31 agosto 2009

Bollettino ufficiale sullo stato del mio umore n° 28


Caro Qualcuno
(Umberto Bindi)
Caro qualcuno come stai
scusa se non ti scrivo più
non ho da dirti quasi niente
sto qui da solo come sempre
va tutto bene cioè così
sono tranquillo sono qui
cercare ancora non ha senso
non sogno più però in compenso
grandi dolori non ne ho

e tu, sei poi andato in Asia?
O la sola idea ti basta
Io faccio quello che si può
ho imparato anche a dire di no

No, caro qualcuno non è questo che vorrei
si dice "basta!" troppo presto e non sai mai
se questa notte parte un treno e dove va
e se possiamo partite anche noi.
Noi che abbiamo detto "adesso tutto cambierà"
che abbiamo scritto qualche pagina a metà
e intorno e dentro s'era fatta sera ormai
dimmi tu che figura ci fai.
No, caro qualcuno non è questo che vorrei...

Caro qualcuno è tutto strano
ricordi il vecchio capitano
che navigava sopra il lago
con quell'inutile espressione
di uno che aspetta l'uragano?
Dov'è la vita e l'avventura?
Dietro a quale serratura?
Sarà davvero tutto qui?
E' davvero finita così?

No, caro qualcuno non è questo che vorrei
si dice basta troppo presto e non sai mai
se questa notte parte un treno e dove va
se possiamo partire anche noi...
No!

Indizi permanenti di solitudine






30 agosto 2009

Mostre che voglio vedere: Robero Ferri

Al complesso del Vittoriano, fino al 10 di settembre, è possibile vedere una mostra di Roberto Ferri, giovane pittore tarantino, classe 1978, che rielabora in una versione personale e interessante il nudo nell'arte con la luce e i colori caravaggeschi.




Ecco un assaggio della sua opera...








(tutte le immagini sono prese dal blog dell'autore)

29 agosto 2009

Due foto magnifiche...

Un nuovo blog

E' quello di Cristiana Alicata.

Non si possono fermare le nuvole.

Una fonte preziosa, da leggere, consultare, avere come punto di riferimento.

Cristiana Alicata è giornalista, scrittrice (ha al suo attivo il romanzo
Quattro), e milita nel PD.


Mi sono "innamorato" di lei quando ho visto il video del suo intervento al Lingotto (all'incontro del PD su "Quale congresso, quale partito: il Pd, si discute") che potete vedere su facebook (le ho scritto epr vedere se posso in qualche modo postarlo sul mio blog,. se crede...).
Per ora dovete accontentarvi di una piccola parte di quell'intervento che ho trovato su youtube.




Finché Paola Binetti resterà nel partito e non verrà cacciata via in malo modo, io non voterò mai il PD, ma sapere che dall'interno persone come Cristiana vi combattono per farne una forza presentabile mi fa sperare per il futuro.

Proteggere ogni bacio

E mentre sul mio blog imperversava la polemica sterile (Perplessa e Antonio non hanno capito l'artificio retorico del mio post che sottolineava l'insufficienza di una legge sull'omofobia dicendo che serviva ben altro che una legge, e giù a criticarmi e darmi lezioni di vita...) grazie al mio amico Marco, che saluto e ringrazio, ho conosciuto Cristiana Alicata, del PD, la quale sul suo blog Non si possono fermare le nuvole ha segnalato questo splendido video



che va proprio nella direzione del mio post, mi sembra, facendomi sentire meno solo su certe posizioni.

D'altronde non sono l'unico a pensare che la violenza omofoba ha la stessa radice di quella xenofoba e/o misogina (perdonami Antonio ma non hai proprio capito niente...) nonostante i dubbi di qualche sedicente femminista (vero Perplessa?), a differenza di chi vuole tenere tutto separato perché se si mischiano froci negri e mignotte poi si fa troppa confusione (sic!).

Così Nicola Zingaretti sulle pagine di Repubblica (27 agosto) arriva a dire che c' è uno strettissimo legame tra l' intolleranza verso gli extracomunitari e gli attacchi di questi giorni alla comunità gay (per leggere tutto l'articolo cliccate qui.

Il video è stato prodotto dalla Maneo un'associazione tedesca che aiuta le persone omosessuali vittime di violenze.

Grandiosa l'idea di sottolineare che l'intolleranza si rivolge contro tutti diversi.
Io aggiungo che fare causa comune è sempre meglio che spezzettare il diritto in tante sotto categorie (nel caso di pestaggio di un gay nero e testimone di Geova quale legge applichiamo? O le applichiamo tutte???

Intanto solo con la legge, senza una sensibilizzazione sciale le violenze continuano e continueranno.

Ah (perdonami perplessa!), ovviamente il ministro (sic!) Carfagna dovrebbe dimettersi, o tacere per sempre, come mi sembra stia facendo...

Chiudo questo post con un bellissimo poster che ho visto a Roma (poche volte a dire la verità) e che ritrovo nel bel blog di Cristiana Alicata.

Un poster intelligente, che mi fa sentire meno solo.



Come mi ricorda Marco i due testimonial del poster sono due deputati Anna Paola Concia del PD e Jean Leonard Touadì dell'Italia dei Valori.

Si ricomincia!

Dal 1° al 6 settembre la manifestazione "Notti di cinema a Piazza vittorio" programma alcuni film del 62° Festival Internazionale del Film di Locarno a cura dell’ANEC Lazio, in collaborazione con il Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione, la Direzione Generale Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, e patrocinato dall’Ambasciata di Svizzera a Roma.

I film sono in lingua originale con sottotitoli italiani.

Le proiezioni saranno caratterizzate dalla partecipazione di registi e attori dei film presentati.



Biglietto: intero 6 € / ridotto 5 € (over 60, Bibliocard) ogni 5 ingressi, 1 è in omaggio.


28 agosto 2009

Aspettando il post su Boston Legal...

Il nuovo album di Pier Cortese...


...s'intitola Nonostante tutto continuiamo a giocare a calcetto, album agognato,
annunciato sin dal maggio dello scorso anno e uscito, chissà perché, solo adesso...

Ad un primo ascolto l'album appare musicalmente più coerente del precedente Contraddizioni . Coerente vuol dire un sound più unitario, che dà al lavoro la parvenza di album più che di un disco contenitore come il precedente. Questo perché il primo lavoro (uscito nel 2006 e poi, in una riedizione, nel 2007 con aggiunti il brano Non ho più tempo -presentato a Sanremo- e Tu x me, prodotti ex novo, più tre bonus track ripescate da tracce di singoli precedenti, raccoglieva brani scritti dal 1999 (Il clown) al 2006 (2007). Un eclettismo di sound, arrangiamenti e impostazione nella costruzione dei brani che può piacere, come al sottoscritto, o lasciare perplessi, ma che dimostravano la grande sensibilità musicale di Pier.
Nonostante tutto continuiamo a giocare a calcetto sembra più centrato su sonorità contemporanee (con alcune parti parlate che sono tanto up to date, ma che, ne sono sicuro, saranno le prime a invecchiare ) e che, forse, ma è prematuro dirlo, rendono l'album cronologicamente molto più identificabile del precedente, che sapeva coniugare la lezione melodica di Battisti con originalissime soluzioni armoniche, del tutto autonome e sorprendentemente audaci (in un panorama di canzoni italiane tutte basate su accordi in maggiore...).
In questo nuovo lavoro Pier ha lavorato di cesello sugli arrangiamenti e sui testi confezionando un lavoro pulitissimo e proprio per questo un po' algido e meno emotivo del precedente (non ci sono canzoni d'impatto come Il clown, Dimmi come passi le notti o Io pago per citare un personalissimo e arbitrario elenco).
Pur non essendo un album commerciale si nota una certa attenzione per il pubblico (di giovani e giovanissimi) che lo andranno ad ascoltare, mentre Contraddizioni non faceva sconti ai suoi ascoltatori, nel bene (Ho deciso di stare bene) e nel male (Donne di paese).

