29 aprile 2010

Caramella il nuovo album di Mina nei negozi dal 25 maggio 2010

28 aprile 2010
Sony Music Communication
Comunicato Stampa



You Get Me è il nuovo singolo di Mina

MINA DUETTA CON SEAL
NEL PRIMO SINGOLO TRATTO DAL NUOVO ALBUM

“YOU GET ME” IN RADIO
SU ITUNES E IN TUTTI GLI STORE DIGITALI

DA VENERDI’ 30 APRILE


Si intitola “Caramella” e sarà pubblicato il 25 maggio il nuovo album di inediti di Mina.

La canzone a cui è affidato il compito di presentare questo nuovo disco ha tutte le caratteristiche per diventare una grande hit, non solo in Italia, e andrà in radio e in vendita su iTunes e in tutti gli store digitali da venerdì 30 aprile. Si intitola “You get me” ed è cantata in duetto con Seal, una delle più grandi voci maschili internazionali: un sorprendente incontro tra due vocalità eccelse, una canzone semplicemente bella ed emozionante e una nuova pagina straordinaria nell’immensa carriera artistica di Mina.

Mina stessa ha voluto fortemente questo duetto con Seal. Il cantante inglese, che la conosceva come una delle più grandi interpreti al mondo, ha immediatamente risposto alla chiamata. Il brano, scritto da Pam Sheyne e Teitur Lassen, prodotto da Massimiliano Pani, sarà l’unico cantato in inglese nel nuovo album di Mina.

(fonte il sito ufficiale di Mina)

19 aprile 2010

Le donne si sono liberate da sole.

Me ne aveva già accennato Dario, dell'articolo di Susanna Tamaro su Corsera  dal titolo "Il femminismo non ha liberato le donne", poi leggo il post disinvolto, nel linguaggio, di Ludik che si riferisce a un altro articolo sull'argomento "Noi donne, meno libere di vent'anni fa" di Maria Laura Rodotà (apparso sempre su Corsera) e allora provo anche io a dire la mia.

Entrambi gli articoli pubblicati sul quotidiano della borghesia padronale fanno un discorso su certi aspetti dell'essere donna oggi, molto parziali e superficiali, prendendo entrambi in prestito il termine femminismo per farne un uso retorico.

Susanna Tamaro ne fa un uso reazionario e patriarcale che non sorprende perchè chi la conosce la evita. A cosa riduce il femminismo Tamaro? Al movimento politico (ma la parola non la usa mai)  della generazione che ha combattuto, negli anni della prima giovinezza, la battaglia per la libertà sessuale e per la legalizzazione dell’aborto.
Ed ecco il primo scippo. Come se il femminismo abbia pensato solo a questo. O, detto in altro modo, come se la liberazione del corpo della donna vertesse solo sulla liberazione sessuale e sull'aborto.
Tamaro fa finta di dimenticare (meglio far finta che non sapere proprio, per quanto mi riguarda l'ignoranza le dovrebbe precludere di scrivere su un quotidiano) che per le donne, per tutte le donne, la liberazione del corpo era un questione di sopravvivenza: dai padri e fratelli padroni che le picchiavano ai mariti che potevano ucciderle per adulterio con tanto di benestare del codice penale l'articolo 587 così profondamente sessista che recitava:
Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell'atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d'ira determinato dall'offesa recata all'onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni. Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona che sia in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella.

Della figlia o della sorella, non del figlio o del fratello.
L'onore è macchiato solo se la moglie, la figlia o la sorella fanno sesso fuori dal matrimonio e chi li uccide si fa al massimo sette anni di galera.
Un articolo del codice cancellato solamente nel 1981 con la legge n. 442 del 5 agosto ben dopo la legge sul divorzio (1972), la riforma del diritto di famiglia (legge 151/1975), e la legge sull'aborto (1979).

