29 aprile 2007

Luigi Bignami mi ha risposto (grazie!!)


Come ricorderete tempo fa avevo scritto a Luigi Bignami, che aveva pubblicato un articolo sul sito de "la repubblica" sulle origini genetiche dell'omosessualità, una lettera un po' nasty che avevo anche pubblicato sul blog (ecco il link al post). Venerdì ricevo ben due mail di risposta che pubblico sul post (mi sento autorizzato a farlo anche senza averlo almeno informato da un passaggio nella seconda mail).

Questa è la prima...

Gentile Signor Paesano,
quanto da me riportato NON è ovviamente farina del mio sacco, ma pensiero dei ricercatori, che hanno dediato gran tempo della loro vita sull'argomento. Non mi permetto mai di aggiungere commenti personali. Ho riportato solo e soltanto quanto dicono i ricercatori che cito nel pezzo.

Detto questo: non solo dico chi sono i ricercatori, ma anche dove lei può trovare gli approfondimenti. Ad esempio, scrivo: Spiega Larry Cahill dell’Università della California che ha pubblicato una ricerca sull’argomento su Nature Reviews Neuroscience.... Basta una semplice ricerca in Internet per trovarlo, tuttavia ecco l'articolo (l'abstract, ovviamente: se vuole leggere l'articolo intero faccia l'abbonamento alla
rivista): http://www.nature.com/nrn/journal/v7/n6/abs/nrn1909.html



Lei inoltre può scrivere a Bailey, che cito nell'articolo e chiedere se quanto riporto:
“Se non si riesce a far si che un maschio senza pene per tutta la vita sia attratto dai maschi, quali altre condizioni psicosociali potrebbero indirizzare un maschio ad essere gay?”. Ecco le sue parole testuali rilasciate ad un giornalista del New York Time: "It is no surprise that the male and female versions of the human brain operate in distinct patterns, despite the heavy influence of culture. The male brain is sexually oriented toward women as an object of desire. The most direct evidence comes from a handful of cases, some of them circumcision accidents, in which boy babies have lost their penises and been reared as female. Despite every social inducement to the opposite, they grow up desiring women as partners, not men".
Questa è la sua Homepage, con tanto di numero di telefono e mail. Chieda al Professore il rapporto sugli incidenti dei bambini circoncisi, MA LA PREGO NON SIA COSI' MALEDUCATO COME NEI MIEI CONFRONTI, NE ANDREBBE DEL BUON NOME DEGLI ITALIANI: http://www.psych.northwestern.edu/psych/people/faculty/bailey/

E ancora: prima di scrivere l'articolo ho consultato il più grande esperto di genetica in Italia, il Prof. Boncinelli il quale sostiene che a lui sembra molto, molto difficile, anche se non si ha la prova assoluta per il momento, che l'omosessualità non abbia ANCHE qualcosa di genetico. Sono pronto, ovviamente a farle sentire la registrazione dell'intervista, nel caso non credesse neppure in questo caso.

L'articolo non ha nessun secondi fini, come lei pensa che io abbia voluto scrivere, l'articolo riporta solo ricerche di grandi ricercatori che stanno tentando di capire alcuni comportamenti dell'uomo che riguardano la sfera sessuale e la sfera intellettuale.

Le sue battute e la sua maleducazione, comunque, non inficiano quanto da me scritto, in quanto pensiero dei ricercatori.

Un cordiale saluto
Luigi Bignami

...e questa è la seconda:

E ancora una cosa dopo aver riletto la sua mail: lei proprio non ha capito niente dell'articolo.
Là dove lei dice che ride a crepapelle è la dimostrazione di non aver capito nulla dell'articolo. Infatti la prova che viene dai bambini che hanno subito un incidente durante la circoncisione e che a "forza" vengono allevati come bambine (di cui le ho dato tutte le indicazioni nella precedente mail), dimostra che non è l'ambiente esterno (in assoluto, anche se può aiutare) a far diventare omosessuale una persona, ma ci deve essere qualcosa di genetico a livello cerebrale.
E questo lei non l'ha capito.
Ma chissà se avrà il coraggio di inserire anche questo nel suo Blog...
Saluti
Luigi B.
E come ha scritto Silvia nel suo Blog, la sua battuta sul "Bignami" è davvero squallida, brutta e dequalificante per la sua persona.
Ancora non ho avuto il tempo di rispondergli. Appena lo avrò fatto pubblicherò qui anche la mia risposta.








