29 giugno 2010

Dedicato a tutte le donne che non ho avuto

E mentre sproloquiamo tutti su Taricone...

...ecco cosa succede nel bel Paese..


Filmare le discariche? Vietato per legge
Una notizia che non è apparsa sui grandi organi di informazione ma che è paradigmatica del gravissimo deficit democratico che sta vivendo il nostro Paese. Tre giovani studenti, animati dalla voglia di costruire un pezzo di verità attorno alla discarica della vergogna costruita all’interno del Parco nazionale del Vesuvio, con una telecamerina si sono recati presso la ex Sari di località Pozzelle, nel comune di Terzigno per riprendere il pattume lì sversato.

Ma forse non tutti sanno che nell’anno di grazia 2010, nel Paese del duo Bertolaso & Berlusconi filmare o fotografare un sito come quello di Terzigno, catalogato come “area di interesse strategico nazionale”, è reato, è vietato dalla legge. E infatti puntuale sul posto arriva una pattuglia dei carabinieri che ferma i tre giovani e li porta in Caserma e i tre giovani vengono denunciati a a piede libero per la violazione dell’articolo 650 del codice penale: “inosservanza dei provvedimenti dell’autorità“.

È accaduto mercoledi 23 giugno nel pomeriggio a Terzigno: gli studenti erano saliti fino alla discarica per filmare l’attività dell’impianto, almeno dall’esterno. “L’ intenzione era quella di girare un documentario in grado di sensibilizzare quella parte di popolazione che pare non interessarsi affatto al problema delle discariche, inconsapevole dei gravi rischi di salute a cui va incontro. Volevo portare il documentario in visione nelle scuole, dargli risalto tramite internet: è assurdo ma già a partire da Pompei molta gente non è a conoscenza nè della discarica nè dei disagi che tanti cittadini di Boscoreale e Terzigno stanno vivendo.”

Questa la volontà dichiarata da Francesco Servino, uno dei tre giovani fermati. Volevano realizzare un documentario, una sorta di reportage amatoriale che, tuttavia, sarebbe servito a denunciare il paradosso di un sito di immondizia in una riserva naturale. I carabinieri che li hanno incrociati , glielo hanno impedito e li hanno formalmente denunciati alla procura della Repubblica. Il fatto grave ha creato una forte mobilitazione, attestati di solidarietà e tanta preoccupazione per questa limitazione della libertà di espressione .

In realtà il fatto rende esplicito quello che è avvenuto in Campania con la equiparazione,voluta da Bertolaso, degli impianti per la gestione dei rifiuti a siti militari strategici, facendo venir meno la possibilità di vigilanza e controllo da parte dei cittadini e delle stesse istituzioni locali. Una sorta di extraterritorialità che espropria le comunità locali da qualsiasi azione di tutela e che rappresenta il modello sperimentale su cui nei prossimi anni a il Governo vorrà cimentarsi con la realizzazione delle centrali nucleari. In realtà questo episodio rappresenta l’anticipazione della legge bavaglio, una intimidazione inaudita contro cui bisogna reagire energicamente. Ma in reltà dobbiamo porci anche una semplice domanda: ma cosa si vuole nascondere nella discarica di Terzigno? E oltre alla solidarietà ai giovani bisogna che sulla questione si apra una discussione nazionale e se c’è qualche oppositore in Parlamento batta un colpo! (fonte Il fatto quotidiano)

E' morto Pietro Taricone

Certo se dicessi che della morte di Taricone non me ne frega un cazzo peccherei di cinismo e di egocentrismo oltre ad essere come minimo incoerente (perchè a qualcuno dovrebbe fregare qualcosa se al Paesano non gliene frega un cazzo della morte di Tarricone?).
Così è facile leggere commenti in questo senso su facebook dove ognuno (beh non proprio tutti) parla solo di sé, usa il mondo circostante per esprimere se stesso, presentarsi al mondo in base a giudizi tranchant, sì/no, bello/brutto, pro o contro.

Mi dispiace solo che a far parlare di Taricone sia stata la sua fama mediatica non la dinamica dell'incidente.
Fosse stato uno dei tanti lavoratori morti per la scarsa sicurezza del posto di lavoro, una vittima dell'aggressione di chi, per qualunque ragione, ha pensato di passare alle mani per testimoniare il proprio non gradimento, sarebbe stato ben più grave ma non avrebbe guadagnato la posizione che ha avuto sui tg nazionali.
Taricone e degno di notiziabilità per il suo nascere dal nulla, da un programma tv che lo ha portato a comparsate in vari programmi prima e gli ha permesso di fare fiction e film poi. Uno dei tanti lavoratori che fanno il loro lavoro dignitosamente, e, a loro differenza, raggiungono le prime pagine dei giornali non per meriti professionali, ma perchè il sistema mediatico italiano p sempre più autoreferenziale e preferisce parlare di uni di loro che del mondo esterno.
E non mi si venga a dire che Taricone è poverino perché lascia una bimba piccola. Poteva pensarci prima di lanciarsi col paracadute. Un rischio inutile per uno sport che non ha alcuna funzione sociale.
E intanto abbiamo impiegato risorse pubbliche per salvargli la vita. Per carità ogni essere umano ha diritto alle cure, ma chi fa uso dissennato della propria vita rischiandola per l'emozione di lanciarsi col paracadute (ritardando la frenata di 20 metri...) forse ne ha un po' meno diritto di chi è caduto da un ponteggio non messo in sicurezza per portare a casa in un anno quel che Taricone guadagnava in un giorno...
Viviamo proprio in una società malata.

24 giugno 2010

Temi di maturità 2010: o della non scientificità di questo governo

Sette temi per la prova di Italiano dell'esame di Maturità:
Tipologia A
Analisi del testo della prefazione del saggio La ricerca delle radici di Primo Levi.

Tipologia B – Redazione di un saggio breve o di un articolo di giornale


Ambito artistico – letterario
“Piacere e piaceri”. Il candidato deve sviluppare il tema tenendo in considerazione le risorse fornite dalla traccia che sono: un estratto dal Piacere di D’Annunzio; una selezione di quadri di Botticelli, Picasso e Matisse; alcuni versi di Leopardi, Ungaretti e Brecht; due brevi passi di Andrea Emo e Paolo Mantegazza.

Ambito socio-economico
“La ricerca della felicità”. Il candidato deve sviluppare il tema sulla base dell’articolo 3 della Costituzione italiana, su un passaggio della Dichiarazione di indipendenza statunitense, sul testo di Zygmunt Bauman L’arte della vita, su un passaggio di Avarizia di Stefano Zamagni e su un articolo della Stampa di Mauro Maggioni e Michele Pellizzari.

Ambito storico-politico
“Il ruolo dei giovani nella storia e nella politica. Parlano i leader”. Chi ha scelto questo tema si è confrontato con alcuni testi di Mussolini, Togliatti, Moro e del papa Giovanni Paolo II.

Ambito tecnico-scientifico
“Siamo soli?” Il candidato deve sviluppare il tema sulla possibile esistenza di vita oltre il pianeta Terra. L’argomento interessa sia la scienza che la filosofia e può essere supportato con considerazioni e citazioni di Steven J. Dick, Vita nel cosmo. Esistono gli extraterrestri?, Pippo Battaglia – Walter Ferreri, C’è vita nell’Universo? La scienza e la ricerca di altre civiltà, Immanuel Kant, Critica della ragione pura, Stephen Hawking, L’universo in un guscio di noce, Paul C.W. Davies, Siamo soli? Implicazioni filosofiche della scoperta della vita extraterrestre. (fonte Il Post, per visionare le trace nella loro interezza cliccare qui)
Per non scientificità intendo la scarsa precisione delle tracce della prima prova nelle citazioni, negli apparati ma anche nel merito stesso delle tracce.

Il tema su Primo Levi.  La traccia è presentata nella categoria analisi del testo. E si cita la prefazione di una antologia di testi La ricerca delle radici che Levi sceglie fra tutte le letture fatte, pubblicata da Einaudi nel 1981.
Quindi si chiede di fare l'analisi di un libro che è costituito da una selezione di testi, più dei cappelli dell'autore, basandosi solamente sul un estratto dell'introduzione. Quindi non si parla del libro (che non si conosce) ma si parla di un brano dell'introduzione a quel libro.
Un brano qualunque di un altro libro qualunque di Levi no?
Ecco un modo per parlare di Levi senza parlare di Levi...

Il saggio breve, sezione scientifica, Siamo Soli  con citazioni così disgustosamente antropocentriche (esistiamo noi e solo noi e non è possibile che ci siano altri umanoidi nello spazio. Altri umanoidi magari no, ma altre forme di vita altrettanto evolute no? Su quali basi?!?!) dalle quali  si salva solo Kant (perle ai porci) e dove, nel testo (non sapiamo se già nel libro in traduzione italiana o solo nella trascrizione, Star Trek è scritto male Star Treck (sic) (!!!).
Tutte queste citazioni sono errate, manca infatti il numero della pagina (pagine) da cui sono tratte cos' se anche avessi il libro per recuperare la citazione dovrei prima leggermelo tutto... Chi ha scritto le prove non ha mai scritto una tesi di Laurea o un qualunque articolo scientifico...

