30 dicembre 2007

'fanculo tutti!

...e mentre l'Adusbef sul TG4 fa terrorismo pronosticando aumenti per il 2008 che non propina, pardon, propone, in percentuale ma in non meglio specificate cifre proiettive (400 euro "in più". In più per chi??? Per quale tipologia di famiglia?) e mentre il papa ci ricorda che la famiglia è basata sull'indissolubile unione di un uomo e una donna, e i vip che girano tra Capri e Cortina, e mi accingo, come tutti, come ognuno, a trascorrere una notte di san Silvestro all'insegna della allegria e della felicità (una festa vera dopo anni di solitudine, cercata, forzosa, non mi ricordo più), beccateve st'augurio!


Grazie a Salvatore che mi ha inviato la cartolina!

29 dicembre 2007

a spasso con Silvio

hanno ammazzato Benazir Bhutto


E mentre io girovagavo per Roma e Silvio cercava di sottrarmi alla febbre da shopping, nel mondo veniva commessa l'ennesima ingiustizia. Solo stamane apprendo la notizia. E' inutile dire quel che Paesanini farebbe, perché io non sono lui e comunque lo sterminio di tutti i Talebani non la riporterebbe in vita.
Perchè non portiamo la "democrazia" anche in Pakistan?

Benazir Bhutto era la figlia primogenita del deposto Primo Ministro pakistano Zulfiqar Ali Bhutto e di Begum Nusrat Bhutto, quest'ultima di origini curdo-iraniane. Il nonno paterno sir Shah Nawaz Bhutto era invece un sindhi, ed era stato una delle figure chiave del movimento indipendentista pakistano.

Effettuati gli studi intermedi in Pakistan, nel 1973 conseguì la laurea in scienze politiche presso l'università statunitense di Harvard. Si trasferì in seguito a Oxford per studiare politica, filosofia ed economia. Non ancora ventenne, divenne assistente del padre nel suo lavoro.

Tornata in Pakistan dopo gli studi universitari, subì gli eventi che condussero dapprima alla deposizione, quindi all'esecuzione di suo padre per volere del dittatore al potere, il generale Muhammad Zia-ul-Haq, e fu relegata agli arresti domiciliari. Quando, nel 1984, ottenne il permesso di tornare nel Regno Unito, divenne leader in esilio del Partito del Popolo Pakistano (PPP), già presieduto dal padre.

La sua influenza sulla vita politica pakistana restò tuttavia limitata fino alla morte di Zia-ul-Haq (17 agosto 1988). Alle successive elezioni (16 novembre), il PPP ottenne la maggioranza relativa all'Assemblea Nazionale. Benazir entrò in carica come Primo Ministro il 2 dicembre, dopo la formazione della coalizione di governo, divenendo così, all'età di trentacinque anni, la persona più giovane ma anche la prima donna a ricoprire l'incarico in un paese mussulmano contemporaneo.

Fu destituita nel 1990 dall'allora presidente della Repubblica dietro accuse di corruzione,[1] e il PPP perse le elezioni tenutesi nell'ottobre dello stesso anno. Restò a capo dell'opposizione al governo di Nawaz Sharif fino al 1993, quando una nuova consultazione decretò la vittoria del suo partito e l'inizio del suo secondo mandato da Premier. Tale mandato fu nuovamente segnato da accuse di corruzione - che colpirono anche il marito di Benazir, Asif Ali Zardari, vilipeso da un'opinione pubblica condizionata dal potere come "Mister 10%" per le tangenti che avrebbe preteso dagli uomini d'affari - che condussero a una seconda destituzione nel 1996. Dopo questa data e fino alla modifica della Costituzione da parte di Pervez Musharraf (2002) non poté ricandidarsi, essendo esclusa per legge la possibilità di un terzo mandato.

Rientro in Pakistan e assassinio

Trascorsi così otto anni in esilio volontario tra Dubai e Londra, il suo ritorno in patria per prepararsi alle elezioni nazionali del 2008 è funestato il 18 ottobre 2007 da un attentato che ha causato 138 vittime e almeno 600 feriti. Le esplosioni hanno avuto luogo a Karachi durante un corteo di sostenitori che accoglieva l'entrata dell'ex Primo Ministro nella città, subito dopo il suo arrivo all'aeroporto. Benazir Bhutto, su un camion blindato dal quale salutava i cittadini e sostenitori, è rimasta illesa.

Gran parte delle vittime presenti tra la folla erano membri del Partito del Popolo Pakistano. Il giorno seguente l'ex Premier ha accusato il governo del presidente Pervez Musharraf di non aver preso provvedimenti preventivi affinché la strage, della quale era stato dato l'allarme da parte dei servizi segreti prima delle esplosioni, fosse scongiurata. Anche in mancanza di rivendicazioni da parte dei reali mandanti degli attacchi suicidi Benazir Bhutto ha dichiarato di essere certa che questi fossero avvenuti per mano di un gruppo di matrice talebana e sicuramente anche di un gruppo di seguaci dell'ex dittatore Muhammad Zia-ul-Haq, autore del golpe contro il governo del padre Zulfiqar Ali Bhutto.

Benazir Bhutto, però, ha trovato la morte il 27 dicembre 2007 in un nuovo attacco suicida avvenuto al termine di un suo comizio a Rawalpindi, a circa 30 chilometri dalla capitale Islamabad. Nell'attentato sono morte almeno 20 persone e altre 30 sono rimaste ferite. Il kamikaze, dopo aver esploso due colpi d'arma da fuoco contro la Bhutto, si è fatto esplodere all'ingresso principale del luogo dove si erano radunate migliaia di persone per assistere al comizio. Trasportata immediatamente in ospedale, la leader pakistana dell'opposizione è morta poco dopo a causa della gravità delle ferite riportate, principalmente dovute al violento spostamento d'aria causato dall'esplosione. Il presidente pakistano Pervez Musharraf ha condannato l'attentato compiuto a sua detta da "terroristi islamici", voce confermata da Mustafa Abu al-Yazid, capo delle operazioni dell'organizzazione terroristica al-Qa'ida in Afghanistan, uno dei fedelissimi del numero due di al-Qa'ida, l'egiziano Ayman al-Zawahiri, che avrebbe ordinato personalmente l'assassinio.

Tuttavia il marito della Bhutto, Asif Ali Zardari, ha accusato il governo di Musharraf quale responsabile dell'attentato. A questo proposito occorre ricordare il ruolo del potente servizio segreto pakistano, l'ISI (Inter-Services Intelligence), sostenitore dei talebani sin dai tempi dell'invasione sovietica dell'Afghanistan del 1979, sotto la direzione di Akhtar Abdur Rahman quando al governo vi era il dittatore Zia-ul-Haq, e mai epurato dagli elementi fondamentalisti da Musharraf, se non con cambiamenti di facciata ai vertici dello stesso.

Altri commentatori, invece, osservano come l'attentato sia avvenuto all'indomani della stretta intesa raggiunta[1] tra lo stesso Musharraf e il presidente afgano Hamid Karzai che avrebbe dovuto incontrare anche la Bhutto per una strategia più stringente nella lotta ai Talebani che controllano di fatto il confine tra i due paesi.
Un'intesa favorita attivamente dagli USA. (dal sito Wikipedia)


Qui un servizio del tg3 sulle conseguenze possibili dell'attentato.

28 dicembre 2007

Ritorno al Teatro!!!


E finalmente dopo più di 10 anni torno a scrivere di Teatro!!!

Collaboro con il sito www.teatro.org, invito tutte\i a visitarlo (e non solo perché ci scrivo io!!! il teatro è sempre più ignorato e disertato dalle grandi masse...).

Lunedì posterò il mio primo articolo (EMOZIONE!!!) sullo spettacolo Roma ore 11 del Piccolo Eliseo, spettacolo che si ispira al libro scritto da Elio Petri, su incarico di De Santis, che l'anno dopo girò il film omonimo...

Dopo, quando avrò preso confidenza coi redattori e gli uffici stampa, potrò tornare a organizzare quei pellegrinaggi a teatro, complici alcuni miei amici: infatti oltre al biglietto stampa, chiedevo sempre 4-6 ridotti, garantendo nel mio piccolo (all'epoca ero ancora magro...) al teatro qualche spettatore e non solo lo ...scrocco del biglietto gratis per recensire lo spettacolo.

Allora questa attività mi regalò alcune amicizie (purtroppo, ahimè, perse nel tempo) con Luca de Bei, Massimo Andrei.

Ora spero di poterle riallacciare e di intesserne di nuove!

Ovviamente sarete i primi a essere rendicontati degli spettacoli che vedrò...

A teatro! A teatro!!!

...una Mina al giorno...

Navigando su YouTube scovo questo profilo. Un patito di Mina di anni 25 del quale so solo il nome, Fabio, che fa sentire chicche rare come quella che posto qui di seguito.



Da controllare anche il sito sempre a Mina dedicato.
Un sito da visitare spesso, spessissimo, spesserrimo!!!!!

