6 ottobre 2005

....l'isola dei famosi....

...in attesa di un post,o di più post, su matrimonio e famiglia, al quale sto lavorando, ma che mi sta prendendo più tempo del previsto, solo due note per constatare come L'isola dei famosi (sto a casa con la febbre... mi è capitato di guardarne più dei soliti 5 minuti...) sia davvero la cartina tornasole dell'Italia. Quasi tre ore lì a parlare di niente... di un evento creato dalla tv con personaggi creati (quasi tutti) dalla tv e tutti che vi si relazionano come fossero eventi che esisterebbero a prescindere dalla scatola magica....

E se spegnessimo la tv e cominciassimo a leggere quei libri che la corta estate non ci ha permesso di finire?

Le uniche cose decenti che vedo in tv (a parte qualche raro film passato alle 4 del mattino...) sono i telefilm statunitensi...
Mi permetto di consigliarvene qualcuno...

Lunedì, prima serata Raiude Desperate Housewives

Mercoledì seconda serata Italiauno Doctor House e, a seguire, la terza stagione di Six Feet Under

Venerdì, terza serata, Italiauno The Closer, nuova serie molto interessante

Domenica, terza serata, LA7 L World telefilm a tematica lesbica, con Jennifer Beals, diretto da Rose Troche (a caratura inferiore rispetto i telefilm che lo precedono in elenco...)

Come al solito... se qualcuna/o vuole intervenire per osannare o cirticare i suddetti telefilm... è la/il benvenuta/o...

29 settembre 2005

per un parlamento pulito

...dal blog di Beppe Grillo Basta! Parlamento pulito

ELENCO PARLAMENTARI ITALIANI CONDANNATI IN VIA DEFINITIVA

Massimo Maria Berruti (deputato FI):
8 mesi definitivi per favoreggiamento nel processo tangenti Guardia di Finanza.

Alfredo Biondi (deputato FI):
2 mesi patteggiati per evasione fiscale a Genova.

Vito Bonsignore (eurodeputato Udc):
2 anni definitivi per tentata corruzione appalto ospedale Asti.

Umberto Bossi (eurodeputato e segretario Lega Nord):
8 mesi definitivi per tangente Enimont.

Giampiero Cantoni (senatore FI):
Come ex presidente della Bnl in quota Psi, inquisito e arrestato per corruzione, bancarotta fraudolenta, ha patteggiato la pena e risarcito 800 milioni.

Enzo Carra (deputato Margherita):
1 anno e 4 mesi definitivi per false dichiarazioni al pm su tangente Enimont.

Paolo Cirino Pomicino (eurodeputato Udeur):
1 anno e 8 mesi definitivi per finanziamento illecito tangente Enimont, 2 mesi patteggiati per corruzione per fondi neri Eni.

Marcello Dell’Utri (senatore FI e membro del Consiglio d’Europa):
condannato definitivamente a 2 anni per frode fiscale e false fatturazioni a Torino (false fatture Publitalia); ha patteggiato 6 mesi a Milano per altre vicende di false fatture Publitalia.

Antonio Del Pennino (senatore FI):
2 mesi e 20 giorni patteggiati per finanziamento illecito Enimont; 1 anno 8 mesi e 20 giorni patteggiati per i finanziamenti illeciti della metropolitana milanese.

Gianni De Michelis (deputato e segretario Nuovo Psi):
1 anno e 6 mesi patteggiati a Milano per corruzione per le tangenti autostradali del Veneto; 6 mesi patteggiati per finanziamento illecito Enimont.

Walter De Rigo (senatore FI):
1 anno e 4 mesi patteggiati per truffa ai danni del ministero del Lavoro e della Cee per 474 milioni di lire in cambio di falsi corsi di qualificazione professionale per la sua azienda.

Gianstefano Frigerio (deputato FI):
condannato a Milano a oltre 6 anni di reclusione definitivi per le tangenti delle discariche (3 anni e 9 mesi, corruzione) e per altri due scandali di Tangentopoli (2 anni e 11 mesi per concussione, corruzione, ricettazione e finanziamento illecito).

Giorgio Galvagno (deputato FI):
ex sindaco socialista di Asti, nel ’96 ha patteggiato 6 mesi e 26 giorni di carcere per inquinamento delle falde acquifere, abuso e omissione di atti ufficio, falso ideologico, delitti colposi contro la salute pubblica (per l’inquinamento delle falde acquifere) e omessa denuncia dei responsabili della Tangentopoli astigiana nello scandalo della discarica di Vallemanina e Valleandona (smaltimento fuorilegge di rifiuti tossici e nocivi in cambio di tangenti).

Lino Jannuzzi (senatore FI):
condannato definitivamente a 2 anni e 4 mesi per diffamazioni varie, è stato graziato dal capo dello Stato proprio mentre stava per finire in carcere.

Giorgio La Malfa (deputato Pri, ministro Politiche comunitarie):
condanna definitiva a 6 mesi e 20 giorni per finanziamento illecito Enimont.

Roberto Maroni (deputato Lega Nord e ministro Lavoro):
condannato definitivamente a 4 mesi e 20 giorni per resistenza a pubblico ufficiale durante la perquisizione della polizia nella sede di via Bellerio a Milano.

Augusto Rollandin (senatore Union Valdôtaine-Ds):
ex presidente della giunta regionale Valle d’Aosta è stato condannato in via definitiva dalla Cassazione nel ’94 a 16 mesi di reclusione, 2 milioni di multa e risarcimento dei danni alla Regione per abuso d’ufficio: favorí una ditta “amica” nell’appalto per la costruzione del compattatore di rifiuti di Brissogne. Dichiarato decaduto dalla Corte d’appello di Torino, in quanto “ineleggibile”, nel 2001 si candida al senato con l’Union Valdotaine, i Ds e i Democratici.

Vittorio Sgarbi (deputato FI passato al centrosinistra):
6 mesi definitivi per truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato, cioè del ministero dei Beni culturali.

Calogero Sodano (senatore Udc):
già sindaco di Agrigento, condannato definitivamente a 1 anno e 6 mesi per abuso d’ufficio finalizzato a favorire i costruttori abusivi in cambio di favori elettorali.

Egidio Sterpa (deputato FI):
condannato a 6 mesi definitivi per tangente Enimont.

Antonio Tomassini (senatore FI):
Medico chirurgo, condannato in via definitiva dalla Cassazione a 3 anni per falso.

Vincenzo Visco (deputato Ds):
Condannato definitivamente dalla Cassazione nel 2001 per abusivismo edilizio, per via di alcuni ampliamenti illeciti nella sua casa a Pantelleria: 10 giorni di arresto e 20 milioni di ammenda. Piú l’“ordine di riduzione in pristino dei luoghi”. Cioè la demolizione delle opere abusive.

