3 settembre 2009

Siamo tutti precari



Era dagli anni Sessanta che non si vedevano cariche della polizia alla Mostra del Cinema di Venezia.
Ieri pomeriggio (mercoledì 2 settembre) un gruppo di precari e attivisti di Global Beach ha tentato di entrare all'Hotel Des Bains, uno dei luoghi simbolici della Mostra e del Lido stesso, per tenere una conferenza stampa.
Siccome la Mostra del Cinema è come una caserma, volevamo entrare all'Hotel Des Bains che è uno spazio simbolico del festival per fare una conferenza stampa, dove spiegare in maniera pacifica le nostre istanze. La polizia ha risposto con una carica violenta durata cinque minuti. C'é un ragazzo con la testa rotta e una ragazza con una ferita sulla spalla".
(fonte Cinecittà news)

Il Global Beach aveva aperto con una partecipa assemblea che riuniva diverse esperienze di lotta del precariato culturale, dello spettacolo e gli studenti dell'Onda.
E' nel contesto di una Mostra del cinema militarizzata come non mai (nemmeno dopo l'11 settembre), che il ministro Bondi e gli esponenti del governo sfilano al costo di far manganellare i precari della cultura, quelli stessi che garantiscono l'apertura della Biennale e che sono strozzati nel meccanismo delle agenzie interinali.
Un governo che ai tagli sulla cultura e sull'università, associa oggi, in un momento in cui lotte e vertenze si moltiplicano, la violenza della polizia che oggi ha colpito al Lido.
Le cariche sono state violente, non certo volte a disperdere, ma a fare male.

Nonostante ciò, un gruppo di attivisti di Global Beach e di attori e precari dello spettacolo del Movem, è riuscito a portare la nostra voce fin sul Red Carpet, disturbando e contestando i rappresentanti del governo.

Momenti di tensione in serata, poco prima della cerimonia di apertura della Mostra del Cinema di Venezia, quando la polizia in tenuta anti-sommossa ha bloccato alcuni manifestanti davanti al palazzo del cinema.

Una decina tra studenti e precari del mondo dello spettacolo hanno protestato contro i tagli alla cultura, scandendo slogan come "Noi la crisi non la paghiamo", per poi essere bloccati e allontanati dagli agenti proprio davanti al palazzo del Cinema pochi minuti prima dell'arrivo di attori e addetti ai lavori.

"Con i tagli non si riesce a creare nulla. Non si riesce a capire perché il governo non risponda se non con scudi e manganelli, noi stiamo ponendo domande concrete", ha puntualizzato Marco.

La 66esima edizione della kermesse cinematografica pare particolarmente blindata e in occasione della cerimonia di apertura al Lido erano dispiegate decine di poliziotti in tenuta anti-sommossa.

Il comune di Venezia ha immediatamente preso posizione condannando le pesanti cariche della polizia.

Il Global Beach ha inziato nel 2004 al Lido con un lavoro di autorecupero della spiaggia a S.Nicolò al Lido di Venezia, un tempo in concessione alla polizia ed attualmente di proprietà demaniale. Dopo anni di abbandono, la spiaggia è diventata uno spazio di incontro, di scambio e di confronto che appartiene alla città ed a tutti coloro che visitano Venezia in occasione della Mostra del Cinema. Questa zona di valore naturalistico è invasa dal cantiere di una grande opera, il Mose, ed assediato dall’industria balneare. Solo grazie alla sperimentazione ecosociale che ha permesso l'uso comune della spiaggia, nel 2005 si sono svolti i lavori di bonifica che l'hanno liberata dalle strutture in amianto. I luoghi di accoglienza e le strutture che ospitano gli incontri, gli eventi musicali, artistici e le proiezioni di GlobalBeach 2009 sono realizzati e costruiti dal Sale-docks, Laboratorio Morion e dal Rivolta (Marghera) (fonte globalbeach2009.blogspot.com)



Lavoratori delle Scuole, lavoratori dello spettacolo, il governo che rappresenta più della metà degli italiani (che lo ha messo la potere) attacca le categorie considerate più pericolose, quelle fornite di autonomia di pensiero, di pensiero critico, di una propria opinione non uniformata a quella generale di stampa e media alienati.

Danno fastidio come ogni stile di vita alternativo e quindi eliminati, messi a tacere, simbolicamente , in qualche caso anche concretamente.
Nell'indifferenza generale mentre i giornalisti (Sic!) di categoria vedono i film e se ne fregano del resto.

Rielaborazione mia da due articoli: il manifesto e Retures Italia.

Siamo tutti diversi!

E mentre a Roma, a Via San Giovanni in Laterano (non mi piace la definizione "gay street") poco prima della mezzanotte di martedì 1 Settembre venivano lanciati due petardi/bombe carta, ieri a Scampia (Napoli) un 19enne con la scusa di portarla a fare un giro in macchina, conduceva una 16enne in una via appartata e prima la stuprava e poi la consegnava a sette minorenni che la stupravano a turno. Divincolatasi riesce a chiedere aiuto e li fa arrestare tutti.

Ieri sera a Roma è stata indetta una manifestazione, dove sono state lanciate le bombe carta. C'erano moltissime perosne. Regolari frequentatori della gay street, eterosolidali (magnifica definizione di Vladimir Luxuria), c'erano Paola Concia e Cristiana Alicata del PD, poi è arrivato anche Franceschini, c'era l'assessore alla cultura Umberto croppi. e c'erano tantissimi giornalisti, delle radio, di internet, della carta stampata, che fotografavano, intervistavano (Fabrizio Marrazzo, presidente dell'Arcigay romana, sì c'era anche lui). All'inizio io e Marco (siamo andati insieme) eravamo avviliti, ci sembrava più la classica passerella dei vip, un'occasione per Marrazzo di fare un bagno di folla e basta. Però poi ho conosciuto Paola concia, e (finalmente!) Cristiana Alicata (che mi ha autografato il suo romanzo Quattro che sto leggendo).

Intanto io e Marco ci siamo presi due birre (una bottiglia di corona al Coming Out 3 euro e 50... quasi la metà che negli altri bar...) abbiamo visto Franceschini (che è andato subito via) e poi Vladimir ha preso posto sul piccolo palco allestito dal coordinamento delle associazioni gay romane che le hanno chiesto di parlare a nome di tutte/i. E Vladimir ha saputo fare la differenza e trasfromare un incontro mal partito un un momento epocale.
Scherzando su una situazione seria, per sdrammatizzare, Vlad ha ricordato agli aggressori che non ci intimidite, ci rendete più forti e che i petardi non ci spaventano perché siamo ignifughi.

E poi Vladimir chiarisce che le mani degli "Svastichella" sono armate da chi descrive gli omosessuali come persone che vogliono attentare alla famiglia regolare.

E, precisa, che non è sufficiente che chi compie atti omofobici smetta perchè c'è una legge che inasprisce la condanna, è a scuola che bisogna insegnare agli alunni a una pacifica convivenza tra diverse diversità, non solo gay,ma donne, extracomunitari.
Insomma un tripudio di intelligenza e acume politico, alla faccia di chi, nei giorni scorsi, mi aveva fatto venire dei dubbi (vero Antonio? Vero "Perplessa"?) in nome di una malcelata voglia di punizione carceraria (vergognatevi!).
Domani si fa il bis, con la seconda delle fiaccolate permanenti.
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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