30 giugno 2008

Greenpeace? Dei pazzi ridicoli!

Tutto comincia quando ricevo una mail da Greenpeace nella quale si denuncia l'arresto per due loro attivisti giapponesi...

In Giappone i due attivisti di Greenpeace - Junichi Sato e Toru Suzuki - sono ancora in carcere per aver scoperto il più grosso scandalo sul furto e contrabbando della carne di balena all’interno del cosiddetto “programma scientifico” di caccia. Oggi in tutto il mondo protestano contro l'ingiusto arresto. Anche a Roma di fronte alla sede dell’ambasciata giapponese attivisti in manette hanno aperto due striscioni con le scritte “Giustizia per Greenpeace” e “Giustizia per le balene”.

La protesta cresce anche sul web. Più di 200.000 e-mail sono state inviate da tutto il mondo al governo giapponese per chiedere di liberare immediatamente gli attivisti. In Italia sono state raccolte quasi 4.000 firme.



Nella mail c'è una petizione online da mandare al governo giapponese.

Ma mentre cerco notizie incappo in una campagna fatta da Greenpeace che si chiama Whale-Love Wagon.
Una indagine in video sulla cultura nipponico riguardo i consumi di carne di balena.

E' allora che scopro questo video!!!



Per rispettare la cultura locale non solo l'attivista di Greenpeace mangia carne di balena ma si chiede se sia un bene o un male oggi farne consumo!!!
Ma come?!?!!? La caccia alle balene (non solo per scopi alimentari dalle balene si ricava di tutto) ne ha causato l'estinzione (è storia vecchia ci ha fatto un film addirittura la saga di Star Trek!!!) e quell'idiota si mangia un pezzo di balena, lo trova buono e si chiede se sia giusto o meno mangiarla?!?!?!

E questa è Greenpeace?????????

Ma in che mondo viviamo?!?!?!

Ho scritto per chiedere delucidazioni. Se mi rispondono vi faccio sapere...

Intanto fate girare il video ridicolizziamo il loro operato idiota!!!

Il loro sidaco di Roma...



...certo non il mio ha deciso, per voce del suo assessore alla Mobilità Sergio Marchi di dimezzare il costo annuo per l'accesso alle zone traffico limitato per commercianti e artigiani. Invece degli attuali 550, per entrare in centro le due categorie pagheranno 250 euro. Marchi vuole rendere la ztl meno cara per tutti.

Intanto ha prorogato al 30 settembre l'esenzione per le minicar, equiparate ai motorini ma che dal 1° luglio avrebbero dovuto pagare la tariffa, diminuita del 20%.
Inutile dire che chi si può permettere una minicar, che serve a far guidare i pargoli minorenni visto che per la loro guida non è richiesta la patente e il cui costo si aggira sui 6 mila euro (cioè quanto una normale utilitaria) sono solo i romani di una certa fascia di reddito in su, quindi è una norma che favorisce i ricchi e non tutti gli altri cittadini...
Intanto la fascia notturna di ingresso della ztl verrà spostata dalle 21 alle 23 (o 22) per aiutare ristoratori e gestori dei locali privati dei clienti.
«In ogni caso, la delibera comprenderà un pacchetto di misure: maggiore offerta di trasporto pubblico notturno, bus navetta, più controlli e sicurezza». (fonte La repubblica)

Il servizio di trasporto notturno di Roma è stato radicalmente modificato (in meglio) solo pochi mesi fa e non ha bisogno certo di ulteriori stravolgimenti ma di un rodaggio. La sicurezza non si capisce cosa c'azzecchi con un provvedimento che è nato per far circolare meno automobili in centro e sensibilizzare all'inquinamento al trasporto pubblico a una macchina con 4 persone e non 4 persone ognuno con la loro macchina...

Ecco che la nuova giunta si muove con i classici valori di destra: individualismo, noncuranza per la collettività e il bene comune, privilegi ai ricchi o ai più agiati (come i commercianti...) azioni a favore del commercio e non per il senso civico o la cultura.
Italiani, brava gente...

Hulk ovvero il peggio targato USA

Costretti a scegliere tra la programmazione di alcune sale per consumare dei biglietti gratuiti in via di scadenza, ieri, io e Silvio, siamo andati al LUX in quel del quartiere africano (bello!!!!). Volevamo vedere Ho ucciso Berlusconi ma poi, alla fine, da buoni coloni statunitensi, abbiamo optato per L'incredibile Hulk.
Il film è risibile sotto ogni punto di vista.

Non è mai plausibile: mostra generali dell'esercito assaltare università scorrazzando liberamente per le strade elle città americani senza chiedere il permesso a nessuno. Anche un professore che aiuta Hulk riesce da solo a riprodurre il suo sangue infetto ma che bella metafora nei tempi dell'aids!!! senza che nessuno lo aiuti (o controlli). L'universo del film è fatto di singoli individui che non sono collegati in alcun modo (se non virtualmente tramite una assurda chat satellitare...).

E' un film contro la scienza, dipinta come feroce applicazione di militari pazzi e di scienziati altrettanto pazzi, al meno che non abbiano il muso dolce di Liv Tyler (che si è prestata a questo ruolo ignobile) che più che una scienziata sembra una casalinga in attesa di marito (e di prole).

Un film fascista nell'esaltazione dell'individuo (quando Hulk combatte col super-hulk, cattivo, mentre lui riesce a controllarsi e dunque è buono), nella colpevolizzazione delle classi inferiori (il super cattivo, soldato professionista, è l'unico che viene punito, non il generale che lo ha reso tale o la società che permette tali esperimenti), un film violento e noioso, dove tutto è banale e prevedibile (anche Tim Roth nel ruolo del super cattivo e William Hurt in quello del generale, tormentato e tutto di un pezzo, poveraccio si è ridotto davvero a interpretare dei ruoli di merda!).
Un film che ti va venire voglia di non occuparti più degli Stati Uniti d'America, del suo immaginario pop merdoso e reazionario, di bruciare la collezione dei tuoi fumetti Marvel (che per fortuna non ho mai avuto) e smettere di andare a vedere questi film (però Iron Man mi ha divertito...).

Le uniche note amene, Lou Ferrigno in un cameo e l'evento che fa diventare quella faccia da pirla di Edward Norton in Hulk raccontato solo per immagini (e titoli di giornale) durante i titoli di testa, come fosse una sigla televisiva, ma in maniera più insistita, cinematografica.
Se L'incredibile Hulk vi diverte e vi piace come film, state alla larga, potreste essere contagiati!

28 giugno 2008

Pride nazionale 2008 (dal blog Marginalia)

Un Italo da Rottamare

cliccate sull'immagine per ingrandirla.

Cosa ci fa un fascista al Pride?
Leggete il bel post su Marginalia.
Come si fa a essere fascisti e gay? E' come essere cattolici e gay, una contraddizione di termini.

In ogni caso chi vuole avere a che fare coi fascisti?
Sapevo che il movimento gay si sta sempre più imborghesendo ma non credevo arrivasse addirittura a fascistizzarsi...

La mia assenza al pride nazionale (dovuta a motivi contingenti) ha adesso anche un significato politico.

Ecco bell'e rovinato anche il pride di questo anno fascistissimo...

27 giugno 2008

Imma Battaglia? No, grazie!!!

Allora. Come avevo previsto, nonostante le fosche previsioni di alcuni miei amici (cfr. il mio post Leggende metropolitane) ierisera ha aperto il Gay Village una manifestazione che, come spiega Imma Battaglia, presidente di DgayProject, l'associazione che gestisce il village, costa intorno a un milione e 600 mila euro. “Dagli sponsor arrivano 200mila euro gli altri saranno recuperati dai costi dei biglietti di ingresso e dagli incassi di bar e ristoranti. Dall’amministrazione dovrebbero arrivare 60mila euro ma al momento non sono neanche sicuri”1.

Imma Battaglia, aveva commissionato il manifesto a Oliviero Toscani, che aveva proposto per il Village questa immagine:



Apriti cielo!
Imma rifiuta l'immagine dicendo che è "Troppo forte', 'fallocentrica', 'fuori tema'2".

Oliviero Toscani ci rimane male e commenta: Imma Battaglia è diventata una signora per bene. Si e’ imborghesita. In realtà ha paura di fare un torto ad Alemanno: siamo all’autocensura 3.

Imma replica così: "Non ha seguito le specifiche che gli avevamo dato. Il Gay Village e’ molto di più della sessualità che esprime quell’immagine così anni ‘70"3

Alla fine si opta per quest'altro manifesto


Gay.it si schiera con Imma e i lettori del sito, chiamati a esprimersi nel sondaggio E' davvero censura quella nei confronti di Oliviero Toscani? potendo scegliere tra le due risposte

Siamo davvero al paradosso dei gay che si autocensurano da soli: le motivazioni di Imma Battaglia sono inammissibili.

La campagna e' fuori tema e riduce il mondo gay al solo aspetto sessuale: e' stato giusto non sceglierla come immagine del Gay Village.
le danno ragione per oltre il 75%.

Altri invece riconoscono che Imma forse ha esagerato.

Che Imma battaglia sia borghese è indubbio. Come fa a leggere in chiave sessuale e non di prevenzione il preservativo che è l'unico strumento per proteggersi da gravidanze indesiderate, da malattie a trasmissione sessuale (e non solo l'aids, che sta tornando a colpire molte vittime tra i giovanissimi gay?).
L'idea di cultura che poi ha Imma battaglia per il village sono i film a tematica omosessuale qualche spettacolo a tematica gay e poi tanto ballo.

Se spendesse metà dei soldi che spende per il Village per fare prevenzione per l'aids oppure se stornasse 160mila euro che la ministro Gelmini ha negato all'Istat per fare la prima ricerca seria e scientifica sulle discriminazioni per l'orientamento sessuale, Imma Battaglia avrebbe ragione a indignarsi di essere stata accusata di essere borghese.
Ma finché con i suoi modi di fare gentili e educati (se l'avete mai sentita parlare sapete che sto ironizzando, Imma Battaglia è volgare anche quando dice perdindirindina) si limiterà a far ballare tanti ragazzi e ragazze, etero, gay bisex, transgender, molti dei quali, dopo (o durante), scoperanno, indignarsi perché il profilattico non rappresenta i gay non è solo da borghese ma anche da persona ipocrita.

E voi? Che dite? Quale tra i due manifesti è più forte, quale dà più fastidio, quale risveglia le coscienze e quale invece si presenta tremebondo, in punta di piedi, chiedendo scusa, per non disturbare un sindaco (un'Italia) fascista?



1) fonte 06blog
2) fonte Gaynews
3) fonte Gay.it

Dal teatro alla danza...

Non perdetevi lo spettacolo di Dino Verga Studio Senza Luce (quinta recensione per Teatro.org) un'anteprima in orario da aperitivo (alle 19.00) della coreografia su cui sta lavorando (e che sarà pronta in forma completa il prossimo novembre).

(immagine dal sito Il portale della danza)

Il blog di Silvio

E anche Silvio ha un suo blog...
Si chiama Wikino bloG, dove si parla di "Arte, natura, poesia... ....e non solo". Ha ancora pochi visitatori... Quindi diamoci da fare!...

