24 maggio 2009

to Frances

era un pomeriggio
la tua casa spenta come un luna park chiuso
tu eri davanti la tv
a stirare una pila di panni
guardavi mtv
un video di boy george
for the rest of your life
just keep me in mind
ti piacque quel verso
lo cantasti subito
commossa
fu una delle poche volte che ti vidi così vulnerabile
sola
bellissima

dentro di me
senza dirti niente
ti giurai che lo avrei fatto
che ti avrei tenuta in mente

and so I do


Bollettino ufficiale sullo stato del mio umore n° 23

...ciao Frances!




I wish I was a willow
And I could sway to the music in the wind
And I wish I was a lover
I wouldn’t need my costumes and pretend
I wish I was a mountain
I’d pass boldly thru the clouds and never end
I wish I was a soft refrain
When the lights were out I’d play
And be your friend
I strut and fret my hour upon the stage
The hour is up
I have to run and hide my rage
I’m lost again
I think I’m really scared
I won’t be back at all this time
And have my deepest secrets shared


I’d like to be a willow
A lover, a mountain or a soft refrain
But I’d hate to be a grown-up
And have to try to bear my life in pain


I wish I was a soft refrain
When the lights were out I’d play
And be your friend
I strut and fret my hour upon the stage
The hour is up
I have to run and hide my rage
I’m lost again
I think I’m really scared
I won’t be back at all this time
And have my deepest secrets shared

I’d like to be a willow
A lover, a mountain or a soft refrain
But I’d hate to be a grown-up
And have to try to bear my life in pain

8 maggio 2009

Italiani feccia dell'umanità


Cari connazionali, leghisti, fascisti, razzisti, insomma, ITALIANI, ma chi volete prendere in giro?
Davvero pensate che basti fare finta di niente per cancellare la nostra storia recente?
Sì, di quando eravamo noi italiani a essere respinti dal resto d'Europa, e non sto parlando dei primi del 900 quando MILIONI di nostri connazionali emigrarono negli Stati Uniti, ma di "appena" trent'anni fa, quando in Germania, in Svizzera, o nelle zone italiane acquisite dopo la guerra eravamo noi Italiani a essere discriminati, respinti, considerati esseri umani di serie b?

Questa amnesia storica è il primo, peggior segno di un ammanco di civiltà e di cultura di un popolo che ormai non si merita più di essere considerato tale.
E che fra 10 anni in questo paese gli italiani (chi?) saranno una minoranza in un paese pieno di migranti mi fa sperare bene che quei fascisti che hanno occupato il paese vengano finalmente spazzati via e l'Italia sia finalmente restituita a esseri umani che possono chiamarsi tali.

ITALIANI MI FATE ORRORE

Coma

Un giorno, non so quando, devo avere subito un incidente e sono entrato in coma. Da allora vivo in un mondo fittizio, creato dal mio cervello, che non mi fa rendere conto del coma.
Chissà quanto devo essere dimagrito...

























Solo così mi spiego la superficialità delirante in cui vive il mio Paese, i mezzi di informazione, i miei connazionali.

Nei giorni scorsi, quando la Fiat acquista il 35% di Crysler, prima, o quando esprime l'intenzione di acquisire Opel, dopo, tutti gongolavano nazionalisticamente per il prestigio internazionale e per il predominio italiano nell'industria del settore automobilistico.

Nessuno, mentre lo sciovinismo imperversava, ha espresso il timore che, in seguito a queste grandi acquisizioni, come ogni studente al primo anno di economia sa (o dovrebbe sapere), c'è sempre il rischio di tagliare posti di lavoro.

Come si sta dimostrando anche in questo caso.
E oggi, in Italia, tutti cadono dalle palle di Giove (come diceva la mia amica Mariù).

E, i sedicenti di sinistra, quando operai e lavoratori vengono tagliati come un qualsiasi ramo secco, e non come padri e madri di quelle famiglie regolari tanto difese, ahiloro solo a parole, chiedono un intervento dello Stato che garantisca un reddito fino al successivo impiego. Perché se gli operai sono in difficoltà non dipende dal sistema ma da contingenze ad esso esterne.

