5 novembre 2007

è morto Nils Liedholm

e 'sti cazzi!?!?!

errori? basta evitare il sito...

Curiosando (o leggiucchiando, d'altronde browser significa proprio quello...) su internet capito su un sito che tratta (tra le altre cose) della discografia dei Man-Tran, e mi accorgo che ci sono alcune inesattezze.

ecco il testo

In tema di jazzy o qualcosa di simile, nel ’75 esce il primo album di un gruppo vocale formato da due uomini e due donne, che oltre ai classici jazz ci proporranno brani "disco" d’alta classe: i MANHATTAN TRANSFER. Seguendo ideologicamente le orme di EDDIE JEFFERSON e JON HENDRICKS, i MANHATTAN TRANSFER si presentano come ALAIN PAUL, JANIS SIEGEL, LAUREL MASSE’ e TIM HAUSER, quest’ultimo anche produttore, assistito dal grande ARIF MARDIN. I dischi di questo gruppo sono sempre ad altissimo livello, grazie alla direzione musicale del chitarrista IRA NEWBORN e a moltissimi nomi altisonanti della scena jazz internazionale.


Fin qui tutto bene. Ma poi il testo prosegue.
Ma nel ’76 avviene una piccola rivoluzione. LAUREL MASSE’ se ne va ed arriva CHERYL BENTYNE. L’album, dal titolo "COMING OUT", contiene un grande successo: "CHANSON D’AMOUR" che lancia definitivamente il gruppo "vocalese".


In realtà nel disco c'è ancora Laurel Massè, che resterà fino al 1978, pubblicando coi Man-Tran altri due album, Pastiche e un Live (a tutt'oggi mai distribuito in cd, una rarità in vinile, e, visto che il sito si occupa di vinili, l'autore del testo dovrebbe saperlo...), entrambi del 1978.
Quell'anno, infatti, Laurel Massè ha un incidente di macchina quasi mortale che la mette k.o. per due anni.
Nel 1979 i Man-Tran si presentano con una nuova formazione (questa volta sì con Cheryl Benthyne al posto di Laurel Massè) e un nuovo album, Extensions, nel quale cantano Birdland pezzo dei Weather Report che, quello sì, li consacra come nuovo gruppo del vocalese (Chanson d'amour non è una canzone in vocalese...)
(per chi non lo sapesse il vocalese è una tecnica jazz che consiste nel cantare parti di assoli di pezzi famosi jazz in originale suonati da singoli strumenti)

ecco, per completezza, il resto della pagina

Il ’78 li vede nuovamente impegnati in standard di vario genere con la pubblicazione dell’album "PASTICHE", forse uno dei più belli , che contiene due fantastiche reinterpretazioni: "FOUR BROTHERS" e "ON A LITTLE STREET IN SINGAPORE".
A questo punto nell' archivio c’è un buco che arriva fino al 1981, l’anno della svolta "disco". Esce infatti "MECCA FOR MODERNS", dove sparisce IRA NEWBORN che cede il posto ad un altro chitarrista-produttore: JAY GRAYDON. GRAYDON produce l’intero album con grande maestria, coadiuvato alle tastiere da DAVID FOSTER. Da segnalare la partecipazione di JON HENDRICKS con un impeccabile "scat" in "(THE WORD OF) CONFIRMATION" di CHARLIE PARKER. Ma ciò che più riguarda il nostro discorso, è il primo pezzo "disco" della storia dei MANHATTAN TRANSFER: "ON THE BOULEVARD", un brano disco-jazzy scritto e arrangiato da JAY GRAYDON, già produttore di GEORGE BENSON e AL JARREAU. La musica "disco" torna vittoriosa nel 1983 con l’album "BODIES AND SOULS" sotto la direzione del produttore RICHARD RUDOLPH. I due pezzi di ispirazione "disco" sono affidati al bravissimo ROD TEMPERTON, songwriter inglese già collaboratore di QUINCY JONES e reduce dai fasti di "THRILLER", il best-seller di MICHAEL JACKSON. TEMPERTON scrive ed arrangia la raffinata "SPICE OF LIFE" ed il meraviglioso lento, riproposto anche da ANITA BAKER, "MYSTERY". Il resto, è storia recente.


