30 agosto 2012

un dolore più antico di ogni possibile umano amore

...e poi arriva il momento, improvviso e liberatorio, come una deiezione che non puoi trattenere più e che per quanto inopportuna, umiliante e sporcante, ti fa sentire meglio che non devi trattenerla più e nonostante tutto le sei grato per il profondo e intimo senso di liberazione che ti procura, il momento dicevo in cui ti rendi conto che non hai più una vita.

O, meglio, che l'unica cosa che tu, proprio tu, intimamente, reputi fondamentale e imprescindibile nella tua vita, non c'è più da un tempo ormai talmente grande da avere superato anche la percezione dell'imbarazzo.

Non si tratta del sesso, non si tratta nemmeno della solitudine. No non è nemmeno la mancanza di qualcuno che hai amato e se ne è andato via.
No.
Molto più semplicemente non sei amato.
 Desiderato.
 Nessuno ti vuole nel suo letto.
Accanto a sé.
Nella sua vita.
Nessuno fa dei progetti per la propria vita che riguardano in una qualsiasi maniera anche Te.

Ti ricordi di un telefilm che hai visto. Dove una donna si confessa così a un'amica la quale le dice mentre l'altra piange sommessamente che certe volte, in certe vite, l'amore non arriva e non arriverà. E non c'è un motivo o un significato. E' così e basta.

Lo capisci mentre stai cominciando il terzo romanzo in due giorni.
Sì.
Ti rendi conto che tu nella tua propria vita sei un ospite. Un osservatore. Che la tua vita vive di aspettative riflesse della vita degli altri. Di quel bel ragazzo che avrebbe potuto. Di quel lavoro che una volta era tuo. Della casa che non hai più.

E che nel momento in cui lo lasci andare, questo assurdo pensiero, questa inane convinzione che fai ancora in tempo ad essere felice, che c'è ancora tempo per incontrare un ragazzo che ti voglia senza tanti problemi senza mediazione alcuna, che non possa vivere senza di te, che ti corteggi e pensi a te sempre col batticuore, ti rendi conto che ormai il tempo in cui questo amore non c'è stato è più grande, più antico e più doloroso di ogni possibile umano amore.

Che ormai non hai nemmeno voglia di proseguire in questa tua vita che ti sembra di aver così irrimediabilmente sprecato, rovinata, che preferiresti premere il pulsante restart e ricominciare da capo, se fosse umanamente possibile.

Che mentre aspettavi di cominciare  a vivere ti sei accontentato di guardare le vite altrui e la tua te la sei lasciata scivolare addosso.
Senza tenere niente che non fosse già in te.
Senza imparare davvero nulla che non fosse già lì a tua disposizione da quando hai memoria di Te.

E' che quel dolore sordo che senti ogni volta che ti accorgi che qualcuno pensa male, usa male le parole, non nel senso misero della grammatica ma in quello profondo dei concetti che agiscono sotterraneamente e in profondità, ti rendi conto che stai ancora aspettando il gommone della barzelletta e che non sai nemmeno più quanti ne sono passati ma sai che non ne passeranno più.

Allora smetti di leggere il libro che hai appena cominciato e ti metti al pc a scrivere queste note non sai tu nemmeno perchè. Per fare chiarezza con te stesso o per dire agli altri che hai deciso di mollare la spugna e rassegnarti?

Una comunicazione vana  perchè non cerchi la pietà, nè il compatimento, non cerchi nemmeno più qualcuno che ti salvi, hai solo disperatamente bisogno di qualcuno che ti ascolti.
Ecco.
Quello sì.

Un pubblico. Degli uditori.

Qualcuno che senta quel che hai da dire e poi torni nella sua vita vera. Quella che tu non hai mai avuto aspettando sempre che la tua cominciasse senza nemmeno osare sognarla.

Hai sempre pensato che i tuoi simili mal sopportassero l'indifferenza dell'universo.
Solo ora capisci che l'indifferenza che non sopportiamo è quella di noi verso noi stessi.

Lasciarsi sprecare senza avere l'accortezza di dirsi ma che cazzo fai? Vivi! Ama! Sii nel mondo.

E non è troppo tardi.
Il guai purtroppo è che non c' mai stato modo!
Non c'è mai stata a una vita per te.
Solo un prima  e un dopo.
Un prima e un dopo nel quale, spettatore di te stesso, stai a fianco di un palco vuoto, che aspettava te per dare spettacolo.


26 agosto 2012

L'ultimo passo di Nello Braccioforte

Neil Armstrong, 82 anni non ha retto un quadruplo bypass ed è morto ieri.

