4 settembre 2008

Come volevasi dimostrare

ROMA - Un sedicenne di origine romene è stato arrestato dai carabinieri di Ostia con l'accusa di estorsione. Il giovane chiedeva soldi alla sua ragazza di dodici anni per non diffondere le foto che la ritraevano a seno scoperto. La denuncia è arrivata dai genitori della giovane, accortisi della sparizione del denaro.

Secondo le prime ricostruzioni il ragazzo, che vive a Roma con genitori entrambi regolari e occupati, avrebbe scattato delle foto con il cellulare alla sua ragazza. Gli scatti, in cui la giovane è immortalata a seno nudo, sono stati poi usati come arma del ricatto: o la dodicenne gli portava regolarmente dei soldi, oppure le foto sarebbero state rese pubbliche, fatte vedere agli amici della giovane e forse addiritura pubblicate su internet. Ad accorgersi del crimine sono stati i genitori della minorenne, che hanno notato dei continui ammanchi dalla cassa della loro attività commerciale ed hanno subito presentato denuncia ai carabinieri.

Il romeno, su decisione del Tribunale dei Minori, è adesso sottoposto a misura cautelare e si trova in una comunità per minori. Dovrà rispondere dell'accusa di estorsione.
La repubblica

Ecco che le origini ritornano in auge, appena si tratta di un fatto negativo...

La repubblica peggio di Leggo che dà sul caso maggiori informazioni.


Il ragazzo, un 16enne romeno abitante ad Acilia, figlio di genitori che sono regolari lavoratori e incensurati (...) è in stato di arresto per estorsione e si trova in un centro di prima accoglienza. Lo hanno bloccato i carabinieri di Ostia su esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice del Tribunale dei minorenni, al termine di un’indagine avviata a seguito di una denuncia da parte dei genitori della 12enne. (...) Gli inquirenti hanno verificato che il romeno non è un nomade e che i suoi genitori, pur se non benestanti, gli permettevano di avere uno stile di vita dignitoso e il più possibile alla pari rispetto ai coetanei.

Anche se i toni razzisti dell'articolo sono peggiori di quelli di Repubblica
Quelle fotografie, aveva spiegato la 12enne ai genitori, il romeno gliele aveva scattate a inizio estate con il telefonino e lei aveva ceduto fino a quel momento al ricatto per il terrore di diventare lo zimbello della zona. La ragazzina e il romeno, infatti, avevano amici in comune e si erano “fidanzati” ad aprile proprio dopo essersi conosciuti frequentando la stessa comitiva.


Odio i giudizi impliciti dati dall'uso proditorio di aggettivi e parole virgolettate.
Ieri i "fidanzatini" (ma lui aveva 19 anni) oggi fidanzati (e lui ne ha 16).
Ieri i giostrai oggi il romeno.

L'italia? Un paese di razzisti di merda.

Vigile sexy: aggiornamento

Con la divisa ha fatto la sua fortuna, vincendo a New York il concorso gay del "più bello in divisa" e posando in uniforme per la rivista Clubbing. Ma il comportamento Fabrizio Caiazza, vigile milanese 33enne, non deve essere proprio piaciuto ai suoi superiori. Caiazza sarà infatti giudicato dalla commissione disciplinare.

L'omofobia, però, qui non c'entra nulla. «Nessuna discriminazione perché gay - ha spiegato il vicesindaco Riccardo de Corato commentando la notizia -. L'intervento della commissione è inevitabile anche per l'uso di materiale fotografico del Comando senza permesso».

Poi De Corato ha aggiunto: «Un agente della Polizia Municipale, come qualsiasi altro dipendente comunale che voglia partecipare a una pubblica manifestazione con la divisa deve prima chiedere l'autorizzazione al proprio superiore. Pertanto il comportamento del vigile che ha partecipato in divisa ad un concorso di bellezza senza il permesso del suo superiore sarà valutato in sede di commissione disciplinare comunale».

Fabrizio Caiazza ha comunque ammesso la sua «leggerezza» nel farsi fotografare in divisa senza l'autorizzazione e ha smentito di avere sfilato a New York: «Il concorso non richiedeva la presenza fisica». «Per non creare problemi - ha aggiunto - ho anche rifiutato una partecipazione all'Isola dei Famosi. Il mio lavoro non è fare il modello ma il poliziotto e la mia professione non la metterei a repentaglio per nessun motivo»
.
Il messaggero..

