16 dicembre 2009

Il talento di Fabio di Andrea Di Bari

Ieri sono andato a vedere i corti premiati dall'Ucca (Unione Cinecricoli Cinematografici Arci) per il concorso obiettivi sul lavoro. Ho visto solo i primi due, ma è del primo che voglio parlarvi.

Il talento di Fabio, di Andrea di Bari.
Un cortometraggio ben girato, bene interpretato e montato ma dalla storia criptomachista e fascista.
E' la storia di Fabio che viene licenziato dall'autoconcessionaria dove lavora (non ne sappiamo i motivi, vediamo da lontano il colloquio senza poterne ascoltare i dialoghi, grazie alla bella regia come a dire non importa quel che dicono importa il risultato).
Con un'elegante ellissi troviamo un dialogo familiare scontato e sessista. lei fa le pulizie e rimprovera lui che il passivo in banca non può più crescere (ma poi si contraddice dicendo che i soldi della liquidazione sono quasi finiti e che, insomma,è lui a dover trovare un lavoro non lei, che ovviamente deve fare da madre ai due figli, uno di 8 e una di 10. La madre, rimprovera il figlio di 8 che non sa ancora tagliarsi la carne mentre sua sorella sì (voi maschi ci arrivate sempre dopo) il ragazzino si giustifica che la sorella è più grande ma lei lo redarguisce dicendogli che alla sua età già sapeva tagliarsi la carne da sola e poi aggiunge un furbetto. Insomma capita l'aria' Le donne rompono le palle ai maschietti che, poverini, non è colpa loro se sono disoccupati.
Da vomitare.
Fabio, giocherellando con la frutta, si ricorda (sic!) che sa giocare a biliardo, si reca a una sala giochi, tenuta da una signora anziana, dal viso vissuto ma che si vede in gioventù è stata una bella donna (Anna Orso, splendida settantunenne) che nella sinossi del film riportata in vari siti viene descritta come un'ambigua signora): Fabio inizia a giocare con i clienti della bisca e a vincere modeste somme di denaro 8alle quali corrispondo spese generose con bottiglie di vino che costano 8 euro...). L'...ambigua signora vede di buon occhio le vincite di Fabio che così riesce a portare a casa dei soldi, e anche la moglie è contenta, tanto che Fabio, si sente ripristinato nella sua virilità e porta la moglie, mettendosela su una spalla, a letto (di pomeriggio...).
Poi l'...ambigua signora gli propone di giocare contro un forte (è il vice ministro Carpazio), da non sottovalutare, che chiede 5 mila euro per partita. Lei è disposta ad coprire fino a 3 partite. Se vince faranno a metà.
Fabio accetta. All'inizio sbaglia, intimidito dal viceministro che si presenta con due guardie del corpo. Poi Fabio vince e sbaraglia il vice ministro (che tira di coca) il quale, durante una pausa, gli promette un posto di lavoro (alla Farnesina, via XX settembre) e un assegno di 30 mila euro se lo fa vincere, anche di un piccolo margine.
Fabio accetta senza nemmeno guardarlo in faccia. Ma l'...ambigua signora se ne accorge, accusa Fabio di essersi venduto, e commenta al vice ministro che lui ha sempre messo i piedi in testa a chi è migliore di lui, le guardie del corpo cercano di zittirla (a che titolo?!?!) il viceministro invece le intima di continuare e la donna gli dice che lui non vale un cazzo e che non era per suo padre.... Il vice ministro la schiaffeggia, facendola spostare per l'intensità dello schiaffo. Lei gli rompe una bottiglia in faccia, ferendogli l'occhio. Il viceministro mette mano a una pistola (dove la teneva fino a quel momento?!?!) le spara al cuore. lei cade a terra.mentre ne sentiamo i rantoli le due guardie del corpo atterrano Fabio. poi anche il ministro lo prende a calci.
Mentre la moglie di Fabio (ignara) lo aspetta, Fabio viene portato da tre tizi in aperta campagna, legato bendato e freddato con un colpo di pistola alla testa.
Il corto si chiude con figli di Fabio che giocano col un bigliardo giocattolo che il padre aveva regalato al figlio per il suo compleanno.