25 aprile 2007


Buona giornata della liberazione a tutte\i!!!

Speriamo davvero di riuscire a essere liberi, nel corpo e nella mente.

Liberi nel corpo

da divieti e imperativi morali altrui,

su come usarlo (niente aborto),

sprecarlo (niente promiscuità sessuale),

offenderlo (niente cibo, tanta palestra),

martoriarlo (vero Paola Binetti?),

metterlo alla berlina (niente pantaloni sotto la vita che fanno vedere mutande specialmente se

sei una ragazza e sei cicciona).

Il corpo è nostro e lo rispettiamo davvero solamente quando e se lo usiamo, non quando lo

ignoriamo conformandolo a un’idea astratta e niente affatto concreta (tutti magrissimi o

palestrati, un corpo privo di sangue come quello degli eroi spartani del film 300).


Liberi nella mente

dalle mille false priorità di questa società del post effimero

dove tutto è estremamente importante e allo stesso modo per cui alla fine,

nulla davvero lo è

(basta vedere i tg di oggi dove il gossip è l’unica notizia che conta, assieme allo sport…)

l’importante è avere tutte e tutti dei modelli di comportamento in cui riconoscerci,

degli argomenti sui quali schierarci e sentirci così espressi,

peccato che ci si schieri sul grande fratello

e su amici di Maria de Filippi – che poi tanto amici non sono…-

e non sulle risoluzioni dell’Onu

(Quali? E che ne so!!! L’informazione non ce ne parla più!!!).


Liberi di avere il coraggio delle proprie idee

anche se questo significa essere diversi dal branco,

perché si viene isolati non solamente quando pensano che sei frocio,

ma anche se leggi libri e quotidiani,

parli bene l’italiano

e in tv non guardi certi programmi…

Liberi di poter amare chi vogliamo poco importa se c’è di mezzo il sesso

perché il vero amore è un sentimento che precede e segue il sesso e non coincide

necessariamente con esso…

Per cui posso amare un mio amico (una mia amica) senza per questo volerci andare per forza a

letto o rimanendo uomo (donna) anche se mi è capitato di andarci (e magari ricapiterà!!!).


Liberi di fare e non solo di essere…


Buon 25 aprile!

16 aprile 2007

in ricordo di Totò... che morì 40 anni fa

La famosa sequenza della lettera da Totò, Peppino e la malafemmena"


TOTÒ - Giovanotto! Carta, calamaio e penna, su... avanti, scriviamo! Dunque... Hai scritto "dunque"?
PEPPINO - Eh, un momento no?
TOTÒ- E comincia su!
PEPPINO - Carta... calamaio... e penna... oh.. la carta...
TOTÒ - Signorina! ...Signorina!!
PEPPINO - E... dove sta?
TOTÒ - Chi è?
PEPPINO
- La signorina!
TOTÒ- Quale signorina?
PEPPINO - Hai detto: "Signorina!"
TOTÒ
- È entrata la signorina?
PEPPINO - E che ne so?