Il primo uomo a compiere un grande passo per l'umanità ieri ha compiuto il più grande passo che tocca, prima o poi, a chiunque di noi.

In un ridicolo del sole 24 ore  si dice che l'unica immagine di Neil sulla Luna è la sua riflessione nella visiera di Aldrin (per insinuati screzi con Aldrin che non avrebbe gradito che Armstrong fosse stato scelto come primo a scendere dal LEM e non avrebbe scattato foto a Armstrong).

In realtà la sola immagine buona di Armstrong sulla Luna nella missione Apollo 11 è questa



La didascalia della foto, presa dal sito della NASA dice:

On the Lunar Surface

Apollo 11 astronauts trained on Earth to take individual photographs in succession in order to create a series of frames that could be assembled into panoramic images. This frame from Aldrin's panorama of the Apollo 11 landing site is the only good picture of mission commander Neil Armstrong on the lunar surface.

Quindi è l'unica sequenza buona di foto per ottenerne una panoramica.














Per vedere le immagini video della discesa di Armstrong dal Lem, cliccare qui



22 agosto 2012

Famiglia Cristiana: Comunione e liberazione? Applaude il potere. Non ci sembra garanzia di senso critico, ma di omologazione.


il Primopiano del prossimo numero di Famiglia Cristiana

 

Monti, l'ottimismo e gli applausi


«Per molti aspetti vedo avvicinarsi l’uscita dalla crisi». Così il presidente del Consiglio Mario Monti ha aperto il Meeting di Comunione e liberazione a Rimini. Un discorso carico di speranza, ricco di citazioni: da De Gasperi a Schuman. Le parole di Monti sono servite a dar fiducia a un Paese con il freno a mano tirato. Anche se il cammino di risanamento è lungo. Un discorso di speranza, con forti contrasti con la realtà. Il premier, sulla scia di De Gasperi («il politico guarda alle prossime elezioni, lo statista alle prossime generazioni»), ha sostenuto che il Governo «sta cercando di orientare le politiche nell’interesse dei giovani».

Ma quali provvedimenti stanno creando lavoro e contrastando la disoccupazione giovanile? In fondo, ammette lo stesso presidente:«Mai abbiamo pensato che le riforme fatte con intensità in questi mesi, lavoro, pensioni, spending review, liberalizzazioni, facessero partire immediatamente la crescita».«Quello che, invece, speravamo», ha aggiunto,«è che l’insieme di queste riforme desse luogo a una riduzione dei tassi di interesse più rapidamente di come sta avvenendo. Non abbiamo mai pensato che, nel giro di qualche mese, le riforme potessero far salire crescita e occupazione. Ci vuole più tempo». Ma quanto tempo?

Il Paese è stremato. Dieci milioni di famiglie tirano la cinghia. La disoccupazione è al 10,8 per cento. Solo un italiano su tre ha un posto regolare a tempo indeterminato (meno che in tutti i Paesi europei). Secondo Eurostat, gli occupati in Italia sono 450 mila in meno che nel 2007. Aumentano i cassaintegrati. Su una popolazione di 60,8 milioni di residenti, solo il 36,8 per cento (22,3 milioni di persone) lavora. «L’economia italiana», ha scritto Federico Fubini sul Corriere della Sera, «somiglia a una piramide rovesciata, la cui base formata da chi produce si restringe sempre di più. Se si eliminasse l’apporto degli stranieri, emergerebbe che i cittadini italiani effettivamente al lavoro sono poco più di uno su tre».

Un’ultima considerazione. Un lungo applauso del popolo dei ciellini ha accolto il premier. Tutti gli ospiti del Meeting, a ogni edizione, sono stati sempre accolti così: da Cossiga a Formigoni, da Andreotti a Craxi, da Forlani a Berlusconi. Qualunque cosa dicessero. Poco importava se il Paese, intanto, si avviava sull’orlo del baratro. Su cui ancora continuiamo a danzare. C’è il sospetto che a Rimini si applauda non per ciò che viene detto. Ma solo perché chi rappresenta il potere è lì, a rendere omaggio al popolo di Comunione e liberazione. Non ci sembra garanzia di senso critico, ma di omologazione. Quell’omologazione da cui dovrebbe rifuggere ogni giovane. E che rischia di trasformare il Meeting di Rimini in una vetrina: attraente, ma pur sempre autoreferenziale.

Allora siamo così sicuri  di dover riportare per diritto di cronaca tutte le porcate che escono da questo consesso di nazisti leccalulo?

