18 giugno 2008

Permettetemi di dire la mia...

...anche se in ritardo, sulla lettera di Mara Carfagna, ministro per le pari opportunità.


Non sapevo nulla della lettera, ho avuto modo di leggerla grazie al blog di Elisabetta, una giovane ragazza di 19 anni di Como.

La lettera di Carfagna* potete leggerla qui, anche io, come Elisabetta, cito i punti che mi hanno colpito.

La famiglia è da sempre la cellula primaria della società italiana. Essa rappresenta il fondamento del tessuto sociale, spesso funge da vero e proprio strumento di coesione ed ammortizzazione sociale e come tale necessita di tutela.


Ha ragione la ministro**. La famiglia è una delle cellule primarie della società italiana. Per questo non va tutelata ma controllata, monitorata, aggiornata e, quando serve, criticata.
Ora è indubbio che sia all'interno della famiglia che si coltivi (sic) il sessismo, la misoginia, il maschilismo e l'omofobia. In ogni caso non si può avere una visione così religiosa della famiglia. Rispettare o tutelare la famiglia non vuol dire accettare supinamente tutto quel che proviene da essa...
Criticare alcuni valori (sic) su ci si costruisce una certa visione della famiglia non vuol dire voler distruggere La famiglia ma quel tipo di famiglia,q uella concezione di famiglia.
Chi pensa il contrario fa come i cattolici che credono di essere gli unici depositari della morale.
Sbagliato.

Dal momento in cui il 68.3% delle violenze contro le donne si consumano in casa, quindi in un luogo privato, ed il 93% delle donne non denuncia la violenza subita dal partner, emerge drammaticamente il rifiuto da parte delle stesse che preferiscono la strada del silenzio per evitare la reiterazione del comportamento violento, ma anche per mancanza di fiducia nella giustizia. Senza dimenticare che la mancata denuncia è anche un tentativo di circoscrivere la tragedia personale della donna nella ristretta sfera familiare.


Nessuna violenza che avviene contro una donna in quanto donna è privata. E' sempre una questione pubblica che riguarda tutte le cittadine e i cittadini italiani dal presidente della repubblica in giù. Lo stato ha IL DOVERE di tutelare le donne e quant'altri sono vittima del maschilismo.



La famiglia, va ricordato, è anche un luogo di realizzazione per la donna, al pari del mondo del lavoro.


Mi sembra di sentire parlare Mussolini... Manca solo l'aggettivo donnesco.

IL MONDO è il luogo di realizzazione di tutte le donne almeno fin quando non varrà anche la reciproca e cioè che la famiglia è un luogo di realizzazione degli uomini (ma chi può sostenere davvero questa affermazione senza suscitare ilarità?).

Certo è che Carfagna dimostra di non avere competenza alcuna per ricoprire la carica di ministro (ma in questo è in buona compagnia nel resto della compagine governativa) . A chi pensa che il solo fatto che sia donna le dia più competenza in campo di pari opportunità credo che quanto scritto dal ministro abbia confutato questa ipotesi ...suggestiva.


Leggendo i commenti anche di donne sul sito del ministero per le pari opportunità leggendo l'astio nei confronti di CArfagna "ex velina" mi rendo conto che c'è molto lavoro da fare, anche tra le donne, anche a sinistra. E continuo difendere Carfagna dagli ignobili attacchi contro i suoi trascorsi nello mondo dello spettacolo. Chi per criticarla la accusa di continuare ad agitare il culo come ha fatto in passato appartiene alla stessa matrice culturale che ha indotto Carfagna scrivere quel che ha scritto.
Attenzione, non cazzate, ma una visione ben precisa e condivisa di famiglia che va confutata con argomentazioni serie e non con gli insulti.



*ho deciso già da anni di non far precedere mai l'articolo "la" davanti al cognome di una donna per distinguerne il sesso scrivere mai (Berlusconi ma la Carfagna) è una forma di discriminazione, di sessismo, di maschilismo (come molti che si celano nella nostra lingua...) facilmente aggirabile e risolvibile.

** Mi fa sorridere l'uso del neologismo ministra che sa troppo di ministra! Così come non sopporto avvocatessa, o dottoressa. Sono termini al maschile perché storicamente erano lavori di esclusivo appannaggio maschile.
Non è così più da tanto tempo per fortuna ma secondo me la lingua dovrebbe continuare a ricordare le discriminazioni passate. Basta considerare il sostantivo anche femminile senza bisogno di cambiarlo: sono le donne che accedono ai mestieri una volta maschili non i mestieri che si femminilizzano cambiando nome.

Navigando sulla rete...

..ho scoperto il blog di Mary informatissimo e promotore di diverse iniziative.

