17 gennaio 2008

Sul misoneismo reazionario dei cattolici

Leggo su internet e (ri)pubblico sul mio sito.

Chi vuole leggere l'originale (con alcuni commenti che personalmente non condivido affatto) può cliccare qui
Laici e cattolici divisi da un virus

Marzia Bonacci, 04 giugno 2007
Scienza Il vaccino contro l'Hpv, infezione causa dei tumori al collo dell'utero, promosso dal ministro della Sanità per le ragazze di 12 anni, solleva dubbi etici tra gli scienziati di formazione religiosa, come dimostra un articolo pubblicato dalla rivista che fa capo al comitato bioetico del Gemelli, il quale teme che venga favorito un comportamento sessuale dissoluto


Materia del contendere. Si chiama Human papilloma virus la nuova frontiera di confronto etico fra laici e cattolici perché a sollevare il dibattito, in verità negli ultimi mesi di per sé piuttosto infuocato, è la notizia dell'arrivo sul mercato italiano di un vaccino che servirebbe a prevenire da alcuni ceppi di questo virus, causa nelle donne di una serie di patologie all'apparato genitale tra cui il tumore al collo dell'utero. Come già accaduto per l'uso del profilattico oppure per l'accesso all'anestesia epidurale durante il parto, il progresso biomedico e le sue conquiste non vengono infatti recepite in modo univoco nello stesso mondo scientifico, come testimonia appunto il recente studio apparso sulla rivista "Medicina e morale", pubblicata dal centro di bioetica della facoltà di Medicina e chirurgia Agostino Gemelli dell'Università cattolica del Sacro Cuore di Roma. Nella pubblicazione Maria Luisa Di Pietro, Zoya Serebrovska e Dino Moltisanti infatti pongono una riflessione in merito alla promozione da parte del ministero della Salute della vaccinazione alle giovani adolescenti di 12 anni, un'operazione che partirà il prossimo gennaio e che secondo loro dovrebbe essere valutata non solo dal punto di vista clinico, ma anche tenendo conto del "bene globale" della persona. "Il punto - si legge nel testo - è che la vaccinazione generalizzata delle donne è si in grado di proteggerle dal cancro al collo dell'utero, ma questa proposta fa sorgere alcune serie preoccupazioni di carattere etico". Un timore che si lega al fatto che l'Hpv rientra tra le Mst, cioè le malattie sessualmente trasmissibili, le quali destano preoccupazione proprio nei tre studiosi che hanno elaborato il testo: secondo loro infatti il vaccino rischierebbe di comportare "ulteriori cadute di valori, il rafforzamento di una comune accettazione da parte dell'opinione pubblica dei comportamenti sessuali promiscui e probabilmente una maggiore diffusione della malattia". Del resto, aggiungono i ricercatori, "quando sono coinvolte ragazzine minorenni, abbiamo a che fare con persone i cui valori morali sono in formazione e che non sono ancora considerate legalmente responsabili". Una valutazione che trova, nel loro ragionamento, anche un appiglio scientifico nel fatto che "l'infezione da Hpv non è una emergenza sociale" essendo "il risultato di un comportamento a rischio, di una attività sessuale precoce e promiscua". Per questo, chiosano nell'intervento, senza nulla togliere alla "validità medica del vaccino", bisogna comunque "non perdere di vista il bene globale delle ragazzine, che si trovano in una fase molto delicata della loro esistenza".

La risposta critica di uno scienziato laico. La pubblicazione di "Medicina e morale", dal titolo emblematico di "Human papilloma virus vaccines: ethical issues", non convince però il professor Carlo Flamigni, ginecologo e membro del Comitato Nazionale di Bioetica, il quale raggiunto da noi telefonicamente ci ha spiegato il perché del suo scetticismo. "Penso che sia un ragionamento viziato da scarsa preparazione specifica e pratica sul tema - sostiene Flamigni -. Perché non avrebbero fatto una riflessione simile se avessero tenuto conto della grande quantità di donne innocenti che vengono contagiate. Le probabilità di contrarre il virus infatti dipendono certamente dal numero di rapporti sessuali con uomini diversi che ha una donna, ma anche - e forse soprattutto- dal numero di rapporti sessuali con donne diverse che ha ciascuno dei suoi compagni o, per esempio, il suo solo compagno. Questa è una delle ragioni -continua il ginecologo - per cui molte ragazze che hanno un solo partner si trovano affette da Hpv". Ma non basta. La validità scientifica dello studio pubblicato dal centro bioetico del Gemelli è smentita anche da un ulteriore dato, come spiega sempre Flamigni. "Un' altra delle ragioni per cui bisognerebbe essere un po' meno drastici e dogmatici è legata al fatto che ci sono infezioni che non dipendono dalla vita sessuale: le ho riscontrate spesso in ragazze che vivono in comunità e che, per igiene approssimativa, spesso usano asciugami bagnati già utilizzati da altre ragazze oppure si scambiano gli indumenti intimi. C'è una grande quantità di ragazze che ha un unico compagno e una vita sessuale assolutamente "legittima" - per usare concetti che non sono i miei, ma forse appartengono a chi ha scritto questa pubblicazione- e che si trova affetta da Hpv, con un destino che le può portare, se non adeguatamente attente, ad una malattia tumorale. Ecco rispetto a questo, il documento del comitato di bioetica del Gemelli mi sembra vada considerato alla stregua di quanto viene sostenuto in merito al profilattico e alla sua condanna morale. Anzi forse peggio". In verità, il testo dei tre ricercatori dell'università cattolica mette in guardia dalla riduzione della prevenzione dall'Hpv al solo vaccino, rimarcando l'importanza di una campagna di sensibilizzazione morale che tenga conto del "bene globale" della persona. Una motivazione su cui però Flamigni si dice molto scettico e soprattutto stupito: "la prevenzione dalle malattie sessualmente trasmissibili è osteggiata soprattutto dalla Chiesa, così come lo è l'educazione sessuale soprattutto verso le giovani generazioni. Un esempio ci viene dalla stessa interruzione volontaria della gravidanza: la quantità di aborti sarebbe diminuita se si potesse fare una seria campagna a favore della contraccezione, che però è duramente criticata dalla Chiesa, che ritiene illegittimi il 98,9% dei metodi anticoncezionali", spiega il professore.
Flamigni si è espresso criticamente anche sul passaggio in cui si sottolinea che l'Hpv non sia una emergenza sociale: "il fatto di aver instaurato una attenzione così diffusa verso le neoplasie del collo dell'utero fa si che non ci sia una loro diffusione straordinaria, ma questo non inficia l'importanza di rispondere alla esistenza di questo virus. Il problema non è solo la quantità, ma anche la gravità delle malattie", sostiene.
In sostanza, per lui il testo pubblicato dalla rivista di area cattolica appare come "una coperta tirata forzosamente da una parte sola" appigliandosi "ad un ragionamento dalle molte manchevolezza scientifiche".