TOTÒ- Signorina!
PEPPINO - Avanti!
TOTÒ - Animale! "Signorina" è l'intestazione autografa! Della lettera! Oh! Signorina,...
(Peppino butta via il primo foglio di carta e comincia a scrivere su uno nuovo)
TOTÒ - E vabbè... non era buona quella signorina lì?
PEPPINO - Vabbè...
TOTÒ- Signorina, veniamo... veniamo.. noi... con questa mia a dirvi
PEPPINO - ...con questa mia a dirvi
TOTÒ- A dirvi... una parola! Addirvi!
PEPPINO - ... addirvi una parola...
TOTÒ - che
PEPPINO - che
TOTÒ- che
PEPPINO - che...
TOTÒ- che è?
PEPPINO - Uno? Quanti?
TOTÒ - Che è?
PEPPINO - Uno che?
TOTÒ - Uno che?
PEPPINO - Che è? Che è?
TOTÒ - Scusate se sono poche
PEPPINO - Che è?
TOTÒ - Che è? ... Scusate se sono poche... Ma settecentomila lire, punto e virgola, noi ci fanno specie che quest'anno, una parola, questanno c'è stato una grande moria delle vacche,
PEPPINO - ... una grande ...
TOTÒ - Come voi ben sapete. Punto!
PEPPINO - Punto.
TOTÒ - Due punti!
PEPPINO - ... due punti...

TOTÒ - Ma sì... fai vedere che abbondiamo... abbundandis in abbundandum.
Questa moneta servono... questa moneta servono... questa moneta servono a che voi vi consolate... Aoh... scrivi presto!
PEPPINO - ...con insalate...
TOTÒ - ... Che voi vi consolate...
PEPPINO - ... ah, avevo capito "con l'insalata"...
TOTÒ - E non mi far perdere il filo che ce l'ho tutta qui!...
PEPPINO - Eh, avevo capito coll'insalata!
TOTÒ - Dai dispiacere ... dai dispiacere che avreta... che avreta?... che avreta!! Eh già, è femmina... è femminile... che avreta perché... perché?
PEPPINO - ... Laura...
TOTÒ - Laura! ... che deve tenere la testa al solito posto, cioè sul collo.
PEPPINO - ... sul collo.
TOTÒ - Punto, punto e virgola. Punto e un punto e virgola!
PEPPINO - Troppa roba!
TOTÒ
- Ah, lascia fare! Che dicono che noi siamo provinciali... siamo tirati...
PEPPINO - Ma è troppo...
TOTÒ - Salutandovi indistintamente... salutandovi indistintamente... sbrigati! Salutandovi indistintamente ... i fratelli Caponi. Che siamo noi. Questa ... apri una parente. Apri una parente e dici: "che siamo noi". I fratelli Caponi. Hai aperto la parente?
PEPPINO - Mm.
TOTÒ - Chiudila!
PEPPINO - Ecco fatto
TOTÒ - Vuoi aggiungere qualcosa?
PEPPINO - Un "senza nulla a pretendere" non c'è?

15 aprile 2007

mamma...




Come fa male adesso


amore mio come fa male


tutto è diverso adesso


come è diverso adesso


come mi chiamo adesso


amore mio come mi chiamo


e porto a spasso il mio dolore


come se fosse un cane


cos'è che morde?


dentro grida forte


che forse non ho mai capito niente


a me sembrava andasse tutto bene


ed era mezzo vuoto il tuo bicchiere




mamma, come sto male adesso adesso


mamma, come stò male adesso senza di te.




Chi mi ripara adesso


con questa pioggia di silenzio


dove ti cerco adesso


in questo mare di cemento


e cerco anche di uscire


di vestirmi


di prendermela almeno col governo


di leggere il giornale


di lavarmi


di mettere la sveglia tutti i giorni


cammino sola come un animale


e per fortuna che non è Natale


ma dove sei finito


e dove sonole mani


le tue mani dove sono?




mamma, come sto male adesso adesso


mamma, come sto male adesso adesso


mamma, come sto male adesso, adesso


mamma, come sto male adesso senza di te...




