15 luglio 2008

(some of) my favourite things


Andare al negozio dove potevamo acquistare verdure di coltivazione biologica e ogni volta comprare anche un piccolo gioco educativo, un libro, un opuscolo, un dépliant per cercare di inquinare dimeno il mondo e conoscerne meglio meccanismi e forme di vita del pianeta Terra.
Decidere cosa cucinare per cena o se andare al ristorante cinese delle nostre amiche Ru e Zu oppure farsi portare le portate a casa, oppure da Barbara e Daniela, o una pizza vicino il Malpighi.
Andare a un'anteprima stampa, vedere il film e poi, in macchina litigare perchè non ci piacevano mai gli stessi film.
Contemplare la nostra casa rimessa a nuovo, tutta di toni verdi e arancioni e condividerne l'accoglienza con i nostri amici.
Tirare tardi a letto a guardare episodi della nostra serie preferita (Buffy l'ammazza vampiri).
Uscire per andare ovunque, in macchina, con la nostra musica che suona nello stereo e io che non vorrei mai uscire dall'abitacolo perché provavo un senso magnifico di felicità pregressa nell'assaporare tutto quello che possiamo fare dopo insieme.
i sabati pomeriggi dedicati alla cernita di cd da Revolver e poi tornare a casa e ascoltare ciò che avevamo comperato...
Ecco qualcuna delle favourite things che DA mi ha portato via da quando ha deciso di cambiare compagno e vita.



Io da allora "non sono morto né guarito" sono uno zombie che passeggia smarrito tra le macerie di una vita che non c'è più, come in un episodio di Star Trek Voyager ma senza tricorder e senza la saggezza del capitano Janeway...

Discriminazione o privilegio?

Gli tolsero la patente perché gay
Ora verrà risarcito con 100mila euro

Alla visita di leva si dichiarò omosessuale: per questo, in base a supposti 'squilibri psicofisici', nel 2001 la motorizzazione avviò l'iter di revisione della patente. Il legale: "Sentenza pilota"

Danilo Giuffrida: gli è stata tolta la patente perché gay Roma, 12 luglio 2008 - I ministri pro tempore delle Infrastrutture e Trasporti e della Difesa dovranno versare la somma di 100mila euro, e sostenere le spese processuali pari a circa 11mila euro, a titolo di risarcimento del danno morale a Danilo Giuffrida, il 27enne per il quale l'ufficio della motorizzazione civile di Catania nel 2001 avviò l'iter di revisione della patente di guida a causa di supposti suqilibri psicofisici dopo che alla visita di leva all'ospedale militare di Augusta dichiarò di essere omosessuale.

A deciderlo è stato ieri il presidente della quinta sezione civile del Tribunale di Catania, Ezio Cannata Baratta.
Giuffrida fu esonerato dal servizio di leva per "disturbi della identità sessuale" e la motorizzazione, dopo una comunicazione dell'ospedale militare da cui risultava che il giovane "non era in possesso dei requisiti di idoneità psicofisica legalmente richiesti per la condotta di automezzi", dispose la revisione della patente di guida "mediante un nuovo esame di idoneità psicofisica".

Giuffrida aveva presentato ricorso, difeso dall'avvocato Giuseppe Lipera, al Tar di Catania che, "poichè l'omosessualità non rientra nella categoria di malattia psichica", aveva già sospeso il provvedimento preso dalla motorizzazione "anche tenendo conto del grave pregiudizio morale che da esso consegue". I legali poi avevano presentato ai ministeri della Difesa e dei Trasporti, una richiesta di risarcimento di 500mila euro per danni morali e, in primo grado, ne hanno ottenuti 100mila. I ministeri dovranno pagare anche agli interessi legali dalla data della sentenza e, in solido, le spese processuali.

"I comportamenti tenuti dalle due amministrazioni appaiono in evidente discriminazione sessuale del Giuffrida e in evidente dispregio dei principi costituzionali'', scrive il giudice Ezio Cannata Baratta. Secondo il presidente della quinta sezione civile del Tribunale di Catania ''i comportamenti dei due ministeri'' avrebbero ''cagionato un grave danno al Giuffrida costituito dalla grave sofferenza morale cagionata dall'umiliante discriminazione subita''.

''Il comportamento delle due amministrazioni - scrive il giudice- ha gravemente offeso ed oltraggiato la personalita' del Giuffrida in uno dei suoi aspetti piu' sensibili ed ha indotto nello stesso un grave sentimento di sfiducia nei confronti dello Stato percepito come vessatorio nell'esprimere e realizzare la sua personalita' nel mondo esterno''.

L'avvocato del giovane, Giuseppe Lipera, afferma che si tratta della prima sentenza del genere in Italia: "il giudice punisce il danno esistenziale di una persona che viene discriminata dallo Stato perche' omosessuale''. ''La quantificazione del risarcimento - continua il legale - e' irrilevante rispetto al danno subito dal mio assistito per questo auspico che il presidente del Consiglio dei ministri convochi Giuffrida e gli chieda scusa a nome dello Stato e di tutti gli italiani''.