Certo a distanza di tre anni dal primo disco ci si poteva aspettare un album meno cauto, con canzoni che avessero una maggiore urgenza nell'essere suonate (e cantate) ma bisogna riconoscere che invece di ricalcare il successo del sound precedente Pier abbia avuto l'onestà di andare oltre e cercare di fare qualcosa di diverso da quanto fatto prima.

Vari ascolti e il collaudo dei concerti (a Roma non perdetevi il mini concerto previsto il 14 Settembre p.v. alla libreria Feltrinelli) in cui sentiremo come suonano i nuovi pezzi e come riesce Pier a personalizzarli per le esecuzioni dal vivo, ci diranno se questo lavoro godrà della stessa lunga vita del precedente o se fra pochi mesi sarà già catalogato tra le cose passate e vecchie.

Primi indizi di solitudine...







27 agosto 2009

Cirillo

29 Febbraio 1996 27 Agosto 2009

Capro espiatorio?

Questo è Alessandro Sardelli, Svastichella, ritratto dal fotografo del Tempo, durante l'arresto, avvenuto ieri, 26 agosto, alle 11,05.
40 anni, ex pugile, abita al terzo ponte del Laurentino 38. Con lui è sceso il padre, e alcuni parenti tra i quali la sorella, infuriata per la presenza del fotografo de Il Tempo, al quale ha cercato di strappare la macchina fotografica (fonte Il Tempo).

Svastichella è accusato di aver accoltellato Dino, 28 anni, della Marche, ricoverato all'ospedale Sant'Eugenio con polmone e fegato bucati dalle coltellate, e [di aver] colpito alla testa con una bottiglia il suo amico Giuseppe, napoletano, di 44, esperto informatico residente in Spagna(Il Tempo).

Presunto aggressore perché, per la legge italiana, e di ogni altro paese democratico, la presunzione di innocenza è uno dei cardini della giustizia.

Per i poliziotti che hanno avuto a che fare con lui fino a pochi mesi fa, fra i vicoli e le strade del Laurentino 38, vedere «Svasti­chella » trattenuto in carcere sarebbe una vera sorpresa. «L’abbiamo arrestato 6-7 volte, ma è sempre uscito: ha un certificato di semi-infer­mità mentale che lo considera un soggetto in­compatibile con il regime carcerario. Speriamo che questa volta non finisca come al solito», spiegano quasi rassegnati a quella che, almeno fino a ieri, sembrava una legge non scritta.(fonte Corriere della sera)

Svastichella ' ex boxeur, ex topo d'appartamento, poi diventato spacciatore, (...) si vantava con gli abitanti di questo pezzo di Bronx romano di essere "un fascista vero che odia gli omosessuali". Vanterie che l'ironia, tutta romanesca, gli era valso il soprannome irridente di Svastichella. Dal giorno della denuncia in stato di libertà - diventata oggetto di scontro tra Campidoglio e Procura - da sabato scorso e fino alla cattura Sardelli era tenuto costantemente sotto controllo da una volante e da un servizio di controllo. (fonte Ansa).

Infatti La notte di sabato, quella del ferimento, la Squadra mobile lo aveva identificato e denunciato a piede libero per tentato omicidio. Le dure critiche, specie del sindaco di Roma Gianni Alemanno, avevano spinto la Procura a tornare sui suoi passi e a chiedere l'arresto dell'indagato, già con precedenti penali per droga e reati contro il patrimonio.
L'altro ieri il pm Pietro Pollidori ha firmato la richiesta di custodia cautelare e ieri il gip Renato Laviola l'ha firmata. «Sussiste la possibilità e vi è il concreto pericolo che l'indagato possa commettere reati della medesima fattispecie» scrive il giudice. Sardelli sarebbe stato riconosciuto da cinque persone presenti durante l'aggressione. (Il Tempo).

Una vera fortuna per Alemanno che può ricostruirsi una verginità antiomofoba quando nei mesi passati ah messo i bastoni tra le ruote prima al pride e poi al Village ( i suoi vari assessorati accampavano mille scuse per negare i permessi pochi giorni prima delle manifestazioni, ben dopo che erano state presentate le richieste di autorizzazione).
Che Svastichella non sia stato arrestato subito permette Almeanno di mettere in cattiva luce procura e giudici, cavalcando l'onda della pena certa, istigando all'intolleranza, all'odio e a una strisciante paura..

A leggere certi commenti sembra esserci riuscito in pieno:

ma che ci fai con uno così? cosa te lo tieni a fare? poi parliamo dei pericoli derivanti dagli extracomunitari...uno così lo chiudi in un manicomio criminale per tutta la vita, è socialmente pericoloso, ieri rubava e rapinava, oggi accoltella un gay, domani? bisogna prevenire, difendersi, o lo buttiamo nel mare al largo di malta o lo chiudiamo in galera avvolto da catene fino alla sua fine. Scusate, in genere sono democratico, ma se penso a cosa potrebbe fare un domani, a mia figlia, a mia madre o a quelle di un altro provo rabbia e impotenza
A parte le implicazioni di carattere sanitario legale, il problema principale è che a Roma questi soggetti sono in aumento e stanno piano piano impossessandosi della città, li vedi allo stadio, al mare, la sera in giro, in macchina, Il comune denominatore è l'uso della violenza per sopraffare il prossimo,perchè sono cresciuti così..con questo codice.Le stesse forze dell'ordine li temono..provate voi ad entrare in posti come il Laurentino 38,ci vorrebbe mezzo esercito. E' una questione culturale..se il più forte decide che è ora di schiacciare il più debole, il più debole soccombe e questa città diventa una giungla.Ciò potrebbe portare quindi tutti ad armarsi di coltelli e roba varia per difendersi,e quindi addio Roma e addio sicurezza.Temo che le forze dell'ordine non siano più in grado di arrestare questa emorragia senza nessun aiuto governativo.Con tanti saluti al buon senso, al rispetto per il prossimo.E alla vita delle persone. cococo
La semi-infermità mentale, non è di per se motivo di impunità; esiste l'istituto giuridico dell'interdizione ed esistono gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari per chi è pericoloso socialmente. Il buonismo non è nè di sinistre nè di destra è semplicemente stupido Sergino

Purtroppo questi commenti non compaiono sul sito del Tempo ma su quello del Corsera...

Se la colpa è di un matto incarceriamolo, interdiamolo, uccidiamolo...

Per me questi commentatori sono fatti della stessa pasta di Svastichella.

In quanto alla sua colpevolezza, siamo tutti colpevoli. Tutti.
Perché siamo un popolo di evasori, di violatori di tutte le leggi del vivere civile,
in una parola, perché siamo ITALIANI.

Perché già la stampa ha creato il caso omofobia (come godono dell'attentato incendiario al Qube, ribattezzato discoteca gay, quando è un poto polifuzionale che solo una volta a settimana ospita Mucca assassina ma le altre 6 sere ospita concerti Metal e quant'altro).
E noi, pecoroni a credere a quel che ci dicono questi delinquenti che si pretendono giornalisti.
Invece di protestare a milioni contro questa stampa degna nemmeno della peggiore Novella 2000 siamo contenti che il matto finché si può, stia dentro. Così abbiamo tutti la coscienza a posto.
Per il resto preghiamo dio che la prossima coltellata non tocchi a noi...

Miriam Mafai su Repubblica chiede una legge sull'omofobia.

E non capisce che Svastichella è il prodotto dello sdoganamento del fascismo compiuto in 20 anni.
Quello stesso sdoganamento che ha permesso a Fini di andare a Israele e a chiedere scusa per i crimini del fascismo.
Senza che nessuno scendesse in piazza per ristabilire la verità, la Storia, il sneso delle cose.