La liberazione femminile non passa solo attraverso il sacrosanto diritto di stabilire cosa fare del proprio corpo a letto e in caso di gravidanza (e Tamaro si guarda bene di fornire le cifre di aborti praticati oggi rispetto quelli praticati 30 anni fa... che sono diminuiti di due terzi) ma passa anche attraverso il diritto a non essere stuprate perché si va in giro con un jeans troppo stretto (e per una legge decente dovremo aspettare gli anni novanta grazie al lavoro di Agostena Bassi), passa attraverso al diritto a lavorare perché il lavoro emancipa e fa uscire di casa dove ci sono padri fratelli mariti... (se ne era accorto De Santis nel film Roma ore 11 e per questo il film non era stato fatto andare a Berlino...).
Insomma se i ragazzini oggi portano certi orecchini con zirconi che nemmeno io mi sognerei di portare lo dobbiamo al 68, se oggi le donne fanno le spazzine, conducono gli autobus e sono anche nelle forze dell'ordine, lo dobbiamo al femminismo che ha emancipato le donne dal sessismo che, lungi dall'essere morto, è ancora vivo e vegeto.
Fa comodo a Tamaro dire che l'aborto è l'unico o il precipuo prodotto del femminismo e in quanto ai toni che usa nel parlarle Tamaro non è da meno di nessun uomo, di chiesa o meno, comunque di un maschio, patriarcale, eterosessista e maschilista, e lascio alle mie sorelle di sbeffeggiarla, e schiaffeggiarla (simbolicamente o meno...) per aver descritto la leggerezza con cui tutto ciò avveniva, non perché fossi credente — allora non lo ero — né per qualche forma di moralismo imposto dall’alto, ma semplicemente perché mi sembrava che il manifestarsi della vita fosse un fatto così straordinariamente complesso e misterioso da meritare, come minimo, un po’ di timore e di rispetto.

Tamaro, VERGOGNATI prima della legalizzazione dell'aborto quante donne morivano perchè quegli stessi uomini sedicenti medici che poi si sarebbero avvalsi dell'obiezione di coscienza praticavano aborti clandestini?
VATTI A STUDIARE LA STORIA PRIMA DI PARLARE.

Solo uno sciacallo (uomo o donna poco importa), può pensare a una donna che abortisce come a una donna allegra e spensierata. E' un'idea che mi fa vomitare, che mi fa venire voglia di essere violento, come si usava negli anni settanta (anni in cui si gambizzava per molto meno...).

E' un'idea falsa, distorta, nazista nella sua essenza e si scontra contro un principio democratico inespugnabile che la mia idea etica non può obbligare un'altra persona che col proprio corpo (e con la vita che dal proprio corpo sta per nascere) secondo la legge italiana ha piena autonomia decisionale.

Se leggiamo il resto dell'articolo, però, notiamo che c'entra col femminismo come i cavoli a merenda. Anzi le constatazioni che Tamaro fa inneggiano casomai alla necessità di un ritorno massiccio al femminismo...
Insomma la società di oggi non è così grazie al femminismo ma proprio a causa della sua mancanza...
In ogni casi il femminismo viene evocato per parlare d'altro di aborto visto come emanazione del consumismo morale in cui vivremmo, della libertà di costumi che fa le donne mignotte e gli uomini froci...
L'ipocrisia di fondo di Tamaro è che le ragazzine di oggi che pensano all'aspetto fisico e a fare le veline, dipinte come vittime del permissivismo post femminista, sono in realtà succubi di quei "valori" (sic!) che precedono il femminismo e che sono a lui sopravvissuti.
Ma la cosa che fa più pena (e rabbia) è che Tamaro non si rende conto che se oggi lei può scrivere quel che scrive sul corsera lo deve proprio al lavoro fatto dalle donne che hanno militato nel femminismo (lei che ha pure la faccia tosta di dire di non avere mai militato, ma c'aveva le amiche).
La profonda ignoranza storica (colpa precipua del 68) è la più grande offesa che si possa fare nel parlare del femminismo riducendolo a slogan o a parti di un pensiero ben più complesso, profondo e che è giunto fino ad oggi.


