5 settembre 2009

Fiaccolata e colate di cera (o non c'era?)

L'opposizione, tenera e ridicola al tempo stesso, tra i corpi belli, palestrati, scolpiti, abbronzati, pinzettati di molti ragazzi che hanno partecipato ieri alla fiaccolata, e il loro essere affettatamente effeminati (tutti nello stesso modo, con lo stesso linguaggio fatto di squittenti tesooooro) credo sarà il ricordo che mi rimarrà più impresso della manif di iersera. Quello e piazza  del Campidoglio piena di gente, checche, froci, lesbiche, uomini e donne, insieme, mancavano le trans, oppure son io che non le ho viste.
Un gruppo di giovani e giovanissimi che, nel vuoto politico delle proprie teste, come chi ha pensato bene di rivendicare, megafono in mano,  che è lui (lei ? l...?) a decidere da chi prenderlo in culo, non capisce la posta in ballo. Si sente sgridato dalla mamma (i papà si sa sono assenti...), alla quale si oppone puntando i piedi (mamma voglio prenderlo in culo! Lo voglio! Lo voglio! Lo voglio!!!)  e parlano di sesso... (l'intervento che ha preso più applausi...).
Questi ragazzi, poverini, non capiscono che non è affatto questione di sesso, ma di visibilità.
Che in culo lo prendono non solo i gay (perché, sant'iddio il culo lo abbiamo tutti può piacere a uomini e donne, etero e gay...) e che lo si faceva anche ai tempi di Mussolini, con discrezione, molta attenzione e senza dare nell'occhio. Di più, senza essere visibili.
Mentre oggi lo facciamo alla luce del sole (oddio non proprio prenderlo in culo magari...) e non ci vergogniamo più di baciarci in mezzo alla strada come fanno gli etero.
Ecco il senso dell'orgoglio gay, quello che Biagi (pessimo giornalista) e Gaber (ottimo cantautore) non hanno mai capito quando si chiesero entrambi ma che avranno mai da essere orgogliosi?.
Non dobbiamo chiedere il permesso per fare ciò che facciamo (già ma che facciamo?) nè per essere quel che siamo (ah, perché? Siamo?).
Scendiamo in piazza perché vorrebbero rimandarci nell'anonimato delle case, dei locali, dei ghetti dai quali abbiamo appena iniziato ad uscire.
Perché il nostro essere visibili dimostra che sono possibili diversi modelli di famiglia e magari la nostra presenza (e assenza) denuncia le violenze insite nella famiglia patriarcale borghese, quella che tutti difendono da tutte le parti (dal pdl al pd), quella che massacra e stupra le donne, scopa i propri figli, li prostituisce, li vende, li cresce nell'odio per il diverso, li discrimina (li ammazza) perché diversi.
Non è stato così, ieri sera almeno,  per molti di quei ragazzi, checchine tutt'altro che gaie piuttosto politicamente tristi che dichiarano "è orribile dirlo ma siamo normali" (l'ho sentito stamane, al gr2).
Io non sono normale e sono fiero della mia differenza! E non sto certo parlando del mio orientamento sessuale.
Io non sono normale perché non mi accontento delle semplificazioni dateci in pasto dalla tv, perché non vivo di etichette ma ci navigo attraverso con felice incoscienza, perché non dico puttana a una donna per offenderla né frocio a un uomo, perché non uso il cellulare al cinema in teatro nei ristoranti e nemmeno in casa dei miei amici quando sono loro ospite, perché non penso solamente al mio particulare ma mi oppongo ogni volta che una ragazza viene stuprata, un ragazzo ucciso dalla polizia, un padre arrestato per pedofilia perché ha baciato la figlia di 8 anni sulle labbra (è appena successo, in Brasile). Perché ho una testa e la uso (o, almeno, ci provo).
Invece questi ragazzi/maschera (come ha constatato il mio amico Antonio con meravigliosa intelligenza in fondo siamo tutti delle maschere) sono talmente borghesi nel profondo... dell'anima da aspirare a quella normalità borghese non perchè discriminati, ma in quanto esclusi.
Vogliono il suv, il marito (la moglie) e l'amante, i fondi all'estero e la badante in casa, come tutti gli altri
Io no.
Io vorrei un altro Stato, una altra economia, più ecologia, più cultura, più tolleranza, meno evasione fiscale, più questione morale, più educazione, meno luoghi comuni. Vorrei poter parlare di antifascismo senza essere accusato di essere ideologico.
Sono questioni imprescindibili.La loro assenza ci ha portati dove siamo, in tutti i campi.
Ma iersera non c'era nulla di tutto questo.
L'unica rivendicazione era quella di scheccare senza sentirsi dire alle spalle a frocio!. O magari ricevere una coltellata perché baci una persona del tuo stesso sesso