Nulla da eccepire. Ma perché, allora, ieri il corsera pubblica inopinatamente l'opinione di una "collega" del vigile
«Ognuno è libero di avere le tendenze sessuali che più gli aggradano — spiega una vigilessa che conosce bene Fabrizio — ma quando si è un pubblico ufficiale non si può andare a un concorso per gay con addosso la divisa. È un modo per screditare l'intero corpo».

senza commentare in alcun modo quelle affermazioni?

E perché oggi su quella testata non c'è traccia della rettifica?

GIORNALISTI VAFFANCULOOOOOO!!!!!

Maestro unico: florilegio di idiozie

Passa il principio di una scuola pensata per gli studenti e non solo per coloro che ci lavorano. Tra le ipotesi anche il ritorno al maestro unico alle elementari. La sciagurata riforma dei tre docenti per i più piccoli, come si è dimostrato, è solo servita ad aumentare i posti in organico. Non certo a migliorare l’educazione elementare.
Nicola Porro Il Giornale

Davvero si crede che avere una persona che deve spiegare tutto sia meglio di averne 3 su due classi, divise secondo tre aree diverse di competenza (letteraria, tecnico-scientifica e storico geografica)?

"Aver introdotto un team di tre insegnanti non corrispondeva a esigenze pedagogiche e formative. Ho piuttosto l'impressione che sia servito soltanto a far aumentare il numero degli insegnanti. E la cosa mi pare piuttosto illogica visto che il numero dei bambini in classe durante gli anni è diminuito per il calo delle nascite".
Maria Stella Gelmini La Repubblica

Davvero si liquida il fatto che tre persone lavorino su due classi come una manovra per dare più posti di lavoro ai maestri?
Davvero è una cosa illogica dato che gli alunni oggi sono diminuiti?
Gelmini parla della scuola come fosse una fabbrica, i maestri gli operai e gli alunni le macchine da assemblare della catena di montaggio...
Una scuola che attualmente conta circa un milione e 300 mila dipendenti, un numero sproporzionato di personale, conseguenza anche di scelte come quella del team di insegnanti nel primo ciclo, è una scuola che non ha futuro. Non ha futuro perché spende il 97% del proprio bilancio in stipendi, una spesa 'ingessata' che non consente al settore di rinnovarsi".
Maria Stella Gelmini La Repubblica

Ehm... Aumentare il bilancio no???? E' la scuola, forma i cittadini di domani, cosa c'è di più importante???

«Per la scuola primaria tornare al maestro unico risponde a un'esigenza pedagogica. I bambini hanno bisogno di avere un punto di riferimento preciso anche fuori dalle pareti domestiche», ha affermato Gelmini.
Maria Stella Gelmini Il Sole24ore

Non riconosco al Ministro, laureata in giurisprudenza, specializzata in diritto amministrativo, le necessarie competenze per avvalorare e dar credito alle sue convinzioni. Ad Alberto Campoleoni, esperto di didattica del SIR (l’agenzia dei vescovi), sì:

(...) Il ministro ha annunciato un altro ritorno: quello del maestro unico nella primaria. L’operazione, così come si presenta, affronta, nei toni e nel metodo, questioni delicate con decisioni che appaiono non tenere conto di quanto avvenuto nella scuola, nella cultura e nella società negli ultimi decenni. Soprattutto per quanto riguarda la questione del maestro unico.
(...)
Non si può, infatti, pensare di regolare per le spicce, magari attraverso la Finanziaria, una questione pedagogicamente delicata (...) sulla quale si discute da tanti anni in diverse sedi, con pareri contrastanti. Una questione, tra l’altro, che va a modificare sostanzialmente il rapporto docente-allievo alla base del processo scolastico. (...)
Ebbene, se ne parli. Ma con toni diversi da quelli usati questa volta e magari coinvolgendo in modo non formale i protagonisti del mondo della scuola. L’impressione è che oggi siano le esigenze di cassa a farla da padrone, trattando il mondo scolastico come un’azienda in perdita. E che il “piano di razionalizzazione” annunciato sia sostanzialmente alla ricerca di tagli.