12 agosto 2012

Antropologia dell'estate romana

Così, alla terza volta che vado a vedere i corti lgbtqi di Shape Shifter al Glamda al Vintage (Eh? Eeh? Eeehh???) mi sono ormai scafato e mi siedo davanti lo schermo alle 22 e 25.
I corti dovrebbero cominciare alle 21, cominceranno alle 22 e 20.


Dopo un paio di video che vedo da solo arriva mio cugino e nemmeno un video dopo anche il mio amico M. Mi ha invitato a vedere una mostra assieme, martedì prossimo,  e io oltre ad accettare il suo invito l'ho invitato a unirsi a me per vedere i corti  di stasera. La sua presenza è per me un indizio evidente che ha accettato.
I shift place con mio cugino (che mi dice stronza perchè preferisco M. a lui) e mi siedo vicino a M. che mi saluta e mi dice, ti ho scritto un messaggio su faccialibro, io penso si riferisca alla risposta al mio invito per stasera e gli rispondo non l'ho letto.
Poi vediamo tutti i corti, che sono in replica, ma, avendo io perso le prime due serate di Shape Shift (eeeh?) per me sono nuovi.

Intanto passa un mucchio di gente, un po' perchè dove fanno le proiezioni è un luogo di passaggio, una elevazione per la pista da ballo secondaria, che porta, tramite una discesa, a quella principale, un po' perchè si avvicinano le 23 (ora da cui si inizia a pagare) e la gente si accalca ai lati in attesa che finiscano i film e si cominci a ballare.

Così alcune ragazze, fregandosene che c'è gente che sta guadando moving pictures urlano nel fare le presentazioni, o nel rispondere al cellulare, o quando ridono, cosa che, si sa, si fa sempre gridando...

Non dico niente anche perchè per lamentarmi dovrei fare ancora più casino di loro (io sono uno.... va beh, pure due... ma loro sempre tante so'!) e poi quello è il tratto distintivo del posto. Infatti anche nelle serate delle settimane precedenti gli addetti e le addette all'annesso bar (questi posti si sostentano coi soldi delle vendite alcoliche...) nonostante non ci fossero avventori al bancone (visto che le persone presenti erano tutte a vedere i film) o forse proprio per quello, non avendo niente di meglio da fare, gridavano, urlavano, starnazzavano beatamente senza curarsi di noi. Soprattutto una faccia da cazzo con la barba che, lo potesse colpire una dissenteria amebica, urlava per intere conversazioni perchè l'audio dei film sovrastava la sua voce!!!

Da questo punto di vista il Gay Village ha personale molto più rispettoso e professionale. Che lavora, in silenzio, come gli schiavi. Ehm.

Tra gli astanti anche Toni, il mio megne ex boyfriend (va beh siamo stati insieme più di 20 anni fa ma gli ex non hanno scadenza, no?) che compare dal nulla e me lo vedo a 20 cm dal mio viso che mi dice buonasera e mi schiocca un bacio sulle labbra (ah questi ex!!!).
Intanto tra un corto e l'altro spero che replichino anche quello che ho visto venerdì scorso, del quale non ero riuscito a prendere gli estremi e che, dunque, sulla rete non avevo trovato. Così è e io esulto anticipando a M. e mio cugino che quello che stanno per vedere è un capolavoro (come so essere camp io nemmeno Amistad Maupin).

Poi i corti finiscono, una ragazza altissima e bellissima mi passa accanto senza nemmeno notarmi e io commento ad alta voce, e mica se po' fa così!
Inorridisci, guardami con ribrezzo ma non passar oltre senza curarti di me.
Mio cugino che da quando sa che non sono più un 6 assoluto nella scala Kinsey, ché anche io ho avuto la mia esperienza etero (unica, so far) dopo questo commento, lui che continua a tenere aggiornato il mio punteggio Kinsey,  mi fa scendere addirittura sotto il 5! Per un commentino! La ragazza era proprio notevole, avrei voluto vedere voi al posto mio... No, meglio di no.