Non da meno è Maria Laura Rodotà, figlia di Stefano Rodotà (uno dei pochi uomini italiani di sinistra ad avere le idee chiare, andatevi rileggere i suoi articoli su Repubblica) e già direttrice di Amica (che giornale profondo...) che scrive: Per essere libere bisogna avere opportunità, e diritti. E invece: dopo le prime, vitali (per molte donne sì, vitali) conquiste, come il diritto a interrompere una gravidanza, le femministe-guida d'Italia sono andate dove le portava l'ombelico.
Bell'accenno al libro che ha reso Tamaro ricca (ma ha confermato anche di essere una pessima scrittrice) e stessa semplificazione ideologica del femminismo per poi accanirsi su quanto il femminismo ha fatto dopo  (la cui sconfitta, semmai, sta nell'isolamento politico in cui ha scelto, almeno in parte, di porsi o è stato messo senza che facesse nulla per evitarlo) conservando certi accenti politici di allora (anticapitalismo, marxismo, internazionalismo) che oggi vengono visti come mode (sic!) desuete e Nostalgiche da parte anche di una certa parte delle stesse donne ( e dei miei amici froci...).
Ma anche nell'articolo di Rodotà una volta evocato un mostro semplificatorio che lei chiama femminismo si parla poi di ben altro dove il femminismo emerge nella sua sua totale assenza e necessità.

Quel che le donne (la società tutta) son diventate oggi non è successo a causa del femminismo ma proprio per la sua assenza.

Le donne oggi non saranno del tutto libere ma certamente sono più libere di quarantanni fa. Se certe donne (Rodotà e Tamaro in testa) sembrano aver scordato la lezione del femminismo non è certo colpa del femminismo né dimostra che il femminismo ha sbagliato. Dimostra casomai la sua profonda attualità e necessità di esserci se anche un blogger intelligente e impegnato come Ludik per descriversi ipoteticamente come donna dice Se avessi la figa probabilmente mi incazzerei meglio.
Ammazza se c'è ancora bisogno del femminismo!!!

16 aprile 2010

diffondere vvia mms immagini porno di sè non ci fa vittime di una tecnologia per dio!

Ieri leggo su repubblica questo articolo

A tredici anni offre mms porno Pagatemi con ricariche telefoniche

UDINE - Una ragazzina di 13 anni della provincia di Udine si fotografava e riprendeva nuda con il telefonino, inviando mms a luci rosse ai compagni di scuola e agli amici. Tutto in cambio di ricariche telefoniche. Foto e video a sfondo sessuale, tutte riprese molto brevi, dal contenuto inequivocabile, in cui il volto della minorenne non appare mai. Il traffico di immagini pornografiche è stato scoperto dai carabinieri di Tolmezzoe Udine che da mesi tenevano sotto controllo decine di telefonini finché, l' altra mattina, in settanta, hanno suonato al campanello delle abitazioni dei giovanissimi, la maggior parte della provincia di Udine, ma spingendosi fino a Padova. Trentaquattro le perquisizioni in casa di altrettanti ragazzi, solo cinque dei quali maggiorenni, dove sono stati sequestrati cellulari, computer e chiavette Usb contenenti numerose foto e un filmato molto spinto della ragazzina. Quasi tutti i giovani si stavano preparando per andare a scuola. All' arrivo dei militari i genitori, increduli di fronte alle accuse che venivano mosse ai loro figli, hanno poi dovuto arrendersi di fronte ai mandati di perquisizione nei quali i ragazzi risultavano indagati per produzione e detenzione di materiale pedo-pornografico. I sequestri sono stati disposti su ordine della Procura di Tolmezzo e dal Tribunale dei minori di Trieste. Tutto è cominciato per gioco. «Vuoi vedermi nuda? Chiedimelo e sarai accontentato con un mms. Cosa voglio in cambio? Qualche regalo, magari una ricarica per il cellulare». Questo era il tenore delle conversazioni iniziate meno di un anno fa in una scuola media della zona collinare della provincia di Udine. Era estate e, un po' alla volta, i messaggini equivoci accompagnati da mms hanno iniziato a moltiplicarsi: dai cellulari dei compagni di classe hanno iniziato a viaggiare diretti ad altri amici, fino ad arrivare nella zona di Padova. Un giro di comunicazioni che è stato intercettato dai carabinieri. La protagonista della vicenda è la classica ragazza della porta accanto: brava a scuola, una delle migliori della classe, mai appariscente nell' abbigliamento. Solo una bella ragazzina figlia di genitori separati, che dimostra più dei suoi tredici anni. Insomma, una ragazza normale rimasta vittima, senza rendersene conto, di una tecnologia chei giovanissimi sono convinti di conoscere e saper dominare. In realtà la triste vicenda di Udine dimostra come manchi un' educazione di base all' utilizzo dei mezzi informatici da parte dei minori come osserva Maria Rita Munizzi, presidente del Movimento Italiano Genitiori: «Questo episodio è l' ennesimo evidente segnale di un' emergenza educativa sempre più dilagante, oltre che la prova che sempre più spesso i nuovi mezzi di comunicazione di massa, telefonini compresi, sono a volte trappole per i ragazzi». La parola d' ordine, secondo Valerio Neri, direttore di Save the children è «prevenzione». Educando i ragazzi «ad un uso corretto dei mezzi tecnologici a partire da Internet. Perché- aggiunge Neri- quello che più colpisce è che questi giovani, in base ai risultati di alcune ricerche, si dichiarano consapevoli dei rischi e dei pericoli che corrono in casi come quello di Udine». - NICOLA PELLICANI
fontre Repubblica — 15 aprile 2010 pagina 23 sezione: CRONACA