Quand'è' che finiremo di raccontarci carole e ammettiamo che il sistema funziona proprio perchè paga la mano d'opera un centesimo di quello che la mano d'opera fa fruttare agli imprenditori?

Se l'industria considera la mano d'opera non come persone, esseri umani, ma come numeri, o cambiamo sistema economico, oppure riconosciamo che l'operaio è un lavoratore ad alto rischio e bisogna garantirgli un salario di almeno 7-10 mila euro mensili, in maniera da garantire ex-ante un ammortizzamento in caso di licenziamento.

Perché la cosa pubblica deve aiutare i privati mentre questi non aiutano mai la cosa pubblica?

D'altronde se i calciatori prendono ingaggi milionari perché, poverini (sic!) la loro carriera finisce in giovane età, un operaio, che lavora fino a tardi, invece di vivere della miseria statale della cassa integrazione potrebbe vivere coi soldi di quei padroni che qualcuno, nel secolo scorso, dipingeva con la faccia da maiali.



Perché quando la BCE (la Banca Centrale Europea) presta i soldi alle banche il tasso di interesse scene all'1 % ma se io, cittadino qualunque, quando chiedo un prestito mi vedo applicare un tasso dell'11% ?

Perché 20 milioni di italiani non protestano e radono al suolo ogni banca che si trovano davanti? Ogni istituzione che non garantisce loro i diritti fondamentali della carta costituzionale?

Perché continuiamo a fregarcene delle uscite naziste dei leghisti milanesi?

Perché gli artefici delle nuove leggi razziali che si stanno discutendo in questi giorni in parlamento non vengono arrestati, censurati, neutralizzati?

Perché gli italiani che hanno mandato questi inetti al governo ora non chiedono le loro dimissioni in massa dopo l'ultimo atto nazifascista contro i migranti?

Come si fa a respingere delle persone senza accertarne le generalità, precludendo loro al diritto internazionale di asilo riconosciuto da tutti i paesi civili?

Perché l'Europa e Obama non ci bombardano cancellandoci dalla faccia della terra?

Perché nessuno protesta? In massa, compatti, uniti?

Non c'è altra spiegazione.

Sono caduto in coma e il mondo in cui vivo è il parto della mia fantasia, del mio cervello ferito...

3 maggio 2009

Transessualismo?

Il 22 agosto del 2008 pubblicavo un post su Vladimir Luxuria nel quale, tra le altre cose, facevo delle considerazioni davvero tranchant (ehm...) sul transessualismo:
Vladimir non è nemmeno Trans, perché non si è mai operato, e infatti gli manca del tutto la disperazione che rendei i corpi Trans quel simulacro estremo a un corpo sognato e agognato in maniera così distorta che è tanto più ridicolo perché appare quello che non potrà essere mai (essere una donna non significa avere due tette o una vagina, e, in ogni caso, quella delle trans è tutto tranne che una vagina: niente mestruazioni, niente secrezioni, poca sensibilità al piacere, niente contrazioni pelviche. La vagina delle trans è molto più vicina all'idea che ne hanno gli uomini: è un buco).
Tempo dopo ricevo un commento giustamente incazzato di una trans di Bologna. Nasce un veloce scambio di battute nel quale preciso che le mie sono riserve teoriche ma che, naturalmente, ognuno è libero di fare quel che vuole del proprio corpo... Ma quando lei mi spiega, in un successivo commento, a gennaio di quest'anno, io non le rispondo e lascio cadere la cosa.
Le rispondo adesso, sempre che legga ancora il mio blog, sempre che ne abbia voglia. Ma l'argomento è importante e voglio il parere anche di voi lurker...

