23 gennaio 2010

Cranach e Perugino meglio della mostra su Bacon (e Caravaggio)


Sono andato a vedere la mostra Caravagio Bacon alla galleria Borghese.
La mostra è quasi inutile, interessante per i quadri di Caravaggio, 14, anche se molti (6 su 14) sono di proprietà della galleria e si possono vedere anche senza mostra, mentre gli altri vengono da varie parti della città di Roma (Santa Maria del Popolo, Palazzo Barberini, Galleria Doria Pamphilj, Chiesa di Sant’Agostino) e solo alcuni vengono da fuori città  (Firenze, Palazzo Pitti, Museo Regionale di Messina, Napoli, Palazzo Zevallos Stigliano, o d'Italia (New York, Metropolitan Museum of Art, molto meno per quelli di Bacon che sono giustapposti senza alcun percorso nella sua ricerca pittorica, anche se, provenendo per la maggior parte da collezioni private, sono occasioni rare di vederli. Quello che lascia più perplessi però  è proprio la galleria che li ospita, già di suo stipata oltre ogni ragionevole soglia di opere d'arte (e i depositi ne contengono altrettante al punto che si possono visitare anche quelli...) che ospita questo corpi estranei che poco si innestano con il resto delle opere.
Anche l'idea di accostare due icone della pittura così diverse  tra loro (e diversamente viste, Caravaggio molto più di Bacon) non è sostenuta da apparati validi... Insomma una cazzata di mostra da un punto di vista artistico-museale.
La vera sorpresa è stata la galleria di per sé, che non avevo mai visitato, che mi ha regalato delle emozioni ho visto quadri che non sapevo essere lì.
Due in particolare.

Venere ed Amore con un favo di miele di Luis Cranach (1501 ca) e un San Sebastiano del Perugino. Il quadro di Cranach è una meraviglia. Venere nuda ma vestita (ha il cappello, una fascia attorno il collo e un velo trasparente che dovrebbe coprirle le pubenda...) così sproporzionata con quelle gambe lunghissime come nello foto dove le gambe troppo vicine all'obbiettivo si allungano per effetto prospettico, oppure per essere percepite come tali anche quando, guardando altre parti di Venere, le percepiamo con la visione periferica.
Il San Sebastiano di Perugino ha uno sguardo incredibilmente umano e sensuale, molto più di altri Sebastiani che ha dipinto nel corso della sua vita...



bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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