L'ARCIGAY: SERVE UNA LEGGE

"Ogni tanto i tribunali italiani ricordano alla politica che non è possibile discriminare a causa dell`orientamento sessuale gay". Così Aurelio Mancuso, presidente nazionale dell'Arcigay, commenta il risarcimento per danni morali al quale sono stati condannati i ministeri della Difesa e dei Trasporti nei confronti di Danilo Giuffrida, cui la motorizzazione di Catania voleva revocare la patente di guida in quanto affetto da disturbi psichici legati alla sua omosessualità.

"In questo paese, dove non esiste una norma complessiva che tuteli dalle discriminazioni per orientamento sessuale - dice Mancuso in una nota - può accadere che la pubblica amministrazione, come i privati, possano mettere in atto azioni lesive della dignità delle persone.
Nell`esprimere la nostra gioia e sostegno alla vittoria ottenuta da Danilo, denunciamo come sia insostenibile che un grande paese europeo non si sia ancora addottato di una legge, che finalmente blocchi sul nascere i tentativi di discriminare le persone lgbt".
(dal sito quotidiani.net)

Ricordo nel 1991, quando la Raitre si occupò di omosessualità, in prima serata, con una diretta condotta dall'allora esordiente (in video) Gad Lerner, in uno studio tutto rosa, dove parlarono solo uomini, e Graziella Bertozzo, presidente di Arcilesbica, poté dire la sua solo a 10 minuti dalla fine del programma.
Ricordo che un militare, intervistato circa la posizione dell'esercito italiano nei confronti delle persone omosessuali, disse che non si considerava più l'omosessualità come malattia mentale (motivo per cui sino ad allora un omosessuale veniva riformato) ma si riformavano solo gli omosessuali egodistonici (quelli in conflitto con il proprio orientamento sessuale) mentre quelli egosintonici venivano considerati idonei.

Ora Danilo Giuffrida, dichiarandosi gay, è stato riformato secondo la vecchia normativa (ho cercato di informarmi tramite internet ma ho fatto un buco nell'acqua. Se qualcuno mi vuole evincere gliene sarò eternamente grato) per i suoi "disturbi della identità sessuale".
Ci sono miliardi di motivi per cui un ragazzo non vuole fare il servizio militare e non solo per l'orientamento sessuale, anzi tantissimi etero hanno in passato rifiutato il servizio militare optando per il servizio civile sostituivo, allora adoperato come arma punitiva (ricordo il mi amico Pasquale, ricevere la comunicazione telefonica che lo avvisava di presentarsi, il giorno dopo, in un paesino sperduto dell'Emilia presso il locale comune dove prestare servizio civile...). Danilo poteva scegliere come tutti gli altri il servizio civile, ma ha preferito usare il proprio orientamento sessuale. Intanto sono tante le persone, in passato, che si sono finti gay per evitare il servizio di leva (Io stesso, durante i tre giorni, ricordo un ragazzo vestito con gonna e camicetta...). Per questioni politiche, etiche e di orgoglio personale non mi sognerei mai di usufruire di una legge che riconosce l'omosessualità come malattia pur di sottrarmi non importa a cosa.
Non così Danilo che non ha battuto ciglio, in barba a chi ha usufruito del servizio civile sostituivo per obiezione di coscienza.
Insomma per non fare il servizio militare a Danilo è stato bene farsi discriminare.
Poi quando, IN BASE ALLA STESSA DISCRIMINAZIONE, gli hanno tolto la patente, perché,
dal loro punto di vista assurdo e distorto (e sicuramente in voglia di ripicca), se sei malato di mente per fare il servizio militare lo sei anche per guidare... allora Danilo si è riscoperto orgoglioso di essere gay.
Chi causa il suo mal pianga se stesso.
Invece di denunciare i militari per assurda discriminazione (in un paese dove oggi i generali dicono che i gay sono inadatti al servizio militare, e dove molti gay vorrebbero poter intraprendere la carriera militare malgrado il loro orientamento sessuale), si prende la prima discriminazione che gli fa evitare la naja, ma ricusa la seconda. Troppo comodo!
Un po' di coerenza perdiana!
O combatti entrambe le discriminazioni o te le tieni tutte e due.
Danilo è stato sicuramente discriminato e i veri malati di mente sono alla motrorizazione civile... ma si è comportato come molti italiani che pensano di poter piegare leggi e pregiudizi per un personale tornaconto.
Il suo comportamento fa un pessimo servizio alla causa omosessuale: tutti a parlare dell'assurdità del ritiro della patente (cosa che si commenta da sé) ma nessuno commenta l'altrettanto assurda discriminazione che, nel 2000, esenta un ragazzo dal servizio militare (oggi non più obbligatorio ma volontario) in base al proprio orientamento sessuale.
Credo che Danilo debba una spiegazione a tutti/e i/le cittadini/e italiani/e...

(rivisto e leggermente modificato il 29 luglio 2008)
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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