21 settembre 2009

"il" switch off???

Stamane, mentre ascoltavo come al solido il gr2, sento la giornalista Anna Longo parlare di radio digitali presentati al Prix Italia la 61ma edizione della rassegna dedicata al meglio della tv, della radio e del web, a Torino dal 20 al 26 settembre. Un servizio confuso, che non ricorda nemmeno che il 24 p.v. a Torino ci sarà lo switch over (cioè lo spegnimento dell'analogico per Raidue e Rete4 visibili solo su decoder). C0sì come il servizio è impreciso quando Anna Longo dice che per avere i nuovi servizi della radio digitale dovremo aspettare lo swich off, cioè lo spegnimento totale della tv digitale, che in Italia avverrà solo tra due anni) perché si liberino le frequenze ora occupate dall'analogico (le cose non sono affatto così semplici...).
Ma non è di questo che voglio parlarvi (anche se un post al digitale prima o poi mi toccherà scriverlo...).
La giornalista ha candidamente detto Il switch off e non, come andrebbe detto secondo la lingua italiana, Lo switch off. Trent'anni Anna Longo avrebbe ricevuto una multa salatissima (e, in caso di errori ripetuti, avrebbe anche rischiato il posto).
Oggi temo che rischio solo di beccarsi il mio VAFFANCULO.

STUDIATE L'ITALIANO porca miseria!!! Siete ascoltati da milioni di cittadini! Che esempio date!!!

Santanché non ce la dai a bere!

Ieri Daniela Santanché, leader del Movimento per l'Italia, ha protestato a Milano, davanti alla Fabbrica del Vapore di Milano, dove si stava svolgendo una festa islamica per la fine del Ramadan, contro l'uso del Burqa. Impegnata da tempo in una battaglia per l’integrazione e contro il fondamentalismo islamico è giunta a Milano con l’intento di vietare l’ingresso alla festa delle donne in burqa. Nei giorni scorsi aveva lanciato un appello contro l’uso del burqa come atto di solidarietà e testimonianza per la la tragica fine della giovane Sanaa uccisa dal padre per la sua relazione con un ragazzo italiano.

L'ex parlamentare (si è presentata alle ultime elezioni politiche come candidata leader de La Destra-Fiamma Tricolore la lista in cui sono confluiti, per motivi elettorali, La Destra di Francesco Storace e il Movimento Sociale Fiamma Tricolore di Luca Romagnoli, ma non è stata eletta la coalizione non avendo superato lo sbarramento del 4%) non ha solamente cercato di impedire alle donne di partecipare alla festa, accusandole di violare la legge 152 del 1975 che vieta di nascondere il viso, ma, secondo gli organizzatori della festa, ha anche cercato di strappare il burqa ad alcune di loro. Una provocazione che non è stata gradita da alcuni partecipanti che, secondo Santanché l'avrebbero colpita con un pugno, anche se gli organizzatori della festa negano. Ricoverata in ospedale, le sono state riscontrare delle contusioni guaribili in 20 giorni.

L'ex parlamentare, ha dichiarato ai giornalisti: La legge italiana vieta che si giri con il volto coperto e va rispettata. Non ce l’ho con queste povere donne ma con chi le manda e le soggioga. Il burqa è un umiliazione per le donne. Non a caso anche in Francia stanno approvando una legge per impedirne l’uso. Il burqa è come l’infibulazione perché sono strumenti per annullare la sua identità più profonda.

Argomentazioni sostenibili, che però non giustificano le modalità di intervento, che denunciano tutt'altra mentalità, tutt'altro pensiero. Se Santanché fosse davvero solidale con le donne come dice di essere dovrebbe cercare di parlare con loro, di dare loro la possibilità di autodeterminarsi non di impedire loro di partecipare alla festa per la fine del ramadan. Non ti fai forte di una legge (promulgata durante l'emergenza terrorismo).
Una manifestazione di protesta e solidarietà non implica un gesto paternalistico, fascista e aggressivo, come quello di strappare il burqua e di fare arrestare chi lo porta.
Quella del burqua è una questione delicata che non si risolve certo con la forza o con l'applicazione di una legge che ha già avuto delle deroghe...
Santanché si accanisce contro ogni forma di differenza cultuale, giudicandola con occhi etnocentrici. Se Santanché fosse davvero contraria al sessismo e al maschilismo dovrebbe insorgere contro ogni sua manifestazione quando accade in Italia anche ai danni di cittadini italiani. Santanché invece si accanisce solamente con chi è diverso da lei.