Ecco il commento al quale non ho risposto:
dunque.

a livello di clitoride vengono mantenute tutte le terminazione nervose del glande (in effetti, da esso viene ricavata), quindi la clitoride di una trans sente esattamente come quella di una donna genetica.

in più, non vengo toccati i vasi sanguigni, per cui le pareti della vagina - a grandi linee - hanno una stimolazione simile a quella di una donna genetica.

detto questo, è vero, non ci sono mestruazioni (vabbè ma spero che non sia questo ad identificare una donna, sennò tutte le over 50 dove le mettiamo?) né secrezione di liquido vaginale.

quindi la situazione di una trans è molto simile a quella di una donna a cui sono stati asportati utero ed ovaie...

c'è un qualcosa che non va? a mio avviso, no. sono semplicemente situazioni diverse, che vanno trattate per l'appunto in maniera diversa.

le trans operate non godono? e dove sta scritto? semplicemente, si prendono piaceri diversi dalle donne genetiche. e, nel mio caso, sono molto contenta di prendermi dei piaceri diversi dalle donne genetiche.

io non so quale sia il motivo per cui sei concettualmente contro al transessualismo. non so nemmeno se lo voglio sapere. d'altronde, il transessualismo è una strada che, come tutte le strade a questo mondo, non può essere condivisa da tutti - né compresa da tutti. L'unanimismo non esiste. è pura utopia.

detto questo, il mio corpo non andava bene, non rifletteva per nulla la mia personalità, la mia interiorità, le mie fantasie, le mie aspirazioni, e l'ho cambiato. così come avrei cambiato la mia tinta di capelli se non mi fosse andata bene, così come cambierei Bologna se non m'andasse più bene.

perchè questo alone di grevità e pesantezza sul transessualismo, francamente, m'ha stufata (e pure parecchio).

perchè il transessualismo, se non ci fosse l'opprimente stigma sociale a rompere i coglioni, è un percorso bellissimo, che ti porta, come nessun altro, a conoscere il tuo corpo in ogni suo minimo dettaglio, da quando parti a quando sta cambiando a quando arrivi alla mèta.
Le sue argomentazioni, al di là di quel che mi informano e di cui non sapevo, non cambiano la mia perplessità.

Lei afferma che
il mio corpo non andava bene, non rifletteva per nulla la mia personalità, la mia interiorità, le mie fantasie, le mie aspirazioni, e l'ho cambiato.
Ok. Lo capisco. Se sono grasso dimagrisco, se ho le rughe mi opero. Però un conto è cambiarsi il colore dei capelli, cosa reversibile, basta aspettare che ricrescano, un conto è tagliarsi il cazzo o mettersene uno (finto) al posto della fica. Uso cazzo e fica non per essere volgare ma per sottolineare che sono gli unici organi sessuali davvero funzionati (va beh non sempre...) di cui siamo dotati. Il cambio di sesso è per sempre. Invece chi mi scrive percepisce il cambio di sesso come un accessorio quale il cambio di capelli o di città.
Ma al di là di questa superficialità quel che non mi convince è l'assunto centrale del transessualismo.
Io non mi riconosco nel corpo che ho, sento che la mia essenza appartiene all'altro sesso. Già qui ci sarebbe da chiedersi: in che modo? Cosa vuol dire sentirsi dell'altro sesso? Le mie sensazioni, emozioni, non passano anche (anche, non solamente) attraverso il mio corpo sessuato?
Ma diamo per buono che abbia senso dire la mia essenza è dell'altro sesso. Il mio corpo sessuato non mi esprime, non mi rappresenta, quindi lo cambio. Ora se fosse possibile trasferirsi in un corpo geneticamente dell'altro sesso capirei chi non sentendo proprio il corpo nel quale sono nati lo cambino completamente. Ma il cambio di sesso che compiono le (i) trans non ti permette mai di diventare davvero dell'altro sesso ma semplicemente di averne l'aspetto esteriore come dice la mia commentatrice per sua stessa ammissione:
detto questo, è vero, non ci sono mestruazioni (vabbè ma spero che non sia questo ad identificare una donna, sennò tutte le over 50 dove le mettiamo?) né secrezione di liquido vaginale. quindi la situazione di una trans è molto simile a quella di una donna a cui sono stati asportati utero ed ovaie...
La mia commentatrice scorda che le 50enni sono state donne anche prima della perdita delle mestruazioni che, per loro, è il normale percorso biologico di quel corpo. Nessun trans operato potrà conoscere davvero lo specifico del sesso di destinazione. Per cui le (i) Trans arrivano dopo il cambiamento a un corpo che è sempre mutilato, non completo. Ma allora, mi chiedo, non rimane lo stesso uno scollamento tra quel che sentono dentro, tra la loro essenza, e il corpo che riescono ad avere? E il risultato finale non è piuttosto il segno di un odio per il sesso genetico del proprio corpo a tal punto da volerlo mutilare? E non è un'offesa al corpo genetico femminile e maschile equipararlo al corpo operato cui si devono contentare ?
Volgarmente tra un corpo originale (cioè perfettamente funzionale) anche se non di mio gradimento e un corpo mutilato anche se nominalmente più vicino a quello che vorrei non è meglio quello originale? Cosa è meglio una fica che non se ne viene o un cazzo che lo fa? E, viceversa, una fica che se ne viene o un cazzo che non lo fa?