Il tema che si fa notare di più è quello storico, "sui giovani" Parlano i leader. Non tanto (o non solo) perché tra i Leader si annovera Mussolini e lo si mette assieme a Moro, Paolo Giovani II e a Togliatti, Mussolini è un oggetto storico perché mai gli studenti non dovrebbero lavorare su di lui, ma perché si avulgono i quattro discorsi dai loro contesti storici.

Prendiamo il discorso di Mussolini
«Ma poi, o signori, quali farfalle andiamo a cercare sotto l’arco di Tito? Ebbene, dichiaro qui, al cospetto di questa Assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto. (Vivissimi e reiterati applausi — Molte voci: Tutti con voi! Tutti con voi!) Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda; se il fascismo non è stato che olio di
ricino e manganello, e non invece una passione superba della migliore gioventù italiana, a me la colpa! (Applausi). Se il fascismo è stato un’associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere! (Vivissimi e prolungati applausi — Molte voci: Tutti con voi!)»
Benito MUSSOLINI, Discorso del 3 gennaio 1925 (da Atti Parlamentari – Camera dei Deputati – Legislatura XXVII – 1a sessione – Discussioni – Tornata del 3 gennaio 1925 Dichiarazioni del Presidente del Consiglio)
Di che si tratta? Di una strenua difesa dei giovani che hanno amato il fascismo? Parole che qualcuno potrebbe anche condividere,  così come sono avulse dal contesto in cui furono pronunciate. Già. Quale contesto? Non si capisce... Si va beh. "Il fascismo"... Tutto là? Dite "e che ne so"?
Guardate la data... 3 Gennaio 1925... Non vi dice nulla?
Ancora non ci siete arrivati?!?!?

Il brano è (es)tratto dal purtroppo famoso discorso con cui Mussolini in Parlamento si assunse la responsabilità dell'omicidio Matteotti dando fine alle libertà in Italia e dove la gioventù è un mero strumento retorico al servizio del potere. Così estrapolato quanti lo avranno riconosciuto? Quanti liceali maturandi/e vi saranno risaliti/e leggendo la data del discorso? Voi ci siete riusciti/e?
Così si de-storicizza il fascismo, presentandolo come un dato di fatto non suscettibile di lettura politica.


Infine colpisce il tema sulle Foibe argomento al quale, se trattato nei manuali di storia, non sono dedicate più di poche righe.

Infatti nella graduatoria dei temi scelti, quello sulle Foibe è fanalino di coda con un misero 0, 6 % (Anche perchè quello richiesto dalla traccia arriva al 1957... troppo in qua anche per il più ardito programma di storia...

Ecco le percentuali sui temi scelti:

ricerca della felicità (36,9%)
Scopi e usi della musica nella società contemporanea 25,3%,
Siamo soli? 19 %
Piacere e piaceri 9,2%
La ricerca delle radici. Antologia personale 4,7%
Il ruolo dei giovani nella storia e nella politica. Parlano i leader 4,3%
Foibe 0,6% (fonte Repubblica
 
Sulle Foibe Il Tempo, che trova queste tracce rivoluzionarie lascia la parola a Maria Antonietta Marocchi autrice di un libro sulle foibe che secondo il quotidiano romano è Le foibe, queste sconosciute mentre in realtà è Foibe (S)conosciute pubblicato (leggo su internet) nella nuova collana ''I libri de Il Borghese'', diretta dall'editore Luciano Lucarini (non dare gli estremi dei libri che si citano è uno sport nazionale...
Comunque sia Maria Antonietta Marocchi secondo Il Tempo dice che
«Per troppi anni il genocidio anti-italiano dei partigiani di Tito è stato messo a tacere, è una vergogna che una pagina di storia del nostro Paese sia quasi del tutto assente nei libri di testo» ripete la Marocchi. La traccia della maturità (in ambito storico) sul «Giorno del ricordo delle vittime delle foibe» le dà ora ragione e segna, davvero, una svolta epocale per gli esami di maturità e soprattutto per la scuola italiana. E poco importa, a questo punto, che soltanto lo 0,6% dei maturandi l'abbia prescelta: «Non ci siamo arrivati con il programma» hanno spiegato in molti. Non indebolisce la sua portata simbolica: si tirano fuori gli scheletri dall'armadio, l'Italia volta finalmente pagina.
In barba agli studenti che non sono stati messi in grado di fare un tema storico perchè evidentemente a scuola si parla d'altro. Valgono più i simboli che le persone...

Insomma dei temi di maturità lontani anni luce dalla complessità del presente tutti spinti o in precisazioni storiche di parte, o in temi generali, quali la musica (vi ricordate Carla Signoris in Hollywood Party?), la felicità, gli UFO...

D'altronde da un Ministro per l'istruzione, laureata in diritto amministrativo, paladina della scuola meritocratica (ma che da Milano è scesa in Calabria per fare l'esame di stato come Avvocato, perchè lì è più facile) che cosa ci potevamo aspettare, pora stella, Maristella?

20 giugno 2010

Il Vaticano? Un covo di sciacalli. La salma di Saramago è ancora calda e il Vaticano lo attacca tanto Saramago non può replicare...


Penso che nella società attuale ci manchi la filosofia. Filosofia come spazio, luogo, metodo di riflessione, che può anche non avere un obiettivo determinato, come la scienza che invece procede per soddisfare i suoi obiettivi. Ci manca la riflessione, pensare, necessitiamo del lavoro di pensare e mi sembra che, senza idee, non andiamo da nessuna parte (Josè Saramago, nell'ultimo post del suo blog)

Saramago è morto venerdì 18 giugno, l'altroieri, e già oggi L'osservatore romano (ma Repubblica e Corsera ne parlano già ieri) pubblica questo articolo.