26 giugno 2008

Dalla rete...

Tre amici palermitani bravi belli e simpatici...





I tre ragazzi hanno messo su un gruppo che si chiama Nimaca...

Estate 1985

Alla radio imperversava Acqua di Loredana Bertè. Io avevo vent'anni, ero appena uscito fuori dall'armadio, col mio primo fratello (o sorella?) di sangue a divertirci in quel di Terracina...

Il tempo passa per tutti...

Il blog di Tamara

Me lo aveva già comunicato ma se non mi accorgevo che il suo commento aveva la fotina dal blogger non me lo sarei ricordato.. Anche Tamara ha un blog! così ora c'è un posto tutto suo dove poter leggere le sue acute osservazioni. Spero solo che continui a impreziosire il mio blog coni suoi interventi.
Il blog si chiama Pangrattato ("uno degli ingredienti più umili e allo stesso tempo utili in una ricetta" come dice Tam nel suo post d'apertura).
Benvenuta!!!!

Navigando sulla rete...

...ho incontrato un sito sulla divulgazione scientifica che sembra molto interessante. Si chiama Jekyll comunicare la scienza. Io lo sto già leggendo...

L'attuale governo...

mette mano alla scuola prevedendo 100mila insegnanti in meno e 43mila lavoratori Ata (amministrativo, tecnico e Ausiliario)nell'arco di 3 anni. Un vero e proprio smantellamento della scuola pubblica che dopo questa cura tornerà ad essere come quella prima del 1970. Perché non è lo stato a doversi occupare dell'istruzione ma il privato (per tacere delle università)...

Scuola disastrata dai tagli Tremonti
Via 100 mila docenti. E università ai privati
Piano di «risparmi»: meno 8 miliardi in 3 anni
Mauro Ravarino

Saranno gli insegnanti le principali vittime del decreto fiscale proposto dal governo Berlusconi, oggi al voto di fiducia alla Camera. Una vera gogna per la scuola e per tutti i settori della conoscenza. L'esecutivo vuole recuperare ben 8 miliardi di euro in tre anni - dicono i sindacati che hanno ottenuto in anteprima una bozza della manovra finanziaria - salteranno quasi 150 mila posti di lavoro: 100 mila cattedre e 43 mila posti di personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario).
Sotto la fantomatica dichiarazione di guerra ai «fannulloni» si giustificano tagli indiscriminati, con conseguenze pesantissime sull'intero sistema scolastico. Per la Flc-Cgil, «la scuola è diventata la principale fonte di risparmio della spesa pubblica». Obiettivo: debilitarel'istruzione pubblica, accantonare il tempo pieno e addirittura tornare al vecchio maestro unico, per il quale non provavamo certo nostalgia. Queste sono alcune delle ipotesi, inserite nel decreto, che farebbero balzare l'Italia indietro di quasi quarant'anni. Era, infatti, il 24 settembre del 1971, il giorno in cui il tempo pieno diventava legge, prevedendo la presenza di due docenti per classe. Ma gli attacchi non finiscono: caleranno i fondi alla ricerca ed è in cantiere una proposta di privatizzazione delle università, sotto forma di fondazioni.
Il decreto fiscale presenta 174 articoli, attraverso i quali il mondo della conoscenza subirà ampie sforbiciate, tanto da far pronunciare a Enrico Panini un duro atto d'accusa: «Il governo - afferma il segretario generale della Flc-Cgil - scommette sull'ignoranza». In Italia si spende il 2% in meno del Pil rispetto agli altri Paesi europei e, negli ultimi dieci anni, la spesa per ricerca, scuola e università si è ridotta costantemente in rapporto al totale della spesa pubblica: «È evidente - aggiunge Panini - che i risultati di queste decisioni disastrose saranno pagati dal Paese, dai lavoratori e dagli strati meno ricchi».
Vediamo nel dettaglio i punti caldi della bozza, partendo dal settore più a rischio. La scuola sarà sottoposta a un risparmio record di 7,832 miliardi di euro, il 30% dei quali saranno successivamente reinvestiti in politiche contrattuali di incentivazione. Quali le conseguenze? Si parla di un taglio di 100 mila cattedre in tre anni che Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda, considera «uno smantellamento della scuola statale». Gli istituti si spopoleranno anche di bidelli, tecnici e segretari; il personale Ata verrà infatti ridotto del 17%. A tale disastro, si aggiunge una devastazione degli ordinamenti scolastici, che «per la prima volta - commenta Panini - saranno più poveri di quelli precedenti». Al vaglio ci sono il ritorno del maestro unico nelle elementari e una riduzione di ore e materie nella scuola secondaria. Critico anche Francesco Scrima della Cisl scuola: «È un'operazione che porta solo a un depotenziamento della rete territoriale delle scuole, che non potranno più assicurare quel fondamentale diritto costituzionale che è l'istruzione per tutti».
Per quanto riguarda l'università, agli atenei verrà fornita la possibilità di trasformarsi in fondazioni; una norma che - secondo la Cgil - alienerebbe il patrimonio pubblico a favore dei privati. Si rallentano poi gli scatti automatici ai docenti e si dà una stretta alle assunzioni: per il triennio che va dal 2009 al 2011 le università potranno, infatti, assumere nei limiti del 20% dei pensionamenti e del 50% dal 2012. Il fondo di finaziamento ordinario degli atenei subirà un taglio di 500 milioni di euro in due anni.
Infine, arriviamo alla ricerca. Anche qui, la scure di Tremonti non si concede nessuna pietas. Saranno soppressi tutti gli enti di ricerca con meno di 50 unità di personale e per tutti gli altri è previsto un riordino e una riconferma assolutamente non scontata. Gli enti di tutela ambientale vengono riuniti sotto l'Irpa e passano sotto il ministero dell'Ambiente. Per gli enti pubblici di ricerca sono confermate le procedure in vigore dal primo gennaio. Le assunzioni per il triennio 2010-2012 avverranno nei limiti del 80% della spesa complessiva e del 100% del turn over, con un peggioramento rispetto alle previsioni della finanziaria 2007. Ormai è chiaro, il nuovo corso Gelmini si apre con le peggiori prospettive per i lavoratori della conoscenza. Il manifesto del 25 giugno 2008


Aaaaaaaaahhhhhhh che bei tempi quelli quando si doveva combattere con le pruderie di Rosa Russo-Jervolino che non voleva l'opuscolo informativo sull'aids di Silver (Lupo Alberto) nelle scuole...

25 giugno 2008

UNILEVER? Mai più!

Compro il nuovo gelato della linea Magnum Temptation Chocolate.
Mi ritrovo una confezione, un packaging, a dir poco ingombrante.

E' una scatola rettangolare, argentata al suo interno, con un piccolo "cuscinetto" di cartone alimentare sul quale poggia il gelato.

La scatola è chiusa da un adesivo pre-tagliato che si stacca in modo che la scatola si apre e non può più essere richiusa (al contrario degli adesivi apri-e-chiudi delle patatine per capirci...).

Una confezione insidiosa, uno spreco di materiali, di energia, un ingombro enorme in rapporto al gelato che contiene (appena 68 g di gelato come scritto sulla confezione) contribuendo all'inquinamento del pianeta e alla produzione di rifiuti urbani pro-capite.
Ora, le altre confezioni dei magnum sono di plastica non di cartone, morbide, non rigide, un involucro, lo stesso inquinante, anzi forse peggio del cartone (anche se così trattano non saprei...), ma sono molto meno ingombranti.

Ora, invece di spendere soldi per il sito internet (insulso e melenso) del Magnum, con tanto di Eva Longoria come testimonial (e i suoi scagnozzi che contribuiscono a propagare i cliché più triti su uomini e donne) alla Unilever, la multinazionale che ha acquistato l'Algida e la Magnum, potrebbero investire quei soldi in una politica aziendale più ecologista.

Poi ho consultato la Guida al consumo critico edita dalla EMI, Editrice Missionaria Italiana, (purtroppo ho solo la vecchia edizione del 2000, anche se la più aggiornata è ferma al 2003), e scopro che la Unilever è una multinazionale famosa per i suoi comportamenti dubbi.

UNILEVER

Multinazionale alimentare e chimica presente in 90 paesi con circa 500 filiali, classificata al 43° posto della graduatoria mondiale.
Fattura 88.000 miliardi circa e impiega 267.000 persone. (...)
La multinazionale opera nel settore degli alimentari (52% del fatturato), dei detergenti per la casa (22%), dei prodotti per l'igiene personale (25%) e in altre attività (10%). (...)
In Italia opera attraverso cinque società che hanno capo a Unilever Italia Spa (Via Ronnet 10. 20154 Milano. tel.: 02 62331 ): Sagil (surgelati), Lever Fabergé (igiene personale), Van Deen Berg (bevande e alimentari), Diversey Lever (igiene della casa), Calvin Klein Cosmetics (cosmetici).
Unilever Italia, con oltre 4.250 miliardi di fatturato e 6.000 dipendenti, è tra i leader nel mercato italiano delle margarine (49% del mercato), dei gelati ( 36°), degli oli di oliva, dei surgelati, del tè, dei detersivi e dei prodotti per l'igiene personale.

[Unilever] fa parte di EuropaBio, un'associazione che raggruppa le industrie con interessi nel settore delle biotecnologie, il cui scopo è di intervenire a tutti i livelli per legittimarne l'impiego (...).
Unilever (...), il più grande commerciante del mondo di tè (...), è uno dei massimi responsabili delle gravi condizioni in cui versano milioni di contadini del sud del mondo, perché i suoi metodi commerciali, totalmente ispirati a una logica di profitto, non garantiscono guadagni dignitosi. Secondo il sindacato internazionale degli alimentaristi, la controllata Brooke Bond continua a strappare ingenti profitti dalla sua piantagione keniota Sulmac, la più grande piantagione di fiori del mondo, ove impiega oltre 5000 lavoratori , di cui soltanto 2000 con regolare contratto a tempo pieno. (...) Fa parte di WBCSD, un'associazione creata dalle multinazionali per promuovere una falsa idea di sviluppo sostenibile, affinché nell'opinione pubblica si radichi l'idea che l'ambiente si difende facendo crescere la produzione. (...)
Ha stipulato, con Nestlè, Sammontana e Sanson un contratto coi distributori i contrasto con la legislazione italiana sulla concorrenza. (...)
Nel gennaio 1998 Unilever ha subito dalla guardia di Finanza una mega-multa per aver percepito indebitamente aiuti comunitari sull'olio per una cifra di 127 miliardi. La sanzione prevista va da 3 a 8 volte la somma indebitamente percepita.
Nel 96 e 97 è stata condannata dall'Antitrust per pubblicità ingannevoli relative al dentifricio Mentadent. (...)
Unilever utilizza semilavorati sperimentati su animali (EC63/00). [per questo] continua il boicottaggio proclamato da Animal Aid (...).
Tra i marchi di proprietà di Unilever ci sono:

Lipton Ice tea (aranciate, cole e simili):
Lipton, tè Ati (te);
Lipton, Montania (camomilla e infusi);
Effervescente brioschi (polveri per bevande);
Algida, Carte d'Or, Eldorado, Magnum, Solero, Sorbetteria di Ranieri, Toseroni (gelati e snacks surgelati);
Findus, Genepesca, Igloo (pesce surgelato);
Findus (piatti surgelati, verdure surgelate);
Bertolli, Dante, San Giorgio, Rocca dell'Uliveto (olio d'oliva);
Friol, Maré, Maya (olio di semi);
Foglia d'Oro, Gradina, Maya, Rama (margarina);
Milkana, Vive la vie (formaggi confezionati);
Creme Cuisine (panna e besciamella). (fonte Guida al consumo critico Editrice Missionaria Italiana, Bologna 2000, pp. 336-340)


Insomma ho "scoperto" il sassolino che precede la montagna...