Qual è il messaggio di questo corto?
Che se Fabio faceva l'onesto e non accettava di far vincere Carpazio non sarebbe morto?
Improbabile.
Se Carpazio è talmente pazzo da sparare a una vecchia perché lo ha ferito a un occhio (con tutto il potere che ha poteva fargliela pagare senza mettere a repentaglio la sua carriera...) sicuramente a un no di Fabio avrebbe usato la pistola contro di lui e Fabio sarebbe morto lo stesso.
Nulla è reale in questa situazione. La figura del vice ministro (non prevista dalla Costituzione, introdotta nell'ordinamento italiano con la legge n. 81 del 2001), cioè di un sotto segretario con deleghe speciali, è totalmente fuori dalle righe. Nemmeno il fascista più efferato si comporta in modo così incauto e maldestro. ben più sottili sono le manipolazioni e i poteri che i politici hanno.
Il corto di Di Bari ha il torto di manipolare un immaginari distorto sulla gestione politica del paese. Nonostante l'ammanco di democrazia che L'Italia vive, nessun viceministro oggi potrebbe comportarsi così. Non può, non che non vuole. Non può perché gli organi di garanzia ancora ci sono...
Non conosco le intenzioni di Di Bari. Se voleva fare un film di denuncia sull'Italia di oggi Detto questo, l'opera proposta vuole suscitare una profonda riflessione sulla palese attuale malapolitica corruttiva ed affaristica, gestita da taluni uomini mediocri, quindi falsi politici, non soltanto dei beni materiali di sostentamento di un popolo, ma anche e soprattutto quella malapolitica, che non ci permette di poter vivere quel bisogno primario che è la sacra espressione di quel talento, qualunque esso sia, che è in ciascuno di noi. (Andrea Di Bari, fonte MilanoFilmFestival) dà un pessimo contributo alla sua causa. Nel suo corto è tutto talmente esagerato, iperbolico, che tutti i politicanti affaristi cui si riferisce possono ben dire ma noi non siamo come lui, quello è un pazzo delinquente, noi non ammazzeremmo mai una vecchia così...etc. etc. Insomma l'eccezionale gravità del fato raccontato ridà immediatamente legittimità ala normalità delinquenziale in cui operano (possono operare) i vice ministri del mondo reale.
Il corto ha uno stile dimesso, quasi neorealistico, comunque realistico, invece non lo è per niente, semplifica, banalizza, esagera dove non c'è da esagerare, senza individuare i veri nodi politici, culturali, antropologici, economici, che attanagliano oggi il paese. Avesse raccontato la stessa storia con un distacco ironico, accentuando l'iperbolicità che lo caratterizza come specchio deformante e critico di una realtà altra avrebbe avuto un altro spessore. La storia raccontata dal corto invece, nonostante la sia di per sé agghiacciante drammatica, non è una denuncia del reale, ma, viceversa, una forma di consolazione.
Dopo lo choc tutti pensiamo, beh dai le cose nel mondo reale non vanno così...
Almeno così pensano le persone informate, le uniche che possono cambiare le sorti del paese, incamminato seriamente verso un totalitarismo cupo peggio di quello mussoliniano.
Gli altri, quelli che credono che quel che racconta il Di Bari sia vero, verosimile, probabile, possibile, vivono contenti che qualcuno denunci lo status quo, essendo ingannati, ignari della realtà, presi in giro e rincoglioniti proprio allo stesso modo delle tv berlusconiane. Altra è la realtà, altri i problemi, altre le dinamiche tra le persone. Qui c'è un atteggiamento di ineluttabile supinità al potere contro il quale si pretende, nulla si può fare. Una morbosità per la morte delle persone, ammazzate come animali da macello (alla faccia delle morti bianche, dei morti in carcere, altro che viceministri assassini!!!). Un film di fanta-realtà spacciato per vita vera. Il peggior modo di portare avanti una causa politica. Un film fascista per il rapporto che ha coi suoi spettatori ai quali ammannisce semplificazioni ideologiche che non intaccano di un millesimo i veri privilegi della classe politica (come, mutatis mutandis i film d'epoca fascista di Camerini che prendevano in giro gli aristocratici senza metterne in discussione i privilegi), criptomachista per la visione dei rapporti maschio femmina, marito moglie, giovani vecchi, potenti semplici cittadini che il film ha, senza esplicitarla, ma spanciandola come vera e quindi non necessitante di spiegazioni, letture critiche, domande, dubbi.
E che il corto abbia vinto un sacco di premi, anche un concorso Arci la dice lunga sulla salute politica dl paese...