Bodies and Souls è del 1983 se gli ultimi 24 anni sono storia recente...

Ma lasciamo perdere.
Un po' deluso e infastidito da tanti inesattezze, come se non gliene fregasse poi tanto di essere più precisi ma di dire solo che i man-tran hanno fatto un pezzo disco" (che poi disco non è visto che la disco muore con gli anni 70 ma, al limite si tratta di un pezzo funky...) scrivo due righe di "protesta" che riporto di seguito.

Ho letto la pagina sulla discografia dei Manhattan Transfer ed è piena di errori inesattezze ed omissioni.

Il primo disco di Cheryl Benthyne nel gruppo non è Coming Out come riportate ma Extensions, del 1979, che per voi non esiste.

Sono errori grossolani che basta correggere consultando un qualunque sito più “ufficiale”…

Alessandro Paesano


Ecco la risposta che ricevo oggi nella posta (elettronica)

Gent.le Sig Paesano

ringraziandola della e-mail, ci occorre premettere che:

tutte le informazioni presenti nel sito sono frutto della collaborazione totalmente gratuita di appassionati e collezionisti

in fondo alla pagina discografiemenu troverà la precisazione :
" n.b va sottolineato che non si tratta di intere discografie ufficiali, ma di titoli disponibili nell'archivio dei vari collezionisti ed appassionati che hanno collaborato a titolo totalmente gratuito."

già altri utenti in passato ci hanno segnalato, con spirito di collaborazione, inesattezze o mancanze senza ricorrere alla veemenza che lei ci dimostra

Abbiamo contattato l'autore che, ammettendo l'errore, ci dice di aver verificato le informazioni inerenti la discografia su Amg (era il 2001) che oggi offre una descrizione ben più completa di allora...

non ci resta che scusarci ed invitarla ad evitare di consultare il nostro sito, che probabilmente contiene troppi errori per il suo livello di conoscenza.

cordiali saluti

Sandro Ferrari
Discocity.it


Rimango basito.
Il tono non mi sembrava così veemente (e sì che ne sono capace, chi mi legge in questo blog sa di mie altre sortite ben più veementi). Forse un po' sbrigativo ma non volevo fare il saccente e fare precisazioni che, oggi, d'altronde, si possono ottenere su tanti altri siti.
Non capisco perché l'autore della mail sia rimasto così piccato, d'altronde l'argomentazione che chi ha scritto il pezzo lo fa gratis e quindi è da giustificare se sbaglia, non è solo priva di fondamento, ma dà un po' il senso italianissimo di chi, su internet e non solo, scrive quel che meglio crede e poi si nasconde dietro le giustificazioni che meglio crede.

Se io conosco quei dati sui Man-Tran non è perché io sono più informato, ma perché, più semplicemente, quei dischi, in vinile, ce li ho e mi ricordo da allora chi li canta. Ma io, che non scrivo su internet, posso permettermi di essere impreciso.
Chi scrive su internet (o altrove), chi si rivolge a un qualunque pubblico che vada al di là della ristretta schiera dei suoi propri amici DEVE documentarsi e non può giustificarsi se sbaglia (capita a tutti, basta correggere l'errore) dicendo "ah beh ma lo faccio a titolo gratuito del tutto volontariamente...".

Invitarmi a consultare altri siti perché quello non è "alla mia altezza" mi sa non solo di gratuita scortesia, ma di sfacciataggine, di chi ha torto e si bea ad avere torno e mi dice "stai zitto, se non ti sta bene vattene". Un modo di fare berlusconiano e fascista (il modo, non la persona, che non conosco).