(Milva, dall'album Volpe d'amore)

origini (sic) dell'omosessualità


Il mio amico Marco (ciao Marco, ciao bello!!! Ehm...) mi ha fatto leggere questo articolo:

Etero o gay, la scelta non è libera "Un gene decide il gusto sessuale"

di LUIGI BIGNAMI

ROMA - Quando si parla di "desiderio" sessuale bisogna sapere che la scelta che ognuno fa non è poi così libera come si pensa, ma è guidata da un "programma" ben preciso definito dal cervello. Sempre più ricerche, infatti, dimostrano che gli uomini eterosessuali possiedono circuiti neurali che li spingono a cercare nelle donne il loro appagamento del desiderio, mentre nei gay tali circuiti sarebbero diversi. I cervelli delle donne invece, sembrano essere organizzati soprattutto per cercare uomini che, almeno apparentemente, sappiano provvedere a loro ed ai loro figli. Stando alle ultime ricerche - riassunte in un articolo apparso sul New York Times - mentre un uomo nasce con un indirizzo sessuale ben definito, nelle donne questo lo è di meno e succede spesso che l'indirizzo lesbico si manifesti in età adulta. Il cervello dunque, risulta essere un "organo sessuale" davvero importante anche se esso si comporta in modo assai diverso negli uomini e nelle donne.

Spiega Larry Cahill dell'Università della California che ha pubblicato una ricerca sull'argomento su Nature Reviews Neuroscience: "Che il cervello nei due sessi abbia comportamenti diversi è un dato di fatto, anche se va contro il senso comune. Le aree della corteccia, ad esempio, la parte del cervello che lavora per le elaborazioni di più alto livello, sono più spesse nelle donne. L'ippocampo, dove vi sono le basi della memoria occupa una frazione più grande nel cervello femminile".

Una differenza notevole è poi il fatto che il cervello degli uomini è, in linea di principio, orientato sessualmente verso le donne. La prova più diretta giunge dai casi di incidenti durante le circoncisioni, in cui i bambini che hanno perso il pene e sono stati allevati come femmine, nonostante un forte incitamento sociale a comportarsi come tali, da adulti mostrano un desiderio sessuale diretto alle donne e non agli uomini.

"Se non si riesce a far sì che un maschio senza pene per tutta la vita sia attratto dai maschi, quali altre condizioni psicosociali potrebbero indirizzare un maschio ad essere gay?", sottolinea Michael Bailey, esperto di orientamento sessuale alla Northwestern University (Usa). E dunque chi lo orienta verso questa scelta? È presumibile che la mascolinizzazione del cervello che avviene ad opera di un gene noto come SRY ancora in fase fetale, plasmi alcuni circuiti neurali che fanno si che gli uomini desiderino le donne. Se così è, questi circuiti sono collegati in modo diverso nei gay.

Ma chi induce questa diversità? Secondo Bailey vi deve essere un indirizzo genetico. Ed è la prova-gemelli che lo dimostrerebbe. I gemelli monovulari sono spesso al centro delle ricerche sull'ereditarietà perché possiedono un patrimonio genetico identico e quindi eventuali differenze di comportamento sessuale tra un gemello e l'altro non dovrebbe derivare da un'origine genetica. Basandosi su questa considerazione Bailey ha condotto ripetute ricerche e stando ai risultati, se un gemello monovulare risulta omosessuale, nel 52% dei casi lo è anche l'altro. La percentuale scende al 22% nel caso di gemelli biovulari, cioè con caratteristiche cromosomiche leggermente diverse.

(13 aprile 2007)Se volete vedere l'articolo nel suo contesto originale cliccate qui

Dopo essermi curato il travaso di bile ne faccio un'analisi dettagliata (che potrete leggere più tardi) e poi da quella ne riduco una lettera che spedisco all'autore dell'articolo (sic) e posto sul mio blog.

Leggo il suo articolo sul Repubblica di venerdì u.s. Trovo quel che Lei dice ridicolo e privo di qualunque fondamento scientifico.

Lei parte dall’idea che l’origine dell’orientamento sessuale sia dato dal cervello e non dall’ambiente e interpreta il ritrovamento di percorsi neurali specifici per gli etero e i gay come prova…

Che questa differenza ci sia dobbiamo crederlo basandoci solo sulle sue affermazioni. Lei cita delle ricerche scientifiche senza dire mai quali e anche quando cita quotidiani e riviste non fornisce i riferimenti bibliografici… Le sue fonti non sono verificabili e questo non è scientificamente serio e deontologicamente onesto.

