28 ottobre 2012

Se questo è un articolo: su un pezzo di cronaca a firma Federico Scarcella sul femminicidio di Carmela Petrucci

L'impietoso obiettivo di un fotografo è entrato nell'androne del palazzo di via Uditore 14/F, cogliendo l'immagine di Carmela Petrucci, 17 anni, uccisa da un ventitreenne, Samuele Caruso, che venerdì scorso all'ora di pranzo ha atteso la vittima e la sorella Lucia, 18 anni, davanti al portone di casa delle due studentesse del liceo classico Umberto I di Palermo. Il busto sul pianerottolo, le gambe sui gradini: una foto che rassomiglia tanto a quelle cruente scattate dalla fotoreporter Letizia Battaglia negli anni delle faide mafiose, tra i Settanta e gli Ottanta. Ma stavolta i boss non c'entrano: Carmela è morta per fare da scudo a Lucia, aggredita da uno spasimante non corrisposto* che l'ha colpita venti volte spedendola in fin di vita all'ospedale. Carmela, ha detto il reo confesso agli investigatore, «l'ho colpita per errore», con due fendenti mortali alla gola.
E' vero, non è un agguato in stile Cosa nostra, ma è pur sempre mafia, quella che si appropria dei corpi femminili quando le donne rifiutano di pagare il "pizzo" dei sentimenti agli aguzzini di turno, a quei bravi ragazzi educati a pane e facebook, che come Samuele si costruiscono addosso un'identità a loro stessi ignota. «Ti amo» aveva scritto a lettere cubitali l'assassino davanti al portone di via Uditore. Il suo lessico - dice chi è subito andate a cercare i segreti di Samuele sul social network che il ragazzo frequentava - era un'infilata di frasi fatte, di buoni sentimenti, di immagini di gattini nutriti col biberon. Del resto, nel grande fumetto della rete, dove Samuele aveva assunto il nome di «Tigrotto», non è facile distinguere il bene dal male, gli uomini di cartone da quelli in carne e ossa.
Dopo l'omicidio Samuele ha pensato di lasciare Palermo in treno e far perdere le tracce. Ma a incastrarlo è stato il segnale del suo telefonino, intercettato quando era arrivato a Bagheria, a una ventina di chilometri dal capoluogo siciliano. Agli inquirenti, durante l'interrogatorio, il giovane ha spiegato il motivo del suo gesto con il timore che Lucia avesse un altro, mentre i genitori delle ragazze - padre impiegato alla Corte dei conti, madre dipendente regionale - di tutta questa storia non ne sapevano nulla. Le figlie, compagne di classe, una media tra l'8 e il 9, erano tornate martedì dall'Inghilterra per una vacanza-studio vinta per meriti scolastici.
Lucia, appena si è svegliata nel reparto di rianimazione dell'ospedale Cervello di Palermo ha chiesto della sorella: «Carmela come sta?». Ma nessuno ha avuto il coraggio di raccontarle la verità. «Tua sorella è più grave, se ne stanno occupando altri dottori in un altro ospedale», hanno risposto i familiari a Lucia rispettando le indicazioni degli psicologi incaricati di assistere i genitori delle due ragazze e di preparare la giovane prima di darle la notizia della morte della sorella.
Ieri mattina il preside del liceo Umberto I, Vito Lo Scrudato, ha incontrato gli studenti. Ragazzi, ha detto loro, state attenti alla grande truffa: i sentimenti e la sessualità non sono così banali come li descrive la televisione. «Cosa volete che dica - ha sussurrato, rivolgendosi ai giornalisti, la nonna delle due ragazze, che il giorno della tragedia le aveva accompagnate in macchina a casa - è una storia come quelle che sentiamo in televisione a trasmissioni come La vita in diretta. Adesso ha colpito noi. E' arrivato il nostro turno».
Una morte, quella della giovane Carmela, che ha commosso tutta Palermo. Il sindaco Leoluca Orlando ha decretato il lutto cittadino nel giorno del funerale con bandiere a mezz'asta in tutti gli uffici e le scuole cittadine. In piazza Politeama si sono radunati ieri moltissimi giovani per un sit-in: «Basta chiamarlo amore, sono oltre cento le donne uccise quest'anno», hanno scritto su uno striscione. Malgrado i genitori abbiano riferito che non erano a conoscenza della relazione sentimentale della loro figlia, alcune militanti di «Sorellanza e libertà», hanno sostenuto che «la ragazza aveva denunciato ma la polizia non aveva fatto nulla. Dalle forze dell'ordine viene sottovalutata questo tipo di denuncia, non si prende sul serio fino a quando non succede una tragedia».

Care compagne, cari compagni del manifesto. Ma vi pare questo un articolo degno di un giornale comunista?



Un articolo con dei toni paternalisti e pieni di luoghi comuni degni del Messaggero o, peggio, di Libero?
Un articolo che incolpa il ragazzo\assassino senza tentare alcuna analisi politica, sociologica, culturale?
Dove il massimo della considerazione sono frasi come a quei bravi ragazzi educati a pane e facebook, che come Samuele si costruiscono addosso un'identità a loro stessi ignota. «Ti amo» aveva scritto a lettere cubitali l'assassino davanti al portone di via Uditore.


Un articolo sessista, che usa studenti e ragazzi, al maschile, per tutta la popolazione studentesca o tutta la gioventù?

Ma che vi sta succedendo?

Il virus del conformismo vi sta trasformando in una conventicola di maschi fascistoidi e bulletti?

E' proprio vero che non c'è mai fine al peggio...

Magari chiudere non può davvero che farvi bene...

Space Oddity

L'unica cosa buona del film di Bertolucci Io e te sono le musiche, tra le quale spicca la gloriosa Space Oddity di David Bowie anche in una versione italiana (a firma Mogol) davvero odd. E su you tube, le sorprese sono tante...

27 ottobre 2012

Io e te o l'inconsistente vaghezza del vuoto.

Sarà che sono born to shop e mi costerno sempre quando un artista che mi piace non fa film, libri, dischi per tanto tempo. Se poi il prodotto dopo tanti anni di attesa (o di assenza) non è più che eccezionale un capolavoro che in qualche modo renda conto del periodo di assenza, penso sempre che tanto valeva continuare ad attendere.

Io e Te (Italia, 2012) esce 9 anni dopo The Dreamers ed è un filmetto che non vale tanta attesa.

Bertolucci sembra avere perso il suo occhio, non per gli ambienti perchè riesce a rendere interessante un appartamento\cantina, nel quale si svolge il 90% del film, senza dare il senso di claustrofobia, ma quello per le persone, per le anime, per il carattere dei personaggi, complice una pessima sceneggiatura firmata da Bertolucci, Umberto Contarello, Francesca Marciano e Niccolò Ammaniti (dal romanzo omonimo del quale il film è tratto).

E' un film nel quale non succede niente dove i due personaggi protagonisti sono sviluppati secondo dei pessimi luoghi comuni, l'adolescente 14enne, butterato, introverso, che ascolta musica rock, e si sottrae alla madre, giovanissima, nascondendosi in cantina invece di andare in settimana bianca, e la sorellastra (stesso padre madre diversa) tossica venuta a disintossicarsi nello scantinato che crede vuoto, e che, a fine film, ricopra della droga. Nulla sappiamo né sapremo dei due ggiovani. Di lui nulla, di lei che era anni prima (quando aveva 14 anni anche lei???) una famosa fotografa di  New York prima di drogarsi cosa che ha fatto per così tanto tempo da essersi dimenticata come si stava prima.

Ma nel film non succede nulla, lei vomita, lui mangia panini coi carciofini o la nutella, legge ad alta voce Ann Rice, mentre lei si fa passare la rota.


Si sente dietro la supponenza paternalistica di Ammanniti che è il più grande bluff d'Italia con i suoi romanzetti mal scritti imbibiti di un moralismo borghese paraleghista e pieni di luoghi comuni: la nonna malata che solo il nipote va a trovare..., la madre ricchissima che non sa come trattare le tempeste ormonali del figlio adolescente,  una cantina che è in realtà un appartamento seminiterrato con tanto di lavandino, tazza del cesso e turca, sì tutt'e due, con dei buchi di sceneggiatura che nemmeno un dilettante: se tuo figlio minorenne non va alla gita la scuola chiama la famiglia e chiede perchè, e il figlio deve andare a scuola, se non ci va, la scuola richiama di nuovo la famiglia, ma Ammanniti è talmente vecchio dentro che la scuola, se l'ha mai fatta, l'ha proprio cancellata dalla sua memoria.

Io e te ha la vacuità di un cinema che rimane televisivo nella costruzione dei personaggi, nell'immaginario collettivo che evoca per dar loro spessore visto che il film non ne dice nulla.



Un film dove non succede nulla e, soprattutto, nel quale quel che si mostra non serve né a raccontare una storia, né a mostrare un mondo, una società, degli atteggiamenti, un pessimsimo o un ottimismo. Un film dove nessuno cambia, cresce, fa esperienza, e dove tutto e tutti rimane come prima.
Così, usciti dalla sala non siamo arricchiti, o pieni di dubbi, né commossi o arrabbiati. Siamo solo derubati di due ore quasi di proiezione per aver visto un film che non c'è.

20 ottobre 2012

Muticentrum l'anacronistico e sessista maschilismo della pubblictà di un integratore alimentare.

Ecco un classico esempio, anche piuttosto banale, di stereotipi di genere.

Lui ama il calcio, lei no.

Lei adora lo shopping che è ancora più frivolo del calcio (se possibile).

