29 giugno 2007

Il codice di Hammurabi

Il codice di Hammurabi

Da piccolo, ero alle elementari, mi fecero studiare il codice di Hammurabi, il primo corpus di leggi scritte, risalenti al 1792/1750 a. C. Quel che non mi spiegarono allora, lo fecero più tardi, al Liceo, era che quel codice di primaria importanza, come primo codice di leggi organico, mancava di sintesi. Sì, il re babilonese Hammurabi compilatore del codice, aveva cercato di elencare ogni possibile reato, ogni singola variante, ogni eventuale possibilità di reato, leggere per credere .

Bisognerà aspettare i Romani per arrivare invece a un’idea di legge generale che copra tutte le possibili varianti con una norma chiara, precisa e generale (ma non generica).

Leggo della professoressa di Palermo denunciata dal padre di un suo alunno, al quale l’educatrice aveva fatto scrivere sul diario 100 volte la frase “Sono un deficiente” perché l’alunno in questione aveva impedito a un compagno di classe di entrare nel bagno dei maschi dandogli del gay e suggerendogli di andare nel bagno delle donne. Scelta congrua quella della professoressa che, infatti, è stata scagionata dal giudice che ha riconosciuto la valenza pedagogia del provvedimento.

Ora, mentre la stampa nazionale parla del caso in maniera equilibrata e intelligente, come il Corriere della sera, i siti internet omofili ne hanno fatto una causa di parte. Si tratterebbe in soldoni di un ennesimo caso di omofobia mentre nel provvedimento antibullismo del Ministero della (nuovamente pubblica) Istruzione «del particolare aspetto del bullismo omofobo non si fa neanche cenno. Di certe cose, evidentemente, si preferisce ancora continuare a non parlare e lasciare tutto nel silenzio», come scrive Roberto Taddeucci sul sito gay.it (cliccate qui per leggere l’articolo nella sua interezza.

Vado al pride romano (l’ultimo) e sento richiedere, non ricordo più chi parlava da palco, leggi contro chi maltratta o insulta gli e le omosessuali…

Invece di fare dei casi di intolleranza nei confronti delle persone omosessuali uno dei tanti esempi di un’Italia sempre più intollerante verso le diversità (immigrati, donne, portatori di handicap, avversari politici e quant’altro) la voglia di protagonismo di (certo) movimento omosessuale chiede leggi ad hoc solo per sé, e, pretende dal ministro Fioroni che nelle norme antibullismo si menzioni l’omofobia, invece di farsi carico del peso di un’intolleranza che è unica e coesa. Vuole, cioè …hammurabizzare le leggi contro la violenza, contro il razzismo, contro l’intolleranza.

È una mentalità di categoria che mi fa orrore, che trovo politicamente sbagliata e sinistramente destrorsa.

Intendiamoci, l’omofobia è un male ed è un reato. Non esiste come reato in sé ma rientra all’interno di una categoria più generale. Qualche il movimento gay dimentica è che “frocio, culattone, ricchione” è ancora l’insulto numero uno per un uomo così come “puttana” è quello per una donna.

Dare del gay a qualcuno non è omofobia. È omofobia quando si insulta un gay perché lo si odia… Ma che senso ha dare del gay a un gay? (mi immagino la risposta: “sì e fiero di esserlo” oppure, “per servirla..”). Chi dà del gay a qualcuno lo fa per insultarlo, che il malcapitato in questione lo sia davvero o no. Chi usa la parola “frocio” come insulto la percepisce come termine intercambiabile con “negro”, “extracomunitario”, “handicappato”, “zingaro”, “comunista” “ebreo” tutte categorie che sono malviste dai …deficienti di cui sopra. Fa parte di una cultura (sic) maschilista, intollerante e profondamente ignorante, che bisogna combattere ma non con leggine …hammurabiche che elenchino tutte le possibili varianti e basta scomodare una categoria non prevista dalla legge per essere fregati. È la violenza dell’intolleranza, il maschilismo, la profonda ignoranza e l’asservimento ai luoghi comuni che bisogna combattere. È lì che nasce l’omofobia, sorella (ehm) di tutte le intolleranze. Non è solo una questione semantica, o sociologica, ma anche e soprattutto politica.