Una fiaccolata vuota di idee politiche, che temo non ci porterà da nessuna parte. 
Ma almeno riusciamo ancora da alzare la testa ma per fare che o dire cosa ancora non son riuscito a capirlo...

(corretto negli errori di battitura e in alcune parti, ma non nella  sostanza dopo il commento di Simone)

6 commenti:

Simone ha detto...

Mi sembra una ricostruzione decisamente opinabile. Queste analisi realizzate con l'accetta non considerano che ieri sera c'erano anche tante persone che la pensano come te, ad esempio io ed i miei amici.
E di gente fiera della sua diversità, non solo sessuale, ma anche culturale e politica, ne ho vista tanta.
Tra l'altro lungo il percorso e in Piazza numerosi sono stati i cori di solidarietà ai precari e agli sfrattati, segno che la consapevolezza che la battaglia non è solo nostra è evidente.
Sicuramente è un movimento ancora imperfetto, c'è ancora tanto da lavorare, ma un giudizio così negativo mi pare assolutamente ingiustificato.
Tra l'altro per la prima volta non si sono viste e sentite le solite facce e si sta tentando di creare un movimento dal basso. C'è tanto da fare, ma, considerandolo come inizio, non mi pare poco.

Alessandro Paesano ha detto...

Benissimo!
Il mio intervento non vuole essere assolutamente un affossamento della manifestazione. Tant'è che venerdì prossimo ci tornerò.
Prendilo come sfogo, al quale interventi come il tuo non fanno che bene e mi fanno sperare per il meglio.

Non ho sentito nessun coro durante la fiaccolata (non metto minimamente in dubbio ci siano stati dico solo che non li ho sentiti io) anzi la fiaccolata mi aveva dato l'impressione di essere troppo composta e "silenziosa". Meglio così se ho ricevuto un'impressione sbagliata.
Però continuo a credere che gli interventi in Campidoglio (compreso quel "Alemanno sposami" finale) siano stati la classica frociata.
E' anche vero che, data l'incapacità di chi ha parlato di saper usare il megafono (pensavano fosse un microfono, invece dentro il megafono ci deve urlare non parlare...) ho sentito a malapena la metà di quanto è stato detto e magari mi sono perso le cose migliori...

Spero ci sia un momento per incontrarci e confrontarci e approntare a una piattaforma politica che faccia del movimento omosessuale l'avanguardia di un movimento generale di liberazione dalla barbarie, come già si sta facendo a sentire te.

Grazie per avermi scritto!

Continua a farlo

Simone ha detto...

Guarda, io ero circa a metà del corteo e i cori sono partiti quando abbiamo incrociato i presidi dei precari lungo via dei Fori e a Piazza Venezia. Non molto rumorosi, ma ci sono stati.
Come ci sono stati cori di solidarietà per le persone arrampicate sui tetti del Campidoglio che chiedono una casa.

Come detto, molte cose sono da perfezionare (un impianto audio decente per discutere compiutamente, una scaletta che preveda interventi mirati e così via), ma in linea di massima lo spirito mi sembra quello giusto. Tant'è che, sulla pagina del gruppo su Facebook, gli organizzatori hanno anticipato che al termine delle prossime sfilate chiunque potrà parlare (non so bene però se sia necessario avvisare prima per coordinare gli interventi o se si deciderà sul posto). Un ottimo modo per far emergere più punti di vista. Poi certo "il folklore", come lo chiamo io, ci sarà sempre (anche se al corteo organizzato dalla UAAR a febbraio ne ho visto decisamente di più), ma credo sia inevitabile quando ci sono tante persone insieme. L'importante è crescere e mai tornare indietro.

Io ci spero...

Marco Romagnuolo ha detto...