Alfredo Vito (deputato FI):
2 anni patteggiati e 5 miliardi restituiti per 22 episodi di corruzione a Napoli.

Chi è stato condannato in via definitiva non deve più sedere in Parlamento.
Un parlamentare non può rappresentare i cittadini se è stato condannato dalla Giustizia.
E se la legge lo consente, va cambiata la legge.

28 settembre 2005

io sono il vento....

...cantava Mina tanti anni fa...
La Vento cui si riferisce il titolo è però Flavia apparsa ierisera nella prima puntata della nuova serie dei Fantastici 5 VIP. Trasmissione nata come copia (italiota) di un format americano (A Queer's Eye for a Straight Guy) che gli autori de la7 hanno pensato bene di svuotare di ogni contenuto appiattendo la (presunta) sensibilità gay al glamour e ai soldi da spendere dato che il design, le cerette depilatorioe e gli abiti frimati costano (chi conosce il programma sa a cosa mi riferisco...) e che il programma è sponsorizzato dalle carte di credito.
Un programma pieno di luoghi comuni (dai gay sensibili e esperti in fatto di moda etc.) mentre nel mondo reale ci sono gay anche tra i camionisti, gli idraulici..., gli scaricatori di porto (discorso vecchio!) e che però, finchè le persone da "salvare" erano emeriti sconosciuti manteneva un minimo di divertimento, ma che, da quando si interessa ai VIP (se Flavia vento è una VIP...) è solamente insulso e autoreferenziale (la tv che parla di se stessa...) totalmente svuotato di ogni componente sovversiva l'omosessualità potesse avere.
Nella putntata di ieri Flavia Vento (chi?) mentre faceva prove di comizio al mercato (degno luogo per le sue idee)prometteva (o proponeva...) di togliere la patente a punti "che tanto non serve a niente" (e invece in due anni ha già fatto scendere il numero di incidenti automobilistici...) e poi proponeva di eliminare le multe e che "ognuno può parcheggiare dove le pare". Degne idee per degno cognome...
Ora, pare che Flavia Vento si sia presentata alle ultime elezioni ricevendo solamente 34 voti...
Io le auguro 34 anni di galera per queste affermazioni da fascista (qual è visto che si candida per la casa delle libertà) e da irresponsabile...

E se non guardassimo più i Fantastici 5?

Io lo faro!

25 settembre 2005

La storia e il cinema

Ierisera, durante una festa a casa mia con amici nuovi e ritrovati si parlava di cinema (che novità!).
Si parlava dell'ultimo film di Spielberg (troverete la mia recensione sul prossimo numero di FILM - TUTTI I FILM DELLA STAGIONE). Io senza farlo notare citavo direttamente dal mio articolo (è sempre un copiare ma un copiare se stessi...) e, mentre constatavo la reazionarietà de La guerra dei mondi citavo, en passant, una scena di un altro suo film, Amistad, nel quale Spielberg fa dire a dei neri in schiavitù che il popolo ebraico ha sofferto più di loro.
Mentre una mia amica criticava la marginalità della mia osservazione, un mio amico argomentava che non potevo fare quel tipo di osservazione senza tenere conto della mentalità dell'epoca in cui il film era ambientato.
Il mio amico è una persona colta e intelligente eppure stava cadendo in una critica facilmente smontabile e poco sostenibile da un punto di vista storiografico, ma in realtà, credo, stesse usando quest'argomentazione (sbagliata) per criticare, in maniera indiretta, il mio approccio critico ai film.

il mio approccio ai film
Normalemnte quel che mi interessa di un film quando devo farne una critica (quando cioè voglio scriverne qualcosa che altri possano leggere) non riguarda le caratteristiche cinematografiche del film (quelle mi possono interessare magari a scuola, per le mie lezioni sul linguaggio cinematografico e audiovisivo) riguarda invece le sue peculiarità narrative, cioè quello che un film narra e il modo in cui lo marra. Mi interessa in particolare tutto ciò che un film, nel susseguirsi della sua trama, dà per scontato senza soffermarvisi troppo, perchè notoriamente accettato da tutti.
Esempio:
tutti sanno che le donne hanno un innato istinto materno e non c'è bisogno nel film spiegare perchè una donna si comporta così;
viceversa se una donna odia i figli, spiegarne il perchè può essere un interessante spunto per una trama.
In realtà l'istinto materno è culturale e non innato e quindi andrebbe sempre giustificato all'interno di una cultura....

Adesso, senza scomodare l'antropologia culturale, che fa dell'ovvio (cioè di quello che tutti diamo per scontato tanto che non ci soffermiamo mai a chiederci il come e il perchè) uno dei propri oggetti di studio, quello che consideriamo come naturale, spontaneo, e non pensiamo mai sia invece il prodotto di un processo storico e culturale, veicola sempre con sè delle scelte ben precise, dei meccanimsi di senso, di significato, dai quali non possiamo prescindere. E' un po' come la barzelletta che per essere tale, per far ridere, è sempre reazionaria.
L'uso dell'ovvio è imprescindibile, non sto criticando il fatto che una cultura vi ci ricorra. Mi interessa però particolarmente l'uso che ne viene fatto in un film perchè, secondo me, i giudizi, i lughi comuni, le scelte che vengono veicolate, propagandate, propalate attraverso il meccanismo dell'ovvio, che non sono mai nè le uniche nè le migliori, vengono difusi senza che ce se ne accorga perchè normalmente guardiamo al cinema secondo due approcci diversi ma sostanzialmente omologhi, le due classiche facce della stessa medaglia.

C'è chi guarda il film come una storia di fiction e crede che quel che il film racconta non possa essere criticato come un fatto realmente accaduto (che non possa cioè soggiacere alle stesse leggi morali, considerazioni politiche e di conseguenza non possa essere sottoposto a critiche fatte secondo quei punti di vista) "E' soltanto un film".

C'è chi invece, confuso dal fatto che un film pare (e sottolineo pare) avere più verosimiglianza di un romanzo perchè mostra sempre (almeno fino a oggi, digitale permettendo...) immagini di oggetti e persone fische, pensano che se quel che in un film si vede è verosimile non possa essere sottopsoto a critica perchè rimandano alla realtà degli oggetti ripresi. Ci si dimentica in questo caso che ogni film non è mai realtà tout-court ma ricostruzione, riproposizione, un modello di realtà a partire da una certa idea di realtà (che è proprio quello che interessa a me in un film...). Senza dimenticare poi che il criterio di verosimiglianza di un film varia da genere a genere (sarà di un tipo nei film di fantascienza dove nessuno si meraviglia di vedere l'alieno, di un altro nella commedia dove uno può cadere dal terzo piano e farsi solo un occhio nero, di un altro ancora nel film horror dove uno può morire inciampando in una sedia e andando a sbattere la testa...)

