13 dicembre 2008

Ultimatum a Hollywood


Ho appena visto Ultimatum alla terra il remake dell'omonimo film di Robert Wise, del 1951 uscito in tutto il mondo oggi, 12 dicembre.
Girato con pochi soldi, con una sceneggiatura sceneggiatura che cattura ed è priva di buchi, un film con l'astronave di Klatoo a forma di disco volante e il robot alto due metri con la fessura al posto degli occhi e dentro un punto luminoso When the Earth Stood Still questo il titolo originale del film di Wise è una pietra miliare della fantascienza statunitense, un film pacifista punto di riferimento imprescindibile per tutto gli appassionati del genere e anche di chi studia cinema all'università. Un film pulito e semplice i cui personaggi trasmettevano un più efficace senso di umanità (Helen e suo figlio Jacob).


In quel film l'alieno Klaatu usava la forza per distruggere solo la tecnologia e non gli esseri umani (spariva il carrarmato ma non il soldato che c'era dentro). E, in mondo visione, dopo aver avvertito della dimostrazione di forza che avrebbe fatto, faceva mancare l'elettricità su tutto il pianeta (tranne le situazioni in cui avrebbe messo a repentaglio vite umane, tipo aerei di linea, ospedali, etc.).
L'idea era, come spiega Klaatu a una donna (e siamo negli anni 50!!) che, visto che la Terra sta per sperimentare i missili nucleari rischiando quindi di inquinare lo spazio esterno, l'esperimento deve essere fermato. Finché l'essere umano inquinava il proprio pianeta, cazzi nostri, ma lo spazio è di tutti e quindi di qui l'ultimatum o cambiamo rotta o addio genere umano.
Poi Klaatu, dopo aver confessato alla donna che morirà, perché non si è salvato dal colpo di fucile ricevuto a inizio film ma ha solo procrastinato la sua morte (beh Dio negli anni 50 era ancora l'unico a poter dispensare vita o morte...) se ne va lasciando sulla Terra una spada di Damocle... O cambiamo o la prossima volta qualcuno tornerà per distruggerci.

Nel film di Scott Derrickson (chi???) le cose sono molto diverse.
Intanto Klatoo uccide. Fa collidere elicotteri, schiacciare poliziotti sotto le lamiere di un'automobile, insomma non è molto dissimile da noi. E poi il motivo per cui vole cancellare il genere umano dalla faccia della terra senza darci un ultimatum e senza provare a parlare con i capi del pianeta (desiste appena un capo di stato qualunque (un'altra donna) gli dice che no l'Onu no. Parla con noi...) non è che iniziamo a inquinare anche lo spazio ma che stiamo uccidendo le altre forme di vita sul pianeta (che non è "nostro").
Se viviamo la terra muore, se moriamo noi la Terra vive. Ecco allora che una miriade di piccoli insettini metallici capaci di erodere tutto quel che incontrano inizia a distruggere ogni cosa. Ma poi Klaatu capisce che c'è del buono in noi, richiama a sé gli insettini e se ne va.

Ora, capisco che il confronto con il film di Wise è duro, ma chi è quell'irresponsabile e incompetente che ha approvato questo progetto?
Chi ha deciso di sprecare i soldi in un film che ti dimentichi quando sei ancora nella sala appena iniziano i titoli di coda?
Ma chi c'è oggi a Hollywood? Una scimmia, un pesce? Un'ameba? A guardare i film prodotti oggi negli States si dubita che si tratti della stessa Hollywood di 20 anni fa.

Paesanini fucilerebbe sulla pubblica piazza regista, sceneggiatore (David Scarpa nomen omen ecco con che cosa ha scritto la sceneggiatura, coi piedi!) e produttori del film (la Fox).
Perché questa merda di film, questo vomito, questa scoreggia yankee è un insulto al cinema, alla fantascienza e a Hollywood.


E che Keanu Reeves (espressivo come lo scopino di un water) ne sia il protagonista
è un'offesa anche alla sua carriera e ai personaggi precedentemente interpretati (Neo in primis).

Ultimatum alla terra è un film reazionario, capace di capovolgere il più autentico, ingenuo, naif ma efficace film pacifista in un film malsano perverso, violento, nel quale gli alieni sono mostri e vanno uccisi (detto per bocca di un bambino, nero... ) salvo cambiare idea quando ti salvano la vita (poco importa dei militari morti nella collisione dei due elicotteri...), la diversità è sempre una minaccia per gli unici portatori di normalità cioè gli americani wasp (il piccolo è l'unico nero presente nel film in un ruolo di rilievo). Un film mal prodotto, peggio girato, con effetti speciali da telefilm (da pochi soldi) un product placement sfacciato e irritante (LG, Mc Donalds e Microsoft i più evidenti...) un cancro che distrugge tutto quel che tocca.

E le due ore di tempo perse a vederlo non te le restituisce nessuno...
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

Etichette

altri blog (41) arte (32) astronomia (1) bollettino ufficiale sullo stato del mio umore (58) capitalismo (1) celentano (1) chez moi (1) chez Tam (3) chez Tam (sans Tam) (1) chiesa (4) cinema (138) classismo (1) co (1) comunicazioni di servizio (26) controinformazione (7) cultura (76) diario (92) dieta (3) diritti (1) dischi di Mina (1) ecologia (30) elezioni (6) eventi (78) femminile dei nomi (1) femminismo (1) festival del film di roma 2009 (3) festival di cinema (1) festival internazionale del fil di Roma 2010 (4) festival internazionale del film di Roma 2009 (9) Festival internazionale del film di Roma 2011 (10) festival internazionale del film di Roma 2012 (2) festival internazionale del film di Roma 2013 (1) Fiction Fest 2009 (2) Fiction Fest 2010 (2) Fiction Fest 2011 (1) Fiction Fest 2012 (1) Ficton Fest 2012 (2) fiilm (2) film (1) foto (5) giornalismo (1) informazione (135) internet (1) kate bush (1) La tigre di Cremona (1) letture (4) libri (12) lingua (1) maschilismo (18) mina (2) Mina Cassiopea (1) mina da 1 a 50 (97) Mina Fan club (1) Mina Mazzini (1) Mina Orione (1) misoginia (5) musica (246) neofascismo (56) netiquette (6) omofobia (6) parigi chez moi (1) patriarcato (2) politica (318) politiche del corpo (202) pregiudizi (1) pubblicità (29) radio (3) razzismo (3) referendum 2011 (1) ricordi (21) ricorrenze (54) sanremo (3) sanremo 2010 (2) scienza (60) scuola (43) sessismo (60) sessismo nella lingua italiana (1) Sony (1) spot (3) star trek (1) storia (126) teatro (36) tecnologia (7) traduzioni (1) transfobia (1) tv (82) video (183) Warner (1) X-factor (1) X-factor 5 (2)