcela come tale, il lavoro di tuo padre non servirebbe a nulla e lui non avrebbe preso il Nobel. Il lavoro di tua madre non avrebbe alcun valore, così come l'arte, la musica, il cinema, la letteratura. Mi addolora leggere che tu pensi che La prima cosa che abolirei di questo metodo didattico sono le interrogazioni e i voti. Sono un sistema eccellente per demotivare gli studenti e far loro odiare la cultura. Studi per il voto! perchè non hai le competenze per fare un'affermazione del genere e se la vita ti avesse insegnato qualcosa lo capiresti.
Già, la vita non la scuola.
Perchè tu chiedei alla scuola quello che invece è il resto della società a dover insegnare ai nostri ragazzi e ragazze. Tu rimproveri alla scuola che di tutte le cose che un ragazzo vuole sapere o avrebbe bisogno di sapere [nella scuola] non se ne parla neppure. E fai  una sequela di argomenti molto diversi tra loro che metti assieme a casaccio: sesso,  sentimenti, relazioni, non si insegnano se ne fa esperienza nell'alevo della famiglia,  degli amici, degli spazi di aggregazione sociali (quelli che la tua visione capitalistica della società ha ridotto perchè non funzionali all'impresa), rielaborato da un immaginario collettivo diffuso precipuamente dai mezzi di comunicazione di massa, dove c'è anche uno come te che scrive senza avere competenza alcuna (è il prezzo della democrazia chiunque ha diritto di parola poco importa le competenze che ha)  sulla salute, sul parto, e sull’educazione dei figli, di nuovo non è la scuola che deve intervenire. NESSUN GENITORE HA MAI "STUDIATO" PER ESSERE TALE. Però un genitore ha studiato prima a scuola un bagaglio di concetti complessi (che non sono nozioni di cultura generale come dici tu che hai fatto la scuola troppi anni fa e non hai la minima idea di come si studi oggi) che sicuramente lo aiutano a essere un buon genitore, perchè, ne converrai con me, Platone e Talete servono più per aiutarti a crescere tuo figlio che per progettare uno smartphone (cioè un inutile prodotto del mercato, ma anche questo concetto te lo insegna la scuola...).
Il funzionamento delle leggi ti assicuro che a scuola si studia certo magari si dovrebbe fare di più, così come si studiano le scoperte scientifiche più recenti checchè tu ne dica (però, attenzione, le vere scoperte scientifiche. non quelle bufale new age che tu propali nei tuoi libri).
Mi fa orrore che tu creda che le uniche competenze che i ragazzi dovrebbero avere sono quelle da consumatori del sistema mercato: I ragazzi escono dalla scuola superiore senza saper nulla di come è scritta una busta paga, come si fa un mutuo, quanto costa una carta di credito, come si apre una società, come funziona un permesso edilizio o un processo.
Che tu di cosa i giovani studino a scuola oggi non ne sai niente lo si capisce quando scrivi che Niente si sa sulla situazione politica ed economica del mondo. In barba alle ore di geografia, storia, e filosofia che si fanno nei nostri licei, che, certo, sono state diminuite proprio perchè c'è chi pensa che queste cose non servano a dei lavoratori per le imprese. Poco importa se sono imprese ecotecnologie. La scuola CHE NON E' UN'AZIENDA non lavora per creare dei lavoratori ma dei cittadini critici. Delle persone che pensano prima di aprire bocca o usare una tastiera. Esattamente il contrario di quello che fai tu scrivendo un post così pieno di sciocchezze che offende l'intelliegnza di tutti quelli che lavorano nella scuola, studenti come professori, e offende il cognome che porti.
Perchè il latino e la matematica non ti insegnano a ragionare come dubiti tu ma li capisci solo se sai già ragionare. E temo che tu li ignori entrambi.
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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