Ecco altri dati, dal sito Independet Media Center:

UNILEVER
(proclamata da Animal Aid per esperimenti su animali)
COMPORTAMENTI NON ETICI SEGNALATI:
Abuso di potere, Sfruttamento Terzomondo, Danni all'ambiente, Ogm, Diritti lavoratori, Regimi oppressivi, Illeciti, Sfruttamento animali, Pubblicita' scorretta,
Paradisi fiscali

COSA COMBINA NEL MONDO LA UNILEVER

REGIMI OPPRESSIVI: ha filiali in Brasile, Colombia, Egitto, El Salvador, Guatemala, Honduras, India, Indonesia, Kenya, Messico, Marocco, Perù, Filippine, Senegal, Sri Lanka, Turchia e Uganda.

RELAZIONI SINDACALI: nel Giugno 89 i lavoratori della Gessy Lever a San Paolo, Brasile, occuparono la fabbrica per rivendicare paghe e condizioni di lavoro migliori; 87 di loro furono licenziati. Sebbene poi i lavoratori ricevettero un aumento di paga, la direzione mancò di riconoscere il consiglio di fabbrica eletto dai lavoratori.

SALARI E CONDIZIONI DI LAVORO: nel 1988 membri del sindacato dei lavoratori nella fabbrica Elida Gibbs in Sudafrica scioperarono per il salario minimo. La direzione aziendale ottenne un ordine dalla Corte Suprema che reprimeva i membri del sindacato dall'interferire con la produzione e distribuzione di merci. (Comunque, il sindacato ultimamente ha vinto la sua rivendicazione per un salario minimo mensile di R 195).

DIRITTO ALLA TERRA: Unilever ha una grande fabbrica di tè a Pazar nella Turchia Orientale, un'area dalla quale la gente, la maggior parte Kurdi, è stata espulsa secondo uno schema di sviluppo deciso dal Governo Turco.

AMBIENTE: la compagnia è stata multata per 5.000 sterline nel 1990 per il rilascio di 50 tonnellate di acido solforico concentrato dalla sua fabbrica Crossfield Chemicals a Warrington (Gran Bretagna).
Secondo il Registro dell'Autorità Nazionale dei Fiumi, nel periodo Gennaio-Marzo 1991 la compagnia ha superato gli scarichi consentiti tre o più volte. Inoltre, tra l'1-9-1989 e il 31-8-1991 la compagnia fu dichiarata colpevole di inquinamento delle acque.

COMMERCIALIZZAZIONE IRRESPONSABILE:
Unipath, filiale della Unilever, è stata criticata da Maternity Alliance per l'offerta di una fornitura mensile di un complesso vitaminico insieme ai kit per il test della gravidanza. I gruppi fanno notare che nel 1990 il Dipartimento della Sanità consigliò alle donne gravide di evitare di prendere integratori dietetici che includono la vitamina A, a causa dei pericoli di difetti nel nascituro.

CAMPAGNA DI BOICOTTAGGIO: nel Febbraio 1992 Mid Somerset Earth First! lanciò il boicottaggio della Unilever e dei suoi prodotti dietetici integrali, alla luce dei test sugli animali e del comportamento globale verso l'ambiente.



Che ne dite, è il caso di boicottare Unilever non acquistando più i suoi prodotti?

24 giugno 2008

Mina e Ornella insieme?!?!?!?!

grazie alla segnalazione di Dario!!! Ecco l'articolo...

La Vanoni canta con Mina
è la prima volta insieme
"Ci sarà anche Paoli. Ma pure Morandi, Dalla e Fiorella Mannoia"
"Non abbiamo scelto un pezzo classico, ma un inedito che piaccia a entrambe"
di RORY CAPPELLI e GINO CASTALDO

La Vanoni canta con Mina è la prima volta insieme

Mina
GLI ANNI passano ma Ornella Vanoni ha sempre il guizzo impertinente dei suoi anni giovanili. "Sì" conferma al telefono, "è vero che c'è l'idea di incidere una canzone con la Mina, e se ci riusciamo dobbiamo farla lunga, almeno dieci minuti, così ne è valsa la pena, dopo tanto tempo". Di tempo ne è passato effettivamente molto, le due signore della canzone si conoscono da circa mezzo secolo, e per un certo periodo erano state anche spinte verso un'inesistente rivalità, come si usava nel costume dell'epoca.

Beatles contro Rolling Stones, si diceva, e in Italia per osmosi diventava urlatori contro melodici, Equipe 84 contro Rokes e, perché no, Vanoni contro Mina. In realtà le due si studiavano a vicenda, si ammiravano, e stavano bene attente a occupare ambiti differenti. Ma arriva un tempo per tutte le cose, e ora Ornella si è messa in testa di incidere un disco tutto costruito con prestigiosi duetti: «Sì, è per festeggiare tutti questi anni di carriera» racconta. «Ho deciso d´incidere un album di duetti, sia con le persone che hanno fatto parte della mia storia, sia con personaggi con cui non ho mai avuto niente a che fare. C´è Paoli, per forza di cose, e non potrebbe essere altrimenti. Ma anche Gianni Morandi, Lucio Dalla, con cui ho già inciso Senza fine, Fiorella Mannoia. Questi sono quelli già realizzati, grazie a Celso Valli che sta curando la produzione del progetto. Ma siamo già pronti con le basi per incidere i duetti con Jovanotti, Irene Grandi, Carmen Consoli, Claudio Baglioni, e poi chissà...».

Tutto bene, ma è evidente che l´idea di duettare con Mina è una notizia in sé, un incontro storico tra le due cantanti (mancherebbe solo Milva per completare il quadro) che hanno meglio rappresentato la voce femminile nella storia della canzone italiana, un po´ come è successo nel caso dell´incontro di grande successo tra Mina e Celentano. «Con Mina c´è più che un´ipotesi» spiega la Vanoni, «il duetto lo vogliamo fare, solo che abbiamo deciso di non incidere un pezzo classico, né mio, né suo, ma di cercare un pezzo inedito che piaccia a tutte e due. E ci stiamo lavorando. Abbiamo alcuni pezzi che potrebbero andar bene».

Da un certo punto di vista può sorprendere che un incontro al vertice di questa portata non sia avvenuto prima e infatti una mezza idea c´era già stata e lo rivela ancora una volta la Vanoni: «È vero, ogni tanto ci sentiamo, e questa è una cosa che prima o poi dovevamo fare, e a dirla tutta dieci anni fa c´era venuto in mente di realizzare un intero disco, poi ci siamo perse».

Sembra che ora il momento sia arrivato e dall´altro versante arriva puntuale la conferma di Massimiliano Pani da sempre voce ufficiale della madre: «Sì, tutto vero, ci ha contattato Celso Valli proponendoci il duetto, e mamma ha risposto che sì, molto volentieri, sarebbe felicissima di farlo. L´unica cosa è che non ci sembrava giusto realizzarlo su un pezzo classico, vogliamo un inedito e bisogna trovare una cosa forte, altrimenti non ha alcun senso, questa è l´unica condizione che abbiamo posto».

E lui, come se lo spiega che l´incontro tra le due grandi cantanti non sia avvenuto prima? In fondo Mina ha fatto dei duetti una sua specialità, da quelli leggendari nelle trasmissioni televisive con Lucio Battisti e tantissimi altri, fino ai recenti successi discografici, uno per tutti quello con Riccardo Cocciante. «La ragione è molto semplice. Noi siamo sempre partiti da una canzone, non da un´idea astratta di un duetto. È la canzone che faceva scattare la molla. Quindi semplicemente non c´è stata l´occasione. Ora c´è il piacere di farlo, mamma è molto felice di questa idea, bisogna solo trovare il coniglio da far uscire dal cilindro».
La repubblica

Scoperto l'interruttore dell'hiv

Apprendo dal blog di Snapshot la notizia di una scoperta scientifica che potrebbe fare la differenza:
Un gruppo di ricercatori italiani coordinati da Cesare Peschle dell'Istituto superiore di sanità (Iss), in uno studio pubblicato dalla rivista Nature Cell Biology, ha dichiarato di aver scoperto l'esistenza di un interruttore unico capace di spegnere sia le metastasi tumorali che l'attività del virus Hiv.

Cliccate qui per leggere il resto del post.

23 giugno 2008

Bollettino ufficiale sullo stato del mio umore n° 16



Era l'estate del 1988 e, non lavorando ancora, decisi che non avrei fatto alcuna vacanza (beh non è che quest'anno cambi qualcosa...). Decisi di trasferirmi a casa di Mariù, mentre lei partiva per il Messico (per 40 giorni...), coabitando con la mia amica Linda, brasiliana, (che già da qualche mese usufruiva dell'ospitalità di Mariù), più qualche comparsa flash di Sibilla, che mi ricordo poco in quel mese...).
Così quell'Agosto lo passai al mare, alla spiaggia di capocotta, con Linda e un suo amico brasiliano e la di lui ragazza italiana, Grazia, bellissima, con una pelle bianchissima, anche sotto il sole, e i lunghi e neri capelli fluenti...

Fu con Linda che scoprri molta di quela musica brasiliana che qui in italia non giunge bloccata dal luogo comune che vuole la musica brasiliana tutta uno stucchevole Rio maraviglia.

In Italia una che ha sempre contribuito tanto (oltre Mina...) a diffondere la bella musica brasiliana è stat certamente Ornella Vanoni. Fu lei a incidere un album evento con Vinicius De Moraes e Toquino (ancora sconosciuto in Italia, che poi diventerà la sua patria elettiva).


Tra i tanti capolavori mi cha colpito questa senza paura che è un approccio alla vita (e alla morte) allegra spensierata e Laica, proprio come mi sento oggi io...

22 giugno 2008

Carfagna 0 Stupro 2

Nessuno nega - e non sarò certamente io la prima - il fatto che non di rado è la stessa famiglia a trasformarsi in luogo di commissione di reati ai danni delle donne. Trasformazione dettata da una cultura errata e distorta, a volte maschilista e violenta. Ma è una trasformazione, non è la regola.
Le analisi statistiche da voi riportate e da noi conosciute e studiate, sottolineano anche un altro aspetto: divorzi, separazioni ed affidamento dei figli causano gran parte delle tensioni e dei reati realizzati all’interno della famiglia.