Mafai non capisce ce la mano di Svastichella è la stessa che colpisce extracomunitari, donne, ragazzi e ragazze comunisti uccisi solo perché rossi

Non serve una legge contro l'omofobia, no si combatte questo clima di intolleranza (per usare un eufemismo) con leggi punitive.
Lo stato che punisce ammette la sua impotenza.
Bisogna rieducare i cittadini, tutti, iniziando a far rispettare le file, a pagare le tasse, spegnendo le tv, cambiando giornali e governo.
Se c'è la volontà popolare lo si può fare.

IL POPOLO PUO'. Se vuole.

Ma vuole?






26 agosto 2009

due come noi

Si regalano enciclopedie

Devo essere un po' dislessico. Dagli errori di battitura che faccio quando uso la tastiera (avevo scritto tasteria...) sembrerebbe proprio di sì. Come Totò dico i torni contano solo che non lo faccio per far ridere...

Sono sempre con la testa tra le nuvole, o meglio, altrove, proiettato già in una delle cose che dovrò fare dopo, un minuto o un mese ha poca importanza, cercando disperatamente di sfruttare i tempi morti del presente per avvantaggiarmi (mia madre avrebbe detto così) con gli impegni futuri.

La mia amica (sic) Mariù direbbe che sono superficiale, ma non credo, è più probabile che viva in un mondo di Alice dove i desideri rasentano il ridicolo e a perdonare i miei errori c'è solo la genuina spontaneità della mia naïveté.

Ricordo, anni fa, mamma era morta da poco, entrare trafelato nella rilegatoria a trenta metri da casa mia, davanti la quale passavo ogni giorno, chiedendo quali fossero le enciclopedie e il rilegatore, un po' interdetto, rispondermi quelle a fascicoli che escono in edicola. Al che ero io a ...interdirmi. Nella vetrina del negozio c'era scritto "si rilegano enciclopedie" e io avevo letto "si regalano enciclopedie", pensando che il rilegatore si disfacesse a prezzi stracciati di volumi portati a rilegare e mai venuti a ritirare.
Uscii con la stessa delusione di quando, da bambino, vedendo un bottone gigante che mamma stava cucendo su un suo cappotto, lo presi per un biscotto e chiedevo determinato biccotto mentre mamma mi mostrava inutilmente tutti i biscotti che aveva in cucina...

Ieri ho trascinato Paolo da Ikea, convinto di andare fare una foto, in uno degli ambienti espositivi, che sarebbe stata stampata sulla copertina di un catalogo personalizzato...
Vieni con la tua famiglia o con i tuoi amici dal 24 al 30 agosto* dalle 11 alle 19 nel tuo negozio IKEA Anagnina: sarai il protagonista del nostro nuovo catalogo. Potrai scegliere di farti fotografare in uno tra i 5 ambienti a tua disposizione, come se fossi a casa tua e personalizzare così la copertina del Catalogo IKEA 2010.
Riceverai subito la tua foto insieme a una copia del nuovo catalogo!


Certo la descrizione è fuorviante ma solo chi cerca enciclopedie regalate in rilegatoria può pensare che la copia che ti daranno del nuovo catalogo ha in copertina la tua foto...

24 agosto 2009

Sperma? Tanto per gradire!

Tutto inizia con un post che leggo su Gayburg, un blog che ho incontrato per caso, o quasi, è tra i preferiti del blog del mio amico Paolo.
Ecco il post:
Si sa, i 18 anni si compiono una volta sola nella vita. Non stupisce, quindi, che in molti decidano di festeggiare l'evento nei modi più strani e strampalati. L'idea di una 18enne sanmarinese, però, non è stata fra le migliori. Con i suoi amici e andata a festeggiare in una discoteca ma, al posto di spegnere le consuete 18 candeline, ha pensato di usare ben altro tipo di candela. Pochi minuti dopo lo scoccare del suo diciottesimo compleanno ha infatti festeggiato facendo sesso orale con 18 persone diverse (tutti suoi amici). Il festeggiamento hot unito probabilmente all'alcool ha fatto si che la serata non si concludesse come probabilmente ci si aspettava: il gioco è costato alla giovane un viaggio al pronto soccorso dove è stato sottoposta a lavanda gastrica per indigestione.
Rimango basito, non dalla notizia, ma dalla totale mancanza di fonti per avvallare la notizia. Scrivo al blogger che ha la gentilezza di mandarmi ben 5 fonti diverse.
Come ti dicevo le fonti sono molteplici. Ecco alcuni esempi: Blitz ( http://tinyurl.com/kk35aj ) Leggo ( http://tinyurl.com/lqmu97 ) ParmaDaily ( http://tinyurl.com/kwqnnn ) Julie ( http://tinyurl.com/lj6q38) CronacaQui ( http://tinyurl.com/ndm72g )
In realtà si tratta della stessa fonte, citata da tutti i siti, come ammette solo il sito JulieNews, un articolo (sic!) firmato da Lalla Lulli su CiaOPeople