In entrambi i casi si arirva a vedere al film come una un oggeto che si è fatto da sè non perchè c'è qualcuno che lo ha costruito e quindi quel che racconta non può essere criticato perchè manca l'intenzione a diffondere ideoogia che io invece vi vedrei a tutti i costi. Per non parlare di quei film, e Amistad è uno di quelli) tratti da un fatto raelmente accaduto! Lì allora non si può imputare al film scelte che derivano dal naturale svolgersi storico degli eventi (ecco l'ovvio che rifà capolino).

Questa osservazione dimostra la reazionarietà, o, almeno, il conservatorismo di chi fa questo tipo di osservazioni. Cosa vuol dire infatti che non posso criticare al film quel che il film racconta perchè in realtà essendo tratto da fatti realmente accaduti la trama è fedele ai fatti così come sono avvenuti? Che una volta che gli eventi sono consegnati alla Storia non sono più passibili di critica. Ecco spiegati i cattolici (e non solo) che non credono alla storia, che aborrono il marxismo, che credono agli universali e che predicano che "La storia va studiata ma non criticata"...).

Ecco perchè il mio aproccio critico dà fastidio, viene interdetto, proibito, criticato.

Ora io non voglio dire che sia il migliore, l'unico, nemmeno che sia particolarmente interessante, anzi io stesso lo considero marginale, nei confronti di quello che va sotto il nome di "critica cinematografica", un approccio che lascia inespressi e non analizzati molti classici elementi cinematografici (la recitazione, la regia, la sceneggiatura, la fotografia, il montaggio, i dialoghi, etc etc) tuti fattori che lascio ai critici veri e più bravi di me.
Mi sono ritagliato un cantuccio dal quale posso osservare i film da una prospettiva privilegiata che mi fa vedere (o almeno ho la presunzione di credere di risucire a vedere)l'ovvio che il film, come ogni prodotto culturale, porta dentro di sè.

Quando il mio amico mi dice che non posso non tener conto della mentalità dell'epoca in cui il film è ambientato nell'argomentarne le critiche, quello che in realtà mi sta dicendo è che non posso percepire un film con la stessa predisposizione con cui percepisco il comportamento di una persona del mondo reale (di nuovo, " è soltanto un film") o che non posso accusare il film (cioè il regista, lo sceneggiatore, o chi per loro) di stare seguendo semplicemente l'ovvio loro NON quello del periodo storico in cui il film è ambientato,... Che, insomma, confondo i musiscisti con l'autore della musica....

Eppure, il film, ogni film è sempre il prodotto storico della mentalità delle persone che lo hanno fatto così come di quelle che lo vanno a vedere.

Un film ambientato nel 1820 ma prodotto nel 1990 in nessun caso sarà il prodotto e quindi potrà espriemre la metalità del 182o ma solo ed esclusivamente:

a) quella del 1990

b) quello che nel 1990 le persone pensano sia stata la mentalità del 1820.

Ci sono film che lo fanno meglio e film che lo fanno peggio, ma solo un film prodotto nel 1820 (il che è impossibile visto che in quell'anno il cienma ancora non esisteva...) può essere considerato espressione della mentalità di quell'anno.

E sfido chiunque a dirmi che questo non è vero !



(post modificato il giorno 29 settembre 2005)

28 luglio 2005

un tipo indipendente

Massimiliano Pani - Alberto De Martini - Massimiliano Pani

MINA dall'album Ridi Pagliaccio 1988

27 luglio 2005

...un tipo indipendente...

Non mi sembra neanche male
il silenzio che c'è qui
è quasi naturale entrare
acendere la luce in casa
non sentire voci
non rispondere ai perchè
"cosa hai fatto oggi?
hai pensato un po' anche a me...?"

Il lusso di un panino
tutto freddo, sai che c'è?
Chiudo la cucina
prendo un libro e vado a letto
tanto spazio per le gambe di traverso dormirò
notte sogni d'oro, sogna gli angeli tesoro

e mi deridevi
tu mi sopportavi
mi toglievi il volo dalle ali
poi di colpo te ne andavi...

io non ci credevo
non immaginavo
come un incosciente m'illudevo
alla fine adesso pago

. . . . . . . . .

Mi faccio un cappuccino
con la schiuma oppure un the
non mi manca niente, sono un tipo indipendente, vedi
faccio sempre tardi con le aste alla tv
io non compro niente ma lo trovo divertente

l'invito di un vicino
"vieni un attimo da noi"
ci vado per accontentarlo
c'è una festa, un compleanno
tanti auguri, cento giorni di felicità
poi, mi scuserete, ma a quest'ora è già rientrato

tu non sei tornato
non ci sei mai stato
sei passato come una stagione
senza torto né ragione...

e mi deridevi
tu mi sopportavi
mi toglievi il volo dalle ali
poi di colpo te ne andavi...

19 maggio 2005

Star Trek Enterprise o il segno dei tempi...

In un episodio di Enterprise, l'ultima serie trekkies nata in casa Paramount, trasmesso di recente da LA7, uno dei personaggi subisce dei danni neurali irriparabili. Il dottore decide di clonarlo, grazie a della biologia aliena, per espiantare al clone (condannato a una vita di sole due settimane) tessuto neurale necessario a salvargli la vita. Il clone scopre ben presto di avere tutti i ricordi del suo "originale" (ma in TNG non si parlava di insostituibili engrammi mnemonici? mah!) oltre ai ricordi propri raccolti nella sua settimana di vita (da feto ad adulto in 5 giorni). Il clone ovviamente non vuole morire e chiede al dottore di praticargli una tecnica, con scarse ma concrete possibilità di riuscita, che gli permetta d'ora in avanti di vivere una vita alla normale velocità biologica di crescita e invecchiamento degli esseri umani.
Indivinate come va a finire l'episodio? Il clone si sacrifica e l'originale riprende la sua vita normale. Tanto è cambiato in questi ultimi 3 anni l'orizzonte etico di Star Trek (degli Stati Uniti). Già ancora in un episodio di Voyager il dottore avrebbe trovato il modo di stabilizzare la vita al clone che avrebbe sostituito il membro "originale" del'equipaggio clinicamente morto.
Poteva succedere così anche in Enterprise se non fosse che l'originale (termine che in questo caso non ha senso visto che il clone mostra di averne tutti i ricordi e quindi l'esperienza e il vissuto emotivo) conta, di per sè, come idea, più dei rapporti umani o delle concrete possibilità di vita delle perosne (cloni compresi).
In Enterprise una persona morente ("l'originale") tenuta in vita da macchine vale di più di una persona viva (anche se fatta nascere come olocausto per il morente) che è a tutti gli effetti come la persona da cui ha preso vita, con in più altri ricordi. Quindi non la stessa persona ma una persona cambiata dagli eventi (un incidente mortale). Sacrificarla per far vivere chi è, praticamente, già morto, è un omicidio. E' quello che gli Stati Uniti stanno facendo ai propri soldati (lo spirito di sacrificio di tutti i morti in Irak) in base a un'idea che trova spazio non nella realtà concreta delle esperienze che si fanno nel mondo ma nella mente (colettiva) del popolo americano che continua a usare categorie ottocentesche nel terzo millennio.
Per la prima volta Star Trek è stato reazionario, semplicistico, ascentifico (la memoria codificata nel dna? Neanche Lamark avrebbe osato tanto!!!!) e immorale...
Proprio come questi anni bui, reazioanri, stupidi e ingoranti

4 aprile 2005

Dilatare?!?!?