È morto José Saramago


L'onnipotenza (presunta) del narratore





di Claudio Toscani
"Quello di cui la morte non potrà mai essere accusata è di aver dimenticato a tempo indeterminato nel mondo qualche vecchio, solo per invecchiare sempre di più, senza alcun merito o altro motivo visibile".
Sia pure scomparso alla rispettabile età di 87 anni, di José Saramago non si potrà dire che il destino l'abbia tenuto in vita a tutti i costi, vedi la frase succitata, tolta dal romanzo Tutti i nomi, uscito in quel 1998 che lo vide provocatorio Nobel della letteratura.
"Saramago", cognome aggiunto all'anagrafico José Sousa, era nato nel 1922 ad Azinhaga in Portogallo, da una famiglia di contadini e braccianti. Trasferitosi a Lisbona nel 1924, qui aveva compiuto i suoi studi fino al diploma di tecnico meccanico. Non particolarmente complessa né movimentata, la sua vita veniva registrando vari lavori, tra cui l'editoria; un matrimonio nel 1944; un primo romanzo nel 1947 (Terra di peccato, che disconoscerà in sede di bibliografia ufficiale); l'iscrizione al Partito comunista nel 1969 e una militanza politica clandestina sino al 1974, quando la cosiddetta "rivoluzione dei garofani" (contro la dittatura di Caetano), ristabilisce le libertà democratiche.
Cinquantacinque anni compiva Saramago al suo vero primo romanzo, Manuale di pittura e di calligrafia (1977), ma nel resto della sua vita recupererà il tempo andato imponendosi in decine e decine di opere che coerentemente convergono attorno a pochi cespiti conduttori:  la Storia maiuscola in filigrana a quella del popolo; una struttura autoritaria totalmente sottomessa all'autore, più che alla voce narrante, non solo onnisciente ma anche onnipresente; una tecnica dialogica in tutto debitrice all'oralità; un intento inventivo che non si cura di celare con la fantasia l'impronta ideologica d'eterno marxista; un tono da inevitabile apocalisse il cui perturbante presagio intende celebrare il fallimento di un Creatore e della sua creazione. E, infine, una strategica modalità, tematica ed espressiva a un tempo, impegnata a rendere quel che lui stesso ha definito la "profondità della superficie":  qualcosa che allude sia a quel poco che conosciamo del tanto che rivendichiamo alla ragione, ma anche quel tanto che strappiamo alla realtà di quel poco che la ragione ci permette.
Chiamando a raccolta non molti ma primari maestri (da Kafka a Borges, da Eça de Queiros a Pessoa, da Antonio Vieira a Machado), Saramago diede da subito l'elenco degli artefici della sua formazione, collocandoli senza soluzione di continuità lungo un'onda di piena al cui estuario poneva la novecentesca inquietudine della letteratura, della storia, dell'arte, della politica e della religione, oltre che di se stesso.
E per quel che riguardava la religione, uncinata com'è stata sempre la sua mente da una destabilizzante banalizzazione del sacro e da un materialismo libertario che quanto più avanzava negli anni tanto più si radicalizzava, Saramago non si fece mai mancare il sostegno di uno sconfortante semplicismo teologico:  se Dio è all'origine di tutto, Lui è la causa di ogni effetto e l'effetto di ogni causa.
Un populista estremistico come lui, che si era fatto carico del perché del male nel mondo, avrebbe dovuto anzitutto investire del problema tutte le storte strutture umane, da storico-politiche a socio-economiche, invece di saltare al per altro aborrito piano metafisico e incolpare, fin troppo comodamente e a parte ogni altra considerazione, un Dio in cui non aveva mai creduto, per via della Sua onnipotenza, della Sua onniscienza, della Sua onniveggenza. Prerogative, per così dire, che ben avrebbero potuto nascondere un mistero, oltre che la divina infinità delle risposte per l'umana totalità delle domande. Ma non per lui.
Giunto tardi al romanzo, si era rifatto, come s'è detto, con una serie di narrazioni. Dal 1980 in poi, nella bibliografia dell'opera di Saramago, si transita da Memoriale del Convento a L'anno della morte di Ricardo Reis (1984), che torna alla storia del Portogallo nel 1936; da La zattera di pietra (1986), avventura ecologica e demoniaca che immagina la deriva della Spagna dell'oceano tra magico quotidiano, metafora politica e nuove soluzioni atlantiche, a Storia dell'assedio di Lisbona (1989), libro in cui un revisore editoriale, inserendo una particella negativa (un "non") in un saggio storico, dà a Saramago il destro per giocare a falsificare l'evento, più per gioco che per convinta ideologia.
È il 1991 quando, inaugurando ciò che la critica ha chiamato il suo secondo tempo, lo scrittore pubblica Vangelo secondo Gesù, sfida alla memorie del cristianesimo di cui non si sa cosa salvare se, tra l'altro, Cristo è figlio di un Padre che imperturbato lo manda al sacrificio; che sembra intendersela con Satana più che con gli uomini; che sovrintende l'universo con potestà senza misericordia. E Cristo non sa nulla di Sé se non a un passo dalla croce; e Maria Gli è stata madre occasionale; e Lazzaro è lasciato nella tomba per non destinarlo a morte suppletiva.
Irriverenza a parte, la sterilità logica, prima che teologica, di tali assunti narrativi, non produce la perseguita decostruzione ontologica, ma si ritorce in una faziosità dialettica di tale evidenza da vietargli ogni credibile scopo.
Il secondo tempo di Saramago si diversifica poi con Cecità (1995), affresco apocalittico che denuncia la notte dell'etica in cui siamo sprofondati. Poi in campo esistenziale, sia con Tutti i nomi (1997), altra apocalisse dal pessimismo assoluto sospesa su una indifferenziata comunità di morti e di vivi, sia con Il racconto dell'isola sconosciutaLa caverna (2000), che tra Kafka, Huxley e Orwell, dispiega un allarme meno disperato del solito e addirittura aperto alla speranza; poi, con L'uomo duplicato (2003), dove colui che si scopre identico a una comparsa televisiva finisce per smarrirsi in un garbuglio fattuale, psichico e spirituale.
Avvicinandosi alla fine, Saramago ci ha lasciato un "testamentario" Saggio sulla luciditàDon Giovanni o il dissoluto assolto (del 2005), ossia il ritratto di un onore sociale offeso, giacché al grande amatore non riesce, nel testo, ciò per cui è da sempre famoso.
Fertile, comunque, la discesa creativa degli anni appena precedenti la scomparsa:  dall'itinerante carovana di Il viaggio dell'elefante (2009), pittoresco, umoristico e "peripatetico", all'inaccettabile Caino (2010), romanzo-saggio sull'ingiustizia di Dio, parodiante antilettura biblica, per non dire di altri titoli che andrebbero segnalati, a onor del vero, ma quasi sempre per polemica o pretesto.
Saramago è stato dunque un uomo e un intellettuale di nessuna ammissione metafisica, fino all'ultimo inchiodato in una sua pervicace fiducia nel materialismo storico, alias marxismo. Lucidamente autocollocatosi dalla parte della zizzania nell'evangelico campo di grano, si dichiarava insonne al solo pensiero delle crociate, o dell'inquisizione, dimenticando il ricordo dei gulag, delle "purghe", dei genocidi, dei samizdat culturali e religiosi.

Non è una novità. ma il Vaticano qui rappresentato dal suo organo di stampa ufficiale si dimostra cinico,  antidemocratico, presuntuoso e autoreferenziale.

Cinico. Muore uno scrittore, un premio nobel, e l'articolo lo liquida così:
una struttura autoritaria totalmente sottomessa all'autore, più che alla voce narrante, non solo onnisciente ma anche onnipresente 
E questo deve essere un male necessariamente?  Secondo chi?
una tecnica dialogica in tutto debitrice all'oralità
 E quindi?...
un intento inventivo che non si cura di celare con la fantasia l'impronta ideologica d'eterno marxista
Quindi se sei marxista non sei fantasioso né inventore di storie...

un tono da inevitabile apocalisse il cui perturbante presagio intende celebrare il fallimento di un Creatore e della sua creazione.
Beh in questo c'è fantasia... Ah, ma siccome si parla di creatore solo il vaticano è autorizzato a parlarne.

Insomma prima di criticare l'uomo bisogna criticare lo scrittore, peccato che il resto del mondo la pensasse diversamente e poi con quali argomentazioni...

Qual è la "colpa" di Saramago?
Saramago è stato dunque un uomo e un intellettuale di nessuna ammissione metafisica, fino all'ultimo inchiodato in una sua pervicace fiducia nel materialismo storico, alias marxismo.
Cioè detto più semplicemente Saramago non è(ra) come noi. E questo è un male. Ecco il
pensiero non democratico  del Vaticano, incapace di avere un confronto civile con chi la pensi in altra maniera.

Colpevole di essere ateo e marxista (anche se poi parlava tropo di Gesù per essere davvero ateo..., ma questo l'articolo non lo dice) Saramago ha osato parlare del vangelo e degli altri topoi del cristianesimo in un contesto altro nel suo romanzo Il vangelo secondo Gesù Cristo che non solo è irriverente ma

Irriverenza a parte, la sterilità logica, prima che teologica, di tali assunti narrativi, non produce la perseguita decostruzione ontologica, ma si ritorce in una faziosità dialettica di tale evidenza da vietargli ogni credibile scopo
O sei con noi (=la pensi come noi) o sie contro di noi (e poi ci si chiede perché i cristiani erano odiati e perseguitati.
Fino alla chiusa che vuole essere un'accusa ma dimostra la malvagità insita nel Vaticano:

Lucidamente autocollocatosi dalla parte della zizzania nell'evangelico campo di grano, si dichiarava insonne al solo pensiero delle crociate, o dell'inquisizione, dimenticando il ricordo dei gulag, delle "purghe", dei genocidi, dei samizdat culturali e religiosi.
Come se le atrocità altrui giustificassero di una virgola quelle perpetrate dalla chiesa ieri come oggi.

18 giugno 2010

Fabio Barzagli, responsabile etico nazionale

Leggo su Il Paese nuovo questa notizia (sic!)
Lecce (Salento) – Le scoperte scientifiche indubbiamente rivoluzionano e migliorano la vita dell'uomo, ma qual è lo sbarramento tra Scienza e Fantascienza? Questo il quesito che si pone Fabio Barzagli, responsabile Etico Nazionale.
Per Barzagli “Le scoperte scientifiche vanno prese per le molle, con sano scetticismo e capacità di critica. Se una intuizione scientifica è davvero buona lo dimostrerà con i fatti e non ha bisogno di proclami, sponsor e pubblicità allarmistiche. Quasi cento anni fa Alexander Fleming scoprì una muffa, la penicillina, che negli ultimi decenni ha salvato milioni di persone da morte certa: ecco come si valuta la bontà di una scoperta scientifica.. col tempo”.
Un'analisi quindi sui fatti concreti e non sui proclami inerenti alla vita eterna, sul futuro del genere umano dove al centro di tutto per l'ente Etico Nazionale deve esserci il rispetto della natura “Ancora ben superiore a noi nel determinare il futuro -evidenzia Barzagli- tant'è che quando forziamo la mano creiamo solo immani catastrofi (da Chernobyl alla marea nera del Messico).
In conclusione quindi, la riflessione che pone Barzagli è l'auspicio per una scienza più terrena, più vicina agli uomini lasciando da parte i riflettori della notizia da prima pagina.

Dunque di che notizia si tratta?
Fabio Barzagli, responsabile Etico Nazionale qualifica che, detta così, non significa nulla, in realtà è il responsabile etico del movimento nazionale paternità, infanzia e adolescenza, qualifica non meno oscura ma che, almeno, ci fa capire che con la scienza non ha nulla a che fare...

Cosa dice questo articolo? Nulla!
Ripete il classico luogo comune, tanto caro alla sinistra, quando forziamo la mano creiamo solo immani catastrofi (da Chernobyl alla marea nera del Messico), confondendo sceinza con tecnologia e riconfermando il mito fondativo cristiano se l'uomo apprende troppa conoscenza si sostituisce a dio e dio lo scaccia dall'eden...