Mara Carfagna Ministro delle pari opportunità


Arrestato in provincia di Brescia l'ex compagno della donna, 53 anni. L'avrebbe investita con l'auto e poi colpita

Chissà forse se invece di convivere si fossero sposati...

CARFAGNA VERGOGNATI!!!

20 giugno 2008

Il quarto pure!

Continua la pubblicazione di recensioni di altrettanti spettacoli sul sito teatro.org.
Ecco il nuovo link

Picchì mi guardi si tu si masculo.

Un nuovo blog che ho incontrato...

è universofrattale il blog di Snapshot




che sta per laurearsi in fisica... Così in questo blog torna un po' di scienza come mi ero ripromesso quando lo aprii nel lontanissimo dicembre del 2004...

Aumenta di giorno in giorno cari miei Lurker il numero di blog da leggere...

Gloucester, Massachusetts (2)

Mi sembra utile fare un confronto tra la stessa notizia data da un nostro quotidiano e da un quotidiano statunitense.

ecco Repubblica:
WASHINGTON - Nella terra che un tempo apparteneva ai Puritani, in quel New England che invano tentò di esorcizzare con lapidazioni, fuoco e cappio il demonio della carne dalle proprie donne, le ex Vergini di Salem formano un patto fra di loro per diventare "le ragazze madri" di Salem e scoppia l'epidemia delle gravidanze volontarie fra ragazzine.

In un liceo di Gloucester, nel Massachusetts, a pochi minuti proprio dalla Salem dei tremendi processi alle "streghe" a fine Seicento, diciassette teen agers di quindici e sedici anni esibiscono contemporaemente e con orgoglio il loro pancione, senza rivelare chi siano i padri. E spiegano a sbigottiti presidi, professori, genitori e amministratori che l'hanno fatto "perché lo volevano fare". Non il sesso, che a 14 anni in media la maggioranza di maschi e femmine comunque comincia a praticare senza curarsi delle inutili campagne nazionali per l'astinenza e la castità, ma la maternità singola. La maternità come sfida e come affermazione di loro stesse.

Prima ancora che la statistica allertasse gli adulti, di fronte alla scoperta che quelle diciassette adolescenti in attesa erano almeno il quadruplo della incidenza media e accettata come normale di studentesse incinte fra le 600 iscritte in quell'istituto (quattro ogni anno), fu lo strano comportamento delle ragazze che facevano i test di gravidanza nell'infermeria del liceo, con i kit, i prodotti acquistabili in ogni farmacia a inquietarli. Quando il risultato era negativo, dunque non risultavano incinte, anziché respirare sollevate e innalzare ringraziamenti al cielo come milioni di adolescenti, le ragazze si mostravano deluse e imbronciate. E si ripresentavano per nuovi test, mese dopo mese, fino a quando scoprivano, felici, di essere in attesa.

Una breve indagine, e le loro franche risposte, rivelarono che non soltanto esse avevano fatto il possibile per essere fecondate, ma che tra loro esisteva addirittura un patto segreto per raggiungere, possibilmente insieme e contemporaneamente, la maternità. Si dicono ispirate dal cinema, da film di buon successo diffusi all'inizio di quest'anno, "Juno", e "Knocked Up" (slang per "essere incinta") storie sentimentali ed edificanti di donne che decidono, anziché abortire come sarebbe stato loro diritto e scelta, di far nascere il bambino e che sono state adottate da movimenti abortisti come materiale di propaganda "per la vita".

Ma nel copione di quei film, le gravidanze sono involontarie, "incidenti", come si ripetono ogni giorno nel mondo a giovani e meno giovani. Quello che rende straordinario il caso delle "ex Vergini di Salem" è la scelta, è il patto deliberato fra di loro per farsi ingravidare e per partorire, per usare la propria femminilità come un grido di autonomia, di ribellione e di affermazione. Una riedizione ben più drammatica del celebre slogan delle femministe anni '70, quando proclamavano sulle T-shirt che "l'utero è mio e me lo gestisco io" e si battevano per quel diritto di scelta che in Massachusetts esiste e sarebbe disponibile a quelle studentesse.

Bisogno di sentirsi amate e di poter amare, non l'amante di una sera, un boyfriend o un marito, ma da una creatura tutta loro, da un figlio. Questo hanno detto all'infermiera di servizio e al pediatra di zona per spiegare le loro azioni molte di quelle 17 liceali, che dallo scorso ottobre, quando il patto è scattato, hanno cominciato a tentare di farsi mettere incinta. Tacendo, tutte, i nomi dei padri.

Sono stati interrogati i loro compagni di scuola maschi, che tutti negano. E' stato fermato dalla polizia un senzatetto, un operaio stagionale migrante, che si aggirava attorno al liceo di Gloucester nel periodo in cui le studentesse hanno cominciato a farsi fare i test di gravidanza in massa e la procuratrice della repubblica locale sta pensano a ipotesi di incriminazione contro ignoti per stupro legale, poiché far sesso con una minorenne è, indipendentemente dalle intenzioni di lei, un crimine.

Forse la spiegazione del mistero delle ex vergini del New England sta oltre i confini della criminalità, della ingenuità o delle suggestioni di giovanissime sedotte dall'idea della maternità come rivolta. Sta esattamente nella crisi di identità e di vita quotidiana che ha afferrato la cittadina di Gloucester, come sconvolse il New England dei Puritani duecento vent'anni or sono. Gloucester, una comunità religiosissima, dunque molto esposta alla predicazione contro il sesso prematrimoniale, è, da tempo, in enormi difficoltà economiche, per il collasso della pesca nei banchi dell'Atlantico che l'aveva resa prospera. Proprio come Boston, Salem e le colonie Puritane si dibattevano, alla fine del XVII secolo, tra difficoltà economiche e inverni terribili.

I New Englanders del 1690 videro nel demonio, e nelle donne che se ne lasciavano sedurre, la causa dei loro mali. Le pronipotine hanno creduto di vedere nel proprio corpo di donna, nella loro capacità di creare e dare vita, la risposta alla depressione individuale e collettiva che ha afferrato la loro comunità, rinunciando a quegli uomini, a quei padri, a quella famiglia che non è riuscita a proteggerle dalla solitudine e dall'impoverimento.

Il pediatra della scuola ha subito chiesto che sia intensificata l'educazione sessuale e psicologica delle 600 studentesse del liceo, che siano diffusi anticoncezionali gratuiti e siano informate della possibilità di abortire, che venga spiegato a queste giovani che cosa significhi diventare madri singole a 15 o 16 anni, o cedere il proprio bambino in adozione, quando tutte le ricerche notano che le maternità adolescenziali sono tra le prime cause di povertà per le madri e di vite amare per i loro figli.

Ma le gravidanze di teen agers, a volte di bambine, stanno crescendo ovunque, negli Stati Uniti, dopo anni di diminuzione, al ritmo del 3% in più ogni anno. Il diavolo, avrebbero mormorato due secoli or sono gli esorcisti puritani di Harvard che fin da allora non capivano le donne, deve essere il diavolo.

(20 giugno 2008)


Ed ecco il Time:
As summer vacation begins, 17 girls at Gloucester High School are expecting babies—more than four times the number of pregnancies the 1,200-student school had last year. Some adults dismissed the statistic as a blip. Others blamed hit movies like Juno and Knocked Up for glamorizing young unwed mothers. But principal Joseph Sullivan knows at least part of the reason there's been such a spike in teen pregnancies in this Massachusetts fishing town. School officials started looking into the matter as early as October after an unusual number of girls began filing into the school clinic to find out if they were pregnant. By May, several students had returned multiple times to get pregnancy tests, and on hearing the results, "some girls seemed more upset when they weren't pregnant than when they were," Sullivan says. All it took was a few simple questions before nearly half the expecting students, none older than 16, confessed to making a pact to get pregnant and raise their babies together. Then the story got worse. "We found out one of the fathers is a 24-year-old homeless guy," the principal says, shaking his head.


The question of what to do next has divided this fiercely Catholic enclave. Even with national data showing a 3% rise in teen pregnancies in 2006—the first increase in 15 years—Gloucester isn't sure it wants to provide easier access to birth control. In any case, many residents worry that the problem goes much deeper. The past decade has been difficult for this mostly white, mostly blue-collar city (pop. 30,000). In Gloucester, perched on scenic Cape Ann, the economy has always depended on a strong fishing industry. But in recent years, such jobs have all but disappeared overseas, and with them much of the community's wherewithal. "Families are broken," says school superintendent Christopher Farmer. "Many of our young people are growing up directionless."

The girls who made the pregnancy pact—some of whom, according to Sullivan, reacted to the news that they were expecting with high fives and plans for baby showers—declined to be interviewed. So did their parents. But Amanda Ireland, who graduated from Gloucester High on June 8, thinks she knows why these girls wanted to get pregnant. Ireland, 18, gave birth her freshman year and says some of her now pregnant schoolmates regularly approached her in the hall, remarking how lucky she was to have a baby. "They're so excited to finally have someone to love them unconditionally," Ireland says. "I try to explain it's hard to feel loved when an infant is screaming to be fed at 3 a.m."

The high school has done perhaps too good a job of embracing young mothers. Sex-ed classes end freshman year at Gloucester, where teen parents are encouraged to take their children to a free on-site day-care center. Strollers mingle seamlessly in school hallways among cheerleaders and junior ROTC. "We're proud to help the mothers stay in school," says Sue Todd, CEO of Pathways for Children, which runs the day-care center.

But by May, after nurse practitioner Kim Daly had administered some 150 pregnancy tests at Gloucester High's student clinic, she and the clinic's medical director, Dr. Brian Orr, a local pediatrician, began to advocate prescribing contraceptives regardless of parental consent, a practice at about 15 public high schools in Massachusetts. Currently Gloucester teens must travel about 20 miles (30 km) to reach the nearest women's health clinic; younger girls have to get a ride or take the train and walk. But the notion of a school handing out birth control pills has met with hostility. Says Mayor Carolyn Kirk: "Dr. Orr and Ms. Daly have no right to decide this for our children." The pair resigned in protest on May 30.

Gloucester's elected school committee plans to vote later this summer on whether to provide contraceptives. But that won't do much to solve the issue of teens wanting to get pregnant. Says rising junior Kacia Lowe, who is a classmate of the pactmakers': "No one's offered them a better option." And better options may be a tall order in a city so uncertain of its future. —with reporting by Kimberley McLeod/New York



Al di là delle differenze culturali l'articolo italiano sbaglia a copiare (perché avranno copiato, magari da una fonte comune, certi passaggi sono troppo simili)
i 1200 studenti diventano 600, qualcun che accusa i film diventa un riferimento fatto dalle stesse ragazze e poi il tono è diverso. Più neutro e informativo quello del Time più con la bocca piena di acquolina da gossip quello di Repubblica (che diventa ogni giorno più illeggibile: quell'indegno riferimento al femminismo e allo slogan "l'utero è mio" paragonato alle ragazze americane fa vomitare ...).

Che dire, ha sempre più ragione Grillo quando manda i giornalisti AFFANCULO...