L'ultimo post racconta un fatto che ha dell'incredibile:

PARMA - Un capotreno delle Ferrovie dello Stato, in servizio sul treno espresso 1920 Palermo-Milano, ha aggredito, insultato con frasi a sfondo razzista e ferito una passeggera cittadina del Ghana, regolarmente in Italia, residente a Palermo e diretta a Parma. L' uomo, residente a Bologna, è stato denunciato dalla Polizia Ferroviaria parmense per abuso d'ufficio, violenza privata, danneggiamento, ingiurie e percosse. L'uomo, alla fermata di Reggio Emilia, aveva cominciato ad insultare la donna perché con le valigie occupava lo spazio adiacente alle porte di ingresso. Poi, dopo averle chiesto il biglietto e visto che doveva scendere a Parma, le ha scaraventato una borsa giù dal treno fermo sul binario. Recuperata la valigia, la donna è comunque riuscita a risalire sul convoglio, appena in tempo prima che ripartisse verso Parma. A quel punto il capotreno le ha prima strappato di mano il biglietto, poi l'ha schiaffeggiata, strattonata ed insultata con frasi a sfondo razzista. Una volta arrivati a Parma la donna, in evidente stato di choc, è scesa dal treno e si è trovata di fronte gli agenti della Polfer. Confrontate le versioni del dipendente Fs (che cercava di attribuire le responsabilità alla passeggera) e della donna, gli agenti si sono insospettiti e sono risaliti ai nomi delle altre persone presenti sul convoglio per raccogliere nuove testimonianze. Queste hanno confermato la versione della vittima e alla fine è scattata la denuncia.

Il fatto è avvenuto lo scorso 14 maggio, ma è stato reso noto solo oggi dalle forze dell'ordine dopo un'attenta verifica delle dichiarazioni rilasciate dal capotreno, dalla donna e dai testimoni. La viaggiatrice aveva subito presentato denuncia alla Polfer, ma allo stesso modo il capotreno aveva imputato alla donna di avere dato in escandescenze in treno. Così gli investigatori hanno sentito vari testimoni per verificare le due versioni contrastanti. "Sporca negra", "schifosi, tornate in Africa", "Berlusconi finalmente vi rimanderà tutti a casa". Sono questi gli insulti che, secondo le testimonianze raccolte dagli agenti della Polizia Ferroviaria, il capotreno avrebbe più volte ripetuto alla cittadina ghanese. La donna, residente a Palermo, stava raggiungendo Parma per fare visita ad alcuni amici e, dopo alcuni giorni, è ritornata in Sicilia. Nella colluttazione con il capotreno la donna ha anche riportato una ferita ad una caviglia, ma non ha fatto ricorso alle cure dei medici. Sui fatti ora indaga la Procura di Reggio Emilia.

APERTA INCHIESTA INTERNA SU VICENDA CAPOTRENO - Sulla vicenda del capotreno denunciato dalla Polfer di Parma dopo l' aggressione e gli insulti razzisti a una viaggiatrice ghanese, il 14 maggio scorso, Trenitalia ha reso noto di avere aperto un'inchiesta interna subito dopo il fatto. "L' episodio - ha precisato - è a conoscenza dell' ufficio gestione del personale di Trenitalia in base a una segnalazione pervenuta da altro personale ferroviario in servizio sullo stesso treno. E' stata avviata un'inchiesta interna per appurare l'esatta dinamica dei fatti e dai risultati dipenderanno eventuali provvedimenti disciplinari, come prevede il contratto collettivo nazionale (si va da sanzioni pecuniarie al licenziamento)". Trenitalia ha sottolineato che "al momento non è stato ricevuto alcun atto ufficiale, come una denuncia da parte della signora o della Polfer. Ma se ci saranno nuovi elementi potranno condizionare l'esito dell'inchiesta interna".

fonte: ansa.it

Come faccio ora a non incazzarmi seriamente? Si ritengano fortunati che io non ero in quel treno li avrei fatti a pezzettini perchè veramente i razzisti non li sopporto poi quando sono di berlusconi ancora peggio. Io mi chiedo nessuno ha intervenuto? possibile che siano diventati tutti complici, razzisti? e poi sono i rumeni quelli che maltrattano le donne e gli individui di etnia italica.. Possibile che il cervello dell'italiano medio è cosi minuscolo che appena sente le parole di uno schifoso nano viene condizionato a tal punto? Ora a questo punto credo che la metà degli italiani non valgono due picche come persone. Aspetto con ansia il licenziamento del capotreno e cominciate a dare lavoro a chi è competente e resta per strada anzichè darlo a cialtroni che non sianno far nemmeno il loro lavoro.

ma andate affanculo!
cliccate qui per leggere il blog originale

Se veramente nessuno sul treno è intervenuto in difesa della donna o per censurare l'italiano medio (che è ahimè sinonimo di sciovinismo, razzismo, machismo, omofobia, ignoranza, superstizione, latrocinio, mafioso, furbetto del quartiere, ma anche vigliacco, leccaculo, forte coi deboli debole coi potenti, insomma, italiano medio no?) il fatto è grave quanto se non più del comportamento del dipendente delle fs (che ha dalla sua l'aggravante di essere non un privato cittadino ma addirittura il capotreno). L'italiano medio in questione deve essere licenziato, spero che presto arrivi la buona notizia. Sarebbe un bel balsamo in un'epoca appena inziata di tempi bui...

Mina da 1 a 50 (5)

Un pomeriggio estivo... canicola e noia... La tv accesa su un film italiano anni 70...
Poi, all'improvviso parte una canzone ed è LEI. Una canzone mai sentita prima, non presente nella discografia ufficiale...
Non la sentivo da 20 anni.

Si tratta de I giorni che ci appartengono dal film La morte risale a ierisera
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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