Il talento di Fabio Italia, 2009 di Andrea Di Bari

Formato: HD
Durata: 30'
Produttore: Jessica Cavallo, Claudia Dicasale
Sceneggiatura: Andrea Di Bari, Andrea Virili
Montaggio: Marta Agneni
Fotografia: Federico Schlatter
Montaggio del suono : Claudio Marani
Musica: Fiore Benigni, Paolo Rocca
Cast: Clemente Pernarella, Anna Orso, Pietro De Silva, Gabriella Barbuti



Se volete vedere il corto cliccate qui

Da Holst a Star Trek

Domenica sono andato a vedere una rassegna di danza (poco) contemporanea al teatro Abarico e ho scoperto nella mia immensa ignoranza musicale ho scoperto I pianeti la suite orchestrale in sette movimenti scritta dal compositore inglese Gustav Holst tra il 1914 e il 1916.
Quando ho ascoltato uno di questi movimenti, dedicato al pianeta Marte, cado quasi dalla sedia. Tutta la musica dei film di fantascienza cinetelevisiva ha ripreso a piene mani da questo movimento.

Vi sottopongo uno dei tanti esempi possibili.

Ecco la parte finale del movimento di Holst (per ascoltare l'intero brano cliccate sul video e andate su youtube)



Ed ecco una scena tratta da Star Trek Generazioni (Usa, 1994) di David Carson su musiche di Dennis McCarthy.



O, i titoli di testa di Star Trek VI su musiche di Cliff Eidelman...




Siamo tutti acculturati di musica classica senza saperlo!!!
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

Etichette

altri blog (41) arte (32) astronomia (1) bollettino ufficiale sullo stato del mio umore (58) capitalismo (1) celentano (1) chez moi (1) chez Tam (3) chez Tam (sans Tam) (1) chiesa (4) cinema (138) classismo (1) co (1) comunicazioni di servizio (26) controinformazione (7) cultura (76) diario (92) dieta (3) diritti (1) dischi di Mina (1) ecologia (30) elezioni (6) eventi (78) femminile dei nomi (1) femminismo (1) festival del film di roma 2009 (3) festival di cinema (1) festival internazionale del fil di Roma 2010 (4) festival internazionale del film di Roma 2009 (9) Festival internazionale del film di Roma 2011 (10) festival internazionale del film di Roma 2012 (2) festival internazionale del film di Roma 2013 (1) Fiction Fest 2009 (2) Fiction Fest 2010 (2) Fiction Fest 2011 (1) Fiction Fest 2012 (1) Ficton Fest 2012 (2) fiilm (2) film (1) foto (5) giornalismo (1) informazione (135) internet (1) kate bush (1) La tigre di Cremona (1) letture (4) libri (12) lingua (1) maschilismo (18) mina (2) Mina Cassiopea (1) mina da 1 a 50 (97) Mina Fan club (1) Mina Mazzini (1) Mina Orione (1) misoginia (5) musica (246) neofascismo (56) netiquette (6) omofobia (6) parigi chez moi (1) patriarcato (2) politica (318) politiche del corpo (202) pregiudizi (1) pubblicità (29) radio (3) razzismo (3) referendum 2011 (1) ricordi (21) ricorrenze (54) sanremo (3) sanremo 2010 (2) scienza (60) scuola (43) sessismo (60) sessismo nella lingua italiana (1) Sony (1) spot (3) star trek (1) storia (126) teatro (36) tecnologia (7) traduzioni (1) transfobia (1) tv (82) video (183) Warner (1) X-factor (1) X-factor 5 (2)