Vediamo un po'...

Il traffico di immagini pornografiche

Beh insomma.. la ragazzina distribuiva immagini sue...

hanno poi dovuto arrendersi di fronte ai mandati di perquisizione nei quali i ragazzi risultavano indagati per produzione e detenzione di materiale pedo-pornografico.

Questa fobia della pedofilia non trova soste. Ora anche se minorenni detengono foto di ragazzine sono accusati di traffico di immagini pedopornografiche, mettendoli sullo stesso piano di un 45 enne che detiene lo stesso materiale.
Non dico sia meno grave. Dico che è diverso detenere immagini a 15 anni e a 45...
Perché metterli sullo stesso piano?
E' come dire che chi ruba una mela è ladro come lo era Craxi...
Sono molto giovani... perchè non ci si chiede come mai hanno già abitudini di vecchi porconi?
Gli stessi ragazzini innocenti irretiti da adulti pedofili diventano porconi appena passano dall'altra parte...
La morale borghese è sempre la stessa...

«Vuoi vedermi nuda? Chiedimelo e sarai accontentato con un mms. Cosa voglio in cambio? Qualche regalo, magari una ricarica per il cellulare». Questo era il tenore delle conversazioni iniziate meno di un anno fa in una scuola media della zona collinare della provincia di Udine. Era estate e, un po' alla volta, i messaggini equivoci

equivoci?

equivoco cioè ambiguo che si presta a essere frainteso.
Cosa c'è di equivoco nel messaggio? Più esplicito di così!!

equivoco significa anche
losco sospetto malfamato che desta sospetti, che gode di cattiva fama quindi non è il messaggio di per sé a essere equivoco quanto la reputazione che lo stesso ha sulla pubblica opinione...
Che moralista dei miei stivali il giornalista!!!

La protagonista della vicenda è la classica ragazza della porta accanto: brava a scuola, una delle migliori della classe, mai appariscente nell'abbigliamento.

Ecco che si conferma la nostra accusa
Quel moralista del giornalista cade nel più vieto dei luoghi comuni: traduco: "la ragazzina non va in giro vestita come una mignotta quindi è più strano che poi si comporti come".

Infatti si sa, che l'abito fa il monaco e che la carne rende cattivi e aggressivi (infatti Hitler era vegetariano...)

Solo una bella ragazzina figlia di genitori separati, che dimostra più dei suoi tredici anni.

Aspetta aspetta vuoi vedere che la colpa è perchè i genitori si sono separati... Ma certo!!!!

Ma è Repubblica o Novella 2000?

Insomma, una ragazza normale rimasta vittima, senza rendersene conto, di una tecnologia chei giovanissimi sono convinti di conoscere e saper dominare.