27 dicembre 2007

27 dicembre 1947



Viene promulgata la Costituzione Italiana, approvata il 22 dicembre dello stesso anno dall'Assemblea Costituente.


Pur non sentendomi particolarmente fiero di essere italiano sono fierissimo della carta costituzionale per i principi che la ispirano, per la collegialità di chi l'ha redatta, per l'esercizio di un regime davvero democratico che ha introdotto.

La cosa migliore che possiamo fare, per celebrarne i 60 anni, è di (ri)leggerla in tutti i suoi 139 articoli, compresi quelli aboliti dalla sciagurata riforma del 2001 (tanti vero?).

E' quello che faremo insieme (con quante\i vorranno seguirmi) nel 2008 quando la nostra Costituzione festeggerà i 60 dell'entrata in vigore (1 gennaio 1948).

Sara una lettura lunga e complessa, e spero polemica, nella migliore tradizione di questo blog. Spero in tanti interventi, polemici sì, ma costruttivi.

26 dicembre 2007

al cinema per testa dura



Capita che vai al cinema per testa dura, perché hai deciso così e non senti ragione o Silvio, né quando dice che che oggi costa caro dato che è festivo, né che sarà pieno di gente perché di solito sotto natale tutti vanno al cinema. Ho scelto di vedere Irina Palm, chi vuoi che lo va a vedere (nella stessa sala danno anche La bussola d'oro e L'amore al tempo del colera...)? Invece arriviamo al cinema che c'è tanta di quella gente che rischiamo di non entrare e in sala ci sediamo in terza fila (per fortuna lo schermo non è così grande...)...
Ma non è di questo che vi voglio parlare.
Vedo il film, una commedia esile con due o tre belle idee di sceneggiatura e una grande interprete



Poi, solo dopo che il film è finito mi rendo conto che si tratta di Marianne Faithfull!!!

E tutto allora cambia completamente. Non so perché ma Marianne ha sempre avuto un posto particolare nel mio cuore, pur il suo repertorio non toccando molto le mie corde.
Ma ripensare al film con lei come interprete e più ne apprezzo sfumature e dettagli.
E più penso a come era e a come è diventata e più la vedo bella ieri come oggi.

Bella e brava, convincente nella donna remissiva e per niente dentro le cose di sesso che arriva a fare prestazioni sessuali manuali per aiutare il nipote (mentre suo figlio, scoperta la verità, da vero maschio di merda, pensa bene di darle della puttana...). Remissiva col figlio (che si sarebbe meritato un pugno sul naso) ma non con le amiche (la scena, in inglese, che apre il post è uno dei momenti clu del film quando Maggie/Irina finalmente rende noto alle amiche qual è il lavoro di cui tutte sono curiose).

...è morto Oscar Peterson...

WASHINGTON, 23 dicembre

E' morto a Toronto a 82 anni il pianista e compositore Oscar Peterson, una leggenda del jazz.
Peterson era nato a Montreal nel 1925 e la sua carriera di virtuoso del piano lo ha portato prima ad esibirsi con i maggiori nomi della scena del jazz mondiale, poi a diventare a sua volta un'icona della musica a livello internazionale.
Il cattivo stato di salute negli ultimi tempi lo aveva costretto a cancellare piu' volte eventi sul palcoscenico.(ansa)




Solo oggi ho saputo (mentre andavo al cinema con Silvio) e solo ora riporto.
La prima volta che sentii parlare di Oscar Peterson fu quando avevo 12 anni.. C'era un suo pezzo in un disco collettaneo sui pianisti jazz. Poi fu la volta del disco con Ernestine Anderson,




e di molti altri...



Ultimamente stava male fisicamente, ma in questa registrazione di appena 3 anni fa mi sembra sia artisticamente ancora in gran forma.



Un altro grande del jazz morde la polvere e nessuno all'orizzonte che possa almeno coglierne l'eredità...

25 dicembre 2007

Mania de voce

Io lo dico sempre che le emozioni che mi suscita la musica brasiliana non sono comprabili a nessun'altra musica, nemmeno a Mina, Loredana od Ornella.
La saudade mi coglie subitanea, sottraendomi il respiro, come facevo, da adolescente, scrutando un freddo cielo invernale. La nostalgia dell'attimo presente, quell'accogliere cioè ciò che sta per avvenire come fosse il ritorno di qualcosa che hai già avuto e che il destino ti dà adesso la possibilità di riavere come fosse la prima volta, ecco questo sentimento accompagna l'ascolto di ogni pezzo brasiliano che sento.



E' quello che mi sta capitando adesso, mentre (ri)ascolto Mania de Voce di Rita Lee che vi propongo in due versioni, una più bella dell'altra, mentre il ricordo va alla mia amica Linda che 20 anni fa era in Italia e ora è tornata in Brasile, alla telenovela Dancing Days, dove ho scoperto questa splendida canzone (ma la mia gioia per la musica brasiliana è ancora più antica e la devo a mio padre), a Zia Clara, che mi permise di seguire Dancing Days anche in vacanza a Terracina (terra dove, appena uscito fuor dall'armadio, tornai 3 anni dopo), al mio primo esame dall'università, dove la mia conoscenza delle telenovela contribuì al mio primo trenta...) tutti eventi del passato che stasera mi si presentano al cuore come mi capitassero davvero per la prima volta...



E solo stasera, credo, mi perdono di essere crollato a Parigi e sento che la mia vita può faticosamente riprendere proprio là dove si è fermata a un anno e mezzo fa...

Saudade...

per quelli che credono che democrazia voglia dire rispettare tutte le idee....

Una donna bianca, di circa 50 anni, prende posto in classe economica di fianco ad un nero.
Visibilmente turbata, chiama la hostess.
"Che problema ha signora?" chiede l'hostess.
"Ma non lo vede?" risponde la signora "mi avete messa a fianco di un nero! Non
sopporto di rimanere qui. Assegnatemi un altro posto!!!".
"Per favore, si calmi" dice l'hostess "Tutti i posti sono occupati. Vado a vedere se ce n'è uno disponibile".
L'hostess si allontana e ritorna qualche minuto più tardi.
"Signora, come pensavo, non c'è nessun altro posto libero in classe economica. Ho parlato col comandante e mi ha confermato che non c'è nessun posto, neanche in classe executive. Ci è rimasto libero soltanto un posto in prima classe."
Prima che la donna abbia modo di commentare la cosa, l'hostess continua:
"Vede, è insolito per la nostra compagnia permettere a una persona con
biglietto di classe economica di sedersi in prima classe. Ma, viste le circostanze, il comandante pensa che sarebbe scandaloso obbligare qualcuno a sedersi a fianco di una persona sgradevole".
Poi, rivolgendosi al nero, l'hostess prosegue: "Quindi, signore, se lo desidera,
prenda il suo bagaglio a mano che un posto in prima classe la attende..."
E tutti i passeggeri vicini che, allibiti, avevano assistito alla scenata della signora, si alzano applaudendo.


Se sei contro il razzismo, copia e incolla questo intervento nel Tuo blog...

"L'unica razza che conosco è quella umana"

13 dicembre 2007

...mi ha scritto Tamara...

Caro Ale,
Ho trovato su YouTube il video (Uncut !) di This Is Hardcore dei Pulp. Come ti avevo detto, c'è più Douglas Sirk in questi quattro minuti e mezzo che nelle due ore e passa di Far From Heaven. Buona visione e a presto !
Tam
P.S. Jarvis Cocker, il mitico frontman dei Pulp, ha un'inquietante somiglianza con il Bud Cort di Harold e Maude...
Comunque, ecco il video