Il tono di questi "articoli" è ben peggiore di quello del blog Gayburg, che si limita a riportare la notizia come curiosità, con pochi commenti coloriti
al posto di spegnere le consuete 18 candeline, ha pensato di usare ben altro tipo di candela
ben diversamente dalle sue fonti, che compilano un vero e proprio florilegio del maschilismo spinto e a buon prezzo.
Aveva compiuto 18 anni da alcune ore e cosa ha pensato di fare? Di spegnere 18 candeline? Più o meno: ha acceso 18 candeloni! Ovvero ha avuto ben 18 rapporti orali con ben 18 persone diverse.
L'avverbio Ben ripetuta ben due volte... (beh poteva anche avere 18 rapporti orali con la stessa persona, ma in quel caso la notizia sarebbe stata un'altra...)
Tutte suoi “amici”. E che amici! La prestazione multipla, avvenuta in una discoteca - e, tra l’altro, gratuita -...
Certo perché una ragazza che si concede a 18 fellatio consecutive è più assimilabile a una mignotta di una donna che non lo fo per piacer mio ma per dare un bimbo a dio
...aiutata probabilmente dall’alcol, le è costata una gita [sic!] al pronto soccorso per una lavanda gastrica da indigestione. E menomale che non ne compiva 85!( Blitz)
Qualche bicchierino di troppo e l’euforia della festa, devono aver scatenato i suoi bollenti spiriti, se ad un certo punto ha deciso di ringraziare alcuni invitati con un regalo a sorpresa: sesso orale per un gruppo di fortunati ospiti.. Uno di questi, presente al party, ha raccontato: “Era assatanata, per giustificare la sua foga urlava: ho compiuto 18 anni e ora posso fare quello che voglio”.
Perché bisogna giustificare la ragazza assatanata ma non i 18 convenuti?
Quante sono state le candeline sulla torta, tanto i fortunati maschietti che, invece di farlo, il regalo lo hanno ricevuto.
Certo il regalo è per chi lo riceve, non per chi lo fa...
Dopo diciotto rapporti orali continui, la ragazza però ha iniziato ad accusare un inevitabile malore, è stata infatti condotta all’ospedale per una lavanda gastrica. (Leggo estate)
Dopo aver bevuto un po’ troppo in discoteca, ma sostanzialmente sobria,
Ma... ha bevuto un po' troppo o è sostanzialmente sobria? Ah, capisco, l'euforia è a causa dell'alcool ma la zoccolaggine è la sua...
raccontano gli amici presenti, la giovane ha avvicinato un ragazzo, gli ha detto qualcosa nell’orecchio, gli ha sbottonato i pantaloni, si è inginocchiata… e poi si è abbandonata al sesso orale.
Lì, davanti a tutti?!!? Ma dai!
Poi sotto un altro, poi un altro ancora… una pluri-fellatio da 18 colpi, una prestazione multipla e gratuita con 18 persone diverse, una per ogni anno di età compiuto. (Parma Daily)
Il diciottesimo compleanno dovrebbe essere ‘quello indimenticabile’. Ebbene, sicuramente non se lo scorderà tanto facilmente una ragazza di San Marino, che ha deciso di festeggiare la sua maggiore età con un regalo del tutto insolito. Invece di spegnere 18 candeline, ha deciso di porre fine alle focosità di 18 ‘ceri pasquali’: complice l’alcool, la ragazza, trovandosi con degli amici in discoteca, ha voluto praticare del sesso orale con 18 avvenenti giovani. La sua bramosia però non ha risparmiato il suo corpo, evidentemente ‘poco allenato’,
a differenza di quello di qualcun altro?
visto che dopo aver dato pace all’ultima candela, è dovuta essere ricoverata d’urgenza in ospedale, dove è stata sottoposta ad una lavanda gastrica. Come dire: tutti gli insegnamenti di mammà sul non esagerare con il cibo a poco sono valsi. (GayTV)
Forse il commento più volgare di tutti perché dà della sprovveduta alla ragazza (evidentemente i redattori del sito si sentono più confidenti della ragazza sull'argomento...) . Tralascio di analizzare oltre le frasi e gli aggettivi impiegati nei singoli articoli, che si commentano da sé, mentre un enorme tappeto pietoso va disteso sopra i commenti dei lettori in ognuno dei siti citati. La cosa che mi dà fastidio in questa notizia non è tanto che nessuno (tranne il sito Julie News) abbia sospettato si trattasse di una colossale bufala, ma la stupidità della gente, l'ignoranza pressoché totale dell'anatomia umana che ha indotto a credere della veridicità della notizia, e il fatto che, evidentemente, nessuno pratica il sesso orale o se lo fa, lo rimuove subito dopo. Intanto nessuno degli articoli (sic!) ricorda il rischio di questa pratica, gran viatico di malattie sessualmente trasmissibili (e non c'è solo l'aids). Nessuno ha pensato bene, en-passant, di ricordare che questa pratica è, di per sé, un comportamento a rischio. Erano troppo presi a precisare che le prestazioni erano gratuite. Ma tant'è. Però, mi chiedo, come si può pensare che dopo aver praticato 18 fellatio (con eiaculatio in ore... cosa che non è scontata) e aver deglutito lo sperma (lo si può sempre sputare, non che renda la pratica meno pericolosa...) si posa finire in ospedale per INDIGESTIONE?!?!?!?!?!?!??!?!?!?!?!? Ma che visione distorta si ha della sessualità e delle sue pratiche? Facciamo un po' di conti. Mediamente il volume dell'eiaculato, nell'uomo, è compreso in genere tra l'1,5 e i 5 ml (fonte: sito cercounbimbo). 5 ml (la quantità massima) per 18 fa 90 millilitri, 9 centilitri, poco più di un terzo (3,66667) di lattina di Coca Cola da 33 cl. Ora come una tale quantità di sperma possa, non dico indurre nausea, ma costringere a sottoporsi a una lavanda gastrica è un mistero che qualunque persona dotata di buon senso dovrebbe chiedersi e chiedere all'autrice della notizia (Lalla Lulli intendo, non la festeggiata...). Il tono della notizia, i commenti nel presentarla, la visione distorta delle dinamiche fisico-organiche di una (18, 39 66..) fellatio la dicono lunga sulla superficialità della notizia, di chi l'ha scritta e di chi l'ha letta senza sghignazzare. E' anche indice di come certe pratiche sessuali continuino a essere vissute come tabù, a essere considerate con enorme pressapochismo e disinformazione... Sopratutto è indice di una nemmeno troppo velata misogina e anche di maschilismo. La ragazza è sfrenata, assatanata (18 cazzi diversi, ma che esagerata! se era un ragazzo a scoparsene 18 lo avrebbero trattato tutti da campione). E' esagerata e pure imprudente, finisce in ospedale, lo fa pure gratis, il piacere poi lo provano solamente i ragazzi mica lei (ma allora che lo ha fatto a fare? Vuoi vedere che si è pure approfittata di loro?) ... Insomma, una frana... Qualcun altro avrebbe fatto di meglio... La stessa identica matrice che c'è alla base dell'omofobia... Una notizia così va smontata pezzo per pezzo o semplicemente ignorata, non riportata tale e quale, senza nemmeno uno straccio di vaglio critico senza trasecolare per il florilegio di sciocchezze e cattiverie gratuite che contiene con buona pace del blog Gayburg. A proposito... Ma la ragazza in questione era di San Remo o di San Marino?!

21 agosto 2009

Ramadan 21 agosto 19 settembre 2009

Oggi inizia il Ramadan mese (lunare) di digiono per tutti i Musulmani cje si concluderà il 19 di settembre.
Ringrazio il blog Marginalia che ce (me) lo ha ricordato/segnalato.

Sempre grazie a Marginalia ho scoperto Jennifer Camper una (per me) nuova autrice di fumetti che ha dedicato una bella tavola al Ramadan, pubblicata su Controstorie#2 e che qui vi ripropongo...

cliccate sull'immagine per ingrandirla

...assieme al messaggio del Presidente Obama ai musulmani americani e di tutto il mondo.

.

Beh non so a voi ma a me un po' di digiuno non potrebbe che farmi bene...

19 agosto 2009

Il mio primo articolo...

...fu sul teatro. Non è piaggeria, dunque, quando dico che il cinema, per me, in fondo, è stato un ripiego.
Eccone una prova.
















(cliccare sull'immagine per ingrandirla e leggere l'articolo)

Fu il mio primo articolo pubblicato in assoluto.


















La rivista è(ra) Uscita di Sicurezza edizione italiana di Sortie de secours rivista Belga. L'edizione italiana vedeva tra i redattori me, Lucia Picaro, Pasquale P0lidori...
Anno di grazia 1986...

Ah, solo le scartoffie sano parlare così del passato!!!

18 agosto 2009

E Alemanno mise mano alla neve...

Ne avevo sempre sentito parlare. Ho un rado ricordo di mia madre che me ne parla. Ma non sono mai riuscito a assistervi. Tra l'altro non sapevo bene il come ma solo il cosa: un qualche giorno di Agosto, non meglio specificato, a Roma si celebra la festa della neve a Santa Maria Maggiore, in ricordo di una miracolosa nevicata d'Agosto voluta dalla madonna.


Poi mia madre morì e mi
dimenticai della "festa".
Solo quando ripresi a vedere Frances mi ricordai della miracolosa nevicata, e essendo lei a roman tour godness, mi ci portò.
Nel 2006. Il 5 di Agosto.
Ci eravamo dati appuntamento lì e Frances, mentre io ero in ritardo perché il 714 aveva deviato la corsa (piazza S. Maria Maggiore era chiusa al traffico, la festa svolgendosi lì), aveva preso un tavolino in uno dei bar della piazza.
Il tavolino a dire il vero era già preso,da un uomo sulla cinquantina, biondo teutonico, al quale Frances aveva chiesto se lei e un suo amico (io) potevamo sedersi per vedere la festa. Il teutonico cadeva dalle nuvole e mentre Frances si sedeva al tavolo gli spiegava tutto sulla cerimonia.