Stamane, il Prefetto di Roma, raccomandando ai pellegrini giunti "da tutto il mondo" di non accalcarsi alle 17 in Vaticano per dare l'ultimo saluto al Santo Padre, si è raccomandato (parole testuali) di dilatare nel tempo (solo i ciccioni come me si dilatano nello spazio....) le visite, per evitare file e malori...

DILATARE?!?!

Cioè il Prefetto raccomanda di indugiare* più del dovuto (?) davanti la salma del Papa?
Di aumentare il tempo della visita?!
Forse il Prefetto voleva dire distribuire nel tempo... Dilazionare, differire, ma, certamente, NON dilatare...

Se un millesimo del tempo che TUTTE LE TELEVISIONI hanno dedicato, con sciacallagio (ma tornerò sull'argomento...), alla morte del Papa, venisse dedicato a un programma di alfabetizzazione per migliorare il nostro lessico, o, almeno, ci si perdoni, quello del Prefetto... (Maestro Manzi quanto ci manchi!!!), non ne gioveremmo tutti?

* Dilatare= Ampliare, ingrandire, estendere (dal Vocabolario della Lingua Italiana Zingarelli, ed. 94, pag 539)


Sono tre giorni che la tv cancella palinsesti sostituendo film (più o meno) validi con qualunque peplum di caratere religioso - compreso un mai visto prima film su Gesù, con Irene Papas nel ruolo di Maria(?!?!?!?!) - in segno di sobrietà e lutto per la morte di Giovanni Paolo II Il grande, (per tacer delllo sport...) ma nessuno si preoccupa, per gli stessi motivi, di modificare la programmazione radiofonica, magari, che so, sostituendo l'oroscopo con un pensiero più concreto sul destino umano...

Il conformismo dei media nei confronti del Santo Padre - mai seguito, in vita, come adesso in occasione della sua morte (terrena, ma questo sembrano averlo dimenticato in molti...) - è un'offesa alla sua intelligenza, alla sua lucida coscienza sul potere e sui pericoli dei mass media, da lui usati sì come mai in Vaticano, ma anche, riepetutamente criticati, invitando i fedeli ad una (una volta tanto) sana astinenza...

20 febbraio 2005

Benvenute! Benvenuti!!

Un saluto di benvenuto alle ragazze e ai ragazzi delle classi V A e V E del Liceo Scientifico Malpighi, che stamane ho invitato a visitare questo blog per proseguire un discorso, inziato a scuola, che (tempo tiranno!) non abbiamo potuto adeguatamente sviluppare, con l'augurio che, se mai verranno a visitare queste pagine, ci si possa confrontare sulle proprie idee e sulle proprie opinioni, per scoprire che a volte non sono idee nè opinioni ma solo pensieri precostituiti tutti da dimostrare, e a volte no.

Benvenute! Benvenuti!!

13 febbraio 2005

Il Luce fa (ancora) rima con Duce?

Sono andato a vedere la mostra La Roma del Luce, al museo di Roma in Trastevere, ospitato nell'ex convento della chiesa di S. Egidio (splendida la stanza dedicata agli oggetti apartenuti al grande Trilussa).
La mostra, patrocinata dal Comune di Roma, sponsorizzata da un gruppo di banche (BNL, Banca di Roma, Monte dei Paschi di Siena) dovrebbe, nelle intenzioni "mettere l'accento sulla vita di Roma tra il '26 ed il (sic!) '43" (cito dalla brochure).
Ma, appena messo piede nel museo (dove, come in tutti i musei romani si paga daver poco) ti accorgi subito che qualcosa non va.
Il patrimonio del Luce è costituito sia da fotografie sia da immagini filmate (tratte dai cinegiornali). Ebbene, le foto non ci sono, al loro posto ci sono degli enormi pannelli nei quali sono state ingigantite alcune foto (o, meglio, dettagli di foto) il cui scopo è quello di vestire scenograficamente gli angusti corridoi del museo. Peccato che, così facendo, si perda il senso documentale di quelle foto che, agli occhi del visitatore, vengono percepite non per il valore di quanto da esse ritratto (la Roma architettonico/urbanistica, storico/sociale di quegli anni ) ma nel loro valore di oggetti (ingigantiti). Peccato. Dsvvero peccato.
Addentrandosi nella mostra si scopre che la medesima consiste nella video-proiezione di diversi filmati luce, per le quali sono state adibite alcune stanze, tratti da diversi cinegironali, raggruppati per l'età (filmati muti, filmati con sonoro) o per gli argomenti da essi trattati.
Entrando nella prima sala, quella dei filmati muti, ci si accorge subito della natura dell'operazione, ambigua, discutibile e per niente scientifica.
Totalmente assenti sono gli apparati, quelli che ti permettono di capire la natura di queste immagini in movimento, che sono tutti filmati tratti dai cinegironali proiettati nelle sale di tutto il regno e, dove non c'erano sale, dai cine-camion del Luce che arrivava nei più piccoli paesini italiani.
Il Luce infatti (ma questo la mostra non lo dice) nasce nel 24 come istituzione privata, successivamente assorbita dallo Stato, con precisi scopi educativi (Luce sta per L'unione cinematografica educativa).
I cinegironali assunsero una chiara natura propagandistica del regime, tanto che fu il Luce e non il cinematografo (lasciato in mano ai privati, in condizioni economiche sempre precarie) a costituire (assieme alla radio) il precipuo mezzo di comuniazione di massa di cui Mussolini si servì per la sua propaganda.
Ma questo i curatori dela mostra non devono saperlo visto che nella brochure si dice: "La cinematografia è l'arma più forte" aveva detto Mussolini e l'istituo luce si inseriva in questa ottica". Peccato che la dichiarazione del Duce (mutuata da quella, molto più intelligente di Lenin, che avea detto "Il cinema è l'Arte più forte") si riferisce all'inaugurazione di Cinecittà, avvenuta nel 1937, cioè ben 13 anni dopo la comparsa del Luce...
Ma questi sono dettagli.
Le immagini proiettate sono presentate al di fuori del loro contesto naturale (quei cinegironali con tanto di numerazione e anno dell'e.f.) per cui un giovane che non consoce il passato del suo paese o qualche adulto sprovveduto ignora la natura di quelle immagini prese (e montate) con intenti propagandistici si illude che siano, già all'origine state filmate con intenti documentaristici, per lasciare ai posteri una traccia dell'Italia (della Roma) di quegli anni.
Già, l'Italia (la Roma) di quegli anni.
Stando alla natura di quei filmati (proganda signori, propaganda!) la Roma (l'Italia) del ventennio sembra un'Italia allegra, spensierata, calma, dove tutto procede liscio, magari con una punta di provincialismo, qualche naivetè, ma si sa, erano gli anni 20...
Dov'è il fascimo, quello vero? Dove, caro sindaco?
Quelle immagini non possono certo dircelo... Ecco che gli apparati avrebbero dovuto dire qualcosa di più (qualcosa Veltroni, anche non di sinistra, ma qualcosa!).
Non è la prima volta che il luce presenta all'Italia il suo patrimonio di cinegironali, ma lo fa sempre in questo modo non scientifico (si tace l'operazione di montaggio che è sata efettuata nel presentarcele oggi, così come l'origine, le fonti, dei materiali stessi...), anti-storico (si ha la presuznione di credere che quelle imagini hano valore di documento in quanco calco dela realtà che rapprensetano e non come operazione di restituzione di una realtà che scaturisce dall'epoca storico-sociale di provenienza...) e, sotterraneamente (nostalgicamente) fascista.
("Ma cosa vuoi che sia stato il fascismo! Qualche scappelotto a chi rompeva le scatole, ma poi si viveva bene...").
Dire che il fascismo è stata una dittatura significa tutto e niente... Ditattura è un concetto troppo astratto... Proviamo allora a vedere, tra le altre cose, cosa è stato il fascismo concretamente, nella vita di tutti i giorni, ci aiuta, no, non uno storico del fascismo, ma un (grande) strorico del cinema come Guido Aristarco che, nel suo bellissimo Il cinema fascista Il prima e il dopo, dice:

Dalla "marcia su Roma" al 1929 erano accadute molte cose. Abolizione della festa del Primo Maggio (...) Viene (...) abolito il diritto di sciopero, (...) annullamento dei passaporti per l'estero, definitiva soppressione dei giornali antifascisti, scioglimento dei partiti, dei sindacati e delle associazioni che svolgono attività contraria al regime, istituzione del confino di piolizia (...). Legge per la difesa dello Stato: condanna a morte per le attività "sovversive".

(Guido Aristarco Il cinema fascista, Edizioni dedalo, Bari 1996, pp. 68-69)

Lista parziale e incompleta, ma nessuna di queste cose viene detta, nemmeno tra le righe, prima o dopo la proiezione dei filmati alla mostra.
Un senso di indignazione cresce in me tanto che abbandono la sala e il museo.
Mi manca l'aria in questo museo di merda, e, prima di venire catapultato, come in un film di fantascienza di serie b, di nuovo in quel ventennio altrettanto di merda, esco a respirare aria pulita.
Non ho visto le proiezioni nelle altre sale, ma quel che ho visto nella prima sala vale per tutte le altre.
Mancano date e precisi riferimenti a ciò che si vede. E visto che si tratta di una mostra su una Roma del passato (che forse non ce più o, se c'è ancora, è sicuramente diversa), perchè non cercare di individuare l'urbanistica delle immagini presentate, l'ubicazione delle vie riprese nella toponomastica della città eterna? Ci si limita alla buona volontà dei singoli visitatori: se uno riconosce qualcosa esclama in sala :"Uuh! guarda, Monteverde!" altrimenti è Roma perchè sapere anche il quartiere? Una mostra fatta al risparmio dunque, dato che i filmati son già pronti e al luce non costano niente, mentre pagare qualcuno che riconosca i luoghi (mica tutti, bastava anche solo qualcuno) e lo indicava nei filmati (ma bisoganva fare le didascalie... e quelle costano...) voleva dire impegnarsi a fare una mostra almeno decente.

Una mostra pericolosa, che dà del fascismo (e di Roma) non un'immagine parziale ma una distorta e storicamente falsata, un piccolo golpe dunque, un riuscitissimo (e ignorato da tutti) atto di revisionimso storico pagato coi soldi del cittadino e patrocinato da Veltroni il sindaco (ah, perchè, abbiamo un sindaco?!).


10 febbraio 2005

Feltrinelli? No, grazie!

1 Qualche giorno fa sono andato da Feltrinelli, quello a Largo (di Torre) Argentina, devo tenere delle lezioni su Bronte, il film di Vancini (e la novella di Verga), così scendo le scale per raggiungere la sezione "Cinema e Spettacolo " e chiedo al commesso (scusate, ma non mi viene proprio di dire libraio), un attempato signore sui cinquanta andati, "Scusi può dirmi tutto quello che avete su Bronte?". Il commesso digita la parola "Bronte" sul terminale video (il programma è Alice ne ho una versione demo, cioè, non aggiornata, nel pc di casa...) guarda i risultati e mi dice: "c'è la sceneggiatura del film, ma non la abbiamo, e poi c'è la biografia delle sorelle" (le sorelle Emily, Ann e Charlotte Bronte, che col film di Florestano Vancini e la novella di Verga c'entrano come i cavoli a merenda...).
2 Due giorni dopo torno da Feltrinelli, la sera dovevo andare a vedere Ascesa e caduta della città di Mahagonny..., musiche di Kurt Weil, libretto di Brecht, scendo allo stesso reparto (eh già "Cinema & Spettacolo"), trovo una altro attempato signore, più magro, senza barba, forse con qualche annetto di più, e gli chiedo, a bruciapelo: "Scusi cosa avete su Ascesa e declino della città di Mahagonny ?" (lo confesso, pronuncio il nome in maniera incorretta, marcando solo una enne invece di tutte e due, come scoprirò va pronunciato, la sera a teatro...). Il commesso (scusate, ma nemmeno stavolta mi viene da dire libraio) sgrana gli occhi e mi risponde, allarmato: "Cosa?!?". "Che cosa avete su Mahagonny?" ripeto io, spazientito (anche se cerco di trattenermi un po'...). Il commesso ripete, imbarazzato, "non ho capito". Al che, cercando di non incazzarmi veramente, gli dico, scandendo le parole più che posso: "Vo-le-vo sa-pe-re che co-sa a-ve-va-te sul-l'o-pe-ra tea-tra-le A-sce-sa e de-cli-no del-la cit-tà di Mahagonny di Kurt Weill su li-bret-to di Bertolt Brecht".
Il commesso, senza battere ciglio, ricomponendosi, dice: "Ah è un'opera? Mi scusi, ma non ho mai sentito questo nome..." e digita su Alice (sì, sempre quel programma che ho a casa in versione demo) Mahagonny (inutile dire che devo fargli lo spelling... che ovviamente sbaglio perchè credo che Mahagonny si scriva con una sola enne..., per fortuna controllo sul giornale che ho con me...). "Ah, sì", mi fa, "c'è un testo, ma... è in tedesco..." (Brechte-Weil non ti dico niente caro?) "Noi non ce l'abbiamo, provi (provi?!?! e il terminale che ce lo ha a fare?) da Feltrinelli International... Sa dov'è?".

