12 settembre 2009

Parole controcorrente

Mi trattò da rettile. Non fingerò cordoglio
di Paolo Villaggio

Oggi pomeriggio dormicchiavo, entra la cameriera filippina: «Signor Villaggio, es morto un grande presentatore televisivo de Italia». Dio mio ho pensato io, ma guarda un po’ povero Pippo, ma roba da pazzi dico, Pippo ancora così giovane, così valido. Poi invece arriva mia moglie e dice: «Hai visto è morto Mike Bongiorno». Beh, vi confesso che dovendo scegliere forse avrei preferito la prima soluzione, perché Mike era veramente un monumento italiano. Un monumento e anche una certa mediocrità perché Mike, bisogna riconoscerlo, ha avuto la fortuna di essere mediocre, parlava un linguaggio comprensibile per i 47 milioni di italiani di quegli anni lontani ormai, che erano al 20 per cento quasi analfabeti e lui con un suo linguaggio più che da maestrina elementare quasi da bidello era riuscito a farsi capire ed ad arrivare dove non era arrivato nessuno. Noi a quei tempi avevamo subìto, accettato, e si pensava ma «dimmi un po’ dove pensa di arrivare questo». E adesso meriterebbe dei grandi funerali in Duomo. Comunque sarà un funerale importante e ci sarà sicuramente Berlusconi e ci sarà, vivo finalmente, fortunatamente Pippo Baudo e ci sarà Letizia Moratti, ci saranno tutti, molti, tantissimi, quelli sopravvissuti naturalmente, colleghi di lavoro.
Beh lui è stato responsabile forse di un abbassamento generale della cultura italiana degli ultimi quarant’anni. La televisione purtroppo ha sostituito la scuola, ha sostituito la famiglia, l’oratorio. E la scuola ha fatto cultura, ma ha fatto la cultura televisiva, una cultura molto bassa e adesso ne paghiamo le conseguenze. Lui è stato uno dei capo fila di quei televisivi che cercavano disperatamente il consenso, cioè i numeri. Io trovo che sia stata quasi deleteria la sua presenza, insomma a me non piace, sarebbe facile come sempre fingere il grande cordoglio. No lui è stato straordinario, c’erano dei momenti in cui si poteva anche sospettare che certe gaffe incredibili che ha fatto fossero premeditate. Io l’ho conosciuto a un Festival di Sanremo dove ero un giovane esordiente e lui non aveva capito che il mio modo di bistrattare il pubblico era un modo disperato per cambiare il rapporto con il pubblico, di cambiare il linguaggio che era diventato già stantio quarant’anni fa e mi ha trattato con un po’ di disprezzo,mi ha trattato quasi come un rettile, come uno scarafaggio. E quando son salito sul palco con lui nella serata inaugurale mi ha detto: «Tu però vai giù tra il pubblico perché qui forse...» e io gli ho detto: «Non ti preoccupare Mike che non sporco, quindi non c’è problema». Ma ho sentito che lui in fin dei conti era fiero della sua mediocrità perché non capiva e non sapeva, non aveva la percezione di essere mediocre.
Beh nonostante dica queste parole non entusiasmanti sul personaggio trovo che lui sia un vero monumento della storia dell’Italia. E dico la verità un po’ mi dispiace perché mi ricorda anche un periodo felice di un’Italia che era appena uscita da una guerra terrificante e cominciava a rinascere. E in quei tempi magri, i tempi famosi di «Lascia o Raddoppia», sembrava addirittura che l’Italia fosse diventata o si fingeva che lo fosse, non si sa, un quarto paese industriale della terra. Vabbé sono invidioso dei funerali che avrà. Avrà dei funerali non in Duomo, ma avrà dei funerali molto importanti e io purtroppo non li avrò. Vedete non si può dire che lui fosse un grande, lui era molto famoso, i grandi che ci sono mancati veramente della nostra cultura sono stati Pasolini, Fellini, Moravia, ma non certo il suo linguaggio, il maledetto linguaggio televisivo. Comunque Mike dovunque tu sia buona fortuna, non ti preoccupare tu sei uno che nella vita se l’è cavata alla grande sempre, te la caverai anche adesso.
(L'Unità) 09 settembre 2009.

