11 giugno 2013

Paesanini sulla vittoria di Marino sindaco di Roma

Comunque andranno le cose, questo pomeriggio avremo un sindaco della capitale d'Italia eletto da un bacino complessivo di votanti pari o di poco superiore al 40 per cento. Vuol dire che il vincitore avrà avuto il voto di un romano su quattro o meno.
Stefano Folli sul sole24ore.


L'aritmetica non sarà una opinione ma i modi in cui si possono riportare i dati sono così diversi e creativi da far passare un vincitore per un perdente.

Per Stefano Folli se Marino è stato eletto da un romano su quattro la colpa non è di chi non è andato a votare ma di chi ci è andato che, minoranza impunita, ha fatto come gli pare...

Nomen omen.

Tra l'altro la schiacciante vittoria di Marino contro Aledanno deve far correggere le ecolalie di Folli in un romano su quattro o più. Il 63 % sono 13 punti in più sul 50% che autorizzerebbe la frase di Folli visto che i votanti sugli aventi diritto al ballottaggio sono stai il 44,93% contro il 73,66 % del 2008. (fonte Repubblica).

La scarsa affluenza alle urne è un segno di imbarbarimento della cittadinanza, sempre più qualunquista (quanti di voi si sono sentito dire che tanto Alemanno e Marino sono la stessa cosa ?) e meno consapevole dei propri diritti e dei propri doveri. Meglio, del proprio peso politico che c'è, eccome se c'è.

Il voto a Marino che, per quanto mi riguarda, rimane un candidato invotabile quanto lo era Rutelli nel 2008, è sicuramente un voto contro Alemanno, contro il lanzichenecco che ha saccheggiato Roma, il picchiatore fascista che una vera democrazia avrebbe dovuto rendere ineleggibile, mentre amici froci lo hanno votato perchè Rutelli era contro i gay, il fascista di merda che in cinque anni ha fatto ripiombare Roma a prima degli anni ottanta, quando tutto si spegneva dopo le 20 e alle 23 tutti a nanna. A quell'ora sono aperti solo i negozi dei cittadini stranieri...

Non mi fraintendete. Aledanno ha potuto fare scempio solo grazie alla complicità morale dei romani e delle romane, molti dei quali non sono andati a votare, tutti  quelli e tutte quelle che, quando si è saputo dei duemila tra amici amiche e familiari fatti assumere nelle aziende municipalizzate (850 solo all'atac), non hanno fatto irruzione in Campidoglio, preso di peso il primo cittadino e gettato nel fiume Tevere in una lampante legittima e democratica richiesta di dimissioni (se pensate sia un gesto cruento vi ricordo che c'era anche la Rupe Tarpea...).

Adesso che il peggior sindaco della Roma repubblicana è andato a farsi fottere - speriamo da dei marocchini sieropositivi - dobbiamo vigilare sull'operato del sindaco cattolichino e catechista che trova legittima la marcia sulla pace e per i froci vuole una legge ad hoc ma non l'estensione del matrimonio.

Se pensate che esserci tolti dalle palle Aledanno sia una vittoria siete più ingenui e ingenue dei Grillini pentastellati (ma che neologismo del cazzo è?!).

Vi meraviglia il mio linguaggio maschilista e patriarcale?

E' quello che usate tutti e tutte sempre ogni giorno in qualunque ambito e contesto.
E' quello col quale asfissiate la rete coi vostri commenti misogini, xenofobi, omofobi, maschilisti, patriarcali e paternalisti.

Vi dà fastidio?

Sapeste a me!

Eppure lo vomitate sulla rete ogni giorno.

Lo spalmate sulla stampa e in tv con una solerzia che nemmeno gli inquisitori della controriforma.

Vi abdicate ogni forma di pensiero altro con la stesa ferocia con cui i nazisti bruciavano i libri.

Il guaio è che aveva ragione Platone, da adulti non si cambia...

E' che cari romani e care romane che vedo ogni giorno sempre più puzzolenti, prepotenti, tronfi e tronfie, ignoranti come un marmo corroso dallo smog, tutti e tutte a fumare quelle cazzo di sigarette  (grazie del cancro che  ci regalate), a leggere quei giornalacci a distribuzione gratuita, andando in giro con quelle cuffione da quiz anni cinquanta a sentire musica isolandovi dal mondo, parlando in quei maledetti smartphone e ignorando chi siede accanto a voi sull'autobus, senza leggere mai un libro e quando li leggete sono quella paccottiglia spacciata per letteratura di cui avete appreso notizia in tv (il libro è un bene di consumo come una Smart un capo di D G  o un e-phone), è che, dicevo, non vi sopporto più.

Siete un virus che serpeggia per le vie di Roma, mefitico e asfissiante, me ne sono reso conto da quando vivo a piazza Vittorio e vedo tanti cittadin* stranier* che sono venut* a lavorare qui e qui ci hanno fatto anche figli, ridere, uscire insieme, scherzare, divertirsi, VIVERE, in un modo che voi miei concittadini e concittadine non sapete più come si fa.

Per cui se non siete andati e andate a votare è perchè siete morti e morte, siete  degli zombie orribili, rivoltanti, disumani e disdonnani.

Perchè questo paese non lo salva il popolo italiano, feccia d'Europa, analfabeta e ignorante, lo salvano * cittadin* stranier* quell* che appena passa una legge decente sulla cittadinanza diventeranno cittadini e cittadine italian* a tutti gli effetti e porteranno alto il nome di una tradizione culturale che a vedere quella faccia da picchiatore di Alemanno e tutti i fascisti e le fasciste che lo hanno votato propri si stenta a credere sia loro.

Il popolo italiano è morto, l'Italia ancora no.
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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