28 agosto 2009

Aspettando il post su Boston Legal...

Il nuovo album di Pier Cortese...


...s'intitola Nonostante tutto continuiamo a giocare a calcetto, album agognato,
annunciato sin dal maggio dello scorso anno e uscito, chissà perché, solo adesso...

Ad un primo ascolto l'album appare musicalmente più coerente del precedente Contraddizioni . Coerente vuol dire un sound più unitario, che dà al lavoro la parvenza di album più che di un disco contenitore come il precedente. Questo perché il primo lavoro (uscito nel 2006 e poi, in una riedizione, nel 2007 con aggiunti il brano Non ho più tempo -presentato a Sanremo- e Tu x me, prodotti ex novo, più tre bonus track ripescate da tracce di singoli precedenti, raccoglieva brani scritti dal 1999 (Il clown) al 2006 (2007). Un eclettismo di sound, arrangiamenti e impostazione nella costruzione dei brani che può piacere, come al sottoscritto, o lasciare perplessi, ma che dimostravano la grande sensibilità musicale di Pier.
Nonostante tutto continuiamo a giocare a calcetto sembra più centrato su sonorità contemporanee (con alcune parti parlate che sono tanto up to date, ma che, ne sono sicuro, saranno le prime a invecchiare ) e che, forse, ma è prematuro dirlo, rendono l'album cronologicamente molto più identificabile del precedente, che sapeva coniugare la lezione melodica di Battisti con originalissime soluzioni armoniche, del tutto autonome e sorprendentemente audaci (in un panorama di canzoni italiane tutte basate su accordi in maggiore...).
In questo nuovo lavoro Pier ha lavorato di cesello sugli arrangiamenti e sui testi confezionando un lavoro pulitissimo e proprio per questo un po' algido e meno emotivo del precedente (non ci sono canzoni d'impatto come Il clown, Dimmi come passi le notti o Io pago per citare un personalissimo e arbitrario elenco).
Pur non essendo un album commerciale si nota una certa attenzione per il pubblico (di giovani e giovanissimi) che lo andranno ad ascoltare, mentre Contraddizioni non faceva sconti ai suoi ascoltatori, nel bene (Ho deciso di stare bene) e nel male (Donne di paese).

Certo a distanza di tre anni dal primo disco ci si poteva aspettare un album meno cauto, con canzoni che avessero una maggiore urgenza nell'essere suonate (e cantate) ma bisogna riconoscere che invece di ricalcare il successo del sound precedente Pier abbia avuto l'onestà di andare oltre e cercare di fare qualcosa di diverso da quanto fatto prima.

Vari ascolti e il collaudo dei concerti (a Roma non perdetevi il mini concerto previsto il 14 Settembre p.v. alla libreria Feltrinelli) in cui sentiremo come suonano i nuovi pezzi e come riesce Pier a personalizzarli per le esecuzioni dal vivo, ci diranno se questo lavoro godrà della stessa lunga vita del precedente o se fra pochi mesi sarà già catalogato tra le cose passate e vecchie.

Primi indizi di solitudine...







bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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