dal sito controviolenzadonne.org

Care tutte,
la manifestazione che abbiamo costruito insieme in poco più di un mese, ha superato di gran lunga le aspettative di ognuna di noi. La presa di parola di oltre centocinquantamila donne e lesbiche contro la violenza maschile sulle donne, agita soprattutto in famiglia, è un risultato politico straordinario.
Il corteo ha attraversato generazioni e femminismi dando valore alle differenze. Per molte di noi un corteo di donne per le donne ha dato forza alla nostra voce, ai nostri corpi, alla nostra soggettività politica. Consapevoli che quella separatista è una delle pratiche con cui le donne scelgono di esprimersi, siamo interessate a rilanciare una discussione perché non vogliamo prescindere dal dialogo e dal confronto. Il dato politico più importante è l'instancabile partecipazione di ognuna di noi in questo percorso, la condivisione di una piattaforma comune, l'autodeterminazione con la quale ab biamo rivendicato contenuti, pratiche e finalità, la sintonia con cui abbiamo risposto alla prevaricazione di soggetti istituzionali e partitici che, con politiche familiste e sessiste, hanno disconosciuto la libertà di scegliere delle donne. La nostra lotta contro la violenza passa necessariamente attraverso la libertà e l'autodeterminazione delle donne e delle lesbiche, messe in discussione da una proposta di modifica peggiorativa della 194, dal mantenimento della legge 40, dalle politiche pro famiglia avanzate dal governo grazie all'istituzione di un ministero ad hoc, dal pacchetto sicurezza.
Avevamo dichiarato in più occasioni (appello e comunicati stampa) di essere antifasciste, antirazziste e antisessiste. È per questa ragione che ci siamo riappropriate del corteo e della piazza spontaneamente e collettivamente. Altro che violenza, la nostra contestazione è stata una forma di autodifesa. Non è forse violenza il comportamento di sopraffazione di chi non ha voluto ascoltare il contenuto di questa giornata di lotta? Non è forse violenza non rispettare le nostre pratiche di rifiuto della delega e delle logiche di rappresentanza?
'Quando le donne dicono no, vuol dire no'. Le parlamentari e le ministre contestate hanno tentato di togliere la parola alle donne del corteo per ottenere visibilità e sostenere politiche in contrapposizione con i contenuti della manifestazione. Hanno cercato di strumentalizzare il nostro movimento anche grazie al salotto mediatico allestito da La 7, venuta meno agli accordi presi.
Le contestazioni hanno contribuito a chiarire sui media la distanza delle nostre posizioni politiche con quelle istituzionali, la differenza tra protagonismo collettivo e presenzialismo opportunista, l'affermazione della soggettività femminista, lesbica e femminile contro la mercificazione dei nostri corpi.
E la chiamano antipolitica... noi la chiamiamo coerenza dei nostri percorsi politici.
Nostra esigenza e desiderio è ora una valutazione co llettiva del percorso e della giornata che ha segnato il 24 novembre. Per questo proponiamo un'assemblea nazionale il 12 gennaio a Roma come luogo di espressione, di incontro e di relazione, strumento e pratica utile a dare continuità al nostro movimento con una reale condivisione di pratiche e di percorsi. Rimaniamo aperte ad altre proposte che potrebbero venire da reti territoriali differenti.

Saluti femministi.

10 dicembre 2007

Se la violenza sulle donne viene dalla legge

Giovedì scorso in prima pagina di Repubblica è stato pubblicato un articolo di Stefano Rodotà che credo,dia una risposta definitiva alle scaramucce dei giorni scorsi che hanno coinvolto il sottoscritto e due lettori (ah, perché, ci sono?!?) del mio blog.

Non c'è una virgola sulla quale non sia d'accordo, ma la gravità di quanto Rodotà denuncia sull'articolo non mi permettono di gioire per una pagina di buon giornalismo ma indignarmi per quanto ci sia ancora da fare in Italia sull'argomento...

Riporto l'articolo nella sua interezza che sono riuscito a trovare non dal sito di repubblica ma sul blog Il Ghibellino blog interessante ma un po' monomaniaco...



Se la violenza sulle donne viene dalla legge

di Stefano Rodotà
Repubblica 6.12.07

VI SONO forme di violenza insistita e continua che si impadroniscono della vita delle persone, ma sono pure rivelatrici dell´ipocrisia e dell´inadeguatezza delle istituzioni pubbliche. I fatti ce lo ricordano quasi ogni giorno, e quelli più recenti sono particolarmente inquietanti e rivelatori. Mi riferisco ai nuovi dati sulla fuga all´estero delle coppie che cercano di liberarsi dalle maglie proibizioniste della legge sulla procreazione assistita; all´inadeguatezza drammatica delle terapie contro il dolore; alle ruspe che abbattono ciecamente povere baracche in desolate periferie urbane. Sono tutte manifestazioni di una violenza pubblica che genera tensioni, conflitti, sfiducia, e dalla quale non è possibile distogliere lo sguardo o, peggio, allontanarsi progressivamente con una sorta di rassegnata accettazione.
Negli stessi giorni in cui le donne tornavano in piazza non per "manifestare", ma per cercar di ricostruire una consapevolezza comune di quanta sia la violenza che si esercita sul corpo femminile, si è avuta la conferma di una serie di effetti negativi della legge 40, riferiti questa volta al calo delle nascite, all´aumento delle gravidanze plurime, ai nuovi itinerari del "turismo procreativo". Tutte vicende che rientrano proprio in quella categoria della violenza che il 24 novembre si è voluto ricordare, figlia dell´espropriazione del potere femminile di autodeterminarsi, della rinnovata considerazione del corpo della donna come "luogo pubblico" sul quale i legislatori possono impunemente intervenire. E, come sempre accade in questi casi, emergono contraddizioni, ipocrisie.
Dagli stessi luoghi politici ed istituzionali nei quali si esprimeva preoccupazione per la caduta della natalità sono venute regole che hanno avuto come effetto la riduzione dei tentativi di gravidanza con esito positivo (dal 24.8% al 21.2%) ed una diminuzione delle nascite stimata nel 3.6% dal giorno dell´entrata in vigore della legge 40, che dunque sarebbe bene cominciare a definire come quella della "non procreazione" assistita.
I convinti avversari dell´aborto hanno innescato un meccanismo pericoloso che, a causa soprattutto dell´obbligo di impiantare tutti gli embrioni prodotti, ha fatto crescere le gravidanze trigemine (2.7% contro una media dell´1.1% nel restante mondo occidentale) e quindi le interruzioni parziali di gravidanza, aumentate del 100%. Quelli che hanno tuonato contro un enfatizzato far west procreativo sono i responsabili del vero far west nel quale sono state spinte nel solo 2007 già seimila coppie, obbligate ad aggirarsi per l´Europa alla ricerca di cliniche "low cost" per aver accesso a quelle tecniche di procreazione assistita proibite in Italia.
Anche questa è violenza domestica, quella contro la quale sono scese in piazza le donne. Ma questa volta, tra le mura domestiche, l´aggressione non viene dagli uomini lì presenti. Arriva da un legislatore che incarna la logica del potere maschile, quella stessa che in alcuni stati americani aveva fatto nascere i "guardiani della mezzanotte", che entravano nelle case delle donne sole beneficiarie di un sussidio pubblico e, se le trovavano a letto con un uomo, cancellavano il sussidio, considerandole automaticamente "mantenute" da quell´uomo, e non esseri liberi che esercitavano la loro libertà sessuale. Dall´agenda politica questi temi sono stati espulsi. Troppo scottanti per una maggioranza divisa, che sta sacrificando la realtà al realismo politico ed alla presa delle ideologie? Poco redditizi sul piano del consenso, perché le persone interessate sono poche migliaia? Le persone in carne ed ossa, dunque, sono cancellate quando non sono parte di grandi numeri?
Le speranze residue di questo tempo difficile sono affidate alle nuove direttive che, per la procreazione assistita, dovranno venire dal ministero della Salute. Ci si deve attendere che scompaiano almeno le forzature imposte alle linee direttive precedenti, prima tra tutte quella riguardante il divieto della diagnosi preimpianto, la cui illegittimità è stata dimostrata in modo chiarissimo da una bella ordinanza del tribunale di Cagliari. Questa decisione, e quelle altrettanto eloquenti del tribunale di Roma sul legittimo comportamento dell´anestesista nel caso Welby e della Cassazione sul diritto all´interruzione dei trattamenti per le persone in stato vegetativo permanente, indicano la strada dei principi costituzionali come l´unica legittima quando si vuol fare riferimento ai valori che devono ispirare l´azione di Parlamento e Governo. Un grande interrogativo è davanti a noi. La nuova stagione costituzionale consisterà soltanto nella "manutenzione" dei meccanismi istituzionali o, come dovrebbe, rimetterà al centro dell´attenzione la dimensione delle libertà e dei diritti, offuscata in questi anni?
Se questo non avverrà, violenze e ipocrisie continueranno a tenere il campo. Con toni perentori, a chi parla di dignità del morire si oppone la necessità di considerare piuttosto le cure palliative, le terapie antidolore. Ora, a parte il fatto che le due cose non sono affatto incompatibili, guardiamo di nuovo ad una realtà che ci parla di un´Italia ultima nell´Unione europea proprio nelle terapie antidolore, come risulta da un rapporto dell´Organizzazione mondiale della sanità. I calcoli fatti portano a concludere che ogni anno muoiono novantamila malati di cancro senza terapie del dolore, e questa cifra sale assai se si considera che il numero dei sofferenti di patologie diverse dal cancro oscilla tra il 15% e il 20% della popolazione. "La tragica condizione in cui versa la terapia del dolore in Italia è paragonabile alla tortura per omissione" – è stato il commento. La dignità della persona, tanto citata nella chiacchiera pubblica, è negata nei fatti dall´inadeguatezza delle strutture, dalla resistenza dei pregiudizi contro l´uso degli oppiacei, dal persistere di argomentazioni che guardano al dolore quasi che fosse un valore che dà un senso più profondo all´esistenza. Dolore privato e indifferenza pubblica? In quale agenda politica riusciremo a cogliere la consapevolezza dell´immoralità di questa violenza continua, anch´essa domestica, che colpisce alla radice l´umanità stessa di ciascuno e di tutti?
Se seguiamo il filo dei numeri, dei drammi dell´esistere, della violenza sociale, incontriamo le persone, milioni ormai, che vivono la condizione della marginalità, dell´"altro" che accettiamo come produttore di servizi e allontaniamo come essere umano, che confiniamo lontano da noi, in condizioni di vita intollerabili che scopriamo quando producono violenza e per le quali l´unica attenzione istituzionale diventa allora quella dell´ordine pubblico. Delle ruspe che spianano i rifugi dove si sopravvive, dove torna un bambino e scopre che con la sua misera abitazione sono scomparsi anche i suoi libri di scuola. Il caso singolo viene magari risolto felicemente, e il libro "Cuore" torna tra noi. Ma rimane una condizione umana, così ben raccontata da Citto Maselli nell´ultimo suo film, che fin dal titolo, Civico 0, ci parla appunto dell´azzeramento della cittadinanza in un mondo dove, al di là delle singole storie, l´umanità è negata in radice, messa ai margini di strade incessantemente percorse dal fragore del traffico, ridotta a scoria e rifiuto, quasi indistinguibile dai cassonetti nei quali fruga.
Da qui, da questi diversi aspetti della condizione umana, dovrebbe pure muovere una politica che si vuole umana, che aspira a produrre una "agenda" riconoscibile dalle persone, che cerca e trova protagonisti diversi dalle maschere fisse che compaiono nei salotti televisivi. Non è retorica, populismo, buonismo. E´ semplicemente la vita. Se la politica la perde, perde se stessa.