Comunque, ammesso e non concesso questa differenza ci sia, visto che l’apprendimento e le esperienze del cervello vengono codificate in nuovi circuiti neurali (sia che si creda che il cervello dei neonati si una tabula rasa sia che si creda invece che sia già dotato di una serie di percorsi neurali), come fa a essere sicuro che i circuiti trovati siano lì da prima (e siano dunque causa dell’orientamento sessuale) e non solo da dopo (e quindi ne siano un effetto?).

Quando cita Larry Cahill (dice nome dell’autore e della rivista ma non il titolo dell’articolo o il numero della medesima…) dimostra solo che il cervello dell’uomo e della donna sono morfologicamente diversi. Poi afferma ma senza dimostrarlo che Una differenza notevole è poi il fatto che il cervello degli uomini è, in linea di principio, orientato sessualmente verso le donne”.

Ovviamente tranne quello degli omosessuali… Qui è lei che parla o ancora Cahill? Non si capisce… Ma eccoci il punto che mi ha fanno ridere a crepapelle…

La prova più diretta giunge dai casi di incidenti durante le circoncisioni, in cui i bambini che hanno perso il pene e sono stati allevati come femmine, nonostante un forte incitamento sociale a comportarsi come tali, da adulti mostrano un desiderio sessuale diretto alle donne e non agli uomini.

Lei attribuisce al pene una potenza simbolica che non ha alcun riscontro scientifico.

Anche se a un bambino si recide il pene non è per questo meno maschio (sessualmente parlando).

Avrà problemi a orinare, non avrà un organo sessuale da usare, ma continuerà ad avere gli stessi desideri sessuali che aveva prima della recisione, qualunque essi siano. Forse Lei confonde l’ablazione del pene con la castrazione e cade nel luogo comune del film Le voci Bianche che mostra che se un uomo adulto viene castrato diventa effeminato e quindi gay…

In realtà se si castra un bambino non compariranno i caratteri sessuali secondari (comparsa dei peli, abbassamento della voce), ma questo non influisce in alcun modo sull’orientamento sessuale… Cosa vuol dire poi che questi ragazzi senza pene sono allevati come femmine ma nonostante ciò nono diventano gay? Non aveva detto che l’omosessualità dipende da una speciale conformazione dei circuiti neurali? Allora perché si aspetta che se un maschio castrato (che Lei vede come una femmina) viene allevato come le femmine (femmine! Non donne!!!) dovrebbe diventare gay? Quanti omosessuali hanno menomazioni al pene o ai testicoli? E poi, mi scusi, dove sono questi maschi senza pene che vengono allevati come femmine? A quali pratiche si riferisce? Fatte da chi? Quando ? Dove? Non lo dice…

Io non lo so quale sia l’origine dell’omosessualità nell’uomo. Nessuno lo sa.

Ma qualunque sia la causa io non capisco che differenza faccia se omosessuali si nasce o si diventa.

A meno che non si voglia individuare in questa origine genetica una differenza oggettiva che qualche gay spera possa far diventare l’omosessualità una menomazione che garantisce speciali diritti (come per gli emofiliaci…) oppure, come mi sembra di evincere dal suo articolo, una devianza… da curare o da tenere sotto controllo e comunque alla quale non dare dignità alcuna.

Non ho mai letto tante idiozie pseudoscientifiche tutte insieme. Certo, mi perdoni la battuta, il suo cognome fornisce qualche indizio su quali testi lei abbia studiato per formarsi la sua cultura scientifica…
Alessandro Paesano

Che ne pensate?
Se Bignami mi risponde vi farò sapere...
:-)







12 aprile 2007

And another one bites the dust


Kurt Vonnegut è morto all'età di 84 anni

Sergio Bardotti non c’è più...


Aveva 68 anni. Se l’è portato via un infarto.

Ha scritto i testi di "Occhi di ragazza" e di "Piazza Grande", e quelli del repertorio brasiliano di Ornella Vanoni, d’altronde di Chico Buarque, Jobim, Vinicius de Moraes, Toquinho, Bardotti è stato amico, collaboratore, traduttore e produttore dei loro album.