Nel 358*, quando era papa Liberio, il nobile e ricco patrizio romano Giovanni e sua moglie, non avendo avuto figli, decidono di investire i loro beni per costruire una chiesa dedicata a Maria, la madre di Gesù.
La Madonna apparve in sogno ai coniugi, la notte fra il 4 e il 5 agosto, dicendo loro di far costruire la chiesa là dove avrebbe lasciato un segno.
La mattina dopo i coniugi si recarono da papa Liberio a raccontare il loro sogno fatto** e, guarda un po', anche il papa aveva fatto lo stesso sogno. La notte aveva nevicato solo sull'Esquilino e sulla sommità innevata Liberio tracciò il perimetro della nuova chiesa, fche venne poi costruita a spese dei nobili coniugi.
Anche se questa storia non è comprovata da nessun documento, la chiesa fu detta ‘Liberiana’ dal nome del pontefice, ma il popolo la indicò come ad Nives, "della Neve".
La chiesa fu abbattuta al tempo di Sisto III (432-440) sostituita da una sontuosa basilica per ricordare la maternità divina di Maria, come sancito del Concilio di Efeso (431), utilizzando anche il materiale della chiesa di Liberio.
Nei secoli successivi la basilica ebbe vari interventi di restauro strutturali e artistici, fino a giungere, nel 1750, alle forme architettoniche che oggi ammiriamo.

Da secoli il 5 si celebra questa ricorrenza facendo cadere dalla Cappella Paolina dei petali bianchi...
Dal 1982 invece la cerimonia si svolge all'esterno, sulla piazza con tanto di nevicata artificiale.
*altre date sono disponibili
** secondo altre versioni i coniugi e il papa si incontrarono all'Esquilinom tutti e tre portati dallo stesso sogno.
Fu una serata magica e non solo perché il ...teutonico si rivelò un ospite divertente e galante, per giunta professore di cinema, ma perché la cerimonia fu davvero interessante colta e popolare, sacra e pagana insieme.
Sulla parete della Basilica vennero proiettate immagini di pace, le effigi di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI (e io e Frances fischiammo) più una pletora di affreschi e quadri a sfondo religioso, mentre una voce solenne leggeva frasi celebri di papi, santi e affini... La gente rimaneva in piedi imbambolata dalle luminarie e dalla musica diffusa dagli altoparlanti (Haendel), fin quando una macchina della neve, quelle usate nei set cinematografici, non riempì il cielo di neve finta...
Frances, al suo quinto gin tonic si alzò in piedi applaudendo, io e il ...teutonico applaudimmo da seduti.
Rimanemmo lì a bere e scherzare finché la piazza si svuotò. Pagammo allora il conto (un paio di bicchieri ci furono offerti dal teutonico...) e Frances, drunk out of her mind, fermò un taxi correndo in mezzo alla piazza ormai riaperta al traffico (ma ce la fa da sola? mi chiese il teutonico preoccupato, io risposi la accompagno io, e lui se ne andò più tranquillo).

Il giorno dopo Frances non ricordava nemmeno di essere rientrata a casa... (vi risparmio le libertà che si prese col tassista...).

Divenne una nostra tradizione. Anche l'anno dopo tornammo, senza il teutonico, ma, in più, c'era la banda dei Carabinieri e le belle immagini suggestive che coloravano la facciata della basilica, e dopo la festa, che finiva a metà serata, subito dopo le 22, ce ne andammo al ristorante cinese lì vicino, quello buono che cucina il riso nero...

Anche l'anno scorso ci siamo andati. E' venuto anche Rob. Dopo la neve siamo andati a un altro ristorante (quello cinese era chiuso stavolta...).
Una cena a base di pesce, al caldo, e tardi. Verso le 23 e 30 Frances all'improvviso dice "I go", e mentre io e Rob siamo ancora seduti ,ferma un taxi. Ho ancora scolpita nella memoria il ricordo della portiera destra del taxi aperta e da dentro la voce di Frances che mi chiede Tesoruccio? Hai bisogno di un passaggio?.

Anche quest'anno ci sono tornato. Senza Frances, che non c'è più, accompagnato dal mio amico Antonio. Abbiamo preso un gin tonic, brindando a Lei e abbiamo aspettato l'inizio della festa...
Intanto notavo che c'erano più macchine della neve, sono arrivato a contarne 5, contro la sola degli anni passati.
Sulla facciata della basilica solo luci colorate, niente immagini come gli anni precedenti (verranno proiettate su un piccolo schermo, issato da timide cordicelle, ridicola vela mossa da procella). Poi verso le 21 e 45 un tipo biondochiomato e una tipa scollata, gelati (microfoni) in mano, salgono su un palco improvvisato e poco rialzato dando il benvenuto alla serata, salutando il magnifico pubblico e ringraziando il comune di Roma che ci ospita sciorinando il solito bla bla da fiera paesana mentre sul palco si avvicendano: due ragazze che cantano canzoni religiose; tre ragazze dalla voce lirica (sic!) che intonano un Nessun dorma con un arrangiamento con batteria e chitarra.... Gianni Nazzari (si quel Gianni Nazzari) che dopo una canzone religiosa canta un suo cavallo di battaglia mentre un fantomatico amico del biondochiomato (ci inseguiamo sempre di spettacolo in spettacolo) Erasmo de Niro (nome indimenticabile!) canta Il Mondo (sì, quella di Jimmy Fontana).
Capite?
Quel che dovrebbe essere una cerimonia religiosa, anche se a sfondo pagano, celebrata in passato con gusto e sobrietà, si è trasformata in una brutta copia di programma tv, volgare e presenziata da celebri ignoti (Gianni Nazzaro a parte che non è certo simbolo di religiosa sacralità).
E pensare che, forte delle tre edizioni precedenti, avevo detto ad Antonio che la festa sarebbe stata come la signora Luisa, inizia presto e finisce presto...
Invece alle 22 e 30 ci sono ancora le sciamannate che cantano e io tra un pezzo e l'altro chiedo con voce infantile A neve! A vojo! facendo ridere quelli più vicini a me...

Poi finalmente la neve arriva ed è un profluvio di schiuma che inneva il palco (definito dal biondochiomato open space...) e gli astanti, Antonio e me compresi...

Poi sono già le 23, io vado a dar da mangiare alle gatte (e una signora, mentre vado via, mi dice, ha visto? c'è stata la neve come voleva...) e anche Antonio torna a casa...

Il sindaco Alemanno (o chi per lui) ha dimostrato, se ce ne fosse ancora bisogno, che destra e cultura sono proprio come l'olio con l'acqua, non amalgamano!

La gente è sembrata gradire anche se le risa alle mie richieste lasciavano intendere forse un altro umore...


Per finirla con il senso cupo della morte

16 agosto 2009

L'ultimo Cirillo


E mentre rimando la sua fine avventurandomi su di un difficile crinale, in equilibrio tra egoismo (ancora un giorno del suo corpo morbido, soffice ... e bubboso...) e vigile allerta (soffre? Soffre troppo? Ancora qualche goccia di Metacam!!!), ieri mettevo a posto le scartoffie (ma perché diamine lo faccio sempre ad Agosto?!?) e Cirillo, come al solito, mi segue passo passo, per stendersi lunghissimo a pochi centimetri da me, come per dirmi, non dimenticarti, se solo sapessi di cosa...

Ma ecco che, distratto dal caos delle immense carte accumulate, Cirillo scompare. Non è sotto il divano, non è sul letto, non è in cucina, ne in bag... Toh! Si è sistemato nello spazio (momentaneamente) vuoto di uno stipite della sala da pranzo\studio\camera per gli ospiti. Metto mano alla camera e faccio qualche foto. Quello spazio vuoto, desolato, scrostato, non è un efficace pendant della vita?
No, non solo quella di Cirillo, agli sgoccioli, ma quella di tutti noi, forme di vita di passaggio stanche e sole?...

Si consiglia la lettura di questo post ascoltando les demoiselle de Rochefort bande sonore originale.

Vecchie foto...

















1985
















1986


























1987


Sto mettendo a posto vecchie scartoffie. Sono uscite queste foto...