Sono d'accordo solo a metà con Paolo Villaggio.
credo che quello che lui dice sia vero solo da quando il grande Mike sia passato dalla Rai alla (allora) Fininvest di Berlusconi. Tranne Pippo Baudo (che ha passato il guado almeno due volte, ritornando sempre a casa Rai) tutti quelli scappati dalla Rai nei primissimi anni '80 hanno praticamente posto fine alla propria carriera. Baudo in Finivest non ha fatto nulla di memorabile, Mike è diventato subito l'ombra di se stesso, Corrado è stato relegato a quel misero Il pranzo è servito e a quella Corrida che in tv manteneva quel poco di umanità solo grazie a lui (basta vedere quella di oggi con Scotti). Vianello tranne il quiz Bis non ha praticamente presentato alcun varietà degno di questo nome (tranne i programmi sportivi) e si è ridotto a fare la versione brutta e infelice degli sketch che faceva già in Rai negli anni '70.
Berlusconi ha abbagliato tutti con promesse miliardarie ma poi ha ucciso professionalmente, e direi moralmente, tutti i suoi nuovi accoliti. Nessuno è giustificato, nessuno è vittima perché nessuno se ne è andato (tranne Baudo, che però è ricaduto in tentazione...) disgustato politicamente, culturalmente, umanamente. Sono tutti rimasti con lo psiconano e questa è una di quelle colpe che solo la Storia saprà valutare fino in fondo. Villaggio ha ragione sugli efetti nefasti della tv sulla cultura e la lingua italiana ma sbaglia i tempi.
40 anni fa se sbagliavi un congiuntivo venivi colpito con multe salatissime e, se recidivo, allontanato. negli anni 50 la tv (nel progetto culturale Dc che le dava forma) è stata vicaria della scuola portando , alla fine degli anni '50, quasi un milione di italiani a prendere la licenza media (Non è mai troppo tardi del maestro Manzi) e anche se legato a schemi cultuale vecchi, nozionistici, Mike Bongiorno ha contribuito grandemente a una tv che aveva un progetto culturale che potesse dirsi tale. Ma indubbiamente da quando ha cominciato a essere l'ombra di se stesso, da quel Superflash, primo quiz su Finivest copia carbone del Flash di mamma Rai, ha dimostrato a tutti che sapeva della propria mediocrità, e aveva deciso di sfruttarla economicamente, aprendo la strada a tanti, tutti gli italiani, famosi e non, del piccolo schermo come della vita sociale, che sono venuti dopo di lui: tutti noi. Tutti i presentatori ex Rai in Fininvest, ora Mediaset, hanno contribuito a quel piano di rinascita democratica pidduista (vero Costanzo?) che Berlusconi ha trionfalmente portato a termine, punto per punto, basta rileggerlo per rendersene conto.
Però è bello leggere l'acume e l'intelligenza di uno dei pochi uomini davvero fuori dal coro filo fascista (pdduista) che distingue gli italiani (e le italiane) di questo nuovo millennio.

7 commenti:

Tamcra ha detto...

Caro Ale,
ho letto il commento di Paolo Villaggio e, sebbene alcune delle cose che dice siano condivisibili, aleggia sempre il sospetto che a tenere le fila di tutto il suo ragionamento sia quella malaugurata sera in cui Mike lo apostrofò dicendogli "Tu però va giù tra il pubblico, che forse..." . Non vorrei che lo stare fuori dal coro sia tutto sommato dovuto al livore che non gli fosse stato riconosciuto il proprio valore artistico quella sera. Del resto Villaggio ha scritto in diverse occasioni di come si sia sentito ferito - professionalmente e umanamente - nei momenti in cui non è stato adeguatamente riconosciuto.Forse è meno ipocrita di tanti suoi colleghi...

Anonimo ha detto...

Sono daccordo con te ed anche con Tamcra, direi che Mike si sia rilevato un livellatore verso il basso ma dal suo passaggio nella tv commerciale (che peraltro ha contribuito a creare).
Sarà perchè l'Italia cresceva e si sarebbe palesata quella che Villaggio chiama "mediocrità"? O semplicemente (come a maggior parte delle persone) Mike ha accettato il lavoro economicamente più vantaggioso?
Non saprei...
Certo il dubbio che Villaggio parta un pò prevenuto è leggittimo, ma del resto lo afferma lui per primo.
Indubbiamente, anche in questa occasione, si rivela meno ipocrita di tanti suoi colleghi.
Herm

Unknown ha detto...

Ottimo post, ma in realtà direi che Mediaset ha fatto semplicemente esplodere la "mediocrità latente" del personaggio. Il livellamento verso il basso alla base della concezione televisiva berlusconiana ha permesso a quelle caratteristiche che comunque, se immerse in un sistema più virtuoso come era quello della Rai anni 50, erano sotto controllo, di esplodere.
Comunque l'aspetto che continuo a trovare più sorprendente di Mike era questa sua "assenza rispetto a se stesso". Pur essendo vittima (e anche causa) di quella mediocrità che la tv mediasettiana ha portato avanti, è riuscito a non farsene contaminare a livello personale. Diversamente da un Costanzo, che riflette a livello personale e professionale lo schifo che produce in tv, Mike è riuscito a conservare una sua inimitabile "signorilità" (fatto che lo rendeva anche più inquietante). O meglio, una umanità, perché in fondo non è questione di aspetto fisico, è proprio un modo di essere e di porsi.
Personaggio complesso, tutto sommato.

Alessandro Paesano ha detto...

Per Davide.
Concordo in pieno. E ormai di personaggi televisivi di tale umanità ne restano ben pochi, o, forse, non ce ne sono proprio più...

Herm ha detto...

Forse non è una questione limitata ai personaggi televisivi.
Di Persone con Umanità vi è carenza ovunque...
Ma anche questo è probabilmente uno status del Paese cui qualcuno ha mirato. :(
Herm

Alessandro Paesano ha detto...

Certamente.... Il discorso era limitato alla tv perché Mike è un personaggio di quel medium...

Herm ha detto...

Si, naturalmente, è che sia nell'intervento di Villaggio che nel discorso generale su Mike e la tivù erano sempre intesi gli effetti sulla società.
Lui forse è stato uno "spacciatore" non "consumatore"...
Herm

bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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