Ha prodotto "Storie di casa mia" di Lucio Dalla (per il quale scrisse pure "Itaca"), "Non al denaro né all'amore nè al cielo" di Fabrizio De André nel '71, e il "Concerto Grosso" dei New Trolls nello stesso anno.

Ha prodotto anche Patty Pravo, Gino Paoli, Sergio Endrigo e Antonello Venditti.

Come traduttore ha lavorato anche con Jacques Brel e Charles Aznavour.

Autore televisivo, ha fatto parte della anche della squadra dell' ultimo Festival di Sanremo.


8 aprile 2007

...ancora su Paola Binetti...

Ho avuto occasione di vedere la trasmissione tv dove la senatrice della Margherita Paola Binetti ha rilasciato le sue dichiarazioni omofobe (cfr. il mio post del 5 marzo u. s.).

Potete vedere le parti salienti di "Tetris" qui).

Alla fine delle sue dichiarazioni, sollecitate da un conduttore che le chiedeva una risposta secca alla domanda (L'omosessualità è una devianza o no) con la stessa sollecitudine mondana come se la domanda fosse "è più brava Mina o Celine Dion?", il conduttore, per stemperare gli attacchi polemici (e inefficaci) di Grillini, Chiesto a Chiara Moroni di "fare da arbitro". Chiara Moroni (ex nuovo psi, presentata alle ultime elezioni con Forza Italia, non eletta, ma ripescata grazie alla rinuncia al seggio di Berlusconi e di Tremonti, e quindi, eletta parlamentare) si defila dicendo "tra moglie e marito" riferendosi al fatto che Binetti e Grillini sono dello stessa coalizione politica.

Alla battuta Paola Binetti risponde sorridendo e dicendo "per carità di dio, assolutamente no" e la finisce lì, Francesco Grillini invece ribadisce di essere felicemente omosessuale (per cui in nessun caso potrebbe sposarsi una donna) e aggiunge che non sposerebbe mai Paola Binetti".

Come si possono combattere i cliché dell'omosessualità maschile se alla prima occasione froci come Grillini si vestono della loro misogina come di un distintivo del proprio orientamento sessuale?
Non si rende conto Grillini che. quando afferma con orgoglio che a lui, in quanto gay, non piacciono le donne, sta commettendo lo stesso errore logico ("sono un uomo e sono attratto dai maschi quindi non mi piacciono le donne") che compie Paola Binetti ("un uomo che è attratto da un altro uomo non è maschio ma femmina") quando sussume l'orientamento sessuale al genderismo (a una sorta di genere sessuale a sè, come pretendono tanti gay e tante lesbiche)?

Nonostante non sia affatto d'accordo con le dichiarazioni di Paola Binetti devo dire che, a giudicare dal suo comportamento alla trasmissione "Tetris" de LA 7 , Paola sia molto più simpatica di Francesco, che risulta essere il classico frocio misogino che ha disprezzo delle donne proprio come vuole quel cliché che per altri versi millanta di voler abbattere.

E finché ci sono froci come Grillini Paola Binetti avrà torto solo al 99%.

...buona pasqua...



6 aprile 2007

No, non è l'omofobia...

M., un ragazzo di 16 anni, si è prima pugnalato e si è poi gettato dalla finestra perché non sopportava più di essere tacciato per gay. Giornali e radio hanno parlato subito di "omofobia", accusando, nemmeno troppo velatamente, professori e bidelli (sempre loro) di non controllare i ragazzi durante il cambio dell'ora (e come potrebbero? I professori sono intenti ad andare da una classe all'altra, o se sono in classe sorvegliano, eccome, mentre i bidelli, normalmente uno per piano, non vedo come potrebbero sorvegliare più di quanto già non facciano).

