30 novembre 2010

Ancora Mina!


Mina regala ai suoi fan una straordinaria sorpresa per Natale pubblicando su cd i quattro brani inediti realizzati appositamente per la colonna sonora del film di Aldo, Giovanni e Giacomo “La banda dei Babbi Natale”. Il cd si intitola “Piccola Strenna” e sarà nei negozi da martedì 30 novembre, come cd singolo oppure in una  “Deluxe Edition” natalizia unitamente all’ultimo album di Mina “Caramella”.
“Piccola Strenna” si apre con “Mele Kalikimaka”, un brano natalizio gioioso e solare, cantato parte in inglese e parte in lingua hawaiana, già in radio. “Walking the town” è invece una canzone in puro stile rock inglese che aderisce perfettamente all’ambientazione di una particolare scena del film, così come “Il sogno di Giacomo”, le cui note sottolineano l’incubo ricorrente di uno dei protagonisti, rimandando alle atmosfere delle colonne sonore più classiche, con la voce di Mina che  accompagna le musiche con vocalizzi da brivido.  Infine, il più conosciuto tra i brani natalizi, “Silent Night”, è proposto in una emozionante e suggestiva chiave a ballad jazz.
Come di consueto, le copertine sono a cura di Mauro Balletti che per “Piccola Strenna” ha ripreso pennino e calamaio per realizzare un delizioso disegno a tema natalizio dal sapore antico, mentre per il doppio cd ha spolverato di stelline scintillanti la cover di “Caramella”.
Il film “La banda dei Babbi Natale” con Aldo, Giovanni e Giacomo è diretto da Paolo Genovese, prodotto da Paolo Guerra per Medusa Film e Agidi s.r.l. e sarà nelle sale cinematografiche il 17 dicembre.






“PICCOLA STRENNA”



1. MELE KALIKIMAKA (R.Alex Anderson)
Arrangiamento e sax : Gabriele Comeglio – Batteria: Diego Corradin – Basso: Lorenzo Poli – Steel Guitar e ukulele:Giorgio Cocilovo – Piano: Franco Serafini – Tromba: Emilio Soana – Trombone: Marco Parodi – Tecnico  di  registrazione e mix: Celeste Frigo


2. WALKING THE TOWN (Samuele Cerri /Franco Serafini)
Arrangiamento e tastiere: Franco Serafini – Batteria: Diego Corradin – Basso: Lorenzo Poli – Chitarre: Giorgio Cocilovo – Archi diretti da Gabriele Comeglio – Tecnico di registrazione e mix: Celeste Frigo

3. IL SOGNO DI GIACOMO (Massimiliano Pani / Franco Serafini)
Archi diretti da Gabriele Comeglio – Tecnico di registrazione Gabriele Kamm – Tecnico di missaggio: Celeste Frigo

4. SILENT NIGHT (John Freeman Young /Franz Gruber)
Chitarra: Luca Meneghello – Tecnico di registrazione e mix: Celeste Frigo
Mastering effettuato da Alessandro Di Guglielmo presso Elettroformati Milano
Prodotto da Massimiliano Pani
Copertina e disegno: Mauro Balletti – Grafica: Stefania La Gioiosa
(Comunicato stampa ufficiale Sony Music Italy) fonte Mina fan club Blog

Monicelli artefice della propria vita (e della propria morte) ovvero lo sciacallaggio di Repubblica

Intanto svegliarsi e apprenderlo da Facebook, tra mille post frivoli e personali, è devastante.

Monicelli è morto.

Vado subito al link di Repubblica e rimango disgustato da un altro esempio di pessimo giornalismo.

Il titolo:
Addio a Mario Monicelli
il regista suicida in ospedale.

Quel "suicida" sottolinea il gesto ma non le motivazioni.

Quelle sembrano essere riportate dal lungo catenaccio
"Se ne va l'ultimo grande del cinema italiano. Aveva 95 anni. Si è buttato da un balcone al quinto piano dell'ospedale romano San Giovanni, dove era ricoverato per un tumore in fase terminale. Le reazioni del mondo della cultura e delle istituzioni"

Insomma la notizia è che Monicelli ha deciso lui quando porre fine alla propria vita, una gran bella vita. Malato di un cancro in fase terminale ha detto basta a una morte doppiamente inevitabile, per sopraggiunta età e per la malattia terminale.

Invece nell'articolo si passa al pudore per il gesto, quasi fosse il risultato della senescenza, e non un coraggioso atto di volontà.

Addio a Mario Monicelli, l'ultimo grande del cinema italiano. Il regista, 95 anni, è precipitato dal quinto piano dell'ospedale romano "San Giovanni". E' accaduto intorno alle 21. Secondo fonti sanitarie, si è tolto volontariamente la vita.
Dunque non è precipitato, si è gettato...

Era ricoverato da qualche tempo nel reparto di urologia, per un tumore alla prostata in fase terminale. Era in una stanza da solo. Non è stato trovato alcun biglietto.
E certo! Un  gesto talmente incomprensibile che un biglietto era proprio necessario. Capite la mente di questo giornalista (sic!) come è abituata al suicidio come gossip, un gesto del quale trovare una causa? Come se 95 anni di età e un cancro terminale alla prostata non fossero una motivazione più che sufficiente. Invece e di sottolineare la grandezza dell'uomo anche nella morte, scelta e non subita, si insinuano dubbi che sono tutti nella mente di chi scrive...
Il corpo è stato rinvenuto dal personale dell'ospedale, a pochi metri dall'ingresso del pronto soccorso, disteso in un vialetto, accanto ad alcune aiuole. Il reparto è presidiato dalle forze dell'ordine. Il padre del regista, Tomaso, scrittore e giornalista, si era suicidato, nel 1946.
Ed ecco la porcata finale. Tale padre tale figlio. Il suicidio è una eredità di famiglia, un male trasmesso dai genitori. Non una opzione di alta dignità etica, per decidere quando finire la propria vita, suggerendo, casomai, che bisognerebbe istituire il suicidio assistito perchè magari Monicelli invece di defenestrarsi poteva andarsene in un modo meno cruento (ma che coraggio! Che coraggio!). Macché
sucida come il padre.
Ladro come il padre. Mafioso come il padre.
Non vi viene da vomitare?

 Tra l'altro, in una intervista a Vanity Fair, del 7 giugno 2007 (ma la fonte è wikipedia...) Monicelli aveva parlato del suicido di suo padre inserendolo nell'orizzonte etico del proprio:
"Ho capito il suo gesto. Era stato tagliato fuori ingiustamente dal suo lavoro, anche a guerra finita, e sentiva di non avere più niente da fare qua. La vita non è sempre degna di essere vissuta; se smette di essere vera e dignitosa non ne vale la pena. Il cadavere di mio padre lo ho trovato io. Verso le sei del mattino ho sentito un colpo di rivoltella, mi sono alzato e ho forzato la porta del bagno. Tra l'altro un bagno molto modesto".
Due minuti di ricerca su internet...

Un professionista onesto lo avrebbe fatto. Ma non ci sono più giornalisti onesti in questo paese. Nè cittadini. Ed ecco un terzo motivo per andarsene, vero Mario?!
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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