Leggete l'intero intervento, nel quale Cammpoleoni ragiona anche su voto in condotta, il ritorno dei voti al posto dei giudizi ed educazione civica.

Più che soddisfatto oggi il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, per il quale “si tratta di un grande risultato che porterà a un risparmio per le famiglie e al ritorno a una scuola che educhi e formi lo studente in tutti gli aspetti, con la filosofia del maestro unico, tanto rimpianto nel periodo post '68'”.
(fonte Fondazioneitaliani.it

Di cosa parla Calderoli non si sa visto che l'introduzione dei tre maestri per due classi è del 1990...

Non potrà esserci nessun rinnovamento della scuola italiana, se il governo non aumenterà in modo considerevole gli stipendi dei maestri elementari e dei professori delle medie e del liceo. Non è possibile insegnare con uno stipendio di 1200 euro al mese. (...)
Come il governo trovi i soldi, non so e non mi importa di sapere. So soltanto che dal 1945, quando qualcuno tocca questo argomento, la risposta è sempre la stessa: "Non c'è danaro". Mentre il danaro c'è, sempre, per le cose più sciocche.

Una di queste cose fu, appunto, quella di moltiplicare gli insegnanti nella scuola elementare: con un costo enorme. Un maestro solo (a parte l'insegnante di lingue straniere) è del tutto sufficiente. Ricordo maestre intelligenti ed eroiche che, nei piccoli paesi, fronteggiavano nello stesso tempo tre classi, alternando italiano e aritmetica, geografia e storia.

Per quanto so, la scuola elementare italiana, negli anni dal 1935 al 1970, era piuttosto buona. Sarebbe sbagliato, invece, aumentare il numero degli scolari nelle classi, in specie nelle scuole elementari e medie. Non si può insegnare l'italiano a quaranta ragazzi contemporaneamente, come facevo negli anni tra il 1954 e il 1959, quando ero professore negli avviamenti. C'è un problema: i maestri e le maestre del 2008 sono ancora capaci di insegnare cinque o sei materie?
Pietro Citati, scrittore (La repubblica

Insomma Citati, classe 1930, come molte (ma non tutte) persone di una certa età, dice semplicemente che si stava meglio quando si stava peggio.
Il guaio è che, il mondo di oggi è molto più complesso di quello degli anni '70 e un maestro solo oggi non basta per formare un cittadino di domani che non deve solo saper leggere e fare di conto ma muoversi in una complessità dalla quale rischia di essere sopraffatto.

I libri scolastici sono troppi, e spesso sono cattivi. Ricordo una immensa e mostruosa antologia per i ginnasi-licei, che non spiegava i testi, ma cercava di diffondere la terminologia strutturalista ("diegesi", "attante"). Forse sarebbe necessario istituire una specie di concorso statale, con cui stabilire quali libri scolastici sono adatti, e quali no. Capisco che si tratta di una proposta pericolosa, perché non ho fiducia negli eventuali giudici.
(Pietro Citati, ibidem)

Citati sembra ignorare che i libri di testo sono scelti dai professori. E, per quanto riguarda l'antologia, magari è il professore a spiegare i testi e ha scelto un'antologia priva di commenti perché vuole che sia il ragazzo, con il suo aiuto, a commentare...

Ma si sa, Citati ama la scuola fascistissima di Gentile (come rileva in un altro articolo del nostro, Marco campione nel suo blog, al quale rimando...)


I ragazzi non leggono, o leggono troppo poco. Spesso, i professori non sono in grado di consigliare i libri giusti. Non è possibile far leggere a un quindicenne La coscienza di Zeno (libro per lui noioso e incomprensibile), invece che I ragazzi della via Paal o Delitto e castigo, che egli amerebbe appassionatamente. Forse è ingenuo sperare in una buona lista di libri, proposta dal Ministero dell'Istruzione.
(Pietro Citati, ibidem)

Ecco di nuovo una proposta fascista di Citati, togliere all'insegnate il diritto di scegliere i libri (anche in base alla classe che si trova davanti) e sostituirla con una lista ministeriale calata dall'altro (Eppure citati aveva 15 anni quando Mussolini è stato finalmente ammazzato e messo a testa in giù, possibile che non se lo ricordi?).

