26 settembre 2011

Fiction Fest 2011 day one








Più che problemi di soldi (non credo che l'auditorium come struttura costi meno del cinema Adriano) il problema era il restyling politico. Cancellare la gestione degli anni passati, la collocazione a Luglio (idea felicissima con i giovani, quelli che guardano le fiction, senza scuola, in pieno clima vacanziero) l'attenzione per i documentari (già tolti dalla precedente edizione per motivi di budget, tiro a indovinare) l'attenzione per le fiction non anglofone (niente nord Europa, niente Francia, niente Spagna) e non occidentali (scarsissime le presenze asiatiche, africane) nuova sigla del festival (dopo quella rimasta immutata per tutte le precedenti edizioni) che non è più un festival a sé ma una creatura della regione Lazio, con le pubblicità che ribadiscono che tutte le proiezioni sono gratuite, come è sempre stato..., il Fiction Fest dell'era Polverini è  una bella confezione (la location lo rende simile al Festival del Film) ma scarno di contenuti.
Poche le proiezioni, pochissime le anteprime per la stampa, privilegio assoluto alle fiction italiane, coinvolgimento delle scuole in maniera antididattica (le scuole vengono all'auditorium della Conciliazione a vedere i Cesaroni, campione del luogo comune sessista, maschilista e omofobo):  di questo Fiction Fest si poteva anche fare a meno. Non che l'idea di fondo, voluta da Marrazzo, fosse una cosa di sinistra: il sostegno alle industrie e non ai cittadini (qui sminuiti a meri consumatori) è una politica, legittimissima, di destra, almeno negli altri paesi europei. In Italia il massimo della cultura a sinistra è questa, la destra, come la compagine governativa, ha di cultura la stessa idea che aveva Goebbels.
Quindi una scelta audace quella di Polverini (ma bisogna vedere se l'anno prossimo il fiction fest ci sarà ancora...) che la mette in linea con le destre europee:  si aiuta l'industria della fiction con un festival che è una vetrina di quel che vedremo nei prossimi mesi (o l'anno prossimo...) un ausilio non ai cittadini (che pure pagano con le loro tasse i fondi stanziati dalla Regione) ma all'industria, senza fornire ai consumatori uno straccio di strumento critico per restituire loro la dignità di cittadini\spettatori critici.
Eppure in tanta desolazione, sapendo dribblare tra le scarse offerte del programma, qualche chicca la si trova anche in questa quinta edizione.

Tre le fiction che ho visto ieri, dribblando tra un TUTTI PAZZI PER AMORE 3, AREA PARADISO e UN NATALE PER DUE c'è stato sono SWORD HEROES’ FATE (Cina, 2011) in anteprima mondiale, dato che il pilota non è stato ancora trasmesso nemmeno in patria, una SF ambientata nel 2030 dove viene introdotto sul mercato un gioco online chiamato JX003 il quale,  utilizzando sensori speciali,  consente ai giocatori di entrare nella realtà virtuale come fosse un mondo reale, ricordate Matrix o, più pertinente, eXistenZ di Croneberg, (entrambi del 1999)? Solo che qui il collegamento è meno cruento.

Il mondo in cui si entra è quello delle antiche famiglie cinesi. Sullo sfondo amori sofferti, ragazze che ancora non vengono chieste in sposa, e giovani hacker che si introducono nel gioco senza averne l'autorizzazione. Una serie interessante che vedremo sul canale Babel che mostra le fiction dei paesi da cui provengono i migranti residenti in Italia. Un canale su piattaforma sky da tenere d'occhio.

E stata poi la volta del pilota di una serie fantastica, OFFSPRING (Australia, 2010) di Kate Dennis, Debra Oswald. Gli Australiani hanno una sensibilità e una cultra europee. Il pilota (nato come film tv e poi diventato serie) racconta di Nina, ostetrica trentenne, e del suo arduo tentativo di conciliare una famiglia stravagante, un ex-marito bombarolo (per lavoro) vendicativo e la ricerca di una vita affettiva (altrimenti meglio fantasticare). Tra flashback, voice over, versioni alterative di eventi (tra quello reale e quello fantasticato) una serie capace di affrontare in maniera non superficiale temi anche seri (la paternità senile del padre della protagonista, che ha messo incinta una ex collega di lavoro della protagonista) o affrontare in maniera ironica ma non autocelebrativa i problemi di sempre (perchè non ho una storia? Cosa c'è in me che non va?). Insomma non si vive di sola fiction americana, per fortuna!

Infine ho visto solo uno dei due episodi di 4PLAY: SEX TIPS FOR GIRLS (Sud Africa 2010) quasi una sit-com (ma senza le risate pre-registrate) ambientata in un salone di bellezza di Johannesburg dove il sesso promiscuo è visto dal punto di vista femminile striclty black. Bei personaggi, bellissime attrici per una serie da seguire, sempre su Babel.

Va detto che le due proiezioni sono state seguite da un pubblico esiguo (sopratutto Offsprings, eravamo in sei) perchè tutti provincialmente alla proiezione di ONCE UPON A TIME (Usa, 2011) La storia di Biancaneve rivista da J.J. Abrahama pubblicizzata in maniera simpatica da delle belle ragazze che regalavano a tutti un invito per la proiezione e una bella mela da mangiare seguita dall'irrinunciabile anteprima di
REVENGE (Usa, 2011) di Phillip Noyce (sì, proprio quello de Il Collezionista di Ossa) con Madeleine Stowe.
Ma dico io se tanto quste serie le rivedremo in tv non èmeglio privilegiare quello meno noto? No,eh?.


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bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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