Io invece, caro signor (?) Sandro Ferrari, non solo non sto zitto, ma pubblico quanto successo sul mio blog e inoltro via mail il testo di questo post a Lei per sua conoscenza.

Forse, vedendo su internet la vostra sciatteria e la vostra squisita cortesia nei confronti di chi vi bacchetta le mani per gli errori commessi (errori non omissioni...), qualcun altro, meglio di me, vi farà capire che a correggere l'errore e chiedere scusa (non a me, ma a chi, leggendo la vostra scheda informativa, ha avuto informazioni errate) fate una figura migliore di quella che fate ora.

Pier Paolo Pasolini morto ammazzato

Nella notte tra il 1 e il 2 novembre del 1975 veniva assassinato, in circostanze misteriose, Pier Paolo Pasolini.



Dell'omicidio si assunse la colpa Giuseppe Pelosi detto Pino, un "ragazzo di vita" cioè marchettaro, prostituto, che Pasolini (afferma Pelosi) aveva incontrato nei pressi della stazione Termini (dove allora si batteva) e col quale, dopo una cena in una trattoria nei pressi della basilica di San Paolo, si era recato all'idroscalo di Roma.

Ancora oggi, dopo 35 anni, pur sapendo che Pasolini è stato ucciso da altri e non da Pelosi (come ha recentemente ammesso egli stesso), come indicherebbero delle prove ignorate durante il processo (come le tracce di una seconda automobile, ce lo ricorda Marco Tullio Giordana nel suo film di denuncia Pasolini Un delitto italiano), quell'omicidio politico (moralmente ma anche quasi sicuramente per mano dei fascisti, ideologicamente gli stesi delle aggressioni ai Romeni di questi giorni a Roma)viene riportato come un normale caso di un frocio morto ammazzato, d'altronde un uomo di cinquant'anni che fa un pompino a un 17enne (Pelosi disse che aveva pattuito quello con Pasolini e di essersi innervosito quando Pier Paolo avrebbe voluto andare oltre e praticargli del sesso anale) è giusto che muoia no?


Un linciaggio morale che ha quasi cancellato (sicuramente dai media di oggi ma anche da certa opinione pubblica la stessa che, pur ignorandone il lavoro ha criticato il Nobel a Dario Fo, probabilmente e "semplicemente" perché uomo di sinistra) dall'Italia la sua importanza artistica, politica, etica.
E ancora oggi nel liceo Malpighi una delle professoresse con cui lavoro mi ha sconsigliato di lavorare su di lui con i ragazzi perchè pedofilo (sic!) Pasolini era pederasta, amava i ragazzi giovani, ma non era certo un pedofilo che andava con i bambini impuberi.

Ecco i guasti di tanta omertà da parte della stampa, della magistratura (che, ancora oggi, rifiuta di riaprire il caso "tutto 'sto chiasso pe' un frocio morto ammazzato, e che sarà mai!) dei suoi "amici" che si son defilati tutti (tranne Laura Betti, che ora è morta, e pochi altri) ipocritamente con la scusa della sua imbarazzante omosessualità (che Pasolini si viveva con terribili sensi di colpa, tanto da avere solo incontri sessuali e non relazioni sentimentali)



per prendere le distanze dalle sue posizioni politiche di cattolico e di comunista, bestia nera per entrambi i fronti, sempre lungimiranti e oltre il particulare del momento (il più famoso la presa di posizione a favore dei carabinieri contro gli studenti figli di papà durante gli scontri sessantottini a Valle Giulia a Roma).

La sequenza del fiore di carta

Un uomo dal quale ancora oggi c'è molto da imparare, un poeta, autore teatrale, romanziere, magnifico regista (che qualcuno ogni dieci anni ha cercato di ridimensionare, infangare, censurare, minimizzare)la più chiara e feroce denuncia che gli italiani sono stai sono e saranno sempre dei fascisti.

bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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