6 agosto 2008

Ciao Aleksandr!


Lo scrittore russo e dissidente sovietico, premio Nobel per la letteratura, Alexander Solgenitsin è morto domenica all'età di 89 anni. La notizia è stata data dal figlio Stepan. Secondo le parole del figlio la morte è avvenuta per «un improvviso arresto cardiaco», alle 23,45 ora di Mosca (le 21,45 italiane). L'autore di Arcipelago Gulag e di Una giornata di Ivan Denisovic, vinse il Premio Nobel per la letteratura nel 1970. Pur malato da tempo, continuava ad occuparsi delle sue opere, un'edizione completa delle quali è uscita in Russia proprio nei mesi scorsi.

Alexander Solgenitsin, autore de L'arcipelago Gulag, era il più famoso cronista degli orrori dei gulag sovietici. Considerato a lungo come l'incarnazione della dissidenza contro il regime comunista, era autore di una serie di opere fondate sull'esperienza del totalitarismo, con la descrizione di tutti gli orrori dei campi sovietici.

Condannato a otto anni di lavori forzati nei gulag per aver criticato Stalin, privato della sua nazionalità sovietica, Solzhenitsyn fu costretto all'esilio nel 1974 e visse per venti anni negli Stati Uniti, nello stato del Vermont. Pubblicò numerose delle sue opere all'estero: oltre a L'Arcipelago Gulag (1973), Il primo cerchio, La strada rossa. Dopo vent'anni di esilio, fece un ritorno trionfale nel suo paese nel 1994. Nato l'11 dicembre del 1918 a Kislovodsk, in Russia, Alexander Issaievitch Solgenitsin trascorse la sua infanzia a Rostov sul Don, nel sud della Russia, dove studiò scienze e letteratura, prima di essere mobilitato durante la seconda guerra mondiale per servire come capitano d'artiglieria. Nelle ultime settimane della guerra, nel 1945, venne arrestato e poi condannato ai campi di lavoro per complotto anti-sovietico dopo aver scritto - secondo le sue parole - «alcune critiche irrispettose» su Stalin, soprannominato «l'uomo dai baffi», in una lettera a un amico. Solzhenitsyn vi lasciava intendere che il governo dell'Urss e lo stesso Stalin avevano una responsabilità più grande di Hitler nelle devastazioni causate dalla guerra al popolo sovietico.
(fonte L'unità)

Grande narratore (Io ho letto solamente Reparto C) Aleksandr Isaevič Solženicyn ha la grande oratoria della letteratura russa ottocentesca pur essendo un Moderno a tutti gli effetti.
Di reparto c ricordo la grande capacità di rendere la storia delle varie etnie del popolo sovietico, la grande speranza del socialismo sovietico, la dura denuncia dello stalinismo che però non confuse mai con l'utopia socialista.
Con lui se ne va uno degli ultimi rappresentanti della cultura sovietica.

x Files I Want to Believe - note a margine

A dieci anni dal primo film, uscito durante l'estate, tra la quinta e la sesta stagione, e sei anni dopo l'ultimo, conclusivo (deludentissimo) episodio della nona stagione, torna X Files con un film che, nelle intenzioni del suo autore-regista Chris Carter, dovrebbe "terrorizzare il pubblico".
La storia narrata dal film è poco più di un pretesto per far vedere cosa succede a Mulder e Scully 6 anni dopo la conclusione della serie tv. Troviamo Scully dottore-chirurgo di un ospedale cattolico e Mulder "nascosto" in una casa costruita nel nulla.
La scomparsa di un agente dell'FBI (la quale, rapita da due sconosciuti, invece di mettere mano alla pistola d'ordinanza cerca di difendersi con un utensile preso dal garage del suo appartamento...) induce l'agente in capo alle indagini di contattare Dana affinché contatti Fox... Un sensitivo ha portato al ritrovamento di un braccio di un uomo a 15 km dall'appartamento dell'agente scomparso e l'FBI vuole Mulder per assicurarsi della credibilità del veggente.
Il sensitivo è padre Joseph un prete spretato pedofilo e dunque omosessuale.
Queste informazioni ci vengono date una di seguito all'altra, come non ci fossero spiegazioni da dare. Padre Joseph è stato condannato per pedofilia e vive in un centro di autorieducazione con il suo compagno.
Come a dire che tutti i pedofili sono gay.
Il che è un pregiudizio pesante, omofobo e fascista.
Di più Scully lo accusa di aver infilzato i suoi chierichetti dando, di nuovo, per scontato, che quello dei pedofili sia esclusivamente sesso genitale...
In ospedale, Scully ha in cura un bambino affetto da una malattia incurabile ma lei si ostina a cercare una cura (su internet... sic!) incoraggiata anche dall'esortazione di padre Joseph ("Non si arrenda mai..."). Il suo accanimento terapeutico viene mal visto dai dirigenti amministrativi dell'ospedale (un prete con tanto di toga e clargyman) che la esorta a non imporre al bambino inutili sofferenze e a lasciarlo morire in pace (secondo la logica che vuole che sia dio, in ultima analisi, a stabilire chi vive e chi muore...).
Se aggiungiamo che l'ospedale descritto nel film non è quello bianco, pulito, immacolato ed efficiente,di Grey's Anatomy o E.R., ma scuro, di legno, vetusto, polveroso, con arredi vecchi, così come il laboratorio medico dei cattivi del film, che operano in condizioni igieniche inesistenti... ne emerge un quadro davvero angosciante.