Ora, frequento Feltrinelli da almeno 20 anni... (da quando litigai con il direttore di via Orlando perchè volevo l'edizione di "Elementi di critica Omosesuale" di Mario Mieli con la coperitna grigia e non quella con la copertina arancione che aveva lui... La avevo vista su un rotocalco (omisi che era Babilonia...), ridicolo come la presunzione non ti faccia venire in mente che la foto poteva essere in bianco e nero... (ehm...), e ho trovato sempre tanti libri spulciando da solo tra gli scaffali e, quando non vedevo quello che cercavo, chiedevo e trovavo sempre librai, non commessi (quanto mi sembrano lontani i tempi di Anicia quando un libraio mi consigliava quali libri leggere perchè conosceva i libri e conosceva i miei gusti, grazie a lui scopersi Isherwood...).
Da quando Feltrinelli è diventata la Feltrinelli però (i corsivo è loro, non mio...) i libri sono esposti come in un supermercato, impilati, messi a casaccio (perchè massmediologia sta al primo piano e cinema al piano sotterraneo?), in bella mostra solamente i più venduti (con tanto di annessa classifica) o le ultime novità editoriali (cioè le ultime uscite di listino delle varie case editrici) mentre i libri di minor appeal (ovviamente quelli che interessano a me...) cioè quelli di sociologia delle comunciazioni, di cinema (le critiche, non le biografie delle attrici...), di massmediologia, etc etc., sono disposti come in una biblioteca, e per vederli devi sbirciare tra coste anguste, esili e cojn i titoli scritti tutti in versi opposti per cui non solo devi piegarti (mi ci vedete a piegarmi con le mie ciccie?) ma sei costretto a fare una involontaria ginnastica per il collo, piegandolo ora tutto a destra ora tutto a sinistra, ora tutto a destra, no! a sinistra, no! a destra, no!... E i librai sono diventati commessi.
Intendiamoci, non pretendo certo che uno ricordi a memoria tutti i libri che vengono pubblicati, ma che l'addetto al settore "cinema e spettacolo" sappia distinguere Bronte (ridente cittadina sicula) dalle sorelle Bronte oppure conosca Mahagonny (dopo L'opera da tre soldi l'opera più famosa di Brecht-Weil) non me lo aspetto, lo pretendo.
Il libraio non può limitarsi a digitare una stringa di ricerca su un terminale pc...
Il libraio deve sapere (quello vero lo sa, Anicia lo sa) quel che il pc non potrà mai dirti, che di Bronte il film si parla nel libro tal dei tali nel titolo del quale non si fa cenno nè a Bronte, nè a Vancini..., altimenti non si è librai, si è commessi.
Altrimenti tanto vale mettere dei terminali a disposizione del pubblico e mandare a spasso i suddetti sedicenti librai , che, in qualità di commessi, forse servono meglio in qualche merceria...
Mi sono ripromesso di non mettere più piede da Feltrinelli a Largo Argentina ("tornerò da quella a via Orlando", mi son detto... povero direttore...) ma già oggi son venuto meno al mio proposito e ho avuto l'incauto ardire di chiedere a un altro commesso (più giovane e sorella) se avevano libri sulle foto di Giuseppe Verga e, quello, chiamando al telefono il reparto (indovinate un po' quale, ma certo! "Cinema & Spettacolo"!!), avete libri sulle foto di Giuseppe (sic!) Verga?
Chi è causa del suo mal...

27 gennaio 2005

si latita!!!!

Intanto c'è il disco di Mina da sentire (e sentire e sentire...)
Poi ci sono i compiti da correggere (che quando vanno male, sai che gioia!)
Poi ho avuto la malsana idea di metter mano alla libreria (hai provato a far coesistere altezze varie dei libri con una catalogazione un po' più seria di "quelli gialli vicino a quelli arancioni"?)
E poi c'è (stata) la settimana della memoria e per non scrivere nulla di retorico... mi sono astenuto....
Insomma sì, ho latitato, VA BENE?!?!
Però (ri)eccomi qui...
la crisi ipocondriaca è (quasi) sventata, ancora non riesco a rirprenderere il ritmo di prima di Natale (e siamo quasi a Pasqua... mah!) però siamo qui, ad ascoltare Bula Bula, mentre il mondo (italiano) mi fa sempre più paura e mi toglie (letteralmente) il fiato...

Ho visto The Aviator...
e anche se Kate Blanchet è geniale nel fare (la caricatura di) Katharine Hepburn io credo che o non mi piacciono più i film o (come è più probabile) non mi piaccino più QUESTI film tutti incentrati sulle singole persone, fascisticamente coltivati nel culto del singolo, dell'individuo (o del ristretto gruppo di anime elette, il che è anche peggio) dove il cinema è sempre più dull (come caspita si dice in italiano?!?!) e serve solo per fare fiction non per indagare l'animo umano (come Bergman e Antonioni ma anche lo stesso Scorsese ci hanno insegnato) ma per raccontare qualche sturielett come si fosse in tv.
Insomma il cinema di questo nuovo secolo è conformista fascista e piatto (ecco!).

E poi se uno non ha niente da dire è meglio che stia zitto!!!!!

22 gennaio 2005

sto qui con la mia migliore amica...

E' vero! Sto qui con Chiara...
ho fatto lezione al Malpighi (dopo tanto tempo...) e mi preparo per un week-end di ozio (anche se domenica pomeriggio ho un cineforum...)...
Eh?
Come dite??
Com'è Bula Bula?

M A G N I F I CO

POORTAATII VIIIIAAAAAAAAA

21 gennaio 2005

Bula Bula ?!?!

Sarà che Paolo mi ha detto che l'uscita del disco di Mina era rimandata al 28...

Sarà che i vescovi spagnoli si sono subito rimangiati (sono stati costretti a...) le dichiarazioni a favore (!!!) dei profilattici (!!!!!!) per prevenire l'aids (era troppo bello per esere vero...)

