20 giugno 2008

Gloucester, Massachusetts (2)

Mi sembra utile fare un confronto tra la stessa notizia data da un nostro quotidiano e da un quotidiano statunitense.

ecco Repubblica:
WASHINGTON - Nella terra che un tempo apparteneva ai Puritani, in quel New England che invano tentò di esorcizzare con lapidazioni, fuoco e cappio il demonio della carne dalle proprie donne, le ex Vergini di Salem formano un patto fra di loro per diventare "le ragazze madri" di Salem e scoppia l'epidemia delle gravidanze volontarie fra ragazzine.

In un liceo di Gloucester, nel Massachusetts, a pochi minuti proprio dalla Salem dei tremendi processi alle "streghe" a fine Seicento, diciassette teen agers di quindici e sedici anni esibiscono contemporaemente e con orgoglio il loro pancione, senza rivelare chi siano i padri. E spiegano a sbigottiti presidi, professori, genitori e amministratori che l'hanno fatto "perché lo volevano fare". Non il sesso, che a 14 anni in media la maggioranza di maschi e femmine comunque comincia a praticare senza curarsi delle inutili campagne nazionali per l'astinenza e la castità, ma la maternità singola. La maternità come sfida e come affermazione di loro stesse.

Prima ancora che la statistica allertasse gli adulti, di fronte alla scoperta che quelle diciassette adolescenti in attesa erano almeno il quadruplo della incidenza media e accettata come normale di studentesse incinte fra le 600 iscritte in quell'istituto (quattro ogni anno), fu lo strano comportamento delle ragazze che facevano i test di gravidanza nell'infermeria del liceo, con i kit, i prodotti acquistabili in ogni farmacia a inquietarli. Quando il risultato era negativo, dunque non risultavano incinte, anziché respirare sollevate e innalzare ringraziamenti al cielo come milioni di adolescenti, le ragazze si mostravano deluse e imbronciate. E si ripresentavano per nuovi test, mese dopo mese, fino a quando scoprivano, felici, di essere in attesa.

Una breve indagine, e le loro franche risposte, rivelarono che non soltanto esse avevano fatto il possibile per essere fecondate, ma che tra loro esisteva addirittura un patto segreto per raggiungere, possibilmente insieme e contemporaneamente, la maternità. Si dicono ispirate dal cinema, da film di buon successo diffusi all'inizio di quest'anno, "Juno", e "Knocked Up" (slang per "essere incinta") storie sentimentali ed edificanti di donne che decidono, anziché abortire come sarebbe stato loro diritto e scelta, di far nascere il bambino e che sono state adottate da movimenti abortisti come materiale di propaganda "per la vita".

Ma nel copione di quei film, le gravidanze sono involontarie, "incidenti", come si ripetono ogni giorno nel mondo a giovani e meno giovani. Quello che rende straordinario il caso delle "ex Vergini di Salem" è la scelta, è il patto deliberato fra di loro per farsi ingravidare e per partorire, per usare la propria femminilità come un grido di autonomia, di ribellione e di affermazione. Una riedizione ben più drammatica del celebre slogan delle femministe anni '70, quando proclamavano sulle T-shirt che "l'utero è mio e me lo gestisco io" e si battevano per quel diritto di scelta che in Massachusetts esiste e sarebbe disponibile a quelle studentesse.

Bisogno di sentirsi amate e di poter amare, non l'amante di una sera, un boyfriend o un marito, ma da una creatura tutta loro, da un figlio. Questo hanno detto all'infermiera di servizio e al pediatra di zona per spiegare le loro azioni molte di quelle 17 liceali, che dallo scorso ottobre, quando il patto è scattato, hanno cominciato a tentare di farsi mettere incinta. Tacendo, tutte, i nomi dei padri.

Sono stati interrogati i loro compagni di scuola maschi, che tutti negano. E' stato fermato dalla polizia un senzatetto, un operaio stagionale migrante, che si aggirava attorno al liceo di Gloucester nel periodo in cui le studentesse hanno cominciato a farsi fare i test di gravidanza in massa e la procuratrice della repubblica locale sta pensano a ipotesi di incriminazione contro ignoti per stupro legale, poiché far sesso con una minorenne è, indipendentemente dalle intenzioni di lei, un crimine.

Forse la spiegazione del mistero delle ex vergini del New England sta oltre i confini della criminalità, della ingenuità o delle suggestioni di giovanissime sedotte dall'idea della maternità come rivolta. Sta esattamente nella crisi di identità e di vita quotidiana che ha afferrato la cittadina di Gloucester, come sconvolse il New England dei Puritani duecento vent'anni or sono. Gloucester, una comunità religiosissima, dunque molto esposta alla predicazione contro il sesso prematrimoniale, è, da tempo, in enormi difficoltà economiche, per il collasso della pesca nei banchi dell'Atlantico che l'aveva resa prospera. Proprio come Boston, Salem e le colonie Puritane si dibattevano, alla fine del XVII secolo, tra difficoltà economiche e inverni terribili.

I New Englanders del 1690 videro nel demonio, e nelle donne che se ne lasciavano sedurre, la causa dei loro mali. Le pronipotine hanno creduto di vedere nel proprio corpo di donna, nella loro capacità di creare e dare vita, la risposta alla depressione individuale e collettiva che ha afferrato la loro comunità, rinunciando a quegli uomini, a quei padri, a quella famiglia che non è riuscita a proteggerle dalla solitudine e dall'impoverimento.

Il pediatra della scuola ha subito chiesto che sia intensificata l'educazione sessuale e psicologica delle 600 studentesse del liceo, che siano diffusi anticoncezionali gratuiti e siano informate della possibilità di abortire, che venga spiegato a queste giovani che cosa significhi diventare madri singole a 15 o 16 anni, o cedere il proprio bambino in adozione, quando tutte le ricerche notano che le maternità adolescenziali sono tra le prime cause di povertà per le madri e di vite amare per i loro figli.