Lui ama l'economia che è importante e da essa dipende il benessere del paese, lei invece ama l'arte della quale, in Italia, nonostante il cospicuo numero di opere d'arte presenti nel Paese, non gliene frega niente a nessuno.


Lei e Lui.

Non già Annalisa e Mario, cioè quella donna e quell'uomo, ma tutte le donne e tutti gli uomini.

Perchè tutt* hanno delle differenze nel comportamento, nel carattere e negli interessi che sono determinate dalle stesse cause di quelle che determinano le differenze organico-biologiche.
Il sesso di appartenenza. 

Già perchè questa pubblicità vende degli integratori di vitamine e sali minerali differenziati il prodotto in base al sesso.

Una pubblicità che confonde il sesso col genere.

Una distinzione questa non immediata eppure che serve a mostrare bene la base sessista del maschilismo mondiale.

Distinguere tra

sesso
= le differenze biologiche ed anatomiche tra maschio e femmina, il corredo cromosomico, la forma dell’apparato sessuale

e genere=il processo di costruzione sociale e culturale cioè la rappresentazione, la definizione e la distinzione dei comportamenti che distinguono gli uomini dalle donne

separa le differenze fisiche tra i corpi del maschio e della femmina, sia i caratteri primari (apparati riproduttivi e biochimica) sia secondari, morfologia del corpo,
dai ruoli sociali (comportamenti, interessi, atteggiamenti, linguaggio del corpo)
che attribuiamo agli uomini e alle donne a partire dalle differenze di sesso.

In realtà le cose sono ancora più complesse perchè anche le differenze di sesso sono una costruzione sociale e non riguardano esclusivamente la biologia.

Per esempio il fatto che il corpo della donna sia nella media meno tonico di quello di un uomo non è un fatto ascritto nella natura ma nella cultura.

Mediamente si ha una percezione dei tratti fisici della donna più muliebri (nomen omen) rispetto quelli previsti da madre natura per motivi di ordine sociale, culturale, anche iconico, ma non biologico.

In questa pubblicità invece si insinua che le differenze di comportamento e di carattere abbiano la stessa natura delle differenze biologiche che richiedono minerali e vitamine diversi nell'uomo e nella donna.

Niente di più discutibile. e non ci vogliono le competenze mediche di un endocrinologo per contestare questa costruzione sessuata del genere umano.

Le esigenze di vitamine e minerali cambiano molto di più in base al tipo di attività fisica e intellettuale che si svolge che in base al sesso di appartenenza.

Inutile dire che questi integratori non servono a nulla (se non fanno addirittura male...) e che sono solamente un modo per spillare soldi.

Ma questa pubblicità conferma, con una pericolosa parvenza pseudoscientifica, le discriminazioni sessiste che ancora cercano di ascrivere le differenze di carattere non già alla personalità delle singole persone ma al loro sesso di appartenenza.


Analizziamo più da vicino il maschio e la femmina presentati nella pubblicità.


Lui ha la barba, percepita come tratto distintivo maschile, cioè del sesso e non del genere.
Ecco un altro esempio di costruzione sociale del corpo.

Si inducono le persone a percepire i peli come tratto distintivo del sesso maschile e non invece, come è, del genere uomo.
Anche la donna ha i peli, tanto che se li depila.
Con vari sistemi, ma anche con dei rasoi che sono fabbricati con gli stessi principi di quelli per uomini anche se hanno forge colori diversi quelli femminili sono più tondeggianti quelli maschili più squadrati o tecnologici.
Qualcuno e, purtroppo, qualcuna, potrebbe obbiettare che i peli del viso maschili sono più ispidi di quelli femminili e che dunque i due rasoi devono essere costruiti tenendo conto di queste differenze.

Si ripresenta qui la differenza tra sesso e genere.

Nessuno mette in discussione che i peli della barba di un uomo siano diversi dai peli del volto o delle gambe di una donna ma le differenze tra i rasoi maschili e femminili non dipendono dalla differenza di funzionamento (o costruzione) si concentrano sulla forma esteriore sganciata da quella funzionale.
Lui ha i capelli corti, lei i capelli lunghi. Un tratto quello dei capelli lunghi oggi annoverato tra le caratteristiche che individuano nei bambini e nelle bambine la fluidità di genere. Si dice che i bambini che portano i capelli lunghi sono fluidi rispetto il loro genere biologico.

Di nuovo si confonde una indicazione di genere con quella di sesso.

La lunghezza dei capelli maschili varia nella stroia avendo anche significati politici diversi.

Celebre l'avversione per i capelli lunghi di Pasolini  che riconcedendone la volontà protestataria di hci li portava ne constatava invece il borghese conformismo.

Basta fare un veloce giro in internet per vedere i significati e le implicazioni sociologiche della lunghezza dei capelli che tutto hannoa  che fare tranne che con il sesso di apaprtenenza, ma sempre e solo con il genere che è una csotruzione sociale (antropologica).

Il linguaggio del corpo.
Lui apparentemente sta con le braccia conserte. e in realtà guardiamo meglio


le mani sono leggermente fuori fuoco, segno evidente che le sta muovendo. Quasi a suggerire il gesto che si sia rimboccato le maniche (lavorare, sfacchinare, sfaticare, darci dentro, sgobbare) oppure che abbia appena assunto questa posa. Un gesto comunque non statico, che suggerisce faticità, alacrità e, al contempo, benevolenza nei confronti di chi guarda.

L'uomo (genere). Il fare.


La donna invece ha il braccio destro lungo il corpo e la mano sinistra poggiata al fianco in modo da accompagnare la curva del bacino che, nella costruzione sociale gel corpo femminile, è più generoso di quello maschile (se non credete a me... leggete qui).
Insomma un gesto precipuamente femminile. Io, di mio, aggiungo che è il segno di chi non sta facendo nulla, più statico e meno fatico di quello dell'uomo. Infatti la donna nell'immaginario sessista non lavora ma sta a casa a badare ai figli e al benessere del marito...

Anche il fatto che entrambi portino una camicia bianca non serve a accomunare ma a differenziare i due generi (spacciandoli per sessi). Lui ha la camicia col colletto, allacciata fino al penultimo bottone. Un minimo di comodità ma il massimo della compostezza.

Lei ha una camicia senza colletto, sotto la quale si intravede una maglia che lascia scoperta la zona subito sotto il collo. Un pezzo di pelle in più rispetto all'uomo come a sottolineare la diversa natura anche delle potenzialità seduttive dei due generi (spacciati sempre per due sessi).


Non vi tedio con il sito di Multicentrum la marca di questi due integratori alimentari. Se volte potete divertirvi nel constatare l'aleatorietà delle differenze fisiche riportate. Riporto solamente il differente fabbisogno di calcio negli uomini e nelle donne così spiegato nel sito:
E' più evidente nelle donne che negli uomini perchè con il sopraggiungere della menopausa le donne smettono di sintetizzare calcio e sono più portate a problemi di osteoporosi degli uomini...

17 ottobre 2012

Se questa è una donna. Sulla campagna virale di Patrizia Prestipino

 

Patrizia Prestipino, già insegnante di lettere classiche, presidente del XII Municipio di Roma  oggi Assessore alla Provincia di Roma per le Politiche del Turismo, dello Sport e Giovanili nella giunta Zingaretti, principale supporter di Matteo Renzi nella Capitale e compagna di Riccardo Milana, responsabile elettorale nazionale dell’Api di tradizione democristiana e fede Veltroniana si è presentata per le primarie dove si decideranno chi è il candidato sindaco del centrosinistra per Roma con questa campagna.

Questa campagna è volutamente provocatoria nasce da una consapevolezza: in un momento di grande smarrimento della politica pensiamo che l’uomo giusto per Roma debba essere, prima di tutto, coraggioso, leale e onesto. Quindi, l’uomo giusto per Roma è una donna.
(fonte 06blog )


Prima di dare forma alle mie perplessità, vorrei tanto leggere un vostro parere...

16 ottobre 2012

16 ottobre del 1943, il sabato nero del ghetto di Roma.

16 ottobre del 1943.
Ultima tappa di un triste itinerario iniziato nel settembre del 1938 con la promulgazione delle leggi razziali.
Alle 5.15 del mattino le SS invadono le strade del Portico d'Ottavia a Roma e rastrellano 1024 persone, tra cui oltre 200 bambini.

Alle 14.05 del 18 ottobre un treno di diciotto vagoni piombati partirà dalla stazione Tiburtina per portarli, dopo un viaggio di 6 giorni al campo di concentramento di Auschwitz in territorio polacco.
Solo quindici uomini e una donna (Settimia Spizzichino) ritorneranno a casa.

Nessuno dei duecento bambini è mai tornato...
 
Si è discusso a lungo, in sede storica, sulle leggi razziali.  Si è voluta sostenere una distinzione tra il periodo della “persecuzione dei diritti”, relativamente agli anni tra il 1938 e il 1943, e il periodo della “persecuzione delle vite”, tra il 1943 e il 1945.


Sta di fatto che i due periodi si saldarono tra loro, proprio in quel tragico ottobre 1943.
La deportazione degli ebrei fu possibile in maniera così radicale e rapida perché questi italiani “invisibili” erano già stati isolati e ben identificati con le leggi razziali.

Oggi la maggior parte degli storici concorda nel ritenere che le leggi del 1938 non furono un caso, ma rappresentarono la prevalenza di alcuni elementi della storia italiana e del regime fascista.
Le vicende degli ebrei romani rivelano, infatti, la dolorosa e progressiva presa di coscienza della persecuzione, non come un’imposizione dello straniero, ma come un dramma italiano, quello di italiani contro italiani.