15 agosto 2009

Tutto quello che non avreste voluto sentire sulla morte
ma che vi dico lo stesso

Quando mamma si aggravò era tenuta in vita da una flebo che le immetteva in vena un liquido denso e bianco, dall'odore indimenticabile, che la nutriva, non riuscendo più a mangiare da sola. Era ancora presente anche se non a se stessa, in qualche modo. Ricordo che, esattamente una settimana prima che morisse, giunto in ospedale da "Rinascita" dove avevo appena acquistato Ti conosco mascherina, le dissi che era uscito un nuovo disco di Mina e lei mi aveva risposto con un poco convincete Ah, si?
Quando, qualche giorno dopo, le sue condizioni sembravano tanto gravi da indurre le mie zie a chiamare il prete per l'estrema unzione, io, in minoranza e disaccordo, lasciai la stanza.
Mi fu raccontato che, quando vide il prete, mia madre sgranò gli occhi e fece le corna. Geniale! Peccato non averlo visto. Non fu l'unico momento al quale non presenziai.
Pochi istanti prima che morisse, zia Clara mi mandò ad avvertire mia sorella che mamma stava per morire.
Io andai controvoglia. Al telefono Silvia non rispose.
Quando tornai, zia disse E' morta con un singhiozzo al posto del respiro.
Non mi sono mai perdonato di non essere stato presente all'ultimo respiro di mia madre. Se sono riuscito ad andare avanti è solo per la frivolezza del desiderio. Non era per mia madre era per me che volevo esserci.
Così l'ultimo ricordo che ho è quel petto affaticato che si solleva vistosamente nell'osceno sforzo di ossigenare un corpo moribondo, i suoi seni formosi ad amplificare lo spostamento del torace, su giù, su giù. Il ricordo più sereno di quel periodo, da quando mamma non fu più presente a se stessa, è una mattina di metà agosto, quando, mi era toccato il turno di mattina, accompagnandola in bagno sulla sedia comoda, mi disse con un'aria di sconforto dio come sto male! e per un attimo, per un attimo solo, era nuovamente se stessa, presente e consapevole di stare male. Fu quello il regalo per me, il momento speciale con mia madre, in un mese estenuante di turni al suo capezzale, tra canne (l'unica cosa che permetteva a me e mia sorella di andare avanti) caldo, il silenzio abbacinante delle mattine d'agosto in ospedale e Van Vogt che leggevo appena mamma si appisolava (altrimenti ero sempre a mormorarle qualcosa all'orecchio, come potesse capirmi, convinto che darla per mentalmente persa contribuisse al suo deterioramento psichico).

Quando Frances si aggravò, Rob mi chiamò al cellulare, avvertendomi che se volevo vederla ancora prima che morisse dovevo affrettarmi.
Io ero al festival del Cinema, insieme a Silvio.
Ci misi più di un'ora per arrivare al Fatebenefratelli dall'Auditorium.
Trovai tutti lì, Pasquale, Chris, Marco e Rob.
Frances aveva uno sguardo oscenamente assente, spalancato, gli occhi spenti. Lo stesso sospiro affannato di mamma, ma meno indecente, meno forsennato, meno evidente.
Il lenzuolo che le copriva il corpo smagrito era scivolato sullo stomaco lasciandole i seni scoperti. Nessuno si era degnato di coprirla, credo perché ormai tutti l'avevamo vista nuda per pulirla, rinfrescarla, accudirla. A me quel seno nudo faceva male come una pugnalata. Ecco lì un gruppo di froci, immuni al pudore che un seno suscita in un uomo, pensai. Peggio, indifferenti a un corpo già percepito come cadavere.
Se ne pensano di cazzate in certi momenti.
Che fastidio a vederli aggirarsi per la stanza d'ospedale, così indifferenti!
Non mi permisi di coprire quel seno. Probabilmente per vigliaccheria, perché temetti che il mio gesto potesse palesare il mio disappunto. Oppure per senso di colpa, sentivo di non esserne in diritto visto che mi ero sottratto al capezzale di Frances in quegli ultimi giorni, senza nemmeno giustificarmi, come solo i vigliacchi sanno fare.
Rimasi lì facendo finta di ignorarlo, il seno.
Poi, confidando che Frances non sarebbe arrivava all'alba, decidemmo dei turni.
Erano le 18. Visto che ero già lì mi proposi per il primo turno fino alle 23. Cenai, mangiando la cena che a Frances spettava di diritto anche se non mangiava più da una settimana (la flebo dal liquido biancastro mi portò indietro di 19 anni...). Poi Frances venne lavata e pettinata, i seni coperti, e quel gesto delle infermiere era un'accusa palese solo per me visto che tutti gli altri erano andati via.
Non riuscivo a leggere.
La guardavo anche se quegli occhi vitrei, da pesce al mercato, lei che aveva degli occhi giovani anche a 70 anni, erano insopportabili alla vista. Frances attendeva, mano poggiata ora sul corrimano del letto ora sulla fronte, la bocca aperta nello sforzo per respirare.
Poi verso le 20 l'infermiera le somministrò un sonnifero e mi assicurò che, nonostante gli occhi spalancati, stesse dormendo.
Io le carezzavo la fronte, le prendevo le mani nelle mie, mani freddissime, mi ricordai delle zampe di Buio, il mio primo gatto, la sera prima della sua morte.
Verso le 22 i suoi respiri, calmi, al contrario di quelli annaspanti di mia madre, si fecero sempre più radi.
Anche David Rieff nel libro su sua madre parla dei respiri radi, è davvero il solo momento in cui mi sono sentito vicino alle situazioni che descrive.
Prima intervalli di qualche secondo tra un respiro e l'altro. Poi di cinque secondi. Poi di dieci.
Una mano gelida di Frances tra le mie.
Quindici secondi...
Poi un tempo interminabile, prima del respiro successivo.
Poi altri respiri, sempre più impercettibili. Finché smise di respirare.
Le sorrisi dicendole mentalmente, cara, era davvero l'ultimo? con l'ironia che solo lei, e mia madre, avrebbero potuto apprezzare, oltre me, visto che me l'avevano insegnata loro.
Fui felice di essere stato presente ai suoi ultimi istanti. Io e lei, come ai vecchi tempi, quando, appena morto Fernando, chiamava me, in preda al panico, e io accorrevo.
L'ho anche ringraziata, del regalo che mi aveva fatto.
Mi sono sentito risarcito, in parte, per non essere stato presente quando spirò mia madre.
Era il 22 ottobre del 2009, le 22 e 30 circa. 19 anni e un paio d'ore prima moriva mia madre, mentre io ero andato a fare un'inutile telefonata.Quando arrivò, prima che potessi avvertirlo, giunto per darmi il cambio, Rob mi disse che gli dispiaceva fosse toccato proprio a me di assistere alla sua morte. Io gli dissi che ne ero stato onorato e felice.

Poi, come al solito, dinanzi il lutto, mentre gli altri piangevano, io me ne rimasi in silenzio, addolorato, ma immune alle lacrime.

Adesso, quando entro in camera da letto, dove Cirillo giace steso su cuscino del mio letto, noto in lui lo stesso sguardo, lo stesso occhio spalancato, perso nel vuoto, ma non ancora assente.
Anche lui attende, proprio come Frances, una morte inevitabile.
Solo che stavolta tocca a me decidere, portarlo dal veterinario, farlo sopprimere.
E dovrò farlo anche prima che giunga l'agonia. Sarebbe un'imposizione crudele. Spero solo di trovare il momento giusto, il giusto equilibrio tra egoistica esitazione e pietà animalista.

O il dono di un'improbabile morte spontanea...