Insomma la colpa è della scuola che non fornisce gli adeguati strumenti culturali per accettare una scelta sessuale altra, anche perché, associazioni di categoria e giornali “di sinistra” in testa, lasciano intendere che la colpa è dei benpensanti, di destra e di sinistra, e della chiesa con la sua azione anti-dico (sic!), che danno per scontato che, almeno fino alla maggiore età, siamo tutti etero…

Niente di più sbagliato e fuorviante…

Arcigay e certe menti …attiviste vorrebbero che ogni ragazza e ogni ragazzo, anche minorenne, anche al di sotto dei sedici anni, limite legale perché possano fare sesso, scelga già definitivamente la propria sessualità e si dichiari lesbica o gay, senza che i compagni di scuola, gli adulti reazionari o la chiesa, impedisca loro di essere “fiero di quello che sei”, come recita uno degli slogan in voga nei gay pride.

Perché un(a) sedicenne, se è attratto dalle donne (dagli uomini) ma anche (un po’? forse? chissà!) dagli uomini (dalle donne) deve scegliere solamente una delle due possibilità, quando rimanendo etero, visto che la …maggioranza silenziosa gli permette di godere del beneficio del dubbio, può sperimentare la propria sessualità senza fare, ancora, scelte definitive?

Si può scoprire di provare un profondo legame affettivo, forse anche sessuale, per una persona del proprio sesso senza per questo dover rinunciare alla propria parte etero? Che scuola è quella che insegna a scegliere definitivamente, a rinunciare a una parte di sé, a vedere tutto bianco o nero (o, se credete, bianco e rosa…) imponendo alle sue studentesse, ai suoi studenti, di scegliere appena può un orientamento sessuale?. Mi sembra una scuola, questa, più intenta a proiettare sui giovani la mentalità degli adulti che vi insegnano che pronta aad ascoltare i giovani e capire quel che loro vogliono davvero…

Io insegno nelle scuole come esperto esterno (Linguaggio cinematografico e audiovisivo) e questo mi permette di osservare le ragazze (i ragazzi) da un punto di vista privilegiato, mi percepiscono come qualcuno a metà strada tra loro e i prof. canonici. Insegno in una scuola che non brilla per politicizzazione e dove la maggioranza non è certamente di sinistra, eppure noto tra i ragazzi e le ragazze una disinvoltura che ai miei tempi (quando io stavo come loro al liceo), era impensabile.

Ho visto ragazzi di prima liceo assistere alle mie lezioni tenendosi per mano, ragazzi di quarta, in cineforum pomeridiani dove ci si rilassa e la postura è meno rigida di quella delle ore curricolari, vedere film usando il proprio compagno come schienale, come poggiatesta, mentre il compagno di dietro gli cingeva le spalle con le braccia…. Mi hanno sempre intenerito queste dimostrazioni d’affetto, e non ho mai pensato minimamente, nemmeno per una frazione di secondo, che i ragazzi in questione fossero gay, anzi! Mi fa piacere che finalmente i ragazzi possano permettersi dimostrazioni d’affetto senza che queste indichino uno piuttosto che un altro orientamento sessuale.

Il vero problema non è l’omofobia (che c’è, ma a un livello superiore) ma la diffusione dei cliché sessuati: per offendere le donne si dà loro della puttana, per offendere gli uomini si dà loro del finocchio. Sono insulti connaturati nel linguaggio. Non lo dico per giustificarne l’uso ma per denunciare il fatto che l’impiego dispregiativo di parole a sfondo sessuale è in tutte(i) noi … E che l’omofobia nasce già nel momento in cui due ragazzi che si prendono per mano vengono visti esclusivamente in chiave gay, poi poco importa se qualcuno (la maggioranza) pensa “che schifo” e qualcun altro (pochi) pensa “che carini”.