Di quale scienza si parla non si sa. Dagli esempi fatti si tratterebbe di medicina, quindi una ricerca sulla fisica delle particelle per questo sedicente esperto etico non dovrebbe importare a nessuno. Soliti attacchi reazionari e nazisti alla scienza pura.

Quell'accenno finale a una scienza che sia più terrena, più vicina agli uomini lasciando da parte i riflettori della notizia da prima pagina è un'accusa agli scienziati ceh fanno ricerca o a i giornalisti che, non capendoci nulla di scienza, creano rubriceh in tv, sui quotidinai o intere riviste basate sul sensazionalismo?
Ma la colpa perché deve essere degli scienziati?

Insomma un articolo che non dice nulla che riporta frasi di uno la cui competenza scientifica è nulla.

Ma la sigora di radio Padania non è poi così diversa...





No, non è uno scherzo. E non mi meraviglia nemmeno quello che la signora dice.
Mi fa vomitare. Ma questi sono gli italiani, secondo le ultime elezioni politiche più della metà dei nostri connazionali.

Il video (l'audio) proviene dal sito dell'Espresso ma sul video è riportato l'url del blog di Daniele Sensi che a sua volta linka al sito de L'espresso...
Mah.

Il commento della signora riporta senza pudori quello che la tv, i giornali, la Chiesa, i partiti, i politici e gli amministratori locali insinuano, diffondono, propalalo nel Belpaese. E' una reazione psicologica nemmeno così difficile da spiegare.
Se io sto male, se il paese va male non è colpa mia, è colpa dei politici, dei (sic!) trans, degli stranieri, dei cinesi, della chiesa (il cardinal tettacazzi, perchè nessuno rileva anche questo insulto?). Io sono cattolica (=sono normale) ma voglio deportare i cinesi che ci stanno uccidendo.

Io vorrei deportare la signora.
Ma pensandolo sono forse così di verso da lei eticamente?

Qual è la soluzione politica per questo tipo di pensiero (sic!)?
La censura?
Il Carcere? 
Paesanini saprebbe come agire. Donare la signora alla scienza. 

Come si può dire, ascoltare, mettere in onda una marea di immondizia come questa senza battere ciglio, senza oscurare la radio, senza mandare i carabinieri a casa della signora?

Semplice.

Non lo si fa perché Berlusconi attacca ogni giorno la Costituzione e nessuno fa niente,
Ratzinger dice che i profilattici in Africa non servono per curare dall'aids e nessuno fa niente. Alemanno dice che non è favorevole a una legge contro l'omofobia perchè avvallerebbe un reato d'opinione.

Già. L'omofobia.

Ma se la signora non avesse parlato dei trans ma solo del resto, siamo sicuri che NOI ne avremmo parlato?
Siamo sicuri che i gay e le lesbiche che hanno riportato la notizia nei loro blog (grazie ai quali io pure lo sono venuto a sapere) lo avrebbero riportato lo stesso anche se la signora avesse solo parlato dei cinesi? O di tettacazzi?
Probabilmente no.
Perché non sarebbe stato pertinente.
Perché il razzismo non riguarda direttamente gay lesbiche e trans (anche se io continuo a chiedermi cosa c'entrino i e le trans con i gay e le lesbiche ma non vorrei essere tacciato dello stesso razzismo di cui è accusata la signora).
Siamo divisi, dentro la comunità. Fuori dalla comunità.
Ognuno concentrato a difendere il proprio piccolo privilegio, lavorativo, affettivo, amicale, di categoria.
I gay non possono difendere i migranti dal razzismo, perchè i migranti sono omofobi, i gay non possono solidarizzare con le mamme di Roma rimaste senza asili nido perchè cosa c'entriamo noi con gli etero.
I gay di sinistra non possono marciare nello stesso pride organizzato dai gay di destra (poco importa se nella piattaforma si parla di antifascismo...).
Lo stato, il potere, i media, sono riusciti a dividerci, a parcellizzarci.
Come storicamente divisi sono stati contadini e proletariato.
Tutti pieni della nostra pochezza, alla disperata ricerca di una identità che significa distinguersi nel dire "noi" che a quanto pare per avere senso prima ancora di essere un "noi" deve essere necessariamente un "non loro".
Ma finché ci sarà un noi opposto a un altro noi da distruggere  finché la solidarietà di classe non riprenderà un posto centrale nel nostro agire politico, finché continueremo a credere che fare politica voglia dire solo "no" "no" e "no" allora non solo le signore di radio padania prolifereranno ma anche noi che ci meravigliamo di quello che dice (mai nella sua interezza però solo per quella parte di categoria che ci tocca più da vicino) non saremo tanto diversi da lei.

I Miracle Players di nuovo on stage


Anche quest'anno i Miracle Players tornano a far ridere, in inglese, giocando sulla storia di Roma antica. Lo spettacolo di quest'anno si intitola The History of Rome, part One ideato per il 12mo anno  di spettacoli dei Miracle Players allestiti nel foro romano,  si ispira a fatti raccontati da Svetonio, Plutarco, Livio, Cicerone Shakespeare e... i Monty Python!
Per chi non li conoscesse già, i mie lettori dovrebbero, visto che già ne parlai, qualche annetto fa, i Miracle Players fanno dello splendido teatro di strada, gratuito (con una libera offerta dopo lo show) coniugando un alto standard recitativo con l'estro della recitazione all'aperto, fatta da un pubblico eterogeneo (e tra gli spettatori c'è sempre qualche fortunato che si trovava lì per caso) ma colto e sensibile a un testo che fa uso con ironia di citazioni che riguardano la storia di Roma e non solo.
Lo spettacolo va in scena  tutti i venerdì, a partire da domani sera, alle 19 e 30 in punto (così poi potete andare a cena o dove vi pare) ma vi consiglio di arrivare prima per trovare posto sulla gradinata della chiesa, nella piazza prospiciente il Carcere Mamertino.


Non ho più visto i Miracle Players da quando Frances non c'è più. Già nell'estate 2008 impegni di lavoro l'avevano tenuta lontana dalle scene. Poi l'improvvisa scoperta del suo male e la morte rapidissima l'hanno strappata dalle scene  e da questo mondo.


Quest'anno spero di riuscire a vederli di nuovo.
Fino ad allora voglio ricordare uno degli spettacoli che vidi, quando Frances era ancora parte integrante del gruppo, con alcune fotografie che ho appena "ritrovato".












Lo spettacolo in questione è Caesar More then Just a Salad.

15 giugno 2010

Margherita Hack sula legge bavaglio

La morte in vita di Ida Magli

Stavo scrivendo un post contro i mondiali di calcio. Volevo citare un vecchio articolo di Ida Magli, del 1980-
Ida Magli, antropologa. Mia professoressa all'università, quella che mi ha aperto gli occhi al mente e il cuore su molti nodi centrali del mio pensiero politico, etico e scientifico.
Sapevo di un suo recente arroccamento su posizioni conservatrici, i libri scritto contro l'Europa. Ho smepre pensato si trattasse di fraintendimenti, il pensiero di un'antropologa, la sua ricerca, lavora sempre con i cliché e i luoghi comuni, per capirli, analizzarli e capovolgerli, proprio come faccio io, nel mio piccolo , a scuola. Non ho mai approfondito le sue pubblicazioni a partire dal 2000. Ora leggo alcuni suoi articoli su giornali improponibili e scopro che non è la stessa persona che ho conosciuto io 25 anni fa. Dice cose senza senso, razziste, xenofobe, illogiche, deliranti, proprio come Oriana Fallaci, che almeno ha avuto il buon gusto di morire di cancro (il minimo per una che solo col pensiero compiva crimini contro l'umanità). Classe 1925 Ida Magli sta gettando alle ortiche tutto il percorso e il lavoro compiuto in precedenza. Anche perchè, per i furbetti della parrocchia sinistra, quei compagni nelle intenzioni ma fascisti nei metodi e nell'animo, è facile citare brani del suo pensiero critico, estrapolandolo e stravolgendolo. Fa gioco ai discorsi seri di ieri i deliri di oggi.
Eppure devo prendere atto delle ecolalie di questa donna ormai morta culturalmente, svuotata di ogni pensiero critico, inrachititasi su schemi di pensiero aridi e senza senso che si sorreggono solo per la spigolosità del loro ovvio razzismo, della loro xenofobia. Ma non solo. Magli scrive contro i trapianti, contro l'Europa (anche se in quel caso il discorso è un po' più complesso).
Prego solo tutti quelli che mi conoscono o mi leggono e che mi hanno sentito vantare discendenze dall'antropologa di non commisurarmi col pensiero contemporaneo della donna, ma con quello ormai lontano dell'antropologa. Un pensiero che è ancora valido, che fa parte di me e che difendo anche se la sua autrice lo ha tradito regredendo a posizioni insostenibili anche per molti fascisti (si fa per dire...).

Anche così mal ridotta Ida Magli suo malgrado ahilei, offre però l'occasione di un osservatorio antropologico e sociologico non indifferenti.