Ritorniamo pure sulla questione credo che parlarne non può che farci bene chiarirci le idee.

A volte (per fortuna!) ritornano...

Come già avrete saputo Gillian Gibbons, la maestra condannata in Sudan a 15 giorni di carcere è tornata (il 3 u.s.) in Patria. Un'innocente di meno in carcere.
Nel leggere i vari dispacci di agenzia mi sono imbattuto su quello telegrafico di ADN Kronos.

Londra, 4 dic. - (Adnkronos) - Gillian Gibbons, la maestra britannica condannata e poi graziata in Sudan per blasfemia, e' tornata questa mattina in patria. "Voglio solo rilassarmi, non diro' altro. Sono troppo stanca", ha detto la donna ai giornalisti al suo arrivo a Londra, con un volo via Dubai. Al suo arrivo l'ha accolta il figlio, accompagnato dalla fidanzata.


A che serve l'ultima frase? Solo a ribadire che la donna non è un ramo secco (e infatti p grassottella come il sottoscritto...) e che il figlio non è gay!!!!!


Il sito di Repubblica, che pure normalmente indulge al gossip molto più che il serio Adn Kronos ecco come ha riportato la notizia:

È libera Gillian Gibbons, la maestra britannica, condannata a 15 giorni di carcere in Sudan per aver insultato l’Islam consentendo ai suoi alunni di chiamare Maometto il loro orso di peluche. La Gibbons, che è stata graziata dalle autorità sudanesi, è stata consegnata all’ambasciata britannica a Khartum.


Ecco, invece del figlio e della cognata che hanno ricevuto la donna al rientro in Patria (echisenefreg...) la altrettanto scarna notizia ci informa che la donna è stata consegnata all'ambasciata inglese di Khartum.

Comunque sia sono contento che la maestra sia libera. Almeno lei...

mala tempora, mala sanità

Dovevo fare la conta spermatica (un esame che serve a vedere il numero di spermatozoi) per sapere se sono fertile oppure no. Non so per quale motivo al mio medico venne l’idea di far fare la conta spermatica a un post adolescente di 22 anni. Va bene che avevo l’età fisiologica e anagrafica per mettere su famiglia, ma all’epoca ero ancora uno di quei bamboccioni che vivevano a casa con mamma’, non avevo la ragazza, né tantomeno aspirazioni paterne… I posteri hanno poi provato la mia dedizione assoluta al celibato e la mia propensione a sottrarmi alla paternità, insomma, sono un ramo secco…

E fateme di’ che qualcosa de secco ce l’ho pure io, no?!

Chissà forse il mio dottore stava sperimentando risposte possibili al mio nascente ipocondrismo (“lei è sterile!!!”).

Insomma, sto lì, davanti a questo dottore anzianotto, infastidito dal fatto che sia un semipischello e non un uomo adulto a fare quell’esame, che si mette a spiegarmi, più irritato che imbarazzato, che quell’esame “prevede la masturbazione!” (forse l’imbarazzo proviene dal timore di stare parlando di dolci a casa di un pasticcere, visto che i giovani e i giovanissimi si ammazzano di pippe).

Io lo guardo e vorrei dirgli “Ma va’?” ma sono a mia volta troppo imbarazzato di stare a parlare di pippe con un altro uomo (vecchio e medico per giunta!) per riuscire a vedere il lato buffo della cosa.

Il medico mi dà un contenitore e mi dice “vada in bagno” - riuscissi ad essere sarcastico vorrei risponderli “E dove altrimenti, nel pippatorium ?!?!?!”- e poi torni da me”.

E lì mi capita di partecipare a uno degli sfaceli degli ospedali italiani, romani, insomma, siamo al policlinico Umberto I di Roma, un ospedale (?!) che Paesanini vorrebbe trasformare in parcheggio per Tir con una gettata di cemento vivo (e tutti i medici ancora dentro però…).

Davanti la porta del bagno trovo una giovane donna, faccia sofferente e imbarazzata. Non capisco perché stia lì, ma, essendo il bagno solo per uomini, la scavalco e mi dirigo verso la porta. Qualcosa mi dice di non insistere troppo nel cercare di aprirla e infatti, prima che la donna, imbarazzatissima, possa dirmi guardilìdentroc’èmiomaritochesispippettanonperpiacersuo, così, tutto di un fiato, sento una voce dall’interno, funerea e per niente eccitata, che mi dice “occupato”!

Aspetto imbarazzatissimo. Dopo pochi secondi lui esce con una faccia che nemmeno dal dentista che senza anestesia ti viene, e le dice, guardandomi intanto quasi con odio, “non ci riesco!”

Sono una coppia giovane, sulla trentina, sono carini, sono lì perché non riescono a fare figli, lui deve fare la conta spermatica e non riesce a …concludere. “Vieni facciamoci un giro”, dice lei saggiamente, “torniamo dopo”.

Bene, bravi, mi lasciano il campo libero.

Entro finalmente nel bagno (fetido) e scopro che:

1) Manca l’illuminazione, l’interruttore non d segni di vita, e siccome la finestra del bagno è misteriosamente oscurata, nel bagno c’è buio pesto.

2) LA PORTA NON SI CHIUDE! Normalmente rischi che ti scoprano a far pipì (anche perché la porta dà subito sul bagno, non c’è nessun vestibolo con lavandino, dietro troneggia subito la tazza del cesso) figuriamoci per chi, come me, sta lì per …insomma, avete capito no?

Resto imbambolato qualche secondo, penso quasi di rinunciare, ma poi mi appoggio alla porta con la schiena (come, immagino, stava facendo il tipo che, prima, ho mio malgrado disturbato…) pronto a respingere ogni tentativo di apertura (per fortuna la porta si apre verso l’interno…), faccio quello che devo fare cercando di centrare il contenitore sterile (sono al buio ricordate?), ci metto non so quanto (ora capisco la disperazione del tipo che era lì prima di me…, ma io sono fortunato, nessuno cerca di entrare nel bagno mentre sto li a spip…), ritorno dal dottore, gli consegno il campione da analizzare, e me ne vado, rendendomi conto solo in quel momento che io e quell’uomo (il tipo che era dentro il bagno fetido prima di me) siamo stati umiliati da un sistema insensibile e idiota. Poco importa per me che figli non volevo farne allora figuriamoci oggi (al limite ne adotterei uno…) ma quel povero padre di famiglia (ehm) umiliato perché costretto a spip… senza il minimo confort, come fosse un cittadino di serie b (“peggio per te se sei sterile!”) proprio non mi va giù.

Perché il dottore non aveva lasciato il suo studio a disposizione (tanto quando sono rientrato per consegnarli il contenitore sterile stava leggendo non stava mica visitando altri pazienti…) ? A maggior ragione visto che la porta del bagno non si chiudeva?...

Esco da quell’esperienza così umiliato che non sono mai tornato a ritirare i risultati (“fra quindici giorni” mi aveva detto il medico scorbutico). Sono rimasti lì, a ingiallire in qualche archivio. Per cui ancora oggi non so se sono fertile oppure no.

Come dite?

Chi se ne frega?

Moi non plus!!!!

9 dicembre 2007

Atlantis...

No, non è il film della Disney ma il nome di uno dei tre Shutlle rimasti dopo i due esplosi, subito dopo il lancio (il Challenger) o al rientro a Terra (il Columbia).
Lo Shuttle Atlantis, che doveva essere lanciato giovedì 6 dicembre per portare con sé il modulo Columbus un laboratorio scientifico (realizzato dall'Agenzia spaziale europea progettato per rimanere circa 10 anni) per implementare la Stazione Spaziale Internazionale non è partito nè partirà entro questa finestra di lancio (che si chiude il 13 di dicembre) ma solamente nei primi giorni del 2008 a causa di un malfunzionamento di uno dei 4 sensori del serbatoio di idrogeno liquido, condizione sufficiente a impedire il lancio (beh dopo due Shuttle esplosi... ogni precauzione è benvenuta).

