20 febbraio 2008

Ma... che succede?!?!

(detto col il tono, e la voce, di Lisa Simpson...)

Silvio, Silvia e Ale mi attendono in centro, per andare alla colonia felina di Piramide, invece mi attardo a casa perché, per caso, assisto al tg5 delle 13.00 che riporta la notizia di un ragazzino di 13 anni picchiato da due compagni di classe perché fa il ballerino... La bocca si apre sempre più in segno di incredulità e indignazione, ma i mici mi chiamano e appena finisce il servizio volo per strada alla fermata dell'autobus, invee che davanti al pc, a fare una ricerca su internet.
Il giorno dopo cerco inutilmente su Repubblica che non riporta nemmeno una riga. Oggi, rubo tempo ad altri impegni e mi accorgo che l'unica fonte è l'articolo de La stampa che tutti citano ripetendo, più o meno le stesse cose.

Ecco l'articolo di Lodovico Poletto:
Andrea non ha mai sognato di essere Ronaldo. E se avesse un mito quello sarebbe il ballerino russo Rudolf Nureyev. Andrea ha 13 anni, suona la chitarra, il pianoforte e va benissimo a scuola, in tutte le materie. Ma invece di tirare calci al pallone va a scuola di danza per imparare a muoversi leggero sulle punte, come un esperto ballerino di danza classica. Andrea lo hanno picchiato due suoi compagni di classe, una seconda media di un paese della cintura di Torino, con calci e pugni e botte alle gambe e alle ginocchia. Lo hanno insultato, umiliato, sfottendolo in modo pesante per quella sua passione così poco usuale tra i ragazzini. Volevano spaccargli le gambe: «E adesso prova a ballare se ci riesci».

Andrea da quel giorno è bloccato a casa. Ha le gambe fasciate e il medico che l’ha visitato parla di lesioni ai legamenti del ginocchio sinistro e di ematomi al quadricipite destro. Deve muoversi con due stampelle: se vuol tornare a danzare, se vuole che il suo sogno possa un giorno diventare realtà, ha bisogno di riposo e di tante cure.

Ennesima storia di bulli, verrebbe da dire. Ma questa, in realtà, è molto di più: è la storia di una grande passione e di grande intolleranza. È un film che diventa realtà. È Billy Elliot - pellicola inglese del 2000 - ambientato in un comune di 6 mila anime alle porte di Torino. Diceva Billy: «Quando ballo sento un fuoco che mi brucia dentro. Elettricità pura. Entro in un mondo mio e mi scordo del resto». Andrea ha scritto anche lui della sua passione nell’ultimo tema in classe, quello che gli è costato l’umiliazione e le botte. Ha usato altre parole ma la stessa intensità per ricordare gli inizi di questa sua passione - «Vedevo i ballerini della mia scuola eseguire i «pas de chat», i «double tour en l’air» e altri passi molto complicati e rabbrividivo. Si muovevano e saltavano in modo impressionante: erano fantastici» - per descriverla alle sue insegnati. Una in particolare, Carla: «È stata lei a farmi amare la danza più di ogni altra cosa al mondo».

Il giorno prima di San Valentino il tema di Billy-Andrea, sulla sua vita di adolescente e sulla sua passione, è passato di mano in mano in quella classe. Lo hanno letto tutti i suoi compagni. Qualcuno si è complimentato con lui. Altri hanno ripreso con gli sfottò. «Succede da sempre: ci sono due ragazzi in particolare che fanno i furbi con lui. Sapesse quante volte lo hanno picchiato» racconta Angela, la mamma di Andrea. Lo scorso anno gli hanno anche fatto infilare la testa nel gabinetto. Lo hanno preso in giro con insulti irripetibili. Stavolta sono passati direttamente alle botte sulle gambe.