Ma le gravidanze di teen agers, a volte di bambine, stanno crescendo ovunque, negli Stati Uniti, dopo anni di diminuzione, al ritmo del 3% in più ogni anno. Il diavolo, avrebbero mormorato due secoli or sono gli esorcisti puritani di Harvard che fin da allora non capivano le donne, deve essere il diavolo.

(20 giugno 2008)


Ed ecco il Time:
As summer vacation begins, 17 girls at Gloucester High School are expecting babies—more than four times the number of pregnancies the 1,200-student school had last year. Some adults dismissed the statistic as a blip. Others blamed hit movies like Juno and Knocked Up for glamorizing young unwed mothers. But principal Joseph Sullivan knows at least part of the reason there's been such a spike in teen pregnancies in this Massachusetts fishing town. School officials started looking into the matter as early as October after an unusual number of girls began filing into the school clinic to find out if they were pregnant. By May, several students had returned multiple times to get pregnancy tests, and on hearing the results, "some girls seemed more upset when they weren't pregnant than when they were," Sullivan says. All it took was a few simple questions before nearly half the expecting students, none older than 16, confessed to making a pact to get pregnant and raise their babies together. Then the story got worse. "We found out one of the fathers is a 24-year-old homeless guy," the principal says, shaking his head.


The question of what to do next has divided this fiercely Catholic enclave. Even with national data showing a 3% rise in teen pregnancies in 2006—the first increase in 15 years—Gloucester isn't sure it wants to provide easier access to birth control. In any case, many residents worry that the problem goes much deeper. The past decade has been difficult for this mostly white, mostly blue-collar city (pop. 30,000). In Gloucester, perched on scenic Cape Ann, the economy has always depended on a strong fishing industry. But in recent years, such jobs have all but disappeared overseas, and with them much of the community's wherewithal. "Families are broken," says school superintendent Christopher Farmer. "Many of our young people are growing up directionless."

The girls who made the pregnancy pact—some of whom, according to Sullivan, reacted to the news that they were expecting with high fives and plans for baby showers—declined to be interviewed. So did their parents. But Amanda Ireland, who graduated from Gloucester High on June 8, thinks she knows why these girls wanted to get pregnant. Ireland, 18, gave birth her freshman year and says some of her now pregnant schoolmates regularly approached her in the hall, remarking how lucky she was to have a baby. "They're so excited to finally have someone to love them unconditionally," Ireland says. "I try to explain it's hard to feel loved when an infant is screaming to be fed at 3 a.m."

The high school has done perhaps too good a job of embracing young mothers. Sex-ed classes end freshman year at Gloucester, where teen parents are encouraged to take their children to a free on-site day-care center. Strollers mingle seamlessly in school hallways among cheerleaders and junior ROTC. "We're proud to help the mothers stay in school," says Sue Todd, CEO of Pathways for Children, which runs the day-care center.

But by May, after nurse practitioner Kim Daly had administered some 150 pregnancy tests at Gloucester High's student clinic, she and the clinic's medical director, Dr. Brian Orr, a local pediatrician, began to advocate prescribing contraceptives regardless of parental consent, a practice at about 15 public high schools in Massachusetts. Currently Gloucester teens must travel about 20 miles (30 km) to reach the nearest women's health clinic; younger girls have to get a ride or take the train and walk. But the notion of a school handing out birth control pills has met with hostility. Says Mayor Carolyn Kirk: "Dr. Orr and Ms. Daly have no right to decide this for our children." The pair resigned in protest on May 30.

Gloucester's elected school committee plans to vote later this summer on whether to provide contraceptives. But that won't do much to solve the issue of teens wanting to get pregnant. Says rising junior Kacia Lowe, who is a classmate of the pactmakers': "No one's offered them a better option." And better options may be a tall order in a city so uncertain of its future. —with reporting by Kimberley McLeod/New York



Al di là delle differenze culturali l'articolo italiano sbaglia a copiare (perché avranno copiato, magari da una fonte comune, certi passaggi sono troppo simili)
i 1200 studenti diventano 600, qualcun che accusa i film diventa un riferimento fatto dalle stesse ragazze e poi il tono è diverso. Più neutro e informativo quello del Time più con la bocca piena di acquolina da gossip quello di Repubblica (che diventa ogni giorno più illeggibile: quell'indegno riferimento al femminismo e allo slogan "l'utero è mio" paragonato alle ragazze americane fa vomitare ...).

Che dire, ha sempre più ragione Grillo quando manda i giornalisti AFFANCULO...

3 commenti:

Anonimo ha detto...

i quotidiani itlaiani si sa sono maschilisti nn fanno altro che buttare merda sul dìfemminismo..e hanno pagine piene di tette e culi..c'è una ligica connessione tra qst cose..sono antifemministi..

rosa

Alessandro Paesano ha detto...

Io direi di più: sono contro le donne, misogini, prima che antifemministi...

Il femminismo purtroppo viene visto come qualcosa di vecchio, inutile e obsoleto... E la cosa che mi fa più dispiacere è che anche molte ragazze (non tutte però) la pensano così...

Anonimo ha detto...

Caro Ale,
l'articolo italiano assomiglia - come tanti articoli cosiddeti "di costume" - ai commentari dei vari "Mondo Movies" degli anni '60 e '70, quelli di Gualtiero Jacopetti, per intenderci. Questo modo fintamente "disinvolto" (ah!Luteroèmio! Ah! Juno!), in realtà viscido ed ipocrita di vedere il mondo è ritornato in auge, (vedi, per fare un esempio, trasmissioni come "Lucignolo" su Italia 1).

bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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