15 settembre 2007

Tu quoque Cold Case...

Ormai guardo solo fiction come una vecchia zitella.

Come dite? SONO una vecchia zitella?!?!?

Simpatici!

Guardo Cold Case serie che ho visto saltuariamente, infatti siamo giù alla quarta stagione e io avrò visto in tutto sì e no 8 episodi(!).

Nel primo episodio della quarta stagione, Rampage (Gioco al massacro), come in un episodio di Numb3rs (Dark Matter) di cui ho già avuto modo di parlare, due giovani ragazzi sparano in un luogo pubblico. In Cold Case sono due giovani teenager a uccidere degli ignari avventori di un centro commerciale e poi a suicidarsi.

Memore della scelta estetizzante di Gus van Sant che all’argomento dedicò il film Elephant (nel quale, e non si capisce perché, i due ragazzi uccisori fanno sesso fra loro…)

Elephant

i due ragazzi assassini di Cold Case hanno i volti belli e dannati di

Kyle Gallner

e Will Rothhaar.

Mai un teenager grasso o brufoloso (negli States poi!!!), solo e sempre belli e dannati…

Anche se Cold Case non tratta gli argomenti con la stessa disinvoltura e ars semplificatoria di Numbe3rs, la musica nella sequenza della sparatoria è appena più soft (in Numb3rs è un pezzo metal qui un pezzo un po' più grunge dei Filter Hey Man, Nice Shot, la potete sentire nella clip) sottolineando strane affinità tra violenza e genere musicale, come se bastasse una musica un po’ più ritmata a generare o sostenere la violenza (evidentemente nessuno si ricorda dell'impiego di Beethoven e Rossini nelle scene di violenza di Arancia meccanica di Kubrick… ma d'altronde questa è tv non cinema…) .

Arancia meccanica

Cold Case
mostra una delle due famiglie dei due ragazzi che hanno commesso la strage come una famiglia normale (mentre nell’episodio di Numb3rs uno delle madri dei ragazzi armati è addirittura una ragazza madre, mentre la famiglia di una altro dei ragazzi si è appena separata) però non riesce ad evitare il parallelo tra videogioco e violenza per cui se spari e ammazzi gente innocente (e già perché se non fosse gente innocente… chi se ne frega se è morta per mano di due ragazzi…) nel videogame poi lo fai anche nel mondo reale…

Comunque la leva finale, suggerisce il telefilm, è la fama. Si uccide per diventare famosi e la causa scatenate una ragazza, che, conoscendo la propensione all’omicidio dei due ragazzi in questione, li istiga a uccidere per vendicarsi di una (semi)violenza appena subita dal suo moroso e da alcuni suoi amici…

Cold Case

Bella la trama, nevvero?

Mi immagino una mamma o un papà molto distratti (quelli medi di oggi in Italia e non solo) che guardano Cold Case, mandato in onda in prima serata anche se la signorina buonasera si spertica ad avvertirti che per i contenuti e le scene il programma “è adatto a un pubblico adulto” (e se oltre ai videogame anche i telefilm fossero a rischio di emulazione?), i quali si preoccupano che il figlio (mai la figlia…) che passa ore a giocare col videogame possa diventare come “quelli lì” e sparare e magari si alzano e fanno a pezzi il videogioco, o forse la testa del figlio (o l’emulazione vale solo per glia adolescenti…?)…

Insomma, se i telefilm servono per intrattenere, e magari, mentre intrattengono fanno riflettere, se lo scopo della fiction è quello di (ri)raccontare il mondo per rifletterci su ma un po’ anche per digerirlo in una sorta di schermo proiettivo perché mai i telefilm americani che popolano adesso i palinsesti italiani sono così a corto di idee da ammannirci la solita idea balzana e reazionaria che se i giovani sbroccano la colpa è di qualcosa che piace loro (i videogame, etc.) e mai della società intera in cui vivono (media compresi) e crescono ?

In maniera del tutto inconsapevole Cold Case si fa memento di una società che ignora gli adolescenti fin quando non diventano adulti inducendoli così a emulare gli adulti in quel che sanno fare meglio (usare le armi…) invece di riconoscere agli adolescenti lo status di persona a sé, con le sue peculiarità che tutti quanti consociamo bene perché tutti, nostro malgrado, siamo stati adolescenti, mentre la società degli adulti fa di tutto per fartene dimenticare, per sublimare la tua adolescenza perché è nell’adolescenza che si è ancora critici, sovversivi, fuori dagli schemi, diventando adulti significando proprio diventare square borghesi, irreggimentati, seri. Così Cold Case ignora (o è ignaro…) di quel che davvero spinge dei giovanissimi a uccidere e uccidersi e propina le solite idee di merda degli adulti lobotomizzati che diventiamo tutti quanti appena ci sentiamo cresciuti, adulti, persone e non più ragazzi…

bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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