Quando la razzia degli ebrei romani è compiuta dai tedeschi, compaiono sempre alcuni italiani come collaboratori, delatori, complici e, talvolta, veri persecutori.

In Italia furono eseguiti 1898 arresti di ebrei da parte di italiani, 2489 da parte di tedeschi, 312 vennero compiuti in collaborazione tra italiani e tedeschi, mentre non si conosce la responsabilità dei rimanenti 2314*.

Certo non tutti gli italiani condividevano la persecuzione nei confronti degli ebrei: probabilmente la maggioranza era contraria. Non solo una diffusa contrarietà ma pure con significativi episodi di solidarietà verso i perseguitati.

Lo Stato dichiaratamente antisemita era spesso contraddetto, a livello pratico, alla gente che non lo seguiva.

Per richiamare le parole del rabbino Toaff: «Vi fu antisemitismo di Stato e non di popolo».

(dal sito 16 ottobre 1943)
 
 

15 ottobre 2012

I referendum per roma. Ma che roba è?

se vivete a Roma vi sarà capitato nei mesi scorsi di imbattervi in questi volantini inneggianti a 8 referedum per roma sostenuti dal comitato Roma si Muove.



Non so perchè ma ho smepre diffidato di questi referendum. Intanto perchè sono dei referendum locali, non nazionali, non abrogativi e nemmeno propositivi ma solo consultivi.

Istituiti dal Regolamento per gli Istituti di Partecipazione e di Iniziativa Popolare con
Deliberazione del Consiglio Comunale n. 101 del 14 giugno 1994, questi Referendum non obbligano il Consiglio Comunale a recepirne le decisioni, e dunque, di fatto, non servono a nulla, visto che i nostri governi nazionali e locali non seguno nemmeno le sentenze dei tribunali figuriamoci se seguono la moral suasion di un referendum consultivo.

Sono dunque uno strumento di propaganda politica, populista e, in fin dei conti, ingannatoria, perché chi legge referendum crede che abbiano un valore legale vincolante come quelli nazionali abrogativi (c come l'unico consultivo nazionale dirimente che abbiamo votato nel 2001 per i cambiamenti federalisti della nostra Costituzione). Certo a leggere le otto proposte sono talmente vage e aleatorie da far sorridere o storcere il naso.


A cominciare dal fatto che pur non essendo abrogativi li si presenti come quesiti (volete voi abrogare etc...) mentre sono propositivi in una maniera ambigua e fuorviante.

Gli otto quesiti dicono (chiedono?):


Quesito 1) MENO TRAFFICO, MENO SMOG, PIÙ MOBILITÀ

Quesito 2) MARE LIBERO

Quesito 3) TESTAMENTO BIOLOGICO

Quesito 4) FAMIGLIE DI FATTO

Quesito 5) LIBERTA’ DI SCELTA NEI SERVIZI ALLA PERSONA

Quesito 6) + AMBIENTE – CEMENTO

Quesito 7) RIFIUTI ZERO

Quesito 8) RIDUZIONE DEI COSTI
Questi aleatori se non indicano leggi precise tramite cui applicare queste spirazioni nobili e demagogiche.

Vale la pena dare un'occhiata più dai vicino ai singoli quesiti

Quesito 1) MENO TRAFFICO, MENO SMOG, PIÙ MOBILITÀ
“Volete voi che Roma Capitale adotti e realizzi un piano di interventi per potenziare il trasporto pubblico e la mobilità sostenibile alternativa all’auto attraverso:
  • la progressiva chiusura al traffico privato della ZTL, con il conseguente potenziamento del servizio di car sharing dentro e fuori la ZTL e la definizione di percorsi obbligatori dei pullman turistici per raggiungere i parcheggi di scambio;
  • il rilancio degli investimenti sulle tramvie e la definizione entro il 2013 di un programma di interventi, comprensivo delle misure di attuazione anche convenzionali e di indirizzo, per modernizzare la rete delle ferrovie regionali;
  • la protezione e la preferenziazione delle corsie interessate dalle linee di trasporto pubblico sui grandi assi di scorrimento, collegando le principali fermate nelle aree periferiche tramite un servizio diffuso di “bus di quartiere”;
  • il raddoppio dell’estensione delle aree pedonali e a traffico moderato in tutta la città, realizzando contestualmente una rete di nuove piste ed itinerari ciclabili integrati e sicuri di almeno 400 km entro il 2015, diffondendo stalli di sosta per le biciclette in particolare in prossimità dei mezzi pubblici ?”
Viene da chiedersi CON QUALI SOLDI? Presi dove, come e gestiti da chi? Fatte secondo quali criteri? da quale organo di controllo?

Quesito 2) MARE LIBERO
“Volete voi che Roma Capitale adotti le opportune delibere ed effettui tutti gli atti istituzionali necessari, finalizzati a:
  • garantire il ripristino della visibilità del mare oggi trasformato in un “lungomuro” prevedendo un piano a difesa delle spiagge che garantisca libero accesso anche ai fini della balneazione,
  • ripristino delle visuali e riequilibrio al 50% tra spiagge libere e spiagge attrezzate in concessione,
  • l’eliminazione di muri e cancelli che impediscono l’accesso al mare e il divieto di edificazione di strutture in cemento sulle spiagge che dovranno esser rimovibili e non permanenti?”
Il piano a difesa delle spiagge che garantisca libero accesso anche ai fini della balneazione è già legge di stato Art. 1, comma 251, legge 296/2006 è fatto obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per
il raggiungimento della battigia antistante l’area ricompresa nella
concessione, anche al fine della balneazione.


Non si capisce perciò che bisogno c'è di un piano in difesa casomai di assicurare il rispetto della legge vigente.

Anche qui disinformazione, se proponete un piano in difesa vuol dire che l legge è inattuata e dovete allora spiegarmi come e perchè e soprattutto per quale motivo invece di rivolgersi alla magistratura usate lo strumento del referendum...

Quesito 3) TESTAMENTO BIOLOGICO
“Volete voi che Roma Capitale adotti tutti gli atti e i provvedimenti necessari per istituire un registro dei testamenti biologici che raccolga le dichiarazioni dei cittadini attestanti il compimento da parte degli stessi di disposizioni anticipate di trattamento sanitario e di fine vita?”
Naturalmente essendo questo un registro comunale e non essendo sostenuto da alcuna legge nazionale ha un valore puramente amministrativo e non legale. Vale come indicazione del singolo ma se nel frattempo la legge nazionale(quando verrà fatta) dirà il contrario prevarrà quella su ogni registro comunale.

E' lo stesso valore intrinseco dei registri comunali per le coppie di fatto che non hanno valore legale ma solo amministrativo e proprio per questa loro debolezza intrinseca sono poco usati, e si usa questo dato da parte dei detrattori della legge nazionale che ai cittadini questo istituto non interessa perchè là dove c'è  nessuno se ne avvale...

Capite la presa per i fondelli???

 
Quesito 4) FAMIGLIE DI FATTO
“Volete voi che Roma Capitale adotti tutti gli atti e i provvedimenti necessari per tutelare e sostenere i nuclei familiari fondati su vincoli affettivi ai sensi dell’art. 4, comma 1, D.P.R. n. 223/1989, e per garantire alle forme familiari anzidette pari opportunità e pari condizioni di accesso ai servizi forniti ed alle attività promosse da Roma Capitale, superando situazioni di discriminazione?”
Non si fa minimamente menzione delle coppie dello stesso sesso, quindi formalmente, le coppie omosessuali possono essere tranquillamente escluse.

l’art. 4, comma 1, D.P.R. n. 223/1989 recita:
Agli effetti anagrafici per famiglia si intende un insieme di persone legate da
vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune.

Quesito 5) LIBERTA’ DI SCELTA NEI SERVIZI ALLA PERSONA
“Volete voi che Roma capitale adotti tutti gli atti e i provvedimenti necessari a offrire i servizi alla persona secondo un modello che privilegi la libertà di scelta, in particolare attraverso l’erogazione dei servizi all’infanzia (asili nido) nonché i servizi di assistenza a disabili e anziani anche mediante un sistema di buoni erogati direttamente alle famiglie, da spendere in strutture accreditate e soggetti qualificati (cooperative, centri di assistenza e operatori professionali), aumentando del 3% annuo gli utenti coperti dai servizi all’infanzia gestiti direttamente dal Comune e fermo restando, per i servizi di assistenza, il ruolo comunale di indirizzo, programmazione, accreditamento e monitoraggio?”

Aumentando del 3% annuo gli utenti coperti dai servizi all’infanzia gestiti direttamente dal Comune . Come? con quali soldi?
Inoltre il sistema dei Vaucher nel comune di Roma è già in atto.  Si tratta dunque di materia delicata sulla quale non ci si può esprimere a favore o contro se non si è in possesso di tutti i dati del caso... Il classico uso populista del referendum...


Quesito 6) + AMBIENTE – CEMENTO
“Volete voi che Roma Capitale adotti tutti gli atti ed effettui tutte le azioni necessarie a predisporre e attuare, attraverso la revisione delle previsioni edificatorie del Piano Regolatore Generale e le conseguenti misure di salvaguardia, un piano straordinario finalizzato allo stop del consumo di territorio e al recupero qualitativo ed energetico del patrimonio edilizio e dei tessuti urbani esistenti ?”
Come? con quali soldi? deciso da chi? con quale competenze? Con quali linee guida?
Mica basta dire lo voglio  per ottenere necessariamente il bene del territorio...