È facile protestare pro domo sua e finché i gay scenderanno in piazza chiedendo di essere tutelati in quanto gay cioè alieni minoritari che abbisognano di diritti ad hoc…. e non come cittadini italiani che si sentono violati nel diritto di non essere molestati o discriminati, la vecchina benpensante che passa per strada e vede la manifestazione di protesta penserà: “certo che protestano! So’ froci! Pensano agli interessi loro”.

Ma se il …frocio scende in piazza perché una moglie è stata picchiata dal marito, perché una donna è stata stuprata, un bambino violentato, un extracomunitario insultato o malmenato, qualcuno offeso non dalla parola frocio ma “ebreo”, “negro” o “extracomunitario” e il gay, riconoscendo in quegli atti di violenza e intolleranza la stessa radice di quelli rivolti alla propria persona, ne denuncia l’incompatibilità con uno stato veramente democratico, non rinunciando al proprio vissuto ma partendo da quello per difendere un diritto di tutti la vecchina vedendoli marciare penserà “Ammazza!! Se so incazzati pure i froci… allora’ sta cosa è proprio grave…”.

Il movimento omosessuale vuole …hammurabizzare il codice penale e invece di riconoscere nell’arco dei due sessi geneticamente codificati tutte le possibili varianti di orientamento sessuale martorizza il corpo dell’uomo e della donna separando, distinguendo, esacerbando quel che la natura vuole invece mutevole cangiante ondivago indeterminato rivendicando a sé solo a se nient’altro che ha sé il diritto delle persone di fare sesso con chi vogliono costringendo chiunque ad abbracciare per sempre una delle categorie create all’occasione e diventare gay, bisex, transgender piuttosto che rimanere etero, o quante altre etichette gli piace di usare perchè quelle comuni non gli bastano più (ricordo all’università di una ragazza che si sentiva uomo ma gay… e che dunque andava a letto coi ragazzi proprio come le ragazze etero… allora perchè tutto questo giro di millantati orientamenti sessuali?!?!?!).

Un problema talmente sentito da essere presente anche nei film: in Jeffrey (Usa, 1995) di Christopher Ashley, Olimpia Dukakis interpreta, in uno splendido cameo, la madre di un ragazzo che fa parte del gruppo delle “Trans lesbiche non operate”…

Parcellizzato il genere umano può poco contro le forme di discriminazione e intolleranza, ma, uniti, uomini e donne, non importa quale sia il proprio orientamento sessuale, la propria razza, il proprio credo politico o religioso, possono chiedere di essere rispettati per quello che sono perché tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociale come dice la nostra Costituzione (art. 3), basta chiedere di farla rispettare.

A quanto una legge contro le discriminazione dei vegetariani?…

23 giugno 2007

Dal teatro....

Anche quest'anno la mia amica Frances è in scena per tutta l'estate, ogni venerdì alle 19.30, con uno spettacolo teatrale di strada, questa volta dal titolo Caesar - More Than Just a Salad di Denise McNee, prodotto e diretto dai Miracle Players (il link vi porta al loro sito).



Caesar - More Than Just a Salad si basa su testi classici e antichi per ricostruire la storia e le vicissitudini di Giulio Cesare con un piglio comico, un'(auto)ironia invidiabile e una felicità espressiva che passa dagli attrezzi di scena, intelligentemente semplici quanto efficaci, alla verve interpretativa degli attori e delle attrici (tutti/e!!!), alla partitura comica del testo che coniuga la semplicità del teatro di strada (approccio diretto con un pubblico NON pagante, mentre turisti e curiosi gironzolano davanti e dietro il palco anche durante lo spettacolo) con l'immediatezza di intelligenti notazioni di costume, che rileggono velocemente, ma non sommariamente, il passato di Roma con il metro della storia contemporanea.