Il 16enne si è suicidato perché la sua effeminatezza (lo chiamavano Jonathan, come l’effemminato partecipante a un grande fratello…), vera o presunta, magari crudelmente addotta ai tratti somatici della sua etnia (la madre è filippina), o per una certa riservatezza e una certa gentilezza insita nel suo carattere, non si sa, era stata sussunta nell’omosessualità, termine col quale oggi si indica una persona debole, troppo sensibile, un uomo che si comporta come una femminuccia… e che dunque più che riguardare il vero e proprio orientamento sessuale ha più a che fare con l’indole, col carattere, con l’atteggiamento. Se si taccia di omosessualità un ragazzo perché non si mette la mano vistosamente sul pacco ogni volta che incontra una bella ragazza (a Roma la si chiama una bella figa, la parte per il tutto..) non c’entra l’omofobia ma il maschilismo (madre di tutte le discriminazioni) lo stesso maschilismo che vede come lesbiche le ragazze che non corrispondono a quei clichè femminili creati ad uso e consumo dei maschi.

Se riduciamo questi atteggiamenti all’omofobia (che, ripeto, è presente ma dopo il maschilismo, non prima) ci si dimentica del maschilismo, lo si ignora, lo si nasconde, lo si percepisce come inevitabile, o innocuo, si giustifica insomma quella mentalità che fa dire di un uomo che va con tante donne che è un furbo e di una donna che va con tanti uomini che è una zoccola, che non riguarda dunque solo froci e lesbiche, ma tutte e tutti.

È questa mentalità che va sradicata, quella stessa che mostra pubblicità dove alle bambine già da piccole si regalano bambole e elettrodomestici (l’aspirapolvere e la lavatrice funzionanti della Lima) e, se anche i bambini giocano con loro, sono le ragazzine a svolgere i lavori donneschi, in una pantomima della società sessista degli adulti.
Non è distrazione ma ipocrisia quella dei genitori che si preoccupano del disegno animato nipponico Sailor moon il quale, mostrando uomini truccati e con degli abiti che ricordano le gonne, temono che i figli maschi possano diventare gay (sic!), ma ignorano che le pubblicità età abituino, dalla tenera età, le ragazze a essere serve degli uomini (come tante mamme insegnano purtroppo ancora oggi alle loro figlie…).

Una società che sa vedere due ragazzi che si tengono per mano (i miei studenti carini, uno dei quali, dopo la lezione, visto che io avevo fatto notare la disinvoltura del loro atteggiamento mi ha detto: “a professo’, m’ha rovinato!!!”) solo esclusivamente in chiave gay e che poi si prodiga a dir loro: “che carini, siete gay, è normale, che bello!” non è meno omofoba della società che invece li prende in giro dicendo loro “ma che vi siete fidanzati?”.

Ci dimentichiamo che siamo tutti solamente uomini e donne e che i nostri gusti sessuali non dovrebbero diventare di pubblico dominio, non perché ipocritamente non si deve sapere quello che ognuno fa a letto, ma perché dovrebbe essere irrilevante chi fa cosa con chi… Perché un gesto d’affetto resta tale qualunque sia l’assortimento o l’orientamento sessuale della coppia che se lo scambia, e perché “non tutti i gay sonno checche”, come diceva Massimo Ranieri a Renato Pozzetto nel film La patata bollente del 1979 per la regia di Steno. Evidentemente abbiamo perso quell’elementare buon senso che negli anni ’70 tutte le donne e gli uomini, figli morali del movimento femminista e di quello omosessuale, possedevano e che permetteva loro di guardarsi l’un l’altra e di riconoscersi per quel che erano, uomini e donne, non etero, gay, bisex, transex o quante altre classificazioni, etichette, ci stiamo inventando per separare, spezzettare, ghettizzare e dunque impoverire l’essere umano, maschio o femmina che sia.

Perché M, il ragazzo che si è suicidato perché tutti pensavano fosse frocio, aveva il diritto a scheccare anche se non era gay, e a essere lasciato in pace senza che quel suo modo di essere diventasse naturaliter un atto di rivendicazione politica pro-omosessualità o il segno evidente di un suo presunto orientamento sessuale.

Prima ancora dell’omofobia M. è stato vittima dei cliché di una società maschilista, un maschilismo che prima ancora di colpire altri uomini (presunti gay) colpisce le donne, quell’altra metà del cielo cui sempre di più gli uomini (gay o etero poco importa) si dimenticano di prendere in considerazione.

bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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