Mentre mi documentavo sullo Shuttle e sul modulo Colombus ho scoperto che anche l'ex Unione sovietica aveva sviluppato negli anni '70 un suo progetto Shuttle. Si chiamava Buran e, come potete vedere dallo schema, era virtualmente identico allo Shuttle. Anche se le caratteristiche del progetto erano diverse e non lasciano supporre che i sovietici abbiano copiato gli americani.

Entrambi i progetti, frutto di una tecnologia anni '70, hanno lo sopo di mettere in orbita satelliti (o moduli) per la Mir prima e la Stazione Internazionale poi, compreso un equipaggio umano.


Qual è lo Shuttle e quale il Buran?...

Pochi sanno che gli Shuttle non sono in grado di lasciare l'orbita terrestre. Non hanno cioè l'energia necessaria per sottrarsi al campo gravitazionale del nostro pianeta.
Il progetto Shuttle verrà smantellato nel 2010 (Quando la Stazione spaziale dovrebbe essere completata) e sarà sostituito dal progetto Orione.

8 dicembre 2007

Ma l'Italia è ancora peggio

...e mentre l'Iran continua a dimostrare di essere fuori dall'umanità, fuori dalla democrazia, fuori dal terzo millennio, l'Italia non è da meno:

1) morti bianche (cioè sul lavoro) in costante aumento;

2) pregiudizi omofobici della senatrice teodem Paola Binetti che, insieme al partito di Mastella, vogliono restringere alcuni diritti costituzionali ai gay: nel maxiemendamento sulla sicurezza, si fa riferimento all'articolo 13 del trattato di Amsterdam, una norma anti-razzismo (con la previsione di condanne alla reclusione fino a tre anni) per combattere discriminazioni "fondate sul sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali".

Non abbiamo nulla da invidiare all'Iran. Paola Binetti e accoliti (col Vaticano tra le pieghe del suo cilicio, che, Storicamente è un esperto in questione) non bruciano gli omosessuali solo perché glielo vietano le leggi europee non certo quelle italiane dato che il governo Prodi le lascerebbe mano libera pur di non cadere...

E' proprio vero, ho commesso uno dei peccati più prevedibili e imbarazzanti, ho criticato il bruscolo (sic!) nell'occhio dell'Iran e ignorato la trave che c'è nell'occhio italiano...

7 dicembre 2007

Un ragazzo di non ancora 20 anni è stato impiccato in Iran, perchè accusato di omosessualità.

I dettagli di questo crimine non sono ancora chiari.
I siti informativi riportano notizie contraddittorie, parziali. Per questo non metto link.

Il fatto che nel 2007 un ragazzo di nemmeno 20 anni (pare) sia stato ucciso per un "reato" commesso quando aveva 13 anni ci fa piombare nel medioevo passato prossimo dal quale non siamo mai veramente emersi.

Fossi un capo di stato, ne avessi il potere, userei la bomba atomica contro l'Iran, coventrizzerei il paese, perché solo i malati di mente credono di avere ragione al punto tale da imporla con la forza della morte agli altri esseri umani.

Purtroppo, oltre l'Iran ci son fin troppi paesi da coventrizzare, tanto che se venisse applicata la cura paesanini del Pianeta resterebbe ben poco (visto che, per coerenza, dovrei coventrizzare anche me stesso per aver ucciso altri esseri umani...).

Nessun essere umano per alcuna ragione al mondo può togliere la vita a un altro uomo, esclusa la legittima difesa, ma anche quella con molta cautela.

E se piango per ogni omicida impiccato, per tutti gli stupratori gasati, per qualsiasi rapinatore sedato a morte, mi dispero di un ragazzo che è stato ucciso per non aver commesso nulla.

2 dicembre 2007

l'otto dicembre...

...finalmente dopo innumerevoli rimandi che l'avevano resa una leggenda metropolitana, avrà luogo NUN ciò 'na lira show!

Per motivi di spazio mi disfo di un terzo della mia libreria e invece di donare in libri in beneficenza come si dovrebbe fare, chiedo aiuto a tutti i miei amici, ma proprio tutti tutti, domandando loro di portarsi a casa tre o quattro dei miei ex bambini. E siccome i libri sono libri e non rialzi per non far traballare i tavoli, chiedo una piccola cifra pecuniaria poco più che simbolica come (im)pegno affinché accudiate ai libri con l'amore, la solerzia e l'interesse con cui li ho letti, consultati, studiati e spolverati io per tutti questi anni.

In cucina ci sarà Silvio, ai cocktail i l sottoscritto.
Intervenite numerosi (numerose) e generosi (generose)!


Dalle 17 in poi di sabato 8 dicembre 2007 alle ore piccole di domenica 9

La vendita continua anche per tutta la giornata di domenica…

1 dicembre 2007

...uno dei motivi per cui decisi di smettere di comperare il manifesto

...fu un articolo di una decina di anni fa (abitavo ancora a Monteverde Nuovo) in occasione della giornata mondiale della lotta per l'aids.
L'articolista (chiamarlo giornalista mi pare troppo) sciorinava le cifre del contagio aids (si era nella seconda metà degli anni novanta, le cifre erano ancora alte e, nel mondo occidentale, di aids ancora si moriva) con tanto di tabella.
Tra i viatici del contagio c'erano anche le pratiche sessuali e nella tabella si distingueva tra coito anale eterosessuale e coito anale omosessuale!!!
Come se, scusate la volgarità, il virus, prima di entrare nel pertugio chiedesse: "scusate ma è il sedere di un uomo o quello di una donna?!"...

Non si tratta di una semplificazione indotta da un equivoco lessicale ma di un inganno perpretato dalla stampa come minimo per analfabetismo scientifico (ma anche logico e sintattico...), che per anni, nel decennio precedente, aveva cavalcato l'onda emotiva della peste dei froci condannando le donne, nel decennio successivo, a comparire in cima ala lista della contagiate (non perché loro avessero un comportamento promiscuo ma perché contagiate da compagni e e mariti che, in quanto etero, si sentivano immuni dal contagio).

I dati italiani
Oggi sono circa 4mila le nuove infezioni da Hiv che si registrano ogni anno in Italia il 65% delle quali trasmesse per via sessuale.
La mortalità è ancora in diminuzione ma il numero delle infezioni è di nuovo in aumento. Dall'inizio dell'epidemia a oggi in Italia si sono registrati 58.400 casi di Aids, e 35.300 decessi. Il picco dell'epidemia è stato registrato nel 1995 (5.600 casi di aids conclamata), mentre oggi sono 1.200. I malati conclamati che vivono grazie alle nuove cure retrovirali sono 23.000 mentre i sieropositivi sono 120.000, In quanto ai decessi, dopo il picco raggiunto nel '95 (4.581), dal 1997 si inizia a registrare un calo, che continua fino ai 200 morti registrati nel 2007.

Il dato più allarmante è quello sulle modalità del contagio.
Se nel 1997 la percentuale di tossicodipendenti era del 58,1%, contro il 20,7% quella per rapporti etero e il 15% per quelli omo-bisessuali, nel 2007 i casi tra i tossicodipendenti sono scesi al 27,4%, mentre quelli tra gli eterosessuali sono saliti al 43,7% e quelli tra omo-bisessuali al 22%.

Un dato che si commenta da sé. Se i gay ancora sanno prendersi cura di sé, l'aids è sempre più percepita come malattia dei gay se i contagi etero rispetto 10 anni fa sono raddoppiati.
Forse bisognerebbe smetterla di fare una distinzione sull'orientamento sessuale dei malati di aids (la distinzione infatti ha solo un valore sociologico e non medico) e parlare solo di contagio sessuale e basta... Ricordando che nessuna pratica sessuale è immune dal rischio di contagio, dalla fellatio in su (...on in giù!!!)





Intanto il Ministero della Salute ci prova a fare una campagna di legittimizzazione dell'uso dei profilattici (ma i fatti recenti del preside che li considera volgari la dice lunga sulla nostra società...).

Uno spot, per la regia di Francesca Archibugi, bellissimo, che vedremo in tv a partire dal 2008 (ma lo vedremo davvero?...).

30 novembre 2007

solo due parole...

Ma all'insegnante inglese Gillian Gibbons, 54 anni e due figli, quella incarcerata per 15 giorni (!!!?!?!?) per aver permesso ai suoi alunni (una classe mista di bambini cristiani e musulmani di 6 e 7 anni) di aver chiamato Mohammed (Maometto) il peluche-mascotte della classe, a Gillian dicevo, sarebbe mai venuto in mente di far chiamare lo stesso peluche Gesù? O Maria (o madonna) o con il nome di un qualunque santo?

Non sto parlando della possibilità di farlo, in Inghilterra, come nel resto d'Europa, c'è la democrazia, la libertà di stampa e di parola (ma ricordo le polemiche nemmeno tanti anni fa per una bestemmia presente in un film di Bellocchio...).