"Parlerò con il ministro Maroni - ha detto Santanché - per chiedergli di far rispettare la legge. Io non ce l'ho con le donne. Ma bisogna dire basta alla giustificazione religiosa del burqa, perché è invece una imposizione culturale, e non è previsto dal Corano".
Ma imporre alle donne con la forza di togliersi un velo imposto loro dalla forza delle tradizioni culturali è una imposizione culturale tanto quanto quella del burqa. E questa decisione paternalistica, violenta, aggressiva dimostra quanto la sua considerazione per queste donne non sia poi così diversa da quella dei tanto odiati fratelli musulmani.
Non si entra come un bisonte in un negozio di cristalli, se poi nello sfacelo che si genera, ci si fa male, dispiace, ma chi è la vera vittima?

(fonti Ansa e La Stampa)

No all'omofobia. E il razzismo???

E mentre un attentato incendiario al Qube fa gridare i giornali (da Libero a Repubblica al Messaggero) all'ennesimo caso di omofobia, mentre le associazioni di categoria dimostrano un equilibrio e una responsabilità ben maggiori (d'altronde la vocazione anti-omofoba è solo l'ultima moda, che cadrà presto nel dimenticatoio, una logica infame quella della notizia-spettacolo dalla quale non sono immuni nemmeno gli organizzatori della manifestazione a sostengo della libertà di stampa, spostata al 3 ottobre p.v.m per non rimanere offuscati dai morti in Afghanistan...) l'uccisione di un lavavetri senegalese, il cui corpo senza vita è stato ritrovato nei pressi del parco della Caffarella di Roma, non è stata data con la stessa enfasi.
Solo Il Messaggero e Repubblica, giornali romani, pubblicano un articolo di un certo spessore, per Corriere e Unione Sarda solo un trafiletto nel quale non si denuncia il razzismo, la xenofobia, né si fa cenno all'imminente manifestazione del 24 settembre voluta da Comune di Roma, Provincia e Regione contro ogni forma di violenza di stampo razzista ed omofobo. Solo messaggero e repubblica riportano le dichiarazioni del gruppo Everyone:
«È un fatto orribile - dicono Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, del Gruppo Everyone - Ma ancora più inquietante è la censura attuata da tutti i media italiani di fronte all'episodio, che è stato divulgato senza alcun rilievo, come se si trattasse di un evento senza importanza. Se al posto di un nero senegalese vi fossero stati una donna o un ragazzo italiani, i giornali ospiterebbero la notizia nelle prime pagine e da ogni parte si solleverebbe un allarme violenza nella Capitale». Il Gruppo Everyone rende noto di aver segnalato «alle autorità internazionali» questo «ennesimo accadimento», sollecitando «una presa di posizione decisa e inequivocabile da parte delle Nazioni Unite, dell'Unione europea e dei Paesi civili».
Per gli altri l'omicidio del lavavetri resta un evento a sé, non accomunabile ad altri, né al clima di esasperazione fomentato dalla stessa stampa che enfatizza i crimini commessi da extracomunitari dando poco rilievo ai crimini nei quali gli extracomunitari sono le vittime.
Il 25 scendiamo in piazza anche per il lavavetri (del quale non si conosce ancora il nome non avendo l'uomo dei documenti con sé), così come scendiamo in piazza per Abba e per tutte le vittime di queste continue aggressioni.
Abba e il lavavetri sono gente come noi.  Sono noi. A chi tocca la prossima volta?
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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