Se a questo si aggiunge che lo spettacolo prende luogo nella piazza prospiciente il Carcere Mamertino (con parte del foro e, quando il tempo aiuta, uno splendido sole che si accinge a tramontare a fare da set) e che è un atto unico di circa 40 minuti, Caesar - More Than Just a Salad è l’ideale per trascorrere una serata o, se volete, un pre-serata (lo spettacolo inizia puntuale alle 19.30, ma vi consiglio di stare là per le 19 se volete trovare un posto a sedere sui gradini della chiesa) diverso dal solito, intelligente, acculturato e comico.

Lo spettacolo è in inglese e so che questo, purtroppo, spaventa molti di quei pigroni dei miei amici/lettori del blog ("ah... è in inglese...") che non parlano le lingue straniere. Ed è un peccato se qualcuno non andrà a vederlo perché intimorito dal fatto che non è recitato in italiano, infatti la forza mimica dei Miracle Players sopperisce alle incomprensioni (eh?! Che ha detto?!?!?!) di chi non capisce un acca di inglese (come i miei amici ignorant... ehm pigroni...) e poi vale la pena di fare un piccolo sforzo linguistico per assistere a uno spettacolo che diverte, istruisce (quel che viene raccontato su Giulio Cesare nello spettacolosi mi ha fatto venir voglia di rileggere il manuale di storia del liceo) mentre l'entusiasmo del pubblico, sempre numeroso, attento e partecipe, coinvolge e costituisce una esperienza di per sé e, last but not least, offre un’occasione per rinvigorire il proprio inglese, non importa quanto arrugginito…



Insomma.

Io ogni Venerdì che ho libero (e chi non ne ha d'estate?!) mi tratterò bene e assisterò e riassisterò a Caesar - More Than Just a Salad, come si gusta un aperitivo, qualcosa di buono che mi regalo perchè mi voglio bene...




Just a glimpse of the show (they just take a bow...)



20 giugno 2007

oggi inizia l'udienza preliminare sull'omicidio di Federico Aldrovandi...

...ucciso a calci da quattro agenti di polizia la notte tra il 25 e il 26 settembre 2005.
Una pagina inaudita ma, purtroppo, non nuova sulla storia della Repubblica italiana, che ha avuto una svolta solamente quando il nuovo ministro degli interni Giuliano Amato si è interessato direttamente al caso.

Ecco il video, tratto dal blog di Beppe Grillo nel quale i genitori di Federcio raccontano quanto è successo.





Questo è il link che porta al blog dei genitori di Federico

Vigiliamo su questo caso perchè la prossima volta potrebbe capitare a me o a voi...

19 giugno 2007

Priebke resta a casa




Il giudice dott. Isacco Giorgio Giustiniani revoca il permesso di lavoro concessogli il 12 giugno u.s. per uscire di casa per recarsi al lavoro. Alla base del provvedimento, l'omessa comunicazione da parte di Priebke degli orari e delle modalità dei suoi spostamenti per recarsi sul luogo di lavoro.



Per saperne di più cliccare sul titolo di questo post.

14 giugno 2007

una parola definitiva sul pride...


Mi ricordo una scena di Stonewall (Stati Uniti, 1995) di Nigel Finch, nella quale prima dei fatti che hanno dato vita al gay pride, alcuni omosessuali sfilano, educati e in giacca e cravatta, per chiedere cortesemente più diritti…

Ovviamente la protagonista del film, il travestito La Miranda si sente escluso e implicitamente criticato e giudicato da questa manifestazione acqua e sapone, ispirata all’ipocrita e “forrestgampiano” semo tutti uguali, volemose bene.