Quesito 7) RIFIUTI ZERO
“Volete voi che Roma Capitale adotti tutti gli atti e i provvedimenti necessari ad attuare la strategia Rifiuti Zero, ovvero politiche rivolte:
  • alla riduzione della produzione di rifiuti;
  • al riuso dei beni di consumo recuperabili;
  • all’estensione a tutto il territorio comunale del modello di raccolta differenziata domiciliare “porta a porta”;
  • alla realizzazione di centri dedicati al riciclo dei materiali con linee di lavorazione a freddo;
  • alla realizzazione di impianti per la lavorazione della frazione organica finalizzati sia alla produzione di compost che di biogas;
  • all’avvio di una filiera industriale per la lavorazione della materia prima proveniente dal riciclo;
  • all’introduzione di un sistema tariffario fondato sulla quantità di rifiuti indifferenziati prodotti da ogni singolo utente (tariffa puntuale)?”

Di nuovo con quali risorse, quali mezzi non è dato sapere. Per cui spetta al comune decidere...

Quesito 8) RIDUZIONE DEI COSTI
“Volete voi che Roma capitale adotti tutti gli atti e i provvedimenti necessari ad ottenere una riduzione dei i costi dell’apparato amministrativo attraverso l’abolizione dei consigli di amministrazione delle società al 100% di Roma Capitale  e il conferimento delle funzioni a un Amministratore unico?”

Come si legge dagli otto quesiti sono messe insieme questioni diversissime di competenze variabili e complesse che meriterebbero ben più approfondite discussioni, anche in un'ottica di democrazia partecipata e non di delega in bianco come eppure questi otto quesiti referendari sembrano tacitamente implicere.

Per cui che le 50mila firme previste per i referendum non siano state raggiunte mi sembra un segnale positivo per non permettere ai soliti noti (basta leggere i nomi dei promotori) di presentarsi alle prossime elezioni comunali col fiore all'occhiello di 8 referendum-specchietto per le allodole di un popolo che si vuole sempre più bue e che, per fortuna, così tanto bue ancora non è.

Sull'articolo della Stampa di Rosalba Miceli Lo stress del bambino quando la mamma lavora : Quando il titolo insinua un giudizio sessita e maschilista.


Nell'articolo Lo stress del bambino quando la mamma lavora si vuole parlare di John Bowlby (1907 - 1990) uno psicoanalista che credeva la salute mentale e i problemi comportamentali umani fossero da attribuire alla prima infanzia. Bowlby propose la teoria evolutiva dell'attaccamento suggerendo come bambini e bambine nascono biologicamente pre-programmat*  a costituire attaccamento con le altre persone perché questo ne facilita la sopravvivenza.
Bowlby ipotizzò che madre e infanti hanno sviluppato un bisogno biologico si rimanere in contatto una con l'altr* e che la mancanza di questo contatto può far insorgere problemi emotivi e comportamentali bel bambino e nella bambina.

Per parlare (male) delle teorie di  Bowlby Rosalba Miceli la prende alla larga e parte da un gruppo di madri che lavorano - non donne che lavorano e sono anche madri - e quindi hanno lasciato il figlio (o la figlia) in mani altrui.

Poco più della metà dell'articolo infatti racconta (non si sa su quali basi, se di fantasia o di esperienza) il vissuto di alcune donne che, lavorando, non portano i figli con loro per poi introdurre le teorie di Bowlby (che instaurava un diretto collegamento tra comportamenti asociali e separazione prematura dalla madre) facendo tornare indietro l'emancipazione femminile di almeno 60 anni quando le donne cioè erano relegate ai lavori donneschi della cucina, gli unici che le rendevano sempre disponibili in casa con la prole, dimenticando che oggi, nel 2012 i figli e le figlie vanno già dopo i primi mesi di ivta in asilo nido e non perchè le madri, snaturate, lavorano, ma per sviluppare i Campi d'esperienza tramite i quali si delineano diversi saperi:
  • Il sé e l'altro

  • Il corpo in movimento

  • Linguaggi, creatività ed espressione

  • I discorsi e le parole

La famiglia viene oggi affiancata e integrata da una compartecipazione collettiva dove bambini e bambine crescono e si educano al pluralismo e si sottraggono così ai dogmatismi dei singoli genitori in un confronto plurale e open-minded.

Nell'articolo in questione sembra invece che la responsabilità su come crescerà la prole sia di unica pertinenza e responsabilità materne e che il problema principale sia quello ricordato dal titolo:  se la mamma lavora il bambino (mai la bambina) si stressa.

Invece chi legge queste sciocchezze si incazza.

14 ottobre 2012

A proposito del bambino rapito. Ecco un post equilibrato.

Tutt* avete letto e tutt* avete commentato.
Io no. Per non ingrossare le fila di un bovino tifo da stadio pro o contro.

Posto questo articolo di pubblicato su Caffè News che mi sembra equilibrato e pieno di quel buonsenso che la (pseudo)democrazia (etero)diretta di internet sembra obnubilare.


I bambini non hanno sempre ragione

Non volevo farlo, scrivere del video del bambino di Padova, non volevo. Poi ieri sera sono tornata a casa dal lavoro, ho preso il telefono e chiamato la mamma. La mamma era distrutta e a me è venuto il magone.

La mia mamma è un’assistente sociale del servizio per la tutela dei minori. Conosco a memoria le facce scure ogni volta che c’è da fare un allontanamento, le notti insonni e le crisi di pianto. Ci sono anche quelle. Conosco i dubbi, le paure. Conosco le minacce. Vi svelerò un segreto, gli operatori dei servizi sociali che si occupano della tutela dei minori sono esseri umani. Hanno faccia, mani e piedi. Hanno sentimenti. Ogni giorno si trovano davanti ad un tavolo e devono risolvere situazioni di disagio che noi il più delle volte non riusciamo nemmeno ad immaginare e lo fanno nella precarietà e senza un soldo, inventando soluzioni là dove sembra esserci solo schifo. E sì, i bambini ci finiscono sempre in mezzo: sono bambini che crescono in un anno e che spesso, sono più saggi degli stessi adulti.

Le assistenti sociali del servizio minori di tutta Italia conoscono gli allontanamenti che voi avete visto in quel video. Conoscono le grida dei familiari, conoscono gli strattoni dei bambini che il più delle volte sono pronti a difendere a spada tratta genitori che abusano di loro. Se hai dieci anni e la zia ti grida disperata di scappare tu scapperai, perché ti sembra la cosa giusta. Ma non sempre lo è, e ci sono istituzioni, un tribunale e specialisti, operatori, psicologi, psichiatri e tanti altri che hanno valutato quella situazione.

Nel caso di Padova c’è una sentenza del Tribunale dei Minori di Venezia che ha tolto la patria potestà alla madre. Chiedete, provateci vi prego, a un esperto del settore: vi dirà che la patria potestà viene tolta solo in casi gravissimi e se ne valutano tutte le conseguenze. Perché a scuola? Per quattro volte, a casa, non si era riusciti ad eseguire l’allontanamento. La scuola era l’ultimo tentativo: se il bambino si rifiuta di andarsene da una situazione di profondo disagio e pericolosa per la sua salute mentale e fisica, sì, allora anche le maniere forti sono necessarie. Lo so che è il lato scomodo della storia, so che parteggiare con bandiere e striscioni per il bambino maltrattato e la zia con il cellulare in mano è bello, ma la vita è molto più complicata di così. I familiari si appostavano da mesi davanti alla scuola per filmare questa scena. Chiedetelo sempre agli operatori dei servizi, quelli di cui nessuno si ricorda mai quando le cose vanno bene, ma contro cui tutti sono sempre pronti a puntare il dito: ne conoscono a bizzeffe di scene così. Perché la più difficile delle ammissioni è quella di non essere in grado di fare il padre o la madre o lo zio, e quando tutto va a scatafascio, un figlio o un nipote possono essere il solo punto fermo. Ma un bambino di dieci anni non merita di essere l’unica ancora di salvataggio di una famiglia allo sbando, merita la spensieratezza e non la responsabilità. Per questo si allontanano i bambini e si chiamano le assistenti sociali.

A cosa è servito mandare in onda il video a “Chi l’ha visto?” ? A dirmelo è la voce spezzata al telefono di mia madre. Pubblicare quel video, mandarlo in televisione è servito ad alimentare il tifo da stadio in un caso di cui noi non sappiamo nulla. È servito a immergere quel bambino in un caos mediatico senza precedenti, anche se ha il viso oscurato e se nessuno lo può riconoscere. Perché se prima a scuola sarebbe stato il bambino che hanno portato via, ora è semplicemente il bambino che hanno portato via ed è finito in televisione e sui giornali e su facebook e su twitter e sulla bocca di tutti. È servito a farci dire un mucchio di cose inutili. È servito a screditare ancora di più il nostro paese ed istituzioni che lavorano con serietà e rispetto del loro dovere.

“Come faccio, – dice la mia mamma con la voce tremolante al telefono, – domani a spiegare alla famiglie che seguo che quello per cui lavoriamo da mesi, ovvero allontanare i loro bambini da una situazione di disagio è una cosa giusta e non un furto come gridano oggi tutti dalle televisioni?”. Ci sono casi e casi, non spetta a noi dire chi ha ragione in quella contesa. E di sicuro quel video e quel tam tam da stadio non sono serviti a Leonardo. E no, nessuno di noi, dopo aver condiviso il video e gettato fango ancora una volta su semplici lavoratori, oggi è migliore.
Lo so che non credete più a nulla, ma credete a me: là fuori non ci sono solo “Er Batman” e Formigoni.
  Martina Castigliani

Un ciccione alle scuderie. Dove tra piogge torrentizie e fortuiti sconti ...abbonamentali si parla anche della mostra di Vermeer alle Scuderie del Quirinale.