X files ci aveva abituato ad un alto standard scientifico (anche se con approssimazioni grossolane dovute ai ritmi narrativi, le analisi genetiche venivano effettuate in poche ore...) che rende, ancora oggi, risibili tutti gli anatomo-patologi dei telefilm successivi (che effettuano autopsie o analisi su crani e altre parti del corpo senza mascherine o precauzioni di sorta...) che nel nuovo film si sfalda in una organicità dell'essere umano e del suo superorganico che inquieta, toglie il respiro. La fede nella scienza presnete nella serie tv, seppure messa sempre in discussione dal suo contraltare paranormale (che però non significava che non ci fosse scienza alcuna ma che la scienza ufficiale andasse riformata) lascia ora posto a un dubbio a-sistematico, a un sospetto che si insinua non nella storia ma nel modo di raccontarla (per cui internet è il nuovo deus ex machina, Scully scopre lì cura e terapia per il suo giovane paziente, come anche il medico dei cattivi...) dove l'unica cosa che si salva è il rapporto tra Scully e Mulder ma per qualcosa che è stato prima non per qualcosa che succede loro nel presente...

Un film che è, forse suo malgrado ma forse no, specchio di questi tempi bui, reazionari, fatiscenti, amorali (la vita umana da un lato non conta nulla dall'altro si cerca di conservare l'essenza delle persone al di là del loro stesso corpo, non vi dico di più per non anticiparvi troppo della trama...), e dove l'assenza di dio (dio di cui si parla molto nel film e non sempre in termini positivi) non è mai indice di un malessere morale, la denuncia di un vuoto esistenziale, ma un altro effetto oggettivo della decomposizione di quel superorganico, ultimo sintomo di una umanità malata e prossima alla morte ma ancora non rassegnata a un fato inevitabile o a una volontà divina cinica e cieca (Scully continua la sua terapia invasiva e dolorosa sul suo piccolo paziente ma il film si conclude senza sapere se gli effetti sono positivi o no...).
Non mi meraviglia che il film non abbia fatto un soldo negli States. Dà troppo da pensare e sapete bene che il ministro della cultura americano è un discendente di Goebbels...
Riparleremo del film dopola sua uscita nelle sale, prevista per il 5 settembre p.v.
Sempre che voi lurkers abbiate la bontà di farvi vivi/e...
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

Etichette

altri blog (41) arte (32) astronomia (1) bollettino ufficiale sullo stato del mio umore (58) capitalismo (1) celentano (1) chez moi (1) chez Tam (3) chez Tam (sans Tam) (1) chiesa (4) cinema (138) classismo (1) co (1) comunicazioni di servizio (26) controinformazione (7) cultura (76) diario (92) dieta (3) diritti (1) dischi di Mina (1) ecologia (30) elezioni (6) eventi (78) femminile dei nomi (1) femminismo (1) festival del film di roma 2009 (3) festival di cinema (1) festival internazionale del fil di Roma 2010 (4) festival internazionale del film di Roma 2009 (9) Festival internazionale del film di Roma 2011 (10) festival internazionale del film di Roma 2012 (2) festival internazionale del film di Roma 2013 (1) Fiction Fest 2009 (2) Fiction Fest 2010 (2) Fiction Fest 2011 (1) Fiction Fest 2012 (1) Ficton Fest 2012 (2) fiilm (2) film (1) foto (5) giornalismo (1) informazione (135) internet (1) kate bush (1) La tigre di Cremona (1) letture (4) libri (12) lingua (1) maschilismo (18) mina (2) Mina Cassiopea (1) mina da 1 a 50 (97) Mina Fan club (1) Mina Mazzini (1) Mina Orione (1) misoginia (5) musica (246) neofascismo (56) netiquette (6) omofobia (6) parigi chez moi (1) patriarcato (2) politica (318) politiche del corpo (202) pregiudizi (1) pubblicità (29) radio (3) razzismo (3) referendum 2011 (1) ricordi (21) ricorrenze (54) sanremo (3) sanremo 2010 (2) scienza (60) scuola (43) sessismo (60) sessismo nella lingua italiana (1) Sony (1) spot (3) star trek (1) storia (126) teatro (36) tecnologia (7) traduzioni (1) transfobia (1) tv (82) video (183) Warner (1) X-factor (1) X-factor 5 (2)