Prendiamo per esempio il suo articolo Vietiamo agli immigrati di comprare case e terreni pubblicato su Il Giornale il 28 Aprile 2008:

Genova non appartiene più ai genovesi. Il centro storico è stato comprato, un pezzo alla volta, un negozio alla volta, dagli immigrati africani, in maggioranza marocchini e tunisini, e i genovesi vi si sentono ormai stranieri; non osano quasi più attraversarlo, tanto meno passeggiarvi. Le moschee vi pullulano e nessuno può validamente opporsi all'erezione della moschea principale, di faccia al Duomo.
Firenze non appartiene più ai fiorentini. Il centro storico è stato comprato, un pezzo alla volta, un negozio alla volta, dagli immigrati africani e i fiorentini vi si sentono ormai stranieri; non osano quasi più attraversarlo. Ricchissimi «sceicchi» hanno acquistato i palazzi intorno al Duomo, anche quelli abitati da secoli dai discendenti di Dante. Evidentemente il Sindaco non vi ha trovato nulla da eccepire, e adesso ha la soddisfazione di affacciarsi dal suo ufficio sulle grida dei venditori e sugli effluvi di aglio provenienti dalle cucine musulmane. I negozi africani vendono ai turisti, sotto il naso dei fiorentini impotenti, borsette di autentico «cuoio fiorentino» conciato in Cina e, malgrado l’estrema battaglia ingaggiata da Oriana Fallaci, le moschee prosperano al pari dei commerci.
Roma non sta meglio. Gran parte del centro, a cominciare dalla Basilica di S. Maria Maggiore fino a Piazza Vittorio e a S. Giovanni, appartiene agli immigrati, soprattutto cinesi e africani (ma a Roma sono presenti quasi tutti i gruppi etnici esistenti al mondo). Comprano tutto quello che possono, convincendo facilmente i proprietari con l’abbondanza di denaro contante che possiedono, senza dilazioni o mutui, cosa che nessun italiano può permettersi. I cinesi, poi, sono silenziosissimi. Non salgono quasi mai alla ribalta delle cronache perché obbediscono, senza osare lamentarsi, a una disciplina ferrea, lavorando in modo disumano, al di fuori di qualsiasi normativa igienica e sindacale. Quando si ammalano o quando partoriscono ricorrono alle cure di un proprio medico allo scopo di non far scoprire il loro numero effettivo. Ci si accorge della loro presenza soltanto dalla lingua delle insegne. La questione delle insegne dei negozi, del resto, è di per sé indicativa del disprezzo dei Sindaci verso la propria città. Neanche i benemeriti Sindaci di Roma, tanto solerti verso la cultura, hanno ritenuto doveroso imporre ai nuovi padroni almeno l’uso della doppia lingua sulle insegne dei negozi.
È urgente, dunque, emanare una legge che vieti l’acquisto di terreni, di edifici, di locali agli stranieri. Si tratta di una normativa talmente ovvia che esiste in quasi tutti gli Stati, anche in quelli africani dai quali provengono molti dei nostri immigrati acquirenti; la sua mancanza è sufficiente da sola a testimoniare della spaventosa indifferenza dei governanti verso il territorio italiano. Bisogna anche precisare che l’Italia ha l’obbligo di derogare, in difesa della propria esistenza, dalle normative riguardanti i cittadini degli Stati che fanno parte dell’Unione europea. Comportarsi come se l’Italia fosse un Paese uguale agli altri sarebbe stupido, oltre che falso, visto che venire in Italia è stato da sempre il sogno di tutti. Inoltre noi siamo troppi e il territorio italiano va salvaguardato dall’eccesso demografico non soltanto per la sua intrinseca fragilità ma anche per la sua bellezza paesaggistica.
Spetta al nuovo governo provvedere in fretta dato che nessuno ha dubbi sul fatto che il successo elettorale del centrodestra sia dovuto soprattutto alla insofferenza della maggior parte della popolazione nei confronti della immigrazione. Un’insofferenza che ha profonde motivazioni psicologiche oltre a quelle concrete e che si estende ad aspetti che di solito i governanti non prendono in considerazione quando si occupano della «sicurezza». Ma se è vero che gli italiani hanno deciso di riprendere in mano la propria vita e il proprio futuro provocando l’attuale terremoto politico, è perché non ne potevano più di non avere diritto a custodire il patrimonio che con tanta fatica hanno conquistato: la propria terra. Non ne potevano più di essere oppressi dalla invasione di stranieri e dalle conseguenze inevitabili che tale invasione porta con sé. Si tratta di conseguenze che vanno molto al di là del pur grave assedio dei crimini quotidiani. Nessuna «sicurezza» è possibile a un popolo che non possieda un territorio ben delimitato e chiuso, così come ogni individuo si sente al sicuro soltanto se possiede una casa nella quale nessuno possa entrare. L’Italia è diventata negli ultimi anni terra di approdo per chiunque. Ma un popolo è tale appunto perché possiede un territorio. I «confini» esistono e sono sempre esistiti, in ogni tempo e in ogni luogo, perché delimitano la sacralità dello spazio nel quale vive un determinato gruppo di uomini. Chi non sa che si deve mettere i piedi in un solco d’acqua per attraversare il confine di alcuni stati? L’acqua segnala appunto la necessità di una purificazione per entrare nel territorio altrui. Ma anche il «tappetino» davanti alla porta di casa segnala, sotto la debole razionalizzazione del pulirsi le scarpe, la sacralità del nostro territorio.
Ora dimentichiamoci per un attimo dei deliri di questo articolo (sic!).
Ognuno può commentarlo come vuole, va da sé.

La cosa interessante è invece soffermarsi sui commenti dei lettori che offrono una casistica davvero ampia e completa dell'italico pensiero sull'argomento sollevato dalla (ex?) antropologa.

c'è chi ignora la storia italiana

Be', mi dicono che non sia facile per un italiano comprare un immobile nella vicina Croazia, specie in Istria, Fiume, Dalmazia, cioè in territori ex-veneziani. Chi è più informato di me mi smentisca. Qualche lettore che ora si strappa le vesti per l'articolo della dott.Magli, se le è mai strappate per questa discriminazione? (Cyclamen)
Chi ne fa una questione di pura convenienza

La mia casa dovrebbe valere circa 400.000 euro. Giuro che se un immigrato, un rom, uno qualunque me la pagasse in contanti, gliela venderei in un minuto. Pecunia non olet. E questo vale per tutti (a buon intenditor...) Non è non vendendo case o terreni che si risolvono certi problemi, ma con l'azione ferma e duratura delle amministrazioni centrali e locali, che sappiano discernere, e ci vuole poco in tempi brevi, l'onesto dal delinquente ed agiscano di conseguenza La signora Ida Magli, dopo il suo articolo che tocca tutto lo scibile umano e non, faccia proporre ed approvare una legge che permetta l'espulsione di tutti i non italiani, in regola e non, poi andrà lei a fare la badante, mentre pulisce le strade o i cessi, mentre coglie i pomodori e concia le pelli ecc., ossia tutti i lavori che gli italiani, gran signori, non vogliono piu' fare. Suggerisco alla signora Magli di traslocare sulla luna, l'altra faccia però, così il suo sguardo non sarà offuscato da questa miseria umana. Buon viaggio. p.giorgio
Chi richiede leggi evidentemente solo per i migranti (perchè se le stesse venissero applicate anche ai cittadini italiani nessuno potrebbe acquistare checchessia)

l'articolo,in se,non mi dispiace,ma,per il semplice fatto che un cittadino straniero acquisti un immobile in italia non per questo bisogna negargli questa possibilità.semplicemente per alcuni punti:1) se il soggetto che compra è un cittadino esemplare,paga le tasse,nom commette reati,sarebbe incostituzionale tale divieto. 2)non esiste in nessun paese del mondo che un integrato abbia dei limiti e dei diritti. 3) solo nei paesi socialisti esistono divieti tassativi:anche perchè è tutto dello stato.. ci sarebbero altre forme per controllarne la liceità.ad esempio chiedere prima da dove provengono i capitali, se il soggetto ha dei precedenti penali per reati contro il patrimonio che gli consentano l'acquisto e non attraverso i suoi cespiti. e se ricorressero estremi fondati di un reato sequestrare tutto fino a fine inchiesta, e se dalla medesima, risultasse il dolo verso terzi risarcirli quanto sequestrato. infine se parlassimo di sicurezza dovremmo far si che la chiesa se ne stesse al di fuori dalle nostre questioni interne, anche perchè è stata in gran parte colpa della caritas che, accogliendo indiscriminatamente tutti senza avvertire nessuno, li ha illusi dendo la sensazione che in italia comandasse la chiesa..ma li soccorreva con i nostri soldi..forse che noi entriamo nelle loro faccende? con i loro pedofili, che ci sono costati milioni euro,a noi, e non a loro. e tanti di quegli assistiti hanno,poi acquistato la casa, risparmiando,certamente, saluti.Roblanf41
C'è chi in barba all'articolo 19 della nostra Costituzione vuole vigilare affinché appartamenti locati per uso abitazione non divengano luoghi di culto
Mi paiono eccessivi il titolo e il contenuto dell'articolo.. vietare l'acquisto di beni mi pare sbagliato, specialmente in una società che aspira alla libertà di potersi permettere la proprietà privata.. Non mi risulta che esistano Paesi occidentali dove sia proibito a chi paga di acquistare beni immobili.. Esistono, soprattutto in Italia, leggi sulla destinazione d'uso degli immobili (appartenenti a cittatini italiani o stranieri) quindi si, al vigilare che le attività ospitate da tali immobili siano conformi alla legge (un appartamento di due locali mi pare inadeguato ad ospitare un luogo di culto, moschea o pagoda che sia..) Proibire no, ma vigilare si.. lo spirito dovrebbe essere questo, per tutelare i cittadini italiani e anche coloro che in Italia vengono per lavorare, onestamente e farsi una vita migliore..  (pdavide)