In Sudan invece no, c'è una situazione complessa, di guerra, di arretratezza, problemi che risalgono ai tempi della gestione coloniale (inglese...).

Non sto cercando minimamente di giustificare l'incarcerazione della insegnante (fossi l'Inghilterra avrei già dichiarato guerra al Sudan per questo) ma non si può pretendere che i sudanesi reagiscano come un italiano medio al quale della propria religione non frega più niente (e a me la nuova pubblicità della Red Bull dà fastidio...).




Sono ben altri i problemi del Sudan per inorridire ipocritamente come stanno facendo in questi giorni i nostri mezzi di (dis)informazione dicendoci solo che in Sudan non si può scherzare su Maometto ma tacendo sul resto:
alta mortalità infantile,
infibulazione...
ma di questo non frega niente a nessuno, solo quando una donna bianca viene incarcerata (ingiustamente) ci accorgiamo che il Sudan esiste (parlo ovviamente dell'italiano comune perché ci sono fior fiore di organizzazioni internazionali e non, Uniceff in testa, che del Sudan si occupano da tempo...).

La mia osservazione è un'altra.

Siamo talmente imbibiti di cultura cattolica non di rispetto per il Sacro, qualunque forma esso prenda, ma solamente del sacro etnocentrico cristiano da commettere leggerezze come quella commessa dall'insegnante incriminata.

Gillian infatti non stava cercando di denunciare il fanatismo religioso che vige in Sudan stava solo cercando un nome scemo a uno scemo peluche (perché, si sa, i bambini devono fare cose sceme come chiamare con i nomini i peluche e non occuparsi del mondo che li circonda, Mario Lodi dove seiiii????).

E, pur sapendo di trovarsi in uno stato di fanatici religiosi, Gillian non si è resa conto che permettendo di chiamare Maometto un peluche poteva offendere qualcuno. (E siamo cauti nell'accusare il Sudan di fanatismo religioso, l'Italianissima Letizia Moratti nel 2004 tolse dall'insegnamento l'evoluzionismo darwiniano perché contrario alla dottrina cristiana, come afferma ancora Buttiglione).

Nei suoi meccanismi mentali (di Gillian intendo) Maometto è una parola come un'altra a differenza di Gesù et similia. ... E il rispetto e la comprensione per le culture altre va a farsi benedire.

Quale regole di democrazia andiamo a importare in Sudan se lì cuciono ancora la fica (questo è in soldoni l'infibulazione) ma qui ci indigniamo solo se i maschi del paese si incazzano perché una donna ha dato un sembiante al loro dio?

Certo Gillian non dovrebbe fare nemmeno 1 secondo di carcere, ma l'atteggiamento di noi bianchi nei confronti delle culture altre non sembra cambiare.

E, fanatismo a parte, io francamente capisco di più chi si indigna (anche se con mezzi e reazioni sbagliate) perché si dà il nome di un peluche al loro profeta  che un paese che se ne frega che gli angeli che svolazzano sopra la capanna dove è nato Gesù volino perché hanno bevuto la Red Bull (come Pietro spiega a una sprovveduta Maria).

Ecco agli autori della pubblicità avrei fatto fare 15 giorni di galera e non per vilipendio alla religione ma per offesa all'intelligenza umana (e un sottile, venato maschilismo) ma questo, come al solito, è un altro discorso...

29 novembre 2007

un po' di Mina, tanto per gradire



Ornella

E dopo tante inutili parole polemiche, che sono servite solamente a perdere tempo, tanto gli uomini, noi uomini, maschilisti siamo e maschilisti resteremo (anche se io, spero di esserlo almeno un pochino di meno…), torniamo al normale funzionamento del blog cambiando argomento, solo apparentemente.

Sempre di una donna voglio raccontarvi, che sono andato a sentire ieri sera al Sistina.

Insomma, dopo due mesi di attesa (da quando Paolo mi avevo comperato il biglietto) finalmente sono andato a sentire Ornella Vanoni.

Ho avuto già altre occasioni di dirlo, ma non mi sono mai reputato uno che ha visto molti concerti e invece mi rendo conto che è una cosa che ho cominciato a fare da subito, sin da quando ero molto giovane.

Ricordo il primo concerto di Ornella (quello di ieri è il mio quarto…). Lo vidi sempre al Sistina, nel 1980. Avevo 15 anni, era il mio primo concerto, ci andai da solo, a una pomeridiana domenicale.

Mi ricordo i pupazzi di Velia Mantegazza, la sua impeccabile esecuzione de La famosa volpe azzurra, … il suo fraternizzare col pubblico, parlargli con seducente intimità…

Ieri sera non ha nemmeno sfiorato quel repertorio, diciamo fine anni 70 inizio anni 80 (ho pensato lo stesse facendo solo per qualche istante quando ho scambiato l’intro di Per l’eternità con quello de Il telefono – a proposito, ma Mimmo Cavallo, che fine ha fatto?!?!!) , ma Ornella ha cantato molte canzoni inaspettate, in una scaletta ambiziosa (per la difficoltà e il numero delle canzoni scelte) intelligente e coerente, una scaletta che formava un vero e proprio discorso musicale.

Io (e Paolo e Markus) ero talmente in sintonia con le canzoni che, per un paio di volte, ho indovinato la canzone successiva in scaletta, perché a quel punto, allo stato emotivo in cui ci trovavamo, avendo ascoltato quelle canzoni fino a quel momento, a quella temperatura musicale, non poteva che esserci quel pezzo. Mi è capitato con Rabbia libertà fantasia, magnifico pezzo scritto da Toto Cutugno (anche lui ne ha azzeccato qualcuno) e con Il mio trenino (quando per ben due volte Ornella ha smesso di cantare colpita da un attacco di tosse... Ah le sigarette!!!)

Ornella è stata molto meno signora del solito, più rilassata, più disinvolta, ha allestito uno spettacolo più che un concerto, con una zona dove cantare (ma parlare anche di amori passioni amicizie…) e l’altra per i musicisti.

Ha cantato splendidamente, omaggiando persino Renato (Magari) e rivisitando con parsimonia i suoi classici, prediligendo i brani brasiliani (compreso “Senza paura”…!) intrattenendoci per due ore di concerto piene e fitte… (compresa una cover di un pezzo a me sconosciuto di Cammariere alquanto ...mistico)



La mancanza di solennità, l’atmosfera dimessa del concerto (sembrava più un incontro tra amici in cui Ornella si concede un concerto in souplesse) mi hanno fatto pensare a un ammorbidimento causato dall’età, a un dolce torpore senile che ottundeva l’impeccabilità della prova, il professionismo d’acciaio dei concerti precedenti.

Sbagliavo.

Ornella è sempre Ornella, sono io che sono invecchiato e sopporto sempre meno ogni segno di cambiamento, che la mia mente, preoccupata della morte, legge sempre e solo in chiave di decadenza, corruzione, minore brillantezza e vivacità.

Su quel palco era un po’ come se ci fossi io e, guardandomi al contempo dalla platea, mi stessi accorgendo di non essere più quel ragazzo che si illudeva di una performance perfetta (la mia, non quella di Ornella) che perfetta non è ma piene a di macchie, ombre, dubbie incrinature che i miei occhi stanchi e disincantati ora notano con la massima evidenza.

Pensavo fosse Ornella che ha 73 anni, invece sono solo io che mi illudo di averne ancora 15 mentre ne ho molti ma molti di più…


25 novembre 2007

...dopo la manifestazione


...per banali motivi personali (venerdì ho cuppato il letto...) non ho seguito (in tv) ieri, la manifestazione contro la violenza alle donne.
Leggo oggi sul sito di Adn Kronos e di Repubblica che ci sono stati scontri, didiscevoli scontri.

Più precisamente:
"Sono state 'cacciate' violentemente le deputate di Forza Italia Stefania Prestigiacomo e Mara Carfagna. Non solo. Alla fine del corteo, sul palco allestito a Piazza Navona, sono state contestate anche il ministro delle Pari opportunità Barbara Pollastrini, quello dello Sport, Giovanna Melandri e della Salute, Livia Turco"(Adn Kronos).
Io credo che il comitato organizzatore del corteo può decidere chi sta nel corteo e chi no.
Ora io ho sempre commiserato le donne che militano a destra.
E' la destra storicamente ad essere maschilista, come dimostra il fascista cattolico Ferdinando Loffredo che, in Politica della famiglia, del 1938 scrive:
"La indiscutibile minore intelligenza della donna ha impedito di comprendere che la maggiore soddisfazione può essere da essa provata solo nella famiglia, quanto più onestamente intesa, cioè quanto maggiore sia la serietà del marito. [...]"
Anche la sinistra è maschilista, ma per contingenza storica, mentre sulla carta non dovrebbe esserlo.