Gloucester, Massachusetts (1)

Avrete appreso come me delle ragazze di scuola superiore di 15 16 anni che hanno deciso di rimanere tutte incinta.
Io ho appreso la notizia dal gr2, che ha parlato gioco tra bambine con un bambolotto vero. Un tono di sufficienza, quasi sprezzante, come se una sedicenne sia ancora una bambina.
Ma quello che mi ha fato tarsecolare è stato il commento di Paolo Pietropolli charmet, stimato (sic!) psicoterapeuta, che ha detto:
"c'è un aspetto di gruppo che è protagonista principale di tante vicende degli adolescenti attuali sia che decidano di suicidarsi contemporaneamente oppure di fare tutti quanti lo stesso tatuaggio o, in questo caso, entrare in stato di gravidanza quasi contemporaneamente e chi lo sa con quale tipo di fecondazione. L'aspetto importante è questo attivare contemporaneamente una manipolazione molto violenta del corpo per raggiungere un'obbiettivo che non ha nulla a che fare con dare la vita a un bambino. (mia trascrizione, per sentire l'originale cliccate qui)


Altro che tono di sufficienza, questo qui è il classico parlare dell'adulto che minimizza sulle cose da bambini e mette sullo stesso piano il suicidio di massa con il tatuaggio, e considera la gravidanza una manipolazione violenta (!) del proprio corpo. Ed è talmente pieno di questa sicumera da adulto che arriva a chiedersi chissà quali sono stati i mezzi della fecondazione...
Una domanda retorica che nasconde il peggiore moralismo degno della chiesa italiana.
Io mio figlio da questo moralista che confonde suicidio e tatuaggi non lo manderei mai.

Caternia Petruzzi? NO, grazie!!!

Stamane il ministro dell'Istruzione Università e Ricerca (che qualcuno si ostina a chiamare della pubblica istruzione, mentre il ministro in carica vuole proseguire nell'equivalenza tra scuola pubblica e privata anche con aiuti economici, in barba alla Costituzione, vedi il mio post Il governo italiano) ha sospeso Caterina Petruzzi, la coordinatrice della selezione delle prove di maturità, classico capro espiatorio.
Su Repubblica di oggi in un'intervista a lei rilasciata (degna più di un giornale di gossip che di un quotidiano d'informazione...) Caterina Petruzzi cerca di difendersi da almeno uno degli errori (sapete che ieri ci sono stati svarioni sia nella prova di greco che in quella d'inglese...) quello sulla poesia di Montale, con queste considerazioni:
Ma quale errore (...) La lirica di Montale, originariamente, era ispirata al ballerino russo che aveva colpito il poeta per le sue movenze femminee. Nell'ultima versione di "Ossi di Seppia" Montale ha tolto tutte le dediche e ha esaltato il ruolo salvifico dell'amore assoluto di cui è capace solo una donna. L'uomo non è il maschio, ma l'essere umano".

Glissiamo, per il momento, sulla nota filologica dell'espunzione della dedica, le considerazione che Petruzzi fa partono da considerazioni sue personali che sono discutibili e, cosa più importante, non sono di Montale.

"aveva colpito il poeta per le sue movenze femminee" o semplicemente per le sue movenze armoniose?
"ha esaltato il ruolo salvifico dell'amore assoluto di cui è capace solo una donna."

Ma come, dedica la poesia a un uomo e poi l'amore salvifico lo può solo provare una donna? La madre-madonna che prova amore assoluto...

Ma qui siamo la delirio puro!

Cerchiamo di verificare queste affermazioni.

Intanto ecco la poesia


a K.

Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un'acqua limpida
scorta per avventura tra le petraie d'un greto,
esiguo specchio in cui guardi un'ellera i suoi corimbi;
e su tutto l'abbraccio d'un bianco cielo quieto.

Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,
se dal tuo volto s'esprime libera un'anima ingenua,
o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano.

Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
sommerge i crucci estrosi in un'ondata di calma,
e che il tuo aspetto s'insinua nella mia memoria grigia
schietto come la cima d'una giovinetta palma...


(Eugenio Montale, Ossi di seppia)


A me pare che quel o lontano e quel o vero non lascino dubbi che si sta riferendo a un uomo e che la donna che ci ha visto Petruzzi fanno parte solo del suo occhiale culturale e non della poesia di Montale...

Ma ecco come si presentava la traccia nel compito d'esame...

TIPOLOGIA A - ANALISI DEL TESTO

Eugenio MONTALE, Ripenso il tuo sorriso, (da Ossi di seppia, 1925)

Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un’acqua limpida
scorta per avventura(1) tra le petraie d’un greto,
esiguo specchio in cui guardi un’ellera(2) i suoi corimbi(3);
e su tutto l’abbraccio d’un bianco cielo quieto.
Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,
se dal tuo volto s’esprime libera un’anima ingenua(4),
o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano(5).
Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
sommerge i crucci estrosi(6) in un’ondata di calma,
e che il tuo aspetto s’insinua nella mia memoria grigia
schietto come la cima d’una giovinetta palma.

(1) avventura: caso
(2) ellera: edera
(3) corimbi: infiorescenze a grappolo
(4) ingenua: non toccata dal male del mondo
(5) talismano: amuleto, portafortuna
(6) estrosi: inquieti

Eugenio Montale (Genova, 1896 – Milano, 1981) da autodidatta (interruppe studi tecnici per motivi di salute), approfondì i suoi interessi letterari, entrando inizialmente in contatto con ambienti intellettuali genovesi e torinesi. Nel 1925 aderì al Manifesto degli intellettuali antifascisti promosso da Benedetto Croce. Nel 1927 si trasferì a Firenze, ove lavorò prima presso una casa editrice e poi presso il Gabinetto Scientifico Letterario Viesseux. Nel dopoguerra si stabilì a Milano, dove collaborò al “Corriere della Sera” come critico letterario e al “Corriere dell’Informazione” come critico musicale. Le sue varie raccolte sono apparse tra il 1925 (Ossi di seppia) e il 1977 (Quaderno di quattro anni). Nel 1975 ricevette il Premio Nobel per la letteratura. La sua produzione in versi, dopo l’iniziale influenza dell’Ermetismo, si è svolta secondo linee autonome.

1. Comprensione del testo

Dopo una prima lettura riassumi brevemente il contenuto informativo della lirica in esame.

2. Analisi del testo

2.1. Nella prima strofa il poeta esprime, in una serie di immagini simboliche, da una parte la sua visione della realtà e dall’altra il ruolo salvifico e consolatorio svolto dalla figura femminile. Individua tali immagini e commentale.

2.2. Nel verso 2 ricorre l’allitterazione della “r”. Quale aspetto della realtà sottolinea simbolicamente la ripetizione di tale suono?

2.3. Il ricordo della donna è condensato nel suo viso e nel sorriso, nel quale si manifesta, “libera”, la sua “anima” (v. 6). Prova a spiegare in che senso il portare con sé la sofferenza per il male del mondo può essere, come dice il poeta, “un talismano” (v. 8) per un’anima e come questa condizione possa essere altrettanto serena che quella di un’anima “ingenua” non toccata dal male (v. 6).

2.4. Nella ultima strofa ricorrono espressioni relative sia alla condizione interiore del poeta, sia alla “pensata effigie” (v. 9) della donna. Le prime sono riconducibili al motivo dell’inquietudine, le seconde a quello della calma. Commenta qualche espressione, a tuo parere, più significativa relativa a entrambi i motivi e in particolare il paragone presente nell’ultimo verso.

2.5. Analizza la struttura metrica (tipi di versi, accenti e ritmo, eventuali rime o assonanze o consonanze), le scelte lessicali (i vocaboli sono tipici del linguaggio comune o di quello letterario o di entrambi i tipi?) e la struttura sintattica del testo e spiega quale rapporto si può cogliere tra le scelte stilistiche e il tema rappresentato.

3. Interpretazione complessiva e approfondimenti

Sviluppa con osservazioni originali, anche con riferimento ad altri testi dello stesso poeta e/o a opere letterarie e artistiche di varie epoche, il tema del ruolo salvifico e consolatorio della figura femminile. In alternativa inquadra la lirica e l’opera di Montale nel contesto storico-letterario del tempo. (fonte Magazine Exite)


Ecco ora sbaglierò sicuramente e chiunque ne sappia più di me potrà correggermi ma nei versi
non saprei dire, o lontano,
se dal tuo volto s’esprime libera un’anima ingenua,
o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano.
non c'è una domanda e due possibili risposte?
Se cioè il ballerino con le sue danze sia un ingenuo che danza perché ignaro dei mali del mondo (che non significa non toccato...) e quindi ottiene il suo effetto consolatorio involontariamente, oppure sia uno tra i tanti che soffrono (e quindi conosce i mali del mondo, ne è consapevole) e che proprio in virtù del suo soffrire la sua danza leggiadria diventa un talismano ?

Chi mi sa rispondere?


Petruzzi comunque è in età pensionabile che lasci il posto a chi ha idee meno clericali sul ruolo salvifico della donna...

20 giugno Giornata Mondiale del Rifugiato






Perché una Giornata Mondiale del Rifugiato

Per anni, molti paesi e regioni hanno celebrato le loro giornate, o anche settimane, del rifugiato. Di queste celebrazioni, una delle più famose era l'Africa Refugee Day, che già in diversi paesi del continente si celebrava il 20 giugno. Come espressione di solidarietà con l'Africa, che ospita milioni di rifugiati e che ha sempre tradizionalmente mostrato grande generosità verso di loro, nel 2000 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato all'unanimità una speciale Risoluzione che ha designato il 20 giugno di ogni anno come la Giornata Mondiale del Rifugiato.

La Giornata Mondiale del Rifugiato dovrebbe costituire un momento per fermarsi a riflettere sulla drammatica condizione dei rifugiati e sull’inesauribile coraggio che impiegano in ogni fase della loro personale vicenda: se gli stessi rifugiati si rifiutano di abbandonare la speranza, come possiamo farlo noi?

Il Premio Nansen per i rifugiati

Una parte importante di ogni celebrazione della Giornata Mondiale del Rifugiato è il Premio Nansen per i Rifugiati, che viene consegnato in una cerimonia che si tiene in questa speciale giornata. Conosciuto in precedenza come Medaglia Nansen, questo premio, assegnato ormai da oltre 50 anni, ha preso il nome dell'esploratore artico norvegese Fridtjof Nansen, che nel 1921 fu nominato dalla Società delle Nazioni – precorritrice dell’Organizzazione delle Nazioni Unite - primo Alto Commissario internazionale per i rifugiati. Il premio, che consiste in una medaglia e in una somma in denaro di centomila dollari, è assegnato ogni anno a una persona o a un'organizzazione che si sia distinta nel sostenere la causa dei rifugiati. Tra i recenti vincitori vi sono la signora Graça Machel, il Maestro Luciano Pavarotti e l’operatrice umanitaria Annalena Tonelli.

Celebriamo!