La denuncia che mamma Angela ha presentato ai carabinieri è dettagliata: «Hanno attaccato briga negli spogliatoi della palestra. Erano in due, si chiamano...». Era l’una del pomeriggio, o poco dopo. L’ora di ginnastica era appena finita e Andrea aveva fretta come non mai. Doveva cambiarsi rapido e poi correre a scuola di danza. Ma le sue scarpe non erano al loro posto. Erano sul pavimento dello spogliatoio, tra la panchina e i borsoni da ginnastica, riempite d’acqua da qualcuno con troppa voglia di scherzare. Andrea s’è arrabbiato. E in due lo hanno aggredito. Giù spintoni, i pugni nello stomaco e calci alle gambe: «Così impari a fare il furbo con noi, ballerino». Andrea lo hanno portato due ore dopo all’ospedale Molinette per un controllo. Lesioni confermate, ha bisogno di riposo assoluto, hanno sentenziato i medici. E la mamma è corsa dai carabinieri a fare denuncia: «Hanno capito il mio dramma e sono subito andati a scuola a parlare con gli insegnati».

«Una follia» dice adesso Loredana Furno, titolare di una delle scuole di danza più famose dei Torino. Quella, tra l’altro, dove va a ballare anche Andrea. «Credo che questa sia una storia di intolleranza senza senso» insiste, spiegando che Andrea è un buon allievo, che s’impegna come pochi altri, che davvero per lui la danza classica è una passione che brucia dentro.

Loro, i bulli massacratori del ballerino, ovviamente non parlano: hanno tredici o quattordici anni. Qualcuno li difende: «Hanno famiglie complicate, bisogna capirli». Altri li criticano: «Se ci sono guai arrivano sempre da loro». Andrea non li odia, ma pensa al male che gli hanno fatto: «Soltanto perché a me piace danzare». E intanto sogna Nureyev. E il giorno in cui, come Billy Elliot, danzerà nel «Lago dei cigni».



Nessun altro quotidiano si è occupato della notizia. Le uniche altre fonti che trovo, quelle cioè che non citano come fonte l'articolo de La stampa, sono due siti gay. In un primo momento ho storto la bocca, ho pensato a un'indebita appropriazione, a uno sciocco sillogismo che equipara la danza maschile all'omosessualità.
Evidentemente non è servito nemmeno il film Billy Elliott a spezzare questa catena (il)logica... Ma poi mi ricredo e non mi disturba che siano le associazioni omosex a parlare della notizia. In quanto a discriminazioni subite i gay non sono secondi a nessuno ed è giusto che siano solidali con chi, pur non essendo necessariamente gay, subisce una stupida, vigliacca e imperdonabile aggressione in nome di uno stesso pregiudizio che è quello dell'ignoranza. Io non so e non sapendo mi afferro ai luoghi comuni, agli stereotipi e in base a quelli colpisco, non più solo verbalmente, ma anche fisicamente.

Gay.tvriporta la notizia dando molti più dettagli dell'articolo della Stampa.

Apprendiamo così che frequenta la prestigiosa scuola di danza torinese di Loredana Furno dall'età di sette anni, che la scuola media in cui è stato aggredito è l'istituto Cesare Pavese di Villastellone, alle porte di Torino, che i due ragazzi che avrebbero commesso l'aggressione sono stati segnalati alla Procura dei minori di Torino ma che la preside della scuola, Brunella Margutta, non ha ancora deciso nessun provvedimento e che lunedì i due "bulli" erano normalmente in classe.
Sempre nello stesso articolo (non firmato..., vatti a fidare di internet!) si afferma che Angela Bruzzese, la mamma di Andrea il ragazzino aggredito, ha subito pressioni dalla preside che le ha chiesto di ritirare la denuncia perché uno dei due ragazzini ha una difficile situazione familiare alle spalle e che, intervistata in proposito, la preside abbia reagito con un no comment dichiarando che "c’è un’inchiesta in corso: quando sarà chiaro il ruolo dei due ragazzini accusati da Andrea, prenderemo i provvedimenti disciplinari necessari".

I due ragazzini accusati da Andrea... Vuoi vedere che ora il colpevole è lui!!!