Tra l'altro la maggior parte dei trans (ma non tutti) hanno gusti etero, cambiano il loro corpo in quello di donne o uomini per avere storie con persone del sesso opposto. Sono cioè donne in partenza uomini o viceversa uomini in partenza donne che col corpo nativo sarebbero stati costretti(e) a una scelta omosessuale. Allora il transessualismo non è il disperato tentativo di normalizzazione attraverso una radicale manipolazione del proprio corpo di un'idea distorta di rapporti intersessuali? Che cioè sia il copro, la sua appartenenza genetica-sessuale a decidere del mio orientamento?
Chi mi dice che non sia il disperato tentativo di chi non sopportando la propria omosessualità (vista in maniera distorta) si convince così di normalizzarsi?

I miei sono solo dubbi, non certezze. Ma certo l'affermazione della mia commentatrice
il mio corpo non andava bene, non rifletteva per nulla la mia personalità, la mia interiorità, le mie fantasie, le mie aspirazioni, e l'ho cambiato. così come avrei cambiato la mia tinta di capelli se non mi fosse andata bene
fa tremare i polsi anche a chi, come me, crede sempre nell'autodeterminazione di tutti. Basta che ci sia onestà intellettuale in quel che si dice e non si adducano giustificazioni false nascondendo le vere esigenze che inducono a un gesto così radicale...

Questo blog è ancora vivo...

...e non perchè sembra che vi abbia ripreso a scrivere (dopo un lunghissimo periodo di disinteresse... Da un lato la morte di Frances che mi fa sembrare tutto questo futile, dall'altra il mio impegno col sito Teatro.org che mi fa già tanto scrivere sulla rete) ma perchè grazie a google e agli altri motori di ricerca la gente incappa nei miei post e lascia commenti. Ma siccome il blog è organizzato in maniera cronologica nella homepage non ve n'è traccia.

Voglio riportare allora i nuovi commenti a miei vecchi (davvero!) post per riaprire riflessioni e discussioni sugli argomenti allora trattati.

Cominciamo dal post che ho scritto sul programma tv Amore criminale nel marzo del 2008 nel quale osservavo come il programma, nato per denunciare le donne uccise per mano di mariti fidanzati e amanti, in realtà fosse solo una scellerata tv del dolore che invece di osservare da un punto di vista distaccato e scientifico il comportamento di questi assassini (maschi) incentrasse tutto sull'immedesimazione disperata. Già all'epoca della sua pubblicazione avevo ricevuto commenti infuriati di chi, immedesimatosi, si sentiva criticato in prima persona dalle mie osservazioni. Beh, la scorsa settimana ho ricevuto dei nuovi commenti, che vi riporto in sintesi. Per leggerli nella loro interezza rifatevi al post originale che ho già linkato.