Altro giro altra notizia

Subito dopo la notizia (sic!) sul topless, nello stesso gr2, ecco cosa è stato trasmesso:
Dal topless alla sabbia e il mare sinonimi delle vacanze estive ma la scienza ci dice qualcosa di più su un pugno di questa morbida e soffice polvere. Sentiamo:
(si sente Legata a un granello di sabbia di Nico Fidenco) (altra voce femminile) C'è chi la raccoglie in piccole bottigliette come souvenir chi ci gioca per costruire fantasiosi castelli chi ama ricoprirsene per rubarne il calore, parliamo della sabbia che però per gli scienziati costituisce anche un prezioso indicatore sulla storia del nostro pianeta. I paleontologi marini studiano infatti i Foraminiferi, organismi unicellulari comparsi sula terra 500 milioni di anni fa, e presenti in tutti i mari. Ma perchè sono così importanti queste microconchiglie piccole appunto come granelli di sabbia? Lucilla Capotondi ricercatrice di geologia marina presso il CNR di Bologna
(registrazione telefonica) I Foraminiferi sono molto importanti per le
ricostruzioni degli ambienti e del clima del passato. Hanno un guscio di una mineralogia tale per cui si possono essere ritrovati allo stato fossile. Si distribuiscono sull'oceano a qualsiasi latitudine quindi posso ricostruire la storia della terra sia all'equatore sia ai poli (la voce di prima) Eleonora Belviso per il gr2.


Qui davvero, la notizia, dov'è?

La notizia, semplicemente, non c'è!
Lucilla Capotondi ha partecipato al progetto Un pozzo di sicenza 2009, organizzato dal gruppo Hera, una holding che si occupa di distribuzione di gas, acqua ed energia e di smaltimento dei rifiuto, rivolta ai soli studenti delle scuole secondarie di secondo grado: ragazze e ragazzi che hanno un futuro da progettare, ai quali vengono proposti incontri di carattere scientifico, incontri di orientamento al lavoro, simulazioni, mostre-laboratorio, conferenze-spettacolo, con la partecipazione di scienziati e ricercatori scientifici come si legge nella pagina di presentazione del loro sito.
Lucilla Capotondi ha presentato la conferenza Il clima che cambia: miti e realtà nella quale spiega l'impiego dei Foraminiferi per lo studio del paleoclima, che potrebbe essere chiarificante per comprendere la sua variabilità naturale: le leggi, i tempi, la periodicità in assenza di qualsiasi perturbazione ad opera del l'uomo. Una ottimale conoscenza del clima naturale potrebbe pertanto contribuire ad una migliore conoscenza dell'impatto antropico sul clima.

Di tutto questo, cosa resta nel servizio del gr2? Il pugno di sabbia, una polvere soffice (sic!) e morbida (sic! sic! sic!).

Ecco gli standard professionali, culturali, deontologici del gr2.

Questa volta non mi nascondo dietro Beppe Grillo ma scrivo a chiare
lettere:

GR2? VAFFANCULO!

14 agosto 2009

Madame du Barry vrs Marie Antoniette

Cirillo Du Barry

Si racconta che, sul patibolo, la famosa cortigiana di Luigi XV, madame du Barry,abbia implorato il boia perché le lasciasse "ancora un minuto di vita". Mia madre aveva un coraggio, su piano fisico, che sconfinava quasi nella temerarietà (...). Ma era pronta, quello sì, a sacrificare qualunque cosa, eccetto quella dignità, per poter avere altro tempo in questo mondo (...).
David Rieff Senza consolazione Gli ultimi giorni di Susan Sontag Mondadori, Milano 2009 pp. 64-65



Cirillo sta male.
Passa tutto il giorno, quando non sta vicino a me, sdraiato di lato, lungo lungo, sul pavimento, o, più raramente, sul mio letto.
Lo sguardo nel vuoto, le zampe in strane posizioni (credo gli diano fastidio per via delle infiltrazioni cancerose), attende. Solo la mattina mi sveglia con un profluvio di le fusa e di dolci capocciate sulla fronte. Durante il giorno,
quando entro nella stanza do9ve si trova, quando lo accarezzo dolcemente, solleva stanco la testa, quasi a fatica, e mi guarda con i suoi occhioni spalancati.
Tocca a me stabilire quando questo stato di dignitosa agonia diventi insostenibile (per lui) e debba quindi portarlo a sopprimere.
Quel suo sguardo mi dice che sa di avere poco da campare ma non so se dica timidamente Sono pronto. Quando vuoi! oppure chieda un altro giorno di vita.

Cirillo Du Barry.

13 agosto 2009

Il gr2, Fabio Cappelli e il signor Palomar

Come sapete (ah, non lo sapete?!) la mattina ascolto il Gr2. Qualche mattina fa tra le notizie ne è stata data una che mi ha particolarmente colpito per la sua inconsistenza (ma, si sa, d'estate non succede mai niente...) e per il modo di essere riportata. L'ho trascritta dal podcast del sito Rai potete ascoltare l'originale cliccando qui.

(voce femminile) 7 e 48 Al mare in topless una moda sorpassata e ripudiata proprio dalla Francia che in passato la lanciò. Da Parigi il corrispondente.
(si sente Ragazzo triste di Patty Pravo) (voce maschile) 40 anni fa faceva la sua apparizione sulle spiagge della Costa Azzurra, era quasi il pendant della contestazione dilagata nel 68 per le strade di Parigi. Mettendosi in top-less le donne rivendicavano la loro libertà e il diritto di disporre del proprio corpo. Oggi le cose appaiono molto cambiate. A Bormes-les-Mimosas, ad esempio, fino a qualche anno fa quasi la metà delle donne era a seno scoperto quest'estate arrivano a stento al 2%. Sono soprattutto le più giovani ad essere pudiche dicono di temere il cancro della pelle oppure hanno paura che il loro seno non sia abbastanza bello. Sul fenomeno si interrogano anche gli esperti. Jean-Claude Kauffman autore del libro "Corpi di donne sguardi di uomini" sostiene che i valori della nostra epoca sono più orientati verso la sicurezza e l'identità gli anni '70 invece erano dominati dall'avventura e dalla rivendicazione. Segno dei tempi in Costa Azzurra non si combatte più il nudismo abusivo sulle spiagge ma il fenomeno dei turisti che girano a torso nudo nei centri abitati. Non è più liberazione sessuale solo cattivo gusto. Da Parigi per il gr2 Fabio Cappelli.

Qual è la notizia?
Faccio una veloce ricerca su internet e, grazie al sito mediaset Tgcom scopro che la fonte è un articolo del quotidiano francese Le Parisien nel quale i dati offerti (il 2% di seni nudi sulla spiaggia di Bormes-les-Mimosas, le ragioni per cui le giovani non prendono più il sole con il monokini) non sono forniti da centri di ricerca, né tanto meno dal sociologo francese citato dal servizio del gr2 (il libro del quale non è mai stato tradotto in italiano e dunque andrebbe citato in francese...) ma da alcune donne delle coste francesi del quale l'articolo de Le Parisien riporta l'opinione.

Così è una non meglio identificata Sabine (vendeuse de maillots de bain face à la plage de Saint-Clair au Lavandou (Var)1 a spiegare che le ragazze hanno paura del cancro alla pelle oppure che non considerano più un segno di emancipazione mostrarsi a seno nudo.
Ma quello che dice Sabine, al di là del suo non essere qualificata per fare storia del costume locale..., è molto più preciso di quanto riportato da Fabio Cappelli, l'autore del servizio del gr2.
Cosa dice il nostro?
Mettendosi in topless le donne rivendicavano la loro libertà e il diritto di disporre del proprio corpo.

Una rivendicazione generica della libertà, faccio quello che mi pare, e il diritto di disporre del proprio corpo, senza prospettiva storica, o politica.