Odio verso la chiesa perchè accoglie chiunque (beh quasi chiunque... ma quello è un altro discorso...) richieste di controlli sulla legale provenienza del denaro non come principio democratico di trasparenza ma perchè si presume che se un migrante (=morto di fame) ha dei soldi sono di provenienza illecita (e Berlusconi cosa dovrebbe dire allora?), migranti come servi per lavori umili che non vuole fare nessuno (il che è vero, ma i migranti sono tollerati solo per questa funzione che hanno, come dire che sfruttatori opportunisti gli italiani...), bell'immagine che traspare degli italiani, nevvero?

Purtroppo la democrazia che dà diritto di parola a tutti deve fare i conti col non pensieri di chi scrive quel che pensa senza controllare se quel che pensa abbia un senso, come fa questa signora
.e sono d'accordo con artemisia: innanzitutto i miei nonni sono andati in America a lavorare e solo dopo avera avuto un regolare contratto di lavoro hanno potuto prendere casa in affitto e porare con loro le figlie, ma dopo aver passato la quarantena!!!Idem per la Svizzera! Per favore non diciamo baggianate: gli italiani all'estero hanno ci come no portato anche la mafia, la malavita, ma si sono sicuramente integrati! sono diventati parte integrante e fondamentale dell'economia del paese e della cultura locale...qua invece non succede questo: lo straniero non si integra, non si adatta, non RISPETTA! Una cosa: anche io sono cresciuta in una famiglia la cui educazione è basata sul rispetto altrui , sull'amore e sulla pacifica convivenza...il discorso è un'altro: a me fa davvero male dover condurre, vedere condurre la mia famiglia, una vita di perenni sacrifici, di rinunce (negli ultimi anni anche per le cose più "banali")perchè lo Stato italiano in nome dell'uguaglianza privilegia chi viene dall'estero...la verità è che gli stranieri sanno di poter venire a fare TUTTO quello che vogliono, di riuscire a farla franca, tanto le leggi italiane oramai sono solo per loro!Io una casa non penso purtroppo di poterla comprare mai....gli extracomunitari invece si...eccome!e ancora non ho capito come....bah....buon appetito!

se la signora non ha i soldi per comprarsi l'appartamento la colpa è del migrante che lo può...

Certo, nonostante l'orientamento politico del giornale sia chiaro ci sono anche interventi di diversa natura,
Evidentemente la signora Magli vorrebbe verificare prima il DNA di un compratore di case, prima che avvengano le transazioni. Perché non distribuire una patente di etnia? Eppure sarebbe curioso come potrebbe un figlio di immigrata sposata con un italiano (orrore! un mezzosangue!) barcamenarsi con il divieto che la signora Magli desidera. Evidentemente sarebbe, la signora Magli, felice di vedere un bel cartello all'ingresso delle agenzie immobiliari con la scritta "Vietato l'ingresso ai cani e agli ..." (prego sostituire i puntini a scelta con: arabo, palestinese, pachistano, magrebino, albanese, romeno, omosessuale, ebreo, eccetera). E perché non renderli immediatamente riconoscibili, questi barbari che ci hanno invaso? Una bella fascia al braccio sarebbe utilissima.(Variatio5)

Si tratta di pochi rari interventi...

Ecco credo che questo articolo stani i razzisti, gli xenofobi, gli ignoranti, i deficienti che vivono in Italia (e sapiamo chi votano) una volta Ida Magli li studiava e ci istruiva (a noi studenti) su come disarmare questo non pensiero. Oggi purtroppo anche la sua intelligenza è morta e si  lasciata affogare dalla merda italiana, quella che molti vorrebbero preservare...

7 giugno 2010

La cultura è futuro! Oggi tutti a Piazza Navona!

Oggi 7 giugno 2010 alle 15, 
in piazza Navona, 
a Roma, 
è stata indetta una  
manifestazione a sostegno della Cultura italiana, contro i tagli previsti dalla recente manovra finanziaria e dal decreto Bondi

La manifestazione è organizzata dal MovEm09 Movimento Emergenza Cultura Spettacolo Lavoro (Movimento culturale che raggruppa tutte le associazioni e sigle sindacali del mondo della Cultura e dello spettacolo), da CiGL, CISL, UIL, FNSI e USIGRAI.

In Italia, pezzo dopo pezzo, si sta cancellando il sostegno statale alla Cultura con la scusa di voler razionalizzare la spesa. Sia che si creda la cultura superflua, sia che, come più probabilmente è vero, si creda che la cultura sia un pericolo perchè allena le menti alla critica, invece di rifromare il sistea di finanziamenti lo si sta semplicemente cancellando.

Ma un paese senza cultura è un paese senza futuro e dunque senza storia.

Vieni anche tu alla manifestazione per gridare pacificamente che la Cultura è strategicamente vitale per qualsiasi nazione, che estromettere la cura della Cultura dallo Stato non è nocivo solo per chi, nell' ambito della Cultura, ci lavora, ma è dannosa per l'intera società!
Come dannosissima è la progressiva limitazione alla libertà di informazione.

APPUNTAMENTO OGGI 7 GIUGNO 2010 A PIAZZA NAVONA DALLE ORE 15.00 IN POI

5 giugno 2010

Vegetariani? No grazie!

Anche io, nel lontano 1986 sono stato vegetariano per quasi un anno.
Lo facevo per scelta politica, per difesa degli animali, ma non perchè pensassi che fosse di per sé un peccato uccidere degli animali per nutrirsene. Ritenevo, come ritengo ancora, crudele e criminale infliggere loro sofferenze inutili per ragioni economiche ma non credo sia crudele tenere una mucca nella stalla, farla pascolare, per consumarne il latte e, una volta uccisa, le carni e la pelle. Dipende da come tieni l'animale in vita. Non dal fatto che lo uccidi per nutrirtene. Trovo tutte le teorie sull'aggressività che deriverebbe dal mangiare carne infondate visto che Hitler era vegetariano eppure...
on mangiare carne è una scelta culturale politica, etica, che rispetto, ma non hanno alcuna base scientifica le teorie che collegano carne a cancro e a tutto il resto.
L'opzione carnivora per noi p naturale visto che ci siamo evoluti così e ci sono migliaia di animali che si nutrono di carne cruda, o di animali che si nutrono di altri animali, magari mangiandoli vivi.
L'argomento è di quelli difficili lo so, ricordo feroci discussioni tra amici, a Parigi, nel 1987, ne risi perchè c'era una scena simile nell'ultimo (per allora) film di Rohmer.
Ho smesso di essere vegetariano presto. Posso rinunciare alla carne e al pollo ma non al tonno e a del buon San Daniele.
Da allora sono diventato consapevole sempre di più su come vengono trattati gli animali dalle mucche alle galline ma trovo che se si tornasse agli allevamenti di una volta, se l'animale fa una vita libera non sia eticamente disdicevole nutrirsene. Certo anche il consumo di carne rientra nel problema dell'abnorme ma là dove i vegetariani ci vedono un problema per salvare i poveri fratelli animali io vedo il problema del disboscamento del pianeta per lasciare spazio ai bovini allevati per i Mc Donalds che non ha nulla a che fare con l'idea che nutrirsi degli animali sia di per sé sbagliato. Se li rispetti quando sono in vita, per me sì può.
E' solo la mia opinione, un mio punto di vista laico, sì laico, perchè spesso mi capita di leggere articoli e post contro chi si nutre di carne che contengono considerazioni diversissime per scientificità e ambito di pertinenza che sfociano spesso nell'ascesi che mi puzza sempre troppo di religione, o new age, che, un fondo, è la stessa cosa.
Ci sono sempre mitologie credenze non scientifiche e considerazioni risibili (o inquietanti, come vedremo) in questi articoli.
Stasera mi è capitato un post. L'ho letto grazie al mio amica Luca De Bei (non me ne voglia) che lo ha postato su facebook.
Il 6titolo del post che Luca cita è Tossicologia - L'avvelenamento e il doping da carne.
é pubblicato sul sito La vera bestia, che lo ha quotato a sua volta dal sito
Disinformazione che a sua volta (peggio delle scatoel cinesi!) lo ha citato dal blog di Valdo Vaccaro che è l'autore del post (cognome singolare per uno che è contro il consumo della carne, ma, naturalmente, il cognome non ce lo scegliamo...).