Sarà che stasera sono andato a sentire Diamanda Galàs all'Auditorium (uno sfizio che volevo togliermi da tanti anni..., da quando Pasquino me la fece conoscere e grazie al manifesto - che pubblica sempre la stessa foto - ho potuto seguirne vita arte e miracoli...)

Sarà che questi giorni non ci sono mica stato tanto con la testa (chissà perchè, ansia, stress, eccitazione negativa... ipocondria....!)

il MINA DAY è giunto.... quasi senza che me ne accorgessi...

Bula Bula (l'isola che non c'è in uno degli articoli della Signora.... ecco che il sito del MFC non ha sbagliato Paolo!) è nei negozi...

Un toccasana per nevrosi e depressioni...

Oppure un carico da 11 se il disco dovesse essere brutto come Veleno...

Chi vivrà saprà

e chi non vivrà?

e vai!!!




14 gennaio 2005

però il 2005 mi è simpatico lo stesso...

La consulta non ha ammesso il quesito referendario dei radicali che voleva l'abrogazione totale della legge n° 40 2004.
Sono stati amessi quatro quesiti parziali. Ancora non si conoscono le motivazioni della Consulta, che non possono non dirsi politiche (scusami Aurora...).
Per saperne di più clikkate sul titolo di questo post (ctrl e tasto destro del mouse, "apri in una nuova finestra" altrimenti uscite dal blog...) che vi reindirizzerà al sito del manifesto.
Parliamone, comunque...

E' stato ammesso il referendum contro la legge sulla fecondazione assistita!!!!

...so solamente che sono stati ammessi quattro quesiti (l'ho sentito al solito gr2). Datemi il tempo di documentarmi e poi vi informo meglio.

Questo 2005 mi sta proprio simpatico!!!

Vai e vai e vai!!!!!!

11 gennaio 2005

...e già pensano al referendum...

Ancora non hanno smesso di fumare e già avocano il diritto ad avvelenare gli altri con le loro sigarette, perchè, tanto, dicono, "non fano nulla di male" come ho sentito dire stamane al solito Gr2. Perchè nessun commento sul fatto che le sigarette sono tossiche oltre che per sè, soprattutto per gli altri? E che è questo il vero fondamento giuridico della legge: il diritto alla salute degli altri? Non si vieta infatti di fumare tout-court ma, più semplicemente, di fumare in tutti i luoghi publici. Quindi come si può pensare al referendum?
Perchè l'italiano medio non riesce a vedere al di là del proprio naso?
AAAAAAARGH!!!!!!!!

10 gennaio 2005

MA INSOMMA! NESSUNO COMMENTA IL BLOG SULL'ECO MEDIATICA DELLO TSUNAMI?!?!?

L'arroganza tarpata

Finalmente l'arroganza italiana trova un primo argine e la legge contro il fumo ci avvicina di più all'europa.
Purtroppo sarà difficile farlo capire ai circa 12 milioni di fumatori (numero tra i più alti di tutto il mondo occidentale) che (ancora!) credono di non fare nulla di male (!), come ho sentito dichiarare pochi minuti fa al gr2, ma il divieto è legge e, anche se bisognerà ricorrere ai vigili per farla rispettare, gli italiani dovrano piegarsi (almeno una volta) alla forza della ragione (e delle froze dell'ordine...).
Vai e vai e vai!!!!!!

9 gennaio 2005

Salve! Come la va che la va che la allah-allah-la va?

Così esordiva Mina in apertura di una puntata del mitico e da tempo concluso "Incontri musicali del mio tipo" programma radiofonico del sabato mattina, nel quale si alternava una settimana no e una sì, con Ornella Vanoni. La puntata in questione è andata in onda nell'ottobre 1982 (la mia memoria non mi permette di essere più preciso) e coronava una serie di trasmissioni (probabilmente registrate di seguito) nelle quali l'(allora) cicciona si divertiva a intercalare ogni tanto e improvvisamente, la parola "allah" nata, no, non da una improvvisa islamfilia, ma , più semlicemente, dalk nome di un programma software che cambiava i connotati alle persone (il programma consisteva in una scaleta di cnazoni e, sue e non, e in alcuni testi, scritti da Nino romano, che proponeva fatti leggeri e assolutamente lonani dalla politica e dalla cronaca, come si sa la neutralità svizzera...) il cui nome, impronuncabile, era degenerato, appunto, in allah.
Non so se erano bei tempi quelli per me... In questa fase della mia vita ho diversi rimpianti per come ho vissuto quegli anni (soprattutto scolastici, se tornassi indietro studierei meglio Latino e Matematica e curerei di più i rapporti col resto della mia classe, invece di stare sempre aristocraticamente per conto mio, convinto fossero loro a non volermi frequentare...).
Comunque questo inzio 2005, ancora anonimo e pigraccio (d'altronde solamente domani, almeno per quanto mi riguarda, inizia ufficialmente l'anno...) non poteva essere dei migliori. Dopo anni di delusioni e magre consolazioni Mina (parlavo di lei, ricordate?) finalmente ha inciso un disco che, a sentire il singolo, ascoltabile su radio Subasio dal 7 u.s., si rivela degno di lei e anche di noi fan. E' tanto che un suo singolo non mi entusiasmava così e nonostante il mio crescente scetticismo e la mia taurina prudenza, non posso che sperare bene per l'intero l.p. (sì, lo so che non esiste più ma lasciatemi essere nostalgico) che uscirà, come vi avevo già anticipato, venerdì 21 gennaio p.v.
Riprendendo una tradizione che avevo abbandonato da troppo tempo (da quando sono stato costretto ad abbandonare la mia vera e unica casa per rifugiarmi in questo eremo) organizzerò forse già il 22 gennaio una festa di ascolto del disco cui sono invitati solo ed esclusivamente i minologi (romani).
Scusate il tono privato di questo blog, ma è domenica pomeriggio, mi sono appena alzato dalla pennica e provo nostalgia per la mia vita di 20 anni fa.
ALLAH!

7 gennaio 2005

www.m i n a t o l o g . c o m un sito turco(!) dedicato alla (ex) cicciona

m i n a t o l o g . c o m

E' uscito? L'hai sentito?! L'ha mandato la radio????