E' come per gli omosessuali che si professano cattolici quando nella bibbia si dice:
«Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole. (...) Se uno ha con un uomo relazioni sessuali come si hanno con una donna, tutti e due hanno commesso una cosa abominevole; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro.» (Levitico 18,22; 20,13)


Come si fa a essere donne militanti e di destra?
Prestigiacomo è stata cacciata in quanto fascista. Non ci vedo nulla di male. E' inutile che le cacciate dicano di essere venute alla manifestazione "in quanto donne". Sono intervenute in quanto donne fasciste perché è quello che fanno quotidianamente, quando fanno politica. Per cui non si capisce perché ogni altro giorno sono fasciste tranne quando manifestano tornando ad essere semplici donne.

Come al solito si cancella la storia (e non a caso l'articolo di adn kronos di fronte al triangolo fatto con le dita commenta "
di fronte al palco qualche manifestante ha unito le mani a triangolo, rispolverando simbologie degli anni '70.
E certo. Sono simbologie vecchie, adoperiamone di più nuove, di più recenti...

I ministri di questo governo sono state cacciate perché, come al solito, sul palco erano salite loro e non le associazioni organizzatrici del corteo come al solito parlano i potenti e non il popolo.

Di nuovo non ci vedo nulla di male.

Ma in questa Italia dove la politica è sinonimo di partiti, una scelta dura ma legittima, coraggiosa quanto drastica come di allontanare un personaggio sgradito da una manifestazione, atto squisitamente politico, viene criticato in nome di una presunta de-ideologizzazione della denuncia della violenza contro le odnne, altro atto squisitamente politico.
Perché chi dice di non avere ideologie fa ideologia, anche se la sua ideologia è quella di non averne...

E' una questione grammaticale prima ancora che politica. Come chi dice che non ha regole e ignora (o fa finta di ignorare...) che la sua regola è proprio quella di non avere regole...

Se la libertà, come diceva Gaber è partecipazione, si deve anche avere la la libertà di scegliere con chi partecipare e di allontanare una persona se è spuria rispetto il resto del consesso.

Che Prestigiacomo e accolite si facciano il loro corteo con gente di destra, vediamo quante donne sanno mobilitare...

23 novembre 2007

a proposito della manifestazione di domani sulla violenza contro le donne...

... molti interventi, sulla rete e non, criticano la decisione separatista del comitato organizzatore.
C'è una intervento molto forte sul sito gayaweb.it , scritto da Francesca Cortesi, che critica pesantemente questa decisione non riconoscendo al separatismo nessuna consistenza, nessun valore, nemmeno quello storico (credo che al femminismo, almeno al suo nascere, abbia giovato il separatismo...) visto sopratutto che oggi, il separatismo, trova proselite proprio tra le donne lesbiche...

Ora, credo anch'io che la posizione separatista possa essere politicamente debole, ma anche se non la condivido, comprendo il separatismo, capisco che, in un mondo a immagine e somiglianza del maschio, in un mondo machista e maschilista, le donne possano sentire il bisogno di fare da sole e che abbiano il diritto di farlo!

Per cui anche se mi dispiace non poter partecipare alla manifestazione di domani, rispetto la decisione presa.

L'atteggiamento critico e le argomentazioni che porta Francesca Cortesi nel sito gay.it (gaya, appunto, non lesbica) mi sembrano comunque molto maschili nel loro dirompere polemico e non credo colgano nel segno. Francesca non capisce che in questo caso il separatismo è giustificato e condivisibile.
C'è un passaggio soprattutto in cui emerge l'ottica maschilista di questo intervento quando Francesca dice:
Ci sembra assurdo che un uomo – solo perché nato biologicamente tale - non possa partecipare. Che un fratello la cui sorella ha subito violenze, un marito la cui moglie è stata stuprata, un figlio che è cresciuto assistendo alle violenze del padre sulla madre non possa partecipare per portare in piazza la sua protesta.
Che un uomo qualunque, toccato dalle cifre della violenza di alcuni suoi simili sulle donne, si senta sbattere la porta in faccia dalla più importante manifestazione nazionale sull'argomento.
Cara Francesca nessuno di questi uomini ha subito sul proprio corpo la violenza contro cui le donne scendono in piazza. Poco importa se non tutte le donne sono state picchiate ma appartengono al genere, rappresentano il corpo violato dagli uomini.
Nessun uomo invece è picchiato in quanto uomo da un altro uomo.
Anche io, se fossi donna, non credo vorrei uomini intorno.

Un figlio, un padre, un fratello, protesterebbero non per una violenza subita direttamente sul proprio corpo o dei loro co-genere ma per una violenza fatta da dei loro simili, fatto alle loro donne... una loro proprietà secondo l'ottica sessista e maschilista codificata nei rapporti di parentela della famiglia.
Sarebbe troppo comodo far sfilare gli uomini che così possono crearsi un alibi e distinguersi d altri maschi, adducendo la scusa che, come dici tu, la violenza non è insita nel (concetto di) maschio. Invece è proprio così!!!

E poi le donne non hanno certo bisogno e in questa occasione meno che mai, di padri, fratelli, mariti, compagni, amici, di tutori, (come sostieni tu quando dici che "
gli uomini che ci rispettano e si battono per i nostri diritti sono per noi alleati fondamentali, in quanto portatori di una maniera civile, legale e non violenta di essere uomo. Costituiscono una via privilegiata per comunicare con gli uomini violenti").


Io non credo proprio che le donne abbiano bisogno di un aiuto per dire agli uomini, a tutti gli uomini, TU NON MI PICCHIERAI PIÙ!
Le donne non delegano, non hanno bisogno, come dici tu, di chi dà loro diritti. I diritti se li prendono da sole e si fanno rispettare da sole.

Perché anche se io non ho mai picchiato una donna mi prendo la mia responsabilità che i miei co-gender siano violenti contro le donne e come uomo che protesta con le donne è come se un po' assolvessi il mio genere, i miei fratelli che picchiano e compiono violenze anche morali nei confronti delle donne.
Se lo capisco io, che sono un uomo, perché non lo capisci anche tu Francesca?

e ancora una volta Giorgia...

... che riesce a consolarmi di un dolore, perché prima, mentre vedevo il Bolero di Ravel, piangevo come un bambino.



Un bellissimo album e una grande artista, che ci regala una versione live (su base musicale originale) del primo singolo che sta promuovendo in tv in questi giorni.
Chi altri avrebbe il coraggio (e la capacità...) di fare altrettanto?

Non ho masi seguito con sufficiente attenzione la carriera di Giorgia, non so perché. MA dopo l'ascolto ripetuto di Stonata sono pronto ad andarla a vedere dal vivo...
Chi viene con me?


Compratevi il disco!!!!

è morto Bejart!!!

...l'idea platonica della danza moderna, il più grande, l'unico. Con lui la danza perde una forza, una potenza, e come in altri campi, nessuno ne prende l'eredità, ne continua lo studio coreografico. Il vuoto è destinato a restare tale, perché gli uomini che hanno fatto cultura in occidente del secolo ventesimo non sono riusciti a fare discepoli, a crescere chi, un domani, alla loro morte, avrebbe potuto proseguire o fare altro ma riempire il vuoto da loro lasciato con la stessa passione e la stessa loro caratura...

Quel dommage!


Sacre du Printemps

Bolero I parte

Bolero II parte

21 novembre 2007

I'm back!!!!


Visto che Roberto ("quel genio del mio amico") ha trovato un'altra scheda madre come quella che mi si è rotta (così non ho dovuto ricomprare praticamente tutti i pezzi del pc)- se ne avete bisogno chiedetemi il numero... - sono di nuovo pienamente operativo (il pc intendo, il mio corpo, invece, cade a pezzi...).


Eccovi allora un bel link al blog e al sito del cinecircolo Santa Chiara di Avellino dove ho tenuto una lezione giovedì scorso (e ne terrò una seconda giovedì prossimo).

(Che poi non mi si dica che non parlo di cinema...)

E visto che tanto linkare siti è gratis eccovi il bel sito con le foto di Teresa Emanuele una fotografa la cui esposizione ci è capitato di vedere domenica scorsa per caso a me e Silvio (ah! la vita da flaneur!!!), alla Galleria dell'Orologio, a via degli Orsini.. Vale la pena vedere le foto di persona (anche perché il posto merita e la zona intera è ideale per una passeggiata...) ma le foto sono belle anche su internet...

Vittorio Emanuele di Savoia




20 novembre 2007

il separatismo... Ancora?!?!




A quanto pare è una manifestazione di e per sole donne...

L'ineluttabilità del genere mi sovrasta, ma mi prendo le responsabilità di genere e ...degenere!

intanto do la notizia della manifestazione alla quale, giocoforza, sono invitate solo le donne

(no, cara, solo le donne biologiche... e tu non lo sei, smettila, CRETINA!!!!!)

Manifestazione di donne per le donne. Si invitano tutte le realtà ad accogliere questa decisione dell'assemblea nazionale di organizzare una manifestazione di sole donne.