Questa volta mi si accusa che parlo senza essere a conoscenza dei fatti
Caro il mio alessandro...innanzitutto lasciati dire che è troppo facile giudicare e criticare se non ci sei dentro ad una storia...a mio parere sono anche quei piccoli particolari della vita quotidiana che aiutano alle persone che non conoscono la storia in questione a capire le emozioni e tutto ciò che hanno vissto i diretti interessati...
E senza volerlo la commentatrice, che si firma Simona F., mette il dito nella piaga. Lo scopo del programma non è quello di far capire a livello razionale e distaccato il perchè ci si comporta così e cosa la società può fare per evitare questi comportamenti. L'importante è capire COME SI SENTONO le persone coinvolte in quelle storie dolorose.
Cosa chiedono i giornalisti (sic!) ai terremotati in Abruzzo? Come si sente?
La nostra tv non vuole farci capire vuole stordirci con emozioni preconfezionate.

La cosa grave è che ci sono persone che non solo non si rendono conto di essere manipolate ma sono già così dipendenti da questa immedesimazione da avventarsi con furia contro chi vuole staccarle da tale dipendenza...

Ognuno per sollevare le sue critiche si erge come persona informata dei fatti.
(...) A parlarti è la fidanzata del migliore amico della jenni...un ragazzo che ancora oggi ha le lacrime agli occhi quando anche solo accenna a lei..poi si potrà dire e giudicare magari il come si è impostato il programma ma non certo quello che è stato raccontato...e cioè la pura e semplice verità su una storia così atroce...e mi meraviglia questa tua presunzione nel credere di poter giudicare senza sapere nulla in realtà...nulla oltre quello che viene detto in tv, che è molta poca cosa in confronto con la realtà...fino a quando non ci sei dentro non puoi capire...e spero tu non arrivi mai a capirlo..
Capire ovviamente vale "provare il dolore" non "capire razionalmente comportamenti e dinamiche psicologiche". Perché da quel punto di vista secondo lei non c'è niente da capire. Queste cose succedono e basta e non possiamo fare nulla per cambiarle...

Lo stesso mi dice Michele Lozer:
Salve io letto quella ROBA che lei ha scritto e nn approvo perche lei 1 nn sa comke sono andate le cose 2 e il programma e stato perfetto e nn lo dice una persona che nn sa le cose anzi c'e dentro piu che mai.
Tutti si soffermano sulla veridicità di quanto raccontato nel programma, non colgono proprio che io critico il tono del programma, l'immedesimazione dei sentimenti e non la sua veridicità Non ci arrivano proprio.
Forse sono fuorviati da una mia osservazione sulle ricostruzioni fatte nel programma. Quando in una di queste illustrano l'omicidio. Ma in macchina c'erano solamente la vittima e l'assassino? Come è possibile fare una ricostruzione? Con quali testimonianze? Di chi?
Da quella ricostruzione si dovrebbe capire l'alta improbabilità del programma. Tutti credono invece che io critichi la fedeltà ai fatti in base a conoscenze che avrei e che in realtà non ho (a differenza loro che sono informati dei fatti). Non si rendono conto invece che quel tipo di ricostruzione è impossibile a priori, a prescindere dai fatti. Che è una retorica banale della fiction a guidare la ricostruzione non l a scientificità della ricostruzione da dati sensibili...