Il post è lunghissimo ma vale la pena leggerlo sia per le cose che dice sia, soprattutto anzi, per i collegamenti le allusioni e le cose implicite (non esplicitamente dette) che afferma. Chi vuole leggerlo tutto può farlo tramite uno dei link che vedete subito sopra, di seguito riporto alcuni brani e vi propongo alcune mie considerazioni..

quanto succede a questa massa di creature sfortunate e abbandonate temporaneamente da Dio

Ok può essere un modo come un altro per dire questi poveri animali senza nessuno che li difende... Però animali abbandonati da dio non so mi fa alzare un sopracciglio in senso di perplessità.

Creature inermi, pacifiche, intelligenti e senzienti

Lo so siamo di nuovo nell'innocuo armamentario retorico di chi cerca di validare le proprie idee ma come disse in Star Trek IV The Voyage Home la dottoressa Dr. Gillian Taylor Io non commisuro la mia compassione per gli animali in base alla loro intelligenza. Anche se non fossero inermi, né pacifici, né intelligenti io sarei indignato allo stesso modo per come vengono allevati, sfruttati, torturati, gli animali da carne al giorno d'oggi...

Diciamo pure che per fare gli allevatori, i macellai, i commercianti di bestiame, serve una durissima e ruvida scorza di pellaccia e una massa ossea impenetrabile intorno agli occhi, alle orecchie, al naso, al cuore e al cervello.
Non per niente Pitagora rifiutava persino di incontrare o di incrociare per strada questa categoria di persone, per l’imbarazzo, l’avversione e il disgusto che gli procuravano.


E no scusate. Qui si fa un passaggio importante senza che venga esplicitato.
Un conto, infatti, è denunciare le terribili condizioni in cui, per sfruttamento di massa e solo per tornaconto economico, gli animali sono allevati un conto è equiparare questo sfruttamento crudele e non curante della dignità di esseri viventi degli animali con il principio che l'uomo se ne possa nutrire
Pitagora infatti non criticava i "macellai" per lo sfruttamento di massa di oggi ma perchè uccidevano gli animali per nutrirsene tout court.
Qui l'autore del post sta equiparando chi sfrutta gli animali per tornaconto incurante delle pene inflitte con chi, pur rispettandoli in vita li uccide per nutrirsene. E' un paragone proditorio perchè sono due considerazioni diverse che partono da principi diversi.

NESSUN ANIMALE DEVE ESSERE TORTURATO
non è esattamente lo stesso di
NESSUN ANIMALE DEVE DIVENTARE CIBO.

Ma, non appena se ne accorge grazie alle sue sensibilissime antenne telepatiche

ecco che fa capolino l'irrazionalità, la new age, le credenze a metà tra la superstizione e la religione, di molte considerazioni di chi è vegetariano.

i suoi muscoli già induriti dalla immobilità della stalla-carcere, si bloccano del tutto per un paio di giorni almeno e la sua carne diventerebbe durissima e inutilizzabile dopo l’assassinio in tale stato.
Di quali stalle prigione sta parlando di quella ai tempi di Pitagora o di quelle di oggi?
Eppure non sono la stessa cosa...
Per renderla meno dura, per far sì che la sua bistecca diventi più morbida e masticabile, l’animale viene lasciato a digiuno prima della barbara esecuzione.
Con questo stratagemma, diminuisce la concentrazione di proteine fibrillari, cala il glucosio nel sangue e aumenta l’acqua trattenuta nella muscolatura.
E le fonti? Come si fa a fare affermazioni del genere, che richiedono competenze specifiche, senza citare uno straccio di fonte?

E, mentre l’anima sua vola al più alto dei cieli indurita dalle sofferenze inflittegli
Siamo sicuri che non si stia riferendo davvero alla presenza dell'anima?

Inizia qui una serie di affermazioni risapute, altre da approfondire, insieme a considerazioni pittoresche, dove ai accusano solo i macellai che ci vendono la carne (e non gli allevatori... perchè?) dove però il discorso perde in lucidità e oggettività e diventa un pour parler priva, almeno per me, di ogni interesse, anche di controbattere...

Finché arriviamo a un punto che mi ha fatto rizzare tutti i capelli in testa e sapete che li ho belli lunghi...

Dopo aver confuso i normali processi chimici della putrefazione con gli elementi patogeni della mucca pazza (?!?!) il nostro arriva a dire :
Tutte cose che si ripercuotono pesantemente sul consumatore, causando femminilizzazione nei maschi e cancri nell’apparato genitale femminile (come nel caso del dietil-silbestrolo)

Femminilizzazione dei maschi?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!!?!?!?!?!?!?!?!?!

Lascio all'intelligenza delle mie lettrici e dei mie lettori ogni commento


Il resto dell'articolo è puro terrorismo. Descrive quel che avviene nel nostro intestino (quello che milioni di anni di evoluzione hanno portato il nostro intestino ad essere) come a un disastro fisico per aver ingerito qualcosa che non è naturalmente prevista... e le fonti?!?!

Arriva ad affermazioni quali Nel colon proliferano poi i terribili batteroidi e bifido-batteri, che sono i battistrada del cancro senza uno straccio di prova. Insomma questo post non è di alcun interesse. Non esprime nemmeno opinioni ma fa puro terrorismo culturale.

Non ho le competenze mediche né il tempo per documentarmi su tutte le affermazioni che ci sono nel seguito del post. Non ho pregiudiziali di alcuna sorta. Se è vero che il nostro intestino è stato pensato dall'evoluzione non carnivoro mi farebbe piacere leggere dei testi, sapere chi dice cosa e perchè.
Ma questo modo di portare dati e fare considerazioni senza dare alcuna fonte non mi piace, mi insospettisce, al limite mi fa venire voglia di documentarmi ma mi fa anche diffidare dalla precisione e dell'affidabilità di chi scrive.

Il motivo che mi ha indotto a scrivere questo lungo post sta in alcune considerazioni del nostro autore che trovo insostenibili, da censurare e che, sono sicuro, al mio amico Luca (e tutti quelli che hanno postato questo articolo prima di lui) sono sfuggite.
Almeno spero.

Se chi ci ha disegnati e creati ha previsto che l’adulto sano deve fare 3 ore al giorno di intensa attività fisica

Mmm chi ci ha disegnati e creati??? Ma non aveva parlato che TUTTI gli antropologi dicono che il nsotro intesti si è evoluto vegetariano?
Mah

Se il creatore ha stabilito che ogni diverso maschio adulto e sano si mantiene tale con tre rapporti sessuali al giorno, o alla settimana, o all’anno, da eseguirsi con emozione ed entusiasmo, e non per costrizione, noia o abitudine, l’eccesso procurerà debolezza ed esaurimento, la scarsità darà origine nei maschi ad accumuli di tensione e a incrementi di testosterone, a canizie precoce e magari pure ad un atrofizzasi degli organi in disuso.
Nelle femmine invece, la scarsità di rapporti produrrà sintomi noti come il complesso della zitella, con una certa acidificazione del carattere, o una tendenza alla mascolinità sociale, all’attivismo sfrenato in attività economiche o sociali.
Quindi una donna che fa sfrenato attivismo sociale o in attività economiche è una che scopa poco...

Luca, e tutti gli altri, ma vi rendete conto di chi state citando?

Un maschilista sessista misogino che parla di "ordine naturale"...

Allontanarsi dagli schemi naturali comporta dunque immancabilmente dei costi bene individuati e soppesati dai ricercatori e dagli scienziati dei vari settori.

Di nuovo, senza uno straccio di fonte.

I motivi del vegetariani sono seri e vanno affrontati seriamente, non come fa questo tizio che parla tanto per parlare ma fa alla causa vegetariana un pessimo servizio.
E se chi segue seriamente la via vegetariana, come fa Luca, che conosco, cita fonti discutibili come questa mi perdonerete se, momentaneamente, rimando al mittente tutto il discorso, in attesa di argomentazioni fatte con meno approssimazione, scevre da ogni pregiudizio contro le donne, dove non si parli di dio, di anima né di telepatia, insomma un testo che dimostri, come so, perchè ne frequento diversi, che i vegetariani e le vegetariane non sono così sprovveduti, new age, misogini maschilisti e sessisti come l'autore di questo post infame.
E adesso scusate vado a mangiarmi una bella fetta di prosciutto.

