25 giugno 2008

UNILEVER? Mai più!

Compro il nuovo gelato della linea Magnum Temptation Chocolate.
Mi ritrovo una confezione, un packaging, a dir poco ingombrante.

E' una scatola rettangolare, argentata al suo interno, con un piccolo "cuscinetto" di cartone alimentare sul quale poggia il gelato.

La scatola è chiusa da un adesivo pre-tagliato che si stacca in modo che la scatola si apre e non può più essere richiusa (al contrario degli adesivi apri-e-chiudi delle patatine per capirci...).

Una confezione insidiosa, uno spreco di materiali, di energia, un ingombro enorme in rapporto al gelato che contiene (appena 68 g di gelato come scritto sulla confezione) contribuendo all'inquinamento del pianeta e alla produzione di rifiuti urbani pro-capite.
Ora, le altre confezioni dei magnum sono di plastica non di cartone, morbide, non rigide, un involucro, lo stesso inquinante, anzi forse peggio del cartone (anche se così trattano non saprei...), ma sono molto meno ingombranti.

Ora, invece di spendere soldi per il sito internet (insulso e melenso) del Magnum, con tanto di Eva Longoria come testimonial (e i suoi scagnozzi che contribuiscono a propagare i cliché più triti su uomini e donne) alla Unilever, la multinazionale che ha acquistato l'Algida e la Magnum, potrebbero investire quei soldi in una politica aziendale più ecologista.

Poi ho consultato la Guida al consumo critico edita dalla EMI, Editrice Missionaria Italiana, (purtroppo ho solo la vecchia edizione del 2000, anche se la più aggiornata è ferma al 2003), e scopro che la Unilever è una multinazionale famosa per i suoi comportamenti dubbi.

UNILEVER

Multinazionale alimentare e chimica presente in 90 paesi con circa 500 filiali, classificata al 43° posto della graduatoria mondiale.
Fattura 88.000 miliardi circa e impiega 267.000 persone. (...)
La multinazionale opera nel settore degli alimentari (52% del fatturato), dei detergenti per la casa (22%), dei prodotti per l'igiene personale (25%) e in altre attività (10%). (...)
In Italia opera attraverso cinque società che hanno capo a Unilever Italia Spa (Via Ronnet 10. 20154 Milano. tel.: 02 62331 ): Sagil (surgelati), Lever Fabergé (igiene personale), Van Deen Berg (bevande e alimentari), Diversey Lever (igiene della casa), Calvin Klein Cosmetics (cosmetici).
Unilever Italia, con oltre 4.250 miliardi di fatturato e 6.000 dipendenti, è tra i leader nel mercato italiano delle margarine (49% del mercato), dei gelati ( 36°), degli oli di oliva, dei surgelati, del tè, dei detersivi e dei prodotti per l'igiene personale.

[Unilever] fa parte di EuropaBio, un'associazione che raggruppa le industrie con interessi nel settore delle biotecnologie, il cui scopo è di intervenire a tutti i livelli per legittimarne l'impiego (...).
Unilever (...), il più grande commerciante del mondo di tè (...), è uno dei massimi responsabili delle gravi condizioni in cui versano milioni di contadini del sud del mondo, perché i suoi metodi commerciali, totalmente ispirati a una logica di profitto, non garantiscono guadagni dignitosi. Secondo il sindacato internazionale degli alimentaristi, la controllata Brooke Bond continua a strappare ingenti profitti dalla sua piantagione keniota Sulmac, la più grande piantagione di fiori del mondo, ove impiega oltre 5000 lavoratori , di cui soltanto 2000 con regolare contratto a tempo pieno. (...) Fa parte di WBCSD, un'associazione creata dalle multinazionali per promuovere una falsa idea di sviluppo sostenibile, affinché nell'opinione pubblica si radichi l'idea che l'ambiente si difende facendo crescere la produzione. (...)
Ha stipulato, con Nestlè, Sammontana e Sanson un contratto coi distributori i contrasto con la legislazione italiana sulla concorrenza. (...)
Nel gennaio 1998 Unilever ha subito dalla guardia di Finanza una mega-multa per aver percepito indebitamente aiuti comunitari sull'olio per una cifra di 127 miliardi. La sanzione prevista va da 3 a 8 volte la somma indebitamente percepita.
Nel 96 e 97 è stata condannata dall'Antitrust per pubblicità ingannevoli relative al dentifricio Mentadent. (...)
Unilever utilizza semilavorati sperimentati su animali (EC63/00). [per questo] continua il boicottaggio proclamato da Animal Aid (...).
Tra i marchi di proprietà di Unilever ci sono:

Lipton Ice tea (aranciate, cole e simili):
Lipton, tè Ati (te);
Lipton, Montania (camomilla e infusi);
Effervescente brioschi (polveri per bevande);
Algida, Carte d'Or, Eldorado, Magnum, Solero, Sorbetteria di Ranieri, Toseroni (gelati e snacks surgelati);
Findus, Genepesca, Igloo (pesce surgelato);
Findus (piatti surgelati, verdure surgelate);
Bertolli, Dante, San Giorgio, Rocca dell'Uliveto (olio d'oliva);
Friol, Maré, Maya (olio di semi);
Foglia d'Oro, Gradina, Maya, Rama (margarina);
Milkana, Vive la vie (formaggi confezionati);
Creme Cuisine (panna e besciamella). (fonte Guida al consumo critico Editrice Missionaria Italiana, Bologna 2000, pp. 336-340)


Insomma ho "scoperto" il sassolino che precede la montagna...

Ecco altri dati, dal sito Independet Media Center:

UNILEVER
(proclamata da Animal Aid per esperimenti su animali)
COMPORTAMENTI NON ETICI SEGNALATI:
Abuso di potere, Sfruttamento Terzomondo, Danni all'ambiente, Ogm, Diritti lavoratori, Regimi oppressivi, Illeciti, Sfruttamento animali, Pubblicita' scorretta,
Paradisi fiscali

COSA COMBINA NEL MONDO LA UNILEVER

REGIMI OPPRESSIVI: ha filiali in Brasile, Colombia, Egitto, El Salvador, Guatemala, Honduras, India, Indonesia, Kenya, Messico, Marocco, Perù, Filippine, Senegal, Sri Lanka, Turchia e Uganda.

RELAZIONI SINDACALI: nel Giugno 89 i lavoratori della Gessy Lever a San Paolo, Brasile, occuparono la fabbrica per rivendicare paghe e condizioni di lavoro migliori; 87 di loro furono licenziati. Sebbene poi i lavoratori ricevettero un aumento di paga, la direzione mancò di riconoscere il consiglio di fabbrica eletto dai lavoratori.

SALARI E CONDIZIONI DI LAVORO: nel 1988 membri del sindacato dei lavoratori nella fabbrica Elida Gibbs in Sudafrica scioperarono per il salario minimo. La direzione aziendale ottenne un ordine dalla Corte Suprema che reprimeva i membri del sindacato dall'interferire con la produzione e distribuzione di merci. (Comunque, il sindacato ultimamente ha vinto la sua rivendicazione per un salario minimo mensile di R 195).

DIRITTO ALLA TERRA: Unilever ha una grande fabbrica di tè a Pazar nella Turchia Orientale, un'area dalla quale la gente, la maggior parte Kurdi, è stata espulsa secondo uno schema di sviluppo deciso dal Governo Turco.

AMBIENTE: la compagnia è stata multata per 5.000 sterline nel 1990 per il rilascio di 50 tonnellate di acido solforico concentrato dalla sua fabbrica Crossfield Chemicals a Warrington (Gran Bretagna).
Secondo il Registro dell'Autorità Nazionale dei Fiumi, nel periodo Gennaio-Marzo 1991 la compagnia ha superato gli scarichi consentiti tre o più volte. Inoltre, tra l'1-9-1989 e il 31-8-1991 la compagnia fu dichiarata colpevole di inquinamento delle acque.

COMMERCIALIZZAZIONE IRRESPONSABILE:
Unipath, filiale della Unilever, è stata criticata da Maternity Alliance per l'offerta di una fornitura mensile di un complesso vitaminico insieme ai kit per il test della gravidanza. I gruppi fanno notare che nel 1990 il Dipartimento della Sanità consigliò alle donne gravide di evitare di prendere integratori dietetici che includono la vitamina A, a causa dei pericoli di difetti nel nascituro.

CAMPAGNA DI BOICOTTAGGIO: nel Febbraio 1992 Mid Somerset Earth First! lanciò il boicottaggio della Unilever e dei suoi prodotti dietetici integrali, alla luce dei test sugli animali e del comportamento globale verso l'ambiente.



Che ne dite, è il caso di boicottare Unilever non acquistando più i suoi prodotti?
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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