Ed ecco una terza commentatrice che si firma Monica
Sono una delle persone che hanno collaborato con la redazione del programma in quanto amica di Jenni. Non so chi lei sia, né mi interessa saperlo, so solo che a me fa orrore leggere il suo pensiero sulla decisione dell'amica di Jennifer di parlare di un braccialetto che conserva con amore, non sapendo quanto quell'amica "amasse" Jenni né tantomeno come si possa sentire ora che lei non c'è più. Lei non sa niente di noi, non sa come ci sentiamo, se abbiamo sensi di colpa per non averla saputa aiutare ad evitare di uscire con lui quella sera; non sa i motivi che ci hanno spinti ad accettare la proposta di registrare quelle interviste; non sa nemmeno con quale cura, attenzione, bontà d'animo, la regista del programma e i tecnici ci hanno approciati. Lei non sa nulla dei retroscena, nulla della vicenda, se non quello che ha letto sui giornali, e si permette di giudicarci. E sopratutto, cosa ancor più spiacevole, è stato il leggerla tra i primi link forniti da google.
Monica si riferisce alla mia critica sullo spettacolo che si è fatto nel programma del sentimento sincero di un'amica di Jenni, che indica alla telecamera il braccialetto che porta al polso, da lei regalatole, e poi , vinta dall'emozione, si mette a piangere. La telecamera indugia sul pianto della ragazza invece di glissare... Come non si può inorridire di tanto sciacallaggio emotivo? Come fa l'amica di Jeni a non pretendere che il pianto non venga mostrato in tv? Constatavo con orrore come i parenti e amici di Jenni contribuissero a questa tv del dolore mostrandosi alle telecamere in lacrime, o ben vestiti come la madre, o che dicessero come il padre che l'assassino deve morire ammazzato... Io giudicavo atteggiamenti e comportamenti ma Monica crede che abbia giudicato le persone.
Non c'è la percezione dello scarto tra privato e pubblico, tra concreto e simbolico per cui se critico il pianto dell'amica non è perchè dubito non sia vero, "autentico" ma perchè messo così in piazza viene banalizzato, sfruttato, reso spettacolo... Capite il danno? L'equivoco?...

Quel che appare in tv è concreto quanto quello che accade tra le mura domestiche e non c'è alcuno scarto, nessuna differenza. Non esiste la distinzione tra pubblico (mostrato a milioni di persone) e privato (mostrato solo ai diretti interessati...).
C'è ancora tanto da fare nell'educare i cittadini di domani e anche quelli che già hanno accesso alla vita adulta.

La tv va combattuta e forse 'unica maniera è quella di spegnerla per sempre...


I luddisti lo avevano capito...

2 maggio 2009

Ma Miriam Bartolini fa il gioco del marito.

Questo post deve tutto all'editoriale di Concita de Gregorio su L'Unità di giovedì 30 al quale rimando e che potete leggere qui.
Miriam Bartolini è il vero nome di Veronica Lario. La signora Bartolini in Berlusconi, prima di incontrare il Cavaliere, era un'attrice di teatro e cinema (ecco la scheda a lei dedicata su Internet Movie Database) convolata a nozze con nome d'arte e da dieci anni almeno in procinto di separarsi da un uomo le cui caratteristiche non devono averla sorpresa nel sonno l'altro ieri per usare le stesse parole della direttrice dell'Unità.
Nel suo bell'editoriale Concita De Gregorio osserva come l'esternazione di Miriam/Veronica sia un diversivo per evitare che l'opinione pubblica e la stampa si soffermino su ben altre candidature alle europee: Vito Bonsignore, condannato a due anni di carcere per tentata corruzione nell'appalto per l'ospedale di Asti; Franco Malvano ex questore di Napoli sotto inchiesta per associazione camorristica; Aldo Patriciello imputato in udienza preliminare a Isernia per violazione delle leggi ambientali nel processo Piedi d'argilla, con l’accusa di aver messo sabbia nel cemento armato (come è successo a L'Aquila...) dei piloni della variante, costruttore suo fratello.
Lucio Barani ex socialista, che ha sostituito ad Aulla il busto di Gramsci con quello di Craxi, e primo firmatario della legge su Salò.
Ancora, Mario Mastella detto Clemente (alle precedenti politiche nel governo Prodi) e Antonino Strano detto Nino, il fascista (è di AN) che gridò a Stefano Cusumano (che aveva dichiarato che contrariamente alle indicazioni di Mastella avrebbe dato la fiducia a Prodi) «mafioso e venduto», poi anche «checca squallida». Strano non è il solo: Tommaso Barbato, dell'Udeur, si scaglia contro Cusumano facendo il gesto di sputare e, trattenuto dai commessi, gli urla «pezzo di merda». Cusumano sviene. Marini sospende la seduta.
Strano, che ha la fama di essere omosessuale ma lui chiarisce che «Mi squaglio davanti a una creatura di marmo. Ma non ho avuto mai un rapporto sessuale con una persona del mio stesso genere» (Repubblica, 26 gennaio 2008) dopo che il governo Prodi è caduto viene fotografato mentre mangia della mortadella in aula (mortadella=Prodi).