Non sono d'accordo quasi su nulla. Quasi...
Parliamo prima dei punti su cui sono d'accordo:

Rivendicare che in culo me lo prendo da chi dico io, mi sembra veramente vergognoso anche come metafora che forse alludeva un po' ai movimenti femministi degli anni '70. Chiedere a Gianni di sposarmi (oltre che per quanto è brutto) è inconcludente.
Anche il resto del discorso (quello pronunciato da Guido Allegrezza) è stato "leggero", ma a questo dò una giustificazione nel fortissimo, impareggiabile discorso di Vladimir Luxuria tenuto appena due sere prima.
E con questo chiudo i punti coi quali sono d'accordo cpn te.

I punti sono troppi perché contesterei tutto il tuo discorso, mi limito a quelli che sono più importanti
Prima di tutti: limitarsi a dire che le checchine presenti alla fiaccolata erano politicamente timide o dire che inneggiassero alla ricerca della normalità mi sembra veramente fuori luogo. Io ho visto solo persone che chiedevano il diritto di vivere la propria vita senza un manganello dietro ai reni, e persone che chiedono dei basilari diritti della società civile. Tutto questo fuori da ogni schema di partito. E rivendicare quello che ho appena scritto. MI SEMBRA UNO SCHEMA POLITICO! Lo ha anche detto Guido durante il suo discorso: ai partiti ed alle associazioni presenti ha chiesto di riportare le richieste di una comunità stanca di essere sommersa nei locali ed ignorata.

Lunedì sera alle 20.00 ci si vede al Mieli per discutere della prossima fiaccolata... perché non vieni a dire la tua? Credo che potresti dare un ottimo contributo

Alessandro Paesano ha detto...

Alla riunione avevo già deciso di venire da quando ne ho parlato sul mio blog.

Verrò a proporre di partecipare alla manifestazione del 19 settembre e di allargare, la lotta in modi tutti da decidere, al resto delle proteste che si svolgeranno nei prossimi mesi nel nostro paese: tagli al FUS, tagli alla scuola, intimidazione a chiunque dissenta o critichi.
Rimanere alla sola omofobia mi sembra una rivendicazione da lobby non così lontana da quella delle associazioni di categoria anzi, dannatamente simile.

Dici che non sei d'accordo quasi su niente su quello che ho scritto ma poi ti limiti a dire che c'era uno schema politico nella fiaccolata. Non l'ho mai negato. Ho detto solo che è uno schema politico miope, timido e concertato sul particulare. Se i gay aspettano le aggressioni fisiche per chiedere solamente il diritto a vivere la propria vita senza un manganello dietro ai reni senza ricollegarsi al discorso generale, senza avere una vista d'insieme, hanno intrapreso una protesta dalle gambe corte, cortissime. Vedremo già la settimana prossima quanti saremo.
E' inutile dire, ma forse no, che non ci tengo minimamente ad avere ragione e spero anzi di essere smentito, ma il tono dei commenti su facebook (dov'è la politica?), non mi fa ben sperare.

A me sembra che tu e molti altri soffriate di un entusiasmo partecipativo un poco ingenuo, che vi fa credere che basti scendere in piazza per aver già vinto la lotta, in realtà scendere in piazza solamente ora politicamente temo sia già una sconfitta...

Un'ultima cosa. Se devi criticare il mio intervento fallo, punto per punto, pezzo per pezzo, frase per frase, non limitarti a dire che non sei d'accordo ma non critichi tutto perché altrimenti dovresti criticare ogni singola parola altrimenti stai solo applicando un artificio da avvocato alla sua arringa finale, ma questo non è un processo, ma un confronto politico. Io ho messo le mie carte in tavola, vorrei capire come quando e perché non sei d'accordo, e, soprattutto, come pensi di procedere tu.
Come procederò io già lo sai...
Ci vediamo domani sera

Anonimo ha detto...

Ragazzi, perdonatemi, ma dai vostri interventi io che al corteo non c'ero (come dicevo in un altro post ero quasi sicuro che non sarei tornato in tempo a Roma e così è stato) non riesco a capire come effettivamente sia andato.
Mi spiego, dal post di Ale mi ero fatto un'idea, dai post di risposta sembra che lui si sia sbagliato, ma a prescindere dalle opinioni personali, mi fate una cronaca su dati obiettivi.
L'unica cosa che forse appare chiara (anche o proprio dalle opinioni diverse) è che non ci fosse un'organizzazione adeguata...
Herm

bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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