È uscito? L’hai sentito?! L’ha mandato quale radio?!!? Com’è?!?!?!
L’ha mandato quale radio?!!? Com’è?!?!?! L’hai sentito?! È uscito?
L’hai sentito?! Com’è?!?!?! È uscito? L’ha mandato quale radio?!!?
Com’è?!?!?! È uscito? L’ha mandato quale radio?!!? L’hai sentito?!
È uscito? L’hai sentito?! L’ha mandato quale radio?!!? Com’è?!?!?!
L’ha mandato quale radio?!!? Com’è?!?!?! L’hai sentito?! È uscito?
L’hai sentito?! Com’è?!?!?! È uscito? L’ha mandato quale radio?!!?
Com’è?!?!?! È uscito? L’ha mandato quale radio?!!? L’hai sentito?!
È uscito? L’hai sentito?! L’ha mandato quale radio?!!? Com’è?!?!?!
L’ha mandato quale radio?!!? Com’è?!?!?! L’hai sentito?! È uscito?
L’hai sentito?! Com’è?!?!?! È uscito? L’ha mandato quale radio?!!?
Com’è?!?!?! È uscito? L’ha mandato quale radio?!!? L’hai sentito?!
È uscito? L’hai sentito?! L’ha mandato quale radio?!!? Com’è?!?!?!
L’ha mandato quale radio?!!? Com’è?!?!?! L’hai sentito?! È uscito?
L’hai sentito?! Com’è?!?!?! È uscito? L’ha mandato quale radio?!!?
Com’è?!?!?! È uscito? L’ha mandato quale radio?!!? L’hai sentito?!
È uscito? L’hai sentito?! L’ha mandato quale radio?!!? Com’è?!?!?!
L’ha mandato quale radio?!!? Com’è?!?!?! L’hai sentito?! È uscito?
L’hai sentito?! Com’è?!?!?! È uscito? L’ha mandato quale radio?!!?
Com’è?!?!?! È uscito? L’ha mandato quale radio?!!? L’hai sentito?!

6 gennaio 2005

Vorrei proporvi un quesito...

...dopo avere fatto tardi ieri notte (no, non per quello che pensate voi, ho fatto le 3.00 giocando a Bestia!) ed essermi svegliato presto stamane, ancora più rimbambito del solito..., e dopo aver riscritto questo blog misteriosamente scomparso mentre decidevo di cambiare carattere tipografico (azz!!!, orc!!!, fanc!!!!!) mi chiedo, vi chiedo,
non vi sembra che la tv e la stampa si siano occupati in maniera compulsiva dei fatti avvenuti nel sud-est asiatico?
Che ci siamo ubriacati di un'orgia mediatica fatta di spettacolarizzazione come solo le immagini di catastrofe e distruzione sanno fare?
Che stampa e tv hanno indotto gli italiani a una rincorsa parossistica all'aiuto economico - Medici Senza Frontiere ha raccolto in un giorno quello che avveva previsto di raccogliere in un mese, tanto da dichiarare di non inviare più soldi, almeno per il sud-est asiatico (Perchè, ci sono anche altre zone del mondo che hanno bisogno d'aiuto?!?!?!).
Francamenrte mi fa paura una nazione, un popolo, talmente influenzato dai media da raccogliere 23 milioni di euro per gli aiuti solo perchè glielo chiedono stampa tv e radio (pensate cosa si potrebbe fare per le altre popolazioni povere, "povere" anche perchè non possono accedere ai media per dire: "ehi! anche noi abbiamo bisogno di aiutooooo!!!").
Insomma temo che il vero evento, la vera catastrofe, non sia stata quella dello Tsunami (per il quale si è scomodato dio o la natura... l'uomo no, eh?) ma la catastrofica morte del principio di realtà, sacrificato alle esigenze di una televisione che dimostra la sua vera vocazione allo sciacallaggio spettacolar-informativo (infotainment si dice in inglese...) a spese dei disastri naturali piuttosto che informare con equilibrio e misura su tutti gli altri grandi e piccoli disastri che infliggono la popolazione povera (l'80 % circa) del pianeta Terra.
Confortatemi o criticatemi ma non rimanete in silenzio!!!!

3 gennaio 2005

...si rientra sempre troppo presto...

...da un bel viaggio, da una vacanza, dal sogno che stai facendo...
Il principio di realtà è sempre troppo duro e più vai avanti con gli anni più è difficle, no, non riprenderti dalla cocente delusione del tuo sogno infranto, ma lasciarti convicere dal mondo ideale che riesci a costruirti, sempre per meno tempo, in maniera sempre meno convincente, con un entusiasmo lento ad accendersi (forse come il desiderio sessuale... ma non sono ancora così vecchio...).
Insomma, tutto questo po' po' (o popò?) di introduzione per dirvi che le feste sono (quasi ) finite, che è lunedì mattina, che sto aspettando che il caffè americano sia pronto (ma quand'è che mi decido a comperare una macchinetta col timer?!) e tornare alla routine (da pronunciarsi come è scritto...) di tutti i giorni (altrimenti che routine è? Eh!).
Ho trascorso (il week-end del)l'ultimo dell'anno a Otricoli (TR), in Umbria. Un week-end un po' moscio, a tratti, nel quale mi pare di avere imparato qualcosa (in più) sullo scarto generazionale che divide me e alcuni amici miei, coi quali mi tolgo dieci anni e qualcosa di più.
Ci divide una certa sensibilità per la storia, per il fatto cioè, semplice e banale, il mondo com'è oggi deriva dai cambiamenti di un mondo pregresso differente. Avevo pensato finora, che, essendo io più vecchio, riuscissi ad andare più indietro nel tempo e a ricordarmi cose, fatti e persone che mi erano capitate nel mondo solo perchè ero lì quando erano successe. Un patrimonio di memoria storica che ognuno si porta con sè per il quale non avevo alcun merito, se non quello di essere al mondo da (un po') più (di) tempo, una conquista dell'età adulta rispetto a una adolescenza (meno spensierata di quel che si creda) più concentrata su se stessi...
...però i miei amici più giovani di me di 5-10 anni, sono entrati nella fase "adulta" da un bel pezzo, eppure mi sembrano egotistiamente incentrati su un parametro storico che dipende solo dalla propria persona, unico agente "storico" che si staglia su di un mondo immutabile (almeno se si prende come misura la propria vita...). Come si può, a 25 anni, credere davvero che il mondo sia solo quello che si conosce, senza avere il dubbio (e la conseguente curiosità, come fa non venire?!) che c'è tutto un modo intorno al di là del proprio naso?
Sarà che io a 5 anni stavo col naso all'insù a guardare le stelle e sentivo dentro una fitta allo stomaco mentre mi chiedevo chissà quante persone c'erano su quei puntini a porsi le mie stesse domande o magari delle altre del tutto differenti...
E' da allora che mi sento rispondere che mi pongo troppe domande, che dovrei concentrarmi su cose più concrete e che riguradano più da vicino la vita mia e di quelli che mi stanno intorno... D'altronde non è forse questo il principio di realtà?
Per questo non posso non dirmi eversivo, rivoluzionario, protestatario...

Posted by Hello


Come si può ignorare le stelle per concentrarsi sul proprio particulare?
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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