Molto meglio Sabine:
(...) les filles d’aujourd’hui n’ont plus besoin de revendiquer le droit d’être bien dans leur corps, de le montrer, c’est de l’acquis pour elles. Il y a trente ou quarante ans, quand le seins nus est apparu, c’était d’abord un acte de militantisme, de libération. Les femmes voulaient faire passer un message: C’est mon corps, j’en fais ce que je veux2
Qui si parla di diritto a stare bene nel loro corpo, a stare bene nel mostrarlo, al fatto che era un atto di militanza, di liberazione.

Come giornalista Sabine vale più di Fabio Cappelli...

Il Cappelli, poi, si guarda bene dal dire che, tra i motivi che inducono le ragazze più giovani non mettersi in topless, compaiono anche gli sguardi aggressivi dei ragazzi come viene detto, invece, nell'articolo de Le Parisien:
Clara et Euphrasie, 17 ans, ne jurent que par le deux-pièces. « Etre topless entre copines à la piscine, à la rigueur. Mais à la plage, jamais, il n’y a que les vieilles qui font ça aujourd’hui ! Le regard des garçons, c’est trop gênant », confient les adolescentes3.

Tra l'altro se il nostro Cappelli avesse un minimo di cultura avrebbe potuto anche citare quel bellissimo racconto di Calvino nel suo ultimo grandioso libro Palomar Il seno nudo.

"Il signor Palomar cammina lungo una spiaggia solitaria. Incontra rari bagnanti. Una giovane donna è distesa sull'arena prendendo il sole a seno nudo. Palomar, uomo discreto, volge lo sguardo all'orizzonte marino. Sa che in simili circostanze, all'avvicinarsi di uno sconosciuto, spesso le donne si affrettano a coprirsi e questo gli pare non bello: perché è molesto per la bagnante che prendeva il sole tranquilla: perché l'uomo che passa si sente un disturbatore.
Perciò egli, appena vede profilarsi da lontano la nuvola bronzeo-rosea di un torso femminile, s'affretta ad atteggiare il capo in modo che la traiettoria dello sguardo resti sospesa nel vuoto e garantisca del suo civile rispetto per la frontiera invisibile che circonda le persone. Però, pensa, io così facendo, ostento un rifiuto a vedere, cioè anch'io finisco per rafforzare la convinzione che ritiene illecita la vista del seno, ossia istituisco una specie di reggipetto mentale sospeso tra i miei occhi e quel petto che, bagliore intenso che me ne è giunto sui confini del mio campo visivo, mi è parso fresco e piacevole alla vista. Insomma il mio non guardare presuppone che io sto pensando a quella nudità, me ne preoccupo, e questo è in fondo un atteggiamento indiscreto.
Ritornando dalla sua passeggiata, Palomar ripassa davanti a quella bagnante, e questa volta tiene lo sguardo fisso davanti a se, in modo che esso sfiori con equanime uniformità la schiuma delle onde che si ritraggono, gli scafi delle barche tirate a secco, il lenzuolo di spugna teso sull'arena, la ricolma luna di pelle più chiara con l'alone bruno del capezzolo, il profilo della costa nella foschia, grigia contro il cielo.
Ecco,-riflette soddisfatto di se stesso, proseguendo il cammino- sono riuscito a far si che il seno fosse assorbito completamente dal paesaggio, e che anche il mio sguardo non pesasse più che lo sguardo di un gabbiano o di un nasello. Ma sarà proprio giusto, fare così, riflette ancora, o non è un 'appiattire la persona umana a livello della cose considerarla un oggetto, e quel che è peggio considerare oggetto ciò che nella persona è specifico del sesso femminile?
Si volta e ritorna sui suoi passi. Ora nel far scorrere il suo sguardo con oggettività imparziale, fa in modo che non appena il petto della donna entra nel suo campo visivo, si noti una discontinuità, uno scarto, quasi un guizzo. Lo sguardo avanza fino a sfiorare la pelle tesa, si ritrae, come apprezzando con un lieve trasalimento,a diversa consistenza della visione e lo speciale valore che esso acquista e per un momento si tiene a mezz'aria, descrivendo una curva che accompagna il rilievo del seno da una certa distanza, elusivamente ma anche protettivamente, per poi riprendere il suo corso come niente fosse stato.
Così credo che la mia posizione risulti ben chiara, pensa Palomar, senza malintesi possibili. Però questo sorvolare dello sguardo non potrebbe in fin dei conti essere inteso con un atteggiamento di superiorità, una sottovalutazione di ciò che un seno è e significa, un tenerlo in qualche modo in disparte in margine o tra parentesi? Ecco che ancora sto tornando a relegare il seno nella penombra in cui lo hanno tenuto secoli di pudibonderia sessuomaniaca e di concupiscenza come peccato.
Una tale interpretazione va contro alle migliori intenzioni di Palomar, che pur appartenendo ad una generazione matura, per cui la nudità del petto femminile si associava all'idea di un'intimità amorosa, tuttavia saluta con favore questo cambiamento nei costumi, sia per ciò che esso significa come riflesso di una mentalità più aperta nella società, sia in quanto una tale vista gli riesce particolarmente gradita.
Fa dietro front. A passi decisi muove ancora verso la donna sdraiata al sole. Ora il suo sguardo lambendo volubilmente il paesaggio, si soffermerà sul seno con uno speciale riguardo, ma si affretterà a coinvolgerlo in uno slancio di gratitudine per tutto, per il sole e per il cielo, per i pini ricurvi e la duna a l'arena e gli scogli e le nuvole e le alghe, per il cosmo che ruota attorno a quelle cuspidi aureolate.
Questo dovrebbe bastare a tranquillizzare definitivamente la bagnante e a sgombrare il campo da illazioni fuorvianti. Ma appena lui torna ad avvicinarsi, ecco che lei si alza di scatto, si ricopre, sbuffa, si allontana con scrollate infastidite della spalla come sfuggisse alle insistenze moleste di un satiro.
Il peso morto di una tradizione di malcostume impedisce di apprezzare nel loro giusto merito le intenzioni più illuminate, conclude amaramente Palomar".
(dal sito annamariamangia)

Calvino a parte il nostro insinua un giudizio nemmeno tanto celato:
Segno dei tempi in Costa Azzurra non si combatte più il nudismo abusivo sulle spiagge ma il fenomeno dei turisti che girano a torso nudo nei centri abitati. Non è più liberazione sessuale solo cattivo gusto.

Capita l'antifona?

Il nostro maschilista e paternalistico (nonché patriarcale) giornalista (sic!) in una frase sola liquida non tanto il topless in sé quanto le sue origini politiche, di rivendicazione.

Il topless, come il nudismo, non sono segno di una liberazione sessuale ma solo cattivo gusto, come le persone (ragazzi, uomini) che vanno in giro per i centri abitati a torso nudo.

Ecco bell'e sistemato un quarantennio di tette al vento!

Cosa dice Grillo ai giornalisti? VAFFANCULO.

A buon intenditor...

(continua)

1) Venditrice di costumi da bagno di fronte alla spiaggia di Saint-Clair au Lavandou (Var)

2) Le ragazze d'oggi non hanno più bisogno di rivendicare il diritto di stare bene nel propri corpo, di mostrarlo, è un fatto acquisito per loro. Sono passati 30 40 anni da quando i seni nudi hanno fatto la loro comparsa, si è trattato prima di tutto di un atto di militanza, di liberazione. Le donne volevano trasmettere un messaggio: è il mio corpo, ci faccio quel che voglio

3) Clara ed Euphrasie, 17 anni, non credono che nel due pezzi «essere in topless va bene, al limite, tra amiche in piscina. Ma mai sulla spiaggia. Solo qualche vecchia lo fa oggi! Gli sguardi dei ragazzi sono troppo imbarazzanti», confidano le adolescenti.

Le foto dei quadri sono tratti dal sito Il seno nell'arte
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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