1 febbraio 2007

Prodi-Italia: 2 a 0

Mi ricordo che smisi di leggere «La repubblica» nel 1984 quando, si era d’estate, e si sa nella bella stagione le notizie sembrano scarseggiare, il quotidiano di Scalfari dedicò mezza pagina a Mina, perché la più grande cantante del mondo (allora in tutti i sensi…) era diventata nonna, e giù a sciorinare trascorsi sentimentali, veri e presunti, della Tigre e nemmeno due righe, dico due righe, che so, almeno citare il titolo, dell’ultimo suo disco (dopotutto Mina è una cantante, no?) che, è vero, era uscito l’ottobre dell’anno precedente, ma era pur sempre l’unica informazione che mi sarei aspettato di leggere su un giornale, almeno sul giornale cui contribuisco ad esistere comprando la mia copia. Della serie ecchissenefrega! E sto parlando di Mina (negli anni 80 era il mio soprannome...).
Stamane ascolto il gr2 che apre con la lettera di scuse pubbliche di Silvio Berlusconi a Veronica Lario che viene presentata come una vittoria per le femministe (sic) con tanto di congratulazioni di Erica Jong (che sta al femminismo come io sto a Tom Cruise…), mentre in tv le veline continuano a mostrare seni e glutei, le donne in Italia, a parità di posizione lavorativa, prendono il 20% in meno di stipendio... Prorpio una grande conquista per le donne, una vera sconfitta per il machismo italiano. Mentre anche il Presidente della Repubblica si genuflette al Papa (cioè al capo di un altro stato), siamo tutti contenti perché Silvio e Veronica si sono riappacificati anche se Gabriella Carlucci (presente alla serata di gala per i Telegatti dove Silvio avrebbe fatto i complimenti che hanno indotto Veronica a scrivere una lettera pubblica) insinua che ci sia qualcos’altro dietro…
Ormai il danno all’informazione pubblica italiana è totale, non siamo più in democrazia ma in una forma di teleradioemerocrazia dove nessuno più si preoccupa della cosa pubblica, basta che nessuno gli rompa i maroni e lo lasci nel proprio guscio idiosincratico e misantropo…
Se non è questo un paese impazzito ditemelo voi qual è!
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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