Ognuno scelga i libri che vuole. I ragazzi della via Pal è "un libro per ragazzi" una letteratura che io ho sempre disprezzato, Delitto e castigo io personalmente l'ho trovato mortalmente noioso, la Coscienza di Zeno, quando lo lessi a 15 anni lo trovai affascinante. Intendiamoci i miei gusti valgono quanto quelli di Citati. Ma dimostrano la soggettività delle sue affermazioni sui libri (come delle mie) solo che a me non verrebbe mai in mente di imporre una soggettività, per quanto qualificata, a tutti in nome e per conto del ministero...

Intanto a pagare i nostri errori sono alunni e studenti...

(foto dal sito Toricellapeligna)

Contro il maestro unico

Petizione in difesa della pluralità docente nella scuola elementare

La volontà del ministro Gelmini di reintrodurre il maestro unico nella scuola elementare è gravissima. Ormai sono vent’anni che questa figura è stata superata definitivamente, estendendo a tutta la scuola l’esperienza di collaborazione e condivisione di responsabilità tra docenti che era maturata nel Tempo pieno. La pluralità docente ha permesso ai maestri e alle maestre di approfondire la conoscenza disciplinare e ha rafforzato lo spirito di collaborazione, rendendo la scuola elementare una comunità di conoscenze.
Il governo invece vuole solamente un ritorno al passato che gli permetta di ottenere nuovi risparmi ai danni della già tartassata scuola pubblica. Che senso ha infatti stravolgere la scuola elementare, che tra l’altro viene valutata positivamente anche nei test internazionali, se non con l’obiettivo di mettere in crisi un settore della scuola pubblica a vantaggio del mercato e delle scuole private?
Per queste ragioni noi, insegnanti, genitori, cittadini, ci dichiariamo fermamente contrari a questi progetti, ci impegniamo a mettere in atto tutte le iniziative che potranno contrastarli e a sensibilizzare in tutti i modi l’opinione pubblica.


Cosa significa in termini di didattica
la restaurazione del maestro unico nella scuola italiana

Non sarebbe più possibile la suddivisione delle materie disciplinari tra diversi docenti: il maestro o la maestra unica dovrà insegnare tutte le materie per tutto il programma previsto nei 5 anni e dovrà aggiornarsi su tutto.

Non sarebbe più possibile impostare il lavoro dei docenti in classe sulla collaborazione e sul confronto, specialmente in riferimento ai bambini con difficoltà, alle scelte didattiche, agli stili di apprendimento. Ogni insegnante tornerà ad essere solo di fronte alla classe, alla didattica, alla psicologia dei bambini e delle bambine.

Non sarebbero più possibili le uscite didattiche nel territorio, musei, aule didattiche decentrate, manifestazioni sportive… Per evidenti questioni di sicurezza il singolo insegnante non può uscire dalla scuola con la classe da solo. Fino ad oggi questa didattica aperta al territorio era possibile per la presenza di più insegnanti e delle compresenze.

Non sarebbe più possibile per i genitori rapportarsi ad un gruppo di insegnanti. Il riferimento diverrebbe unico, senza appello, senza possibilità di confrontarsi a più voci.

Non sarebbe più possibile una didattica di recupero e di arricchimento dell’offerta formativa perché sparirebbero le compresenze e quindi la possibilità di organizzare percorsi ad hoc per alunni in difficoltà o attività di arricchimento che prevedano lavori a gruppi.

Cosa significa in termini di posti di lavoro

Un calcolo preciso è difficile farlo, sia perchè i dati che si hanno non sono nuovissimi, sia perchè sono parziali. Calcolando che le classi elementari statali in Italia nell'anno scolastico 2006/2007 erano 138.524 e che circa 1/5 erano a Tempo Pieno, lasciando un insegnante per classe, nelle classi a Tempo Pieno il taglio sarebbe di 27.704 insegnanti; nelle classi a modulo ne verrebbero tagliati 55.410
In totale il taglio di insegnanti di scuola elementare per la restaurazione a regime del maestro unico sarebbe di 83.114 maestre e maestri.

… e il Tempo Pieno?

È evidente che la restaurazione del maestro unico annulla di fatto il Tempo Piano. D’altronde l’esperienza del Tempo Pieno è stata il canale di pratiche e sperimentazioni attraverso cui la pluralità decente si è affermata per tutta la scuola italiana.


NO al maestro unico

Silvia Melis.

firma la petizione
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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