La Giornata Mondiale del Rifugiato è un omaggio all'indomabile energia e coraggio dei rifugiati di tutto il mondo, e come tale dovrebbe essere una vera celebrazione. In tutto il mondo questa giornata di festa e omaggio si esprime in centinaia di modi diversi, da concerti rock a conferenze a commemorazioni religiose. Ma che venga celebrata con una semplice festa di paese, con un’iniziativa scolastica o con una cerimonia delle Nazioni Unite, il 20 giugno è una giornata nella quale pensiamo ai rifugiati di tutto il mondo ed estendiamo a loro il nostro incoraggiamento, sostegno e rispetto.

“Vi esorto a celebrare lo straordinario coraggio

e il contributo apportato dai rifugiati di ieri e di oggi”

[Kofi Annan, ex Segretario Generale delle Nazioni Unite]

dal sito dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR)


Menomale che qualcuno in Italia ci pensa. Certo, con l'attuale maggioranza parlamentare, non le Istituzioni.

19 giugno 2008

Prima l'uovo o la gallina?

Insomma ho letto la ricerca svedese sul cervello gay (sic!) e ovviamente la scienziata parla di ben altro, come si evince dall'abstract della ricerca che pubblico qui di seguito:
The testosterone derivative 4,16-androstadien-3-one (AND) and the estrogen-like steroid estra-1,3,5(10),16-tetraen-3-ol (EST) are candidate compounds for human pheromones. AND is detected primarily in male sweat, whereas EST has been found in female urine. In a previous positron emission tomography study, we found that smelling AND and EST activated regions covering sexually dimorphic nuclei of the anterior hypothalamus, and that this activation was differentiated with respect to sex and compound. In the present study, the pattern of activation induced by AND and EST was compared among homosexual men, heterosexual men, and heterosexual women. In contrast to heterosexual men, and in congruence with heterosexual women, homosexual men displayed hypothalamic activation in response to AND. Maximal activation was observed in the medial preoptic area/anterior hypothalamus, which, according to animal studies, is highly involved in sexual behavior. As opposed to putative pheromones, common odors were processed similarly in all three groups of subjects and engaged only the olfactory brain (amygdala, piriform, orbitofrontal, and insular cortex).
These findings show that our brain reacts differently to the two putative pheromones compared with common odors, and suggest a link between sexual orientation and hypothalamic neuronal processes.


Allora questa sciammannata di IVANKA SAVIC dice che visto che gli uomini e le donne ai quali piacciono gli uomini reagiscono alla stessa maniera al feromone maschile chiamato AND e, viceversa, le donne e gli uomini ai quali piacciono le donne reagiscono alla stessa maniera quando odorano il feromone femminile chiamato EST attivando in entrambi i casi specifiche zone del cervello questo dimostrerebbe che c'è un collegamento tra i processi ipotalamici (dove avvengono le reazioni neurali) e l'orientamento sessuale.

Ora per IVANKA SAVIC se un uomo reagisce al feromone maschile e dunque gli si attiva la stessa parte del cervello che si attiva alla donna con gli stessi gusti è la reazione chimica al feromone a influenzare il suo atteggiamento. Lo stesso vale per le donne lesbiche. Infatti a donne e uomini etero non si attivano quelle parti ma le altre

Quel che per lei è una causa per me è un effetto.

A me piacciono gli uomini quindi sono sensibile al feromone maschile, a me piacciono le donne e quindi sono sensibile al feromone femminile e NON il contrario

Chissà come si comporterebbe il cervello dei e delle bisex.

In ogni caso cervello maschile femminile sono uguali e si comportano ugualmente di fronte agli stessi gusti.
La prova, proprio come asserivo nel post precedente, che ceti gusti non siano di esclusivo appannaggio del sesso (del genere), ma della persona.

Carfagna 0 Stupro 1

Nessuno nega - e non sarò certamente io la prima - il fatto che non di rado è la stessa famiglia a trasformarsi in luogo di commissione di reati ai danni delle donne. Trasformazione dettata da una cultura errata e distorta, a volte maschilista e violenta. Ma è una trasformazione, non è la regola.
Le analisi statistiche da voi riportate e da noi conosciute e studiate, sottolineano anche un altro aspetto: divorzi, separazioni ed affidamento dei figli causano gran parte delle tensioni e dei reati realizzati all’interno della famiglia. Mara Carfagna Ministro delle pari opportunità


Violenta la figlia per 18 anni. Arrestato un operaio di Verona

Chissà forse la figlia voleva ...separarsi dal padre...

CARFAGNA VERGOGNATI!!!

E mentre gaynini imperversa...

...il governo, sinceramente preoccupato della svolta monotematica del mio blog, mi fornisce spunti irresistibili per parlare d'altro.

Dunque: 1) Il governo sdogana il nucleare
Alla fine il momento è arrivato. Cacciato definitivamente il fantasma di Chernobyl, accantonati con prepotenza i dubbi sui vantaggi che davvero potrebbero derivare dall'atomo, oggi l'Italia si prepara a riaprire ufficialmente le sue porte al nucleare. Il via lo darà nel pomeriggio il ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola, presentando in consiglio dei ministri un pacchetto di norme che serviranno a sbloccare la costruzione di impianti atomici nel nostro paese, ventuno anni dopo che il referendum del 1987 li aveva messi al bando. «Dobbiamo superare i vecchi ideologismi, che nulla hanno a che fare con la concretezza del problema», ha spiegato lunedì Scajola parlando all'assemblea milanese di Federchimica. Ma non tutti sono d'accordo. Proprio in queste ore, infatti, al premier Silvio Berlusconi è stata recapitata una lettera aperta nella quale più di 1.200 scienziati gli chiedono di non rilanciare il nucleare, mentre per oggi pomeriggio alle 17 Legambiente, Greenpeace e Wwf [non sono riuscito a trovare sul sito alcun riferimento al nulceare...] hanno indetto un sit in davanti a Montecitorio per contestare quella che definiscono come una scelta «arretrata, antieconomica e insicura».
Il governo si prepara dunque a mantenere la parola data solo poche settimane fa all'assemblea di Confindustria, quando lo stesso Scajola annunciò di voler arrivare, «entro la fine della legislatura», alla posa delle prima pietra per la costruzione delle prime centrali che, stando ad alcune anticipazioni, dovrebbero essere almeno quattro. Le nuove misure sugli impianti nucleari sono inserite nel pacchetto energia della manovra finanziaria e prevedono incentivi per le popolazioni che accetteranno di convivere con una centrale. In particolare si pensa a un taglio delle bollette elettriche, i cui costi sarebbero a carico delle società coinvolte nella costruzione o nella gestione degli impianti.
Ma come prima cosa il governo dovrà individuare i siti in cui aprire i nuovi cantieri. E qui le cose potrebbero complicarsi, fino al punto di rivedere le stesse proteste avute in Campania con le discariche per i rifiuti. E forse proprio per ritardare al massimo possibili momenti di tensione, il governo ha deciso di far slittare alla fine dell'anno l'individuazione dei criteri, morfologici e geologici, che dovranno avere i nuovi siti. Nel frattempo verrà creato un comitato di saggi che avrà il compito di aprire un primo confronto con le popolazioni e gli enti locali. Ma che aria tira, lo si è già capito. Il piano deve infatti ancora vedere la luce e Scajola ha già dovuto digerire due no. Il primo è arrivato dal governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, per il quale «qualunque discorso su localizzazioni in Lombardia è del tutto prematuro». Il secondo è invece dell'assessore all'Ecologia della Regione Puglia. «In materia energetica - ha detto Michele Losappio - la Puglia ha, verso lo Stato, solo crediti da riscuotere. Ci aspettiamo pertanto un impegno che escluda la nostra Regione dalle possibili destinazioni del nucleare».
Almeno sulla carta tutto sembra comunque essere pronto. L'obiettivo del governo, annunciato da Scajola e confermato ieri anche dal ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, è quello di diversificare la produzione di energia elettrica, puntando su un 25% frutto del nucleare, un altro 25% derivante da energie alternative e su un 50% dai combustibili fossili. Un piano che piace al presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, che non ha perso occasione per ribadire ancora una volta il suo appoggio alla scelta nucleare di palazzo Chigi.
(dal manifesto di ieri, 18 giugno 2008)














Legambiente, Greenpeace e wwf hanno pubblicato un dossier sul nucleare...


2)
Il governo rinvia di 6 mesi la Class action, che non sarà più retroattiva.

Se il buon giorno si vede dal mattino, non si può proprio dire che la class action sia nata sotto i migliori auspici. Merito (suo malgrado) di un senatore di Forza Italia che nel novembre scorso salvò per errore di voto la fragile maggioranza del senato, votando l'emendamento che introduceva l'azione collettiva risarcitoria. Lui scoppiò in lacrime ma la class action, tra i boatos di Confindustria, trovò un posto nelle centinaia di pagine della legge finanziaria 2008.
«Un provvedimento all'amatriciana», così Luca Cordero di Montezemolo stigmatizzò la norma che sarebbe dovuta entrare in vigore a fine giugno, e che invece il governo ha annunciato di volere posticipare di sei mesi (a gennaio). Non perchè la maggioranza sia contraria, per carità. Anzi, dice il ministro Claudio Scajola: «Il governo è favorevole a un provvedimento di assoluta validità e importanza per i consumatori, solo che così com'è rischia di portare a vagoni di ricorsi senza giovare ai consumatori». Servirà insomma qualche altro 'tavolo di confronto' con le parti interessate, un po' come sul Testo unico in materia di sicurezza sul lavoro. Indovinate in quale direzione?
Risulta difficile pensare a qualcosa di più annacquato di quella che è la class action all'italiana. L'emendamento votato nella scorsa finanziaria prevede infatti che possano intentare una causa collettiva di risarcimento solo le associazioni dei consumatori maggiormente rappresentative, o comitati adeguatamente rappresentativi (per esempio i 'gabbati' dai bond Parmalat che decidano, come hanno fatto, di fare causa). Negli Usa, al contrario, anche un singolo cittadino può intentare un'azione collettiva: spetta poi al giudice, nell'udienza preliminare, valutare quanto quella singola istanza sia rappresentativa degli interessi di una 'classe' di persone. Negli Stati uniti poi, una volta ottenuto il via libera dal giudice, la class action riguarda (tanto nel caso di vittoria che in quello di sconfitta) tutti i cittadini effettivamente coinvolti, e non solo i promotori della causa. Il principio è quello dell'opt out, se non si vuole essere compresi bisogna dichiararlo. In Italia invece il principio è quello dell'opt in: partecipa agli eventuali benefici di una class action, solo chi vi ha effettivamente (e esplicitamente) aderito.
E veniamo a quello che il presidente di Altroconsumo (associazione indipendente di consumatori), Paolo Martinello, giudica «il vero punto debole del modello italiano», e cioè la conclusione dell'azione risarcitoria. Mentre infatti negli Usa è il giudice che, dopo avere valutato l'entità della 'classe', quantifica il risarcimento che l'impresa è tenuta a pagare, nella legge italiana tutta la fase della quantificazione dei danni e dell'erogazione delle somme dovute viene di fatto delegata a un momento successivo a quello della sentenza e rimessa ad una procedura conciliativa: «La legge non è chiara e risulta dunque difficile capire come in pratica il risarcimento potrà avvenire», dice Martinello.
Detto tutto questo, e con la necessaria premessa che negli Usa la class action ha una funzione di regolamentazione del mercato (con lo stato che di fatto delega ai privati la tutela di interessi collettivi) - si pensi ad esempio al «danno punitivo» che un giudice statunitense può comminare (funzione che in Europa dovrebbe essere svolta dagli organismi di vigilanza, antitrust e quant'altro) - il governo italiano pare intenzionare a modificare l'azione collettiva. Anticipava ieri MilanoFinanza che tra le revisioni, potrebbe esserci quella sulla non retroattività del provvedimento: addio dunque alla causa collettiva Parmalat, tanto per dirne una. Protestano le associazioni dei consumatori che oggi sono state convocate dal governo. «Siamo assulutamente contrari a qualsiasi rinvio sulla class action», dicono dal Codacons. Mentre Cittadinzattiva stigmatizza «l'ennesima vittoria delle lobby ai danni dei cittadini consumatori». dal manifesto di ieri 19 giugno 2008