Più recentemente, in una delle ultime puntate della quinta stagione di Queer as Folk (la serie americana gay-lesbo di culto), Michael, uno dei protagonisti, mentre presiede una conferenza stampa organizzata da una senatrice (proprio come qui da noi…!) subito dopo un attentato omofobo (hanno messo una bomba in un locale gay …) legge un discorso, scritto per lui da professionisti, nel quale si recita che “siamo tutti uguali”, ma, durante la lettura, si impappina, si ferma e, andando a braccio, dice che, veramente, tutti uguali non siamo. Che lui, gay che convive col compagno sieropositivo e il loro figlio adottivo, adolescente ed etero, ha poco in comune con le coppie etero presenti alla conferenza, ma che la differenza, unita in uno stesso consesso fa la grandezza del genere umano, fa …famiglia.

Ecco.

Sono stufo ogni anno di dover sentire, da amici gay o etero, che il gay pride non serve a niente, che è solamente una carnevalata, che le trans con i seni (sic!) di fuori “non servono alla causa…”.

Sono stufo di ascoltare le giustificazioni di chi, obnubilato da un’educazione catto-borghese, ipocrita e morbosa, si imbarazza nel vedere le trans (come ci fossero solo loro poi) e invece di volgere lo sguardo da un’altra parte, preferisce non venire, almeno finché ci sarà il …carnevale.

Troppo comodo! Troppo ipocrita!! Troppo borghese!!!

Il gay pride nasce anche dalla volontà di épater le bourgeois! Ma questo continuano a dimenticarselo tutti, etero e gay, e per tema di rimanere indigesti a qualche baciapile, preferiscono cambiare maschera e mettere quella in giacca e cravatta della borghesia (“analfabeta e più ignorante d’Europa” come insegna Pasolini…).

D’altronde finché personalità del calibro di Enzo Biagi e Giorgio Gaber (mai troppo compianto) si permettono di dire “non capisco cosa ci sia da essere orgogliosi ”, sarò felice di marciare al fianco di trans, traveste, e parruccone, perché per quanto io mi senta (o sia) differente da loro sono molto di più la mia famiglia loro di chi pretende di essere mio simile solo perché, come me, non ama vestirsi da donna ma per il resto è tanto distante dal mio modo di vivere e pensare quanto lo sono i trans (anche se, a dire il vero, un po’ di seno sta venendo pure a me… mah!).





bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

Etichette

altri blog (41) arte (32) astronomia (1) bollettino ufficiale sullo stato del mio umore (58) capitalismo (1) celentano (1) chez moi (1) chez Tam (3) chez Tam (sans Tam) (1) chiesa (4) cinema (138) classismo (1) co (1) comunicazioni di servizio (26) controinformazione (7) cultura (76) diario (92) dieta (3) diritti (1) dischi di Mina (1) ecologia (30) elezioni (6) eventi (78) femminile dei nomi (1) femminismo (1) festival del film di roma 2009 (3) festival di cinema (1) festival internazionale del fil di Roma 2010 (4) festival internazionale del film di Roma 2009 (9) Festival internazionale del film di Roma 2011 (10) festival internazionale del film di Roma 2012 (2) festival internazionale del film di Roma 2013 (1) Fiction Fest 2009 (2) Fiction Fest 2010 (2) Fiction Fest 2011 (1) Fiction Fest 2012 (1) Ficton Fest 2012 (2) fiilm (2) film (1) foto (5) giornalismo (1) informazione (135) internet (1) kate bush (1) La tigre di Cremona (1) letture (4) libri (12) lingua (1) maschilismo (18) mina (2) Mina Cassiopea (1) mina da 1 a 50 (97) Mina Fan club (1) Mina Mazzini (1) Mina Orione (1) misoginia (5) musica (246) neofascismo (56) netiquette (6) omofobia (6) parigi chez moi (1) patriarcato (2) politica (318) politiche del corpo (202) pregiudizi (1) pubblicità (29) radio (3) razzismo (3) referendum 2011 (1) ricordi (21) ricorrenze (54) sanremo (3) sanremo 2010 (2) scienza (60) scuola (43) sessismo (60) sessismo nella lingua italiana (1) Sony (1) spot (3) star trek (1) storia (126) teatro (36) tecnologia (7) traduzioni (1) transfobia (1) tv (82) video (183) Warner (1) X-factor (1) X-factor 5 (2)