3 giugno 2010

2 Giugno 2010: morte della Repubblica

Come saprete tra i tagli della finanziaria di Tremonti (il vero Presidente del Consiglio) nel fatidico elenco di 232 enti e fondazioni che pur non essendo cancellati (come invece capita all'ETI) sono stati de finanziati, cioè non prendono più un soldo dallo stato, c'è anche il Centro Sperimentale di Cinematografia. Per il momento l'elenco p stato stralciato dalla finanziaria, grazie all'intervento di Napolitano. Bondi sta vagliando come e dove tagliare i quasi 11 milioni di euro che riguardano la cultura che il governo ha deciso di tagliare, la crisi al CSC può essere dunque al massimo rinviata.
Gli studenti del Centro hanno occupato la scuola in segno di protesta e anche per avere un presidio di rappresentanza in vista di chissà quali sorprese.
Ieri, in occasione delle celebrazioni per la festa della Repubblica, undici allievi del Centro Sperimentale si sono recati presso l'altare della Patria per manifestare pacificamente con uno striscione (sul quale era scritto “Cultura: Omicidio di Stato”) dei palloncini colorati e una telecamera per documentare la protesta. Il gruppo è stato circondato da circa 30 poliziotti prima ancora che riuscissero a srotolare lo striscione. Circondati gli studenti alzano le mani in segno di resa. I poliziotti strappano i volantini e li costringono a chiudersi in gruppo. La telecamera viene strappata di mano senza motivazione.
Vengono condotti al Commissariato Trevi Campo Marzio, dal quale saranno rilasciati solo alle 20 di ierisera.
Inizialmente gli studenti credono che si tratti di un semplice controllo (alcuni di loro non hanno il documento con sé) ma poi scoprono che tutti e undici sono stati denunciati per manifestazione non autorizzata, turbativa e molesta, rifiuto di declinare le proprie generalità personali (falso!) e per inosservanza di un provvedimento dato dall’Autorità di P.S. Tutti e undici si sono rifiutati di firmato il verbale in quanto non corrispondente a verità.

Ora, al di là di alcune ingenuità dei manifestanti (informare la Digos di quanto volevano fare che sicuramente li avrebbe fermati, essendo la manifestazione del 2 giugno blindata, andare tutti provvisti di documento) ingenuità che si legge anche tra le righe del comunicato stampa del quale mi sono servito per scrivere parte di questo post (la polizia non chiede nulla, né se i ragazzi fossero in possesso di un permesso né perché fossero lì la polizia non deve chiedere, se la manifestazione era autorizzata la polizia lo avrebbe già saputo non essendolo...) è inaudito che lo Stato si accanisca con tanta forza contro gli unici a difendere la cultura, i nostri giovani, quelli che nel futuro sosterranno le sorti del Paese mentre potrebbe accanirsi sugli evasori fiscali (evasione stimata sui 200 miliardi di euro l'anno)dai quali si potrebbero prendere i soldi che lo stato ruba al sistema culturale italiano che è già sostentato con i fondi più bassi d'Europa un misero 0,16 per cento del Pil (mediamente gli altri paesi della Eu spendono l’1,4 per cento fonte Italia dall'estero) trattenendoli sino alle 20 per un semplice accertamento.
Spero che qualche parlamentare abbia la decenza di fare una interrogazione al governo,a cl capo della polizia. Altrimenti vuol dire che in questo paese non c'è più alcuna forma di diritto e tanto vale emigrare chiedendo asilo politico.

Per seguire le sorti degli undici fermati, accusati di reati gravi, e tenervi informati sulle attività del csc occupato potete leggere qui.

Teniamo d'occhio questi ragazzi, Che non venga loro fatto alcun male.

1 giugno 2010

Tagli alla cultura: Tremonti peggio di Goebbels


APPELLO
SOSTENIAMO L’ENTE TEATRALE ITALIANO

La manovra finanziaria del decreto Tremonti colpisce al cuore la cultura in Italia.

Dentro un disegno generale che in modo indiscriminato unisce organismi già in liquidazione con strutture professionali di alta competenza, si colloca la soppressione dell’Ente Teatrale Italiano, unico istituto nazionale di promozione del teatro e della danza italiana che così perdono il riferimento concreto indispensabile al loro lavoro e sviluppo.

Si precisa che l’ETI non è incluso nella lista dei 232 enti, fondazioni e istituti culturali, “definanziati” ma non soppressi, che sarebbe stata stralciata secondo le ultime notizie pubblicate dalle principali testate nazionali.

L’ETI è l’unico soggetto di natura culturale presente nell’elenco dei 27 Istituti Pubblici, principalmente a carattere scientifico e di ricerca, che la manovra intende sopprimere (art. 7 comma 18 e allegato 2 del Decreto).

Sopprimere l’ETI significa:

• Estromettere l’Italia dal consesso delle altre nazioni europee, dotate tutte di istituti di promozione che, come l’ETI operano, con modalità autonome e in diretto rapporto con gli artisti, per valorizzare gli scambi internazionali come fattore di crescita culturale e opportunità di nuovi mercati.

• Sottrarre ai cittadini e agli artisti tre importanti teatri storici in altrettante città italiane (Roma, Firenze, Bologna) perdendo la ricca offerta culturale e artistica assicurata dalle professionalità che vi lavorano.

• Lasciare più soli gli artisti e i professionisti del teatro e della danza, nella ricerca di un sostegno progettuale organico.

• Togliere alle professionalità dello spettacolo dal vivo uno strumento di servizio, di informazione e networking.

• Rinunciare ad una risorsa strategica nell’attuazione delle politiche culturali di sistema nel contesto europeo e internazionale.

• Interrompere progetti di sviluppo rivolti ai nuovi talenti artistici, alla integrazione delle risorse pubbliche, alla concertazione tra Stato e Regioni, a processi innovativi nella gestione dei teatri.

• Mettere a rischio il posto di lavoro di decine e decine di lavoratori ad alta e specifica competenza, depauperando il sistema teatrale di un prezioso patrimonio di professionalità.

• Bruciare una filiera di attività economica e di indotto con un’ulteriore riduzione di posti di lavoro.

• Annunciare e realizzare un’operazione di facciata, priva di reali effetti sul bilancio pubblico.

I lavoratori tutti chiedono che l’ETI sia cancellato dalla lista degli enti da sopprimere e invitano gli artisti, gli operatori, i cittadini a firmare questo appello contro un ennesimo e insensato attacco alla cultura italiana.

I dipendenti dell’Ente Teatrale Italiano e dei teatri direttamente gestiti: Teatro Duse di Bologna, Teatro della Pergola di Firenze, Teatro Valle di Roma

E' in atto una carneficina culturale. L'ETI soppresso, il Centro Sperimentale di Cinematografia senza fondi (anche se il Presidente della Repubblica ha stralciato l'elenco degli enti dal decreto legge gli studenti del CSC sono in agitazione e hanno indetto una conferenza stampa per domattina, più avanti potete leggere il comunicato), due pietre miliari della cultura italiana distrutte, messe a tacere. Per Tremonti e il governo di cui fa parte, ma, duole ammetterlo, anche per una buona metà degli italiani (esagero?), la cultura è un qualcosa di superfluo che, in tempi di crisi si può pure rinunciare, come si rinuncia al caviale. Ma la cultura è pane, pane quotidiano e toglierlo fa morire i cervelli, le coscienze, il libero pensiero e il senso critico.

A quando un assalto ai palazzi del potere stile presa di Bastiglia?


Gentili signori e signore, vi ringraziamo per l’attenzione che ci concederete.

Sebbene il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano abbia appena stralciato la lista dei tagli agli enti culturali siamo consapevoli di essere dei “sopravvissuti”, e non sappiamo comunque in che misura e fino a quando.

Siamo certi di non essere i soli a trovare inammissibile una situazione di precarietà in quello che, e crediamo di non peccare di presunzione, può essere considerato il tempio della Cinematografia italiana.
Per la tutela di un patrimonio culturale che è la nostra Storia, per il prestigio di cui gode presso la comunità internazionale.
Perché è l’unica, e lo sottolineiamo, realtà che provvede alla formazione di giovani talenti e professionisti, che non contribuiranno solamente a nutrire l’industria di settore ma soprattutto ad esprimere l’anima del nostro Paese. Un Paese in ginocchio e in cui, siamo consapevoli, tutte le sfere del sapere e dell’arte stanno pagando il prezzo di dissennate politiche che hanno radici molto profonde nel tempo e nelle coscienze.

Nel corso della giornata gli studenti, i docenti e i dipendenti del Centro Sperimentale hanno dato vita a un dibattito aperto a qualsiasi forma di proposta. Hanno partecipato i rappresentanti dell’ AFAM, DAMS, MOVEM, GENERAZIONE PRECARIA, Citto Maselli, Elio Matarazzo, Michele Pellegrini, Nicola Lusuardi, Gloria Malatesta, Beppe Gaudino.
Il dibattito è ancora in corso, gli allievi con il supporto dei docenti e della direzione hanno deciso di portarlo avanti finché non verranno stabiliti i punti cardine della protesta e condivisi obiettivi e strategie.
Siamo quindi in uno stato di occupazione pacifica.

Domattina alle ore 12.00 è stata indetta una conferenza stampa aperta al pubblico presso l’aula magna del Centro Sperimentale di Cinematografia.
Vi ringraziamo anticipatamente e vi invitiamo a rispondere per confermare l'adesione.

Gli studenti della Scuola Nazionale di Cinema

Intanto ora che l'elenco è stato stralciato, Bondi (quello che Draquila offende l'Italia e che il Maxxi è merito Berlusconi) che non era stato consultato rivedrà coi collaboratori del suo ministero quali enti abolire, quali de finanziare e quali no.
Dalla padella alla brace...
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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