Non rieletto nell'attuale parlamento, perché Berlusconi dichiarò che non sarebbe stato ricandidato, Strano è indagato insieme all'ex sindaco Umberto Scapagnini per il buco nel bilancio del comune di Catania, condannato a due anni e due mesi per lo scandalo sulla cenere lavica (ha elargito «indebitamente e fraudolentemente» una pioggia di contributi «anti-cenere» a quattromila dipendenti comunali. Rimborsi per oltre 3 milioni di euro. Da 300 a 1.300 euro a testa. Incassati dagli interessati a due giorni dalle amministrative del 15 maggio, alla vigilia del vittorioso match di Scapagnini contro Enzo Bianco (fonte, Corriere della sera 17 novembre 2005). E adesso candidato alle europee ne PDL.
.
Fino a qui l'articolo di Concita al quale sono debitore.
Di mio vorrei aggiungere che la faccenda delle veline candidate, oltre a essere uno specchietto per le allodole, per come vine riportata da molti giornali è il segno del maschilismo imperante in un paese più che mai fascista e patriarcale ci sono altrettanti "velini" candidati che però non vengono descritti nello stesso modo, con gli stessi termini. E' un discorso che ho già affrontato a proposito del ministro Carfagna e anche allora in pochi erano sensibili all'argomento.
D'altronde ancora oggi una donna che ha tanti amanti è una mignotta mentre un uomo che ha tante amanti è no che ci sa fare, uno sciupafemmine, mai un mignotto...
E finché questa mentalità diffusa non cambia non cambieranno nemmeno quelli che ci governano....

1 maggio 2009

Storica del National Geographic? Peggio di Novella 2000

Compro in edicola il numero due di Storica la nuova rivista di storia del National Geograpich. Incuriosito, anche dal prezzo di lancio, la sfoglio e mi pento subito dell'acquisto.
Come quasi tutte le riviste italiane di divulgazione storico-scientifica anche Storica paga il pegno a una impostazione comune fatta di sensazionalismi, accenti sulla vita privata di personaggi storici, racconti che seguono i clichè semplificatori delle fiction cine-televisive. Nessuna visione d'insieme storica, sociale, politica, economica, nessun metodo scientifico, rigore delle affermazioni. Si parla di storia come si potrebbe parlare dell'ultimo Grande Fratello .
Volete qualche esempio?
Alle pagine 61-62, nell'articolo Annibale, il talento dell'odio, di Josè Antonio Monge Marigorta, che si qualifica come filologo, si legge:
(...) quando ancora non aveva compiuto i trent'anni, [Annibale] si lanciò in quella che sarebbe stata l'ossessione della sua vita: vendicare la propria patria e suo padre dopo la pesante sconfitta della Prima guerra punica /264-241 a.C.) e ottenere la supremazia nel Mediterraneo occidentale. Poteva contare sull'appoggio del settore politico dominante nel Consiglio di Cartagine, su un esercito ben addestrato (nel quale si mescolavano componimenti africane ispaniche) e, soprattutto, su un motore" psicologico straordinario, che fa comprendere il motivo della sua enorme impresa: un odio inestinguibile verso Roma e tutto ciò che era romano, inculcatogli dal padre nella sua infanzia.
A parte il tono tonitruante che parla di supremazia, di ossessione della vita, a parte l'appoggio del settore politico dominante nel Consiglio di Cartagine (senza nulla dirci sul sistema politico vigente a Cartagine all'epoca...) è sconcertante come tutto venga risolto a una questione privata, la difesa della patria e la vendetta della sconfitta del padre di Annibale che gli avrebbe inculcato l'odio per Roma.
Sembra il tono del mio libro di letture alle elementari (nei primi anni settanta) tra i racconti del quale figuravano zollette di zucchero aliene che scendevano pacificamente sulla Terra a bordo della loro astronave (mentre oggi in prima elementare si studia la catena alimentare e l'estinzione dei dinosauri...).
Ora non è necessario essere ferrati in storia per sapere che le cose erano ben più complesse e profonde di così e che la questione Roma-Cartagine andava ben al di là di una vendetta o della supremazia (Militare? Economica? Culturale? l'articolo non lo dice) di Annibale su Roma.