Era il 26 Giugno, e io, lungi dal partecipare al pride romano, ero  a qualche metro da terra, su un camion, verso casa di Antonio, dove avrei depositato una decina di scatole piene di libri e una Billy che li avrebbe contenuti.
Stavo traslocando dalla mia - ormai non più - abitazione in quel di Montagnola alla mia nuova dimora, ospitato dalla generosità grande di due tra i miei amici più antichi, in quel di Garbatella. Non entrando tutte le mie carabattole in una stanza sola, un po' di libri li depositavo dal mio amico Antonio. Altri erano già stati depositati in ufficio (quelli di cinema) mentre le carabattole sarebbero finite, un paio di settimane dopo,  nel magazzino di mio cugino Andrea, invece che andare nella cantina di mia sorella dove lo spazio disponibile c'era, non c'era più, c'era di nuovo...

Mentre facevo da navigatore (intra)vidi un poster dove campeggiava la parola Vermeer e, spaventando conducente e operaio, grido VERMEEEE-RRR  e loro, guardandosi intorno, Dove? Cosa? Chi?!

La mostra non avrebbe aperto prima della fine di Settembre che, al 26 di Giugno, mi sembrava ancora un tempo lontanissimo, dimentico che l'estate è come un gioco è stupenda ma dura poco.

Nonostante la mia povera povertà (altro che San Francesco) avevo pianificato di comperarmi l'abbonamento al Museo che con soli 60 euro mi avrebbe permesso di entrare tutte le volte che volevo sia alle Scuderie del Quirinale sia al Palazzo delle Esposizioni.

Ed ecco che arriva il 27 Settembre, ma di spendere quei 60 euro non me la sento...
Mi sembra di permettermi un lusso che non posso permettermi...
Così cincischio, mi attardo, rimando, tutte cose in cui sono ormai bravissimo.

Mi attardo così tanto da perdermi anche le prime due conferenze GRATIS dedicate al mio pittore preferito (Azz Porc Putt!).

Ora che i libri li leggo gratis prendendoli in prestito in biblioteca, per evitare la scoglionaggine andante di questi giorni l'unica spesa pazza che posso concedermi è un cinema (il pomeriggio a 6 euri invece che 8...) e allora mi sono detto eddai eccheccazzo, così, una parola sola, e ieri sono andato finalmente a comperarmi 'sto ca**o di abbonamento.

Temendo file chilometriche alle Scuderie vado al Palazzo delle Esposizioni, dove, dall'ingresso di via Milano, da dove si entra momentanea -pant puff- mente arranco sulle scale fino al primo piano e chiedo informazioni sull'abbonamento. 
Se comperi l'abbonamento ti danno due biglietti che puoi regalare agli amici e io voglio sapere che validità hanno, se valgono cioè solo per il giorno di acquisto dell'abbonamento o se hanno una durata maggiore di modo che posso rivenderli ai miei amici (altro che regalarli) così li scalo dal prezzo dell'abbonamento che scende così a 40...

La ragazza alla cassa, gentile e carina, mi spiega che se compro l'abbonamento per due (non due musei ma due persone) ho il 30 % di sconto e i due abbonamenti li pago quasi quanto uno solo: 76 euro per due contro i 60 per quello singolo.

Non ha qualche amico?


Penso ad Antonio che, pure se non è davvero interessato, mi dice sì per farmi un piacere.
 Ma dai, gli faccio per convincerlo, cercando di non insistere troppo, con 48 euro entri per un anno quante volte vuoi in entrambi i musei.
Se ci sono almeno due mostre che vuoi vedere in ciascun museo praticamente ti sei ripagato l'abbonamento, altrimenti no...


Ecco com'è che Antonio mi ha detto di sì.

Compro i due abbonamenti, anche se il suo resta al museo perchè non conosco tutti suoi dati anagrafici. Tanto dovremo tornare a ritirare i coupon  (i due biglietti gratis) che sono esauriti e, comunque, venire a vedere la mostra di Doisneau che è già aperta...

Quando pago mi rendo conto che 76 diviso due fa 38 e non 48 così richiamo Antonio  e gli dico il reale prezzo del suo abbonamento e lui invece di darmi del deficiente aritmetico mi dice un laconico meglio per poi entusiasmarsi per tutti vantaggi tutti del suo abbonamento.

Così, sudato ed eccitato come un bambino che ha vinto una merenda alla pesca del pizzicarolo sotto casa, mi reco a piedi dal Palazzo delle Esposizoni alle Scuderie del Qurinale dove dovrò spiegare alla biglietteria che mi dovrebbero dare un biglietto gratis visto che i coupon sono finiti. Se non si fidano chiamino pure la biglietteria delle Esposioni riferisco proprio come mi ha istruito una ragazza, non quella di prima, ma un'altra, più bella e anche più gentile della prima.


Alle Scuderie ho appuntamento con Tam con la quale voglio vedere la mostra e così voglio utilizzare subito uno dei due biglietti

Il tipo alla biglietteria capisce subito la situazione e mi rilascia un biglietto omaggio.  Miracolo.

Tamara arriva pochi minuti dopo. Poi stiamo già salendo le scale delle Scuderie, quelle calpestate negli anni passati dagli zoccoli dei cavalli e siamo già dentro la mostra.

Un cartello giallo dice percorso mostra. Io mi metto vicino al cartello eseguendo una delle mie smorfie migliori.

'A cicciona.

'A mostra.

Tamara non ride allora desisto e non insisto.

Poi già intravedo il primo quadro di Vermeer e quasi svengo.


(continua)









12 ottobre 2012

Quando i politici e i giornalisti parlano come la gente comune sull'autobus: sulla puntata del TG3 Linea notte del 12 ottobre 2012 a proposito del bambino di Cittadella trascinato dalle forze dell'ordine.
Tabacci ne fa occasione per dire no alle adozioni per le coppie gay.
Nessuno commenta l'inesistenza del collegamento coi fatti del caso.

L'antefatto è conosciuto da tutt* perchè le immagini hanno fatto il giro della rete e non solo. Leonardo, un bambino di 10 anni di Cittadella, in provincia di Padova, viene prelevato dalla scuola di peso e portato in un istituto per ordine del tribunale dei minori.

Il video, andato in onda mercoledì sera durante la trasmissione Chi l'ha visto? su Raitre, ha suscitato l'indignazione generale.
Tra interrogazioni parlamentari, attacchi alle forze dell'ordine, ai giudici del tribunale minorile, tutt*, pur ammettendo di non conoscere il caso, hanno concionato senza avere competenza alcuna, legale, giuridica, psicologica, dei fatti.


Si è parlato di video violento, ma a ben guardarlo l'unica violenza è la voce della donna che si presenta come zia, che invece di cercare di antere la situazione per quanto possibile calma urlato parolacce dicendo ai poliziotti che andranno in galera.
Un video calcolato e furbo che viene girato senza mai inquadrare il viso delle forze dell'ordine evidentemente già pensando all'uso mediatico del video che sarebbe stato fatto.

Sentite come cambia il tono della zia quando parla con l'ispettrice che le dice che c'è una sentenza e che il ricorso è stato rifiutato. Non si preoccupa più del nipote trascinato via, vuole sapere cosa hanno deciso i giudici.

Trovo questo video troppo manipolato da chi lo ha girato per considerarlo una prova di una presunta violenza da parte degli agenti.

Agenti ai quali va tutto il mio rispetto perchè fanno un lavoro ingrato, separare un bambino dai propri genitori per un'ordinanza del tribunale dei minori non è mai cosa piacevole,  sottopagato e perchè per quanto tutti diciamo di diffidare e odiare le forze dell'ordine se ci entra un ladro in casa chiamiamo il 113 tutti e tutte.

Allora un po' di rispetto.

Un po' di intelligenza.

Un po' di umiltà.


Al Tg3 di ierinotte Mannoni non so con quale competenza, e senza conoscere i fatti, arriva a commentare in trasmissione che la legge andrebbe cambiata.

Perchè, come ragiona Guido Crosetto, area PDL, anche lui non si sa in base a quali competenze, affidare il bambino a un istituto e non a uno dei due genitori è sbagliato.

Eppure, nella stessa trasmissione si era appena spiegato che visto che la madre del bambino stava coltivando nel figlio un sentimento di disamore per il padre, il passaggio a un istituto, prima dell'affidamento unilaterale al padre deciso dal tribunale, era un passaggio necessario per far trovare al bambino un equilibrio affettivo e ritrovare quell'affetto per il padre distrutto dalla ingerenze materne.


Bruttissima pagina non per le forze dell'ordine ma per il giornalismo italiano (Mannoni dovrebbe cambiare mestiere) ed ennesima  pessima pagina per la politica che parla di argomenti senza conoscerli con la stessa superficialità del pour parler da mercato rionale.

A nessuno comunque sembrano davvero interessare le sorti del bambino, ognuno ne prende spunto per dire al mondo le sue ovvietà su come si crescono i figli, su come dovrebbero funzionare le leggi, che se portano a questi risultati vanno cambiate (eglio cambiare conduttore di TG:  MANNONI DIMETTITI) fino alla furbata davvero viscida  e da vomito (d'altronde basta vederne la faccia per essere tentati di dare ragione a Lombroso...) di Bruno Tabacci che, mentre Mannoni gli chiede se non ci siano ritardi (?!)

sugli affidamenti e su come vengono eseguite le sentenze dei tribunali dei minori risponde che a lui lo preoccupano gli affidi alle coppie gay perchè, lui lo sa visto che è orfano di pare, ognuno ha diritto ad avere un padre e una madre, magari non come quelli di Leonardo.