Il Corteo partirà alle ore 14:00 da Piazza della Repubblica lungo il seguente percorso:

VIA EINAUDI
PIAZZA DEI CINQUECENTO
VIA CAVOUR
LARGO RICCI
VIA DEI FORI IMPERIALI
PIAZZA VENEZIA
VIA DELLE BOTTEGHE OSCURE
LARGO DI TORRE ARGENTINA
CORSO VITTORIO EMANUELE
VIA DELLA CUCCAGNA
PIAZZA NAVONA



e questo è il link del blog

19 novembre 2007

dalla rèclame al viral marketing

Ecco un esempio ben riuscito di marketing virale per la Dove.




Postato su youtube questo video ha fatto il giro del mondo.


La controprova sono le parodie (spoofs) che girano già in internet.






Tutto questo succedeva nel 2006...
E io?
Dormivo!!!!

Intanto ecco il nuovo spot della Dove...

18 novembre 2007

dalla Romania all'Ungheria

...come non parlare di Gustavo? mitico disegno animato ungherese anni 60 della Pannonia film???

ancora musica

...sempre in quegli anni, più o meno, c'era anche al sigla finale di un programma di Maurizio Costanzo, che attanagliava il mio cuore romantico.
Solo anni dopo scopersi che era una delle Romanian Folkdancecs (la prima per la precisione) di Bela Bartok nato Ungherese e divenuto Romeno (un link sulla Romania dal sito teatroescuola) dopo la prima guerra mondiale (per le divisioni dell'ex impero austro-ungarico). Pensate se Bartok, rumeno vivesse in Italia oggi!!! Se la darebeb a gambe levate!!!!!

In mancanza di quella originale (del programma di Costanzo) ve ne posto due versioni,

una per piano, suonata da Bartok stesso


l'altra per piano e violino.


e un'altra ancora


e un'altra ancora, in più.



Ah la musica! Magnifica invenzione dell'uomo!!!!!

fine delle trasmissioni



Come tanti altri (leggete i commenti su You tube) anche io restavo in piedi per ascoltare questa musica. Ma a differenza di molti non mi metteva paura, né mi dava sensazione di morte (sic!).
Mi faceva rimanere senza fiato perché mi comunicava una sensazione di mistero, lo stesso che provavo guardando le stelle.

Pensavo fosse un pezzo di musica classica, invece è una composizione moderna, di Roberto Lupi, e si intitola Saturno (ed è dedicata agli anelli di quel pianeta...).
Allora la musica mi aveva trasmesso la giusta sensazione, ci avevo visto bene.

Un nome importante, quello di Lupi. anche per le sue ricerche sull'armonia gravitazionale, del quale fino a qualche ora fa non sapevo nulla e devo ringraziare la rete per avermene evinto.

Per quanto riguarda la parte video la versione che ho postato non è quella originale, che non può essere postata direttamente, ma potete vedere qui), ma è quella che ha più partitura (l'altra, pur con il video originale manca degli accordi finali di arpa...)

Sapere che molti altri come me rimaneva in piedi fino a tardi anelando quella musica e il suo mistero oggi ma fa sentire meno solo e un po' più nostalgico...

Molla tutto

Ba__tti__cuo__re

nous avons l'ordinateur....

14 novembre 2007

Cercasi produttore disperatamente


il mio primo (e unico) cortometraggio in pellicola

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dal corriere della sera online di venerdì 9 novembre

LA DECISIONE DEL PARROCO DI Paderno Veneto. zAIA (LEGA): IL VESCOVO CHIARISCA
Una chiesa al venerdì diventa moschea
«Non c'è dialogo se si chiudono le porte. Preferisco i musulmani che pregano ai cristiani che bestemmiano»
SONDAGGIO
In Veneto, il parroco di Paderno di Ponzano Veneto apre ogni venedì le porte della parrocchia per far pregare i musulmani. Siete d'accordo?
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Musulmani in preghiera (Ansa)
PONZANO VENETO (Treviso) - C'è una chiesa, a Paderno di Ponzano Veneto, che di venerdì diventa moschea, per favorire l'integrazione religiosa. Il parroco di Santa Maria Assunta, don Aldo Danieli, ha deciso di riservare alcuni locali della parrocchia alla preghiera e all'incontro degli immigrati musulmani. A Ponzano, che si trova in provincia di Treviso, risiedono 11.400 abitanti mentre i nuclei familiari di immigrati stranieri sono 232, circa 650 persone, provenienti soprattutto dal Nord Africa e dall'Est Europa.

IL DIALOGO AVVIENE SE NON SI CHIUDONO LE PORTE - «È inutile parlare tanto di dialogo se poi gli sbattiamo la porta in faccia. Papa Wojtyla li ha chiamati cari fratelli musulmani, come si fa allora a chiudergli la porta? Per me sono tutti figli di Dio». Agli immigrati di fede musulmana che vivono a Paderno di Ponzano Veneto e dintorni Don Aldo, 69 anni, le porte le ha spalancate mettendo a loro disposizione per la preghiera del venerdì l'oratorio della parrocchia, con annessa cucina e palazzetto, che ha contribuito a costruire anche con le sue mani. Il venerdì sono circa 200 i musulmani che arrivano da varie parti e si riuniscono a pregare nel locale che un giorno alla settimana diventa una moschea, ma per la fine del Ramadan e la festa del montone il numero sale a 1000-1200. «Loro me l'hanno chiesto e io ho detto di sì - spiega il parroco - Gli oratori del resto rischiano di fare le ragnatele».

CRITICHE E RESISTENZE - Una decisione quella presa da don Aldo due anni fa che all'inizio ha fatto storcere il naso a più di un parrocchiano. E non solo visto che, come racconta lui stesso, anche il vescovo e la Curia hanno fatto arrivare all'orecchio di don Aldo le loro perplessità: «Io, ingenuamente, non avevo chiesto il permesso nè al vescovo, nè a nessun altro perché per me è come fare la carità - ha spiegato don Aldo -. Del resto sono più vecchio del vescovo e sono stato anche suo professore. Comunque se me lo avessero proibito non sarei stato disposto ad obbedire». Don Aldo è molto convinto della propria scelta e con i suoi parrocchiani più recalcitranti è stato chiaro fino alla provocazione: «Preferisco i musulmani che pregano ai cristiani che bestemmiano. Se pensate di farmi diventare razzista vi sbagliate». L'anno scorso a don Aldo erano arrivate alcune e-mail che lo sollecitavano a stare «con le sue pecorelle» invece di aprire le porte ai musulmani: «Qualcuno mi diceva di stare attento - racconta - perché dove vanno a pregare prima «ci sgozzano i montoni» e «poi diventano padroni loro». Insomma le contestazioni non sono mancate, ma io ho riunito il Consiglio pastorale e ho spiegato che non bisogna avere paura. Il Papa ci invita a spalancare le porte a Cristo e Cristo sono anche i musulmani. Adesso va meglio. È un processo lento e faticoso, ma sta cominciando».

LA LEGA: IL VESCOVO INDAGHI -  «Mi appello al vescovo Mazzocato perchè chiarisca la posizione di questo parroco che non sono convinto sia in linea con il comune sentire della Chiesa; non mi risulta, infatti, ci siano state in Veneto altre iniziative di questo genere». E' stato questo il commento del Vicepresidente della Giunta Regionale del Veneto, Luca Zaia, alla decisione del parroco di Ponzano Veneto. «A parte il fatto che non esiste in questo nessun principio di reciprocità - ha detto Zaia - visto che nei loro Paesi non ci prestano certo le moschee per svolgere le nostre funzioni, comunque, la mia non vuole essere una presa di posizione frutto di pregiudizi, semplicemente non mi si faccia credere che l'integrazione passa attraverso queste iniziative 'buoniste'. Io dico che integrazione significa ben altro e il processo, semmai, deve essere inverso, deve partire dagli immigrati. Sono loro a dover dimostrare che desiderano veramente integrarsi e per far ciò devono innanzitutto cominciare a rispettare le nostre leggi, i nostri usi e costumi, le nostre tradizioni, la nostra identità e la nostra cultura. Gli immigrati devono sapere che, a casa nostra, prima di rivendicare diritti bisogna aver adempiuto ai propri doveri».

INCONTRO TRA VESCOVO E PARROCO - «Mai la chiesa parrocchiale è stata data alla comunità islamica per incontri di preghiera». Si conclude con questa precisazione un breve comunicato diffuso sabato dalla diocesi di Treviso in merito alle notizie riguardanti la concessione di spazi parrocchiali a fedeli islamici da parte del parroco di Paderno di Ponzano Veneto (Treviso). Il vescovo, mons. Andrea Bruno Mazzoccato, informa la nota, «ha incontrato don Aldo Danieli, parroco di Paderno, per avere chiarimenti circa alcune sue dichiarazioni evidenziate dai quotidiani e da alcuni organi radiotelevisivi». «All'interno di un dialogo fraterno e cordiale - è detto - don Aldo ha ribadito la sua obbedienza al vescovo e la piena disponibilità a trovare una soluzione al problema». In merito ad eventuali provvedimenti nei confronti del sacerdote ed alla prosecuzione delle attività di preghiera dei fedeli islamici nei locali della parrocchia, il portavoce del vescovo, successivamente interpellato, non ha fornito ulteriori precisazioni.
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