Poi mio cugino se ne va per altri lidi (certi sardi a san Giovanni che non ho capito bene quale appeal abbiano su di lui...) e io e M. restiamo soli. Dopo una birra rinfrescante (5 euro in bicchieri di plastica, sì, ma generosi) scendiamo in pista, non quella dove ci troviamo, dove suonano Lorella Cuccarini e  Viola Valentino, e a me e M. già vengono le bolle, ma la pista principale dove Tyler De Naag propone le sue selezioni.
Non mi occupo di DJ, di musica da discoteca (già questa definizione tradisce la mia estraneità a certi percorsi musicali) questa, mi spiega M. è musica elettronica so solo che la sua musica, le sue selezioni, lei suoi interventi al mix mi hanno fatto ballare per ore come non facevo da tempo immemore (almeno prima della storia con Dani, quindi parliamo prima del 1998!!). Inzio a muovermi, a volteggiare, usando le braccia per dipingere disegni immaginari nell'aere. Circondato da pischelli (molti)  e pischelle (poche). M. mi è vicino,  mi guarda e mi sorride, poi anche lui si abandona al flusso della musica. E' stato lui a condurmi ai piedi del palco (io la musica o la ascolto da qua oppure niente...)
La selezione di Tyler è un flusso organico di suoni, vibrazioni, emozioni e pura energia che ti prende, ti sostiene, ti suggerisce come muoverti, come respirare e ti fa guardare all'energia che ti accomuna alle persone che ballano lì con te. Ti senti parte di un evento più grande di te nel quale sei collegato (collegata) con altre persone, tutte più belle e più giovani di te. Già, le persone. A parte una certa uniformità negli accessori (e-phone e smart phone a go-go) e nel vestiario, canotte scollacciate, camicie aderenti, pantaloncini a pinocchietto che lasciano scoperti polpacci tonici pelosi e abbronzatissimi (su scarpe da ginnastica con rigorosi fantasmini bianchi) questa gioventù non potrebbe essere più varia. Si va dai diciottenni con la pischella agli efebi esteti e gai, dai trentenni bamboccioni cui piacciono uomini e donne, ma uno sguardo all'altro sesso non è disdegnato, anzi... Dove una mente patriarcale e  luogocomunistica fraintenderebbe una certa libertà nel vestire e nel comportarsi e scambierebbe spinzettatissimi, tonicissimi, narcisi metrosexual ai quali piace la gnugna (e anche qui tradisco la mia vetustà. Io con gnugna intendo dire le per ragazze, à la South Park, non la cocaina...) per dei gay e dei pelosi, baffuti, calvi, rudi maschiacci gai per degli etero incalliti. Anche le ragazze si sbizzarriscono in mise da femminucce con tanto di minigonne ascellari o abitini lunghi, capelli cotonati, scie di profumo che ti inebriano, ovvero senza trucco, capelli cortissimi e delle canotte attillate su corpi così tonici che solo la forma leggermente diversa del seno tradisce il sesso di appartenenza (e io, leggendole come ragazzi, non mi infastidisco di scoprirle ragazze, mi piacciono nello stesso modo).
Qui ognuno bacia chiunque, certo solo dietro stretto invito, così io rimango a bocca asciutta.
Ragazzi che baciano ragazzi.
Ragazze che baciano ragazze, ragazze che baciano ragazzi senza soluzione di continuità, senza steccati, o argini, o diverse prossemiche della seduzione.
Così quando mio cugino, che ci ha raggiunti da quel di San Giovanni, nota l'ormone educatamente selvaggio commenta, col suo solito guizzo di genio, ecco qui siamo davvero liberi e mi sento gay anche io non come al mucca dove ti chiedono con voce melliflua e scheccante siete gay? e tu rispondi no!

Qui siamo davvero tutt* insieme ognuno col proprio portato di indentità diversamente esibita: diversamente etero, diversamente lesbiche diversamente gay, perchè qui ognuno esprime davvero se stess* in barba agli stereotipi di genere e di orientamento sessuale. e così anche le rare, rade e spaesate checchine da Mucca assassina si muovono con la stessa tranquillità, perchè qui ognuno ha davvero diritti di cittadinanza per quello che è non per il gruppo cui appartiene.

 Poi Tyler se ne va è già il turno di uno dei Dj residenti (cioè fissi) D_HANGERche ci fa ballare sì, ma non ha quella persuasione ipnotica di Tyler... Datride basta vederli dietro la consolle. Tyler balla con te, non sta mai fermo ha più energia di un vulcano, D-Hanger sembra impagliato... come la sua selezione musicale... opinione personale NATÜRLICH...


Oppure sarà che ormai M. se n'è andato e quindi , come insinua malignamente il cuggi per me la serata è finita (Ma che fai ? Lo lasci andar via così?! mi chiederà... 

Intanto si sono fatte le 4 e 30. Io sono decenni che non faccio così tardi a ballare. Per fortuna quella sera il cuggi ha la macchina invece che la solita sportiva ed ecologica bici e mi riaccompagna a casa.

Una serata così non si ripeterà. O si?
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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