Ed ecco l'inaspettato salto logico...
La ragazzina è vittima non dei modelli che adulti, famiglia, tv, scuola, società, GOVERNO le propin... ehm propongono, quella di usare il corpo come merce di scambio, ma è vittima di una tecnologica...


In realtà la triste vicenda di Udine dimostra come manchi un' educazione di base all'utilizzo dei mezzi informatici da parte dei minori

Come dire che le mignotte che battono per strada sono vittime del catrame...

come osserva Maria Rita Munizzi, presidente del Movimento Italiano Genitiori: «Questo episodio è l' ennesimo evidente segnale di un' emergenza educativa sempre più dilagante, oltre che la prova che sempre più spesso i nuovi mezzi di comunicazione di massa, telefonini compresi, sono a volte trappole per i ragazzi».

Infatti è il telefonini che dice fatti le foto nude e vedile in cambio di una ricarica...

Però, la Nokia... e chi se lo aspettava...!

Vi rendete conto dove arriva l'idiozia umana, dove conduce il misoneismo (l'avversione per le innovazioni) a dipingere una ragazza vittima della mercificazione del corpo che colpisce gli adulti come vittima di una tecnologia.

AH QUANTO AVEVA RAGIONE MAO!!!

La parola d' ordine, secondo Valerio Neri, direttore di Save the children è «prevenzione». Educando i ragazzi «ad un uso corretto dei mezzi tecnologici a partire da Internet.

Solo l'uso corretto dei mezzi tecnologici?
E non del proprio corpo? e non della propria sessualità?
O solo chi crede che il corpo umano sia la casa di dio se ne preoccupa mentre tutti gli altri possono farne lo scempio che vogliono?

Beh a pensarci bene io sono ateo... e guardate come ho ridotto il mio corpo!!!

Raimondo Vianello

12 aprile 2010

...la primavera (bollettino permanente sullo stato del mio umore)

Era la primavera di un paio di anni fa.
Io correggevo compiti in classe nel buio della stanza.
Quando dal mio lettore cd questa canzone mi travolse con tutto il suo riverbero emotivo... Soprattutto quel sax che alla fine grida una gioia di vivere della quale mi accorgo che anche io provo solo sempre quando ho qualcos'altro da fare...
Allora mi commossi per quel che il futuro mi avrebbe portato di lì a poco...



Allora c'era Frances e oggi non c'è più. C'era Silvio che oggi ha deciso di vivere altrove. Io non sto correggendo i compiti ma la primavera è giunta ancora e io sono sempre più solo...

6 aprile 2010

Nostro sessimo quotidiano

Anche i Conigli (al secolo Antonello Dose e Marco Presta) del radiofonico Ruggito del coniglio altre volte intelligenti osservatori degli italici costumi, non sanno resistere alla battuta sessista e scontata e, commentando la notizia dello Shuttle andato in orbita ieri, avente ben 3 donne tra l'equipaggio (una quarta è giunta ala base spaziale internazionale a bordo di una Soyuz "sovietica") hanno alluso che l'esperimento scientifico in cui le donne sono coinvolte è vedere come sanno resistere nello spazio senza fare shopping...
Poi, resisi conto della porcata detta, hanno chiesto scusa alle donne in ascolto si scherza si sono giustificati.
Non da meno sono i giornali che riportano la notizia La Stampa parla di Shuttle Rosa, seguito da L'Unione Sarda, lo stesso il Corriere Adriatico e ci fermmiamo perchè l'elenco rischia di divenire interminabile. Il Corriere Adriatico è più preciso degli altri quotidiani citati perchè spiega come La missione durerà 13 giorni: il rientro sulla Terra è previsto il 18 aprile e si tratta della quart'ultima missione del programma Shuttle, poi la flotta spaziale verrà ritirata. Come dire ecco un giornale che informa Gli altri si limitano a riportare la notizia per il "record" di quattro donne insieme nello spazio "per la prima volta". Sui motivi del lancio, sugli indirizzi di missione MISTERO. Tanto si sa, agli uomini comuni  interessa il record di quattro femmine nello spazio mica sapere che lo Shuttle vola per completare la Stazione Internazionale...
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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