11 settembre 2009

11 settembre 1973

 

Roma Burns

One of the more depressing aspects of the scandal now enveloping Silvio Berlusconi is that the Italian Prime Minister still appears to enjoy solid electoral support. It is unlikely to be as high as the 70 per cent that his habitual mendacity claims. And after the latest allegations that 30 women attended parties hosted by Mr Berlusconi where some were paid to have sex with him, support may have dropped below 50 per cent. But it is puzzling that a man whose distasteful behaviour as an ageing Lothario, which would in any other Western country have long ago led to his downfall, still remains in office.

There are several explanations, though few are convincing. It is said — largely by Mr Berlusconi himself — that most Italian men are envious, and secretly long to be like him, even if (or probably because), as he admitted, he is no saint. This, together with his sexual braggadocio that he is a “Superman” afraid of no one, is the kind of demeaning cliché that modern Italy has outgrown.

More pertinently, he remains in power because there is little obvious alternative. The Left lacks unity, credibility and visibility. Since the fall of Romano Prodi’s Government last year, the Left has been floundering in incoherence, with no clear leader and no policies to respond to Italy’s current political and economic crises. On the Right, Umberto Bossi, Mr Berlusconi’s erstwhile ally and the maverick leader of the Northern League, is seen widely as eccentric, obsessive and lightweight. Gianfranco Fini, the shrewd co-founder with Mr Berlusconi of the ruling People of Liberty party, has long been the most credible alternative, but is currently circumscribed by his position as Speaker of the lower house.

Mr Fini, nevertheless, must surely now be looking to the long term. He has just been the subject of a typically bombastic attack by Il Giornale, the newspaper run by the Prime Minister’s brother. The paper, which has been going after Mr Berlusconi’s critics (including the Vatican) with counter-productive effect, accused Mr Fini of failing to support the Prime Minister, of siding with the Left and of becoming “even more ridiculous than you have often appeared in recent times”. That, surely, should be enough to persuade the many Catholic voters horrified at Mr Berlusconi’s behaviour that Mr Fini represents the best of the Right — family values and traditional conservatism — while distancing his “post-fascist” party from the nastier past associations with fascism.

Mr Berlusconi may, for the moment, be riding out the scandal. But three things make him vulnerable. The first is the damage he has caused to Italy’s image abroad. Foreign sniggers and the schadenfreude over a country that appears to be reinforcing its stereotype are deeply wounding to Italians. Second, he now displays a bunker mentality that is more and more at odds with reality and political common sense. The libel writs, the denials, the ostentatious display of business as normal conceal a seething anger over the failure of his virtual world of image and spin to protect him from the real world. Third, there is an unspoken worry of blackmail. Some of the girls are said to be from Eastern Europe. What if a foreign power decides to exploit this tawdry affair? It is not only Rome’s worry. Italy is also an important Western partner in Nato, the Balkans and Afghanistan. The Prime Minister’s antics concern and embarrass all his country’s friends.
Times del 9 settembre

Diabolik ed Eva Kant a Palazzo Incontro


Ero già stato a Palazzo Incontro, per vedere la mostra Exactitudes. Prima ancora della mostra, interessante, mi aveva colpito Palazzo Incontro, come è stato ribattezzato dopo essere stato restaurato e restituito alla popolazione, dopo quasi 30 anni di abbandono e incuria, durante i quali era rimasto chiuso. Restaurato dalla Provincia (l'unico ente locale a preoccuparsi di sostenere le attività culturali a Roma da quando è sindaco Alemanno) e riaperto al pubblico il 27 ottobre 2008, Palazzo Incontro è destinato ad iniziative culturali, artistiche, sociali e istituzionali di carattere nazionale ed internazionale.

Ieri ci sono tornato per vedere una mostra dedicata al Re del Terrore, Diabolik e alla sua compagna Eva Kant. La mostra, promossa dalla Provincia di Roma, e curata da Vincenzo Mollica in collaborazione con la casa editrice Astorina, il tutto organizzato da CIVITA, un'associazione nata nel 1987 per contrastare il degrado di Civita di Bagnoregio e oggi specializzata le fornire servizi per i beni culturali.


L’esposizione, ad ingresso gratuito, giunta alla sua conclusione, chiuderà domenica prossima 13 settembre, presenta, in un complesso allestimento che comprende 6 diversi percorsi, sviluppati su tre piani, arricchiti da statue, cimeli, gadget, esemplari del fumetto in tutte le sue diverse edizioni europee e oltre, permette al visitatore di ripercorrere la lunga vita di Diabolik e Eva Kant, conoscerne caratteristiche e segreti, curiosare dietro le quinte della Castorina casa editrice che ne pubblica le avventure. Un documentatissimo reportage televisivo contribuisce alla mostra, un vero e proprio omaggio al fumetto, un'arte in Italia mai considerata davvero di serie A, e un omaggio al genio italiano.
Strettamente intrecciata alla storia del costume italiano scopriamo il primo Diabolik, cinico e assassino 8prontoa pugnalare chiunque pur di metter mano al suo agognato bottino standard dal quale il fumetto si allontanerà quando una serie di emuli, più o meno fortunati (Kriminal, Satanik...) insistendo su elementi (erotismo, sadismo) che nel primo Diabolik sono solo accennati inducono le due sorelle, menti e mano del fumetto (sono loro, una volta procuratesi i diversi soggetti, a scrivere ogni singola sceneggiatura) a correggere il tiro e fare di Diabolik quel personaggio che consociamo oggi. Un fumetto, per riprendere le parole di Zingaretti, che ha la forza (...) di raccontare per parole ed immagini la società di massa, alimentando nuovi miti arrivando a possedere uno spessore del tutto peculiare, mostrandosi nella sua natura di nuovo romanzo popolare, patrimonio immaginario della contemporaneità.


L’esposizione esordisce, al piano terreno, con la sezione STORIA DI UNA STORIA che illustra, in una spettacolare scenografia, le varie fasi di realizzazione di un albo a fumetti, dal soggetto originale sino al momento della stampa. Accanto, in una saletta dedicata, viene proiettato il documentario “Le sorelle Diabolike” dedicato alla vita di Angela e Luciana Giussani, creatrici di Diabolik.
Al secondo piano EVA KANT PRIMADONNA: una serie di pannelli dedicati alla degna compagna del grande criminale. Due sale sono poi riservate ai famosi “trucchi” di Diabolik che, da sempre, garantiscono il successo delle sue imprese e delle sue fughe, con la sezione DIABOLIK TRA SCIENZA E FANTASCIENZA che presenta modellini della famosa automobile e ricostruzioni in scala. UNA VITA IN NERO, ricostruisce la storia della Casa Editrice Astorina, mentre DUE CONTRO TUTTI illustra il complesso quanto inossidabile rapporto che lega i due più
famosi ladri della storia del fumetto.

Al terzo piano DIABOLIK AL MURO, propone una grande raccolta di manifesti dedicati al personaggio nelle più diverse occasioni: dal film di Mario Bava del 1967 ai cartoni animati del 1998; dagli eventi promozionali alle recenti iniziative editoriali. Le stesse sale ospitano anche, in diverse bacheche, una vasta selezione di volumi e cimeli del diaboliko personaggio.
E qui arriva l'unica nota dolente della mostra. Uno stand dove sono venduti gadget, bellissimi e ben confezionati ma dai prezzi esagerati, inavvicinabili, fuori testa (una borsa di plastica 86 euro!!!). Uno sciacallaggio a danno dei tanti tantissimi fan i quali non possono certo permettersi i prezzi capestro che invece di invogliare all'acquisito inducono a una fuga terrorizzata.
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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