28 febbraio 2014

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Ancora sull'articolo di Mariuccia Ciotta su Pagina99: razzismo e disinformazione.

Sì. Avete letto bene. Razzismo.

Non mi spiego altrimenti l'infelice giro di parole " all'insegna di un oscar meno pallido" per riferirsi al film 12 anni schiavo che parla di schiavitù ed è diretto da un artista nero (altre volte parla di uomini di colore e arriva addirittura a scrivere Mai nessuno del suo colore lo ha vinto intendendo dire che nessuno afro americano ha mai vinto un oscar (presumiamo per la regia...).
Per quanto riguarda la disinformazione l'articolo dovrebbe informarci sulla sperequazione di genere e di età (otre che etnica) delle seimila persone che assegnano gli Oscar, invece l'ultima lunga colonna è un inutile imparzialissimo elenco di informazioni inutili: i nomi dei vari teatri in cui si è svolta la cerimonia e alcuni esempi dei clamoroso successi e delusioni, prese  così a caso, invece di commentare la colonna di grafici e andati che campeggia a fianco dell'articolo (la cui responsabilità non è forse di Mariuccia ma editoriale, ma tant'è).

Mariuccia per esempio scrive che il New York Times due anni fa sganciò una bomba di immane potenza (...) rivelando che l'istituzione non rappresentava affatto la composizone etnica, generazionale e di genere del paese.

In realtà fu il Los Angeles Times a pubblicare i risultati di uno studio di sua commissione che fa una analisi approfondita di chi sono i seimila membri, una fonte preziosa dalla quale Mariuccia avrebbe potuto trarre qualche informazione di più sul tema forte dell'articolo (la maggioranza quasi assoluta di maschi e bianchi9 invece di ammannirci un elenco di tutti i teatri in cui si è svolta al cerimonia degli oscar in tutti questi anni che chiunque di noi avrebbe potuto tranquillamente scaricare da internet. E certo io non pago un euro e cinquanta centesimi per leggere un riassunto (fatto male) di quel che posso leggere gratis sulla rete per conto mio.

Insomma proprio un articolo improvvisato...

Lettera aperta a Mariuccia Ciotta e, per conoscenza, al direttore Emanuele Bevilaqua e alla condirettrice Roberta Carlini di Pagina99

Cara Mariuccia,
ti leggo da quando andavo al liceo, ormai tanti anni fa.
Ti ritrovo con gioia su Pagina99 ora che il manifesto è diventato un giornale illeggibile, maschilista e misogino a differenza di Pagina99 che mette molta cura nell'evitare quel linguaggio sessista della lingua italiana che imparai a notare  tanti anni fa proprio grazie al manifesto (che allora era tutt'altro giornale) e al libro di Alma Sabatini Il sesssismo della lingua italiana.

Stamani leggo con interesse il tuo articolo 4 chili d'oro, 86 volte Oscar, e mi addolora dirti che l'ho trovato insopportabilmente sessista, un uso ridicolo, soprattutto in un articolo nel quale si denuncia la sperequazione dei generi (e delle etnie) nella rappresentanza delle seimila persone votanti per gli Oscar (maschile al 79%).

Nel tuo articolo  parli solo di "vincitori che fra poche ore saliranno sul palco" omettendo le vincitrici, che, pure, ci saranno, secondo la pessima usanza di usare il maschile  per sottintendere anche il femminile... Lo stesso fai, poche righe dopo, quando parli solamente dei divi (come se le dive non esistessero...)

Lo stesso fai quando citi le lamentele di Denzel Washington "quando inviò l'Academy a tener conto della mancata rappresentanza delle minoranze., il 12% di neri e il 15% di ispanici" tutto sessisticamente al maschile quando potevi ben scrivere "quando inviò l'Academy a tener conto della mancata rappresentanza delle minoranze., il 12% di PERSONE nere e il 15% di PERSONE ispaniche".

Paradossalmente quando c'è da specificare il sesso usi un linguaggio neutro "(...) [l'associazone]  ha nominato come presidente Cheryl Boone Isaac, giovane e black."

Tanto che per specificare che si tratta di una donna (Cheryl non è un nome chiaramente femminile per chi non sa l'inglese) usi il sostantivo signora... Dubito che, si fosse trattato di un uomo, avresti  usato la parola signore.

Altro uso infelice del genere è quando scrivi La voglia di compromesso ha suggerito anche la scelta del presentatore   della "notte delle stelle", Ellen Defeneres, che è una donna!!!

Bastava scrivere ""La voglia di compromesso ha suggerito anche a chi far presentare la "notte delle stelle", Ellen Degeneres.

A proposito, la battuta sul cognome (tu veramente dici nome) di Ellen (che fu ostracizzata dalla tv statunitense  subito dopo che fece coming out...) che è tutto un programma avrà forse senso per la lingua italiana, però  in inglese genere si dice gender e Degeneres in quella  lingua rimane solo un cognome.

Il tuo capolavoro sessista  è però quel ridicolo (per non dire peggio) "il muscoloso uomo d'oro, d'altra parte è andato una sola volta a una regista donna" dove commetti due orrori. (sì sì, orrori, non errori)

Scrivere Una regista donna è inutilmente pleonastico perché il sesso della professionista  già si evince dall'articolo una.
Una regista.
Non può che essere donna, altrimenti era "un".

Una regista donna ?

Non sogneresti mai di scrivere un regista uomo, perché evidentemente, anche tu, come il resto dell'Italia sessista, percepisci la professione della regia cinematografica squisitamente naturalmente  maschile.
 
Direi di più. 

Scrivere  una regista donna è una specificazione non solo sessista ma anche maschilista (guardate che quel regista è una donna). Una donna non è regista e basta, visto che il termine è ambigenere, è una regista donna che la differenzia dal regista e basta che è solo ed esclusivamente  maschile.

Mi dirai che volevi specificare proprio il fatto che fosse donna.
Avresti dovuto scrivere allora  una donna regista dove dai il giusto peso al sesso rispetto la professione e non il contrario, altrimenti bastava una regista: in quel'una c'è già tutta la specificazione di genere di cui abbiamo bisogno...

Non devo certo spiegare l'importanza del contrasto al sessismo della lingua, ricordo solo come molti, moltissimi protocolli sono stati approvati in centinaia  di comuni italiani (per tacere della direttiva europea del 2009).

Trovo offensivo e intellettualmente misero questo frasario sessista e ti chiedo, ti imploro,  di cambiarlo perché questo linguaggio, al di là delle tue intenzioni, porta con sé una discriminazione e un pregiudizio contro le donne  irricevibile e intollerabile.

Esorto il direttore e la condirettrice di Pagina99 a controllare anche penne celebri come la tua e intervenire per evitare che scivoloni grossolani  come questo possano fare di un giornale  molto interessante uno dei tanti fogliacci sessisti.

Perché per il sessismo della lingua oggi bisogna avere tolleranza zero.

E non vorrei smettere di comperare anche questo giornale che finora mi era piaciuto tanto.

Alessandro Paesano
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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