La malattia e il vaccino. Il vaccino da Hpv è prodotto dalla Cervarix (GlaxoSmithKline) e previene in verità soltanto da quattro ceppi virali, considerati però come i più pericolosi: 11, 6, 16, 18; ne restano esclusi gli altri 162. Autorizzato sul mercato dalla Enea e dall'Aifa, questo vaccino metterebbe al riparo le donne dal possibile contagio (solitamente asintomatico) dal virus papillomatoso, responsabile dei condilomi (lesioni), ma anche della formazione di neoplasie tumorali alla cervice. La ricerca medica ha dimostrato che non c'è cancro del collo dell'utero che non abbia visto una pregressa infezione da Hpv, anche se è altrettanto vero che non necessariamente l'infezione si trasforma in tumore. Sono infatti circa il 96% le donne che rimangono contagiate dal virus, di queste il 60% vive in modo transitorio l'infezione senza conseguenze, cioè guarisce in un anno perché il virus è presente nel soggetto ma non contrae rapporti con il dna delle cellule della donna, mentre il 5% del restante 36%, a seconda della carica virale e della capacità del soggetto, andrà in contro a carcinoma. In totale in Italia sono 300 mila le donne che si ammalano di questo tumore alla cervice, 13 esima causa di morte nel nostro paese, prima o seconda nel Terzo mondo.
Il vaccino per risultare efficace deve essere somministrato alle ragazze prima dell'inizio della loro attività sessuale, per questo il ministero della Salute ha indicato come età di riferimento i 12 anni: dal 2008 saranno le ragazze nate nel 1996 a potere usufruire del vaccino a carico, per quanto riguarda il suo costo, del Sistema sanitario nazionale. Per sconfiggere il tumore della cervice e rendere la vaccinazione totalmente efficace è importante però che le donne si sottopongano comunque al pap test, cioè allo screening a scadenza stabile.


Non è cambiato nulla dai tempi in cui papa Leone XII diceva: “Chiunque procede alla vaccinazione cessa di essere figlio di Dio: il vaiolo e’ un castigo voluto da Dio, la vaccinazione e’ una sfida contro il Cielo”...

Come si possono rispettare opinioni così proditoriamente sbilanciate verso un'ideologia patriarcal-fascista?

CONTRO I GIOCHI SESSISTI

Navigando su internet ho trovato questo sito nel quale si ragiona contro i giochi e le pubblicità sessiste.
Non mi risulta ci sia nulla del genere in Italia a meno a giudicare dalla mia ricerca su internet.
Ci sono molti forum di discussione su questo argomento, e attività pedagogiche, e riflessioni di varia natura anche su siti per altri versi ambigui ma non ho trovato nessuna associazione che studia attorno a questi argomenti come quella francese. Spero ovviamente di essere contraddetto e che magari domani qualche associazione contatti il blog per farmi sapere della propria esistenza.

ci sono i centri Cemea (ce n'è anche uno a Roma che però si occupano di una formazione attiva a tutto campo e non esclusivamente, né precipuamente di queste tematiche).

Il problema è meno sottile di quel che sembra come dimostra il seguente spot che ho registrato dalla tv appena 3 anni fa.



Credo che la pubblicità si commenti da sola.

Quest'altra invece è più sottile ma credo sia evidente lo stesso la mentalità sessista di chi l'ha concepita, ama anche quella del pubblico cui è rivolta.



Tornando al lavoro del consorzio publizexisme eccovi alcune brochure che ho scaricato dalla rete. Sono in francese ma si capisce lo stesso...






Chi mi aiuta a diffonderle?

...intanto dall'altra parte della Manica



Caroline Loeb

bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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