Anche su Wikipedia, la sempre meno attendibile enciclopedia della rete, si può leggere una spiegazione più consona:
La figura di Annibale ha sofferto di una storica distorsione. I soli scritti su di lui sono le fonti romane, ovviamente molto ostili, in quanto Roma lo considerò il peggior nemico che abbia dovuto fronteggiare.
Ma se proprio siamo wiki diffidenti basta aprire un qualsiasi libro di storia per leggere che:
La Guerra fu caparbiamente voluta da Cartagine, o meglio dalla famiglia dei Barca [la maniglia di Annibale], esponenti dei ceti imprenditoriali e commerciali, invano avversati dall'aristocrazia terriera, impersonata allora dalla famiglia degli Annone. Lo stato cartaginese era uscito umiliato dalla feroce lotta sostenuta nella repressione della rivolta dei sui mercenari [a differenza di Roma che aveva all'epoca un esercito costituito da leve cittadine, Cartagine disponeva di un esercito di professionisti a pagamento]: aveva dovuto sgomberare (...) la Sardegna e pagare a Roma un'ulteriore indennità oltre a quella fissata dal trattato di pace. La perdita della Sardegna significò l'esclusione dal Tirreno nel quale fino a qualche decennio prima le marinerie cartaginesi spadroneggiavano in gara con quelle greche e quelle etrusche. (Fonte: la Storia, vol. III Roma dalle origini ad Augusto Utet, Torino 2004 pag. 243)
Altro che odio familistico....

A pag. 90 dello stesso numero, in un articolo sulla stele di Rosetta ,viene fornita, come corredo iconografico, la riproduzione a tutta pagina del quadro di Giuseppe Angelelli La spedizione franco-toscana conservato oggi nel Museo Archeologico di Firenze che vi propongo di seguito.

Il quadro ritrae, tra gli altri, Ippolito Rossellini, il capo della Spedizione Letteraria Toscana in Egitto del 1828-29, finanziata dal Granduca di Toscana Leopoldo II, che si era affiancata alla spedizione effettuata in Egitto dall’équipe francese diretta da Jean-Francois Champollion (fonte Dipartimento di Scienze Storiche del Mondo Antico di Pisa).
Ora la cosa più grave non è che nell'articolo non si menziona la parte Toscana della spedizione francese in Egitto ma è il tono della didascalia che accompagna la riproduzione del quadro:
Chanpollion, seduto al centro, e il suo collega Ippolito Rossellini, in piedi alla sua destra, in un'immagine dela spedizione franco-toscana in Egitto del 1828. Museo Archeologico di Firenze

Un'immagine?!!? Senza nemmeno citare l'autore del quadro, come fosse una fotografia? !?! La didascalia non dice "il quadro di ... che rittrae Tizio e Caio" ma indica direttamente i nomi dei rappresentati come fossero davvero loro, come si fa di solito, appunto, per una immagine fotografica.
Ecco la serietà di questa rivista... Che oviamente mi guarderò bene dal comperare nuovamente.
Chi la scrive, la compone, la impagina non sa un cacchio di niente (eppure, internet aiuta...) ma conciona e scrive didascalie ridicole.

Ora capisco che una rivista ha il respiro corto della (cattiva) divulgazione e dell'intrattenimento ma molti credono che questo voglia dire semplificazione mentre i bravi divulgatori (quelli su ci mi sono formato io) dovevano essere in grado senza scalfire il rigore scientifico di farsi capire anche da chi non era addetto ai lavori.

A chi serve questa rivista? Quale formazione promuove? Quali scopi divulgativi ha? Nessuno se non quello del pettegolezzo fatto con la solita pacchiana e ridicola leggerezza di chi non sa assolutamente di ciò che si parla ma sa che, tanto, nessuno sarà mai in grado di contraddirlo.

Beh, magari proprio nessuno no.


Cronisti sciacalli eccovi serviti!

bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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