Tabacci è laureato in economia e commercio e ha sempre ricoperto incarichi in quel campo. 

Quindi nella delicata questione non ha competenza alcuna.

 Infatti la risposta che dà è solo un'occasione per parlar male delle adozioni per le coppie omosessuali.
Cosa c'entrano con il bambino conteso dal padre e dalla madre?
Nulla.
Eppure.

Mannoni non fa il conduttore e non chiede o, magari, interrompe, il faccia da p... ehm Tabacci, chiedendogli scusi ma che c'entrano le adozioni tout-court???

Ecco il suo intervento.

Un'occasione persa per rimanere in silenzio.

Un altro esempio della deriva antidemocratica di un paese che perverte i fatti e li contamina con considerazioni approssimative e che non c'entra nulla con il fatto in sé.

Senza che nessuno si lamenti.

E pensare che 40 anni fa si gambizzava per molto meno...

10 ottobre 2012

Il fanatismo religioso di One Million Moms e il giornalismo d'accatto di Libero

La notizia fa schifo prima ancora che per il suo contenuto per come la riporta Libero che titola
Mamme anti-gay contro J. Lo: nel suo show due lesbiche La cantante portoricana produce The Foster, serie Tv su coppia omo che vuole avere un figlio
J-Lo è una cittadina americana (è nata a New York) e  casomai è di origini portoricane, ma il razzismo di Libero lo si conosce bene.

Lo show in questione è una serie tv The Foster  cui si sta ancora lavorando alla pre produzione (cioè non si è ancora girata nemmeno una scena).

L'associazione che ha preso di mira The Foster è One Million Moms 
un gruppo di repubblicane fanatiche religiose  che per boicottare le fiction tv cui sono contrarie manda mail agli inserzionisti (alle industrie che comprano spazi pubblicitari in quel programma), chiedendo di non farlo più.

Tra i principi di questa associazione si legge:
Mom, are you fed up with the filth many segments of our society, especially the entertainment media, are throwing at our children? Are you tired of all the negative influences our children are forced to contend with? If so, we urge you to become a member of OneMillionMoms.com.
OneMillionMoms.com was begun to give moms an impact with the decision-makers and let them know we are upset with the messages they are sending our children and the values (or lack of them) they are pushing.
Our goal is to stop the exploitation of our children, especially by the entertainment media (TV, music, movies, etc.). Mom, OneMillionMoms.com is the most powerful tool you have to stand against the immorality, violence, vulgarity and profanity the entertainment media is throwing at your children. It is time to fight back1!
Immorality, violence, vulgarity and profanity. Come non essere d'accordo?

Vediamo  le motivazioni che hanno spinto l'associazione a boicottare The Foster

ABC's Family Channel has several anti-family programs, and they are planning on adding to that growing list2.
Qual è questo telefilm anti famiglie?
a series pilot from Jennifer Lopez's production company, Nuyorican, about a lesbian couple and their diverse family. (...)  A premiere date has not been set, but One Million Moms wanted to sound the alarm about this new series. It will be airing on the network soon unless we do something about it. They are in the beginning stages.
ABC Family reported the comedy-drama pilot, working with the title "The Fosters," is about two women raising a "21st century," multi-ethnic mix of foster and biological kids. While foster care and adoption is a wonderful thing and the Bible does teach us to help orphans2,
 and the Bible does teach us to help orphans!!!
this program is attempting to redefine marriage and family by having two moms raise these children together. One Million Moms is not sure how the explanation will be given on how the biological children were conceived. None of this material is acceptable content for a family show2.
Libero omette di riferire i motivi più importanti per i quali One Million Mom vuole boicottare un telefilm del quale non ha nemmeno visto un minuto... (alla faccia della censura preventiva!).
Hollywood is continuing to push an agenda that homosexuality is acceptable when scripture states clearly it is a sin. As Christians, the Bible also says that we must speak up against sin. If we remain silent then we are guilty of sin also3.
Insomma Libero non presenta l'associazione come un gruppo di cristiani fanatici che pensa che l'omosessualità sia un peccato ma un'associazione che è contro le lesbiche.

One Millions Moms si propone come riferimento per le madri intimorite dalle possibili influenze che il mondo dello spettacolo e dell'intrattenimento possono avere nella formazione dei figli. Per questo motivo monitora la televisione, raccogliendo segnalazioni e lanciando campagne. Già in passato ha protestato contro The New Normal, serie della Nbc che ha per protagonisti una coppia di gay.
Di The New Normal  ho avuto modo di parlare durante l'ultimo il fiction fest. A proposito della preoccupazione che questi programmi posso avere una cattiva influenza sui bambini e le  bambine ecco cosa si legge nella campagna di boicottaggio contro quest'altro telefilm.

"The New Normal" is about a homosexual couple who hire a surrogate to have their baby. Through the character of the grandmother, the show mocks anyone who disagrees with their sinful lifestyle choice. The show refers to those who oppose their decision as intolerant and a bigot.
The third episode was mostly a political debate largely pro-Obama and anti-Romney. Planned Parenthood, women's right (it never came out and said pro-abortion but it was obvious what the program was referring to), same-sex marriage, and healthcare for all were the controversial topics discussed during the 30 minute episode. The show was a platform for the liberal agenda. The program was also extremely racist and made anyone who has traditional values appear to be racist. This is a false representation. The twist at the end was when an African-American man revealed he was a Republican. The show is demeaning to conservatives and degrading to the black community.
(...)
NBC is using public airwaves to continue subjecting families to the decay of morals and values, belittling the sanctity of marriage and attempting to redefine marriage. This program is harmful to our society and damaging to our culture.
Millions of Americans strongly believe that marriage should be between one man and one woman. In fact, thirty-two states have voted in defense of traditional marriage between one woman and one man. Out of the states who voted, it is 100% in favor of traditional marriage.NBC's "The New Normal" is attempting to desensitize America and our children4.
Il corsivo è mio. 25 righe di discorsi altamente politici e religiosi e una brevissima menzione alla fine ai children... E Libero non ne fa menzione.

Democratici e tolleranti non c'è che dire! Ma almeno One Million Mom ha il coraggio delle proprie opinioni.
Quelli di Libero invece ingannano e forniscono informazioni parziali.
Come al solito.





per voi che non leggete l'inglese

1 Mamma, sei stufa dell'immondizia che segmenti della nostra società, in particolare i media di intrattenimento, stanno gettando ai nostri figli? Sei stanca di tutte le influenze negative cui i nostri figli sono costretti a fare i conti ? Se è così, Ti invitiamo a diventare un membro di OneMillionMoms.com.

     OneMillionMoms.com è stata fondata per dare una capacità di impatto alle mamme con chi prende le decisioni e far loro sapere che sono arrabbiate con i messaggi che stanno inviando ai nostri figli ed il tipo di  valori (o la mancanza di essi) che stanno promuovendo.

     Il nostro obiettivo è quello di fermare lo sfruttamento dei nostri figli, soprattutto da parte dei media di intrattenimento (TV, musica, film, ecc.) Mamme, OneMillionMoms.com è lo strumento più potente che avete per andare contro l'immoralità, la violenza, la volgarità e le parolacce che l'intrattenimento multimediale sta gettando ai vostri figli. E' tempo di reagire!
2 Il Canale ABC Family ha diversi programmi anti-famiglia, e stanno pensando di aggiungerne altri alla lista.
[The Foster è] Il pilota di una nuova serie prodotto dalla società  di Jennifer Lopez, Nuyorican, su una coppia lesbica e la sua famiglia diversa. (...) Ancora non è stata indicata la data della messa in onda ma One million Mom ha voluto suonare l'allarme in merito a questa nuova serie. Anche se sono nelle fasi iniziali Sarà in onda sulla rete presto se non facciamo qualcosa al riguardo. 

     ABC Family ha riferito che il pilota edlla nuova seriet tv in lavorazione con il titolo "The Foster" parla di due donne che allevano un mix del 21° secolo, una familgia multi-etnica di bambini in affido e di bambini biologici. Mentre laffido e l'adozione sono una cosa meravigliosa e la Bibbia ci insegna ad aiutare gli orfani,
questo programma sta tentando di ridefinire il matrimonio e la famiglia tramite la srtoia di due mamme che crescono questi figli insieme. One million Mom non è sicuro di come la spiegazione sarà data su come i figli biologici sono stati concepiti. Niente di tutto questo materiale ha un  contenuto accettabile per uno show familiare.


3 Hollywood continua a promuovere un ordine del giorno che affermi che l'omosessualità è accettabile quando le Sacre Scritture affermano che è un peccato. Come cristiani, la Bibbia dice anche che dobbiamo parlare contro il peccato. Se rimaniamo in silenzio, allora siamo colpevoli di peccato anche noi.

4 "The New Normal" parla di una coppia omosessuale che cerca una donna che faccia loro da madre surrogata per il loro bambino. Attraverso il personaggio della nonna, il teelfilm prende in giro chi non è d'accordo con la loro scelta di vita peccaminosa e si riferisce a coloro che si oppongono alla loro decisione come a persone intolleranti e bigotte.

Il terzo episodio è stato per lo più un dibattito politico in gran parte pro-Obama e anti-Romney. dalla citazione della associazione Planned Parenthood, ai diritti delle donne (sebbene la parola non sia mai venuta fuori era chiaro ciò che il programma è pro-aborto), il matrimonio tra persone dello stesso sesso e l'assistenza sanitaria per tutti sono stati i temi controversi discussi durante l'episodio di 30 minuti.
Lo spettacolo è stato una piattaforma per l'agenda liberale. Il programma è stato anche estremamente razzista e ha reso chiunque abbia valori tradizionali come se fosse razzista. Si tratta di una falsa rappresentazione. Come quando alla fine un uomo afro-americano ha rivelato che era un repubblicano. Un telefilm avvilente per i conservatori e degradante per la comunità nera.