3)
Una manovra che taglia i fondi agli enti locali e aggrava il precariato
Forbici per 17 miliardi, governatori e sindaci contro. Tornano il «lavoro a chiamata» e i contratti a termine senza limitazioni
Antonio Sciotto

Adesso che stanno al governo il gioco si fa serio: e infatti cominciano i tagli pesanti ai servizi pubblici e una forte ri-precarizzazione delle leggi sul lavoro. Bastino due misure, scelte tra le tante annunciate ieri e in arrivo al consiglio dei ministri di oggi: il ritorno del job on call (ovvero quello che trasforma il lavoratore in manodopera «squillo» a disposizione dell'impresa, chiamato o no a seconda della bisogna); e l'abolizione della legge sulle dimissioni in bianco, una delle meno conosciute ma delle più civili del passato governo: quella che obbligava a utilizzare lettere di dimissione con uno speciale codice alfanumerico a progressione cronologica, in modo da impedire che un imprenditore facesse firmare la comunicazione (più spesso alle lavoratrici) insieme al contratto di assunzione. Il ministro del Lavoro Sacconi vuole tornare al sistema precedente, ridando carta bianca alle imprese. Deroghe si annunciano anche per i contratti a termine, la cui proroga era stata limitata dal ministro Damiano, e Sacconi prevede anche l'abolizione totale del divieto di cumulo lavoro-pensione. Ma non basta, perché i problemi li vivranno tutti i cittadini, grazie al fatto che la finanziaria taglia molte voci di bilancio destinate alla sanità e al trasporto pubblico locale, proprio quei servizi destinati alle fasce più deboli. E non è ancora tutto: verranno favoriti anche gli evasori fiscali, dato che il governo ha intenzione di smantellare la riforma di Visco sulla tracciabilità dei pagamenti. Questa mattina l'esecutivo incontrerà le parti sociali, nel pomeriggio si terrà il consiglio dei ministri.
Enti locali: via 17 miliardi in tre anni. La manovra annuncia dolori per le regioni e i comuni, in particolare verranno martoriate sanità e trasporti: si taglieranno 3 miliardi nel 2009, 5 nel 2010 e 9 nel 2011. La manovra complessiva nei tre anni è di circa 34 miliardi, di cui 13,1 nel 2009, ed è obiettivo del governo ottenere il pareggio di bilancio nel 2011. «La manovra non è condivisibile», spiega il presidente delle Regioni Vasco Errani dopo un incontro con i rappresentanti del governo. I governatori prima ancora che sul merito, non concordano sul metodo: definiscono «inaccettabile mettere in discussione accordi già formalizzati e che hanno proiezioni pluriennali». Preoccupati si dicono anche i sindaci dell'Anci, con il coordinatore Leornardo Domenici. E la Cgil afferma che «il governo mette in ginocchio il Paese, tagliando di 9 miliardi in tre anni la spesa degli enti locali, di 2 miliardi la sanità, di 17 i ministeri e di 3 le spese del pubblico impiego e della scuola». Tra l'altro, insieme alla manovra, verrà presentato oggi anche il piano del ministro Brunetta orrendamente battezzato come «anti-fannulloni», che riduce tutta l'idea del servizio pubblico al problema del «nullafacentismo» e annuncia licenziamenti a raffica per chi non accetterà mobilità, trasferimenti di funzioni e altre sanzioni. Non a caso, si prevede anche di privatizzare i servizi pubblici locali, permettendo grossi ingressi di capitali privati nelle cosiddette utility, secondo il principio di concorrenza.
Robin Tax, porte aperte agli evasori. La cosiddetta «Robin Tax» sulle compagnie petrolifere dovrebbe essere un sistema di tassazione «una tantum» (valido solo quest'anno) che darebbe circa 800 milioni di euro: si imporrebbe alle compagnie di dichiarare le plusvalenze realizzate grazie alle scorte (petrolio comprato quando il prezzo è più basso e rivenduto quando è più alto), applicandovi poi l'aliquota Ires (28% medio). E, restando in tema tasse, il governo pensa di abolire la «tracciabilità» dei pagamenti introdotta da Vincenzo Visco, ovvero la norma che impone di pagare con assegni non trasferibili, bonifici bancari e postali, o elettronici, i compensi sopra i 100 euro.
da manifesto di ieri 19 giugno 2008


Così mentre tutti sono indignati per la sospensione dei processi il governo compie un vero e proprio golpe ai danni di tutti gli italiani, anche di quelli che lo hanno votato...

18 giugno 2008

Permettetemi di dire la mia...

...anche se in ritardo, sulla lettera di Mara Carfagna, ministro per le pari opportunità.


Non sapevo nulla della lettera, ho avuto modo di leggerla grazie al blog di Elisabetta, una giovane ragazza di 19 anni di Como.

La lettera di Carfagna* potete leggerla qui, anche io, come Elisabetta, cito i punti che mi hanno colpito.

La famiglia è da sempre la cellula primaria della società italiana. Essa rappresenta il fondamento del tessuto sociale, spesso funge da vero e proprio strumento di coesione ed ammortizzazione sociale e come tale necessita di tutela.


Ha ragione la ministro**. La famiglia è una delle cellule primarie della società italiana. Per questo non va tutelata ma controllata, monitorata, aggiornata e, quando serve, criticata.
Ora è indubbio che sia all'interno della famiglia che si coltivi (sic) il sessismo, la misoginia, il maschilismo e l'omofobia. In ogni caso non si può avere una visione così religiosa della famiglia. Rispettare o tutelare la famiglia non vuol dire accettare supinamente tutto quel che proviene da essa...
Criticare alcuni valori (sic) su ci si costruisce una certa visione della famiglia non vuol dire voler distruggere La famiglia ma quel tipo di famiglia,q uella concezione di famiglia.
Chi pensa il contrario fa come i cattolici che credono di essere gli unici depositari della morale.
Sbagliato.

Dal momento in cui il 68.3% delle violenze contro le donne si consumano in casa, quindi in un luogo privato, ed il 93% delle donne non denuncia la violenza subita dal partner, emerge drammaticamente il rifiuto da parte delle stesse che preferiscono la strada del silenzio per evitare la reiterazione del comportamento violento, ma anche per mancanza di fiducia nella giustizia. Senza dimenticare che la mancata denuncia è anche un tentativo di circoscrivere la tragedia personale della donna nella ristretta sfera familiare.


Nessuna violenza che avviene contro una donna in quanto donna è privata. E' sempre una questione pubblica che riguarda tutte le cittadine e i cittadini italiani dal presidente della repubblica in giù. Lo stato ha IL DOVERE di tutelare le donne e quant'altri sono vittima del maschilismo.



La famiglia, va ricordato, è anche un luogo di realizzazione per la donna, al pari del mondo del lavoro.


Mi sembra di sentire parlare Mussolini... Manca solo l'aggettivo donnesco.

IL MONDO è il luogo di realizzazione di tutte le donne almeno fin quando non varrà anche la reciproca e cioè che la famiglia è un luogo di realizzazione degli uomini (ma chi può sostenere davvero questa affermazione senza suscitare ilarità?).

Certo è che Carfagna dimostra di non avere competenza alcuna per ricoprire la carica di ministro (ma in questo è in buona compagnia nel resto della compagine governativa) . A chi pensa che il solo fatto che sia donna le dia più competenza in campo di pari opportunità credo che quanto scritto dal ministro abbia confutato questa ipotesi ...suggestiva.


Leggendo i commenti anche di donne sul sito del ministero per le pari opportunità leggendo l'astio nei confronti di CArfagna "ex velina" mi rendo conto che c'è molto lavoro da fare, anche tra le donne, anche a sinistra. E continuo difendere Carfagna dagli ignobili attacchi contro i suoi trascorsi nello mondo dello spettacolo. Chi per criticarla la accusa di continuare ad agitare il culo come ha fatto in passato appartiene alla stessa matrice culturale che ha indotto Carfagna scrivere quel che ha scritto.
Attenzione, non cazzate, ma una visione ben precisa e condivisa di famiglia che va confutata con argomentazioni serie e non con gli insulti.



*ho deciso già da anni di non far precedere mai l'articolo "la" davanti al cognome di una donna per distinguerne il sesso scrivere mai (Berlusconi ma la Carfagna) è una forma di discriminazione, di sessismo, di maschilismo (come molti che si celano nella nostra lingua...) facilmente aggirabile e risolvibile.

** Mi fa sorridere l'uso del neologismo ministra che sa troppo di ministra! Così come non sopporto avvocatessa, o dottoressa. Sono termini al maschile perché storicamente erano lavori di esclusivo appannaggio maschile.
Non è così più da tanto tempo per fortuna ma secondo me la lingua dovrebbe continuare a ricordare le discriminazioni passate. Basta considerare il sostantivo anche femminile senza bisogno di cambiarlo: sono le donne che accedono ai mestieri una volta maschili non i mestieri che si femminilizzano cambiando nome.

Navigando sulla rete...

..ho scoperto il blog di Mary informatissimo e promotore di diverse iniziative.

L'ultimo post racconta un fatto che ha dell'incredibile:

PARMA - Un capotreno delle Ferrovie dello Stato, in servizio sul treno espresso 1920 Palermo-Milano, ha aggredito, insultato con frasi a sfondo razzista e ferito una passeggera cittadina del Ghana, regolarmente in Italia, residente a Palermo e diretta a Parma. L' uomo, residente a Bologna, è stato denunciato dalla Polizia Ferroviaria parmense per abuso d'ufficio, violenza privata, danneggiamento, ingiurie e percosse. L'uomo, alla fermata di Reggio Emilia, aveva cominciato ad insultare la donna perché con le valigie occupava lo spazio adiacente alle porte di ingresso. Poi, dopo averle chiesto il biglietto e visto che doveva scendere a Parma, le ha scaraventato una borsa giù dal treno fermo sul binario. Recuperata la valigia, la donna è comunque riuscita a risalire sul convoglio, appena in tempo prima che ripartisse verso Parma. A quel punto il capotreno le ha prima strappato di mano il biglietto, poi l'ha schiaffeggiata, strattonata ed insultata con frasi a sfondo razzista. Una volta arrivati a Parma la donna, in evidente stato di choc, è scesa dal treno e si è trovata di fronte gli agenti della Polfer. Confrontate le versioni del dipendente Fs (che cercava di attribuire le responsabilità alla passeggera) e della donna, gli agenti si sono insospettiti e sono risaliti ai nomi delle altre persone presenti sul convoglio per raccogliere nuove testimonianze. Queste hanno confermato la versione della vittima e alla fine è scattata la denuncia.