Ma è la parte conclusiva dell'articolo ad avermi causato un travaso di bile. Sempre nello stesso articolo si dice che E Loredana Furno la titolare della scuola dove studia Andrea abbia denunciato di aver perso molti allievi "incapaci di sopportare le accuse, gli scherzi di cattivo gusto e, talvolta, anche le botte" e che gli ultimi due allievi, di 6 anni, si sono ritirati subito dopo Natale. L'articolo si chiude con un accorato appello della dona: "Ragazzi, piuttosto che essere derisi, picchiati o bollati come gay, evitate di dire in giro che studiate danza".

Come?!? Invece di denunciare le angherie subite per un pregiudizio così diffuso che gli allievi della sua scuola vengono falcidiati e si ritirano, quella sciagurata consiglia di non fare outing e non dire che si fa danza?!?!?!

Ricordo una scena del (pessimo) film In & Out quando per difendere il professore gay, che sta per essere cacciato per dubbia condotta morale dalla scuola in cui insegna, tutti gli studenti della sua classe, ragazzi e ragazzi, dicono di essere gay.

Biagi e Gaber, entrambi morti, pace all'anima loro, non comprendevano perché gli e le omosessuali continuano a marciare dicendosi orgogliosi di essere gay. Ma questi segni di intolleranza (e Andrea ha con i gay in comune solo la matrice fascista, reazionaria e maschilista della aggressione subita) vanno eliminati alla radice, altro che passare la vita in silenzio fingendo di non "essere" ballerini!!!

Mi piacerebbe che tutti ragazzini e le ragazzine di tutte le scuole di danza andassero in giro per le loro scuole dicendo di essere tutti ballerini e ballerine con lo stesso orgoglio con cui gay e lesbiche portano con fierezza quel che per altri è un marchio di infamia.

Spero che, se è vero che i due ragazzini hanno aggredito Andrea, come minimo perdano l'anno scolastico, per far ricordare loro che si è sempre responsabili di ogni gesto e che le cazzate si pagano; di più spero che il tribunale dei minori indaghi sulla capacita o l'incapacità delle due famiglie dei ragazzini ad allevarli, crescerli ed accudirli, e che, se è il caso, sottragga loro la patria potestà, perché i due ragazzini sono giovani (hanno uno 13 e l'altro 14 anni, uno è italiano l'altro romeno, secondo il sito dell'associazione gay, lesbica e trans Mario Mieli che però riporta come fonte l'articolo della stampa...) e possono ancora essere rieducati mentre le famiglie che hanno loro propalato tali valori (sic!) sono incurabili e vanno solo isolate e impedito loro di far del male (se, viceversa, le famiglie non sono la fonte delle "idee" nella testa dei ragazzini, il fatto che non siano riuscite a dar loro una educazione migliore è segno della incapacità come genitori e, lo stesso, bisogna agire di conseguenza).

Spero proprio che questa faccenda non cada nel dimenticatoio, intanto consigli alla signora Furno di tornare ad occuparsi di danza e lasciare i consigli sui comportamenti dei giovani ragazzi che amano la danza a chi ha idee migliori più chiare e più degne di essere riportate delle sue.

Molto meglio le parole di solidarietà di Garrison, il coreografo del programma "Amici" (che si riscatta così in parte di partecipare a un programma come "Amici" che corrompe tanti giovani) che ha dichiarato: "Quello che voglio dire ad Andrea è che quello che ha subito non esiste, deve cancellarlo e può farlo solo andando avanti, tenendo duro e non rinunciando alla sua passione, la danza. Ed è proprio una passione quella che forse manca ai bulli che lo hanno picchiato. Faccio gli auguri a lui e alla sua famiglia - continua il maestro di "Amici" - e gli dico di non mollare, perché così dimostrerà che è molto più uomo di coloro che lo hanno vigliaccamente aggredito" fonte il sito roma-città (che cita a sua volta come fonte della notizia il tgcom...).

Intanto una scuola di Treviso, la Scuola Media Statale “Claudio Casteller” presenta un progetto per sensibilizzare gli e le alunni/e a superare gli stereotipi tra maschi femmine (sica!), potete vedere il programma qui.

bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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