(...)

NBC sta utilizzando onde radio pubbliche per continuare a sottoporre le famiglie al decadimento della morale e dei valori, sminuire la santità del matrimonio e il tentativo di ridefinire il matrimonio. Questo programma è dannoso per la nostra società e dannoso per la nostra cultura.

Milioni di americani sono infatti convinti che il matrimonio deve essere tra un uomo e una donna. In realtà, 32 stati hanno votato in difesa del matrimonio tradizionale tra una donna e un uomo. Fuori degli Stati che hanno votato, il 100% è a favore del matrimonio tradizionale "The New Normal" sta tentando di desensibilizzare l'America e i nostri figli.

  

4 ottobre 2012

Roma Fiction Fest 2012: Ultimo giorno (1)


Due gli omaggi a Tony Scott, che assieme al fratello Ridley cura molte produzioni statunitensi e non solo di fiction.

Se un pregio Labyrinth la miniserie i due parti di 90' l'una)  ce l'ha è quello di fare odiare ancora di più, se possibile, l'operato criminale della Chiesa e la follia insita in ogni religione, per il timido, vago e storicamente mistificato riferimento allo sterminio dei Catari. Il resto è puro intrattenimento statunitense (anche se la serie è una coproduzione Sudafricana-tedesca e il regista è inglese, come l'autrice del libro dal quale la miniserie è tratta) con un'alternanza tra 2012 e 1212 che fa sopportare la mini-serie (quando ti annoia una delle due ambientazioni ecco che si passa all'altra).
Nel cast Katie MacGrath che deve stare attenta a non farsi fossilizzare sempre nello stesso ruolo, un'altra cattiva, sorella bastarda, nel medioevo, come già in Merlin. Ma qui si vede nuda mentre il cognato la prende da dietro (in una scena inutile che umilia solo le donne, e l'attrice).
Gerini, nel cast anche lei, è espressiva come una maschera voodoo...

Tutto il resto è noia.

World Without End è ancora peggio della serie precedente.

Anche in questa serie si vede un uomo che prende da dietro una donna (la regina Isabella  ma qui sono vestiti a differenza di Labyrinth.
Una serie talmente violenta e disgustosamente maschilista che la morte per suicidio di Tony Scott appare  un  risarcimento.  Tra incesti, donne che uccidono cognate e fratelli non si sa nemmeno per quale vero tornaconto, padri che scopano le figlie, figli di re froci che sono frocetti a loro volta per come si comportano nei confronti delle madri cui viene detto di essere mignotte, tutti quelli che hanno partecipato a questa serie dovrebbero morire e anche i loro familiari. Mi dispiace solo per Miranda Richardson che, anche se si vede per poche scene, è complice di una serie di merda e nella merda dovrebbe affogare anche lei. Intanto Tony Scott è morto. Meno uno. Il tutto dalla pen(n)a di Ken Folett che sta alla letteratura come io sto alla magrezza.
Alla faccia dell'omaggio.

3 ottobre 2012

Roma Fiction Fest giorno 3 (1)

E dopo i blackout di ieri, causa sciopero Atac, che mi ha impedito di vedere anche l'ultimo film tv in programma lunedì sera, sono di nuovo all'Auditorium a scrivere per Voi.

Due le anteprime che ho visto stamane.
Lylyhammer, una coproduzione Norvegese - Statunitense che vede Frank "The Fixer" Tagliano (Steven Van Zandt, alias Little Steven), un boss mafioso di New York rifugiarsi in un paesino della Norvegia (che l'uomo conosce dalle olimpiadi del 95) per sottrarsi alla vendetta del suo clan che lo voleva fare fuori (e l'uomo si è rivolto ala polizia...).
Uno scontro di differenti culture dove però ogni posto è paese i una produzione interessante con degli attori (e attrici) in stato di grazia.

Chloe Sevigny è Mia, la protagoita di Hit & Miss  serie british creata da Paul Abbott.
Mia è una giovane trans (e non UN trans come è transfobicamente scritto nel programma ufficiale) non operata (le vediamo il pipolo nel teaser) che fa di professione la killer per un boss.
Una lettera la informa che Wendy la compagna che ha amato quando era ancora Ryan ha avuto un figlio da lui che ora ha 11 anni e che sta morendo di cancro.

Mia deve dunque avere a che fare non solo con suo figlio che ha lo stesso suo nome da uomo, ma anche con Ravi, Leoni e Levy di 16 15 e 8 anni altri tre figi della donna appena morta.

Se soprassediamo al fatto che una trans sia una killer e che la novità del personaggio scaturisce dallo slittamento derivante dagli stereotipi di genere - la giovane esile che atterra un uomo grosso il doppio di lei e dal fatto che il personaggio sia interpretato da una donna biologica... - la serie è interessante nel mostrare il rapporto tra Mia e la sua nuova famiglia (Mia risponde alle domande disarmanti di Ryan  e di Levy con una sincerità deliziosa) e sa farsi vedere...

Grand Hotel, serie di produzione spagnola ambientata agli inizi del secolo scorso è un cocktail di storia e giallo con attori e attrici bellissime e quasi sempre troppo moderni per essere credibili che però sa incuriosire, se ti piace il genere  anche se affronta i soliti argomenti: amori, segreti inconfessabili, omicidi, matrimoni di interesse, mamme cattive, figlie ambiziose... La regia è però di qualità cinematografica.
Ancora inedita in Italia.


Molto interessante  Suskunlar serie turca che ricorda molto Sleepers di Barry Levinson: quattro  ragazzini in un istituto di correzione per aver ferito un uomo guidando un camioncino che hanno rubato (per i dolci che conteneva). Subiscono violenze dai guardiani e dagli altri ospiti de centro (anche sessuali). Da adulti si rivedono per caso (avevano deciso di dimenticare e non vedersi più) e sono decisi  a vendicarsi.
Interessante per la provenienza  perché a produrla e scriverla è una dona, per conoscere l'autonomia narrativa turca in un prodotto sicuramente pensato per il mercato internazionale.

In Argentina  c'è una serie di fiction Televisión x la Inclusión   dedicata all'inclusione, contro ogni forma di discriminazione che si rifà a casi davvero accaduti e trasformandoli in fiction ne propone una versione spettacolarizzata ma che si impone anche come documento. Matonaje Escolar L'episodio proposto alla festa è quello contro il bullismo. Un ragazzo vittima del bullo della classe che ha il vizio di spogliare nudi tutti i compagni e prendere come trofeo le loro mutande, fa in modo che i  complici del bullo si autodenuncino facendo credere a tutti che lui, la vittima, a compiuto un gesto insano contro il bullo...
Un episodio nel quale gli adulti sono rimessi alle proprie responsabilità e i bulli snidati da una mossa intelligente di un ragazzo e una ragazza che sono fidanzati.

2 ottobre 2012

Fiction Fest gionro primo (2)

Nel pomeriggio/serata  del primo giorno di Fiction Fest  ho visto due serie british e una francese.





 
La prima Top Boy di Ronan Bennet  è una miniserie che non dice davero nula di nuvo ma racconta di guera tra bande rivali di saccaiotori, neri ma a capo cè un biao e di due aolescenti che si troao loro malrado coinvlti nello spacio e lea lotta di potere. Verboso, prevedibie, un po' iutile. Ma girato e iterpretato agistralmente slo come in UK sano fare. Andato in onda l'ano scorso (quasi su Channel for le 4 parti sono sttae programate in qiattro serate di seguito.
Come dire leviamoci subito il dente...











Accused è una serie creata da Jimmy Govern che presenta per ogni episodio un diverso perosnaggio accusato di un qualche crimine.
L'episodio programato, il primo della seconda stagione, vede Simon un professore di Inglese che la sera va nei locali vestito da donna, col nome di Tracy, con scarso sucesso. 
Incontra un Tony uomo sposato col quale intese una relazione finchè scoperto dalla moglie Tony la uccide e accusa Tracy di complicità. Bella a stroia tra i due omini. I cambiamenti di Simon a scuola e le reazioni femmiili quando scopre che la moglie del suo amante è vivsa e vegeta (l'uomo aveva detto di essere vedovo). Però perchè nel 2012 un gay sente di doversi vestire da dona perchè un gay nascosto nell'armadio quando messo alle strette invece di ammettere la propria omosessualità dà di matto e diventa asasino?
Insoma i froci sono tutti psicopatici o donne mancate.
E nonostate la bravura immensa di Sean Bean  la storia è davvero omofobica e too odd


E' poi la volta di Ainsi Soient-Ils  serie francese di Rodolphe Tissot che raconta della vocazione di cinque ragazzi che vanno a fare il semniario nel più prestigioso convento di Francia a Parigi: il Convento dei Capuccini. Tra fede, omertà, giochi di potere tra vescovi, ispezioni vaticane uno spaccato interessante della vocazione e della Chiesa Francese di oggi.

Poi invece di veere un film tv sempre francese soo tornato a casa per via dello sciopero...

Il delirio del giornalismo italiano. Sul sito del messaggero: Taranto, partorisce e si sbarazza del feto Interrogata donna 25enne


Dunque quando una donna abortisce, come scrisse Dreyfus, il ginecologo le estirpa il figlio e lo getta via.

Invece quando una donna ha partorito, il neonato, il bambino, diventa feto!





Siamo alla follia!

Ma che domande fanno a questi quando fanno l'esame di stato per diventare giornalisti?!?! Di che colore era il cavallo bianco di Napoleone?