Il fatto è avvenuto lo scorso 14 maggio, ma è stato reso noto solo oggi dalle forze dell'ordine dopo un'attenta verifica delle dichiarazioni rilasciate dal capotreno, dalla donna e dai testimoni. La viaggiatrice aveva subito presentato denuncia alla Polfer, ma allo stesso modo il capotreno aveva imputato alla donna di avere dato in escandescenze in treno. Così gli investigatori hanno sentito vari testimoni per verificare le due versioni contrastanti. "Sporca negra", "schifosi, tornate in Africa", "Berlusconi finalmente vi rimanderà tutti a casa". Sono questi gli insulti che, secondo le testimonianze raccolte dagli agenti della Polizia Ferroviaria, il capotreno avrebbe più volte ripetuto alla cittadina ghanese. La donna, residente a Palermo, stava raggiungendo Parma per fare visita ad alcuni amici e, dopo alcuni giorni, è ritornata in Sicilia. Nella colluttazione con il capotreno la donna ha anche riportato una ferita ad una caviglia, ma non ha fatto ricorso alle cure dei medici. Sui fatti ora indaga la Procura di Reggio Emilia.

APERTA INCHIESTA INTERNA SU VICENDA CAPOTRENO - Sulla vicenda del capotreno denunciato dalla Polfer di Parma dopo l' aggressione e gli insulti razzisti a una viaggiatrice ghanese, il 14 maggio scorso, Trenitalia ha reso noto di avere aperto un'inchiesta interna subito dopo il fatto. "L' episodio - ha precisato - è a conoscenza dell' ufficio gestione del personale di Trenitalia in base a una segnalazione pervenuta da altro personale ferroviario in servizio sullo stesso treno. E' stata avviata un'inchiesta interna per appurare l'esatta dinamica dei fatti e dai risultati dipenderanno eventuali provvedimenti disciplinari, come prevede il contratto collettivo nazionale (si va da sanzioni pecuniarie al licenziamento)". Trenitalia ha sottolineato che "al momento non è stato ricevuto alcun atto ufficiale, come una denuncia da parte della signora o della Polfer. Ma se ci saranno nuovi elementi potranno condizionare l'esito dell'inchiesta interna".

fonte: ansa.it

Come faccio ora a non incazzarmi seriamente? Si ritengano fortunati che io non ero in quel treno li avrei fatti a pezzettini perchè veramente i razzisti non li sopporto poi quando sono di berlusconi ancora peggio. Io mi chiedo nessuno ha intervenuto? possibile che siano diventati tutti complici, razzisti? e poi sono i rumeni quelli che maltrattano le donne e gli individui di etnia italica.. Possibile che il cervello dell'italiano medio è cosi minuscolo che appena sente le parole di uno schifoso nano viene condizionato a tal punto? Ora a questo punto credo che la metà degli italiani non valgono due picche come persone. Aspetto con ansia il licenziamento del capotreno e cominciate a dare lavoro a chi è competente e resta per strada anzichè darlo a cialtroni che non sianno far nemmeno il loro lavoro.

ma andate affanculo!
cliccate qui per leggere il blog originale

Se veramente nessuno sul treno è intervenuto in difesa della donna o per censurare l'italiano medio (che è ahimè sinonimo di sciovinismo, razzismo, machismo, omofobia, ignoranza, superstizione, latrocinio, mafioso, furbetto del quartiere, ma anche vigliacco, leccaculo, forte coi deboli debole coi potenti, insomma, italiano medio no?) il fatto è grave quanto se non più del comportamento del dipendente delle fs (che ha dalla sua l'aggravante di essere non un privato cittadino ma addirittura il capotreno). L'italiano medio in questione deve essere licenziato, spero che presto arrivi la buona notizia. Sarebbe un bel balsamo in un'epoca appena inziata di tempi bui...

Mina da 1 a 50 (5)

Un pomeriggio estivo... canicola e noia... La tv accesa su un film italiano anni 70...
Poi, all'improvviso parte una canzone ed è LEI. Una canzone mai sentita prima, non presente nella discografia ufficiale...
Non la sentivo da 20 anni.

Si tratta de I giorni che ci appartengono dal film La morte risale a ierisera

17 giugno 2008

Stavolta parliamo di...

Omosessualità! Ma dai, non se ne parla mai nel mio blog, quasi quasi varrebbe mutare il nome in gaynini...

Non è colpa mia se i mezzi di disinformazione (ehm) continuano a sproloquiare sull'argomento.

Stavolta la notizia viene da quel di Svezia. Una ricerca dimostra che il cervello degli uomini gay è simile, nella sua struttura, al cervello delle donne etero, mentre il cervello delle donne lesbiche è simile, nella sua struttura, al cervello degli uomini etero.

La ricerca è consultabile in rete (come dovrebbe sempre avvenire nella comunità democratica come quella scientifica). Appena ho letto la ricerca vi rendiconterò.
Ora, prima ancora di aver letto alcunché, limitandomi a commentare lo scarno comunicato Ansa vorrei fare alcune considerazioni preliminari...

Ecco il comunicato:
ANSA) - ROMA, 16 GIU - Il cervello delle persone omosessuali somiglia piu' a quello dell'altro sesso. Lo dimostra un'indagine condotta in Svezia. Ivanka Savic del Karolinska Institute di Stoccolma ha analizzato con tomografia Pet e risonanza magnetica 90 persone etero e omosessuali ed ha scoperto che donne eterosessuali e gay avrebbero un cervello strutturalmente simile tra loro; e cosi' pure uomini etero e donne lesbiche, a suggerire una condizione innata dell'orientamento sessuale.


La notizia può essere riassunta (o scomposta) in 2 diverse affermazioni

I) donne eterosessuali e gay, così pure uomini etero e donne lesbiche, avrebbero un cervello strutturalmente simile.

II) Questo dimostrerebbe una condizione innata dell'orientamento sessuale.

Intanto c'è da dire che, statisticamente parlando, un campione di 90 persone non ha alcuna dimensione scientifica. Resta da capire se le persone appartengono allo stesso paese, alla stessa classe sociale, etc. etc.

I Rispetto alla prima affermazione vengono messe in relazione due categorie che non godono dello stesso statuto di identità.

Da un lato si parla di uomini e donne e dall'altro di orientamento sessuale etero e omosessuale incarnato
nei due aggettivi sostantivati gay e lesbica.

Ora mentre per tutti è chiaro (o dovrebbe) che cosa si intende per "uomo" e "donna" altrettanto non si può dire per l'orientamento sessuale.
Studi su campioni molto più vasti (nell'ordine di 10 volte) hanno dimostrato che l'orientamento sessuale non è rigido e non è uguale in tutte le persone.
Non è rigido perché in periodi diversi della vita si possono cambiare preferenze sessuali (l'omosessualità non è esclusiva1), non è uguale in tutte le persone perché come ha dimostrato
Kinsey con la sua scala l'orientamento sessuale di tutte le persone varia in un arco che va dall'eterosessualità prevalente all'omosessualità prevalente con tutti i valori intermedi possibili.
Per non parlare di chi, pur sposato e conducendo socialmente una vita etero si concede di tanto in tanto o con frequenza maggiore (anche qui le cose non sono uguali per tutti) degli incontri sessuali con partner dello stesso sesso.

Mentre l'appartenenza sessuale (genitale) è indiscussa e incontrovertibile (ignorando momentaneamente il transessualismo) l'orientamento sessuale è un comportamento che non è mai uguale a se stesso.
Se sono uomo(=appartengo al genere maschile) a 12 anni lo sono anche a 40, il comportamento sessuale (=l'oggetto di scelta sessuale) può nello stesso arco di tempo variare anche sensibilmente.
Come si può affermare dunque che il cervello di un uomo gay è strutturalmente simile a quello di una donna etero?
Da quando l'uomo è gay(=fa sesso con persone dello stesso genere)? Da quando la donna è etero=Fa sesso con persone di sesso opposto)?
Si tende a dare al comportamento umano uno statuto oggettivo immutabile e uguale per tutti come la differenza di genere in cui tutti gli uomini e le donne sono divisi.

A meno che non si dia per scontato che tutti si ètendenzialmente etero e che la deviazione sia solo quella omosessuale...

Insomma nel collegare due concetti così diversi si rischia di commettere qualche errore, qualche giudizio implicito, qualche pregiudizio più o meno involontario, più o meno in buona fede.

Intanto si fa confusione perché gli aggettivi maschile e femminile hanno due significati diversi: 1) comportamento ascrivibile al concetto di mascolinità e femminilità (qualunque cosa siano) e 2) appartenenti a due generi in cui si distingue la razza umana.

Il primo pregiudizio, o, definizione implicita, è che invece di considerare l'attrazione per gli uomini (=appartenenti al sesso maschile) e l'attrazione per le donne (=appartenenti al sesso femminile) come due opzioni che possono trovarsi , come si trovano, sia nei comportamenti degli uomini sia in quello delle donne, si vede, si categorizza e si definisce l'attrazione per le donne come caratteristica "maschile" e l'attrazione per gli uomini come caratteristica "femminile".

Ecco cosa dice in realtà la ricerca: che il cervello degli uomini cui piacciono gli uomini è un cervello "femminile" (perché il fatto che "piacciono gli uomini" pertiene al femminile) e che il cervello delle donne cui piacciono le donne è "maschile" perché il fatto che "piacciono le donne" pertiene al maschile.

Ma allora la ricerca non dice nulla.
Illustra in maniera ambigua dei dati su cui si è fatta la ricerca. Peggio. La ricerca è inficiata perché si interpretano i dati a partire da una premessa che, come minimo, va giustificata e non data per scontato, ma che comunque non viene nemmeno vista come opzione ma come unica possibilità definitoria...


II Il fatto che partendo dalla constatazione che la struttura del cervello dei gay somigli a quello delle donne e quello delle lesbiche somigli a quello degli uomini dimostri che l'orientamento sessuale è innato non tiene conto dell'ambiente in cui le persone crescono, della cultura (in senso antropologico) in cui si sviluppano concetti e si formano strutture cognitive.

Chi lo dice cioè che la struttura del cervello non sia diventata quel che è solo dopo la crescita, cioè dopo che l'ambiente è intervenuto, e non già alla nascita? Questo nessuno potrà mai dirlo. ed ecco che la dimostrazione dell'innatismo di un comportamento è tutta da dimostrare.
E poi che vuol dire struttura del cervello?
collegamenti sinaptici? Struttura fisica? Struttura chimica?

La risposta a queste domande, forse, dopo che avrò letto risultati della ricerca...

1) Giampaolo Fabris e Rowena Davis Il mito del sesso rapporto sul comportamento sessuale degli italiani Mondadori, Milano, 1978 p. 314
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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