La lotta al sessismo nella lingua italiana: una battaglia contro i mulini al vento?

Sarà che lo sciopero degli autobus mi costringe a casa, saranno le mie condizioni economico lavorative che mi rendono più precario che mai, ma in questa battaglia contro il sessismo nella lingua italiana mi sento più solo che mail.

Sono tanti, troppi, gli esempi che noto ogni giorno non solo sui giornali e sulla rete, ma anche nel quotidiano comunicare interpersonale.

Mi hai spaventato! ho Sentito dire ieri a una ragazza.

Quello che mi deprime è che anche quando la gammatica consente entrambe le forme le donne non sentano il bisogno di usare l'accordo che più le identifica e le presenta al mondo.

Ancora più deprimente l'impiego dell'articolo determinativo prima del cognome di donne, La Polverini, che è stato difeso, con argomentazioni inconsistenti (è una tradizione dialettale, un mio amico, militante lgbt) lo impone la grammatica (?!?!) una donna, giornalista, della mia età...
In ogni caso non solo il problema non viene percepito (mi rendo conto che questi sono esempi minimi del sessismo nella lingua c'è ben di peggio) ma io vengo recepito come uno che cerca il pelo nell'uovo, che fa una critica ideologica (come se la loro non lo fosse...).

Dalla mia parte ho solo Edda Billi e Alma Sabatini più di recente Cecilia Robustelli molti siti sulla rete, eppure, i nostri quotidiani producono dei titoli ridicoli come questo:


Oppure oggi quest'altro capolavoro:


Dove LA polverini è indicata come IL presidente.

A parte il fatto che io più che Don Chisciotte posso essere Sancho Panza, ma che fatica andare da solo contro i mulini al vento...

1 ottobre 2012

Roma Fiction Fest 2012 primo vero giorno di programmazione (1)

Dopo la giornata di ieri dedicata interamente ai bambini e alle loro famiglie oggi si apre veramente la settima edizione del Roma Fiction Fest, la seconda edizione sproporzionatamente (per il numero di avventori e avventirci) ospitata all'Auditorium parco della musica.
Mentre le proiezioni ufficiali devono ancora cominciare mentre scrivo, dalle nove di stamane si è già mesa in moto l'alacre macchina della festa che ha organizzato le prime proiezioni anticipate per la stampa, più un incontro con i rappresentanti del BBC Worlwide ltd, una delle due realtà produttive straniere che la festa è riuscita a contattare nel poco tempo, così ha spiegato il direttre artistico Stefano della Casa, a disposizione visto il tardivo via a questa sesta edizione. 

Great Expectation (UK, 2011) di Brian Kirk è un omaggio a uno dei grandi classici della letteratura inglese che la BBC tiene in massima cosiderazione.
Durante la conferenza stampa di presentazione della BBC Worldwide ltd. un giornalista (di Milano...) ha chiesto come mai la creatività inglese si sposa con i classici (altre due serie presenti alla festa sono Sherlock, da Conand Doyle e Sinbad). La risposta, meravigliata, di Steve Macallister President and Managing Director sales & Distribution,  è stata, naturalente, che la Gran Bretagna ha la fottuna di avere un passato letterario degno di nota. Ma questo alla borghesia più ignorante d'europa (e se Pasolini lo diceva già quasi 50 fa figuruamoci oggi...) non passa per la mente. Se poi pensiamo alla grande letteratura popolare inglese dell'800 e la confrontiamo con quella nostra... Va beh.






Great Expectation  è meravigliosamente prodotto, diretto, e interpretato con una qualità no, non da cinema, ma da BBC, e un cast nevole (da Gillian Anderson nel ruolo di Miss Havisham a Pimp che, nella versione di giovane adulto è interpretato da Douglas Booth - il giovane spazzino povero di cui si innamora Isherwood nell'ultimo film BBC sul grande scrittore british Christopher and His Kind (UK, 2011) di Geoffrey Sux -,  dalla belleza troppo moderna per il ruolo ma che lascia comunque davvero senza fiato.

Un appunto alla riduzione del romanzo che è stramaleddettamente seria mentre il registro narrativo originale di Dickens  è sull'ironico spinto. Ma tant'è.
Questa è fiction e non storia (della letteratura).
Una minserie di 3 puntate da 50' l'una, andate in onda in patria a dicembre del 2011  (anche se sul programma ufficiale della festa è presentato come anteprima internazionale e che invece si può già acquistare in dvd) e che noi ancora non si sa se e quando vedremo.

Da vedere, la proiezione ufficiale è stasera ale 20 e 30 in Sala Petrassi.
E, magari, da rileggere, o leggere, il libro che un ripasso ai clasisci non fa mai male.

La vera sopresa è stato Ripper Street di Richard Warlow (Mistresses, Waking The Dead),  che sulla carta si presentava come l'ennesima fiction su Jack lo squartatore mentre è una serie ambientata durante i suoi giorni ma che parla di altri omicidi (compresi i primi snuff movie quando ancora il cinematografo dei umière non era stato inventato...) con delle ricostruzioni d'epoca come solo gli inglesi sanno fare e un cast stavolta davvero azzecato e con facce meno belle di quella di Booth,  ma altrettanto incisive come quella del protagonista Matthew Macfadyen che non  certo da buttar via.
Una serie tecnologica, dove la tecnologia è quella del'800 e anche conqualche violenza, quella, ahinoi, senza età.

Deludenti le due sit com (senza risate pre registrate) statnitensit, provinciali come solo gli americani sanno fare.

The New Normal creata da Ryan Murphy e Allison Adler per la NBC, trasmessa negli States dallo scorso 10 settembre, vede David e Bryan, coppia gay di Beverly Hills - ricca e capricciosa -  alla ricerca di una madre surrogata per coronare il loro sogno di omogenitorialità. Jane, la nonna della madre surrogata Goldie si oppine alla scelta della nipote (anche suo marito era bisex ma lei gli è rimasto fedele nnostante tutto).
Bryan è la classica checca quella che piace tanto al cinema mainstream Bryan vede lo sport in tv (ma poi piange davanti a Goldie temendo di non essere un buon padre, si sa i gay sono sensibili). Si scherza in maniera troppo sopra le righe su temi sensibili e l'assunto centrale della sit com fa vomitare: tra nane (letterali) che mettono al mondo figlie normali e prostitute cinquantenni che ricorrono alla procreazione assistita l'a-normale (abnormal) dice la checca al suo fidanzato straight è il nuovo normale (da cui il titolo della serie). Capito? Non usciamo dall'alveo dell'omosessualità come accidente tollerato e tutelato in quanto minoranza anormale.
Gli americani sono ormai da soli in un crinale pericoloso che li distanzia sempre più dall'Europa. Beh non dall'Italia.
Unico elemento di rilievo della serie è Ellen Barkin che interpreta Jamie, la nonna di Goldie, la madre surrogata dei due froci.

Don't Trust the B.... in Apartment 23 ruota attorno alla vita di due giovani donne. La prima neoassunta in una banch appena chius per indagini giudiziarie, la seconda che truffa le coinquiline cui affitta una stanza della sua casa chiednedo un cospicuo anticipo e inducendo poi la neocoinquilina ad andarsene comprotandosi in maniera insopportabile (vi ricorda qualcosa?).
L'utima ingenua coinquilina però non demorde e le due ragaze diventano amiche. Peccato che nonostante le premesse interessanti (il problema del lavoro, gli inganni delle banche) si va ubito a parare nel sesso (un vicino onanista che si tocca guardando le due ragazze dalla finestra; un fidanzato fedigrafo e facilmente seducibile) mentre l'amore  sembra l'unico elemento importante per una donna.
Nella serie è presente anche James Van Der Beek, l'attore che interpretò Dawson in Dawson's Creek, nel ruolo di se stesso.

Insomma UK 1   USA 0.

Durante la conferenza stampa di presentazone della Master Class di David S. Goyer (sceneggiatore di Batman Begins, The Dark Knights Rises)  che ci ha parlato della nuova serie coprodotta da Fox e BBC Da Vinci's Demons, David ha racontato come gli sarebbe piaciuto girare in Italia se avesse ricevuto i permessi per farlo, e poi ci ha detto di come il govenro inglese ha dato molti soldi per aiutarli a costruire praticamente dal nulla un nuovo mega studio di produzione nel Galles, che è uno dei più grandi d'Europa (non dimenticate che la BBC è la rai inglese con tutte le differenze del caso...) insoma soldi pubblci per il lavoro publico, prorio come qui da noi.

Due righe appena nvece per la webseries Kubric Una storia porno, ideata e diretta da Ludovico Bessegato, la prima (e unica) produzione italiana che ho avuto la sfortuna di vedere, che racconta di tre giovani ragazzi  Dante, Sergio e Nico  con il pallino del cinema che si ritrovano a fare film porno. La webserie  tocca tutti ma proprio tutti i luoghi comuni del caso: i tre provinano gli attori assistendo a una loro sega dal vivo (schifandosi  e imbarazzandosi...), provinano le donne senza dire loro che si ratta di una produzione porno, e si riducono a cercare le attrici tra le prostitue (dell'est...) mentre la vicina di casa di cui è innamorato uno dei tre ragazzi si propone come pornoattrice ferendo i sentimenti del nostro... Insmma atro che maschilismo e sfruttento del'immagine femiile, qui i vei sesbili sono i macieti mentre le onne non hanno probemi a prenderlo in bocca al primo venuto...
Capita l'aria italica e fascistissima he appesta la webserie?

Il berlsuconismo ce lo abbiamo nel dna...




bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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